Poggio Mirteto – William Pilè – Venere del Reatino,L’ANTICOLAVATOIO è lieto di presentare il primo appuntamento di una serie di esposizioni dedicate all’arte contemporanea nello spazio del lavatoio comunale di Poggio Mirteto.
“Venere del Reatino” è il titolo di una serie di dipinti installati per l’occasione dall’artista William Pilè (Roma, 1988). Le opere rappresentano uno spaccato intimista della quotidianità di una giovane sex worker che vive a Rieti e che ha posato per la realizzazione di ritratti dal vero all’interno della sua abitazione, luogo in cui vive e accoglie i suoi clienti.
La dimensione domestica, spesso percepita come rifugio, si trasforma qui in un palcoscenico di esclusione, un microcosmo ai margini della società, dove si intrecciano solitudine, desiderio e sopravvivenza. La pittura diventa strumento di rivelazione, squarcia il velo dell’indifferenza e costringe l’osservatore a confrontarsi con una realtà spesso volutamente ignorata e stigmatizzata.
La periferia, oggetto di studio della ricerca di Pilè, non è solo un luogo fisico ma anche simbolico: è la rappresentazione di un’umanità decentrata, relegata ai confini del vivere civile, dove il corpo viene visto come un oggetto e l’intimità una merce.
La scelta di esporre questo soggetto in un lavatoio pubblico non è casuale. Questi luoghi infatti, frequentati un tempo nella maggioranza da donne, erano spazi di lavoro ma anche di condivisione della quotidianità, di ritrovo delle gioie e delle disgrazie dell’esistenza collettiva e magari di riflessione sulla propria condizione femminile all’interno della società patriarcale.
I dipinti di Pilè non offrono giudizi morali ma tentano di rendere visibile l’invisibile, testimoniano un’esistenza fatta di gesti ripetuti, di silenzi pesanti, di sguardi che sfuggono e cercano al tempo stesso un contatto. L’immagine di questa donna si sottrae alla narrazione imposta e diventa racconto di sé, affermazione di esistenza, strumento di autodeterminazione, mentre il lavatoio le restituisce lo spazio negato: quello del racconto, del riconoscimento, dell’ascolto. Il passato ed il presente si sovrappongono, la storia e l’attualità si incontrano ed il lavatoio torna ad essere un luogo di incontro e di riflessione collettiva proprio come lo era un tempo.
Les Éditions de la Découverte viennent de publier une étude, L’œuvre-vie d’Antonio Gramsci, que l’on peut considérer comme la plus complète et la plus actuelle en français sur la biographie et l’œuvre du philosophe italien Antonio Gramsci (1891-1937), l’un des penseurs majeurs et des plus convoqués du marxisme.Membre fondateur du Parti communiste italien, dont il fut un temps à la tête, il est emprisonné par le régime mussolinien de 1926 à sa mort. Les auteurs, Romain Descendre et Jean-Claude Zancarini, sont deux enseignants de l’École Normale Supérieure de Lyon, où ils animent depuis dix ans un séminaire d’études consacré à Gramsci et ses 33 Cahiers de prison. L’Œuvre-vie aborde les différentes phases de son action et de sa pensée – des années de formation en Sardaigne et à Turin jusqu’à sa mort le 27 avril 1937, en passant par ses activités de militant communiste et ses 11 années d’incarcération dans les geôles fascistes – en restituant leurs liens avec les grands événements de son temps : la révolution russe, les prises de position de l’Internationale communiste, la montée au pouvoir du fascisme en Italie, la situation européenne et mondiale de l’entre-deux-guerres. Grâce aux apports de la recherche italienne la plus actuelle, cette démarche historique s’ancre dans une lecture précise des textes – pour partie inédits en France –, qui permet de saisir le sens profond de ses écrits et toute l’originalité de son approche.
Antonio Gramsci
Analysant en détail la correspondance, les articles militants, puis les Cahiers de prison (I Quaderni) du révolutionnaire, cette biographie rend ainsi compte du processus d’élaboration de sa réflexion politique et philosophique, en en soulignant les leitmotive et en restituant « le rythme de sa pensée en développement ».
Au fur et à mesure que Gramsci progresse dans la rédaction des Cahiers, écrivent les auteurs, il comprend que la “philosophie de la praxis” a besoin d’outils conceptuels nouveaux, philosophiques et politiques à la fois, et il se charge de les inventer et de les faire évoluer au cours de son existence : «hégémonie», «guerre de position», «révolution passive», «classes subalternes». Autant de concepts qui demeurent utiles pour penser aujourd’hui encore notre propre monde «grand et terrible».
Evolena
LE LIVRE: L’œuvre-vie d’Antonio Gramsci, de Romain Descendre et Jean-Claude Zancarini Editions La Découverte
«Nel settembre 1920, il direttore dell’Ufficio provinciale mi fece chiamare e mi disse…» Così ha inizio il Poema pedagogico. Nella conversazione di quel giorno con il direttore dell’Ufficio provinciale dell’Istruzione popolare Anton Semënovič Makarenko prese una decisione di incalcolabile importanza non solo per la sua vita personale, ma per la nascente pedagogia sovietica: accettò di andare in missione “in prima linea” sul fronte pedagogico, accettò di fondare e dirigere una colonia per la rieducazione di delinquenti minorenni. Ebbe così inizio quella straordinaria esperienza che il protagonista giustamente volle chiamare un poema pedagogico: anni e anni di sforzi e di sacrifici, di creazione nel lavoro pratico e nell’approfondimento teorico, che il lettore seguirà – ne siamo certi – con tesa attenzione dal primo all’ultimo giorno. E, giunto alla fìne, desidererà sapere qualcosa di più sull’eroe del poema, vorrà conoscere gli inizi e gli sviluppi della sua intensa attività creatrice, della quale la Colonia Gor’kij è pur sempre un momento, anche se forse il più appassionante, e certo quello decisivo: il punto di svolta di una vita. Chi era il giovane maestro che, in quel giorno di settembre del 1920, accettò quasi senza esitazione il difficilissimo compito che gli veniva proposto? Anton Makarenko aveva allora trentadue anni. Era nato il 1° marzo 1888 a Bielopol, centro operaio nella provincia di Kharkov, in Ucraina. Suo padre, Sëmen Grigor’evič, lavorava come capo verniciatore nelle officine ferroviarie di Bielopol. Sua madre, Tatiana Mikhailovna, era anch’essa una semplice donna del popolo. Padre e madre avevano dovuto lavorare sin dall’infanzia e non erano andati al di là delle prime classi elementari. […]
«Che i genitori siano esigenti verso se stessi, che abbiano rispetto per la famiglia, che si controllino a ogni passo, ecco il primo e principale metodo di educazione!», egli ha certamente davanti agli occhi la figura di suo padre e quella di sua madre, l’ordine e la nettezza della modesta casa operaia della sua infanzia, “pulizia morale” della sua famiglia operaia.
dall’Introduzione di Lucio Lombardo Radice
Formato 17×24 cm., copertina con alette, 512 pagine.
Introduzione di Lucio Lombardo Radice.
Traduzione di Leonardo Laghezza.
Stampato con carta certificata FSC.
Pubblicato a giugno 2022.
INDICE
Introduzione Bibliografia
Parte prima
1. Una conversazione con il direttore dell’Ufficio Provinciale dell’Istruzione Popolare
2. Esordio inglorioso della colonia Gor’kij
3. Bisogni elementari
4. Un’operazione di carattere interno
5. Affari di importanza statale
6. La conquista del serbatoio
7. Uno più uno meno…
8. Carattere e cultura
9. “Ci sono ancora cavalieri in Ucraina”
10. I benemeriti dell’educazione sociale
11. Il trionfo della seminatrice
12. Bratcenko e il commissario distrettuale per l’alimentazione
13. Ossadcii
14. Il calamaio della pace
15. Il nostro è il più bello
16. Hafersuppe
17. La punizione di Sciarin
18. Ci “avviciniamo” ai contadini
19. Il giuoco dei pegni
20. A proposito di ciò che è vivo e di ciò che è morto
21. Vecchi scorbutici
22. Un’amputazione
23. Semi selezionati
24. Il tormento di Sёmen
25. Pedagogia del “comandante”
26. I mostri della seconda colonia
27. Come conquistammo la Gioventù comunista
28. Cominciano le fanfare
Parte seconda
1. Una brocca di latte
2. Otcenasc
3. Le dominanti
4. Il teatro
5. Educazione da kulak
6. Le frecce di Cupido
7. L’arrivo dei complementi
8. Il nono e il decimo reparto
9. Il quarto reparto misto
10. Matrimonio
11. Lirica
12. Autunno
13. Smorfie d’amore e di poesia
14. “Non guaire!”
15. Gente difficile
16. Zaporogie
17. Come si deve contare
18. Esplorazione di guerra
Parte terza
1. I chiodi
2. Il reparto misto d’avanguardia
3. Vitaccia
4. “Tutto va bene”
5. Idillio
6. Cinque giorni
7. Il trecentosettantatré bis
8. Gopak
9. Trasfigurazione
10. Alle pendici dell’Olimpo
11. Il primo covone
12. La vita continua
13. “Aiutate il ragazzo!”
14. Ricompense
15. Epilogo
Anton Semenovič Makarenko
Biografia di Anton Semenovič Makarenko (1888 – 1939) fu uno dei fondatori della pedagogia sovietica, promosse idee e principi democratici nelle sue teorie educative e nella pratica. Elaborò la teoria dei collettivi autogestiti e introdusse il concetto di lavoro produttivo nel sistema educativo.
Anton Semenovič Makarenko -Pedagogista sovietico nato a Belopol′e, Char′kov, il 10 marzo 1888, morto a Mosca il 1° aprile 1939. Maestro elementare dal 1905, direttore didattico dal 1917; in contrasto con i pedagogisti del suo paese, ancora legati al sistema dell'”educazione libera”, il M. propugnò una “pedagogia della lotta”, cioè una forma di educazione autoritaria per la formazione dell’uomo sovietico. Quando gli fu affidata la direzione di quella che egli stesso più tardi denominò “Colonia di lavoro Gor′kij”, sorta nel 1920 presso Poltava, per la rieducazione dei bezprizornye, ragazzi che la guerra e la rivoluzione avevano abbandonato “senza tutela”, i sistemi estremamente rigidi usati dal M. gli procurarono molte critiche e avversioni, cosicché, nonostante i buoni risultati ottenuti e gli elogi di M. Gor′kij, il M. nel 1928 fu allontanato dalla “Colonia Gor′kij”. Tuttavia il M. fu successivamente chiamato a dirigere la “Comune Feliks Dzeržinskij”, in un sobborgo di Char′kov.
Trattando della sua esperienza alla “Colonia Gor′kij”, in Pedagogičeskaja poema (“Poema pedagogico”, in 3 parti, 1933-35; trad. ital., Roma 1952), l’opera sua maggiore, il M. sostiene che la rieducazione dei ragazzi traviati è possibile attraverso un ricondizionamento capace di immetterli in un’autentica e impegnativa esperienza sociale. Questa si può realizzare, secondo il M., con la costituzione di una comunità di ragazzi, nella quale essi, attendendo con rigida disciplina, spirito di emulazione personale e di squadra, a un lavoro produttivo e salariato, fonte del materiale sostentamento della comunità, ritraggano il senso e il valore del “collettivo”. Negli ultimi anni di vita del M., avendo il sistema dell'”educazione libera” perso totalmente credito presso le autorità scolastiche sovietiche, i principî makarenkiani vennero adottati ufficialmente.
