‘LEE MILLER’: in arrivo il film sulla grande fotografa americana- Articolo di Elisabetta Colla. Rivista NOI DONNE-Biblioteca DEA SABINA
Biblioteca DEA SABINA
‘LEE MILLER’: in arrivo il film sulla grande fotografa americana-
Articolo di Elisabetta Colla. Rivista NOI DONNE-
Nelle sale da inizio 2025, distribuita da Vertice 360, la pellicola sulla straordinaria figura di Lee Miller è interpretata e prodotta da Kate Winslet
– Quella della fotografa, fotoreporter e modella statunitense Elizabeth, detta ‘Lee’, Miller è stata certamente una vita fuori dell’ordinario.
Lee era la figlia prediletta del padre Theodore, che si dilettava con la fotografia e che insegnò ai propri figli numerose tecniche fotografiche quando erano ancora molto piccoli: in particolare Lee, oltre ad essere sua allieva, fin dall’infanzia era stata anche la sua modella preferita e veniva spesso ritratta nelle sue fotografie stereoscopiche.
Un’infanzia anticonvenzionale e in parte drammatica (subì una violenza sessuale a soli sette anni, forse da un parente o da un marinaio), poi gli studi all’ École nationale supérieure des beaux-arts e, nel 1926, a 19 anni, la frequenza all’Art Students League di New York per studiare scenografia.
Poi la carriera da modella a seguito dell’incontro casuale con Condé Nast, editore di Vanity Fair e di Vogue, tra new York e Parigi, città dove diventò una fotografa affermata di arte e moda e di arte. La sua relazione con Man Ray e successivamente il matrimonio con Roland Penrose le diedero accesso ai circoli artistici e letterari più interessanti del ventesimo secolo.
Proprio per raccontare la storia di questa donna e artista unica, sfuggente a ogni definizione, uscirà a gennaio, distribuito da Vertice 360, diretto dalla direttrice della fotografia e regista statunitense Ellen Kuras (collaboratrice abituale di Spike Lee e Michel Gondry) il film “Lee Miller”, ispirato all’opera ‘Le molte vite di Lee Miller’ di Antony Penrose, figlio di Miller e del surrealista Roland Penrose.
Accanto a Kate Winslet, nei panni della protagonista (che aveva già lavorato in “Se mi lasci ti cancello” con la Kuras, quest’ultima in veste di direttrice della fotografia) e in veste anche di produttrice, sono presenti nel cast Alexander Skarsgård, Marion Cotillard, Andrea Riseborough, Josh O’Connor, Noémie Merlant, Andy Samberg.
Alla fine degli anni ’30, Elizabeth “Lee” Miller lascia la sua cerchia di amici e la sua vita artistica in Francia e va a Londra dopo essersi innamorata del mercante d’arte Roland Penrose. I due iniziano una relazione appassionata, proprio mentre in Europa scoppia la guerra.
Già fotografa riconosciuta, Lee ottiene un lavoro per British Vogue, ma rimane scioccata dalle restrizioni imposte alle fotografe donne.
Mentre il regime di Hitler conquista l’Europa, Lee è sempre più frustrata dal fatto che il suo lavoro sia limitato da regole patriarcali. Determinata a essere dove c’è l’azione, è in prima linea nella Seconda Guerra Mondiale.
Costretta a documentare la verità, volge il suo obiettivo verso la sofferenza e inizia lentamente a rivelare la spaventosa perdita di vite umane dovuta ai diabolici crimini di Hitler contro le vittime innocenti del suo regime. Lee Miller svolse questo pericoloso lavoro per il bene delle lettrici della rivista Vogue, alle quali la realtà della guerra era in gran parte tenuta nascosta, e nel processo produsse una serie indelebile di immagini che ancora oggi continuano a plasmare il nostro modo di vedere e documentando eventi quali il bombardamento strategico della battaglia d’Inghilterra, la Battaglia di Normandia, la liberazione di Parigi, i campi di concentramento di Buchenwald e di Dachau.
Celeberrimo, fra gli altri scatti, il suo autoritratto nella vasca da bagno di Hitler. Donna indipendente, determinata e libera, amica di Picasso e Man Ray, fu l’unica fotografa donna a documentare la liberazione dei campi di concentramento di Dachau e Buchenwald denunciandone con forza e lucidità la tragedia e gli orrori.
Nel corso di una carriera di oltre tre decenni entrò in contatto con personalità di ogni tipo, molte delle quali divennero soggetti dei suoi ritratti fotografici, come gli studi su Pablo Picasso, Max Ernst, Fred Astaire, Colette, Maurice Chevalier e Marlene Dietrich.
Articolo di Elisabetta Colla-Fonte – NoiDonne –
NOIDONNE, sintesi di una lunga storia
Nel panorama editoriale italiano ed europeo ‘NOIDONNE’ rappresenta un raro esempio di continuità editoriale che dal 1944 racconta – con espressioni professionali di alto livello e con attenzione al contesto culturale e politico nazionale ed internazionale – le attività, le conquiste, i pensieri e i movimenti delle donne. Lo sguardo di genere sulla realtà, attraverso le sue molteplici sfaccettature, è la scelta di campo che ha sempre scandito un percorso giornalistico scritto da donne.
