Memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar -Einaudi Editore-Biblioteca DEA SABINA
Biblioteca DEA SABINA
Memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar
Einaudi Editore
Memorie di Adriano –Giudicando la propria vita di uomo e l’opera politica, Adriano non ignora che Roma finirà un giorno per tramontare; e tuttavia il suo senso dell’umano, eredità che gli proviene dai Greci, lo sprona a pensare e servire sino alla fine. “Mi sentivo responsabile della bellezza del mondo” afferma, personaggio che porta su di sé i problemi degli uomini di ogni tempo, alla ricerca di un accordo tra la felicità e il metodo, fra l’intelligenza e la volontà. I “Taccuini di appunti” dell’autrice (annotazioni di studio, lampi di autobiografia, ricordi, vicissitudini della scrittura) perfezionano la conoscenza di un’opera che fu pensata, composta, smarrita, corretta per quasi un trentennio.
Biografia di Marguerite Yourcenar (1903-1987), pseudonimo di Marguerite Cleenewerck de Crayencour, è stata una scrittrice francese, prima donna eletta alla Académie française, nel 1980 (ovvero l’accademia, fondata nel 1635, il cui compito è vegliare sulla lingua francese: il suo consiglio è formato da soli quaranta eletti). Nata in Belgio, a Bruxelles, da Ferdinande de Cartier de Marchienne, belga e di nobili origini, e dal francese di origini borghesi Michel Cleenewerck de Crayencour, la piccola Marguerite rimase orfana di madre ad appena dieci giorni dalla nascita, per via delle complicazioni del parto. La scrittrice non lamentò mai l’assenza della madre, anche perché col padre aveva uno strettissimo rapporto di amore e di stima, e passò la parte più importante della sua infanzia nella villa paterna, nel Nord della Francia, fino al 1912, quando col padre si trasferì definitivamente a Parigi – tranne che durante una breve parentesi londinese durante la Prima Guerra Mondiale.
Fu una lettrice e una studiosa precocissima. Ricevette un’educazione privata, sotto la guida di istitutori privati e di suo padre, e potè avvicinarsi allo studio del latino a dieci anni e del greco e dell’italiano a dodici. L’avvicinamento precoce al mondo antico fu un importante imprinting che la rese per tutta la vita un’attenta lettrice del mondo classico. A diciassette anni, trasferitasi a Nizza nel Sud del Francia assieme al padre che versava in difficoltà economiche, compose e pubblicò – proprio grazie all’aiuto finanziario del padre – il suo primo libro di poesie con lo pseudonimo di Marg Yourcenar – un nome de plume inventato assieme al genitore prediletto anagrammando il loro cognome. Negli anni seguenti viaggiò molto, soprattutto in Italia, e fu casuale spettatrice della Marcia su Roma. Nel 1924 visitò per la prima volta Villa Adriana, da cui la giovane scrittrice rimase folgorata, tanto che infatti cominciò a raccogliere appunti sull’imperatore Adriano per scriverne la biografia. Lettrice avida e attenta, negli anni seguenti si avvicinò alla letteratura inglese e a quella dell’estremo oriente. Nel 1929 pubblicò il suo primo libro in prosa: Alexis o il trattato della lotta vana, un intimo romanzo epistolare nel quale l’autrice affrontò per la prima volta apertamente il tema dell’omosessualità, grazie alla voce del suo protagonista, che si sofferma sull’analisi della propria esistenza. Nello stesso anno morì l’amato padre.
Il 1937 fu un anno fondamentale nella vita di Marguerite Yourcenar; non solo incontrò a Londra Virginia Woolf (a cui il blog de Il Tuo Biografo ha dedicato un approfondimento speciale: cliccate qui per scoprirlo), di cui accettò di tradurre in francese il romanzo Le Onde, ma, tornata in Francia, incontrò a Parigi la donna che sarebbe stata la sua compagna per tutta la vita: Grace Frick, statunitense insegnante di lingua inglese, con la quale, allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale nel 1939, si trasferì negli Stati Uniti. I primi dieci anni in questo Paese furono duri, perché per la prima volta l’autrice, terminate le riserve della sua eredità, dovette affrontare uno stile di vita fatto di privazioni materiali. Per tutti gli anni Quaranta e fino all’inizio degli anni Cinquanta si guadagnò da vivere come insegnante di francese e di storia dell’arte. Nonostante vivesse negli Stati Uniti, di cui divenne cittadina nel nel 1947, Yourcenar non smise mai di scrivere in francese, anzi: proprio in questi anni la sua produzione poetica nella lingua madre subì un’impennata. Per sfuggire al trambusto delle città, Yourenar e Frick trovano sempre più spesso rifugio a Mount Desert, un’isola della costa atlantica, nel Maine, che in seguito sarebbe diventata la dimora principale delle due intellettuali.
