San Francesco visse nella Valle Santa una delle stagioni più intense della sua breve vita. Con certezza si sa che giunse nel reatino nel 1223, ma non si possono escludere soggiorni precedenti. Il Cammino, documentato dalle foto del grande fotografo Steve McCurry, è composto da otto tappe: parte da Rieti e si dipana attraverso la Valle Santa toccando i quattro Santuari francescani. A queste tappe si aggiunge il cammino verso il Faggio di San Francesco a Rivodutri e l’ascesa al monte Terminillo per la visita alla reliquia del corpo del Poverello di Assisi.
Tersilio Leggio è storico del medioevo, autore di numerosi saggi sull’Italia mediana, e in particolare su Rieti e sulla Sabina. Tra i suoi titoli ricordiamo il volume Ad fines regni. Amatrice, la Montagna e le alte valli del Tronto, del Velino e dell’Aterno dal X al XIII secolo (L’Aquila 2011).
CASTELNUOVO& CORONAVIRUS-:Il dialogo, la parola, la convivenza e il Club Mefistofele di Castelnuovo-MURALES CASTELNUOVESI-
Castelnuovo di Farfa -Comunicare dalla quarantena non è sempre facile, e non solo perché siamo costretti a farlo virtualmente (ormai ci siamo quasi abituati) ma perché ,mai come in questo momento, i nostri ritmi divergono in modo così macroscopico. Anche in questo periodo che precede il Natale dobbiamo trovare il modo giusto di comunicare. Questi sono giorni degli abbracci vietati, dei baci dimenticati, dell’esilio domestico, delle relazioni fisiche interrotte, spezzate . In questo periodo riscopriamo la parola, il dono prezioso della parola . E’ un filo insostituibile che serve a ritessere la rete di rapporti umani e sociali che questo maledetto Coronavirus punta sistematicamente a distruggere. La parola , il linguaggio. Una facoltà che abbiamo ricevuto gratuitamente sin dalla nascita. Ed è per questo , forse, che finiamo molto spesso per sciuparla. A Castelnuovo sarebbe bello , proficuo, tornare a dare spazio ai ricordi, ai racconti che, a mio avviso, sono doni preziosi che non debbono essere dispersi perché hanno la capacità di farci riconoscere nell’anima e nell’orgoglio di essere castelnuovesi. I racconti castelnuovesi sono , se così si possono definire, fili intrecciati di un arazzo che è Castelnuovo stesso e questi fili , di tutti i colori, sono la narrazione e strumento di questa identità castelnuovese. Nel mio lavoro “Murales Castelnuovesi” ho tracciato e disegnato con le parole , in forma di poesia, storie e le vibrazioni che hanno segnano, inciso, le anime dei castelnuovesi che hanno navigato Dedalo-Castelnuovo.Ho scritto molto su Castelnuovo come ad esempio articoli , ma non ho comunicato con pubblicazioni organiche(organizzate) i miei lavori ad eccezione delle mie raccolte di Poesie . Castelnuovo è stato tiranno nei miei confronti e di altri castelnuovesi il perché è semplice l’era del “Club di Mefistofele” ancora, ahimè, non è terminata.Per Il Club Mefistofele sono stato , da sempre, una “molla antagonista” dato in pasto alla massa con l’etichetta “diverso” . Per anni ho subito il rancoroso bile degli avversari politici, degli affaristi del cemento castelnuovese. Ho subito l’espulsione dalla mia area politica, ma nessuno mai mi ha tacitato , mai ridotto ad elemosinare l’ingresso nei circoli del “potere castelnuovese”. Essere un castelnuovese e non avere accesso a nulla, come ad esempio all’Archivio storico è avvilente. Non permettono di abitare ed essere là dove non possiamo più essere. Dai racconti castelnuovesi emerge quella narrazione che non si riesce con i “politici” castelnuovesi a intavolare, non si riesce ad avere in dialogo perché essi sono, i “politici” castelnuovesi, la