Leone Ginzburg-celebrazione di Dostoevskij Fëdor Michajlovič-PEGASO 1931-Biblioteca DEA SABINA
Biblioteca DEA SABINA
Leone Ginzburg -Contributo alla celebrazione di Dostoevskij Fëdor Michajlovič-
Articolo scritto per la Rivista PEGASO n°4 del 1931 diretta da Ugo Ojetti
Biografia di Dostoevskij Fëdor Michajlovič-nasce a Mosca nel 1821 come Fëdor Michajlovic Dostoevskij ed è considerato il maggior romanziere russo grazie alla sua prolifica produzione letteraria. La sua formazione avviene in un ambiente piuttosto religioso e autoritario, tanto che alla morte della madre viene costretto dal padre, medico aristocrativo decaduto, a frequentare la scuola del genio militare di San Pietroburgo che frequenta malvolentieri dal momento in cui il suo vero amore è già la letteratura.
Subito dopo il diploma, rinuncia alla carriera militare per scrivere invece il suo primo romanzo, Povera gente, che ha un grande successo. Successivamente scrive Il sosia e Le notti bianche, deludendo parzialmente i suoi primi estimatori. Tra questi un critico, Belinskij, che lo aveva acclamato come scrittore esordiente.
Nel 1849 Dostoevskij aderisce a un circolo di intellettuali socialisti e per questo viene condannato a morte, anche se poco dopo arriva la grazia da parte dello Zar Nicola I e la condanna a quattro mesi di esilio in Siberia e quattro di arruolamento forzato.
Nel 1857 Dostoevskij sposa una giovane vedova: subito dopo il matrimonio torna alla letteratura con Il villaggio di Stepancikovo e Il sogno dello zio.
Nel 1861 inizia a scrivere in qualità di giornalista per la rivista Il tempo. Qui compaiono due nuove opere: Memorie da una casa di morti (racconto dell’esperienza siberiana) e Umiliati e offesi.
Dopo un viaggio in Inghilterra, Francia e Germania esprime giudizi netti e negativi sulla civiltà occidentale, poi fonda il periodico Epoca e pubblica due opere che lo consacreranno definitivamente nell’Olimpo degli scrittori: Memorie del sottosuolo e Delitto e castigo. Entrambe gli procureranno buona fama ma scarso successo economico.
Rimasto vedovo, nel 1867 sposa in seconde nozze la propria stenografa, Anna Snitkina. Pubblica poi Il giocatore, romanzo autobiografico in cui confessa la sua rovinosa passione per la roulette.
La sua situazione economica non è delle migliori: per sfuggire ai creditori si trasferisce all’estero con la moglie e scrive un altro romanzo che gli procurerà una fama imperitura: L’idiota. Una volta tornato in Russia nel 1873 pubblica I demoni.
Segue un periodo molto prolifico che lo porterà a scrivere I fratelli Karamazov e che si protrae fino al 1880. Nel 1881 muore improvvisamente a Pietroburgo.
Biografia di Dostoevskij Fëdor Michajlovič-
Dostoevskij nasce a Mosca nel 1821 come Fëdor Michajlovic Dostoevskij ed è considerato il maggior romanziere russo grazie alla sua prolifica produzione letteraria. La sua formazione avviene in un ambiente piuttosto religioso e autoritario, tanto che alla morte della madre viene costretto dal padre, medico aristocrativo decaduto, a frequentare la scuola del genio militare di San Pietroburgo che frequenta malvolentieri dal momento in cui il suo vero amore è già la letteratura.
Subito dopo il diploma, rinuncia alla carriera militare per scrivere invece il suo primo romanzo, Povera gente, che ha un grande successo. Successivamente scrive Il sosia e Le notti bianche, deludendo parzialmente i suoi primi estimatori. Tra questi un critico, Belinskij, che lo aveva acclamato come scrittore esordiente.
Nel 1849 Dostoevskij aderisce a un circolo di intellettuali socialisti e per questo viene condannato a morte, anche se poco dopo arriva la grazia da parte dello Zar Nicola I e la condanna a quattro mesi di esilio in Siberia e quattro di arruolamento forzato.
Nel 1857 Dostoevskij sposa una giovane vedova: subito dopo il matrimonio torna alla letteratura con Il villaggio di Stepancikovo e Il sogno dello zio.
Nel 1861 inizia a scrivere in qualità di giornalista per la rivista Il tempo. Qui compaiono due nuove opere: Memorie da una casa di morti (racconto dell’esperienza siberiana) e Umiliati e offesi.
Dopo un viaggio in Inghilterra, Francia e Germania esprime giudizi netti e negativi sulla civiltà occidentale, poi fonda il periodico Epoca e pubblica due opere che lo consacreranno definitivamente nell’Olimpo degli scrittori: Memorie del sottosuolo e Delitto e castigo. Entrambe gli procureranno buona fama ma scarso successo economico.
Rimasto vedovo, nel 1867 sposa in seconde nozze la propria stenografa, Anna Snitkina. Pubblica poi Il giocatore, romanzo autobiografico in cui confessa la sua rovinosa passione per la roulette.
La sua situazione economica non è delle migliori: per sfuggire ai creditori si trasferisce all’estero con la moglie e scrive un altro romanzo che gli procurerà una fama imperitura: L’idiota. Una volta tornato in Russia nel 1873 pubblica I demoni.
