-Atti del convegno dell’Archivio di Stato di Rieti –
A cura di Renato Covino e Roberto Lorenzetti-
Editore Il Formichiere
Descrizione
Per un lungo arco di tempo a Rieti di Resistenza si era parlato davvero poco. Pochissime le pubblicazioni e pressoché nulle le iniziative convegnistiche o che, in ogni caso, proponessero una riflessione sull’argomento. Il settantesimo della liberazione, sia quello della città nel 2014 che quello dell’Italia nel 2015, si è rivelata l’occasione affinché questo tema ricevesse quella giusta attenzione che attendeva da anni.
RIETI- Dall’Archivio di Stato la storia del mobilificio Nicoletti-Rinaldi-
a cura di Alfredo Pasquetti e Daniele Scopigno
«Il mobilificio Nicoletti-Rinaldi e l’armadio della memoria», il nuovo libro dell’Archivio di Stato. La presentazione domenica 8 ottobre 2023.E’ prevista l’apertura straordinaria della mostra sul Terminillo
In occasione della presentazione saranno distribuite delle copie del libro.
RIETI- 3 ottobre 2023- Ferro e legno, vernici e cere, squadre e scalpelli. È la ditta Fratelli Nicoletti, una fabbrica di mobili tra arte e artigianato che ha segnato la storia imprenditoriale della città, divenendo prima il tema di una mostra dell’Archivio di Stato di Rieti, nel 2021, e ora una raccolta di saggi.
Il volume, dal titolo I Nicoletti-Rinaldi di Rieti e l’armadio della memoria. Un archivio e una storia d’impresa, a cura di Alfredo Pasquetti e Daniele Scopigno per le edizioni Il Formichiere, sarà presentato l’8 ottobre alle 16,30 nella sede dell’Istituto archivistico reatino in occasione della Domenica di Carta, l’iniziativa del Ministero della cultura dedicata al patrimonio di archivi e biblioteche. Alla presentazione interverrà Edoardo Currà, presidente dell’Associazione italiana per il patrimonio archeologico industriale.
Il testo è, infatti, il frutto della collaborazione dell’Archivio di Stato di Rieti con l’Aipai e la Alessandro Rinaldi Foundation e fa il punto sul lavoro che l’Istituto reatino svolge ormai da quattro anni sul complesso documentario dell’azienda nata nel 1914 con i fratelli Nicoletti e poi prosperata sotto la guida di Alberto Rinaldi fino al 1989. La ditta si è dedicata per decenni soprattutto alla produzione di mobili in legno e serramenti in ferro, la sensibilità di Rinaldi ha preservato una parte considerevole dell’«archivio del prodotto»: quasi 7mila progetti di squisita qualità grafica che, unitamente ai registri, ai cataloghi, al materiale fotografico e tecnico, sono stati donati all’Istituto reatino del MiC nel 2019 dagli eredi di Alessandro Rinaldi, figlio di Alberto.
Il volume, che fa parte della collana Quaderni di Aipai de Il Formichiere, vede i contributi, oltre che dei curatori, di Renato Covino, Roberto Lorenzetti, Ilaria Camerini, Martina Marconi e Antonella Mulè, mettendo a fuoco la storia del fondo, le vicende dei suoi soggetti produttori, il tema delle committenze (spesso di altissimo livello) e le questioni conservative, oltre a situare le carte e l’avvincente epopea aziendale che raccontano nel più ampio panorama nazionale degli archivi d’impresa e nel contesto socio-economico che ha visto compiersi la parabola dell’opificio.
Un’appendice è, inoltre, dedicata al Terminillo attraverso la raccolta fotografica di Alberto Rinaldi, già presidente del Cai di Rieti come il fratello Domenico. Un aspetto che si lega alla mostra in corso, L’invenzione del Terminillo. Rieti e la «montagna di Roma», allestimento che in occasione della presentazione sarà visitabile con un’apertura straordinaria con orario di ingresso 16,30-18,30.
Nel corso dell’incontro sarà, infine, presentata la “mostra virtuale” dedicata alle carte Nicoletti, consultabile da domenica 8 ottobre sulla piattaforma digitale Movio (Mostre virtuali online) messa a disposizione dall’Istituto centrale per il catalogo unico del Ministero della cultura.
In occasione della presentazione saranno distribuite delle copie del libro.
ARCHIVIO di STATO di RIETI.-La PASQUA nei DOCUMENTI
Rieti-Pasqua 2023-Tra pergamene di riuso, appunti, calcoli e disegni gli Istrumenti comunali dell’allora comune di Sant’Elia, oggi frazione del comune di Rieti, ci restituiscono un’immagine del Cristo crocifisso all’interno delle deliberazioni dei consigli del 1577. La coperta del manoscritto mostra invece il disegno di una colonna.
L’altro volume raccoglie ugualmente le deliberazioni dei consigli, in questo caso del 1582 e presenta una pergamena di riuso che rivela un testo di diritto ecclesiastico.
L’origine del toponimo deriva probabilmente dall’aggettivo latino longus, in riferimento ad un insediamento di forma allungata sul crinale del colle; la vicinanza della antica via Cecilia e il ritrovamento nel territorio circostante di numerosi reperti d’età romana, inducono effettivamente a ipotizzare la presenza di un nucleo abitato, anche se le prime notizie storiche certe non posso rintracciarsi prima del medioevo.
Attestato nel corso della seconda metà del X secolo, Longone fu in origine proprietà dell’abbazia di Farfa, per poi passare sotto il controllo del monastero di S. Salvatore Maggiore, costruito nel 735 dai monaci benedettini, che estesero in breve tempo la propria signoria territoriale tra le vallate del Salto e del Turano.
Le mura (oggi inglobate in abitazioni) delimitavano una circonferenza ellittica di tre chilometri che racchiudeva una superficie a fuso (con buona probabilità a rimpiazzo dell’acropoli vera e propria) di circa tre ettari. Questa rocca, nel XIV e XV secolo, fu residenza degli abati-conti Mareri. Nel 1282 gli abitanti di Longone e degli altri castelli sottomessi a S. Salvatore Maggiore, con il sostegno dei reatini, assalirono e saccheggiarono il cenobio, passando, con quest’atto violento, sotto la giurisdizione del Comune di Rieti. I monaci ricorsero allora a Clemente V, che ordinò al Comune di Rieti di restituire all’abbazia i castelli usurpati, nominando il re di Sicilia Roberto D’Angiò defensor della stessa. Tornato sotto il controllo dell’abbazia, Longone ne seguì le vicende nel corso dei secoli diventando, a partire dall’XI, sede estiva degli abati commendatari.
BIBL.: R. Lorenzetti 1994b; E. Hubert 2000; E. Calabri, C. Cristallini 2001.
Foto di Paolo Genovesi
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