Castelnuovo di Farfa-Le temperature scendono, i colori si intensificano e arriva il rosso , il dorato e il foliage nella Valle del Farfa, o le tre Valli come preferite. Non è un ridotto palcoscenico e non appare “sottotono” la valle vista dalla gradinata della piazza comunale la quale ,come una balconata, trasforma nel “male minore” la tristezza di una stagione oramai perduta .
Comunque questo settembre del 2023 sa ancora di estate “forte e piena ”.Non vi è dubbio alcuno che il mio Castelnuovo è un lampo per lo scrittore che lo vive. A me rievoca una poesia, un frammento di vita e mi ispira folgoranti riflessioni e inattesi collegamenti, in un appassionante pellegrinaggio indietro e avanti nella storia del Borgo che , infine, diventa una meditazione poetica sull’uomo.
L’Autunno castelnuovese lo scopri attraverso il suo gusto inconfondibile di terra piena di tradizioni, storia e natura. La bellezza di Castelnuovo è come lo sguardo di un bambino ch’è il lievito per la Poesia. Io riesco a vedere gli angoli come poesia e dimentico le paure, le cattiverie e le copro con un” sudario di silenzio”. Come dice il grande filosofo FRIEDRICH NIETZSCHE( Al di là del bene e del male, 1886.):”Si possono promettere azioni, ma non sentimenti, perché questi sono involontari.” Castelnuovo è per me un “generatore”di sentimenti.
Brani da Murales Castelnuovesi di Franco Leggeri
Poesia da “Murales Castelnuovesi “–
.. Castelnuovo non può arrugginire
come un vecchio metallo abbandonato
e sepolto ai bordi di un ricordo.
Castelnuovo attrae sempre la luna
che emerge dall’estate smarrita
nel profumo dell’erba e del vino.
Castelnuovo è aria in una trappola d’amore
dolce come l’uva passa ai bordi della cena.
Castelnuovo è un pomeriggio qualunque
mentre il tempo scorre come l’acqua
che evapora tra i ciottoli delle sue vie.
È questo il tempo impetuoso e calmo,
ma imprevedibile come gli occhi dietro le finestre
che raccontano una storia e la depositano nel ricordo
della poesia che sono sguardi e segreti
da regalare alle mani dei bambini.
Castelnuovo è il rimpianto, è l’abbraccio
che imprigiona i sogni più belli
che si lasciano cullare assieme alle foglie d’ulivo
dalla brezza che viene dall’anima .
Così nelle notti passate a raccogliere le gocce di rugiada
per dissetarmi, poi, nei silenzi illuminati dalla luna
tornano le voci amiche che trasportano
la musica e il grido nell’eco della Valle del Farfa …..
Castelnuovo di Farfa: ”Estate 2021,il ritorno dell’uguale”.
Com’è l’Estate Castelnuovese? E’ un blues di una tristezza inspiegabile. Non è chiaro se certe scelte avvengono per mancanza di idee o solo perché quelle vecchie (le idee) sono migliori di quelle nuove. Fatto sta che a Castelnuovo sempre più spesso assistiamo, per dirla con un filosofo a me neanche troppo simpatico, all’eterno ritorno dell’uguale. Il degrado culturale del nostro Castelnuovo è, ahimè, ancora nell’alto e buio medioevo e non si vede la fine del tunnel. Noi castelnuovesi cosa ci potevamo aspettare dall’ammucchiata politica di potere PD-FdI ? Questo accoppiamento politico PD-FdI ha condannato molti castelnuovesi al “confino politico e culturale” e ,quindi, l’accopiata politica”vincente” alla castelnuovese ha prodotto la classica “panzanella” della sottocultura del misero potere sintetizzato dal celebre sig. NESSUNO. Voglio ricordare ai più giovani, e a futura memoria ,chi è questo sig. NESSUNO il celebre voltagabbana oramai famoso in tutta la Sabina per la sua “comparsata” nel grande spettacolo “Aggiungi un posto a tavola” con le immancabili cinque portate tradizionali del pranzo: primo, secondo, formaggio, dolce e frutta e ,per finire,” L’AMARO CASTELNUOVESE”.