sommatoria dell’antidemocrazia, sono il carburante della negazione , sono sotto panza teleguidati da capibastone padroni di pacchetti di voti. Questi politici castelnuovesi sono il prodotto dell’opportunismo e dell’interesse piccolo , ma piccolissimo borghese. Il Club Mefistofele di Castelnuovo ha prodotto “espatriati ed esuli” . L’esperienza di esule nasce lasciando il proprio paese per approdare in nuovi spazi e in nuovi pensieri. Dal lager sito ai margini di Castelnuovo ho elaborato un «Il lessico dell’esilio». Il grande sforzo che a mio avviso si deve fare a Castelnuovo, sforzo che deve essere messo in campo da tutte le parti, è ritrovare quel filo che sia capace di “rammendare” le relazioni. Quel filo capace di “riparare” la comunità castelnuovese ferita ed emarginata, ricucire e riavvicinare le persone lontane . L’umile arte del “riparare con la parola ” credo, spero, che a Castelnuovo questa virtù non sia andata perduta. Quando scrivo un racconto,una poesia o un articolo di giornale cerco di raccogliere i frammenti , attimi di vita, di incontri che non sono mai andati perduti. Quando scrivo recupero questi frammenti , provo a metterli insieme li intreccio , come la trama di una stoffa, e mi appare una realtà che altrimenti andava perduta. Scrivere e descrivere Castelnuovo è come lavorare al montaggio di un film . Quando scrivo di Castelnuovo cerco di farlo con onestà , con coerenza ed è proprio questo il momento della narrazione in cui la verità entra in gioco.Chi scrive sa perfettamente che si ha di fronte sempre un interlocutore anche se in astratto. Le storie castelnuovesi , i Murales castelnuovesi hanno per me un effetto catartico, mi permette, questo tipo di scrittura, di tirare fuori quello che è in me , che abita dentro di me, e non mi sento giudicato.I racconti castelnuovesi hanno, evidentemente solo per me, un potere enorme perché riescono a creare e ricreare realtà che non esistono più. Personaggi veri che diventano eroi o vittime del Club Mefistofele castelnuovese. I racconti sono potenti perché non più individuali, ma è anche e possono diventare l’identità di una comunità e della sua cultura. La quarantena e i racconti castelnuovesi sembra un titolo coniato da P.P.Pasolini. Vediamo cosa ne viene fuori.( scritto 20 novembre 2020)
Castelnuovo :La pandemia Covid19.
Dio è forse invecchiato ?
Perché ci sta regalando un futuro
nel tunnel della pandemia.
Noi tutti berremo, per dissetarci ,
le lacrime raccolte lungo le strade, nelle case,
negli ospedali e nei cimiteri.
Ci aspettano, forse, lunghe notti
quando, noi tutti, perderemo pezzi di vita
e ci scopriremo logorati di tristezza e rassegnazione.
Sarà solo un ricordo
il verso della poesia, modellato e cantato
dalla voce semplice dei bambini castelnuovesi
mentre giocano all’ombra degli ulivi.
Castelnuovo, donaci ancora la tua poesia
e i tuoi versi soffici e sottili,
come il vento che gioca con le foglie
e si trasforma in fruscio accarezzando i petali dei fiori.
Castelnuovo, prega Dio con i tuoi versi
e con la tua voce, che si traduce sempre in suoni e vibrazioni
di canzoni cantate dagli occhi delle nostre madri.
Castelnuovo, troveremo i semi della nostra vita
logorati dal triste tempo che ci aspetta?
Questi versi, frammenti d’ispirazione,
navigheranno nella sofferenza
per attraversare l’oceano dei ricordi.
Castelnuovo, ma noi riusciremo ancora
a percepire la Natura come Leopardi?
Castelnuovo, cosa racconteremo ai nostri morti?
Come racconteremo questa storia ?
Noi porteremo, ancora una volta, una rosa liberatoria ai piedi
dell’altare, con la presunzione di avere l’attenzione di Dio?