Nel 1948 Marguerite Yourcenar ricevette dall’Europa alcuni bauli, in cui erano contenuti alcuni suoi vecchi manoscritti mai pubblicati, compresi gli appunti sull’imperatore Adriano: decise immediatamente di riprenderli in mano e, nel corso di un mese, compose la prima parte del suo romanzo più celebre. Proprio a causa del suo profondo coinvolgimento con l’opera, nel 1949 decise di sospendere la propria attività di insegnante per dedicarsi interamente alla stesura del romanzo: nel 1951 Yourcenar diede finalmente alle stampe il suo grande capolavoro, Memorie di Adriano,a cui il blog de Il Tuo Biografo ha dedicato uno speciale approfondimento: la genesi del romanzo fu infatti piuttosto travagliata e, se volete saperne di più, troverete l’articolo cliccando qui. Il memoir, letterario e immaginario ma perfettamente rigoroso dal punto di vista storico e filologico, fu scritto dall’autrice in prima persona, dal punto di vista del vecchio imperatore che, alla fine della propria vita, scrive un’epistola indirizzata al giovane Marco Aurelio, destinato a divenire il futuro imperatore. Il romanzo ebbe subito un grande successo e portò Yourcenar ad essere riconosciuta come una delle maggiori scrittrici francesi mondiali.
In seguito al grande successo di Memorie di Adriano, Yourcenar cominciò a viaggiare anche con maggiore assiduità che negli anni precedenti. Scrisse ulteriori saggi di critica letteraria, in particolare un lavoro molto apprezzato su Thomas Mann, e si schierò apertamente in difesa dei diritti civili, della pace e dell’ecologismo. Nel frattempo, alla fine degli anni Cinquanta, si fecero notare le prime avvisaglie di quella che sarebbe stata la lunga malattia della sua amata Grace Frick. Durante gli anni Sessanta fu soprattutto impegnata nella stesura di Opera al nero, che, in seguito ad alterne vicende col suo editore, riuscì a pubblicare solo nel 1968. Venne insignita di importanti riconoscimenti letterari, sia dall’Accademia reale belga di lingue e letteratura francese, che, a Parigi, della Legione d’Onore; nel 1972 ricevette un dottorato honoris causa dall’Università del Maine.
Durante gli anni Settanta diede inizio a una delle sue maggiori fatiche letterarie, ovvero la stesura della trilogia del Labirinto del Mondo, in cui indagò le sue stesse origini, e quelle della sua famiglia, in un intreccio letterario che affonda nella storia d’Europa. Il primo capitolo della trilogia, intitolato Care memorie, venne pubblicato nel 1974. Nel 1977, anno in cui venne dato alle stampe Archivi del Nord (a cui il blog de Il Tuo Biografo ha dedicato un approfondimento: se volete leggerlo lo trovate a questa pagina), ovvero il secondo capitolo della sua trilogia della memoria, compì un ultimo grande viaggio assieme a Grace Frick nei grandi parchi del Canada. Due anni dopo, nel 1979, Grace Frick morì, dopo un malattia lunga vent’anni.
Nel 1980 Marguerite Yourcenar fu eletta, prima donna nella storia, membro dell’Académie Française. Nello stesso periodo si raccolse nello studio della lingua giapponese e in particolare della letteratura di Mishima Yukio, su cui decise di scrivere uno studio critico: lo pubblicò nel 1981 col titolo di Mishima o la sua visione del vuoto. Nello stesso anno fu insignita di un dottorato honoris causa dall’Università di Harvard. Dopo aver pubblicato, nel 1985, l’ultimo capitolo della trilogia del Labirinto del Mondo, intitolato Quoi? L’éternité? (ovvero, in italiano: Che? L’eternità?), morì il 17 dicembre del 1987 sull’isola di Mount Desert, che le era stata casa negli ultimi anni della sua vita.
Nonostante la sua attenzione per la memoria, e l’immenso lavoro per portare a compimento la trilogia del Labirinto del Mondo, e in particolare degli Archivi del Nord, Marguerite Yourcenar non scrisse mai una vera e propria autobiografia. Uno dei testi che però più si avvicinano a un vero e proprio testamento immateriale dell’autrice è l’intervista, biografica e letteraria, del critico letterario francese Matthieu Galey: nel suo Ad occhi aperti sono raccolti e sistematizzati diversi colloqui che l’autore ebbe con Yourcenar verso la fine della sua vita, in cui risalta lo sguardo originale, lucido e disincantato di una delle più eccezionali menti del Novecento.