Poesie di Nicole Brossard, poetessa canadese-Biblioteca DEA SABINA
Biblioteca DEA SABINA
Poesie di Nicole Brossard, poetessa canadese-
Breve biografia di Nicole Brossard-Poetessa, narratrice e saggista del Québec, Nicole Brossard è nata a Montréal nel 1943. A partire dal 1965 ha elaborato un’opera – nei vari campi della scrittura – tra le più importanti del periodo contemporaneo, riuscendo ad immergersi in modo dirompente nel tumulto della modernità. L’autrice ha infatti rinnovato, in modo radicale, con rigore e lucidità, il campo letterario precedentemente esistente, diventando “l’emblema stesso della nuova scrittura quebecchese” (Pierre Nepveu, ndr). Non meno importante l’attività di divulgatrice e teorica della letteratura del Québec.
La voce di Nicole Brossard, definita in un primo tempo “femminista”, è quella sontuosa e mai scontata di una cittadina del pianeta che naviga al di sopra della questione dei generi, nei mari aperti della parola piena e consapevole. È colei che osa dire: “ascolto ancora / al confine delle lingue / il rumore degli incendi / le domande, l’arte”. Sa benissimo che l’inferno è qui “sul bordo rovesciato di vivere”, ma continua per la sua strada avendo davanti a sé l’infinito da esplorare, per quel desiderio inarrestabile di “spargere baci tra i continenti” e forse per l’utopia di lenire il dolore del mondo.
Va detto, in conclusione, che Nicole Brossard non si compiace nei propri sogni, va oltre, tuffandosi “nel gran vivaio dei mormorii” (non a caso nella sua poesia appaiono Joyce e Svevo) per donare una parola d’eclissi e di riflessi capace di fondare le relazioni tra le cose, tra gli esseri.
Nicole Brossard ha pubblicato una trentina di libri tra i quali Le Centre blanc, La lettre aérienne, Le désert mauve, Hier, Cahier de roses et de civilisation. I più recenti sono: Je m’en vais à Trieste (2003) e L’horizon du fragment (2004). Le è stato conferito due volte il Prix du Gouverneur Général (1974, 1984) per la poesia. Ha cofondato nel 1965 la rivista letteraria “La Barre du Jour” e, nel 1976, il giornale femminista “Les Têtes de Pioche”. Ha corealizzato il film Some American Feminists (1976). Nel 1991, ha pubblicato insieme a Lisette Girouard Anthologie de la poésie des femmes au Québec (Des origines à nos jours), e nel 2002 l’antologia Poèmes à dire la francophonie. Nel 1991, le è stato conferito il Prix Athanase-David, la più alta onorificenza letteraria del Québec, e nel 1994 è entrata a far parte della Académie des Lettres du Québec. Nel 1999, ha ricevuto per la seconda volta il Grand Prix du Festival International de la Poésie de Trois-Rivières per le raccolte poetiche Musée de l’os et de l’eau e Au présent des veines. Premio W.O. Mitchell (2003). Inoltre: Prix Molson del Conseil des Arts du Canada (2006) e il titolo di Chevalier de l’Ordre de la Pléiade e Membre de la Société Royale du Canada.
L’insieme della sua opera, tradotta in molte lingue, fa di Nicole Brossard una scrittrice di livello internazionale.
ogni sete è una conca di luce
nel dolore ancestrale
nel grande casellario dei pronomi
dimmi se la mia morte va veloce dall’uno
all’altro secolo se con gli anni dovrò dimenticare
l’orchidea, aggiornare il delirio
dimmi se questa fame che ho dell’alba
si aggirerà tra i campi
tremante come un’ossessione, un orizzonte
*
non sarà facile dire io
se tutto questo gira male, valanga
o eternità e malinconia
so che abbiamo toccato
troppi orizzonti
l’infinito nelle nostre bocche
tradotto con pazienza
*
non ho ancora parlato di scomparsa
qualche detrito a monte di tutti i pronomi
la vita prende delle decisioni
e sotto la pelle ci prepara
ruote della fortuna e rompicapi
futuro e funerali
adesso ecco i ghiacciai
qualche materiale
di alba e sofferenza
*
essere là tutta una vita nella specie flessibile
con questo riflesso che persiste a volere
rappresentare tutto dell’ebbrezza e dei gesti
i morsi, le camere con le loro nicchie
di ombra soffice, le fronti preoccupate
nostra fragilità
e certo siamo senza risposta
ad ogni bacio!
*
idee di caduta e labirinto
come se al fondo delle nostre braccia
tutto quello che esiste fosse
fatto nell’attesa di spostare l’alba
scoprire il velo sopra il regno animale
allora io resto sveglia
tra temperini e cenere
*
non ci sarà ritratto
di mia madre né un’acquaforte o un gesto
né frase memorabile
o resisterà una scena ancora in piedi
nella città e nel vento
un fruscio di sciami che l’alba
avrà rapito veloce e intenso
*
e se l’angoscia se ciò che anima
le tue notti di letture e sogni
if dust on you fingers vibrates
avvolgiti nell’ombra
in un posto con del blu e del vuoto
ci sarà certo dell’acqua nei tuoi occhi
modernità e paura nei tuoi vestiti
*
stringiti al silenzio
all’alba il verbo essere pulsa più veloce
dentro le vene, fila una cometa
come dopo l’amore o un granello di sale
sulla lingua di mattina, gusto d’immensità
che ci riporta
dentro la primigenia umidità
abbracciami
l’acqua può fare di noi due
lo stesso luogo