Segue un periodo molto prolifico che lo porterà a scrivere I fratelli Karamazov e che si protrae fino al 1880. Nel 1881 muore improvvisamente a Pietroburgo.
le principali opere di Dostoevskij:
- Povera gente (1846);
- Il sosia (1846);
- Le notti bianche (1848);
- Il villaggio di Stepancikovo (1859);
- Il sogno dello zio (1859);
- Memorie da una casa di morti (1861-62);
- Umiliati e offesi (1861);
- Memorie del sottosuolo (1865);
- Delitto e castigo (1866);
- Il giocatore (1867);
- L’idiota (1868-69);
- I demoni (1873);
- L’adolescente (1875);
- Diario di uno scrittore (1876-81);
- I fratelli Karamazov (1879-80)
Biografia di Leone Ginzburg
Leone Ginzburg- Nacque a Odessa dagli ebrei Fëdor Nikolaevič Ginzburg e Vera Griliches. Era l’ultimo di tre fratelli: lo precedevano Marussa (1896) e Nicola (1899). Era in realtà figlio naturale dell’italiano Renzo Segré, con cui la madre aveva avuto una fugace relazione mentre si trovava in villeggiatura a Viareggio; Fëdor lo aveva però riconosciuto come suo e Leone stesso lo considerò sempre come il proprio padre.
Figura importantissima nell’infanzia di Leone fu l’italiana Maria Segré (sorella del suo padre naturale) che sin dal 1902 viveva presso la famiglia in qualità di istruttrice. Insegnò ai tre fratelli il francese e l’italiano e fu lei a creare i rapporti tra i Ginzburg e l’Italia.
Leone fu per la prima volta in Italia nel 1910, quando trascorse le vacanze a Viareggio con la madre e i fratelli. Questa consuetudine si ripeté anche negli anni successivi sino allo scoppio della Grande Guerra, nel 1914: in quell’occasione la madre e i fratelli maggiori tornarono a Odessa mentre il figlio minore, per evitargli un pericoloso viaggio in mare, rimase nella Penisola con la Segré che divenne per lui quasi una seconda madre. Il giovane Ginzburg visse in Italia per tutta la durata del conflitto, dividendosi tra Roma e Viareggio.
Frattanto, passati attraverso la Rivoluzione di ottobre, i parenti rimasti in Russia si trovavano in difficoltà: nonostante avessero sostenuto la rivolta, i Ginzburg dovevano soffrire nuove pesanti limitazioni. Il primo a lasciare Odessa, nel 1919, fu Nicola il quale, temendo il richiamo alle armi, si trasferì a Torino dove si iscrisse al Politecnico. L’anno successivo tutta la famiglia si era stabilita a Torino e fu raggiunta da Leone che si iscrisse alla seconda classe del “Liceo Classico Vincenzo Gioberti”.
Nel 1921 i Ginzburg si spostarono ancora una volta: furono a Berlino dove il padre aveva avviato una nuova società commerciale assieme a un amico. Leone dovette quindi riprendere la lingua russa e fu iscritto alla scuola russa della città dove proseguì gli studi ginnasiali. Nell’autunno 1923, mentre il padre restava in Germania per lavoro, la famiglia si riportò a Torino e qui Leone preparò, nel 1924, l’esame ginnasiale.
Tra il 1924 e il 1927 concluse gli studi classici frequentando il liceo Massimo d’Azeglio. Fu studioso e docente di letteratura russa, partecipò allo storico gruppo di intellettuali di area socialista e radical-liberale (tra gli altri, Norberto Bobbio, Vittorio Foa, Cesare Pavese, Carlo Levi, Elio Vittorini, Massimo Mila, Luigi Salvatorelli) che collaborarono alla nascita a Torino della casa editrice Einaudi.
In campo politico fu un federalista convinto, attivo antifascista, dopo aver ottenuto la cittadinanza italiana nel 1931 aderì al movimento “Giustizia e Libertà”. Fu per questo arrestato il 13 marzo 1934 in seguito alle ammissioni dell’antifascista giellino Sion Segre, arrestato con Mario Levi l’11 marzo, e su segnalazione del chimico francese René Odin, informatore dell’OVRA. Condannato a quattro anni di carcere, con cinque anni di interdizione dai pubblici uffici, beneficiò di due anni di condono condizionale. Rilasciato nel 1936, proseguì la sua attività letteraria e di antifascista.
Nel 1938 sposò Natalia Levi (meglio nota come Natalia Ginzburg), dalla quale ebbe due figli e una figlia: Carlo Ginzburg, poi divenuto noto storico, Andrea, economista, e Alessandra, psicanalista. Nel giugno del 1940 fu mandato al confino a Pizzoli, in Abruzzo, fino alla caduta del fascismo.
Liberato nel 1943 alla caduta del fascismo, si spostò a Roma dove fu uno degli animatori della Resistenza nella capitale. Nuovamente catturato e incarcerato a Regina Coeli, fu torturato dai tedeschi perché rifiutò di collaborare. Morì in carcere, in conseguenza delle torture subite, la mattina del 5 febbraio 1944. È sepolto presso il Cimitero del Verano di Roma.
Note biografiche tratte e riassunte da Wikipedia
https://it.wikipedia.org/wiki/Leone_Ginzburg