Pierluigi Cappello-Poesie -Biblioteca DEA SABINA
Biblioteca DEA SABINA
Pierluigi Cappello-Poesie –
Fonte-Maledetti Poeti
Considerazioni di Pierluigi Cappello<<La poesia sottolinea l’umano che c’è dentro di noi e sottolinea ciò che di umano è ancora rimasto nel mondo.>>
Pierluigi Cappello (Gemona del Friuli, 1967 – Cassacco, 2017), uno dei poeti italiani più popolari degli ultimi decenni.
Dopo esser rimasto paralizzato all’età di 16 anni a causa di un gravissimo incidente stradale, l’autore friulano ha sempre vissuto su una sedia a rotelle.
“Sapeva sorridere, di una risata dolce e contagiosa, di tutto, anche della sua condizione di disabile”, ha scritto il settimanale Avvenire dopo la sua morte, avvenuta all’età di 50 anni.
Tra i tanti riconoscimenti ottenuti per le sue opere c’è anche il premio Vittorio De Sica 2012 per la Poesia, ricevuto il 6 novembre di quell’anno nel palazzo del Quirinale dalle mani dell’allora presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
“Sarei diventato poeta anche senza l’incidente, anzi di più, anche meglio”, rivendicava con orgoglio.
Ed a proposito del suo rapporto con l’ispirazione poetica, raccontava in un’intervista pubblicata dal Corriere della sera il 14 settembre 2014: “La poesia ti visita quando decide lei. È leggera e invadente insieme. Le parole non ti danno orari. Alcuni versi li scrivo di notte, poi di giorno li rivedo, li sistemo. L’alba è il momento migliore, quell’intervallo che c’è tra quando se ne va l’infermiere della notte e arriva quello della mattina.”
Pierluigi Cappello è stato anche segnalato all’Accademia di Svezia per una possibile candidatura al Nobel dal PEN Club, una delle istituzioni incaricate di individuare i letterati idonei al prestigioso riconoscimento.
La stessa associazione lo ha ricordato così in occasione della sua scomparsa: “Era prima di tutto un poeta ed ha imperturbabilmente -e potremmo dire eroicamente- affermato la primazia della poesia, affrontando col sorriso una vita difficile al punto da stroncare l’entusiasmo di chiunque ed insegnando a chi lo voleva ascoltare che la vita va riempita di contenuti. Nel mondo di oggi il suo messaggio poteva ben valergli il Nobel”.
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MATTINO
(Pierluigi Cappello)
Ho un acero, fuori casa, e tutto è lontano qualche volta tutto passa nelle cose senza contorno
ho un acero misterioso come una città sommersa
e guardare diventa le sue foglie,
l’ombra premuta
metà sulla strada metà nel giardino
la luce di ciascun giorno
dove le voci si appuntano e si disperdono.
Siamo l’acqua versata sulle pietre dei morti
sul filo teso tra la preghiera e il canto siamo la neve dentro le cose
l’occhio cui tutto allucina, tutto separa
e vivere è un minuscolo posto nel mondo
dove stare in giardino.
PIOVE
Piove, e se piovesse per sempre
sarebbe questa tua carezza lunga
che si ferma sul petto, le tempie;
eccoci, luccicante sorella,
nel cerchio del tempo buono, nell’ora
indovinata
stiamo noi, due sguardi versati in un corpo,
uno stare senza dimora
che ci fa intangibili,
sottili come un sentiero di matita
da me a te né dopo né dove, amore,
nello scorrere
quando mi dici guardami bene, guarda:
l’albero è capovolto, la radice è nell’aria.
SCRIVERE COME SAI DIMENTICARE
Scrivere come sai dimenticare,
scrivere e dimenticare.
Tenere un mondo intero sul palmo
e dopo soffiare.