Paul Éluard, POESIE, traduzione e introduzione di Franco Fortini-Biblioteca DEA SABINA

Biblioteca DEA SABINA

Paul Éluard
Paul Éluard

Paul Éluard POESIE

traduzione e introduzione di Franco Fortini, Oscar Mondadori, Milano, 1985

Biografia di Paul Éluard, pseudonimo di Eugène Émile Paul Grindel (Saint-Denis, 1895 – Charenton-le-Pont, 1952), poeta francese, tra i maggiori esponenti del movimento surrealista.

Risale al 1916 la raccolta di versi Le devoir, che ripubblica ampliata nel 1918 con il titolo Le devoir et l’inquiétude e i Poèmes pour la paix.

Nel 1919 partecipa alla vita del movimento dadaista e stringe rapporti di amicizia con i rappresentanti della contestazione artistica francese, quali Paulhan, Aragon, Breton, Soupault e Tzara.

Collabora intanto a diverse riviste d’avanguardia e dirige egli stesso la significativa rivista Provèrbe.

Nel 1920 pubblica Les animaux et leurs hommes, les hommes et leurs animaux, nel 1921 Les nécessités de la vie et les conséquences des réves, nel 1922 Répétitions e Les malheurs des immortels.

Nel 1923 il nascente surrealismo si contrappone al senescente dadaismo, ed Éluard passa, insieme ad Aragon, Péret e Breton, al nuovo movimento.

L’animatore del surrealismo è André Breton e a lui Éluard dedica, nel 1924, Mourir de ne pas mourir.

Nello stesso anno, colto da una crisi interiore, Paul abbandona improvvisamente Parigi e per sette mesi non dà notizie di sé, tanto da essere considerato morto. In realtà egli compie un lungo viaggio per mare da Marsiglia al Pacifico per fuggire alle contraddizioni che lo tormentavano. Ritorna a Parigi nell’ottobre del 1924 e presto riprende la sua attività nell’avanguardia. Continua a scrivere versi e nel 1925 pubblica 152 proverbes mis au goût du jour, in collaborazione con Péret e Au défaut du silence, con illustrazioni di Max Ernst; nel 1926 esce Capitale de la douleur e Les dessous d’une vie ou la pyramide humaine. Sempre nel 1926 aderisce al partito comunista e con la pubblicazione di Capitale de la douleur viene riconosciuto come “il più poetico rappresentante della scuola surrealista”. Da quel momento vive in modo appassionato la vita del gruppo con mostre, incontri, proteste, libri, riviste, riunioni surrealiste.

Nel 1929 esce Défense de savoir con un frontespizio di Giorgio De Chirico e L’amour la poésie.

Gli anni che vanno dal 1930 al 1938 vedono Éluard impegnato contro la repressione della società mentre si fa sempre più vicina la violenza della dittatura fascista che porta all’avvento di Hitler in Germania e alla vittoria di Franco in Spagna.

In questo periodo egli si allontana dal partito anche se non partecipa integralmente alle critiche che i surrealisti, ormai su una linea trotzkista, muovono all’Unione Sovietica, non sottoscrive il manifesto di protesta surrealista per il primo processo di epurazione politica di Mosca nel 1936 e non aderisce alla Federazione internazionale dell’arte rivoluzionaria fondata da Breton.

Pubblica in questi anni molti libri tra i quali A toute épreuve (1930), Le vie immédiate (1932), La rose publique (1934), Facile (1935), Les yeux fertiles (1936), Les mains libres (1937), Cours naturel (1938).

Nel settembre del 1939, allo scoppio della seconda guerra mondiale, Éluard viene richiamato come tenente per prestare servizio nell’intendenza, ma nel giugno del 1940, data che segna il crollo della Francia davanti a Hitler, egli viene smobilitato e può rientrare a Parigi.

Nel 1942 chiede nuovamente l’iscrizione al partito comunista francese (P.C.F.) e fa parte del movimento clandestino, contrassegnando il suo contributo alla resistenza con edizioni di libri di versi e di giornali alla macchia e trasmissioni radiofoniche clandestine. È del ’42 la sua famosa poesia Liberté.