Noi, che abbiamo distrutto il cielo e la Valle del Farfa,
possiamo ancora avere e ritrovare la poesia di Castelnuovo
Frasso Sabino (Rieti)- Arch. Carlo Cusin :”Il MAUSOLEO dei MASSACCI”
Arch.Carlo Cusin::”Il “MAUSOLEO dei MASSACCI”,noto anche come “Grotta dei…grandi massi”,è uno straordinario monumento funerario che esiste da 2000 anni ma non si vede,in Comune di Frasso Sabino,inglobato com’è da un edificio settecentesco,ad uso dei viandanti,costruito dai Cesarini di Frasso,accanto ad un nodo stradale antico di grande importanza per la Sabina,dove la Via Salaria si univa alla Via Caecilia,al miglio 35,vicino alla “Statio ad Novas”,che il toponimo di Osteria Nuova ricorda ancora ! Questo “monvmentvm”,in latino “sepolcro”,fu costruito in “opvs qvadratvm” con enormi blocchi di bianco calcare,non locale (solo il loro trasporto e montaggio a secco mostra il ricco e nobile potere dei committenti) con un ricercato arcaismo,un “mos maiorvm” Repubblicano,perché appariva come un enorme tumulo con un lungo dromos d’accesso,a volta ribassata,una cella con 3 nicchie rettangolari,per sarcofagi,coperta con una volta a crocera,ed un pozzo con “vera” quadrata. Questo tipo di “sepvlcrvm” dinastico/familiare,costruito con un’antica tecnica,complessa e di lunga fattura,ricorda molto quello di Ummidia Quadratilla a “Casinvm”-Cassino e la cella del Mausoleo di Adriano in Roma,e viene datato alle prime decadi del II sec dC.. La “Gens” committente ,di un così imponente sepolcro,nei dintorni di “Trebvla Mvtvesca”-Monteleone Sabino,accanto a strade antiche per commerci di sale/olio/bestiame,viene identificata,con epigrafi e storie imperiali,nei “Brvtii Praesentes” o nei “Laberii Maximi”,cui appartenne “Manivs Laberivs Maximvs”,un valoroso Generale che compare,al fianco di Traiano,anche sulla sua colonna “centenaria”,mentre supera il Danubio alla testa delle Legioni e,poi,catturo’ anche la sorella di Decebalo Re dei Daci ! Ringrazio il Sindaco ed il personale del Comune di Frasso Sabino per la cordiale collaborazione ed ospitalità !”.
RIETI-Festival di Filosofia, parte la seconda settimana
RIETI- 17 luglio 2023-Il Comitato Organizzatore del Festival di Filosofia Città di Rieti comunica la cancellazione dell’evento previsto per il 17 luglio 2023, con il professor Scardovelli presso la chiesa di San Rufo. Tale decisione è stata presa a causa di motivi di salute che impediscono al professore di partecipare al Festival.
«Il professor Scardovelli, rinomato filosofo e intellettuale, avrebbe dovuto tenere una conferenza speciale in occasione della prima edizione del Festival di Filosofia Città di Rieti. Tuttavia, in considerazione della sua salute e del rispetto per il suo benessere, abbiamo ritenuto opportuno annullare l’evento perché possa dedicarsi alla sua guarigione. Ci scusiamo profondamente con il pubblico e con tutti coloro che avevano atteso con entusiasmo la partecipazione di Scardovelli all’evento. Il Festival di Filosofia Città di Rieti è stato concepito per celebrare il pensiero e l’approfondimento filosofico, e faremo tutto il possibile per continuare a offrire un programma di alta qualità agli appassionati di filosofia», dicono gli organizzatori.
Gli altri eventi previsti per la prima edizione del Festival di Filosofia Città di Rieti si svolgeranno come pianificato: una serie di conferenze, dibattiti e attività interattive saranno ancora accessibili al pubblico durante tutto il festival.
Durante l’ultima settimana del festival, ci sarà un momento dedicato alla musica che arricchirà ulteriormente l’esperienza dei partecipanti. Sabato 22 luglio, il noto musicista Giò Vescovi si esibirà in concerto con il suo Blues, regalando al pubblico un’esperienza musicale unica.
Il Festival di Filosofia Città di Rieti è un’occasione imperdibile per tutti coloro che sono interessati a esplorare tematiche filosofiche di grande attualità e per coloro che desiderano arricchire il proprio bagaglio culturale. I relatori di fama internazionale garantiranno un’esperienza stimolante e coinvolgente, fornendo nuovi spunti di riflessione su temi di grande rilevanza per l’umanità.
L’ingresso a tutti gli incontri del festival è gratuito, ma si consiglia di prenotare in anticipo per garantirsi un posto. Per ulteriori informazioni sul programma completo degli incontri e per effettuare le prenotazioni, si prega di visitare il sito web ufficiale del festival.
Si possono inoltre contattare per info i seguenti numeri: 3936359155-3393977563-3801953942-3755674456-3755729991-3756473991 oppure scrivere a comunicazionisocialirieti@gmail.com
TUTTO IL PROGRAMMA
Eventi realizzati sia a Piazza San Rufo sia nella chiesa di San Rufo.
