Albert Camus – da “L’homme révolté”-Biblioteca DEA SABINA
Biblioteca DEA SABINA
Albert Camus – da “L’homme révolté”-
Albert Camus-(1913-1960) nacque in Algeria, dove studiò e cominciò a lavorare come attore e giornalista. Affermatosi nel 1942 con il romanzo Lo straniero e con il saggio Il mito di Sisifo, raggiunse un vasto riconoscimento di pubblico con La peste (1947). Nel 1957 ricevette il premio Nobel per la letteratura per aver saputo esprimere come scrittore “i problemi che oggi si impongono alla coscienza umana”. Di questo autore, oltre ai titoli già citati, Bompiani ha pubblicato L’uomo in rivolta, L’esilio e il regno, La caduta, Il diritto e il rovescio, Taccuini 1935-1959, Caligola, Tutto il teatro, Il primo uomo, L’estate e altri saggi solari, Riflessioni sulla pena di morte, I demoni, Questa lotta vi riguarda. Corrispondenze per Combat 1944-1947, Conferenze e discorsi (1937-1958), Saremo leggeri. Corrispondenza (1944-1959). Nei Classici Bompiani è disponibile il volume Opere. Romanzi, racconti, saggi.
Quelli che si amano,
gli amici, gli amanti,
sanno che l’amore
non è solo una folgorazione
ma anche una lunga e dolorosa
lotta nelle tenebre
per la riconoscenza
e la riconciliazione definitiva.
Mia cara,
nel bel mezzo dell’odio
ho scoperto che vi era in me
un invincibile amore.
Nel bel mezzo delle lacrime
ho scoperto che vi era in me
un invincibile sorriso.
Nel bel mezzo del caos
ho scoperto che vi era in me
un’ invincibile tranquillità.
Ho compreso, infine,
che nel bel mezzo dell’inverno,
ho scoperto che vi era in me
un’invincibile estate.
E che ciò mi rende felice.
Perché afferma che non importa
quanto duramente il mondo
vada contro di me,
in me c’è qualcosa di più forte,
qualcosa di migliore
che mi spinge subito indietro.
“La Solitudine nell’Anima: Profondità e Riflessioni di Albert Camus”. Recensione a cura di Alessandria today
Il titolo stesso, semplice e diretto, introduce il tema centrale del testo, la solitudine, ma subito si pone in discussione. L’autore sostiene che non siamo mai davvero soli, portando con noi il peso del passato e del futuro, un carico composto dalle persone che abbiamo amato e da quelle che abbiamo ferito.
Camus dipinge un ritratto vivido della solitudine come un peso costante, una presenza inquietante di fantasmi e rimpianti che ci tormentano incessantemente. L’autore espone un contrasto significativo tra la solitudine desiderata, caratterizzata da un silenzio sereno e la solitudine reale, abitata dai fantasmi del passato.
La poesia è intrisa di emozioni forti e contrastanti: il rimpianto, il desiderio, il disincanto e la dolcezza, il tutto racchiuso in una solitudine inquieta e affollata da fantasmi. L’immagine della solitudine desiderata, fatta di silenzio e tremori d’alberi, rappresenta un desiderio di pace interiore, una sorta di ricerca di comprensione e tranquillità nel cuore dell’essere.
L’uso delle immagini e delle metafore, come il chiasso, i lamenti perduti e il flusso del cuore, contribuisce a creare un’atmosfera di malinconia e riflessione profonda. La poesia invita il lettore a contemplare la complessità dell’anima umana, affrontando le contraddizioni e i tormenti della solitudine.
In conclusione, “La solitudine” di Albert Camus è una poesia che offre un’immersione profonda nell’animo umano, attraverso un’esplorazione intensa e ricca di emozioni contrastanti. Camus offre uno sguardo penetrante sulla solitudine, dipingendola come un carico emotivo costante, una presenza travolgente e inquietante che pervade l’essenza umana.
La solitudine – Albert Camus
La solitudine?
Quale solitudine?
Ma lo sai che non si è mai soli?
E che comunque ci portiamo addosso il peso del nostro passato
anche quello del nostro futuro.
Tutti quelli che abbiamo ucciso sono sempre con noi.
E fossero solo loro, poco male.
Ma ci sono anche quelli che abbiamo amato e che ci hanno amato.
Il rimpianto, il desiderio
il disincanto e la dolcezza
le donne di strada, la banda degli dei.
La solitudine risuona di denti che stridono,
chiasso, lamenti perduti.
Se soltanto potessi godere la vera solitudine
non questa mia infestata di fantasmi
ma quella vera
fatta di silenzio e tremori d’alberi:
sentire tutta l’ebbrezza del flusso del mio cuore.