A Castelnuovo abbiamo troppi spocchiosi e famosi parolai che sono ben rappresentati dal presidente della Confraternita degli orfani del sottobosco politico. Questi residui organici sono quelli che ti apostrofano con la celebre frase: “Tu non sai quello che ho fatto io per Castelnuovo”. E si che lo sappiamo cosa hai fatto per Castelnuovo parolaio parassita e raccoglitore di molliche al desco del “padrone” , ma a te ,“sotto panza” del padrone, ha già risposto il nostro Alberto Sordi con una sua celebre canzone piena di indicazioni stradali.
L’estate castelnuovese 2021 sarà ,speriamo di no, piena di maschere di improvvisati attori che daranno , presteranno, la loro voce ad una narrazione egemone; assisteremo a discorsi con l’uso disinvolto di luoghi comuni che nel desertificato Castelnuovo si riveleranno efficacissimi. Mi chiedo se è ancora valida la testimonianza e la narrazione dell’Estate Castelnuovese, quella vera, tutta vissuta in prima persona, senza il distacco della sociologia, dentro cui vivono e rivivono vicende buffe, gioiose a volte velate di tristezza del vecchio tempo .
Castelnuovo “l’Acchiesola” e il paradosso dell’algebra astratta-
-Brano da “Murales Castelnuovesi” di Franco Leggeri-
Muoversi nelle intuizioni e immergersi nei problemi irrisolti . Era questa l’equazione che sia i bambini e sia i giovani castelnuovesi degli anni ’50 dovevano risolvere in assenza dei media : radio, televisione , giornali e cinema.I media che dovevano essere vitamina e “stimolatori” della fantasia e creatività per le giovani menti castelnuovesi non esistevano ancora per tutti, sino al giorno in cui fu aperta la “scatola magica” della “piccola-grande “ sala cinematografica “su nell’Acchiesola”, ora Aula consigliare .Questa sala fu una prima miniera della fantasia , in Bianco e Nero, per le giovani menti castelnuovesi. Fu il cinema, per la sua capacità di “parlare” ad ogni pubblico : dal proletario, la maggioranza di noi castelnuovesi, sino a quello “aristocratico” .Proprio per il suo linguaggio, il cinema è un luogo comune nel senso di condiviso. Il cinema è allo stesso tempo un formidabile mezzo per la trasmissione, sia di mentalità che di ideologie, sia che si presenti nella forma di documentario e sia come finzione. Con il cinema, molti di noi giovani scoprimmo la grande città e l’esotismo di luoghi lontani. Scoprimmo le melodie delle colonne sonore, la sottolineatura e il clima da suspense che solo la musica e il gioco delle luci sanno evidenziare. Il vento prese “voce” e scoprimmo il canto dei fiumi e del mare. Ho nella memoria una presenza reale dell’attesa per l‘inizio del film, poi il silenzio e le immagini “enormi” proiettate sullo schermo che ci raccontavano una storia . Devo dire che ero affascinato! Ricordo, per esempio ,la “fantasiosa e furbesca” storia di un assalto alla diligenza e gli spari delle “colt”. E così che provai a risolvere l’equazione del paradosso dell’algebra astratta. La fantasia veniva , man mano, trovando i passaggi giusti nelle semplificazioni, tra realtà, finzione ed emozione, sino al coinvolgimento e all’identificazione nei personaggi del film . Fu allora che scoprimmo il Far West ( poi imparammo che il West era l’Ovest delle grandi praterie) e fu così che riuscimmo, in questa “Grande-minuscola sala”, a provare l’emozione di essere partecipi di una avventura sino a scoprire che , alla fine, “arrivava sempre il settimo cavalleria” e tutto aveva un lieto fine.
