Poesie di Jack Hirschman –Poeta statunitense- Biblioteca DEA SABINA
Biblioteca DEA SABINA
Poesie di Jack Hirschman –Poeta statunitense –
Jack Hirschman nasce il 13 dicembre 1933 a New York nel Bronx, figlio di Stephen Dannemark Hirschman e Nellie Keller. Mentre frequentava ancora il liceo, comincia a scrivere come reporter per il Bronx Times e il Bronx Press-Review. Tra il 1951 e il 1959 completa gli studi al City College di New York e alla Indian University (con una tesi su Joyce).
Lamento d’una mamma napoletana (Alfondo Gatto tradotto da J.H.)
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Mio, il figlio, non era della guerra,
dei padroni che lasciano ch’io pianga
dietro la porta come un cane, mio,
delle mie mani, del mio petto giallo
ove le mamme seccano sul cuore.
Mio, e del mare che ci lava i piedi
tutta la vita, del vestito nero
che m’acceca di polvere se grido.
Mio, il figlio, non era della guerra,
non era della morte e la pietà
che cerco è di svegliare col suo nome
tutta la notte, di fermare i treni
perché non parta, lui, ch’è già partito
e che non tornerà.
Mio, il figlio, e la sua morte mia, la guerra.
I cavalli mi corrano sul petto,
i treni i fiumi ch’egli vide: il fuoco
m’arda i capelli ove la notte sola
alle mie spalle s’accompagna.
Il vento
resti del mondo allucinato, il sale
degli abissi che abbagliano, il lenzuolo
del nostro lutto…
Traduzione: Jack Hirschman
Le tombe le case (Rocco Scotellaro tradotto da J.H.)
Le tombe le case…
cuore cuore
oltre non ti fermare.
Il fumo dei camini
nell’aria bagnata
il passo dei nemici
bussano alla tua porta, proprio.
Cuore cuore
oltre non ti fermare.
Le tombe le case.
novembre è venuto,
la campana: è mezzogiorno
è lo scherzo del tempo.
I morti non possono vedere
la mamma è cieca presso il focolare.
Cuore cuore
oltre non ti fermare.
Le tombe le case,
dirsi addio e rimandare
l’amore ad altra sera.
Come le mosche moribonde ai vetri
scorrono ai cancelli i prigionieri,
è sempre chiuso l’orizzonte.
Quanti non hanno che sperare!
cuore, non ti fermare.
Le tombe le case,
è il dieci di agosto
che abbiamo scasato.
Che fanno dove abitavamo?
Negli alberghi girano le chiavi?
I miseri, i buoni
son dannati ai traslochi?
Le donne ebree gridano sui massi
del tempio rovinato.
Quanti non hanno chi pregare!
cuore, non ti fermare.
Le tombe le case
uomini curvi, donne aggrovigliate
si confessano alle inferriate
della Ricevitoria del lotto.
L’anima mia
è in questo respiro
che mi riempie e mi vuota.
Cosa sarà di me?
Cosa sarà di noi?
Per chi vuol camminare
dalle tombe alle case
dalle case alle tombe
grida nei cantieri
grida ai minatori
cuore, non ti fermare.
La poesia resistente! Napolipoesia, 2010
Traduzione: Jack Hirschman
La felicità
C’è una felicità, una gioia
nell’anima che è stata
sepolta viva in ciascuno di noi
e dimenticata.
Non si tratta di uno scherzo da bar
né di tenero, intimo umorismo
né di amicizia affettuosa
né un grande, brillante gioco di parole.
Sono i superstiti sopravvissuti
a ciò che accadde quando la felicità
fu sepolta viva, quando essa
non guardò più
dagli occhi di oggi, e non si
manifesta neanche quando
uno di noi muore – semplicemente ci allontaniamo
da tutto, soli
con quello che resta di noi,
continuando ad essere esseri umani
senza essere umani,
senza quella felicità.
Traduzione: Raffaella Marzano
L’arcano delle Torri Gemelle
1.
Un lutto tale dal quale
potremmo svegliarci
(essendo stati risvegliati da una tale luce)
per vedere la luce
alla fine:
che noi siamo ora
non più
né meno ma siamo stati più di altri
una terra violenta
nei nostri mercati monetari
nella nostra “legge ed ordine”
nei nostri “Quotidiani” quotidiani
nei nostri letti
una vita violenta
fingendo un’innocenza impenetrabile
e il potere simbolizzato
da quelle gigantesche
Twins.