DOPO L’UOMO “Come sul volto del mare un volto di sabbia”
Mercoledì 19 Luglio ore 18:30 Piazza San Rufo a Rieti – Emanuele D’Agapiti incontra TIZIANO TOSOLINI
OLTRE L’ UMANO?
Giovedì 20 Luglio ore 18:30 Piazza san Rufo Rieti – Emanuele D’Agapiti incontra MARCO GUZZI
Dentro la sapienza umana per difenderci dal transumanesimo
Venerdì 21 Luglio ore 18:30 Piazza San Rufo Rieti EMANUELE D’AGAPITI IN DIALOGO CON DIEGO FUSARO E ALESSANDRO MELUZZI
LA NATURA DEL FUTURO -” L’uomo il cosmo il divino”
Sabato 22 Luglio ore 18:30 Piazza San Rufo Rieti – Emanuele D’Agapiti incontra GIOVANNI FERRARO
GIO’ VESCOVI IN CONCERTO
Sabato 22 Luglio ore 21:00 Piazza San Rufo Rieti Centro d’Italia
HOMO SUM – “Il futuro dell’umano”
Domenica 23 Luglio ore 18:30 Piazza San Rufo Rieti
Chiusura festival di filosofia con Annamaria Magi ed Emanuele D’Agapiti che incontrano i giovani.
“La luna, i suoi speroni, ha ferito la notte castelnuovese. Il tempo, l’insulto del tempo si è smarrito nella ruggine dei ricordi. Occasioni uccise da barbari affamati di euro . Ora incidere la memoria su lastre di pietra. Il verde, la verde Valle del Farfa era un invito alla contemplazione .La colpa , se colpa è l’aver creduto di possedere la luna nell’età dei sogni. La colpa è nell’aver camminato nei sentieri dell’erica. La Valle , il mito , la sua Storia è qui nel mio cuore che colora di rosso gli spini delle siepi. Se il sogno si disperde lascio le mie parole sulla pietra. La stagione del gelo uccide le gemme della speranza , il tragitto segnato dal forte profumo, tragitto senza bandiere, del fieno falciato dai ricordi e illuminato dalla luna che uccide l’ombra dei cespugli. Ho rigirato tra le mie mani le parole, contato i sospiri come si contano le monete, ho cercato di scrivere l’ombra della sera , i ricordi degli anni giovani e l’altalena delle spinte infinite, le stagioni senza croci e le mani legate. Se la morte mi resta come l’ultimo sogno , l’ultima arma prima che anche le parole scritte siano morte per sempre. Cerchi un lapis , un foglio , una sedia per ricomporre, con calma, i fili, i fumi delle illusioni, le nuvole che portano la pioggia carica di poesia. Le vecchie porte dei fienili, il cigolio dei cardini vecchi, le note delle passate avventure prima che i fuochi si spengano . I ricordi, come le rondini, tornano sempre a scandire la forte stagione della follia mente negli uliveti la brezza accarezza le foglie , la brezza intrisa di fumo , di fieno, e sono i fuochi del bivacco del tempo immutato scolpito nell’attesa di un’alba rossa che trasformano i vicoli del Borgo nel labirinto di Dedalo e ad ogni incrocio trovi una epigrafe,un ricordo e un nuovo inizio”.
CASTELNUOVO DI FARFA –La bottega del Fabbro :“GIUVANNINU U FERRARU”-
“Castelnuovo di Farfa-All’inizio di Viale Regina Margherita, subito dopo la chiesa della Madonna degli Angeli era attiva la bottega del Fabbro ferraio “GIUVANNINU U FERRARU”- In questo laboratorio venivano forgiati tutti gli attrezzi agricoli, dal vomere alle vanghe ecc. In questo locale, sulla strada, venivano “ferrati” le mucche, i cavalli e gli asini. Questo laboratorio era l’officina di riparazione delle “Macchine Agricole” e “Forza Lavoro” in uso sino agli anni 1960. I contadini avevano molta cura delle unghie e delle zampe delle mucche, perché su di esse si esercitava tutto lo sforzo del lavoro, sia in fase di traino che di percorso di strade sassose. Venivano applicati dei ferri sotto le unghie delle mucche, ferri protettivi a forma di piastra leggermente arcuati. L’avvento della “meccanizzazione agricola”, il trattore, rese antieconomico il lavoro delle mucche e degli asini e, quindi, l’attività di maniscalco di paese cedette il posto al meccanico ed al gommista”.