Nel febbraio del 1944 Éluard rientra a Parigi ancora occupata dai tedeschi e il 25 agosto dello stesso anno avviene la liberazione.

Risalgono a questi anni Chanson complète e Mèdieuses (1939), Le livre ouvert, I e II (1940 e 1941), Poésie et vérité (1942), Au rendez-vous allemand (1942-1945), Le lit table (1944).

Dopo la liberazione e alla fine del conflitto, Éluard si impegna con il comunismo e compie numerosi viaggi nei paesi dell’Europa orientale, appoggia, in Grecia, la lotta per la liberazione e in Italia prende parte attivamente, nel 1946, alla campagna per l’avvento della Repubblica.

Nei primi giorni di settembre 1952, Éluard ha un attacco di angina pectoris e il 18 novembre dello stesso anno, in seguito ad un nuovo attacco, muore.

Sono degli ultimi anni di vita del poeta molte opere, tra le quali Poésie ininterrompue (1946) – la cui seconda parte viene pubblicata postuma, nel 1953 – Le dur désir de durer , sempre nel 1946, Poèmes politiques nel 1948, Une leçon de morale (1949), Tout dire e Le Phénix (1951).

 

Poesie di Paul ELUARD, Poeta francese

Novembre 1936 

Guardateli al lavoro i costruttori di macerie 

Sono ricchi pazienti neri ordinati idioti 

Ma fanno quel che possono per esser soli al mondo 

Sono agli orli dell’uomo e lo colmano di sterco 
Piegano fino a terra palazzi senza capo. 


A tutto ci si abitua

Ma a questi uccelli di piombo no

Ma non al loro odio per tutto quel che luccica

Non a lasciarli passare. 


Parlate del cielo e il cielo si vuota

Poco c’importa l’autunno

I nostri padroni hanno pestato i piedi

Noi l’abbiamo dimenticato l’autunno

Dimenticheremo i padroni. 


Città in secca oceano d’una goccia scampata 

Di un unico diamante coltivato alla luce

Madrid città fraterna a chi ha patito

Lo spaventoso bene che nega essere esempio

A chi ha patito 

L’angoscia indispensabile perché splenda quel bene 


E alla sua verità salga la bocca 

Raro alito sorriso come rotta catena

E l’uomo liberato dal suo passato assurdo

Levi innanzi ai fratelli un volto uguale 

E alla ragione dia vagabonde ali.


 
Da « Cours naturel » (1938)

Paul Éluard
Paul Éluard

 

La vittoria di Guernica

1

Bel mondo di tuguri

Di miniere e di campi

2

Visi buoni al fuoco visi buoni al freddo

Ai rifiuti alla notte  agli insulti alla frusta

3

Visi buoni a tutto

Ecco il vuoto vi fissa

La vostra morte servirà d’esempio

4

Morte cuore rovescio
5

Vi han fatto pagare il pane

Il cielo la terra l’acqua il sonno

E la miseria

Della vostra vita
6

Dicevano di volere il buon accordo

Razionavano i forti giudicavano i pazzi

Facevano l’elemosina spartivano in due un soldo

Salutavano i cadaveri

Si colmavano di cortesie

7

Perseverano esagerano non sono del nostro mondo
8

Le donne e i bimbi hanno lo stesso tesoro

Di primavera verde e latte puro

E di durata

Nei loro occhi puri 


Le donne e i bimbi hanno lo stesso tesoro

Negli occhi

Gli uomini come possono lo difendono 

10

Le donne e i bimbi hanno negli occhi

Le stesse rose rosse

Mostra ognuno il suo sangue 

11

La paura e il coraggio di vivere e morire

Tanto difficile la morte tanto facile 

12

Uomini per cui questo tesoro fu cantato

Uomini per cui questo tesoro fu sprecato 

13

Uomini reali cui la disperazione

Alimenta la fiamma divorante della speranza

Apriamo insieme l’ultima gemma dell’avvenire 

14

Paria la morte la terra l’orrore

Dei nemici hanno il colore

Monotono della nostra notte

E noi li vinceremo.