P.S.“Su nell’Acchiesola” noi “monelli de Castellu” quelli della generazione del dopoguerra abbiamo votato per la prima volta, perché “l’Acchiesola” era adibita, sin dall’800 , a sede di seggio elettorale. E’ qui che per molti Castelnuovesi ebbe inizio la speranza del “biennio rosso” del 1919 -1921 ,con il voto al Partito Socialista Italiano di Filippo Turati . In questa sala fu pronunciato, per la prima volta a Castelnuovo, il voto alla Lista “Falce, Martello e Libro”. Di queste elezioni del 1919 ne ho raccolto e trascritto la testimonianza diretta così come mi è stata raccontata dal nostro compaesano Fiore Tancioni che , assieme ad altri compaesani da me intervistati, ne fu testimone . Ma questa è una storia che tratto in un capitolo del libro “Castenuovo, la riva sinistra del Farfa”.
CASTELNUOVO& CORONAVIRUS-:Il dialogo, la parola, la convivenza e il Club Mefistofele di Castelnuovo-MURALES CASTELNUOVESI-
Castelnuovo di Farfa -Comunicare dalla quarantena non è sempre facile, e non solo perché siamo costretti a farlo virtualmente (ormai ci siamo quasi abituati) ma perché ,mai come in questo momento, i nostri ritmi divergono in modo così macroscopico. Anche in questo periodo che precede il Natale dobbiamo trovare il modo giusto di comunicare. Questi sono giorni degli abbracci vietati, dei baci dimenticati, dell’esilio domestico, delle relazioni fisiche interrotte, spezzate . In questo periodo riscopriamo la parola, il dono prezioso della parola . E’ un filo insostituibile che serve a ritessere la rete di rapporti umani e sociali che questo maledetto Coronavirus punta sistematicamente a distruggere. La parola , il linguaggio. Una facoltà che abbiamo ricevuto gratuitamente sin dalla nascita. Ed è per questo , forse, che finiamo molto spesso per sciuparla. A Castelnuovo sarebbe bello , proficuo, tornare a dare spazio ai ricordi, ai racconti che, a mio avviso, sono doni preziosi che non debbono essere dispersi perché hanno la capacità di farci riconoscere nell’anima e nell’orgoglio di essere castelnuovesi. I racconti castelnuovesi sono , se così si possono definire, fili intrecciati di un arazzo che è Castelnuovo stesso e questi fili , di tutti i colori, sono la narrazione e strumento di questa identità castelnuovese. Nel mio lavoro “Murales Castelnuovesi” ho tracciato e disegnato con le parole , in forma di poesia, storie e le vibrazioni che hanno segnano, inciso, le anime dei castelnuovesi che hanno navigato Dedalo-Castelnuovo.Ho scritto molto su Castelnuovo come ad esempio articoli , ma non ho comunicato con pubblicazioni organiche(organizzate) i miei lavori ad eccezione delle mie raccolte di Poesie . Castelnuovo è stato tiranno nei miei confronti e di altri castelnuovesi il perché è semplice l’era del “Club di Mefistofele” ancora, ahimè, non è terminata.Per Il Club Mefistofele sono stato , da sempre, una “molla antagonista” dato in pasto alla massa con l’etichetta “diverso” . Per anni ho subito il rancoroso bile degli avversari politici, degli affaristi del cemento castelnuovese. Ho subito l’espulsione dalla mia area politica, ma nessuno mai mi ha tacitato , mai ridotto ad elemosinare l’ingresso nei circoli del “potere castelnuovese”. Essere un castelnuovese e non avere accesso a nulla, come ad esempio all’Archivio storico è avvilente. Non permettono di abitare ed essere là dove non possiamo più essere. Dai racconti castelnuovesi emerge quella narrazione che non si riesce con i “politici” castelnuovesi a intavolare, non si riesce ad avere in dialogo perché essi sono, i “politici” castelnuovesi, la sommatoria dell’antidemocrazia, sono il carburante della negazione , sono sotto panza teleguidati da capibastone padroni di pacchetti