LUIGI PINTOR giornalista, fondatore e animatore del “manifesto” moriva il 17 MAGGIO 2003
LUIGI PINTOR moriva il 17 MAGGIO 2003
Luigi Pintor , intellettuale eternamente critico con la “sua” sinistra, giornalista, fondatore e animatore del “manifesto”, era stato anche deputato, aveva 78 anni. Fino all’ultimo lo ha assistito la moglie Isabella.
Pintor sfuggÌ alla condanna a morte durante la guerra di Liberazione, entrò nel Comitato centrale del Pci, fu condirettore de ‘L’UnitÀ.
Poi, deputato dal 1968 al 1972.
Nel 1969 fu radiato dal Pci insieme al gruppo dei ‘dissidenti’ e fondò ‘Il manifesto’.
La sua storia si può definire quella di un comunista ‘politicamente scorretto’, prendendo in prestito il titolo del suo ultimo libro che racconta, criticandoli, gli anni del governo dell’Ulivo, dal 1996 al 2001.
Nato a Roma il 18 settembre 1925 da Giuseppe e da Adelaide Dore, Luigi Pintor trascorse la sua fanciullezza a Cagliari.
Tornato a Roma, si avvicinò al movimento antifascista clandestino. Era il fratello minore dell’intellettuale antifascista Giaime Pintor, nato nel 1919, e che morì il 1 dicembre 1943 a causa dello scoppio di una mina nel tentativo di passare il fronte, lungo il Garigliano, davanti a Castelnuovo al Volturno
Pintor partecipò alla guerra di liberazione nelle fila dei Gap.
E arrestato dalla famigerata banda Koch, sfuggi ¬ alla condanna a morte. Poi vennero gli anni del dopoguerra e del Pci. Pintor fu un dirigente di primo piano del partito e nel partito combattè lunga serie di battaglie sempre da sinistra, su posizioni “ingraiane”.
Fino al 1969, quando la sua critica, per il “centralismo democratico” del Pci di allora, divenne troppo pesante da sostenere.
Nel comitato centrale del Pci del 5 giugno del 1965, si registrò un fatto clamoroso al momento del voto: quattro componenti, tra cui Luigi Pintor, votarono contro la relazione che a nome della segreteria era stata svolta da Paolo Bufalini. La lotta tra la destra e la sinistra del partito si fece più aspra, mentre si manifestò per la prima volta in modo esplicito il dissenso.
Passarono quattro anni e Pintor fu di nuovo protagonista di una battaglia storica all’interno del Pci per la manifestazione e la libertà di dissenso nella vita del partito.
L’8 febbraio 1969, in occasione del XII congresso del Pci a Bologna, Pintor, il più noto tra i delegati della sinistra, affiancato da Rossana Rossanda, Aldo Natoli e Massimo Caprara, pronunciò un vivace intervento in contrasto con la maggioranza del partito.
Era l’inizio di una insanabile divergenza.
Fu Alessandro Natta in una storica riunione del Comitato centrale (25 novembre 1969) a chiedere e ottenere la radiazione dal Pci del gruppo del Manifesto.
Con Pintor vennero cacciati dal Pci anche Aldo Natoli, Rossana Rossanda, Lucio Magri e Massimo Caprara.
Li seguirono Valentino Parlato e Luciana Castellina.
L’accusa?
L’aver “cristallizzato” il dissenso in un piccolo movimento organizzato che aveva “osato” darsi anche un periodico: “Il manifesto”, appunto.
Un’accusa che oggi suona quasi ridicola ma che, allora, traumatizzò e divise larghi strati del Pci.
Poi, il “manifesto” come partito durò relativamente poco.
Nel 1987, dopo molte battaglie, rientrò di fatto nella sinistra indipendente.
Come giornale, “Il manifesto” (per la prima volta in edicola il 28 aprile 1971) vive e combatte anche oggi la sua battaglia di “coscienza critica” della sinistra italiana.
Pintor ne è stato il primo direttore e lo ha condotto in diverse altre occasioni alternandosi con altri membri del collettivo redazionale.
Pur non essendo uno scrittore di professione, Luigi Pintor ha sempre coltivato uno stile pungente anche negli articoli giornalistici, talvolta raffinato, e non di rado arricchito di letterarietà. E proprio nell’ultimo decennio la scrittura ha preso quasi il sopravvento nella sua attività pubblicando diversi libri, tutti per la casa editrice Bollati Boringhieri, fondata dall’amico Giulio Bollati.
Nel 1991 ha dato alle stampe ‘Servabo’ in cui, utilizzando una parola di derivazione latina con il significato di conservare, ha rievocato 50 anni di vita. Nel 1998 ha pubblicato un ‘romanzo’ dal titolo ‘La Signora Kirchgessner’; sono poi seguiti nel 2001 ‘Il Nespolo’ e nel 2002 ‘Politicamente Scorretto’, in cui ha riproposto cronache del quinquennio 1996-2001.
Da a Repubblica it.