Altre opere notevoli del M. sono: Marš tridcatogo goda (“La marcia dell’anno ’30”, 1932; trad. ital., Roma 1960); Kniga dlja roditelej (“Il libro per i genitori”, 1937); Lekcii o vospitanii detej (“Lezioni sull’educazione dei figli”, 1937; trad. ital., col titolo di Consigli ai genitori, Roma 1950), chiarimento del suo concetto di autorità in educazione; Flagi na bašnjach (“Bandiere sulle torri”, 1938; trad. ital. 2 voll., Roma 1955), che tratta delle sue esperienze nel campo dell’educazione dei ragazzi normali in una società socialista; Problema škol′nago sovetskogo vospitanija (“Pedagogia scolastica sovietica”; trad. ital., Roma 1960), compendio di lezioni tenute dal M. nel 1938, intese a combattere le concezioni e i metodi individualistici nell’educazione, a favore dell’educazione comunitaria. Le opere del M. sono state raccolte in 7 voll., Mosca 1950-52.
Bibl.: A. Kaminski, La pedagogia sovietica e l’opera di A. M., Roma 1952; I. Lezine, A. S. M., pédagogue soviétique, Parigi 1954; D. Bertoni Jovine, La pedagogia di M., in Belfagor, 1955, n. 4, pp. 405-47; P. Braido, A. S. M., Brescia 1959; F. Lilge, A. S. M. e la società sovietica, in I problemi della pedagogia, 1959, nn. 2-3, pp. 587-600, n. 4, pp. 748-888.
Il reste encore demain: le film phénomène de Paola Cortellesi
A découvrir dans les salles françaises à partir du 13 mars. “Il reste encore demain” (C’è ancora domani), tourné entièrement en noir et blanc à l’instar des films neoréalistes, a créé la surprise au box-office italien avec déjà plus de cinq millions d’entrées depuis sa sortie en octobre dernier. Cette comédie, premier long métrage de Paola Cortellesi en tant que réalisatrice, a conquis le cœur d’une grande partie de son pays et suscité l’intérêt de nombreux distributeurs internationaux.
Il reste encore demain: le film phénomène de Paola Cortellesi
Celle qui a débuté sa carrière au théâtre dans les années 1990 avant de se faire connaître à la télé interprète ici le rôle principal de son propre film: une mère de famille pauvre déterminée à mener une vie plus heureuse et plus libre malgré les violences, les vexations de son mari (Valerio Mastrandrea) et celles, plus insidieuses, d’une société patriarcale.
Le film, un tableau représentatif de la société romaine de l’époque, est aussi une histoire d’entraide entre deux générations de femmes, celle de Delia et de sa fille Marcella, qu’elle sauve in extremis d’un destin comparable au sien. Nous sommes à Rome libérée depuis peu, en 1946, dans le quartier populaire du Testaccio (d’où l’usage dans les dialogues du dialecte romain – Dieu merci sous-titré en français!), des Américains patrouillent encore la ville et la situation économique est celle misérable de l’après-guerre. C’est aussi l’année où les Italiens – et les femmes pour la première fois – votent pour instituer la République.
Paola Cortellesi
Paola Cortellesi a dit en substance dans des interviews avoir voulu raconter avec la volonté d’en sourire la vie de ces femmes que personne n’a jamais célébrées, nos grands-mères, nos mères, considérées comme des nullités, celles qui recevaient une gifle de leur mari et ensuite, comme Cendrillon, retournaient à leurs travaux domestiques ou à leurs petits boulots mal rémunérés; une histoire de subordination à l’homme qui se comporte en propriétaire de la femme.
Bien que les conditions sociales et économiques de l’Italie d’aujourd’hui soient très différentes de celles de l’après-guerre, ce thème, toujours sensible, est impossible à reléguer dans un lointain passé. Le succès du film est la preuve que le message d’émancipation et surtout d’espoir de la réalisatrice est arrivé là où elle le souhaitait. Sa comédie, qui oscille habilement entre engagement et divertissement, a touché un large public, devenant un vrai événement politique et suscitant de larges débats.
Nous nous réjouissons de le découvrir avec vous. Il sera intéressant de voir quel accueil le public français lui réservera et de mieux comprendre les différentes clés de l’engouement populaire qu’il suscite. N’hésitez pas à donner votre point de vue en fond de page et désolée de n’avoir pas réussi à organiser un jeu-concours.
Nous recevons, et elle tombe à pic, la critique qu’a écrite pour Altritaliani notre fidèle collaborateur « cinéma » Armando Lostaglio, fondateur du Cinéclub Vittorio de Sica – Cinit de Rionero, en Basilicata. Merci à lui! A lire en italien ICI
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Synopsis officiel et bande-annonce sous-titrée en français :
IL RESTE ENCORE DEMAIN | C’E ANCORA DOMANI
Italie, N&B, 2023, 1h58
Mariée à Ivano, Delia, mère de trois enfants, vit à Rome dans la seconde moitié des années 40. La ville est alors partagée entre l’espoir né de la Libération et les difficultés matérielles engendrées par la guerre qui vient à peine de s’achever. Face à son mari autoritaire et violent, Delia ne trouve du réconfort qu’auprès de son amie Marisa avec qui elle partage des moments de légèreté et des confidences intimes. Leur routine morose prend fin au printemps, lorsque toute la famille en émoi s’apprête à célébrer les fiançailles imminentes de leur fille aînée, Marcella. Mais l’arrivée d’une lettre mystérieuse va tout bouleverser et pousser Delia à trouver le courage d’imaginer un avenir meilleur, et pas seulement pour elle-même.
Roma-La mostra di Osvaldo Tiberti,” segnali, dipinti e grafica”all’ ArtSharing –
Osvaldo Tiberti,” segnali, dipinti e grafica”
Roma- La mostra “Segnali, dipinti e grafica”di Osvaldo Tiberti nasce da una sfida tra l’artista e la curatrice.Osvaldo Tiberti lavora utilizzando gli elementi grafici come base per un lavoro stratificato e sempre molto materico, che tende verso la forma scultorea anche quando è compressa nelle due superfici. Le opere in mostra sono nate nel corso di anni, in particolare a partire dalla pandemia e fino a momenti recentissimi, anche umanamente complessi: sono state scelte tra decine di altre dalla curatrice costruendo assieme all’artista il diario visivo di un momento di transizione e di maturità. Nella dichiarata intenzione di andare a togliere (less is more!) la curatrice ha deciso di non esporre le imponenti sculture – ben note al pubblico – per proporre un lato più privato e meno noto scegliendo quelle opere che hanno in comune fra loro la parola, i grafemi, i logogrammi e quei segni grafici che, più o meno nascosti all’interno delle opere, ne offrono una chiave di lettura. Un lavoro quindi sul linguaggio scritto e parlato che però diventa destabilizzante, perde il proprio senso comune e ne individua altri, inducendo a una riflessione sulla comunicazione.
Ma è anche un lavoro sulla musica: in mostra ogni opera avrà un collegamento virtuale con un brano scelto dall’artista, che si potrà ascoltare più che come una colonna sonora, come il suono emanato da ogni singola opera.
Quella proposta dalla curatrice è una visione inedita del lavoro dell’artista, quasi un’indagine su ciò che sta dietro le opere, sul pensiero e l’azione che le generano, riportandolo affettuosamente alle origini per girare pagina.
Osvaldo Tiberti,” segnali, dipinti e grafica”
OSVALDO TIBERTI –BIO
Tivoli 1978, dopo la formazione artistica dal 2000 è entrato a far parte del raggruppamento di artisti indipendenti, processo collettivo di ricerca denominato Com.plot S.Y.S.tem, che nella pluralità dei linguaggi rivolge una particolare attenzione alla relazione tra arte e architettura. Nel 2009 con il gruppo “Arte Architettura Territorio”. svolge ricerche tra arte visiva e social network in differenti contesti (didattici, urbani, nella natura), partecipando con l’opera “Salomè a Skopje” selezionata prima classificata per la sezione Arti Visive Roma alla Biennale dei Giovani Artisti d’Europa e del Mediterraneo / Biennale di Skopje 2009. Espone a partire dal 2008 sia nell’ambito dell’oreficeria contemporanea, sia nell’ambito più strettamente artistico, sia in Italia sia in ambito internazionale, partecipando a più riprese alla Biennale di Architettura di Venezia con il gruppo com.plot S.Y.S.team.
INFO PRATICHE:
Osvaldo Tiberti | Segnali. Dipinti e grafica
1-22 marzo 2025
A cura di Penelope Filacchione
Art Sharing Roma
Via Giulio Tarra 64 – 00151
Opening 1° marzo ore 17-21
Orari mostra: da martedì a sabato ore 17-20. Altri orari su appuntamento.
Portare le cuffie del proprio smartphone per ascoltare i brani collegati alle opere.
Catalogo in mostra.
Biografia di Tiberti Osvaldo Nato a Tivoli (1978) e diplomato presso l’Istituto Statale d’Arte di Tivoli in Design del gioiello e dei metalli. Successivamente ha concluso gli studi presso l’Accademia delle Belle Arti di Roma, sezione Decorazione (2001); la Specialistica di II livello, presso l’Accademia delle Belle Arti dell’Aquila nella Scuola di Scultura (2005) e infine la Specializzazione di II livello Abilitante all’insegnamento presso l’Accademia delle Belle Arti dell’Aquila (2008). In seguito ha conseguito diversi diplomi di perfezionamento post lauream e corsi di formazione.
L’aver operato in diversi campi artistici, dall’oreficeria alla scultura, dalla pittura all’incisione calcografica, dal design alla fotografia, dal mosaico alla ceramica, gli ha consentito di acquisire particolare versatilità nell’insegnamento e di ottenere una completa consapevolezza del personale patrimonio ideativo e comunicativo.
Dal 2008 è docente del Corso di Oreficeria e Incastonatura, presso la Scuola Arti Ornamentali, delle Scuole d’Arte e Mestieri del Comune di Roma e di Arte e Immagine presso la Scuola Secondaria di Primo Grado.
Dal 2000 fa parte del raggruppamento di artisti indipendenti, processo collettivo di ricerca denominato Com.plot S.Y.S.tem, www.complotsystem.org, con partecipazioni, tra le altre, alla X e XI Biennale di Venezia di Architettura.
Medaglia d’oro nella sezione Concorso Giovani per la progettazione e realizzazione di un anello, in “Desideri Preziosi – 2001 Odissea nel…Gioiello”; progetto e realizzazione del “Trofeo-Scultura per Desideri Preziosi 2002” opera per la “madrina” dell’evento la stilista Laura Biagiotti; selezionato al Concorso Internazionale per una Medaglia Commemorativa, “Memorie di Adriano nella Roma di Yourcenar” Sala della Promoteca del Comune di Roma (2003); selezionato al VII Concorso Internazionale, “Glassdressing”, Design Trieste Contemporanea, progettazione e realizzazione dell’opera “gioiello Costruito di vetro” (2006); primo Classificato per Arti visive Roma, con l’opera “Salomè a Skopje” Gruppo Arte Architettura Territorio alla Biennale dei Giovani Artisti d’Europa e del Mediterraneo / Biennale di Skopje 2009.
Dal 2001 ad oggi ha partecipato a numerose esposizioni nazionali ed interazionali nella pluralità dei linguaggi espressivi con opere di scultura, pittura, oreficeria, ed altro.
Osvaldo Tiberti,” segnali, dipinti e grafica”
Presentazioni/Esposizioni
2023 “La Torre di Carta I – Dosi d’Arte” perforormance di Osvaldo Tiberti 30 settembre 2023 parco di Via Giulio Tarra – 00151 Roma – finissage “Friends”.
