Salvatore Quasimodo-Premio Nobel 1959-le 5 poesie più belle-Biblioteca DEA SABINA
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Salvatore Quasimodo,Premio Nobel 1959, le 5 poesie più belle
Eclettico per natura, Salvatore Quasimodo si stanca subito delle attività cui si dedica. Nel corso dell’età adulta si destreggia con vari mestieri, fra cui il commesso, il disegnatore tecnico, il contabile, l’impiegato al genio civile… tutte mansioni che può svolgere grazie al suo diploma da geometra. Ma ciò che non lo stanca mai è lo studio delle lettere, a cui si dedica parallelamente alle attività saltuarie. Si appassiona così tanto ai classici e all’arte della scrittura che ben presto comincia a scrivere.
Ed è subito sera
Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di sole:
ed è subito sera
.
Ora che sale il giorno
Finita è la notte e la luna
si scioglie lenta nel sereno,
tramonta nei canali.
È così vivo settembre in questa terra
di pianura, i prati sono verdi
come nelle valli del sud a primavera.
Ho lasciato i compagni,
ho nascosto il cuore dentro le vecchi mura,
per restare solo a ricordarti.
Come sei più lontana della luna,
ora che sale il giorno
e sulle pietre bette il piede dei cavalli!
.
Già la pioggia è con noi
Già la pioggia è con noi,
scuote l’aria silenziosa.
Le rondini sfiorano le acque spente
presso i laghetti lombardi,
volano come gabbiani sui piccoli pesci;
il fieno odora oltre i recinti degli orti.
Ancora un anno è bruciato,
senza un lamento, senza un grido
levato a vincere d’improvviso un giorno.
.
Fresche di fiumi in sonno
Ti trovo nei felici approdi,
della notte consorte,
ora dissepolta
quasi tepore d’una nuova gioia,
grazia amara del viver senza foce.
Vergini strade oscillano
fresche di fiumi in sonno:
E ancora sono il prodigo che ascolta
dal silenzio il suo nome
quando chiamano i morti.
Ed è morte
uno spazio nel cuore.
.
Imitazione della gioia
Dove gli alberi ancora
abbandonata più fanno la sera,
come indolente
è svanito l’ultimo tuo passo
che appare appena il fiore
sui tigli e insiste alla sua sorte.
Una ragione cerchi agli affetti,
provi il silenzio nella tua vita.
Altra ventura a me rivela
il tempo specchiato. Addolora
come la morte, bellezza ormai
in altri volti fulminea.
Perduto ho ogni cosa innocente,
anche in questa voce, superstite
a imitare la gioia.
Biografia di Salvatore Quasimodo
Salvatore Quasimodo nasce a Modica nel 1901. Il padre è capostazione, e da piccolo Salvatore viaggia molto; anche la sua adolescenza trascorre serena, all’insegna degli spostamenti in diversi paesi siciliani per via del lavoro paterno.
Eclettico per natura, Quasimodo si stanca subito delle attività cui si dedica. Nel corso dell’età adulta si destreggia con vari mestieri, fra cui il commesso, il disegnatore tecnico, il contabile, l’impiegato al genio civile… tutte mansioni che può svolgere grazie al suo diploma da geometra. Ma ciò che non lo stanca mai è lo studio delle lettere, a cui si dedica parallelamente alle attività saltuarie. Si appassiona così tanto ai classici e all’arte della scrittura che ben presto comincia a scrivere.
Intanto, a Milano ottiene una cattedra per l’insegnamento della letteratura. Il cognato Elio Vittorini ha un grande ruolo nella carriera di Salvatore Quasimodo: è proprio lui che presenta lo scrittore agli intellettuali legati alla rivista letteraria Solaria, dove vengono pubblicate le prime poesie dell’autore.
Presto, Quasimodo si lega ai poeti ermetici e fa dell’ermetismo la sua cifra poetica. Le sue raccolte affrontano i temi più disparati ma, soprattutto dopo la conclusione del secondo conflitto mondiale, larga parte della sua produzione è dedicata esclusivamente alla tematica bellica e all’impegno civile. Nel 1959 gli viene conferito il Premio Nobel per la Letteratura. Muore improvvisamente a Napoli, nel 1968.