La loro distruzione:
sogno di Hitler, sognato persino
prima che fossero costruite,
prima che il suo suicidio
cominciasse a combattere al fianco
del fanatismo religioso.
E noi
che avevamo ereditato tanto
della sua violenza ed anti-comunismo,
noi, che infine abbiamo persino
finanziato l’attacco
alla nostra pretesa innocenza
– noi così a nostro agio
con il fascismo (negato, naturalmente)
con la brutalità (rinnegata naturalmente)
con la libertà sentimentalizzata
da un nucleo di vuoto distruttivo,
disperazione,
cinismo in fondo,
figli di un nichilismo
a stelle e strisce (naturalmente negato e rinnegato)
“dalla California
all’isola di New York”
fratelli e sorelle,
i miei
così tristemente colpiti,
così profondamente colpiti.
2.
L’Israeliano dice: “Ora lo sanno”
lui che è stato infestato
dai geni
di una siringa di male indimenticabile
lunga dodici anni.
Probabilmente siamo noi ora a sapere
che cosa significhi essere totalmente detestati
fino all’apocalisse.
Ed è una difesa fascista contro
un attacco fascista che il mondo
sta preparando, perché non c’è altro
che quel nulla
di un pianeta scorpione che si mangia
la coda;
ed è la consapevolezza di questa verità
che raddoppia il lutto
e rende più profonda la paura
della perdita dell’innocenza
che già prima era una bugia.
Questa volta siamo davvero intrappolati
dalla verità e ci addolora
noi che siamo stati così a nostro agio
nella libertà della menzogna.
Questa volta la mobilitazione totale
della consapevolezza della guerra dice:
anche se il pacifismo cresce,
anche se esso impedirà attacchi in risposta,
anche se la non violenza trionfa,
il futuro sarà
come un uomo di colore,
o come l’erotismo,
che pur non più linciato o censurato,
comunque non si sentirà
mai completamente a proprio agio
in questa vita terrena.
Il dominio del nulla
è completo ora.
Dio assassinato da un lato.
Dio suicidato dall’altro.
Il trionfo del fascismo.
Siamo condannati a vivere
le nostre vite non-violente
comprando e vendendo
e pregando la violenza
nostro malgrado
perché non c’è nient’altro,
nulla è cambiato,
è solo più chiaramente rivelato.
3.
Celia,
so che sei corsa verso
non via da,
per aiutare, salvare.
E che hai visto il
secondo aereo svanire
nel muro mentre correvi
in quella direzione.
E che hai visto, per
la prima volta nella tua vita,
esseri umani saltare giù
da finestre altissime.
E le Twins collassare
in un’unica montagna ripiegata
di una morte moltiplicata per mille
e macerie e polvere.
Nulla di ciò che ho visto
su uno schermo televisivo
migliaia di miglia lontano
in un altro continente
può avvicinarsi all’orrore
di ciò che tu hai visto mentre
correvi verso la scena
fin quando non hai più potuto,
nuvole di polvere si espandevano
nelle strade e
quelli che correvano
via dal nucleo per salvarsi
ti dicevano che non potevi
andare oltre, non potevi aiutare,
non potevi salvare, o mia
coraggiosa, coraggiosa figlia.
So che il tuo dolore non viene
da lontano. In vano, in vano
sono morti! gridi e
e la tua disperazione allora forse
ci risparmia, forse addirittura ci salva
dallo shock che
ha trasformato il futuro in un
arcaico scavo archeologico.
4.
La notte che è arrivata, la notte tecnologica, lunga tutto il giorno,
e con essa il lutto,
il digiuno dei veloci,
il gusto amaro
del proprio deserto.
E che non è solo nostro
perché tutti parliamo con bocche di sabbia,
e le dune crescono, a onde con le parole
di un’oscurità abbagliante nel sole
che è infranto in ciascuno di noi.
Per tutta la notte, aeroplani ed elicotteri hanno volato
sui portici terra bruciata di Bologna,
dove mi ritrovo
in lutto.
È diventato lo Stato
dell’Essere.
Una bandiera nera
a mezz’asta.
Sospesa a mezz’aria.
(2001)
Traduzione: Raffaella Marzano
Sentiero
Vai al tuo cuore infranto.
Se pensi di non averne uno, procuratelo.
Per procurartelo, sii sincero.
Impara la sincerità di intenti lasciando
entrare la vita, perché non puoi, davvero,
fare altrimenti.