2023 “FRIENDS” – Cinque anni di ArtSharing. A cura di Penelope Filacchione 13-30 settembre 2023 Via Giulio Tarra 64 – 00151 Roma
2023 “No War Zone – Line Amiche” , Mostra di Oreficeria e Scultura con gli allievi del Corso di oreficeria B – a cura di Osvaldo Tiberti e Penelope Filacchione con la collaborazione di Lucia Forte, Corso Moda, dal 15 al 21 giugno – Scuola Arti Ornamentali, Via di San Giacomo 11 Roma
2023 “Piombo e Oro” – Tiberti Osvaldo Biennale Sessions, La Biennale di Venezia , presso il Parco Bissuola di Mestre (VE), curato da Escuela Moderna/Foriposto Mestre e Marche Arte Viva, 20- 21 Maggio 2023
2023 “PROPRIETÀ EMERGENTI” Monica Gardellini e Osvaldo Tiberti a cura di Penelope Filacchione Roma, via Giulio Tarra 64 – 00151 Roma Sabato 4 marzo – Sabato 18 marzo 2023.
2022 RJW -Roma Jewelry Week “Oreficeria e Arte” 11-15 ottobre 2022 Atelier Paola Casalino – Vicolo dell’Atleta 5 Roma
2022 RAW Rome Arte Week 2022 Mostra “Parole liquide” di Osvaldo Tiberti, Lunedì 24 ottobre 2022 ore 14:00-20:00 Presso il Giardino Segreto Gallery, Roma Via Gregorio XI, 122 – 00166 A cura di Ilaria Di Giustili e Osvaldo Tiberti Testo di Osvaldo Tiberti
2022 – “Fiori”, a cura di Ilaria Di Giustili, testo critico Penelope Filacchione, Giardino Segreto Gallery Roma, Via Gregorio XI 122, Roma, 23 settembre 2022.
2022 – “Cura di Sé e Cura dell’Altro: Mail Art Project”, Fondazione Pistoletto – Cittadellarte Via Serralunga, 27, 13900 Biella (BI) 22 aprile al 22 maggio 2022
2021 – VOICE OVER EXHIBITIONS – Escuela Moderna/Ateneo Libertario con Voice Over – Sala D’Armi A Arsenale Biennale Sessions – Biennale di Venezia Architettura 2021 Sabato 23 Ottobre.
Osvaldo Tiberti,” segnali, dipinti e grafica”
2021 – Speciale Rome Art Week 2021: Oúsía – forma, segno, carattere – * dedicata a Mimmo Lucano, per la bellezza delle sue idee oltre i limiti della forma imposta. Dal 24 Ottobre al 31 ottobre 2021. ArtSharing lab&gallery di via Giulio Tarra 64, Roma.
2021 – Flags of the web – guggenheim.org – “Red Moon al Levar del Sole 2021 – Costruttivo Decosrtuttivo Rosso 2021” – “Dripping A Z Symbols 2021 – found it”2020 – 20×20 per natale regala arte! – ArtSharing lab&gallery di via Giulio Tarra 64, Roma. https://artsharingroma.wixsite.com/20×20/copia-di-studio-marbe 2020 – Feel Hearth Green Festival Emotions – Orto Botanico di Roma Progetto Feel (H)eart(h) Green Festival Emotion – Feel Hearth2020 – RIF – MUSEO DELLE PERIFERIE – Opere/Manifesti https://www.museodelleperiferie.it/articolo/manifesto-osvaldo-tiberti-1 https://www.museodelleperiferie.it/articolo/manifesto-osvaldo-tiberti2020 – (r)esistiamo – web exhibition, https://artsharingroma.wixsite.com/website, a cura di Penelope Filacchione. ArtSharing lab&gallery di via Giulio Tarra 64, Roma. Dal 12/4/2020 al 10/09/2020 Sculture serie “Attese40ena”2019 – “Mondi immaginari ed altre storie” IV edizione Natale in Arte, a cura di Penelope Filacchione. ArtSharing lab&gallery di via Giulio Tarra 64, Roma. Dal 30/11/2019 al 5/1/2020. Dipinti “City”, gioielli serie “Grattacieli”, stampe calcografiche.2019 DE CHIRICO: ETERNO CONTEMPORANEO. L’oreficeria a confronto con la Metafisica. ALLIEVI E MAESTRI DEL CORSO ORAFO. COORDINATRICE ARCH. GIOVANNA BENINCASA – A cura di Penelope Filacchione, Luigi Armando Gemmo, Maria Paola Ranfi, Osvaldo Tiberti.2016 Esposizione permanente nella Cattedrale di Breslavia – “La Polonia in Italia: suggestioni delle presenze polacche in Italia” a cura di Antonio Grassi e Stefania Severi. Collezione della Biblioteca dell’Arcidiocesi di Breslavia. 2014 ExPolis 2014 – LA FORMA DELLA RELAZIONE – corpi/idee/poteri a cura di Paolo Martore. Museo Tuscolano, ex Scuderie Aldobrandini dal 10 al 25 maggio 2014. 2011 Festival ExPolis 2011, Le Città fuori dalla città, dal 28 Aprile al 29 Maggio 2011. Direzione artistica Marco Maria Linzi e Massimo Mazzone, ideato da Teatro della Contraddizione, realizzato in collaborazione con Scimmie Nude, BabyGang, Teatro la Madrugada. 2011 “ITALIAN HISTORY X”, dal 30 Aprile al 4 Maggio, a cura di Marco Trulli Evento organizzato da Arci Viterbo all’interno di RESIST VII edizione e del progetto Ex polis. 2011 Opere in esposizione al Centro Culturale “Elsa Morante”, Roma, per la mostra “Synthesim”, dal 15/04/2011 al 15/05/2011: dipinto, “PARALLELEPIPEDO – CASA DEL PITTORE”; fotografie, “SALOMÈ A SKOPJE”; scultura, “SE77E PORTE”. 2010 “Festa delle Giovani Eccellenze di Roma – Giovani Artisti a Roma” (14 – 22 febbraio) Opera pittorica e fotografica, Gruppo Arte Architettura Territorio (O. Tiberti – L. Cazzaniga). Museo Pietro Canonica – Villa Borghese – Roma. 2009 “Arti & Mestieri Expo: Rassegna dell’Artigianato e dell’Enogastronomia”(16 – 20 dicembre) gioielli /sculture, stand Scuole Arti e Mestieri del Comune di Roma Nuova Fiera di Roma, Roma. 2009 “Pubblic Invasion – Derives in Skopje 2009” opera scultorea/pittorica “Museo Armato” workshop a cura di Marco Trulli, ARCI Viterbo e associazione Spatrimonio , Cantieri d’Atre. Skopje, Macedonia. http://www.bjcem.org/wp-content/uploads/2015/09/XIV001.pdf 2009 “Glasstouch” (17 aprile/14 giugno) mostra/concorso e visione del film con i gioielli di vetro “Glassdressing” 2006 Palazzo Agostinielli (Bassano del Grappa). 2009 Rassegna “Transiti / Confini Contemporanei“: “… ancora Senza Titolo: installazione + vita vera” (31 gennaio), – “Gruppo Arte Architettura Territorio” (L. Cazzaniga, O. Tiberti) Teatro della Contraddizione (Milano). 2008 “Arte e Oro” (1 – 31 maggio) mostra personale di gioielli-sculture-dipinti-foto Galleria Comunale d’Arte Contemporanea (Arezzo). 2008 XI Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia: “Arquetipos, Imaginario y Mitos” (1 novembre) performance collettiva, a cura di com.plot S.Y.S.team/GLAC/Teatro della Contraddizione, Padiglione Carlo Scarpa della Repubblica Bolivariana del Venezuela (direttore prof. Arch. Juan Pedro Posani).2006 Partecipazione alla Biennale di Venezia. Com.plot SYStem, “Altre visioni”, Padiglione Venezuela, direttore J. P. Posani, X Biennale di Architettura, Venezia2006, direttore R. Burdett. Rassegna video: Una proiezione si è tenuta il 12 Ottobre 2006 al Bookshop dell’Arsenale, in collaborazione con la DARC e con Il Padiglione Italiano. Dal giorno 11 Ottobre 2006 e fino alla chiusura della Biennale, la mostra è stata ospite del Padiglione Carlo Scarpa della Repubblica Bolivariana del Venezuela.2006 “Glassdressing” (21 ottobre/20 novembre), opera “gioiello Costruito di vetro”. Museo Revoltella, Trieste. 2006 “Glassdressing” (9 settembre/9 ottobre) opera “gioiello Costruito di vetro”. Museo del Settecento Veneziano, Ca’ Rezzonico, Venezia.2006 Esposizione scultura “Parco Costruito” in “Fuorimisura – arteacieloaperto” (16 luglio/29 ottobre), Contemporary Art Exhibition. “La Casella” antico feudo di campagna, Ficulle, Terni.
Osvaldo Tiberti,” segnali, dipinti e grafica”
2005 Esposizione dipinto e scultura-gioiello “Com.polot Jewel” (3gennaio/18febbraio) Riccioli Café, Roma. 2005 Esposizione scultura “Parco Costruito” (22maggio/30giugno) “hall P. Portoghesi”, Accademia delle Belle Arti di L’Aquila. 2004 Partecipazione alla festa-evento, con l’esposizione della scultura-medaglia “Memorie di Adriano nella Roma di Yourcenar” (7-11 maggio). Accademia di Belle Arti Temple University of Art di Roma. 2003 Installazione “Complot City” (Settembre/Ottobre), Complot S.Y.S.tem al Fass Gallery-Sabanci University-Tuzla (Turchia).2003 Installazione “Complot City” (3 – 10 agosto) al Museo dell’Architettura, Acquario Romano con il gruppo Com.plot S.Y.S.tem. 2003 Partecipazione con il gruppo Com.plot S.Y.S.tem alla mostra “Complot City” (2 – 11 luglio) alla Torre Valadier, Roma.2001 “Daegu-Milano Fine Arts Exhibition” (settembre), terza mostra d’arte tra Daegu e Milano; Daegu, Corea del Sud.