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Salvatore QuasimodoSalvatore Quasimodo: vita, opere e poetica-Articolo di Ilaria Roncone
Salvatore Quasimodo, vincitore del premio Nobel nel 1959, è stato uno dei più importanti poeti italiani del Novecento. Vediamo insieme la vita, le opere e la poetica di questo grande scrittore
alvatore Quasimodo, esponente di rilievo dell’ermetismo, è uno tra i poeti italiani più importanti del Novecento. Vincitore del premio Nobel nel 1959, Quasimodo è stato anche un fondamentale traduttore: ha contribuito alla traduzione di numerose liriche greche e di opere teatrali di Shakespeare e di Molière.
Nonostante il Nobel, la grandezza di Salvatore Quasimodo è stata ed è ancora oggi al centro del dibattito letterario. Negli ultimi anni si è provato sempre più a riascoltare la sua voce, ricollocando la sua opera nella giusta dimensione. Le sue poesie sono state tradotte in ben quaranta lingue e vengono studiate in tutti i paesi del mondo.
Vediamo ora nello specifico come si è svolta la vita di Salvatore Quasimodo, quali sono state le sue maggiori opere e cerchiamo di capire i punti principali della sua poetica.
Salvatore Quasimodo: la vita
Salvatore Quasimodo nasce in provincia di Ragusa, precisamente a Modica, il 20 agosto del 1901. Lo scrittore trascorre l’infanzia a Modica, seguendo il padre nel suo lavoro come capostazione di Ferrovie dello Stato. La sua famiglia viene colpita dal terribile terremoto del 1908 e in seguito è costretta a trasferirsi a Messina, dove il padre è stato chiamato per riorganizzare la stazione locale.
Come molti dei superstiti, appena dopo la grande catastrofe Quasimodo deve vivere nei vagoni dei treni, esperienza che segna profondamente la vita del poeta.
Il giovane Quasimodo si diploma a Messina presso l’Istituto Tecnico “A.M. Jaci” nella sezione fisico-matematica. Già a quell’epoca accade il primo fondamentale evento che lo condurrà lungo la via della scrittura nonostante la sua iniziale formazione: il sodalizio con Giorgio La Pira e Salvatore Pugliatti, legame che si porterà dietro poi per tutta la vita.
A Messina Quasimodo comincia, di tanto in tanto, a scrivere versi, che pubblica su riviste locali. Non appena conseguito il diploma, il giovane lascia l’adorata Sicilia — con la quale manterrà un legame edipico — per trasferirsi a Roma e studiare ingegneria. Qui, mentre continua a scrivere versi, studia latino e greco fino a venire assunto, nel 1926, al Ministero dei Lavori Pubblici, venendo assegnato al Genio Civile di Reggio Calabria. Nel ruolo di geometra, tecnico e magazziniere, Quasimodo fatica a coltivare la sua passione per la scrittura e l’impegno lavorativo lo porta ad allontanarsi dal suo vero interesse, la letteratura. Contestualmente all’allontanamento dalla poesia, il suo incarico segnerà anche la perdita di qualsiasi ambizione di tipo politico.
Sempre nel 1926, per lavoro, si trova a Reggio Calabria. Qui ritrova la fiducia nelle sue capacità letterarie, soprattutto grazie al rapporto con Pugliatti, e riscopre la forza per perseguire il suo obiettivo, riprendendo in mano i versi scritti durante il suo periodo a Roma e lavorandoci su.
Proprio in questo modo nasce una prima bozza delle poesie di Acqua e terre, raccolta che verrà poi pubblicata nel 1930 a Firenze.
Dal 1931 Quasimodo inizia a stendere una seconda raccolta di poesie in Liguria, dove si è recato al Genio Civile. Con questa raccolta, Oboe sommerso, lo scrittore dichiara di aver dato il via all’ermetismo.
Nel 1934 Quasimodo si trasferisce a Milano e riesce a trovare lavoro nel settore editoriale come segretario di Cesare Zavattini. Questi, più tardi, lo fa entrare nella redazione del settimanale “Il Tempo”. In questa fase della sua vita scrive Erato e Apollion, pubblicato poi nella stessa città nel 1936. Con questo scritto, che celebra Apollo e Ulisse, si conclude la fase ermetica delle sua poesia.
