FL:”Le foto di Carmelo Cuscunà-“Melò”- ci fanno scoprire Ostia con quella sua magia particolare che da sempre è l’affaccio sul mare dell’Impero Romano. Da questo lido salpavano le navi romane alla conquista del “Mare nostrum”. Ostia è il mare di Pasolini e il set cinematografico di tantissimi e indimenticabili film . Le foto di Melò, nome d’arte di Carmelo Cuscunà, riescono a trasmettere emozioni e poesia a chi le osserva con occhio critico da fotografo o da semplice amante delle belle foto”.
Carmelo Cuscunà :Ostia nelle foto di “Melò”-Carmelo Cuscunà :Ostia nelle foto di “Melò”-Carmelo Cuscunà :Ostia nelle foto di “Melò”-Carmelo Cuscunà :Ostia nelle foto di “Melò”-Carmelo Cuscunà :Ostia nelle foto di “Melò”-Carmelo Cuscunà :Ostia nelle foto di “Melò”-Carmelo Cuscunà :Ostia nelle foto di “Melò”-Carmelo Cuscunà :Ostia nelle foto di “Melò”-Carmelo Cuscunà :Ostia nelle foto di “Melò”-Carmelo Cuscunà :Ostia nelle foto di “Melò”-
David Taylor-Esposizione- Corso completo di tecnica fotografica –
Traduzione di Riccardo De Blasi e Enrico Passoni
Editore White Star
DESCRIZIONE
David Taylor dimostra come tre importanti strumenti – il tempo di esposizione, l’apertura e USO – possono essere utilizzati per ottenere fotografie molto diverse fra loro. Dall’interpretazione della luce all’importanza del bianco, dall’utilizzo del flash alla valutazione della gamma dinamica, questa autorevole guida combina testi esplicativi con immagini spettacolari per spiegare come l’esposizione sia la chiave per ottenere risultati di alto livello nel campo della fotografia.
David Taylor-Esposizione-David Taylor-Esposizione-David Taylor-Esposizione-David Taylor-Esposizione-David Taylor-Esposizione-
Il Lago di Canterno è compreso tra i territori comunali di FIUGGI, FUMONE,FERENTINO E ALATRI . Il Lago di Canterno è un bacino carsico di discrete dimensioni con una profondità compresa tra i 13 ai 25 metri. Ha una forma allungata, mossa da promontori ed isolette.
Lago di CanternoLago di CanternoLago di CanternoLago di CanternoLago di CanternoLago di CanternoLago di CanternoLago di Canterno
Fotoreportage:La foresta rossa che nasce dall’acqua: un angolo di paradiso nel sud della Russia.
La Russia è costellata di luoghi sorprendenti creati dalla “mano” magica della natura, che in questo angolo di mondo è stata particolarmente generosa in termini di bellezza e varietà. Il boschetto di cipressi nella valle di Sukko, nel sud paese, pur essendo di origine artificiale, è comunque impressionante! Giudicate voi stessi:
RUSSIA-La foresta rossa
Infatti i cipressi della palude (taxodium) non sono mai cresciuti qui e difficilmente sarebbero apparsi se non fosse stato per un esperimento sovietico. Si narra che negli anni ’30 furono portate delle piantine di cipresso dall’America del Nord, nella speranza di sviluppare in URSS una nuova coltura.
RUSSIA-La foresta rossa
Questi alberi furono piantati a 14 km da Anapa, nella valle collinare di Sukko, non lontano dall’omonimo villaggio.
RUSSIA-La foresta rossa
Con il passare degli anni, le piante hanno attecchito perfettamente e sono state oggetto di innumerevoli servizi fotografici e televisivi. Sono finite persino sulle pagine della rivista National Geographic.
La tela raffigura il “Martirio delle sante Rufina e Seconda”, ed è meglio conosciuta come il “Quadro delle tre mani” perché compiuta oltre che dal Cerano, da Giulio Cesare Procaccini e dal Morazzone, due degli interpreti più raffinati dell’ambiente lombardo del primo Seicento.
Un’occasione utile, quasi un compendio, voluto dal raffinato committente, Scipione Tosi, per mettere alla prova sullo stesso campo tre diversissimi modi di interpretare la pittura e la società al tempo dei Borromeo.