Anche mentre cerchi di scappare,
lascia che ti prenda e ti laceri
come una lettera spedita
come una sentenza all’interno
che hai aspettato per tutta la vita
anche se non hai commesso nulla.
Lascia che ti spedisca.
Lascia che ti infranga, cuore.
L’avere il cuore infranto è l’inizio
di ogni vera accoglienza.
L’orecchio dell’umiltà ascolta oltre i cancelli.
Vedi i cancelli che si aprono.
Senti le tue mani sui tuoi fianchi,
la tua bocca che si apre come un utero
dando alla vita la tua voce per la prima volta.
Vai cantando volteggiando nella gloria
di essere estaticamente semplice.
Scrivi la poesia.
Little Kaddish
per mio figlio, David
Sono morto quando sei morto tu,
mio caro,
piccolo ravanello del grande mondo rosso
piccolo kaddish del mio respiro
il mio digiuno è finito
il mio attimo è compiuto
Io sono il verme
sul fondo del mezcal,
io sono il vento
parassita che corre inseguendo le tue ceneri
per trattenere il calore
in memoria del tuo fuoco,
per nutrire il cuore della luce
perchè il mio non c’è più.
In memoria di Ernest Hemingway
Sfilze di lampi nella mezzanotte
del cielo del Dakota.
Dormivamo nel retro della macchina, i piedi
che sporgevano dalla zanzariera.
Faceva caldo.
Il Wy-
oming di mattina era rosso-
indiano con montagne dai nasi aguzzi di
Shoshone, strapiombi di sedimenti
stratificati che raccontano
di quando le montagne lottarono
una contro l’altra e
il Big Horn si restringeva
con l’argilla e il limo
fino
ai marroni e verdi montana. Cervi che saltavano
sulle colline, orsi delle regioni selvatiche,
un grande albero che spuntava dalla testa
di un alce.
Ci dirigevamo verso sud nell’Idaho, evitando
le città, prendendo strade secondarie, riempiendo
il retro della macchina di ramoscelli
e fiori.
Non accendemmo mai la radio.
Non leggemmo mai un giornale.
Arrivammo in California. Il giornale diceva,
Papà, che eri morto da tre giorni.
Le città e i paesi di nuovo in fila uno dopo l’altro.
Il sole diventò accecante. Lei si mise gli occhiali scuri.
Guidai lentamente lungo le strade fino alla fine.
Saidichestoparlando
Quanti figli e figlie
di tutte le centinaia di uomini e donne del Congresso
stanno combattendo in Irak? Due.
Bene, si tratta di un esercito volontario
e gli uomini e le donne del Congresso, malgrado i loro
impegni e i loro investimenti privati,
sono per la maggior parte milionari.
Saidichestoparlando
I loro figli non hanno bisogno
di un lavaggio militare perché sono stati sporcati
da calunnie razziste, crivellati dalla paura della galera,
perseguitati dalla povertà, come il 20 per cento
degli Afro-Americani nelle forze armate
(gli Afro-Americani rappresentano solo
il 12 per cento della popolazione),
o come la forte percentuale di Latini
e bianchi poveri, che prendono ordini,
lavorando in un paese la cui metà della popolazione
sono bambini di 15 anni o più piccoli.
Saidichestoparlando
E io dovrei sentirmi patriottico
ed abbracciare questa spinta verso la minaccia planetaria
dalla parte di quella giunta militare di teste-morte
che quotidianamente fanno galleggiare le sue infamie morali
sui canali della nostra disperazione?
La paura nucleare ha riportato indietro Dio dalla morte,
e le Guerre Sante si guardano l’un l’altra nelle loro bugie,
mentre i bambini qui e i bambini là
sono devastati fino alle radici dei loro ancora possibili
sorrisi innocenti.
Nelle loro piccole teste, nelle loro entrate e letti,
si augurano di potere, si augurano che potranno
seppellirti, tu nullità assassino,
per tutti i bambini che hai ferito,
e getteranno sporcizia felice sul tuo cadavere,
Mr. President. Saidichestoparlando!
Interludio umano
Lei stava appoggiata
al muro vicino
all’Hotel Tevere con in mano
un biccchiere di plastica
quando iniziò a piovere.
Ho cercato una moneta, le sono
andato vicino
e l’ho fatta cadere nel bicchiere.
Cadde sul fondo
di un’aranciata.
Sono arrossito, ho guardato
i suoi occhi devastati e la pelle
e i capelli diventati prematuramente
grigi, e ho detto che
mi dispiaceva, che avevo pensato
avesse bisogno di soldi.