Da « Cours naturel » (1938)

 

Dubitare del delitto

Una corda una torcia un sol uomo

Strangolò dieci uomini

Arse un villaggio

Avvilì un popolo

La dolce gatta acquattata nella vita

Come una perla nella sua conchiglia 

La dolce gatta ha mangiato i gattini 

 


Da « Poésie et vérité 1942 » (1942)

Paul Éluard
Paul Éluard

 

Far vivere

Erano pochi uomini che vivevano nella notte

Sognando del cielo materno 

Erano pochi uomini che amavano la selva 

Credendo al legno ardente 

Fin da lontano beati al profumo dei fiori 

La nudità dei desideri li velava 

 

Il respiro ritmato univano nel cuore 

All’ambizione minima di vita naturale 

Che nell’estate cresce come estate più forte 

 

Alla speranza del tempo venturo 

E che pur da lontano altro tempo saluta

Univano nel cuore 

Amori più ostinati del deserto 

 

Pochissimo sonno bastava 

Per renderli al sole futuro 

Duravano sapevano che vivere fa eterni 

 

Dal buio dei sogni generavano luce 


Erano pochi uomini 

Furono folla a un tratto 

 

Sempre è stato così.  

Da « Au rendez-vous allemand » (1942-1945)

 

I
Tutte le donne felici hanno
Ritrovato il loro marito    egli torna dal sole
Tanto è il calore che porta.
Ride e piano saluta
Prima di dare un bacio alla sua meraviglia.

II
Splendida, il seno teso leggermente,
Santa mia donna, sei mia più di quando
Con lui, e lui e lui e lui e lui,
Io reggevo un fucile, un bidone – la vita!

VII
Per molto tempo ho avuto un volto inutile
Ma ora
Ho un volto per essere amato
Un volto per essere felice.

X
Sogno di tutte le belle
Che di notte vanno in giro,
Lente e calme,
Con la luna che viaggia.

XI
Tutto il fiore dei frutti m’illumina il giardino,
Gli alberi di bellezza e gli alberi da frutta
E io lavoro e sono solo nel mio giardino,
E il Sole cupo fuoco arde sulle mie mani.

 

Da « Poèmes pour la paix » (1918)

Zampa

Il gatto nella notte si fissa per gridare,
Nell’aria libera, nella notte, il gatto grida.
E triste, a altezza d’uomo, l’uomo ode quel grido.

 

Da « Les animaux et leurs hommes » (1920)

L’innamorata

Mi sta dritta sulle palpebre
E i suoi capelli sono nei miei,
Di queste mie mani ha la forma,
Di questi miei occhi ha il colore,
Dentro l’ombra mia s’affonda
Come un sasso in cielo.

Tiene gli occhi sempre aperti
Né mi lascia mai dormire.
I suoi sogni in piena luce
Fanno evaporare i soli,
E io rido, piango e rido,
Parlo e non so che dire.

Senza rancore

Lacrime delle palpebre, dolori dei dolenti,
Dolori che non contano e lacrime incolori.
Non chiede nulla, lui, non è insensibile,
Triste nella prigione e triste quand’è libero.

È un tempo tetro, è una notte nera
Da non mandare in giro nemmeno un cieco. I forti
Siedono, il potere è in pugno ai deboli,
E in piedi è il re, vicino alla regina assisa.

Sorrisi e sospiri, insulti imputridiscono
Nella bocca dei muti e negli occhi dei vili.
Non toccar nulla! Qui brucia, là arde;
Codeste mani son per le tasche e le fronti.

*

Un’ombra…
Tutta la pena del mondo
E il mio amore addosso
Come una bestia nuda.

 

Da « Mourir de ne pas mourir » (1924)

Paul Éluard
Paul Éluard



Non smetto ma per così dire di parlare di te eppure l’essenziale è presto detto.