Esperienze artistiche2014-2016 Collaborazione Scultura “Slancio” per Aeroporto Marco Polo Tessera Venezia, autori G. Tringali e M. Mazzone, acciaio cor-ten A h. 9 metri, cliente SAVE Aeroporti Venezia.Realizzazione dei modelli in scala e dell’opera definitiva. https://www.artribune.com/tribnews/2014/09/arte-pubblica-allaeroporto-marco-polo-di-venezia-in-anteprima-su-artribune-le-immagini-del-progetto-vincitore-degli-scultori-giacomo-tringali-e-massimo-mazzone/ 2005 Collaborazione, con lo studio di architettura “Plasticmachine” di Roma, per il progetto “ampliamento biblioteca umanistica” (clo architetti), (www.plasticmachine.it). Luglio 2004. Realizzazione scenografia del cortometraggio “Derido Ergo Sum” Avant-Garde per il progetto Education and Culture Youth. centro giovanile Logout, Tivoli, Roma. 2002 Modelli in acciaio e bronzo “Piazza Project” centro commerciale, Eindhoven, NL, Architetto Massimiliano Fuksas, colonne in acciaio h m 24 Scultore Massimo Mazzone. Mazzone S.r.l. pittori e scultori associati. 2001 Sculture per Sua Altezza Reale Prince Turki Bin Khaled abitazione privata in Jedda, Saudi Arabia Mazzone S.r.l. pittori e scultori associati. 2001 Dipinti per Beach Palace Jedda Kingdom of Saudi Arabia Mazzone S.r.l. pittori e scultori associati. 2000 Dipinti per l’Hotel Intercontinental Doha, Quatar Mazzone S.r.l. pittori e scultori associati. Esperienza professionali 2018 Workshop di Oreficeria nel progetto “Chantier A.R.A.B.E. Algeri Roma Argento e Bigiotteria nell’Euromediterraneo”, Scambio Culturale Italia-Algeria, 7-14 maggio 2018 presso la Scuola Arti Ornamentali delle Scuole Arti e Mestieri del Comune di Roma.2009 Collaborazione Tecnica con l’AREA S.r.l. Villa Adriana, Tivoli, Roma. per lo sviluppo e realizzazione di una macchina per l’ossidazione-colorazione del Titanio esposta nello stand “Luigi dal Trozzo” a “Vicenza Oro” (11-18/02) ed a “Oro Capital Roma” (14-17/03). “Altre esperienze professionali” Dal 2004 al 2009 Collaborazioni presso laboratorio di oreficeria e incastonatura GP Gioielli Altre esperienze professionali” Dal 2006 al 2008 Collaborazioni presso gioielleria R. Ulpiani orologi e gioielliTivoli, Roma. Altre esperienze professionali”Gennaio 2006. Collaborazione presso il laboratorio orafo J’Dor Colonna, Roma. Altre esperienze professionali”Dal 2002 al 2006 Collaborazioni presso gioielleria Euro Gold di P. Viteri Tivoli, Roma.Dal 1998 al 2001 Collaborazioni presso gioielleria Arte Orafa Villa Adriana, Tivoli, Roma.1999 Allestimento, progettazione e realizzazione espositori in bronzo del Museo Tuscolano Frascati, Roma. Architetto Massimiliano Fuksas Mazzone S.r.l. pittori e scultori associati. 1999 Progettazione e realizzazione elementi in fusione in metalli e pietre preziose, per i vetri soffiati Mazzone per la VAE, Empoli. Mazzone S.r.l. pittori e scultori associati Riconoscimenti, premi e concorsi 2009 Primo Classificato per Arti visive Roma, con l’opera “Salomè a Skopje” Gruppo Arte Architettura Territorio (L. Cazzaniga, O. Tiberti). Biennale dei Giovani Artisti d’Europa e del Mediterraneo / Biennale di Skopje 2009 – 3/12 settembre. http://www.bjcem.org/wp-content/uploads/2015/09/XIV001.pdf2009 Tra i 5 selezionati al Concorso “Il Viaggiatore Lento 2009”, Ferrara, con l’opera “Bicicletta moderna a vento” Gruppo Arte Architettura Territorio (L. Cazzaniga, O. Tiberti). In mostra permanente All’ interno della galleria del Centro Commerciale di Porta Ferrara. “Il viaggiatore lento”, un omaggio alla bicicletta per la nuova rotatoria di via Comacchio (cronacacomune.it) 2006 Inserito nell’Elenco di artisti professionisti per l’affidamento di incarichi di realizzazione di opere d’arte (pittura; scultura; opere ambientali, altro), a seguito di selezione ad opera del comune di Roma. 2006 Selezionato al VII Concorso Internazionale, “glassdressing”, Design Trieste Contemporanea, progettazione e realizzazione dell’opera “gioiello Costruito di vetro”. https://www.professionearchitetto.it/concorsi/notizie/4647.php 2003 Selezionato al Concorso Internazionale per una Medaglia Commemorativa, “Memorie di Adriano nella Roma di Yourcenar” Sala della Promoteca del Comune di Roma – 5 novembre 2003 2002 Selezionato al concorso “Immaginativa 10 x 10 x 10 & 10 secondi” – Premio Internazionale d’Arte, 2° edizione con l’opera “Costruttivo de costruttivo rosso, numero 29” (cm 10×10) Palazzo Comunale, Magazzini del Sale, Siena; 26 ottobre – 9 novembre. 2002 Vincitore del concorso per la progettazione e realizzazione del “Trofeo-Scultura per Desideri Preziosi 2002” opera donata alla stilista Laura Biagiotti. 2001 Premiato con medaglia d’oro nella sezione Concorso Giovani per la progettazione e realizzazione di un anello, in “Desideri Preziosi – 2001 Odissea nel…Gioiello” XI mostra di argentieri e orafi romani Sala del Tempio di Adriano, Piazza di Pietra, Roma 12/2001. 1996 Primo classificato al concorso interno all’Istituto Statale d’Arte di Tivoli nell’anno scolastico 1995-1996. Progettazione e realizzazione di un portachiavi-gioiello. 1993 Selezionato per l’esposizione interna di un gioiello classico all’Istituto Statale d’Arte di Tivoli nell’anno scolastico 1992-1993, in mostra permanente. Insegnamento Dal 2008 Docente di Arte e immagine A-01 nella scuola secondaria di I grado Scuola Secondaria di Primo Grado. Ministero dell’Istruzione.Dal 2008 Docente del Corso di Oreficeria e Incastonatura. Scuola Arti Ornamentali, Via S. Giacomo 11 Scuole d’Arte e Mestieri del Comune di Roma. Dal 2012 al 2016 Docente del Corso di Oreficeria. Convenzione stipulata tra Roma Capitale e Università LUISS Guido Carli Scuola Arti Ornamentali, Via S. Giacomo 11 Scuole d’Arte e Mestieri del Comune di Roma. Pubblicazioni 2021 Flags of the web – guggenheim.org https://netflag.guggenheim.org/html/netflag_grid.html https://netflag.guggenheim.org/html/netflag_grid.html2021 https://meetartale.blogspot.com/2021/03/osvaldo-tiberi-scultore-pittore-ed.html 2020 https://artsharingroma.wixsite.com/20×20/copia-di-studio-marbe https://www.feelhearth.it/fiori-in-metallo/ Progetto Feel (H)eart(h) Green Festival Emotion2014 M. M. Linzi, M. Mazzone, “Expolis – La Forma della Relazione”. Maggio 2014. https://expolis2014.wordpress.com/progetti-2/progetti/#jp-carousel-29 https://expolis2014.wordpress.com/progetti-2/progetti/2011 A.A.V.V., “Nicoletta Braga, Attualità del corpo nella performance – Una riflessione su corpo, natura e spazio urbano”. A cura di Com.plot S.Y.S.tem., Edizioni Stampa Alternativa/Nuovi Equilibri. Stampa Graffiti, Pavona (Roma).2010 A.A.V.V., “Drawing a New Memory” – Cantieri d’Arte. A cura di M. Benucci, M. Trulli, C. Zecchi. Gangemi Editore spa Roma – dicembre 2010. https://www.amazon.it/Darwing-new-memory-Cantieri-darte/dp/8849220170
Osvaldo Tiberti,” segnali, dipinti e grafica”
/ref=tmm_pap_swatch_0?_encoding=UTF8&qid=&sr= 2009 7Gates-Skopje Biennial 2009, Bjcem, AAVV, Electa, Verona. http://www.bjcem.org/wp-content/uploads/2015/09/XIV001.pdf 2008 Tesi del perfezionamento: Arte Architettura territorio, Alcune riflessioni sulla costruzione e sul rapporto tra scultura architettura e territorio, Stampa Alternativa, Roma. 2008 Cantieri d’Arte, la città dei biSogni, AAVV, Gangemi, Roma https://www.gangemieditore.com/dettaglio/la-citt%C3%A0-dei-bisogni/1284/2 2006 glassdressing, VII Concorso Internazionale Design Trieste Contemporanea, Edizioni Juliet Trieste. https://www.yumpu.com/it/document/read/15344740/glassdressing-trieste-contemporanea 2006 fuorimisura arteacieloaperto- ED_ARCHISERVICE. https://www.maremagnum.com/libri-antichi/fuorimisura-arteacieloaperto-ed_archiservice-2006/145689281 2006 Altre visioni: Libertà Politica e Territorio, X Biennale di Venezia, Architettura, Stampa Alternativa, Roma.2006 Cantieri d’Arte, ridisegnare i luoghi comuni, AAVV, Stampa Alternativa, Roma https://www.exibart.com/evento-arte/cantieri-darte-2006-ridisegnare-i-luoghi-comuni/2006 Alcune Architetture di Caivano V edizione – theatrum, teoria, lunGrabe, Il Laboratorio, Napoli.2004 I cavalieri del caos, di Renato Tomasino, L’Epos, Palermo. https://www.libroco.it/dl/Renato-Tomasino/Societa-Editrice-L-Epos/9788883022432/I-cavalieri-del-caos/cw74748177305297.html 2004 Allestimenti del museo Tuscolano, Giovanna Cappelli, Imprimatur Roma.2004 Com.Plot City- Meeting Point, Apeiron editori. https://www.apeironeditori.com/libri.php?lang=nl&lin=linall&disp=1&ID=2312&title=com-plot-city-Meeting-Point-Uno-sguardo-sorprendente-su-arte-e-architettura-AA-VV- 2003-2004 Work Out –powered by “Alias”de “Il Manifesto”. https://fliphtml5.com/rdvy/ptvh/basic 2003 Desideri Preziosi – “Adriano nelle Roma di Yourcenar” – XI Mostra di argentieri e orafi romani; Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura; CNA.2003 forum, la Biennale di Venezia: “Arti Visive – Quali sogni e quali conflitti?”2002 “Immaginativa premio internazionale d’arte 10x10x10 & 10 secondi” II edizione; Siena.2001 Desideri Preziosi – “il volto nel gioiello” – X Mostra di argentieri e orafi romani; Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura; CNA.2001 Daegu Milano -Fine Arts Exhbition2001 Desideri Preziosi – “2001 Odissea nel…Gioiello” – IX Mostra di argentieri e orafi romani; Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura; CNA. Conferenze Seminari 2020 “fare/fruire arte sul web” incontro web 15/05/2020 ore 18:00 incontro online con gli artisti, in (r)esistiamo – web exhibition, https://artsharingroma.wixsite.com/website, a cura di Penelope Filacchione. ArtSharing lab&gallery di via Giulio Tarra 64, Roma2009 “fare/fruire arte sul web” incontro web 15/05/2020 ore 18:00 incontro online con gli artisti, in (r)esistiamo – web exhibition, https://artsharingroma.wixsite.com/website, a cura di Penelope Filacchione. ArtSharing lab&gallery di via Giulio Tarra 64, Roma“La Forma Della Relazione, workshop di tecniche della scultura e grafica” (16 – 18 giugno), opera scultorea. Fabbrica del Vapore, Sala “Permes de sèjour” (Milano); con il patrocinio dell’Accademia di Belle Arti di Brera e del Direttore Gastone Mariani.2008 XI Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia. “Arte Architettura Territorio”: incontro dibattito, com.plot S.Y.S.team, Padiglione Italiano, Palazzo Querini Stampalia (1 novembre ), prof. Arch. Francesco Garofalo. Interventi di: Vito Bucciarelli, Eleonora Carrano, Francesco Cellini, Massimo Mazzone, Giorgio Muratore, Sebastian Redecke, Denardin Urbina.2005 Intervento di Com.plot S.Y.S.tem al convegno “L’Età Nomade” (23 – 24 marzo), con proiezione del film “Com.plot City” presso l’Università degli studi Roma Tre.2005 Presentazione del volume “Com.plot City – Meeting Point” e proiezione del film “Com.plot City”, e del video di Mauro Folci “Kadavergehorsam” (25 febbraio), alla Facoltà di Architettura, Valle Giulia di Roma.2004 Presentazione del volume “Com.plot City – Meeting Point” e proiezione del film “Com.plot City” (29 ottobre) alla Triennale di Milano.2004 Proiezione del film “Com.plot City” e rassegna video “Di chi è la città? “E il corpo mutato” (maggio 2004) all’Istituto italiano di Cultura ad Amsterdam.2003 “L´altra Roma – Immagini d´Europa” (ottobre), a cura del giornale europeo per studenti Work Out e del gruppo di artisti indipendenti Com.plot S.Y.S.tem, al Goethe – Institut – Roma, Mostra, proiezione video, dibattito. Interventi di: Alberto Abruzzese,Vito Bucciarelli, Massimo Casavola, Massimiliano Fuksas, Giorgio Muratore, Sebastian Redecke, Amedeo Schiattarella. Appartenenza a gruppi2009 Il gruppo “Arte Architettura Territorio” (Laura Cazzaniga; Osvaldo Tiberti) svolge ricerche tra arte visiva e social network in differenti contesti (didattici, urbani, nella natura).2000 Dal 2000 raggruppamento di artisti indipendenti, processo collettivo di ricerca denominato Com.plot S.Y.S.tem, www.complotsystem.org, che nella pluralità dei linguaggi rivolge una particolare attenzione alla relazione tra arte e architettura. Com.plot S.Y.S.tem ( N. Braga, E. Coletta, A. Conte, M. Mazzone, N. Pallavicini, O. Tiberti, et al) ha prodotto ragionamenti, pubblicazioni, seminari ecc. sull’allegoria dei sensi come metafora dell’abitare in senso lato, e una città immaginaria scala 1: 200, fatta di libri, cibi, profumi, film ecc. Istruzione e formazione 2017-2018 Corso di Formazione “Didattica per competenze, innovazione metodologica e competenze di base” – Rizzoli Education – Prof.ssa Rosa Nocerino, presso l’I.C. “E. De Filippo” di Villanova, Guidonia Montecelio. 