San Lorenzo Siro Vescovo di Sabina e Abbazia di Farfa-Biblioteca DEA SABINA
Biblioteca DEA SABINA
San Lorenzo Siro, Vescovo di Sabina e fondatore dell’Abbazia di Farfa.
Come mai San Lorenzo Siro, dalla lontana Siria venne a finire in Sabina? La Siria e la Palestina nel sec. V erano infestate dagli eretici ariani, i quali perseguitavano , in ogni modo, i fedeli cristiani. Allora molti lasciarono i loro paesi e vennero in Italia , specialmente a Roma per venerare le tombe degli Apostoli Pietro e Paolo e quelle dei Martiri cristiani.
Tra costoro vi era anche San Lorenzo, con la sorella Susanna ed i fidi compagni Isacco e Giovanni. San Lorenzo , dopo una breve visita a Roma, prese ad evangelizzare l’Umbria e la Sabina.
San Lorenzo Siro è il fondatore dell’Abbazia di Farfa, in provincia di Rieti. Giunse in Italia dalla Siria nel V secolo, durante le persecuzioni degli eretici ariani in Oriente. Arrivato in Italia insieme alla sorella Susanna ed alcuni monaci si stabilì sul monte Luco sopra Spoleto inaugurandovi la vita eremitica e diffondendo tutto intorno le parole del Vangelo. Successivamente si trasferì in Sabina per evangelizzare anche questa terra confermando ovunque la sua predicazione con frequenti miracoli; fu detto il Santo Illuminatore per le guarigioni dalle malattie degli occhi e il Liberatore per la liberazione dai dragoni che infestavano quelle zone. Dopo aver evangelizzato l’Umbria e la Sabina divenne vescovo, infatti è quasi certa l’identificazione di Lorenzo Siro con il vescovo di Forum Novum (l’odierna Vescovio). Desideroso ormai di quiete pose lo sguardo sulle amene colline della vallata del Farfa, sul monte Acuziano, alle cui falde il deserto tempio di Vacuna e l’abbandonata villa romana andavano in rovina. Vacuna era una dea del popolo degli antichi Sabini, il suo culto molti secoli fa fu sostituito con quello della Madonna. A Farfa San Lorenzo Siro fermò il piede, riprese con i suoi compagni la vita eremitica e gettò le basi dell’Abbazia. Morì in odore di santità proprio a Farfa dove è sepolto, lasciando un ricordo destinato a durare nei secoli. La sua fama e quella del monastero da lui fondato si propagò nelle regioni vicine e molti vennero a Farfa per consacrarsi a Dio-[ Testo di Andrea Del Vescovo ]
San Lorenzo Siro Illuminatore di Farfa Abate
Il più antico documento che parla di san Lorenzo Siro è un Privilegio concesso da papa Giovanni VII nel 705 al ricostruttore del monastero di Farfa, Tommaso. All’inizio della Bolla, il papa afferma che il venerabile monastero di S.Maria fu fondato da “Laurentius quondam episcopus venerandae memoriae de peregrinis veniens in feudo, qui dicitur Acutianus, territorii Sabinensis” (Bull. romanum, ed. Taurin, I, p.213). Evidentemente all’inizio del sec.VIII, stando al testo, non erano molte le notizie che si avevano su questo vescovo monaco: proveniva dall’Oriente, ma non è precisata l’epoca e non è determinata la regione de peregrinis. Cronache posteriori, come il Libellus constructionis Farfensis di un anonimo del sec. XI (in Fonti per la Storia d’Italia, a cura di U.Balzani, XXXIII, pp.1 sgg.) ed il Chronicon farfense di Gregorio da Catino, del sec. XI (ibid., XXXIX, pp.1 sgg.), aggiungono altri particolari. L. forse originario della Siria abbandonò la propria patria con la sorella Susanna ed i discepoli Giovanni ed Isacco; venne a Roma e poi in Sabina ove fu nominato vescovo. In seguito, deposta la carica, fondò un monastero in un luogo dedicato precedentemente alla dea Vacuna; ciò si sarebbe verificato nel sec. V o VI. Analoghi particolari si trovano in s. Pier Damiani (PL, CXLV, coll. 425, 445).
Come si può constatare, queste ultime notizie sono identiche a quelle riferite per s. Lorenzo, vescovo di Spoleto, per cui secondo il Lanzoni, è lecito argomentare che la leggenda dei Dodici Fratelli siri del sec. VIII (BHL, I, p.246, n.1620; Suppl., p.226, n. 5791m), fra cui è annoverato un Lorenzo, ha influenzato la storia dell’omonimo fondatore di Farfa. Di due personaggi se ne sarebbe fatto uno solo mettendo assieme le notizie riguardanti il vescovo di Spoleto e l’abate di Farfa. La scarsezza delle notizie può aver determinato i cronisti medievali a questa identificazione e confusione. Stando al Lanzoni si devono pertanto distinguere due Lorenzo: uno vescovo di Spoleto, l’altro abate di Farfa, vissuti in epoche molto diverse.
Di un culto assai antico si ha menzione nel Martirologio di Farfa (cf. I. Schuster, in Revue Bénédictine, XXVII [1910], p. 86, nota 3): culto che ebbe un Ufficio proprio fino al 1636. Benedetto XIV lo estese alle diocesi della Sabina (cf. De servorum Dei beatificatione, IV, p. II, cap. VI, n. 2). La sua festa si celebra l’8 luglio.
Autore: Gian Domenico Gordini