Quando l’alba leva gli artigli
E il primo versante di selva
Tra riflessi di brividi
L’abisso delle vette s’apre

Quando a picco ti s’apre la veste
E dà alla luce il corpo tenero
E offre il seno lustrato docile
Seno che mai ha lottato
Ranuncoli tigrati di piombo
Eclissi fatali a chi è forte
Gradi di ermellino immolato
O quando in volto ti turbi

Quel che mi piace del tuo volto è l’apparire
D’un lume ardente in pieno giorno.

Da « La rose publique » (1934)


Nessuno può conoscermi

Nessuno può conoscermi
Come tu mi conosci

Gli occhi tuoi dove dormiamo
Tutti e due
Alle mie luci d’uomo han dato sorte
Migliore che alle notti della terra

Gli occhi tuoi dove viaggio
Han dato ai gesti delle strade un senso
Separato dal mondo

Negli occhi tuoi coloro che ci svelano
La solitudine nostra infinita
Non sono più quel che credevan essere

Nessuno può conoscerti
Come io ti conosco.

Da « Les yeux fertiles » (1936)


Un lupo

La buona neve il cielo nero
Le rame morte lo squallore
Della selva piena d’insidie
Onta alla bestia inseguita
La fuga in freccia nel cuore

Tracce d’una atroce preda
Dàgli al lupo e quello è sempre
Il lupo più bello ed è sempre
L’ultimo vivo sotto la minaccia
Dell’assoluta massa di morte.

 

Da « Poésie et vérité 1942 » (1942)                                         

 

Sorelle di speranza

Sorelle di speranza o donne coraggiose
Contro la morte avete stretto un patto
Quello di unir le virtù dell’amore

Sopravvissute sorelle
Vi giocate la vita
Perché la vita vinca

Vicino è il giorno o mie sorelle di grandezza
Che delle parole guerra e miseria noi rideremo
Di quanto fu amarezza nulla resisterà

Ogni viso avrà diritto alle carezze.

Da « Poèmes politiques » (1948)

 

Buona giustizia

 

È la calda legge d’uomini

Con le uve fanno vino

Col carbone fanno fuoco

Con i baci fanno uomini

 

È la dura legge d’uomini

Rimanere integri contro

E la guerra e la sciagura

Contro i rischi della morte

 

È la dolce legge d’uomini

Tramutare l’acqua in luce

Ed i sogni in realtà

E in fratelli i tuoi nemici

 

Una legge antica e nuova

che si va compiendo e va

Dal cuore infante che non sa

Fino alla ragion suprema. 

 

                                                                              

Da « Tout dire » (1951)

 

AVVERTENZA:tutti i testi qui presentati sono tratti da:

Paul Éluard POESIE traduzione e introduzione di Franco Fortini Oscar Mondadori Milano, 1985

Antonino Caponnetto
Antonino Caponnetto

 

Pubblicato da Antonino Caponnetto venerdì 13 aprile 201

Biografia di Paul Éluard, pseudonimo di Eugène Émile Paul Grindel (Saint-Denis, 1895 – Charenton-le-Pont, 1952), poeta francese, tra i maggiori esponenti del movimento surrealista.

Risale al 1916 la raccolta di versi Le devoir, che ripubblica ampliata nel 1918 con il titolo Le devoir et l’inquiétude e i Poèmes pour la paix.

Nel 1919 partecipa alla vita del movimento dadaista e stringe rapporti di amicizia con i rappresentanti della contestazione artistica francese, quali Paulhan, Aragon, Breton, Soupault e Tzara.

Collabora intanto a diverse riviste d’avanguardia e dirige egli stesso la significativa rivista Provèrbe.

Nel 1920 pubblica Les animaux et leurs hommes, les hommes et leurs animaux, nel 1921 Les nécessités de la vie et les conséquences des réves, nel 1922 Répétitions e Les malheurs des immortels.

