Maria Rosaria De Santis-Poesie “L’amore immaginario”-Biblioteca DEA SABINA
Biblioteca DEA SABINA
Maria Rosaria De Santis-Poesie da “L’amore immaginario”-
Editore L’Erudita -ROMA
allora scoppiare
svanire
sprofondare nel magma
al centro della terra
riemergere in cenere dall’altro lato
volare libera
in cerca di una nuova forma
solleticare le narici di giorni nuovi
cambiare nome, identità
vivere tutte le esperienze degli stati di materia
mangiare ghiaccio tagliente
per insegnare alle labbra e ai denti
a resistere al freddo e a soffrirne in silenzio scivolare
su un liquido tiepido denso
freddo alla fonte
riscaldando da sola ciò che non ha spessore.
Meravigliosamente urlare aria leggera
coprire le parole inutili, vecchie, risentite
imparare una nuova voce aerea
e usarla per presentarmi
sulla mia nuova parte di emisfero.
Trame di conversazioni immaginate
mi affollano la mente quando è sera:
è allora che ti comincio a reinventare,
è allora che ti fai parola.
Anneghi in me confusa che mi perdo
in questa opera di ricostruzione
per questo poi ti lascio improvvisare
e al mattino non ti riconosco.
Ti ho spiegato molte volte
che fraintendo le parole
io apro le frasi e le spacco a metà
prima le rompo dall’interno scavando con costanza
poi mi nascondo nella fossa che ho creato
e da lì urlo che non capisco niente.
Ormai scivolata sotto la crosta della rabbia
solo una delicatezza straordinaria può riportarmi in
[superficie
e lungo il tragitto verso l’aria pulita
spiegarmi che le parole che mi squarciano
le ho già sentite da bambina
e ora dalle bocche di altri vengono a ricordarmi
che tutto il bene fatto con innocente autoindulgenza
è sempre, a ben vedere, male.
Ti ho invitato nelle mie stanze chiuse
e ti ho lasciato solo con i miei segreti,
ho aspettato che li facessi a pezzi
e tu me li hai restituiti interi.
A rimanere sole saremo sempre in due
escluse dal nostro reciproco torpore
nell’inseguire appuntamenti senza senso
insieme a volti già pieni di noi
sempre saremo noiose, arroganti, vuote
streghe superficiali e stupide
ma nell’astio per noi stesse troviamo un’unica spinta
per continuare a odiare noi da sole e gli altri insieme
felici di gridare e non essere sentite:
è la più dolce forma di amarezza.
DESCRIZIONE-
Emozioni e sentimenti si allineano tra immaginario e consapevolezza, le tracce della speranza sono il ponte per dare voce a ciò che nel buio può diventare luce. La creatività dei versi di Maria Rosaria De Santis crea con delicatezza e autenticità un ritmo empatico e attraverso la condivisione del pensiero le parole diventano un gioco armonico che trasforma la profondità dell’animo in una culla essenziale, affidando al nostro sé l’incarico di nostro portavoce della magica sfera emozionale. I versi tracimano esuberanza, voglia di vivere ma anche angoscia e tristezza, in un caleidoscopio di emozioni che ritraggono l’interno spettro dell’esperienza umana.
Recensione
“La vita è troppo lunga per immaginarla intera: sono vecchia per la stanchezza di essere giovane”
Ci vuole del talento per scrivere, per immaginare una cosa del genere. Io non sono un amante della poesia. Ma sono uno capace di capire il talento altrui, la bravura. E questa raccolta di poesie è dimostrazione di talento, di capacità di scrivere, e scrivere bene. È anche fin troppo “facile” scrivere un racconto breve, un piccolo libro. Ma la poesia è altro. E quando riesci a leggere qualcosa di bello, come questa raccolta di poesie, rimani incantato. Gioire del talento altrui, non essendo invidiosi di ciò, ma anzi ringraziare per gli scritti degli altri. La poesia è forse “la bellezza limpida delle cose inutili”, come recita un altro componimento di questo libro. Ma avercene di più, di bellezza limpida così.
Breve biografia di Maria Rosaria De Santis è nata a Castellammare di Stabia (NA) nel 1998.
Laureata in Giurisprudenza, sin da bambina impiega la maggior parte del suo tempo nella lettura e nella scrittura. A luglio 2022 ha pubblicato per L’Erudita, marchio di proprietà di Giulio Perrone editore, il suo primo libro.