Poesie di Elena Andreevna Svarc-scrittrice e poetessa russa-Biblioteca DEA SABINA
Biblioteca DEA SABINA
Poesie di Elena Andreevna Svarc-Poetessa russa
Elena Andreevna Švarc-L’11 marzo 2010 muore, a soli 52 anni, la scrittrice e poetessa russa Elena Andreevna Svarc, certamente una delle personalità più interessanti del panorama letterario contemporaneo.
Le sue opere si caratterizzano per le influenze gitane, tatare, slave e giudaiche. Frequente è l’uso del simbolismo, le sue rime spesso sono spesso imperfette, le metafore chiare e semplici. Elena intende il poeta come un santo e un martire, scelto per una vita solitaria e profetica.
Il moto circolatorio del tempo nel corpo:
“Questa ragazza
è la figlia di qualcuno,
ha negli occhi acqua azzurra,
nell’inguine
una sorda notte lacerata
e una stella rosata.
Ma nel suo cuore
che ora è?
Tra il cane e il lupo.
Azzurro e crepuscolare
cola il raso
sotto l’ago
conficcato nel centro.
Ha sulla fronte
un giardino antelucano
E’ avvampata l’alba
ecco ora farà giorno,
ma è già sulla tempia
il tramonto purpureo,
sulla spina dorsale
s’arrampica la notte”.
L’estate ormai s’abbassava a cerchi
L’estate ormai s’abbassava a cerchi,
S’inumidiva, riluceva il crepuscolo.
Tu hai detto, aggiustando la cravatta:
– Nell’eternità siamo già morti.
– Ma se è così – ho detto tristemente,
Pestando l’estate con una scarpa verso l’alto –
Viviamo in essa, e un peccato meschino
Si protende eternamente dietro di noi.
Oh beatitudine – la prima notte di giugno,
Quando il crepuscolo s’è addensato,
Agitare un ramo e pensare a lungo
Che siamo già morti, morti.
Elena Andreevna Švarc
(Traduzione di Paolo Galvagni)
da “La nuova poesia russa”, Crocetti Editore, 2003
«Лето уже спускалось кругами»
Лето уже спускалось кругами,
Влажнели, блестели сумерки.
Ты сказал, поправляя галстук:
— В вечности мы уже умерли.
— Но если так, — я сказала печально,
Подбивая лето ботинком вверх, —
Мы в ней и живем, и вечно тянется
За нами мелкий какой-нибудь грех. —
О блаженство — в первую ночь июня,
Когда загустели сумерки,
Веткой махать и долго думать,
Что мы уже умерли, умерли.
Елена Шварц
1986
da “Стихотворения и поэмы Елены Шварц” Инапресс, 1999
Il ciliegio e Thomas Mann
Aspettami ed io tornerò,
ma aspettami con tutte le tue forze.
Aspettami quando le gialle piogge
ti ispirano tristezza,
aspettami quando infuria la tormenta,
aspettami quando c’è caldo,
quando più non si aspettano gli altri,
obliando tutto ciò che accadde ieri.
Aspettami quando da luoghi lontani
non giungeranno mie lettere,
aspettami
la vita è una buia scucitura
La vita è una buia scucitura,
E solo da un filo dorato
Sono segnati i moti dell’anima.
Ora balza attraverso il baratro,
Ora precipita direttamente nell’abisso.
Di tutto il ricco destino purpureo
Di broccato rimane
Il solo risvolto sospeso nel buio
Sopra di noi – con piccoli nodi
Insensati d’oro.
Elena Andreevna Švarc-L’11 marzo 2010 muore, a soli 52 anni, la scrittrice e poetessa russa Elena Andreevna Svarc, certamente una delle personalità più interessanti del panorama letterario contemporaneo.
Le sue opere si caratterizzano per le influenze gitane, tatare, slave e giudaiche. Frequente è l’uso del simbolismo, le sue rime spesso sono spesso imperfette, le metafore chiare e semplici. Elena intende il poeta come un santo e un martire, scelto per una vita solitaria e profetica.
Tutta la mia vita è un caso miracoloso e un sogno misterioso. Ma più misteriosi di tutto il miracoloso sono i versi. Da chi sono ispirati, da chi sono gonfiati – extra intellettuali in una mente assennata – lo sa Dio. Ma non si tratta di questo, voglio soloraccontare alcuni casi della mia vita, nei quali chiaramente attraverso l’involucro di Maya, attraverso il velo della quotidianità si sono manifestate altre forze – quali che potessero essere. Da “Casi miracolosi e sogni misteriosi”. Elena Andreevna Schwartz è nata nel 1948 a Leningrado, dove è scomparsa l’11 marzo del 2010. E’considerata tra le poetesse più innovative e piene di talento degli ultimi decenni. La sua poesia satirica e provocatoria, si concentra su aspetti universali dell’esperienza femminile; è stata molto lodata dalla critica e molte poetesse, incluse Bella Achatovna Achmadulina e Ol’ga Aleksandrovna Sedakova, le hanno dedicato poesie. Nel 1971 si laurea presso l’Istituto leningradese di Teatro, Musica e Cinematografia. Esordisce nel 1972 con due poesie apparse sul giornale dell’università di Tartu. Negli anni Settanta frequenta gli ambienti letterari clandestini e a partire dalla metà degli anni Ottanta pubblica versi in Occidente: nelle riviste dell’emigrazione russa come «Grani» nei volumi: Tancujuščij David [Davide danzante] (New York 1985), Stichi [Versi] (Parigi 1987), Trudy i dni monachini Lavinii [Le opere e i giorni della monaca Lavinia] (New York 1988). Dal 1989 ha potuto pubblicare anche in patria. I suoi versi sono apparsi su molte riviste russe: le sue raccolte poetiche: Pesnja pticy na dne morskom [Canto di un uccello sul fondo marino] (1995), Mundus imaginalis (1996), Zapadnovostočnyjveter [Vento da occidente e oriente] (1997), Solo na raskalennoj trube [Assolo con una tromba arroventata] (1998). Agli ultimi anni risalgono i volumi antologici Stichotvorenija i poemy [Poesie e poemi] (1999) e Sočinenija [Opere] (2002).