Nel 1923 il nascente surrealismo si contrappone al senescente dadaismo, ed Éluard passa, insieme ad Aragon, Péret e Breton, al nuovo movimento.

L’animatore del surrealismo è André Breton e a lui Éluard dedica, nel 1924, Mourir de ne pas mourir.

Nello stesso anno, colto da una crisi interiore, Paul abbandona improvvisamente Parigi e per sette mesi non dà notizie di sé, tanto da essere considerato morto. In realtà egli compie un lungo viaggio per mare da Marsiglia al Pacifico per fuggire alle contraddizioni che lo tormentavano. Ritorna a Parigi nell’ottobre del 1924 e presto riprende la sua attività nell’avanguardia. Continua a scrivere versi e nel 1925 pubblica 152 proverbes mis au goût du jour, in collaborazione con Péret e Au défaut du silence, con illustrazioni di Max Ernst; nel 1926 esce Capitale de la douleur e Les dessous d’une vie ou la pyramide humaine. Sempre nel 1926 aderisce al partito comunista e con la pubblicazione di Capitale de la douleur viene riconosciuto come “il più poetico rappresentante della scuola surrealista”. Da quel momento vive in modo appassionato la vita del gruppo con mostre, incontri, proteste, libri, riviste, riunioni surrealiste.

Nel 1929 esce Défense de savoir con un frontespizio di Giorgio De Chirico e L’amour la poésie.

Gli anni che vanno dal 1930 al 1938 vedono Éluard impegnato contro la repressione della società mentre si fa sempre più vicina la violenza della dittatura fascista che porta all’avvento di Hitler in Germania e alla vittoria di Franco in Spagna.

In questo periodo egli si allontana dal partito anche se non partecipa integralmente alle critiche che i surrealisti, ormai su una linea trotzkista, muovono all’Unione Sovietica, non sottoscrive il manifesto di protesta surrealista per il primo processo di epurazione politica di Mosca nel 1936 e non aderisce alla Federazione internazionale dell’arte rivoluzionaria fondata da Breton.

Pubblica in questi anni molti libri tra i quali A toute épreuve (1930), Le vie immédiate (1932), La rose publique (1934), Facile (1935), Les yeux fertiles (1936), Les mains libres (1937), Cours naturel (1938).

Nel settembre del 1939, allo scoppio della seconda guerra mondiale, Éluard viene richiamato come tenente per prestare servizio nell’intendenza, ma nel giugno del 1940, data che segna il crollo della Francia davanti a Hitler, egli viene smobilitato e può rientrare a Parigi.

Nel 1942 chiede nuovamente l’iscrizione al partito comunista francese (P.C.F.) e fa parte del movimento clandestino, contrassegnando il suo contributo alla resistenza con edizioni di libri di versi e di giornali alla macchia e trasmissioni radiofoniche clandestine. È del ’42 la sua famosa poesia Liberté.

Nel febbraio del 1944 Éluard rientra a Parigi ancora occupata dai tedeschi e il 25 agosto dello stesso anno avviene la liberazione.

Risalgono a questi anni Chanson complète e Mèdieuses (1939), Le livre ouvert, I e II (1940 e 1941), Poésie et vérité (1942), Au rendez-vous allemand (1942-1945), Le lit table (1944).

Dopo la liberazione e alla fine del conflitto, Éluard si impegna con il comunismo e compie numerosi viaggi nei paesi dell’Europa orientale, appoggia, in Grecia, la lotta per la liberazione e in Italia prende parte attivamente, nel 1946, alla campagna per l’avvento della Repubblica.

Nei primi giorni di settembre 1952, Éluard ha un attacco di angina pectoris e il 18 novembre dello stesso anno, in seguito ad un nuovo attacco, muore.

Sono degli ultimi anni di vita del poeta molte opere, tra le quali Poésie ininterrompue (1946) – la cui seconda parte viene pubblicata postuma, nel 1953 – Le dur désir de durer , sempre nel 1946, Poèmes politiques nel 1948, Une leçon de morale (1949), Tout dire e Le Phénix (1951).