2016-2017 Corso di Formazione sullo “Spettro dell’Autismo” – Prof.ssa Rita Centra, presso l’I.C. “G. Garibaldi” di Setteville, Guidonia Montecelio. 2016-2017 Corso di Formazione on-line “Dislessia Amica” – Associazione Italiana Dislessia, ente accreditato dal MIUR, D.M. 170/2016 2015-2016 Corso di Formazione “Docenti Neoassunti” presso l’I.C. “E. De Filippo” di Colleverde, Guidonia Montecelio. 2015-2016 Corso di Formazione di II Livello “Corso I Pad” – prof. Domizio Baldini presso l’I.C. “E. De Filippo” di Villanova, Guidonia Montecelio. 2014-2015 Corso di Formazione di I Livello “Corso I Pad” – prof. Domizio Baldini presso l’I.C. “E. De Filippo” di Villanova, Guidonia Montecelio. 2013-2014 Diploma di Perfezionamento in “L’insegnamento della Storia dell’Arte: metodologie e tecniche per la didattica” conseguito il 05/03/2014 Consorzio Interuniversitario FOR.COM. – Formazione per la Comunicazione. Perfezionamento post lauream,1500 ore, 60 CFU (crediti formativi universitari). 2012-2013 Diploma di Perfezionamento in “Educazione Artistica: elementi di didattica” conseguito il 20/05/2013 Consorzio Interuniversitario FOR.COM. – Formazione per la Comunicazione. Perfezionamento post lauream,1500 ore, 60 CFU (crediti formativi universitari). 2011-2012 Diploma di Perfezionamento post lauream in “Fotografia, Disegno e Grafica Pubblicitaria: Tecniche e strategie didattiche” conseguito il 23/04/2012 Consorzio Interuniversitario FOR.COM. – Formazione per la Comunicazione. Perfezionamento post lauream,1500 ore, 60 CFU (crediti formativi universitari). 2011 Corso di Formazione: “Corso Professionale Taglio di Gomme siliconiche Moderne, utilizzo per stampi di gioielleria” Marzo 2011. 2007-2008 Diploma di Perfezionamento in Arte, Architettura Territorio. Conseguito il 01/11/2008. con una tesi (pubblicata) dal titolo: “Alcune riflessioni sulla costruzione e sul rapporto tra scultura architettura e territorio”, Relatore prof. arch. Francesco Cellini. Preside della Facoltà di Architettura Roma Tre. Progetto Interfacoltà Accademia di Belle Arti di Brera, Milano, Facoltà di Beni Culturali Università della Tuscia Viterbo, Facoltà di Architettura Roma Tre, Facoltà di Architettura Valle Giulia, Roma. 2006-2008 Diploma di Specializzazione di II Livello abilitante all’insegnamento, per le classi di Educazione Artistica A028 e Disegno e Storia dell’Arte A025. Conseguito il 13/06/2008. con una tesi dal titolo: “Le tecniche dell’Incisione: dalle classiche alle sperimentali”, Relatore prof. Walter Battiloro, con votazione 60/60. Accademia di Belle Arti di L’Aquila Specializzazione COBASLID (corsi biennali di secondo livello ad indirizzo didattico) 2003-2005 Diploma di Specializzazione di II Livello, Accademia delle Belle Arti dell’Aquila Scuola di Scultura. Conseguito il 03/10/2005. con una tesi dal titolo: “Dell’Oreficeria Costruita: di congiunzione tra la scultura, l’oreficeria e l’architettura negli ultimi decenni” Relatore: prof. Antonio Quaranta, con votazione 110/110. Accademia di Belle Arti di L’Aquila Specializzazione di II Livello 1997-2001 Diploma all’Accademia delle Belle Arti di Roma sessione Decorazione (vecchio ordinamento). Conseguito il 18/07/2001. con una tesi dal titolo: “Appunti sul rapporto forma-dimensione-funzione tra scultura costruita e architettura negli anni ‘90” Relatore prof. Giorgio Cegna, con votazione 110/110 e lode. Accademia delle Belle Arti di Roma Equiparata Laurea di II livello. 1998 Corso didattico “Lineamenti di Storia delle tecniche – III L’acquaforte e le tecniche calcografiche indirette” Calcografia Nazionale (Ministero per i Beni Culturali e Ambientali – Istituto Nazionale per la Grafica). 1997 Corso didattico di Gemmologia. Conseguito il 04/03/1997. presso e con il patrocinio dell’Istituto Statale d’Arte di Tivoli. 1997-1997 Diploma di Maturità sessione di “Design del gioiello e dei metalli”. Conseguito il 1997; rilasciato il 15/09/1997. Istituto Statale d’Arte di Tivoli
Roma-Mostra “Giulio Turcato. Libertà e felicità” alla Galleria Lombardi-
Roma-Dal 1° al 29 marzo 2025 la Galleria Lombardi a Roma presenta nel trentennale della morte dell’artista la mostra Libertà e felicità dedicata a Giulio Turcato (Mantova, 1912 – Roma, 1995). Grande maestro dell’astrazione, faro della rinascita artistica del secondo dopoguerra, promotore di movimenti d’avanguardia, tra cui il Gruppo Forma e il Fronte Nuovo delle Arti, Giulio Turcato rimane tuttavia tra gli artisti italiani più inafferrabili della seconda metà del Novecento: personalità eccentrica, amato da tutti, poeta del segno e del colore, sperimentatore di linguaggi, trova, quale primarie qualità espressive, la libertà e la felicità. Libera e felice fu la sua pittura, e lo spirito con cui la intraprese.
Mostra Giulio Turcato. Libertà e felicità
Guglielmo Gigliotti, che scrive il saggio in catalogo, lo descrive così: “Un uomo indubbiamente originale. Un uomo libero. Non sopportava le etichette, non disdegnava la demistificazione, non sopportava chi si dava troppa importanza. L’autoironia fu una sua virtù umana, l’ironia ne fu una artistica. La sua pittura vibra segretamente di ironia, che è quel distacco con cui si affrontano le vicissitudini della vita. Libero di giocare si è sentito Turcato per tutta la vita, anche se era il gioco serio dell’arte e della vita”.
25 le opere riunite da Lorenzo ed Enrico Lombardi in una mostra che costituisce una piccola e preziosa antologica, in cui sono rappresentati tutti i cicli più importanti del pittore: dai rari «Comizi» del 1948 (sintesi astratto figurativi di impegno civile), ai «Reticoli» (ragnatele di linee su campo monocromo), agli «Itinerari» (guizzanti filamenti di luce-colore), alle «Superfici lunari» (gommapiume con crateri), ai «Paesaggi archeologici» (stratificazioni della pittura e di Roma), agli «Arcipelaghi» (danza di masse) e ai collage (di carta moneta).
Opera di Giulio Turcato:Comizio 1950
E sempre Gigliotti scrive: “La sua presenza fu così brillante, la sua pittura così fresca, il suo ingegno così fertile, e il suo carattere così felice, che di questi trent’anni sembra quasi non potersi sentire la portata. La sua pittura è la sua eredità viva. Basta guardare bene i quadri in mostra: palpitano e sorridono, tra limpidi chiarori e ombre misteriose, tra campiture vibranti e arabeschi casuali di linee saettanti, tra “superfici lunari” profonde come l’inconscio e geometrie quasi infantili”.
La mostra è accompagnata da un catalogo edito dalla Galleria Lombardi, con testo critico di Guglielmo Gigliotti e una testimonianza di Giancarlo Limoni(25 agosto 1947–9 febbraio 2025), artista e amico di Giulio Turcato. Il testo è stato scritto da Limoni un mese prima del suo decesso. La Galleria Lombardi lo ritiene il testamento poetico di un grande artista e un grande amico. Roma, gennaio 2025
Giulio Turcato
Breve biografia di Giulio Turcato (Mantova, 1912 – Roma, 1995)è uno dei più significativi pittori italiani del Novecento e tra i più interessanti interpreti dell’astrattismo europeo. Il suo lavoro è articolato e complesso: comprende intriganti risvolti figurativi e straordinarie sortite nell’ambito della scultura e della scenografìa. Una delle opere più affascinanti della sua produzione è rappresentata dalle Libertà, sette grandi sculture in ferro verniciato a vari colori timbrici, di circa nove metri di altezza ciascuna, che nel 1989 furono installate presso il lago di Piediluco, nel territorio della città di Terni. In occasione del loro restauro, conclusosi nel 2009, il Comune di Terni, in collaborazione con l’Archivio Giulio Turcato di Roma, vuole rendere omaggio all’artista con questo volume, ormai alla vigilia del centenario della sua nascita: vi emerge con forza il tema della libertà, configurandosi come valore estetico-formale e nello stesso tempo come fondamento della vita umana con tutte le sue passioni. “Libertà: evasione, desiderio lanciato verso il cielo. Una foresta che cresce” (Giulio Turcato, La Dogana, 1985).
SCHEDA INFORMATIVA
Mostra: Giulio Turcato. Libertà e felicità
Sede: Galleria Lombardi – via di Monte Giordano 40, 00186 Roma
Apertura al pubblico: 1° – 29 marzo 2025
Inaugurazione: sabato 1° marzo 2025, ore 18.00
Orari: dal martedì al sabato, ore 11.00 – 19.00. Chiuso domenica e lunedì
Ingresso libero
Informazioni: www.gallerialombardi.com | +39 06 31073928 | +39 333 2307817 | info@gallerialombardi.com
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Carlos Chávez,compositore e direttore d’orchestra messicano
Carlos Chávez, (nome completo Carlos Antonio de Padua Chávez y Ramírez) (Città del Messico, 13 giugno 1899 – Coyoacán, 2 agosto 1978), è stato un compositore e direttore d’orchestra messicano, teorico della musica, educatore, giornalista e fondatore e direttore dell’Orchestra Sinfonica Nazionale. Fu influenzato da culture messicane indigene. Delle sue sei sinfonie, la seconda, o Sinfonía india, che utilizza strumenti a percussione Yaqui nativi, è probabilmente la più popolare.
Carlos Chávez-è stato un compositore e direttore d’orchestra messicano, teorico della musica, educatore, giornalista e fondatore e direttore dell’Orchestra Sinfonica Nazionale.
Settimo figlio di una famiglia creola, Chávez nacque a Tacuba Avenue, Città del Messico, vicino al sobborgo di Popotla. Il nonno paterno, José María Chávez Alonso, fu governatore dello stato di Aguascalientes e fu giustiziato per ordine dell’imperatore Massimiliano nel 1864. Il padre, Augustín Chávez, aveva inventato un aratro che fu prodotto e utilizzato negli Stati Uniti, e morì quando Carlos aveva appena tre anni.