“Ne ho bisogno”, rispose
e sorrise “Stavo
solo bevendo
qualcosa”.
E restammo così
a ridere assieme
mentre guardavamo le gocce di pioggia cadere
sul lago d’arancia
sopra la moneta che affondava.
Traduzione: Bruno Gullì
Jack Hirschman nasce il 13 dicembre 1933 a New York nel Bronx, figlio di Stephen Dannemark Hirschman e Nellie Keller. Mentre frequentava ancora il liceo, comincia a scrivere come reporter per il Bronx Times e il Bronx Press-Review. Tra il 1951 e il 1959 completa gli studi al City College di New York e alla Indian University (con una tesi su Joyce).
Nel 1953 Hirschman invia alcuni suoi racconti a Ernest Hemingway, che vive a Finca Vija a Cuba. Hemingway gli risponde incoraggiandolo a continuare a scrivere e gli suggerisce di leggere Stephen Crane, Guy de Maupassant, Ambrose Bierce, Gustave Flaubert e il primo Thomas Mann. Anni dopo, in seguito alla morte di Hemingway, la Associated Press diffonde la lettera che viene pubblicata sui giornali di tutto il paese compreso il New York Times, come “Lettera a un giovane scrittore”.
Nel 1954 sposa Ruth Epstein, una compagna di classe del City College, dalla quale ha due figli (David nel 1956 e Celia nel 1958) e dalla quale si separa nel 1972 e divorzia nel 1974.
Professore di inglese alla UCLA di Los Angeles dal 1961 al 1966, ha fra i suoi studenti Gary Gach, Steven Kesslerm, Max Schwartz e Jim Morrison. Fra il 1964 e il 1965 grazie ad una borsa di studio della UCLA fa il suo primo viaggio in Europa visitando Parigi, la Grecia e l’Inghilterra dove Asa Benveniste, della Trigram Press, pubblica Yod. È l’inizio della tendenza cabalistica nel lavoro di Hirschman che riapparirà nelle decadi successive.
Mentre Hirschman è in Europa scoppia la guerra del Vietnam. Tornato negli Stati Uniti riprende l’insegnamento alla UCLA e dà vita ad una serie di proteste e manifestazioni contro la guerra. Fra le altre cose comincia ad attribuire la “A” (corrispondente al voto più alto) a tutti gli studenti passibili di arruolamento per aiutarli a sfuggire alla guerra. Per questa attività definita “contro lo Stato” viene licenziato dalla UCLA nel 1966.
Rimane in California stabilendosi a Venice dal 1967 al 1970 dedicando tutto il suo tempo a scrivere, tradurre e dipingere. Inizia una collaborazione con David Meltzer che pubblica nella rivista Tree diverse sue traduzioni cabalistiche.
Nel 1972 traduce e pubblica Un Arc-en-ciel pour l’Occident chrétien di René Depestre, la cui opera lo conduce definitivamente al marxismo.
Fra il 1972 e il 1980 vive a North Beach, San Francisco, e continua a scrivere e tradurre poesia contemporanea, imparando il russo e – dopo un anno di traduzioni quotidiane – prendendo a scrivere poesie in quella lingua.
Dal 1980 si unisce al Communist Labor Party e lavora come attivista culturale con un gruppo di poeti fra cui Luis Rodriguez, Michael Warr, Kimiko Hahn, Sarah Menefee, Bruno Gullì, fino al volontario scioglimento del gruppo nel 1992.
Dopo un periodo di transizione, nel 1994, diventa membro della League of Revolutionaries for a New America e contribuisce al suo giornale People’s Tribune.
Durante gli anni Ottanta, dirige Compages, una rivista internazionale di traduzione di poesia rivoluzionaria. Poeti di tutto il mondo vengono tradotti in americano da un gruppo di poeti e traduttori, e poeti americani vengono a loro volta tradotti in altre lingue. La rivista viene spedita in 50 paesi a gruppi rivoluzionari e ad organizzazioni culturali. In quel periodo Hirschman pubblica l’unica antologia di poesia albanese degli anni comunisti che sia mai stata pubblicata negli Stati Uniti, Jabishak.
