Roma, «Occupanti e ricchi»: il Campidoglio sfratta i furbetti della casa.
Roma- 22 novembre 2017-Segni particolari: ricchi, con multiproprietà e anche residenti fuori Roma. In Comune li chiamano «occupanti abusivi e benestanti». E sono pronti a sfrattarli. È la categoria di inquilini scoperta dal Campidoglio nelle case popolari dell’amministrazione. Dal censimento in mano alla giunta Raggi, emerge che nei 23mila alloggi Erp (Edilizia residenziale pubblica) ci sono 2mila persone che – semplicemente – non dovrebbero starci. Perché? I loro redditi non rispondono ai requisiti richiesti. In due parole: sono ricchi.
O meglio: «Stanno bene». Altro che meno abbienti. Nella casistica c’è di tutto e di più: da chi ha la casa popolare e altri 18 immobili di proprietà, a chi risulta residente altrove, anche fuori Roma, a chi a fine anno denuncia redditi tra i 70mila e i 90mila euro. In tutto, sono 2.000 gli irregolari scoperti dal Comune.
L’assessore alle Politiche abitative, Rosalba Castiglione, in una lettera aperta (che pubblichiamo qui sotto) li chiama «cari cittadini benestanti» e li invita a fare armi e bagagli quanto prima e a lasciare liberi gli appartamenti a chi ne ha davvero bisogno. «Cari, sì, proprio ‘cari’, perché costate alla collettività un prezzo altissimo e il più alto è proprio quello che pagano le famiglie in attesa della casa popolare sin dal 2000 – scrive Castiglione – senza contare i costi legati al personale, alle azioni di sgombero e al tempo impiegato per rintracciarvi».
LA GIUNGLA
Non ci sono solo i 2000 «benestanti» abusivi. Tra coloro che occupano il patrimonio pubblico ci sono anche 1.600 persone, sempre secondo il report interno del Comune, subentrate negli alloggi popolari i cui legittimi assegnatari sono deceduti. Una successione dinastica, che l’amministrazione vuole interrompere quanto prima.
Se alla fine si fanno due conti ecco cosa emerge: un inquilino su cinque è fuori legge. Si tratta di ladri, per Castiglione. In quanto hanno «rubato il diritto alla casa ai nostri concittadini in difficoltà».
La situazione nella Capitale è più che mai articolata. Se si scorrono i numeri in possesso del Campidoglio, sono oltre 10.500 i nuclei in attesa di una casa popolare (le graduatorie non scorrono dal 2000). E altre 1.400 si trovano dentro ai residence, strutture di assistenza al temporanea in via di chiusura. Anche le cifre fornite dall’Ater (l’ente regionale) seguono sempre questo trend: su 48mila case quelle occupate senza requisiti sono oltre 6mila. Il Comune intanto invita gli abusivi a compiere «un gesto di onestà» e quindi a lasciare «spontaneamente» l’alloggio per assegnarlo «subito» a chi ne ha il diritto.
Discorso ancora diverso per i palazzi occupati da movimenti antagonisti e migranti: a Roma sono 71, in generale gli sgomberi latitano. L’ultimo, la scorsa estate, in via Curtatone. Su questo fronte il Comune per arrivare finalmente a una stretta può contare sull’asse con il Viminale, esplicitato dalla direttiva del ministro dell’Interno Marco Minniti.
La lettera
«Quella ignobile abitudine
di prendersi alloggi altrui»
Cari cittadini benestanti occupanti abusivi delle case popolari, è a voi che mi rivolgo, dopo aver completato il censimento su circa 23 mila appartamenti dell’Edilizia Residenziale Pubblica di Roma Capitale. Eh sì, dopo decenni di lassismo l’Amministrazione capitolina ha finalmente voluto fare la vostra conoscenza. Abbiamo rispolverato una pratica dimenticata, ovvero il censimento degli assegnatari e degli occupanti abusivi delle case popolari. Non è stato un impegno da poco. I nostri uffici hanno lavorato duramente per incrociare i dati e far venire alla luce la verità. Come sapete gli alloggi popolari hanno uno scopo preciso e inderogabile: essere abitati dai nostri concittadini che un appartamento sul libero mercato, al momento, non se lo possono permettere.
Cari, sì, proprio ‘cari’, perché costate alla collettività un prezzo altissimo e il più alto è proprio quello che pagano le famiglie in attesa della casa popolare sin dal 2000, senza contare i costi legati al personale, alle azioni di sgombero e al tempo impiegato per rintracciarvi. Ora però sappiamo che tra voi ci sono circa 2 mila persone che hanno redditi alti, possiedono già immobili o sono residenti altrove, dentro ma anche fuori i confini capitolini. Un vostro degno rappresentante è proprietario di ben 18 immobili.
Altri hanno redditi di 70 mila, 80 mila, fino anche a 90 mila euro all’anno. Siamo quindi certi che sarà facile per voi trovare presto un’altra e più lussuosa sistemazione. Abbiamo scoperto anche più di 1.600 persone subentrate negli alloggi popolari i cui legittimi assegnatari sono deceduti. Abbiamo già iniziato a liberare alcuni Nostri alloggi popolari, che sono stati assegnati ai legittimi aventi diritto. Parliamo di famiglie deluse, che si sono sentite abbandonate dalla propria amministrazione, che avevano perso anche la stessa speranza, che hanno pianto e abbracciato i dipendenti comunali quando si sono viste assegnare la casa. Ve lo racconto perché vorrei che aveste ben chiaro di chi si sta parlando, perché viene proprio da chiedersi con quale coraggio e quale coscienza abbiate “rubato” il diritto alla casa ai nostri concittadini in difficoltà.
Pensavate che non sarebbe mai arrivata a Roma un’Amministrazione determinata e onesta? Allora vi spiego una cosa. Noi riteniamo che sia finalmente giunto il momento di mettere fine a questa ignobile abitudine di usare le case popolari di Roma Capitale come se fossero le proprie, a danno di altri cittadini e dell’intera collettività. La giustizia che chiedono queste famiglie è la stessa che deve essere fatta propria da ogni singolo cittadino. Perché una cosa è certa e invitiamo tutti ad esserne coscienti: una volta che gli permetteremo di spirare forte, il vento della legalità soffierà a beneficio di tutti. A voi, occupanti abusivi benestanti delle case popolari, oggi rivolgo l’invito a fare un gesto di onestà. Lasciate spontaneamente l’alloggio e lo assegneremo subito a chi ha diritto.
Rosalba Castiglione
Assessora al Patrimonio
e alle Politiche abitative
di Roma Capitale