Risale al 1938 l’uscita della sua prima importante raccolta antologica, Poesie, che rimane tra le principali opere per la critica quasimodiana. Nel mentre, Quasimodo collabora anche con “Letteratura”, la principale rivista fiorentina dell’ermetismo.
In questo periodo scopre la sua profonda affinità con i lirici greci (da Saffo ad Alceo, passando per Anacreonte). La facilità espressiva della letteratura greca e di questi autori in particolare lo fulminano, e l’immediatezza e la suggestione delle parole nei loro scritti gli appare come frutto di una ricerca profonda e ostinata. In questo momento collimano alcuni aspetti della ricerca ermetica di Quasimodo e alcuni aspetti dell’antica letteratura greca.
Risale al 1940 il primo ruolo come insegnante, precisamente per la cattedra di Italiano al Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano. Questo è il lavoro che farà fino al momento della sua morte.
Il suo più grande successo risale a due anni dopo, nel 1942: questo è l’anno della pubblicazione di Ed è subito sera, sintesi antologica che segna il bilancio del suo primo decennio di poesia. L’opera fu un best seller, evento rarissimo per la poesia.
La Seconda guerra mondiale rappresenta uno spartiacque nella vita del poeta che, nonostante le mille difficoltà, continua a lavorare proficuamente. A partire dal 1947, con la raccolta Giorno dopo giorno, avviene il cambiamento stilistico: la poesia di Quasimodo diventa più attenta alla società e impegnata. Frutto di questo cambiamento sono opere come La vita non è sogno (1949), Il falso e vero verde (1956), La terra impareggiabile (1958).
Nel 1959 a Salvatore Quasimodo viene assegnato il premio Nobel per la Letteratura:
“Per la sua poetica lirica, che con ardente classicità esprime le tragiche esperienze della vita dei nostri tempi”.
Questo evento è una sorpresa per molti, tanto che in tanti lo ritengono immeritato e criticano il poeta a favore di Montale, Ungaretti e Saba.
L’ultima raccolta della vita di Salvatore Quasimodo è Dare e avere e risale al 1966. Il poeta muore nel 1968 ad Amalfi, colto da un ictus.
Quasimodo e le sue opere
Come già accennato, Salvatore Quasimodo è stato un autore molto prolifico. Ecco le sue più famose raccolte poetiche:
Acque e terre, Firenze, sulla rivista Solaria, 1930;
Oboe sommerso, Genova, sulla rivista Circoli, 1932;
Odore di eucalyptus ed altri versi, Firenze, Antico Fattore, 1933;
Erato e Apòllìon, Milano, Scheiwiller, 1936;
Nuove Poesie, Milano, Primi Piani, 1938;
Ed è subito sera, Milano-Verona, A. Mondadori, 1942;
Giorno dopo giorno, Milano, A. Mondadori, 1947;
La vita non è sogno, Milano, A. Mondadori, 1949;
Il falso e vero verde (1949-1955), Milano, Schwarz, 1956;
La terra impareggiabile, Milano, A. Mondadori, 1958;
Dare e avere (1959-1965), Milano, A. Mondadori, 1966.
Tra tutte queste, Quasimodo ha tradotto anche le opere di moltissimi autori greci e non solo (tra gli altri, anche William Shakespeare e Pablo Neruda) e prodotto altri scritti.
La poetica di Salvatore Quasimodo
Quasimodo è l’esponente più importante dell’ermetismo, il movimento poetico spontaneo e capillare che, solo col tempo, ha trovato una sua inquadratura stilistica, basata sul rovesciamento del decadentismo di D’Annunzio. Etica e estetica, in questa chiave, rivendicano la profonda libertà spirituale dell’uomo e la ricerca di una poesia pura, le cui parole si ribellano da qualsiasi imposizione estern
Ilaria Roncone-Redattrice di SoloLibri da settembre 2018, mi occupo principalmente di articoli di news per la rubrica Scuola e approfondimenti di storia della letteratura.
Sono sempre alla ricerca di nuovi stimoli e di nuove esperienze, scrivo e viaggio per passione. Voglio portare ciò che di bello c’è fuori dentro di me e, attraverso la parole, migliorare il mondo. Laureata in giornalismo, scrivo di vari argomenti e sono particolarmente interessata a libri, ambiente e diritti civili.