Descrizione del dipinto-
Il soggetto del dipinto è il martirio di due sorelle, Rufina e Seconda, avvenuto durante le persecuzioni della Roma imperiale. Lo spazio dell’opera è interamente saturato dalle figure, mostrando un accurato studio compositivo. A motivo di questo calcolo, la struttura generale, nonostante i tre distinti interventi, si mostra organica ed unitaria. Lo stile dei tre maestri mostra, al di là delle differenziazioni formali, una comune matrice culturale. La composizione infatti è un chiaro esempio dell'”intellettualismo artificioso e barocco” caratteristico del tempo
Santa Rufina è raffigurata nell’angolo destro della tela, inginocchiata in attesa del martirio, con le mani giunte e gli occhi rivolti al cielo. La macchia chiara del suo collo scoperto offerto al carnefice spicca violentemente dal fondo scuro della tela, cogliendo l’attenzione dello spettatore. Accanto a lei un angelo le posa delicatamente una mano sul braccio, fissandola negli occhi. L’eleganza delle figure, la dolcezza degli incarnati rosacei e dei panneggi, la delicatezza con cui sono descritte le mani affusolate della santa, rendono facilmente riconoscibile la mano del Procaccini in questo gruppo. Dietro la santa emerge dalla penombra la mole scura e teatrale del carnefice che brandisce la spada, in contrasto con le figure retrostanti, dell’angioletto che porge la palma del martirio, dell’uomo dalla veste dorata e del giovinetto di cui si scorge solo il viso incorniciato dai riccioli biondi. Il gruppo, tratteggiato con forti accenti luministici, rappresenta il contributo del Morazzone. Al Cerano sono infine dovuti il cavaliere sullo sfondo e l’angelo che trattiene il cane che sta per avventarsi sul corpo decapitato di Seconda. La resa più scultorea e naturalistica degli incarnati lividi e degli animali caratterizza il suo intervento-
sante Rufina e Seconda, Martiri di Selva CANDIDA
(Breve Storia)-Sono due celebri martiri romane ricordate in tutti i più antichi elenchi e in molti documenti storici. La loro morte avvenne durante la persecuzione di Valeriano e Gallieno, attorno al 260. Nel racconto del loro martirio sono presentate come sorelle, fidanzate con due giovani cristiani che per timore della morte avevano rinnegato la fede. A causa del rifiuto del matrimonio esse furono denunciate ed imprigionate mentre fuggivano da Roma. In seguito al loro diniego di sacrificare agli idoli le due giovani furono condotte in un bosco sulla via Cornelia, a dieci miglia da Roma in un terreno detto “Buxo”, dove vennero uccise e lasciate insepolte. Plautilla, matrona romana, che le aveva viste in sogno, provvide alla loro sepoltura in quello stesso luogo dove, già nel sec. IV, fu eretta una basilica, iniziata da Giulio 1 (336) e completata da papa Damaso, rinnovata con l’aggiunta del battistero da Adriano 1 (772-95) ed arricchita di doni da Leone IV (847–55). A questa chiesa si fa riferimento nei diplomi pontifici anche oltre l’ XI secolo, essendo divenuta Cattedrale della diocesi di Lorium, che presumibilmente ebbe un suo Vescovo proprio per provvedere alla quotidiana celebrazione dei sacri misteri nei tre santuari del territorio (sante Rufina e Seconda, san Mario e compagni e san Basilide) e per il decoro della vicina residenza imperiale. Il primo vescovo del quale si ha certezza storica è Pietro nell’anno 487. Attorno a quel luogo di culto, divenuto celebre meta di pellegrinaggio assieme alle catacombe di san Mario, era sorta gradualmente una città, che fu saccheggiata e distrutta dai Saraceni nell’847 e poi nell’870. Sergio III, nel 904, provvide alla riparazione della Chiesa, ma il centro abitato era oramai quasi del tutto abbandonato a causa dei pericoli delle incursioni barbariche e dello squallore del luogo. Papa Anastasio IV, nel 1153, fece trasportare il corpo delle due Sante nel
dove venne loro dedicata una cappella che fu posta Sotto la giurisdizione del vescovo di Porto e Santa Rufina, come è provato dalla bolla di Gregorio IX del 1236. A Trastevere, in via della Lungaretta, esiste ancora un antico monastero loro intitolato e che si dice edificato nel luogo dove era la loro casa natale. Della chiesa adiacente, ornata con un campanile del XIII sec., si hanno notizie fin dal 1123, dato che in una bolla di Callisto Il è annoverata fra le filiali di santa Maria in Trastevere. I resti archeologici sulla via Boccea (loc. Porcareccina), gi–á individuati e descritti da Antonio Bosio (1632), furono di nuovo studiati nel nostro secolo.