Dal libro di Franco Leggeri- Castelnuovo, la riva sinistra del Farfa
Castelnuovo di Farfa nel Fotoreportage di Paolo Genovesi del 20 Dicembre 2017
CASTELNUOVO -LA VITA NEL BORGO –nel 1889
BRANO dal libro di Franco Leggeri :Castelnuovo , la riva sinistra del Farfa.
Castelnuovo di Farfa: dalla fine del 1800 fino agli anni 1960, come si può ricostruire o immaginare la vita nel Borgo? Se fossi stato un cronista del diciannovesimo secolo ,inviato da un giornale, questo sarebbe stato il “pezzo” che avrei inviato alla redazione .
Castelnuovo di Farfa- 1889- (la data è stampata sulla foto)- Castelnuovo , la vita tranquilla del Borgo, il silenzio di piccole piazze (la piazzetta) e delle vie strette tra muri di pietra sono animate dai rumori “di una vita tranquilla”. La gente impegnata nel lavoro, svolge le proprie faccende “con ritmi non affrettati ”. Il tempo nel Borgo è segnato dalle stagioni che hanno inizio con feste religiose come, ad esempio, la festa di ottobre, LA FESTA DELLA QUINDICINA , oppure la festa di San Filippo in primavera ed ancora la Festa della Madonna degli Angeli in agosto. La fiera è un appuntamento importante per l’economia agricola degli abitanti, oggi diremo :“Si capitalizza e trasforma in liquidità , moneta, il lavoro.” La Fiera-Mercato era un appuntamento molto importante per i castelnuovesi; infatti la compravendita del bestiame o il commercio minuto dei generi di prima necessità, non prodotti dall’economia locale, diventano “scorte strategiche” da immagazzinare sia per le attività agricole sia per la vita domestica .
Al report per completezza avrei allegato la foto della TORRE DELL’OROLOGIO , in cui si vedono le case con le facciate annerite dal tempo, e anche dall’abbandono . Al Centro si è riunito un gruppo di donne, bambini e anche due ciclisti;le biciclette, probabilmente con le gomme piene, perché le strade non erano asfaltate, ma pavimentate con un misto di cava . Tutti i castelnuovesi erano incuriositi dalla complessa attrezzatura del fotografo: cavalletto di legno che sosteneva l’enorme macchina fotografica , spettacolo inconsueto per l’epoca , specialmente per i borghi agricoli tagliati fuori dai processi di industrializzazione e, quindi, dal progresso.
Oggi il centro storico di Castelnuovo è pressoché immutato, salvo la casa parrocchiale (orrenda) costruita negli anni ’50 o primi anni ’60. Per la realizzazione di questo edificio si è dovuto demolire l’antica bottega del falegname Asterio . La bottega demolita, io la ricordo con affaccio su di un piccolo piazzale, antistante palazzo Perelli, con al centro una vecchia macina di un mulino ad olio. BRANO dal libro di Franco Leggeri :Castelnuovo , la riva sinistra del Farfa.
Castelnuovo di Farfa-Storia dimenticata di un premio letterario:”La Torre d’Argento”
Castelnuovo di Farfa- 12 dicembre 2021- Chissà se gli amministratori del nostro Castelnuovo si ricordano dello spirito che aveva “invaso” Castelnuovo o meglio imperversava per tutta la Sabina negli anni 70/80 del secolo breve. Parlo dello spirito della Cultura e dell’essere noi cittadini castelnuovesi presenti e protagonisti nella Sabina e del suo Rinascimento culturale. Nessuno avrebbe immaginato che un premio letterario che appena inventato così dal nulla sarebbe rimasto alla storia di Castelnuovo e della “Cultura sommersa” come uno degli eventi letterari tra i più significativi e innovativi della nostra Provincia .Nessuno di noi organizzatori immaginava come sarebbe andato il neonato premio Torre d’Argento ma andò tutto bene e, di riflesso, l’intera macchina organizzativa fu all’altezza dell’evento . Gli inviti e i comunicati stampa, così, partirono con gli indirizzi scritti a mano : lo confermano le lettere che ho ritrovato nel mio archivio, tra le quali spicca due libri con dedica che a 40anni di distanza danno lustro al nostro Castelnuovo . Nella prima edizione partecipò il Poeta Partigiano Dante Strona , oltre ad altri personaggi poi divenuti famosi come Maria Luisa Spaziani riconosciuta anni addietro dal Sindaco Mario Porfiri e altri ancora. Il primo vincitore fu il Prof. Mario Falaguerra di Rionero in Vulture, per la sezione premio giovani vinse Moreno Botti di Arezzo, divenuto,poi, famoso , specialmente in Svizzera e Australia, per aver pubblicato un saggio sulla Poesia scritta dagli emigranti italiani.