Prese le sue prime lezioni di pianoforte dal fratello Manuel che tuttavia lo affidò come allievo di Asunción Parra, Manuel Ponce e Pedro Luis Ozagón per il pianoforte, mentre più tardi Juan Fuentes fu il suo maestro per l’armonia, ma si considerò sempre autodidatta. La sua famiglia si recava spesso in vacanza a Tlaxcala, Michoacán, Guanajuato, Oaxaca e in altri luoghi in cui l’influenza culturale dei popoli indigeni messicani era ancora molto forte.
Nel 1916, Chávez e amici fondarono una rivista culturale, Gladios, e questo portò Chávez a unirsi allo staff del giornale di Città del Messico. El Universal nel 1924. Nei successivi 36 anni scrisse più di 500 articoli di questo giornale.
Dopo la rivoluzione messicana e l’insediamento del presidente Álvaro Obregón, Chávez diventò uno dei primi esponenti della musica nazionalista messicana con balletti su temi aztechi.
Nel mese di settembre 1922, Chávez sposò Otilia Ortiz e andarono in luna di miele in Europa, da ottobre 1922 ad aprile 1923, trascorsero due settimane a Vienna, cinque mesi a Berlino, e otto o dieci giorni a Parigi. Durante l’ultima visita conobbe Paul Dukas. Alcuni mesi dopo, nel dicembre 1923, Chávez visitò gli Stati Uniti per la prima volta, ritornando a marzo 1924. Chávez di nuovo andò a New York nel settembre 1926 e vi rimase fino al giugno del 1928. Al suo ritorno in Messico, Chávez divenne direttore dell’Orquesta Sinfónica Mexicana (Orchestra Sinfonica Messicana), in seguito ribattezzata Orquesta Sinfónica de México (Orchestra Sinfonica del Messico), prima orchestra stabile del paese, avviata dal sindacato dei musicisti. Chávez fu determinante nel portare l’orchestra in tour attraverso le aree rurali del Messico.
Nel 1928, Chávez fu nominato direttore del Conservatorio di Musica Nazionale del Messico, una posizione che tenne per sei anni. In tale veste, Chávez guidò i progetti per la raccolta della musica folk aborigena.
Nel 1937 Chávez pubblicò un libro, Verso una nuova musica, che è uno dei primi libri in cui un compositore parla di musica elettronica. Nel 1938 diresse una serie di concerti con la NBC Symphony Orchestra, durante l’assenza del direttore titolare dell’orchestra, Arturo Toscanini. Nel 1940 realizzò i concerti al Museum of Modern Art di New York e nel 1945 Chávez era arrivato ad essere considerato come il più importante compositore e direttore d’orchestra messicano.
Dal gennaio 1947 fino al 1952, Chávez fu direttore generale dell’Istituto Nazionale di Belle Arti. Nel suo primo anno, fonò l’Orchestra Sinfonica Nazionale, che soppiantò la vecchia OSM come orchestra primaria del Messico e portò allo scioglimento del complesso più vecchio. Per tutto questo tempo, Chávez mantenne un programma di tour internazionali molto impegnato.
Nel maggio 1953 fu incaricato da Lincoln Kirstein, direttore del centro di New York City di Musica e Dramma, di scrivere un’opera in tre atti su libretto di Chester Kallman basato su un racconto di Boccaccio, da intitolare The Tuscan Players. Destinato ad essere finito nel mese di agosto 1954 fu rinviato all’aprile 1955, ma fu finalmente completato solo nel 1956, quando il titolo era stato cambiato già due volte, prima in Pánfilo e Lauretta, poi in El amor propiciado. Il City Center rinunciò ai suoi diritti alla prima rappresentazione, che fu data con il titolo di Panfilo e Lauretta nel Brander Matthews Theatre alla Columbia University di New York il 9 maggio 1957, sotto la direzione di Howard Shanet. La regia era di Bill Butler, la scenografia di Herbert Senn e Helen Stagno, e i costumi di Sylvia Wintle. I principali cantanti erano Sylvia Stahlman, Frank Porretta, Craig Timberlake, Mary McMurray, Michael Kermoyan e Thomas Stewart. L’opera sarebbe stata modificata due volte ancora ed il titolo cambiato di nuovo in Los Visitantes (I visitatori), per le produzioni nel 1968 e nel 1973, rispettivamente a Città del Messico e Aptos, in California. Dal 1958 al 1959 fu il professor Charles Eliot Norton presso la Harvard University, e le conferenze pubbliche che diede furono pubblicate in un libro, Pensiero musicale.
Dal 1970 al 1973 Carlos Chávez fu direttore musicale del Festival di Musica Contemporanea Cabrillo. La sua composizione orchestrale Discovery (1969) era stata precedentemente commissionata dal Festival e fu eseguita lì per la prima volta.
La salute cagionevole e problemi di carattere economico costrinsero Chávez a vendere la sua casa nel quartiere Lomas de Chapultepec di Città del Messico e andare a vivere con la figlia Anita a Coyoacán, nelle frange della capitale messicana, dove morì tranquillamente il 2 agosto 1978.
I manoscritti e i documenti di Carlos Chávez si trovano nella Divisione Musica del New York Public Library for the Performing Arts e presso l’Archivio Nazionale del Messico, a Città del Messico.
Sebastião Salgado:“In GENESI, la mia macchina fotografica ha permesso alla natura di parlarmi. E io ho avuto il privilegio di ascoltare”
DESCRIZIONE-Fu per puro caso che, nel 1970, un Sebastião Salgado ancora ventiseienne prese in mano per la prima volta una macchina fotografica. Guardare nel mirino fu una rivelazione: la vita aveva improvvisamente acquistato senso. Da quel giorno – sebbene ci siano voluti anni di duro lavoro prima di accumulare l’esperienza sufficiente a guadagnarsi da vivere come fotografo – la macchina fotografica divenne il suo strumento per interagire con il mondo. Salgado, che ha “sempre preferito il chiaroscuro delle immagini in bianco e nero”, fece qualche sparuto tentativo a colori all’inizio della sua carriera, per poi rinunciarvi del tutto.
Cresciuto in una fattoria del Brasile, Sebastião Salgado ha sempre nutrito un profondo rispetto e amore per la natura ed è sempre stato particolarmente sensibile alle ripercussioni sugli esseri umani delle loro (spesso terribili) condizioni socio-economiche. Tra le numerosissime opere che Salgado ha realizzato nel corso della sua prestigiosa carriera, spiccano tre grandi progetti di lungo periodo: Workers (1993), che documenta le vite invisibili dei braccianti di tutto il mondo; Migrations (2000), un tributo alle migrazioni di massa causate da carestia, disastri naturali, degrado ambientale e pressione demografica; e questa nuova opera, GENESI, il risultato di un’epica spedizione durata otto anni alla riscoperta di montagne, deserti, oceani, animali e popolazioni finora sfuggiti all’impatto della società moderna: la terra e la vita di un pianeta ancora incontaminato. “Circa il 46% del Pianeta è ancora com’era al momento della creazione”, ci ricorda Salgado. “Dobbiamo salvaguardare ciò che esiste”. Il progetto GENESI, così come l’Instituto Terra dei Salgado, si propone di far conoscere la bellezza del nostro pianeta, porre rimedio ai danni causati dall’uomo e preservarlo per le generazioni future.
Sebastião Salgado. GENESI-
Nel corso di 30 viaggi – a piedi, in aereo da turismo, su navi d’altura, in canoa e persino in mongolfiera, affrontando temperature estreme e situazioni talvolta pericolose – Salgado ha realizzato una serie di scatti che ci mostrano la natura, gli animali e le popolazioni indigene in tutta la loro sconvolgente bellezza. Padroneggiando il bianco e nero con tale maestria da poter competere con il grande Ansel Adams, Salgado porta la fotografia monocromatica a una nuova dimensione, al punto che le variazioni tonali e i contrasti di luce e ombra nelle sue immagini richiamano alla memoria le opere di grandi maestri come Rembrandt o Georges de la Tour.
Sebastião Salgado. GENESI-
Cosa scopriamo tra le pagine di GENESI? Le specie animali e i vulcani delle Galápagos; i pinguini, i leoni marini, i cormorani e le balene dell’Antartide e dell’Atlantico meridionale; gli alligatori e i giaguari brasiliani; i leoni, i leopardi e gli elefanti africani; la tribù isolata degli Zo’é nel profondo della giungla amazzonica; il popolo preistorico dei Korowai nell’area occidentale della Papua Nuova Guinea; i Dinka, allevatori nomadi del Sudan del Sud; i Nenci, popolo nomade della Russia artica, con le loro mandrie di renne; le comunità Mentawai nella giungla dell’arcipelago a ovest di Sumatra; gli iceberg in Antartide; i vulcani dell’Africa centrale e della penisola della Kamčatka; il deserto del Sahara; il Rio Negro e il Juruá in Amazzonia; le gole del Grand Canyon; i ghiacciai in Alaska… e molto altro. Dopo aver dedicato tanto tempo, energia e passione alla realizzazione di questo progetto, Salgado definisce GENESI “la mia lettera d’amore al pianeta”.
Sebastião Salgado. GENESI-
A differenza dell’edizione limitata da collezione, concepita come un portfolio di grande formato che si snoda attraverso tutto il pianeta, questa edizione per il commercio presenta una selezione di fotografie distribuite in cinque capitoli in base a un criterio geografico: Sud del Pianeta, Aree protette, Africa, il grande Nord, Amazzonia e Pantanal. Ciascuno a suo modo, i due libri – entrambi curati e progettati da Lélia Wanick Salgado – rendono omaggio all’imponente e impareggiabile progetto GENESI di Salgado.
Alessandro Pizzin- Frank Zappa-Editori Riuniti Roma
Descrizione del libro di Alessandro Pizzin- Frank Zappa- Editori Riuniti-La monografia affronta in modo essenziale la vita artistica e le opere discografiche di Frank Zappa. Il libro analizza tutta la produzione discografica dell’artista, commentando brevemente ogni canzone, presenta un capitolo dedicato alle sue dichiarazioni, la discografia ufficiale e un’appendice che raccoglie i più importanti singoli, 12″ e audiocassette che tra il 1966 e il 1988 hanno costellato la produzione musicale di Frank Zappa.
Legends è una collana dedicata alle leggende della Musica Pop/Rock/Folk/Jazz/Blues.
Ogni monografia affronta in modo essenziale e rigoroso la vita, le opere discografiche e l’eredità artistica dei gruppi o dei singoli musicisti analizzati. Nel suo insieme, Legends diventa una vera e propria enciclopedia che sa trasformarsi in preziosa guida all’ascolto degli album più significativi di ciascun interprete così come in efficace promemoria dei suoi brani più celebri.
Editori Riuniti Roma
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Frank Zappa- Chitarrista e compositore rock (Baltimora 1940 – Hollywood 1993). Fondò nel 1964 il gruppo Mothers of Invention, che in pochi anni allargò trasformandolo in un ensemble elettroacustico. Negli anni Settanta, con formazioni diverse, e fino al 1984 (con una rentrée nel 1988), sviluppò fino alle estreme conseguenze il suo incontro di rock, teatralità e musica colta, per poi dedicarsi soprattutto alla composizione con l’uso di sofisticate tecnologie. Suoi lavori cameristici e sinfonici sono stati eseguiti e registrati da Z. Mehta, P. Boulez, K. Nagano e l’Ensemble Modern. È inoltre autore di varî musical, uno dei quali ebbe una versione cinematografica (200 Motels, 1971).
nelle incisioni , affreschi , dipinti e foto dal 1500 sino al 1900-
Ricerca e pubblicazione a cura Franco Leggeri per l’Associazione DEA SABINA
Ratto delle Sabine-Autore: Poussin Nicolas (1594-1665)
Descrizione: La stampa rappresenta il momento più drammatico del Ratto delle Sabine. La scena si svolge in un contesto urbano dove, sullo sfondo, fanno da quinta un tempio e diversi edifici cittadini ripresi nella classica prospettiva centrale. A sinistra, su di un piedistallo, davanti a due uomini togati, si trova Romolo, ripreso in una teatrale posa plastica, con la corona che gli cinge il capo e la mano sinistra elevata chiusa a pugno intorno a un lembo del suo mantello. È intento a impartire ordini mentre intorno a lui si concretizza la violenza, con uomini e donne che lottano e fuggono. Nella parte inferiore, al di sotto dell’immagine, si trova un’iscrizione in caratteri capitali e corsivi che funge da didascalia all’immagine stessa.