È stato in contatto fin dalla metà degli anni Cinquanta con i poeti della beat-generation (alla quale è stato a volte associato) dai quali però si differenzia subito proprio per le sue posizioni politiche. Pur amico di Allen Ginsberg, Gregory Corso, Bob Kaufman e di tutti gli altri poeti beat, dissente da quella che ritiene una rivoluzione “borghese”, fatta di droghe e misticismo orientale, mentre si sente più vicino politicamente e culturalmente ai movimenti radicali afroamericani (Black Panther Party e tra i poeti Amiri Baraka).
Nel 1972 Hirschman comincia a scrivere i poemi lunghi che chiama Arcanes. Negli ultimi 42 anni ne ha scritti quasi 250 rimasti inediti per molti anni. Alcuni sono stati pubblicati dalla rivista Left Curve edita e diretta da Csaba Polony.
Hirschman descrive gli Arcanes come la trasformazione dialettica materialistica di ciò che è spesso alchemico o mistico. Essi si sforzano di portare avanti il significato spirituale del pensiero e del sentimento dialettico in un senso personale e politico.
Gli Arcanes, anche quando toccano temi personali (come nell’Arcano per suo figlio David, morto a 25 anni per un linfoma nel 1982), hanno sempre relazioni con le trasformazioni politiche e sociali. Negli ultimi anni il suo impegno ci ha dato opere di struttura e coscienza politica e poetica che sono baluardo per l’anima contro l’ondata di caos e fascismo che sta divorando lo spirito umano.
Ha pubblicato più di 100 libri e opuscoli di poesia, e saggi e traduzioni da nove lingue. Fra i suoi libri di poesia più importanti: A Correspondence of Americans (Bloomington, Indiana University, 1960), Black Alephs (Trigram Books, New York/London, 1969), Lyripol (City Lights Books, San Francisco, 1976), The Bottom Line (Curbstone Press, Willimantic, 1988), Endless Threshold (Curbstone Press, Willimantic, 1992), Front Lines (City Lights Books, San Francisco, 2002), I was Born Murdered (Sore Dove Press, San Francisco, 2004).
Nella sua intensa opera di traduttore ha lavorato su autori come Mayakovsky, Roque Dalton, Pier Paolo Pasolini, Rocco Scotellaro, Paul Laraque, Paul Celan, Martin Heidegger, Pablo Neruda, René Char, Stéphane Mallarmé, Alexei Kruchenykh, Ismaël Aït Djafer, Alberto Masala, Ferruccio Brugnaro.
È stato anche curatore e traduttore nel 1965 della prima importante antologia di Antonin Artaud pubblicata negli Stati Uniti da City Lights Books, opera che ha influenzato profondamente molti intellettuali, scrittori e gruppi teatrali (su tutti il Living Theatre). Ha rivelato una sensibilità particolare traducendo e pubblicando diverse poetesse, tra cui Sarah Kirsch (Germania), Natasha Belyaeva (Russia), Anna Lombardo, Lucia Lucchesino e Teodora Mastrototaro (Italia), Katerina Gogou (Grecia), Luisa Pasamanik (Argentina), Ambar Past (Mexico).
Il rapporto di Hirschman con l’Italia inizia alla fine degli anni Cinquanta.
La poesia che dà titolo al suo primo libro, A Correspondence of Americans, fu pubblicata nella rivista Botteghe Oscure a Roma nel 1958, due anni prima della sua pubblicazione negli Stati Uniti. Nel 1980 è in Sicilia per la pubblicazione bilingue della sua traduzione di Yossyph Shyryn del poeta siciliano Santo Calì.
Nel 1990, una versione italiana del suo libro di poesie militanti, The Bottom Line, curata da Bruno Gullì, è pubblicata dall’Editoriale Mongolfiera di Bologna con il titolo Quello Che Conta.
Nel 1992 comincia un tour in Italia, dando origine ad un sodalizio con la Multimedia Edizioni e la Casa della Poesia di Salerno, con il libro Soglia Infinita, tradotto ancora da Bruno Gullì. Questa collaborazione continua nel 2000 con la pubblicazione della prima raccolta di Arcanes, tradotti da Raffaella Marzano (che ha anche revisionato e dato corpo unico ad altre traduzioni di Anna Lombardo e Mariella Setzu) che ha poi continuato a proporre le opere di Jack Hirschman in Italia.
Hirschman è stato tra i primi poeti di livello internazionale ad aderire al progetto di Casa della poesia, di cui è uno dei più assidui collaboratori e frequentatori, partecipando agli Incontri internazionali di poesia che si sono svolti a Salerno, Napoli, Baronissi, Amalfi, Pistoia, Trieste, Reggio Calabria, Sarajevo.
