Paolo Genovesi Fotoreportage -Salisano (Rieti)-Biblioteca DEA SABINA
Biblioteca DEA SABINA
Paolo GENOVESI Fotoreportage-Salisano (Rieti)-
SALISANO (Rieti) nel Fotoreportage di Paolo GENOVESI-Brevissimi cenni storici –La sua origine risale alla prima metà dell’XI secolo. Ben presto passò dai suoi più antichi feudatari, i Baronisci, all’Abbazia di Farfa, della quale seguì le vicende storiche fino al XVIII secolo; all’atto pratico fu comunque amministrata dalle potenti famiglie che avevano la commenda dell’abbazia (gli Orsini, i Farnese, i Barberini e i Lante Della Rovere). Sotto gli Orsini, venne ceduta a un loro protetto, il barone Galeotto Ferreoli, il quale mostrò subito una natura violenta e arrogante e sottopose la popolazione a ogni tipo di sopruso: gli abitanti, stanchi di sopportare le sue violenze, lo uccisero insieme ai familiari e alla servitù. Il toponimo si configura come una formazione prediale con il suffisso -ANUS, ma non è chiaro l’eventuale antroponimo latino da cui si sarebbe originato. Conserva i resti delle mura medievali e di un’antica fortezza, dagli storici identificata con il palazzo fatto erigere dal barone Ferreoli e poi distrutto dalla popolazione dopo l’assassinio del tirannico signore. Tra gli edifici religiosi spicca la parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo: edificata nel XVIII secolo, a pianta ellittica, è caratterizzata da due eleganti campanili simmetrici sulla facciata e all’interno custodisce una pregevole tela bizantineggiante del Quattrocento, raffigurante la Madonna con il Bambino; interessanti sono anche la chiesa di San Diego e l’attiguo convento francescano, risalenti alla fine del Cinquecento.
Comune di Salisano
Salisano è uno dei paesi piu caratteristici della Sabina, si affaccia sulla valle del Farfa, la sua origine risale alla prima metà del XI secolo.
Questo borgo è situato a 460 m s.l.m. sulle propaggini dei monti sabini e viene attraversato dal torrente Farfa.
Fa da cornice a questo meraviglioso borgo la catena montuosa del Tancia, molto suggestiva è la contrapposizione geografica al colle vicino dove c’è Mompeo, altrettanto belli e suggestivi sono i piani di Salisano che si trovano più in alto verso Tancia.
Il nome Salisano sembra avere origine a causa del fatto che l’unica via d’accesso al paese metteva a dura prova la resistenza fisica delle persone che intendevano raggiungerlo e secondo la tradizione poteva essere percorsa esclusivamente da chi era fisicamente sano, da qui salisano, ovvero Sali solo se sei sano.
Comune di Salisano
Sede: Salisano (Rieti)
Date di esistenza: sec. IX –
Intestazioni:
Comune di Salisano, Salisano (Rieti), sec. IX -, SIUSA
Già insediamento romano, dove sorgevano numerose ville di età imperiale, Salisano compare in epoca medievale nell’ 840 quando è citato in un diploma di Lotario I tra i possedimenti dell’Abbazia di Farfa. Attorno alla prima metà dell’XI sec. fu feudo dei Baronisci dai quali lo recuperò l’abate Berardo nel 1052; nel corso del secolo la proprietà si arricchì di diverse donazioni di cui l’Abazia ebbe in seguito ratifica dall’imperatore Enrico V nel 1118, da Urbano VI nel 1262 e da Benedetto XII nel 1339.