S.E.Monsignor GINO REALI Vescovo di PORTO e SANTA RUFINA –
Festa delle Sante Rufina e Seconda, patrone della Diocesi –
Preghiera di S.E.. Monsignor GINO REALI in onore della Sante Patrone della nostra Diocesi
Padre di misericordia,
che hai chiamato alla gloria del martirio le sante sorelle Rufina e Seconda,
congiunte in vita e in morte dall’amore per l’unico Sposo,
e le hai donate alla nostra Chiesa come modello di fede e di fortezza,
concedi a noi, per il loro esempio e la loro intercessione,
di seguire il Signore Gesù con fede viva, speranza ferma e carità ardente.
Questa terra, bagnata dal sangue dei Martiri,
germogli ancora il frutto della santità e dell’amore.
Per la loro comune intercessione, dona alle nostre famiglie unità e pace;
per il loro esempio rafforza i nostri giovani nella lotta per la virtù ed il bene,
e dona loro limpidezza di cuore e generosità d’impegno;
per i loro meriti, sostieni i nostri passi nel cammino verso la patria eterna.
A te, o Padre, affidiamo la nostra vita:
liberaci da ogni pericolo dell’anima e del corpo,
e donaci la grazia che ti chiediamo …
Tu che vivi e regni, con Cristo tuo Figlio e lo Spirito Santo,
nei secoli glorioso. Amen.
+ Gino Reali Vescovo di Porto – Santa Rufina 7 giugno 2007
-Scorci di Fiano Romano e del suo medievale castello Orsini-
Fiano Romano -Castello Orsini-Fiano Romano -Castello Orsini-Fiano Romano -Castello Orsini-Fiano Romano -Castello Orsini-Fiano Romano -Castello Orsini-Fiano Romano -Castello Orsini-Fiano Romano -Castello Orsini-Fiano Romano -Castello Orsini-Fiano RomanoFiano Romano -Castello Orsini-Fiano Romano -Castello Orsini-Fiano Romano -Castello Orsini-Fiano RomanoFiano Romano -Castello Orsini-Fiano Romano -Castello Orsini-
Escher a Roma, in mostra a Palazzo Bonaparte fino al 1° Aprile 2024-
Articolo di Francesca Graziano per la Rivista Altritaliani.
L’artista olandese innamorato dell’Italia è a Palazzo Bonaparte (Piazza Venezia) con una grande mostra che celebra il centenario del suo arrivo nella Capitale. A Roma visse ben 12 anni e sono stati anni che ebbero una forte influenza su tutto il suo lavoro. Questa preziosa retrospettiva, circa 300 opere, comprende numerosi lavori inediti accanto a quelli più celebri. Ne scrive Francesca Graziano per Altritaliani.
Escher a Roma
Dopo diversi viaggi in Italia iniziati nel 1921 Maurits Cornelis Escher (Leewarden 1878-Laren 1972) si trasferisce a Roma assieme alla moglie svizzera Jetta Umiker, qui nascono, nel 26 e nel 28, i due figli George e Arthur. Dalle alture del Gianicolo, dove vive, dalle passeggiate a Villa Sciarra, a San Pietro, sulla via Appia,trae le prime, esaltanti impressioni per le sue celebrate “Vedute romane”. Il periodo romano durato 12 anni ebbe una forte influenza su tutto il lavoro successivo, fortemente impegnato nella produzione di litografie e incisioni di paesaggi, scorci, architetture e vedute di quella Roma antica e barocca che amava indagare soprattutto di notte, quando i dettagli architettonici risultavano più evidenti, seduto su una seggiolina pieghevole e con una piccola torcia appesa al risvolto della giacca. Nasce la serie dei 12 “Notturni romani” prodotta nel 1934 – tra questi “Colonnato di San Pietro”, “San Nicola in Carcere”, “Piccole chiese, Piazza Venezia”, “Santa Francesca Romana”…
Poi i viaggi nel centro e nel sud dell’Italia, ancora avventurosi come durante il Grand Tour: lo ispirano prospettive fantastiche, paesaggi strani e affascinanti, di essi coglie le vertigini, i sospesi silenzi. “San Gimignano” “Scanno”, “Ravello”, “Tropea”, “Pentidattilo”, “Rossano”, “Segesta”: i luoghi più pittoreschi della Toscana, dell’Abruzzo, della Calabria, della Sicilia vengono restituiti in opere di assoluto virtuosismo e insuperata perfezione formale tramite le tecniche incisorie della xilografia, della litografia e linoleografia.