È spesso accompagnato da sua moglie, la poetessa e pittrice anglosvedese Agneta Falk, sposata nel 1999.
Nel 2002 la Before Columbus Foundation attribuisce a Jack Hirschman l’American Book Award for Lifetime Achievement. La motivazione del premio, scritta dal poeta e scrittore David Meltzer, recita tra l’altro: “Jack Hirschman è una figura incredibilmente presente e tuttavia nascosta nella politica culturale e nella vita della poesia americana. Straordinariamente prolifico – ai più alti livelli dell’impegno artistico e del coinvolgimento attivo – il suo lavoro è generoso, aperto, e profondamente critico. La sua critica non è mai banale o inefficace ma ha immensa profondità. La sua opera maggiore – Arcani– si inserisce nella scia dell’epica moderna dei Cantos di Pound, del Paterson di William Carlos Williams, del The Maximum Poems di Charles Olson e delle Letters To An Imaginary Friend di Thomas McGrath. Instancabile lavoratore per la giustizia sociale e la libertà artistica. Noi siamo onorati nel dare riconoscimento alla sua opera e alla sua vita, ed egli onora e sfida la nostra opera e le nostre vite.”
Finalmente nel 2006 la città di San Francisco gli attribuisce il riconoscimento di “Poeta Laureato”, la Multimedia Edizioni pubblica in inglese, in un unico volume di 1000 pagine, l’intero corpus degli Arcani con il titolo The Arcanes e la City Lighs, nel 2008 All that’s left.
Sempre nel 2006 riceve a Reggio Calabria il Premio “Città dello Stretto”.
Il volume The Arcanes viene salutato dalla critica e dagli appassionati come un vero e proprio evento editoriale e culturale.
Nel 2007 riceve a Salerno il Premio Alfonso Gatto (sezione internazionale) ed è ad Haiti per il centenario di Jacques Roumain, invitato dal fratello di Paul Laraque, Franck Laraque. Inoltre, lo stesso anno, è l’organizzatore degli Incontri internazionali di poesia di San Francisco.
Nel 2008, riceve in Italia la cittadinanza onoraria di Baronissi.
Il 2009 è un anno ricco di avvenimenti: al termine del suo incarico come poeta laureato, l’Associazione Amici del Biblioteca di San Francisco gli affidano l’organizzazione dell’International Poetry Festival of San Francisco e delle letture settimanali di giovani poeti negli 11 distretti della città dal titolo Poets 11. Inoltre lo stesso anno, insieme con Sarah Menefee, Cathleen Willams e Bobby Coleman fonda The Revolutionary Poets Brigade, un’organizzazione di poeti politicamente e socialmente impegnati. Questa Brigada oggi ha nuclei di aggregazione anche in altre città quali Los Angeles, Albuquerque, Chicago, Burlington e in Europa a Roma e Parigi.
Negli Stati Uniti pubblica, nel 2010, in collaborazione con Casa della poesia e la Fondazione Alfonso Gatto, il volume Magma che raccoglie le sue traduzioni di poesie di Alfonso Gatto. Nello stesso anno partecipa, insieme ad altri poeti, ad una serie di letture a Basra, come protagonisti della prima apertura internazionale dell’Iraq dall’invasione americana.
Nel 2011 fonda insieme con 35 poeti e con gli organizzatori di vari festival il World Poetry Movement a Medellin, in Colombia, dove era già stato con Agneta Falk nel 2009.
L’anno successivo è in tour in Cina per alcuni reading con Agneta Falk e altri poeti cinesi.
Con la Multimedia Edizioni di Salerno pubblica nel 2014 28 Arcani, sempre tradotto da Raffaella Marzano. Nel 2016 viene pubblicato sempore dalla Multimedia Edizioni il secondo grande volume in lingua originale che raccoglie i suoi Arcanes scritti dal 2007 al 2016. Infine nel 2017 in Italia, sempre la con la traduzione di Raffaella Marzano, viene pubblicato il “libro-miracolo” L’Arcano del Vietnam.
Nel 2018 sono stati ristampati (con la revisione di Raffaella Marzano, in una nuova edizione) i primi due libri di Hirschman pubblicati in Italia “Quello che conta” e “Soglia infinita”.
Nel 2019 viene pubblicato (sempre in lingua originale) il terzo volume “The Arcanes”.
Per fine 2021 è prevista la pubblicazione del quarto volume “The Arcanes”.