Notizie storico-critiche: La stampa di traduzione fa parte di una serie di incisioni che illustrano la storia delle origini di Roma sulla base delle fonti storiche di Plutarco (Vite Parallele, Vita di Romolo) e di Tito Livio (Storia di Roma dalla fondazione). In particolare lo storico latino Tito Livio, nato nel 59 a. C. e morto nel 17 d. C. a Padova, dedica tutta la sua vita alla stesura di un’unica colossale opera storiografica “Ab Urbe condita libri”, che inizia dopo il 27 a. C. e viene pubblicata in successione per gruppi di libri; l’ultimo volume esce dopo la morte di Augusto, avvenuta il 14 d.C. L’intenzione dell’autore era quella di coprire l’intera storia di Roma dalle origini fino all’età contemporanea, ma la narrazione si ferma con il libro CXLII, che giunge fino alla morte di Druso (9 a.C.). La data della fondazione di Roma è stata fissata dallo Storico Latino Varrone sulla base dei calcoli effettuati dall’astrologo Lucio Taruzio. Il soggetto della presente stampa è preso da un famoso dipinto di Poussin del 1637/ 1638, oggi conservato al Louvre, che il veneto Angelo Biasioli incide utilizzando la raffinata tecnica dell’acquatinta per restituire i passaggi tonali e chiaroscurali dell’animata scena mitica, nella quale la classicità è esaltata sia nelle architetture che nei costumi. Biasioli lavora soprattutto a Milano per diversi editori; questa tiratura, eseguita proprio a Milano dall’editore Luigi Valeriano Pozzi, è presumibilmente eseguita tra il 1820, quando i rami di buona parte della serie sono già stati tirati dall’editore romano Scudellari (1819), ed il 1824, quando la serie compare sul Giornale di Letteratura, Scienze ed Arti (tomo XXXIV, aprile maggio giugno 1824) come edite dal milanese Pozzi.
Collocazione
Provincia di Cremona
Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. di Crema
Compilazione: Casarin, Renata (2009)
Aggiornamento: Uva, Cristina (2012)-
Descrizione
Autore: Poussin Nicolas (1594-1665), inventore; Sala Vitale (1803-1835), disegnatore; Biasioli Angelo (1790-1830), incisore; Pozzi Luigi Valeriano (notizie 1800 ca.-1808), editore
Cronologia: post 1820 – ante 1824
Tipologia: disegno
Materia e tecnica: carta/ acquaforte; carta/ acquatinta
Misure: 565 mm x 480 mm (parte incisa); 66 cm x 58 cm (cornice)
Ratto delle Sabine-Autore: Conti Primo (1900-1988)-Studio per il ratto delle sabine
Descrizione
Identificazione: Studio per il ratto delle sabine
Autore: Conti, Primo (1900-1988)
Cronologia: 1924
Tipologia: disegno
Materia e tecnica: carta/ grafite
Misure: 279 mm x 212 mm
Descrizione: matita di grafite su carta
Notizie storico-critiche:A cavallo tra la fine degli anni Dieci e gli inizi del decennio successivo, nell’opera di Primo Conti si osserva una svolta poetica che condurrà la pittura dell’artista fiorentino lontano dall’aggressione futurista, per assorbire gradualmente, invece, un sintetismo formale di carattere purista, tipico della corrente novecentista, ma scevro da quella retorica compositiva per cui quest’ultima si contraddistingue. Tra le più grandi e articolate composizioni di figure del pittore, il “Ratto delle sabine”, presentato alla “III Esposizione Internazionale di Roma”, si concretizza per una fortissima novità espressiva lontana dagli archetipi novecenteschi. Il dipinto infatti è definito da Enrico Crispolti come un’opera “furiana”, nel quale “la “sospensione” malinconica, la sottile insinuazione di malaise psichico avviene smussando cromaticamente la nettezza del plasticismo purista, introducendo spiazzamenti asimmetrici, e ritmi di profili continuamente ondulati e curvilinei, ma mai in senso d’ispirazione geometrica” (E. Crispoldi, Primo Conti: catalogo retrospettivo per le mostre tenute in occasione dei sessanta anni di lavoro dell’artista, Firenze 1971). In alcune lettera indirizzate all’amico Pavolini, Conti racconta le vicende che hanno contrassegnato la realizzazione dell’opera. Il 29 ottobre 1924, fa sapere, “esporrò a Roma insieme al Trittico e a qualche ritratto, un Ratto delle Sabine del quale non possiedo altro che qualche disegno” e nuovamente allo stesso il 13 novembre scrive “stò ultimando i disegni per il Ratto delle Sabine”, e ancora annuncia la fine del lavoro con una lettera del 14 gennaio 1925 “fra qualche ora, forse, metterò l’ultima pennellata e la firma alle Sabine”, e la stessa sera conclude con una cartolina dicendo “Le Sabine vivono ormai di luce propria” (Calvesi, in Primo Conti 1911-1980, Firenze 1980). Tra i numerosi bozzetti preparatori di cui l’artista parla nelle lettere a Pavolini, due disegni firmati e datati “P. Conti / 1924” sono conservati presso la Fondazione dedicata al pittore a Fiesole, mentre un altro bozzetto, firmato e datato come i precedenti, è custodito presso le Raccolte Civiche del Gabinetto di Disegni del Castello Sforzesco dal 1932, dopo essere stato donato dall’autore stesso alle raccolte pubbliche milanesi. Il disegno raffigurante la parte sinistra del dipinto, così come l’opera a olio o i disegni della fondazione (i quali descrivono invece la parte destra e la parte centrale del quadro, attraverso linee più abbozzate e veloci e senza rifinitura o forti contrasti chiaroscurali) è contraddistinto da una composizione ottenuta mediante il serrato incastro volumetrico dei corpi che si affollano, contorcendosi attraverso un energico dinamismo, inedito fino a questo momento nelle opere del pittore. Confrontando il dipinto con il disegno in questione, si osservano piccole differenze nella raffigurazione dei personaggi e di alcuni particolari. Nel disegno è infatti assente la donna in secondo piano sulla destra tra le quatto figure o i due lembi di panneggio accanto alla donna accovacciato a terra. Ancora, nel disegno il piccolo omino in basso che sembra scappare in primo piano, nel dipinto diventa un carnefice ed è posto stavolta sullo sfondo. Il disegno milanese, probabilmente uno degli ultimi realizzati dall’artista, è caratterizzato da un fitto chiaroscuro eseguito con matita dura tramite linee oblique parallele, le quali invadono tutta la composizione risultando più marcate e fitte tra le giunture dei vari corpi che si accostano tra di loro.
Ratto delle Sabine-l’Affresco raffigura un episodio mitico delle origini di Roma
Descrizione
Ambito culturale: Ambito comasco
Cronologia: post 1615 – ante 1630
Tipologia: pertinenze decorative
Materia e tecnica: affresco finito a secco
Misure: 170 cm x 13 cm x 120 cm
Descrizione: L’affresco, realizzato sulla parete destra del salone, è presentato illusionisticamente come un quadro racchiuso in una cornice di legno e fissato alla parete. Raffigura un episodio mitico delle origini di Roma, il cosiddetto Ratto delle Sabine, ordinato da Romolo per supplire alla carenza di donne dei romani. L’anonimo pittore raffigura il rapimento delle mogli e delle figlie dei Sabini, un’antica popolazione del Lazio, messo in atto dai soldati romani che le avevano attirate con l’inganno nella loro città. Una particolarità dell’affresco è costituita dall’ambientazione della scena, che si svolge in una città di Roma trasfigurata dalla fantasia, dove il richiamo all’architettura antica, rappresentata dal tempio circolare a sinistra, più vicino alle architetture rinascimentali di Bramante che agli edifici classici, si affianca a una sfilata di edifici moderni, molto simili a quelli che si potevano vedere nella Como di primo Seicento. Anche il paesaggio d’acque,con barche cariche di merci, più che al fiume Tevere sembra ispirarsi a una veduta marina o, addirittura, al lago di Como su cui si affaccia la villa dei Gallio.
Notizie storico-critiche:L’affresco con il Ratto delle Sabine fa parte della decorazione del salone centrale di villa Gallia, edificata a partire dal 1614. Non conosciamo il nome dell’artista che eseguì questo affresco e la datazione esatta del suo intervento, che molto verosimilmente fu commissionato dall’abate Marco Gallio, cui si deve la costruzione dell’edificio. Come altre scene del salone, anche questa è un omaggio diretto alla storia di Roma, città in cui Marco Gallio aveva vissuto a lungo a fianco del potente zio cardinale Tolomeo, artefice della fortuna della famiglia.
Ratto delle Sabine-disegno probabilmente preparatorio per una scena teatrale-
seconda metà del XVII secolo
Descrizione
Ambito culturale: ambito veneto
Cronologia: ca. 1750 – ca. 1799
Tipologia: disegno
Materia e tecnica: carta/ matita/ penna/ inchiostro/ acquerellatura
Misure: 495 mm. x 397 mm.
Descrizione: Matita, penna, inchiostro nero, acquerello grigio, acquerelli colorati su carta bianca. Filigrana intera: forma di aquila stilizzata che regge due lance e, sotto, in lettere capitali, “LAF”.
Notizie storico-critiche:Il disegno, probabilmente preparatorio per una scena teatrale, non reca alcuna attribuzione: per il tratto leggero, frammentato e luminoso, per l’acquerellatura di delicata policromia, è probabilmente da assegnare ad un artista veneto, attivo nella seconda metà del XVII secolo.
Collezione: Collezione di disegni di Riccardo Lampugnani del Museo Poldi Pezzoli
Ratto delle Sabine-Autore: Ricchi Pietro detto Lucchese (attr.) (1606/ 1675)
Descrizione
Autore: Ricchi Pietro detto Lucchese (attr.) (1606/ 1675)
Cronologia: post 1600 – ante 1699
Tipologia: pittura
Materia e tecnica: olio su tela
Misure: 90,5 cm x 66,8 cm
Descrizione: In primo piano a destra un soldato afferra una giovane donna, mentre dietro di lui un altro sta già sollevando la preda; in secondo piano la scena è stipata di donne e soldati con insegne militari, picche, vessilli.