FOTO
Quando l’atmosfera in Italia comincia a farsi pesante, per le mutate condizioni dovute al regime fascista, siamo nel 1935, Escher decide di chiudere la splendida parentesi italiana e si trasferisce in Svizzera, a Château d’Oex, due anni dopo in Belgio, per poi stabilirsi definitivamente a Baarn nei Paesi Bassi. Inizia la seconda fase della sua produzione, quando, non più sollecitato dallo splendore dei paesaggi italiani, si dedicherà completamente alle sue spiazzanti “immagini interne”, un percorso vertiginoso, labirintico, un lavoro sulla percezione visiva che ne fa un unicum nella produzione artistica del secolo. Potente stimolo per la creazione, l’opera della maturità, potenziando abilità già presenti nei disegni e nelle incisioni precedenti, amplifica il quotidiano, attiva abilità intellettive innescando processi che lo portano a registrare e attivamente rielaborare le immagini percepite.
Nell’intricato percorso dei suoi mondi che intrecciano arte, matematica, scienza, fisica, design, Escher parla ancora al pubblico contemporaneo con una grande varietà di temi. L’antologica di Roma, circa 300 opere, comprende numerosi lavori inediti accanto a quelli più celebri, come Mano con sfera riflettente (1935), Vincolo d’unione (1956), Metamorfosi II (1939), Giorno e notte (1938), la serie degli Emblemata. Lungo il percorso una ricostruzione dello studio che Escher aveva a Baarn in Olanda espone gli strumenti originali con i quali il biondo olandese produceva le sue opere e il cavalletto che portò con sé durante i suoi viaggi.
Curata da Federico Giudiceandrea e da Mark Veldhuysen con il patrocinio del Comune di Roma e dell’Ambasciata e Consolato Generale dei Paesi Bassi, prodotta e organizzata da Arthemisia in collaborazione con la M. C. Escher Foundation e Maurits, la grande mostra di Palazzo Bonaparte a Roma celebra i cento anni dell’arrivo di Escher nella Capitale. È suddivisa in otto sezioni ognuna delle quali esplora un aspetto diverso del suo lavoro, dagli inizi al lungo soggiorno italiano, passando per le Tassellature ispirate alle architetture dell’Alhambra, alle molto famose Metamorfosi. Seguono Struttura dello spazio con la già citata “Mano con sfera riflettente”, Paradossi geometrici (“Salire e scendere”, “Belvedere”, “Galleria di stampe”, “Relatività”), Lavori su commissione per finire con Eschermania, ampia carrellata sulla fortuna dell’artista olandese divenuto fonte di ispirazione per creativi di ogni genere soprattutto a partire dagli anni ’50.
Se siete fermamente convinti che la vostra percezione delle cose coincida perfettamente con la realtà, preparatevi allora a precipitare in un abisso di contraddizioni e di incongruenze, in un labirinto di emozioni e di conflitti. La preziosa retrospettiva in corso a Roma permette di immergersi totalmente nel suo mondo fantastico, paradossale, interagire con la psicologia della forma fra sperimentazioni percettive ed illusioni ottiche, cogliere le straordinarie intuizioni di un artista che magicamente sintetizza gli esiti della pittura fiamminga, la fantasia debordante di Bosch, il Surrealismo, l’Art nouveau e l’Optical Art anni ’60. In poche parole vi farà verificare quanto le vostre credenze siano erronee o perlomeno discutibili.
Escher a Roma
Enigmatiche, originali, perfette, le incisioni di Escher raffigurano paesaggi, prospettive da punti di vista diversi, strani, ambigui, contraddittori, mostrano realtà più complesse e inquietanti. A seconda dell’intensità e dello stile cognitivo di ognuno, evolvono verso importanti esperienze emozionali che da un intenso godimento estetico possono portare a forme più o meno stressanti di conflitto, ansia, curiosità, sempre destinate a non passare mai, comunque, nell’indifferenza.
