Salvador Dali RITRATTO DI MIO PADRE
RITRATTO DI MIO PADRE: SALVADOR A CONFRONTO CON SALVADOR
Nel 1925 Salvador Dali dipinge questo “Ritratto di mio padre”. E’ un’opera complessa perché complesso è il rapporto col padre.
Don Salvador, padre del Salvador pittore, era un notaio: diligente, rigido, severo, presente, oppressivo
Non era un rapporto semplice ma pieno di complicazioni, fra amore e repressione, fra il bisogno di ribellione del giovane Salvador e il bisogno di avere l’attenzione di un genitore autorevole nella sua comunità
Il ritratto esprime questa complessità. Don Salvador tiene in mano una pipa ma appare tranquillo, solido (come un muro, la sua giacca grigia quasi si fonde col muro retrostante), calmo. Le sue mani sono possenti e sicure, il suo sguardo deciso, la sua espressione controllata.
E’ un uomo forte, un uomo solido, un uomo che comanda, un uomo che è un riferimento per gli altri: la composizione gira tutta intorno a lui, lo sfondo è quasi annullato per lasciare spazio a lui
Al tempo stesso, c’è un senso di durezza, di ostilità, di rimprovero. Non c’è dolcezza in quegli occhi, sembra sul punto di pronunciare parole di richiamo al dovere. Il gioco di chiaroscuro sul suo volto lo rende sfuggente e vagamente sinistro
Il pittore che ritrae suo padre è anche il bimbo che guarda il suo genitore, fra il bisogno di averne l’attenzione, la voglia di sfuggire alle sue regole e la paura del suo giudizio