di voti. Questi politici castelnuovesi sono il prodotto dell’opportunismo e dell’interesse piccolo , ma piccolissimo borghese. Il Club Mefistofele di Castelnuovo ha prodotto “espatriati ed esuli” . L’esperienza di esule nasce lasciando il proprio paese per approdare in nuovi spazi e in nuovi pensieri. Dal lager sito ai margini di Castelnuovo ho elaborato un «Il lessico dell’esilio». Il grande sforzo che a mio avviso si deve fare a Castelnuovo, sforzo che deve essere messo in campo da tutte le parti, è ritrovare quel filo che sia capace di “rammendare” le relazioni. Quel filo capace di “riparare” la comunità castelnuovese ferita ed emarginata, ricucire e riavvicinare le persone lontane . L’umile arte del “riparare con la parola ” credo, spero, che a Castelnuovo questa virtù non sia andata perduta. Quando scrivo un racconto,una poesia o un articolo di giornale cerco di raccogliere i frammenti , attimi di vita, di incontri che non sono mai andati perduti. Quando scrivo recupero questi frammenti , provo a metterli insieme li intreccio , come la trama di una stoffa, e mi appare una realtà che altrimenti andava perduta. Scrivere e descrivere Castelnuovo è come lavorare al montaggio di un film . Quando scrivo di Castelnuovo cerco di farlo con onestà , con coerenza ed è proprio questo il momento della narrazione in cui la verità entra in gioco.Chi scrive sa perfettamente che si ha di fronte sempre un interlocutore anche se in astratto. Le storie castelnuovesi , i Murales castelnuovesi hanno per me un effetto catartico, mi permette, questo tipo di scrittura, di tirare fuori quello che è in me , che abita dentro di me, e non mi sento giudicato.I racconti castelnuovesi hanno, evidentemente solo per me, un potere enorme perché riescono a creare e ricreare realtà che non esistono più. Personaggi veri che diventano eroi o vittime del Club Mefistofele castelnuovese. I racconti sono potenti perché non più individuali, ma è anche e possono diventare l’identità di una comunità e della sua cultura. La quarantena e i racconti castelnuovesi sembra un titolo coniato da P.P.Pasolini. Vediamo cosa ne viene fuori.( scritto 20 novembre 2020)
Castelnuovo :La pandemia Covid19.
Dio è forse invecchiato ?
Perché ci sta regalando un futuro
nel tunnel della pandemia.
Noi tutti berremo, per dissetarci ,
le lacrime raccolte lungo le strade, nelle case,
negli ospedali e nei cimiteri.
Ci aspettano, forse, lunghe notti
quando, noi tutti, perderemo pezzi di vita
e ci scopriremo logorati di tristezza e rassegnazione.
Sarà solo un ricordo
il verso della poesia, modellato e cantato
dalla voce semplice dei bambini castelnuovesi
mentre giocano all’ombra degli ulivi.
Castelnuovo, donaci ancora la tua poesia
e i tuoi versi soffici e sottili,
come il vento che gioca con le foglie
e si trasforma in fruscio accarezzando i petali dei fiori.
Castelnuovo, prega Dio con i tuoi versi
e con la tua voce, che si traduce sempre in suoni e vibrazioni
di canzoni cantate dagli occhi delle nostre madri.
Castelnuovo, troveremo i semi della nostra vita
logorati dal triste tempo che ci aspetta?
Questi versi, frammenti d’ispirazione,
navigheranno nella sofferenza
per attraversare l’oceano dei ricordi.
Castelnuovo, ma noi riusciremo ancora
a percepire la Natura come Leopardi?
Castelnuovo, cosa racconteremo ai nostri morti?
Come racconteremo questa storia ?
Noi porteremo, ancora una volta, una rosa liberatoria ai piedi
dell’altare, con la presunzione di avere l’attenzione di Dio?
Noi, che abbiamo distrutto il cielo e la Valle del Farfa,
possiamo ancora avere e ritrovare la poesia di Castelnuovo
nelle nostre preghiere e sperando nel perdono?
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