Escher a Roma
Mago della percezione visiva e delle configurazioni illusorie, l’artista olandese, cospargendo di indizi la sua opera, chiama l’osservatore a parteciparvi attivamente, quasi costringendolo ad impegnare le sue esigenze di congruenza, simmetria, regolarità. Effetti tunnel ed effetti schermo, completamento visivo, ambiguità, conferme o dis-conferme dei propri schemi mentali: con Escher si è continuamente chiamati ad intuire, andare oltre, produrre parti non concretamente rappresentate, completare con la propria percezione le immagini proposte, immergendosi completamente nel gioco allusivo, allucinatorio delle sue metamorfosi. Chiaroscuri, ombre, colore, tessitura degli oggetti (fu affascinato dai mosaici moreschi dell’Alhambra a Granada e dalle decorazioni della Mesquita di Cordova), interposizioni, varietà di prospettiva, suddivisione dello spazio innescano nell’osservatore processi psichici capaci di generare quella particolare colorazione estetica che Freud definì “perturbante “.
Patrizia Dughero-Fotoreportage dalla città di LUBIANA-
Descrizione del fotoreportage di Patrizia Dughero -Lubiana è la capitale della Slovenia. Romantica e ricca di storia, vivace e piena di attrazioni, Lubiana è una città che sorprende e conquista i visitatori. Con i suoi magnifici paesaggi, la straordinaria architettura, il ricco patrimonio culturale (frutto di scambi e contaminazioni), l’atmosfera allegra e rilassata, si fa molto presto ad amarla. E non si fa fatica a scoprire i suoi tesori, tutti a portata di mano, raggiungibili con una passeggiata o una bella pedalata. Sulla collina, la severa mole del castello domina dall’alto la città adagiata sul fiume Ljubljanica (meritevole di un giro in battello), il centro storico custodisce i maggiori monumenti e i siti più interessanti, i bei musei e le gallerie celebrano l’arte ai massimi livelli, il mercato cittadino è un concentrato di storia e tradizioni del popolo lubianese.
Ciascun quartiere conserva la sua impronta storica: medioevale, barocca o liberty anche se, tutta la città è “segnata” dalle incredibili opere del geniale architetto ed urbanista Jože Plečnik a cui, dagli Anni Venti fino all’inizio della Seconda Guerra Mondiale, venne affidato il compito di ridisegnare la città adattandola secondo i suoi gusti. I ponti sono un elemento caratteristico della capitale slovena. Numerosi attraversano il Ljubljanica e regalano scorci suggestivi, belli da fotografare o semplicemente, ammirare. Graziosi caffè e locali affollano il lungofiume dove, soprattutto di notte, l’atmosfera si riempie di magia. Tanti dunque, i motivi per visitare Lubiana, meta turistica forse un po’ troppo trascurata.
Patrizia Dughero- LUBIANA—
Lubiana-(sloveno Ljubljana) Città capitale della Slovenia (286.491 ab. nel 2018). Sorge sul fiume Ljubljanica, in una vasta pianura attraversata dalla Sava, al limite tra sistema alpino e sistema dinarico, presso una stretta fra due rilievi collinari, in zona un tempo paludosa. Per la sua posizione domina le vie naturali che, lungo la Sava, vengono dalla pianura pannonica verso le Alpi, quelle che attraverso il Valico di Longatico scendono alla pianura veneta e quelle per la Carniola orientale. Il notevole sviluppo di L. dopo il 1880 è dovuto in gran parte alla creazione della rete ferroviaria.
Le vicende politiche degli anni a cavallo tra il 1980 e il 1990, conferendo a L. il ruolo di capitale di uno Stato sovrano, ne hanno notevolmente potenziato le funzioni terziarie, cambiandone lentamente i lineamenti urbanistici. A tale processo hanno contribuito l’intensificazione dei rapporti della Slovenia con la Germania e altri paesi dell’Europa centrale e l’integrazione nell’Unione Europea (2004). Vivace centro commerciale, L. ospita industrie metalmeccaniche, elettrotecniche, chimiche, tessili, delle calzature e della carta. È sede di università, fondata nel 1596.
Con il nome di cultura di L. (ted. Laibachermoorkultur) si designava un aspetto culturale dell’età del Bronzo rappresentato da resti rinvenuti nei dintorni di L.; le ricerche hanno successivamente dimostrato l’erroneità di tale tesi, poiché nelle palafitte di Ljubljansko Barje gli insediamenti sono riferibili almeno dal Neolitico all’Eneolitico (ceramica incisa) fino all’età del Bronzo. Nell’area della città è stata scoperta anche una necropoli a cremazione, della cultura dei campi di urne (11°-9° sec. a.C.), in uso ancora in epoca hallstattiana.