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Condizione giuridica:
pubblico
Tipologia del soggetto produttore:
ente pubblico territoriale
Contesto storico istituzionale di appartenenza:
Stato pontificio (Marche, Umbria, Lazio), 1798 – 1814
Stato pontificio (Province laziali), sec. XIV – sec. XVIII
Profili istituzionali collegati:
Comunità (Stato della Chiesa), sec. XIV – sec. XVIII
Comunità laziali nel periodo francese, 1798 – 1814
Comunità (Stato della Chiesa), 1815 – 1870
Comune, 1859 –
Ambito territoriale:
Provincia di Rieti (1927 – )
Complessi archivistici prodotti:
Comune di Salisano (fondo)
Stato civile del Comune di Salisano (fondo)
Bibliografia:
TARQUINIUS, Villeggiature Sabine: Salisano, in “Terra Sabina”, 8, 1924
Salisano: nascita e sviluppo di un Castello Sabino, Roma, Fornasiero editore, 2003
AA.VV., Città e paesi del Lazio, Roma, Editrice Romana s.p.a, 1997
Grappa, C., Storia dei paesi della provincia di Rieti, Poggibonsi, Lalli, 1994
Palmegiani, F., Rieti e la regione Sabina. Storia arte, vita usi e costumi del secolare popolo sabino, Roma, Secit, 1988
Gurisatti, g., Picchi, D., Salisano: formazione e sviluppo del centro antico, Salisano, Comune di Salisano, stampa 1988
Redazione e revisione:
Barbafieri Adriana, 2007/11/03, revisione
Il popolo sabino, giunto dalle coste adriatiche, si stanziò intorno al secolo X-IX a.c. nella regione laziale a Nord Est di Roma, in centri quali: Reate (Rieti), Amiternum (presso l’Aquila), Nursia (Norcia), Fidenae, Cures, Nomentum (Mentana).
Numerosi sono i riferimenti nella tradizione storica della partecipazione sabina alla fondazione di Roma, quale l’episodio famoso del ratto delle sabine, parzialmente confermato da elementi linguistici, per i quali non è possibile dubitare della partecipazione dei sabini al sinecismo iniziale di Roma.
Nel 290 a.c. Curio Dentato conquistò tutto il territorio sabino, riducendo la popolazione a cives sine suffragio, fino a quando nel 268 a.c. ottennero piena cittadinanza essendo gradualmente assorbiti dallo stato romano.
Allo stesso console romano si deve, alcuni anni dopo, il primo prosciugamento della paludosa piana reatina con l’apertura della “cava curiana” che dette luogo alla “Cascata delle Marmore”.
Dopo un forte terremoto nel 174 a.c., il sorgere di numerose ville romane nella Sabina testimoniano un cambiamento nella riorganizzazione del territorio e dell’agricoltura. Furono chiamate villae rusticae, come ad esempio “i Casoni”, una villa romana attribuita a Varrone, sorta vicino all’odierno Poggio Mirteto.
Intorno al II secolo a.c., il propagarsi del cristianesimo fu marcato da una serie di segni importanti: catacombe, chiese, cappelle. Testimonianze di ciò nella Sabina si ritrovano nelle rovine dell’antico municipio romano di Forum Novum, in località Vescovio, nel territorio di Torri in Sabina, costruito all’incrocio di due strade secondarie che collegavano il nuovo centro con la via Flaminia e la via Salaria.
Di particolare interesse è anche la cattedrale edificata nelle vicinanze del Forum risalente allo stesso periodo di costruzione di questo. Notevole è il ciclo pittorico realizzato che scandisce i muri laterali. Sulla parte destra sono raffigurate scene dell’antico testamento, alcune delle quali divenute oggi quasi illeggibili. Sulla parete sinistra sono invece rappresentati momenti del nuovo testamento. L’interno, ad una sola navata, non è stato stravolto da rifacimenti in età moderna per la perdita di importanza della stessa sede diocesana traslata a Magliano Sabina.
Livio e Dionigi d’Alicarnasso ricordano, nel periodo regio e repubblicano, guerre tra sabini e romani, fino a quando, nel 449, Roma riportando una vittoria definitiva, occupò Cures, Nomentum e Fidenae.
In età longobarda, la Sabina fu invece divisa tra i ducati di Roma e Spoleto.
Risale al VI secolo, con il diffondersi del cristianesimo e del monachesimo, la fondazione dell’Abbazia di Farfa la quale, insieme ai contigui edifici monastici, furono completamente distrutti dall’invasione longobarda.
Sotto l’abate Ugo I° l’abbazia attraversò un fulgido periodo storico protetta dai Carolingi, in primis da Carlo Magno. Intorno all’abbazia, in virtù dell’opera dei monaci seguaci della regola di S. Benedetto, si sviluppò un borgo attivo di artigiani e di contadini in modo da vendere i loro prodotti nelle frequenti fiere che si svolgevano a Roma.
Nel XII secolo la Sabina, con il declino del potere dell’Abbazia e il continuo affermarsi del dominio dello Stato pontificio, vide potenti famiglie feudatarie quali i Savelli, gli Orsini e i Colonna insediarsi in questa zona.
Nel 1861 venne unificata all’Umbria e soltanto nel 1923 fu nuovamente aggregata al Lazio, costituendo poi, nel 1927 gran parte della nuova provincia di Rieti.