Chi era Dante Strona?
Dante Strona , nato a Biella nel 1923, ha preso parte alla lotta di Liberazione militando nelle file della XII Divisione Garibaldi <Nedo>, biellese. Dirigente sindacale sin dal 1945, si occupò per moltissimi anni, di studi e ricerche storiche e, preminentemente di storia della Resistenza antifascista. Fu critico storico-letterario, collaborò con Enti e Istituti Storici della Resistenza. La sua produzione letteraria è sparsa in riviste, pubblicazioni specializzate e in numerose antologie. Dante Strona ha pubblicato :”Come oro antico”-Poesie sulla Resistenza-Circolo di cultura politica” Giacomo Matteotti”, “Una stagione nel tempo”-Poesie sulla Resistenza-Istituto per la Storia della Resistenza-
La scrittura creativa in cattività Epicuro(làthe biòsas) dove il riparo è l’humus fertilissimo per la creazione . Castelnuovo è, per me, una quarantena senza fine dove è possibile solo immaginare il presente .
Si possono cucire i ricordi e indossarli per attraversare Dedalo in cerca della propria identità?
La solitudine e l’esilio è interiorizzato come nella Tristia di Ovidio:”Quod tendabat dicere versus erat”.Trasportare e trasformare la cultura materiale ed immateriale radicata nel mio Castelnuovo.Il Disagio dell’incertezza fu l’epoca più bella che mi ha permesso di scrivere e descrivere.
Poesia per Castelnuovo-
Tu sei la terra madre dei miei sogni,
Castelnuovo si deve ricordare , vedere come un bel quadro .
E’ vero si dovrebbe leggere almeno una poesia al giorno
Allora tu Castelnuovo , la tua visione, sei poesia continua
Le tue finestre accese decorate da tendine ricamate
Dove un luogo ,la memoria, la fa da padrone.
Se per me Castelnuovo è un tangibile passato , anche se non troppo remoto,
Allora:
“Le turbolente mutazioni dei tempi migliori
Le mutilazioni, gli scarti di possibilità
Nelle notti avvicinate dalle mie intenzioni strategiche
E nel gruppo mi riconosco in Marx in polemica
Sui temi di fondo di questa mia terra , idea, irrazionale.
Ho scelto l’amore più semplice,
quello ricambiato.
Irrefrenabile il bisogno di averle accanto,
aver vicino la tenera coerenza
quella chiara logica che ne fa la loro essenza.
Sono le creature della natura
a muovere i miei sentimenti,
sono innocenza pura,
sono essere, semplicemente.
Sembrano non aver dubbi sulla vita,
la vivono come vien servita,
senza pensieri o rimpianti
con accettazione e affanni.
Affascinanti nei diversi modi di amare,
si rendono vulnerabili nel chiedere affetto.
Una zampa nella mano, un muso da toccare,
possono farsi domare
o nell’indole più selvaggia lasciarsi ammirare.
Un accordo che richiede un prezzo,
occhi che non a tutti è concesso guardare,
se vuoi paghi in rispetto.
Fiducia, cauti nel concederla,
può sembrare crudele indifferenza
ma non è altro che loro difesa
e un premio, per chi sa ottenerla.
Erica Ercoli, Poetessa di Rieti-Scrittrice e Poetessa, Erica Ercoli è nata nel 1988 a Rieti, dove si è diplomata in Socio-psico-pedagogia. Durante il liceo ha partecipato ad alcuni concorsi letterari, risultando seconda classificata al XXII Concorso Nazionale di Poesia “Mons. Francesco Maiolo” e rientrando fra le prime dieci classificate al Premio Letterario Internazionale “Arché” potendo, così, pubblicare la sua opera nell’antologia.
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