–
Patrizia Dughero- LUBIANA—
L’arte nutre lo spirito
Concediti una vacanza culturale in una città creativa e con uno stile di vita vibrante.
Lubiana è una capitale europea affermatasi in campo culturale e artistico, ricca di festival ed esperienze. È nota per i suoi tanti eventi culturali, la moderna creatività, la qualità dello stile di vita, l’ottima cucina e un’atmosfera che non dimenticherai mai. Entra nel suo ritmo, regalati una vacanza culturale nella capitale!
Visita i suoi luoghi d’interesse storico: La Lubiana di Plečnik è un modello urbanistico straordinario e viene considerata una delle più importanti opere d’arte integrali del XX secolo, il castello di Lubiana con una storia lunga 900 anni, la principale collezione d’arte slovena della Galleria Nazionale, lo strumento musicale più antico del mondo conservato nel Museo Nazionale e la più antica ruota di legno con asse che si trova nel Museo Civico di Lubiana.
Vivi un contatto autentico con la destinazione e conosci la città dei festival – esperienze di stile di vita, costumi, cucina e folklore, teatro di strada e musica classica. Gli eventi nel centro della città iniziano ogni anno con la rassegna Giugno a Lubiana e si concludono con le Notti nel centro storico. Nell’ambito di un’altra rassegna, Estate nel centro storico di Lubiana, si svolgono spettacoli jazz e concerti di musica antica all’aperto. Durante il festival del teatro di strada Ana Desetnica le strade di Lubiana si trasformano per alcuni giorni in un vero e proprio palcoscenico.
Potete anche andare alla scoperta dei quartieri urbani, della cultura di strada e degli spazi all’avanguardia conoscendo la gente del posto. Potete visitare il centro culturale Metelkova, il centro di cultura urbana Kino Šiška, il centro di arti sceniche contemporanee Španski borci, fare una passeggiata lungo una delle strade più antiche di Lubiana, via Križevniška, e visitare il quartiere degli artigiani Soteska, ricco di esperienze culturali e gastronomiche.
di Felix Krämer (Autore), Wim Wenders (Autore), Peter Lindbergh (Fotografo)
Editore TASCHEN
DESCRIZIONE-
The first-ever exhibition curated by Peter Lindbergh himself, shortly before his untimely death, Untold Stories at the Düsseldorf Kunstpalast served as a blank canvas for the photographer’s unrestrained vision and creativity. Given total artistic freedom, Lindbergh curated an uncompromising collection that sheds an unexpected light on his colossal oeuvre. This artist’s book, the official companion to the landmark exhibition, offers an extensive, firsthand look at the highly personal collection. When it came to printing his photos, Lindbergh chose a special uncoated paper – a thin sheet with a soft, open surface – as a deliberate aesthetic statement. Renowned the world over, Lindbergh’s images have left an indelible mark on contemporary culture and photo history. Here, the photographer experiments with his own oeuvre and narrates new stories while staying true to his lexicon. In both emblematic and never-before-seen images, he challenges his own icons and presents intimate moments shared with personalities who had been close to him for years, including Nicole Kidman, Uma Thurman, Robin Wright, Jessica Chastain, Jeanne Moreau, Naomi Campbell, Charlotte Rampling and many more. This XL volume presents more than 150 photographs―many of them unpublished or short-lived, often having been commissioned by monthly fashion magazines such as Vogue, Harper’s Bazaar, Interview, Rolling Stone, W Magazine, or The Wall Street Journal. An extensive conversation between Lindbergh and Kunstpalast director Felix Krämer, as well as an homage by close friend Wim Wenders, offer fresh insights into the making of the collection. The result is an intimate personal statement by Lindbergh about his work.
Questo sito usa i cookie per migliorare la tua esperienza. Chiudendo questo banner o comunque proseguendo la navigazione nel sito acconsenti all'uso dei cookie. Accetto/AcceptCookie Policy
This website uses cookies to improve your experience. We'll assume you're ok with this, but you can opt-out if you wish.Accetto/AcceptCookie Policy
Privacy & Cookies Policy
Privacy Overview
This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.