Collezione: Collezione dei dipinti dal XII al XVI secolo dei Civici Musei d’Arte e Storia di Brescia
Collocazione-Brescia (BS), Musei Civici di Arte e Storia. Pinacoteca Tosio Martinengo
Compilazione: Basta, C. (1991)
Aggiornamento: Giuffredi, L. (2003)
Ratto delle Sabine-Milano- Museo Martinitt e Stelline
Descrizione
Cronologia: post 1725 – ante 1775
Tipologia: pittura
Materia e tecnica: tela/ pittura a olio
Misure: 228 cm x 177 cm
Collocazione
Milano (MI), Museo Martinitt e Stelline
Compilazione: Amaglio, Silvia (2013)
Ratto delle Sabine-Cremona (CR), Museo Civico Ala Ponzone
Ratto delle Sabine
Descrizione
Ambito culturale: ambito neoclassico
Cronologia: ca. 1800 – ca. 1815
Tipologia: disegno
Materia e tecnica: matita nera su carta bianca
Misure: 288 mm x 204 mm
Collocazione
Cremona (CR), Museo Civico Ala Ponzone
Compilazione: Iato, V. (2001)
Aggiornamento: Bora, G. ()
Ratto delle Sabine-Autore: Pistrucci Filippo (sec. XIX), inventore / incisore-
Misure: 185 mm x 115 mm (parte incisa); 181 mm x 125 mm (parte figurata); 191 mm x 140 mm (Impronta)
Collocazione
Monza (MB), Musei Civici di Monza
Compilazione: Marchesi, Ilaria (2010)
Ratto delle Sabine-Autore: Aquila Pietro (1640/ 1692), incisore
Ratto delle Sabine
Descrizione
Autore: Aquila Pietro (1640/ 1692), incisore / disegnatore; Berrettini Pietro detto Pietro da Cortona (1596/ 1669), inventore
Cronologia: ca. 1670 – ante 1692
Oggetto: stampa smarginata
Soggetto: storia
Materia e tecnica: acquaforte
Misure: 613 mm x 418 mm (parte incisa)
Collezione: Fondo Calcografico Antico e Moderno della Fondazione Biblioteca Morcelli-Pinacoteca Repossi
Collocazione
Chiari (BS), Pinacoteca Repossi
Compilazione: Brambilla, Lia (2003); Scorsetti, Monica (2003)-
Ratto delle Sabine Autore: Biasioli Angelo (1790/ 1830)
Descrizione
Identificazione: Ratto delle Sabine
Autore: Biasioli Angelo (1790/ 1830), incisore
Cronologia: post 1790 – ante 1830
Oggetto: stampa
Soggetto: storia
Materia e tecnica: acquatinta
Misure: 181 mm. x 114 mm. (Parte figurata); 195 mm. x 135 mm. (Parte incisa)
Collocazione
Monza (MB), Musei Civici di Monza
Compilazione: Fumagalli, Monica (2005)
Ratto delle Sabine-Bartoli Pietro Santi; Caldara Polidoro detto Polidoro da Caravaggio
Descrizione
Autore: Bartoli Pietro Santi (1635/ 1700), incisore; Caldara Polidoro detto Polidoro da Caravaggio (1499-1500/ 1543), inventore
Ambito culturale: Scuola romana
Cronologia: post 1650 – ante 1699
Oggetto: stampa
Soggetto: storia
Materia e tecnica: acquaforte
Misure: 386 mm x 122 mm (inciso); 392 mm x 158 mm (foglio)
Collocazione
Brescia (BS), Musei Civici di Arte e Storia. Pinacoteca Tosio Martinengo
Compilazione: Menta, L. (1999)
Aggiornamento: D’Adda, R. (2002)
Scultura – Ratto delle Sabine – Giambologna – Firenze – Loggia dei Lanzi
Descrizione
Autore: Non identificato, fotografo principale
Luogo e data della ripresa: Firenze (FI), Italia, 1890 – 1899
Materia/tecnica: albumina/carta
Misure: 30 x 40
Collocazione: Milano (MI), Regione Lombardia, fondo Scrocchi, SCR_4_STABC_TQ
Classificazione
Genere: foto d’arte
Soggetto: arte
Compilazione: Truzzi, Stefania (2005)
Aggiornamento: Casone, Laura (2006)
Pietro da Cortona – Ratto delle Sabine – Dipinto – Olio su tela – Roma – Palazzo del Campidoglio – Galleria Capitolina – Sala Pietro da Cortona
Pietro da Cortona – Ratto delle Sabine – Dipinto – Olio su tela – Roma – Palazzo del Campidoglio – Galleria Capitolina – Sala Pietro da Cortona
Anderson Domenico
Descrizione
Autore: Anderson Domenico (1854/ 1938), fotografo principale
Luogo e data della ripresa: Roma (RM), 1855-1919
Materia/tecnica: albumina/carta
Misure: n.d.
Collocazione: Milano (MI), Raccolte storiche dell’Accademia di Brera, fondo Fondo Frizzoni, Fototeca storica – Armadio Frizzoni – FF 302
Classificazione
Compilazione: Lapesa, C. (2008)-
Dipinto – “Ratto delle Sabine”
Fotografia dello Studio Calzolari (studio) (1882/1996)
Dipinto – “Ratto delle Sabine” (?)
Foto Studio Calzolari (studio)
Descrizione
Autore: Studio Calzolari (studio) (1882/1996), fotografo principale
Luogo e data della ripresa: Mantova (MN), Italia, XX
Materia/tecnica: gelatina bromuro d’argento/vetro
Misure: n.d.
Note: Dipinto, olio su tela, raffigurante ratto delle Sabine (?).
Collocazione: Mantova (MN), Archivio di Stato di Mantova, fondo Archivio fotografico Calzolari, ASMn, Archivio Calzolari
Classificazione
Genere: da attribuire
Compilazione: Previti, Serena (2008)
Milano – Stazione Centrale – Atrio biglietti – scalone di accesso alla galleria di testa // persone, fregio “Ratto delle Sabine” Cfr: FM AB 23/a, FM AB 23/b, FM AB 31, FM AB 33/a, FM AB 33/b
Milano – Stazione Centrale – Atrio biglietti – scalone di accesso alla galleria di testa // persone, fregio “Ratto delle Sabine” Cfr: FM AB 23/a, FM AB 23/b, FM AB 31, FM AB 33/a, FM AB 33/b
Paoletti, Antonio
Descrizione
Autore: Paoletti, Antonio (1881/ 1943)
Luogo e data della ripresa: Milano (MI), Italia
Materia/tecnica: gelatina a sviluppo
Misure: n.d.
Note: Milano – Stazione Centrale – Atrio biglietti – scalone di accesso alla galleria di testa // persone, fregio “Ratto delle Sabine” Cfr: FM AB 23/a, FM AB 23/b, FM AB 31, FM AB 33/a, FM AB 33/b
Collocazione: Milano (MI), Raccolte Grafiche e Fotografiche del Castello Sforzesco. Civico Archivio Fotografico, fondo Foto Milano, FM APL 22
Classificazione
Compilazione: Paoli, Silvia (2013)
Firenze – Piazza della Signoria – Scultura – Ratto delle Sabine – Giambologna – Loggia dei Lanzi
Firenze – Piazza della Signoria – Scultura – Ratto delle Sabine – Giambologna – Loggia dei Lanzi
Descrizione
Autore: Non identificato, fotografo principale
Luogo e data della ripresa: Firenze (FI), Italia, 1920 – 1930
Materia/tecnica: gelatina bromuro d’argento/carta
Misure: 18 x 24
Collocazione: Milano (MI), Regione Lombardia, fondo Scrocchi, SCR_82_ST_DV
Classificazione
Genere: architettura
Soggetto: città
Compilazione: Tonti, Stella (2007)
Leggende di Roma – Ratto delle Sabine (in alto) – Caio Muzio pone la mano destra sul braciere davanti a Porsenna (in Basso) – Disegno
Leggende di Roma – Ratto delle Sabine (in alto) – Caio Muzio pone la mano destra sul braciere davanti a Porsenna (in Basso) – Disegno
Fotografo non identificato
Descrizione
Autore: Fotografo non identificato (notizie), fotografo principale
Luogo e data della ripresa: 1855-1919
Materia/tecnica: albumina/carta
Misure: n.d.
Note: La fotografia riprende il foglio sul quale sono riportati i due disegni.
Collocazione: Milano (MI), Raccolte storiche dell’Accademia di Brera, fondo Fondo Frizzoni, Fototeca storica – Armadio Frizzoni – FF 1513
Classificazione
Compilazione: Lapesa, C. (2009)
Gruppo scultoreo – Marmo – Ratto delle Sabine – 1574-1580 – Giambologna – Firenze – Piazza della Signoria – Loggia della Signoria o dei Lanzi
Gruppo scultoreo – Marmo – Ratto delle Sabine – 1574-1580 – Giambologna – Firenze – Piazza della Signoria – Loggia della Signoria o dei Lanzi
Fotografo-Non identificato
Descrizione
Autore: Non identificato, fotografo principale
Luogo e data della ripresa: Firenze (FI), Italia, 1860 – 1880
Materia/tecnica: albumina/carta
Misure: n.d.
Collocazione: Milano (MI), Raccolte Grafiche e Fotografiche del Castello Sforzesco. Civico Archivio Fotografico, fondo Vedute Italia, VI H 218
Classificazione
Genere: foto d’arte
Soggetto: arte
Compilazione: Ossola, Margherita (2016)
Il ratto delle Sabine-Biasioli Angelo
Il ratto delle Sabine- Biasioli Angelo-Descrizione
Identificazione: Ratto delle Sabine
Autore: Biasioli Angelo (1790/ 1830), incisore
Cronologia: post 1790 – ante 1830
Oggetto: stampa smarginata
Soggetto: storia
Materia e tecnica: acquatinta
Misure: 180 mm. x 113 mm. (Parte figurata); 186 mm. x 127 mm. (Parte incisa)
Collocazione
Monza (MB), Musei Civici di Monza
Compilazione: Fumagalli, Monica (2005)
Ratto delle Sabine-Autore: Caraglio Giacomo (1500/ 1570), incisore
Descrizione
Identificazione: Ratto delle Sabine
Autore: Caraglio Giacomo (1500/ 1570), incisore
Cronologia: ca. 1527
Oggetto: stampa smarginata
Soggetto: storia
Materia e tecnica: bulino
Misure: 508 mm x 360 mm (parte incisa)
Notizie storico-critiche:Malgrado questa stampa sia tradizionalmente intitolata “Il ratto delle Sabine”, Archer sottolinea che quello che è stato rappresentato non è il ratto vero e proprio, bensì un episodio successivo raccontato da Livio e da Plutarco, ovvero il tentativo di riscatto dei Sabini che raggiunsero Roma e combatterono nel Foro, mentre le donne Sabine intervennero per chiedere il mantenimento della pace. La figura femminile raffigurata seduta su un asino sarebbe la dea Vesta, presso il cui tempio avvenne la lotta. Questa incisione fu l’ultimo lavoro del Caraglio, che la lasciò incompiuta. Essa venne completata da un incisore anonimo, dallo stile più duro e più largo rispetto al Caraglio. Bartsch testimonia che l’invenzione è da attribuire a Baccio Bandinelli; Vasari invece l’attribuiva a Rosso Fiorentino. Il timbro al verso dell’esemplare qui catalogato indica che questo foglio fece parte della collezione di Heinrich Buttstaedt, pittore, fotografo collezionista e mercante d’arte nato a Gouda e morto a Berlino nel 1876. Entrò a far parte del Fondo Calcografico della Pinacoteca Repossi tramite il legato Cavalli.
Collezione:Fondo Calcografico Antico e Moderno della Fondazione Biblioteca Morcelli-Pinacoteca Repossi
Ratto delle sabine
Caladara Polidoro detto Polidoro da Caravaggio; Alberti Cherubino
Descrizione
Autore: Caladara Polidoro detto Polidoro da Caravaggio (1499-1500/ 1543), inventore; Alberti Cherubino (1553/ 1615), incisore
Cronologia: post 1553 – ante 1615
Oggetto: stampa smarginata
Soggetto: mitologia
Materia e tecnica: bulino
Misure: 200 mm. x 103 mm. (Parte figurata)
Collocazione
Monza (MB), Musei Civici di Monza
Compilazione: Ruiu, Daniela (2004)
Ratto delle Sabine-Polidoro da Caravaggio; Le Blon, Jakob Christof (attribuito)
Descrizione
Autore: Polidoro da Caravaggio (1500 ca.-1543), inventore; Le Blon, Jakob Christof (attribuito) (1667/1670-1741), incisore
Cronologia: post 1667 – ante 1741
Oggetto: stampa tagliata
Soggetto: storia
Materia e tecnica: bulino
Misure: 449 mm x 167 mm (Parte figurata); 449 mm x 167 mm (Parte incisa)
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