LE ORIGINI E LE EDIZIONI CLANDESTINE.
Le prime edizioni di ‘Noi Donne’ risalgono al 1937 a Parigi – sotto la direzione di Marina Sereni – e sono espressione dell’associazione (facente capo all’Unione popolare) che raccoglieva le donne antifasciste emigrate in Francia. Nel 1944, nel pieno della Resistenza e della lotta contro il nazifascismo, le pubblicazioni riprendono in Italia con edizioni regionali prodotte e diffuse clandestinamente, in condizioni difficili e di altissimo rischio personale. Nella Sezione Archivio storico queste edizioni sono oggi consultabili.
1944: INIZIA IL CAMMINO.
A partire dal luglio 1944 ‘Noi Donne’ esce dalla clandestinità ed è stampato a Napoli sotto la direzione di Laura Bracco, con l’infaticabile apporto di Nadia Spano e la collaborazione di Rosetta Longo. Già al terzo numero redazione e amministrazione sono trasferite a Roma e a Laura Bracco si affianca Vittoria Giunti, insegnante che usciva dalla lotta antifascista clandestina. “Gli intendimenti con cui il giornale usciva – scrive Marisa Rodano in un reprint del 1977 – erano chiari: essere un giornale per tutte le donne, costituire un legame per tutte le energie femminili vogliose di battersi per sconfiggere il fascismo e partecipare direttamente alla costruzione di un’Italia diversa, far conoscere la lotta delle donne nell’Italia occupata, sollecitare nell’Italia liberata lo sviluppo di un movimento di donne”. La formula scelta è quella di un foglio politico che però non rinuncia a parlare di temi che “tradizionalmente le donne sono abituate a trovare nei periodici ad esse diretti: narrativa, moda, cucina…”. L’attenzione è dedicata alle lotte alle contadine per abolire la consuetudine feudale delle regalie dovute ai padroni, alle azioni di rivendicazione per il cibo, all’impegno fattivo delle donne per riaprire le scuole in una Roma distrutta dai bombardamenti, ma insieme alla ripresa della vita democratica e associativa delle donne. Inizialmente mensile, negli anni successivi la periodicità diventerà quindicinale e poi settimanale sotto la lunga direzione di Giuliana Dal Pozzo e di Miriam Mafai. Tornerà ad essere mensile nel 1981, mantenendo tale cadenza fino al dicembre 2016 quando, sospese le edizioni in versione cartacea, si potenziano le varie declinazioni diffuse attraverso la rete virtuale: dal sito al settimanale on line fino ai social. Fino agli ani Novanta ‘Noi Donne’ è stata la rivista dell’Udi (Unione Donne in Italia), un rapporto dinamico che dal 1944 nel tempo si è modificato arrivando alla completa autonomia.
TUTTE LE DIRETTORE.
Elenchiamo, in progressione cronologica, le giornaliste che hanno diretto ‘NOIDONNE’ dal 1944: Rina Piccolato, Nadia Spano, Luara Bracco, Vittoria Giunti, Dina Rinaldi, Maria Antonietta Macciocchi, Milla Pastorino, Benedetta Galasi-Beria, Miriam Mafai, Giuliana Dal Pozzo, Vania Chiurlotto, Anna Maria Guadagni, Mariella Gramaglia, Franca Fossati, Bia Sarasini, Tiziana Bartolini.
‘NOIDONNE’ NEL TERZO MILLENNIO.
Il giornale arriva alle soglie del 2000 nel pieno di una pesante crisi finanziaria che è superata – dopo una profonda riorganizzazione – grazie ad un riassestamento interno e ad un riposizionamento nel mercato editoriale. Tale fase è stata espressione della generosità e professionalità che tante amiche hanno messo a disposizione di una rinnovata rete di contatti e contaminazioni avviata sotto la direzione di Tiziana Bartolini.<
NOIDONNE ONLINE
– www.noidonne.org. Il sito e il settimanale on line (diretto da Tiziana Bartolini) sono la conferma dell’impegno al servizio di un progetto editoriale di genere che ha mostrato di saper essere dinamico, aperto alle innovazioni anche tecnologiche e sensibile alle potenzialità della rete e dei social media (Facebook https://www.facebook.com/Noidonne-38907601699/ – twitter @noidonnemag).
ARCHIVIO STORICO DIGITALIZZATO.
L’Archivio storico di ‘NOIDONNE’ è un patrimonio nazionale culturale e giornalistico. La possibilità di consultarlo è preziosa occasione – soprattutto per le giovani generazioni – di conoscere la storia contemporanea e alcuni particolari aspetti quali le lotte delle donne, che sono parte importante dell’evoluzione della nostra democrazia. Rendere fruibile on line tale Archivio è un grande obiettivo per il quale siamo impegnate, anche allo scopo di tutelare le edizioni cartacee originali che cominciano a deteriorarsi.
Sono già consultabili on line le annate più recenti (2006 / 2016).
Nel 2017 è stata avviata la digitalizzazione dell’Archivio storico, a cominciare dalle edizioni clandestine del 1944/45.
Con nuovi progetti e campagne mirate continueremo a raccogliere fondi per completare la digitalizzazione dell’Archivio.