Italia l’arte è sempre più femminile
Italia l’arte è sempre più femminile
Negli ultimi tempi si è assistito a un netto aumento delle presenze femminili ai vertici di istituzioni e di sedi private che si occupano di arte a vari livelli: galleriste, direttrici di musei, di fiere, di accademie. Segnali di parità di merito si trovano anche guardando all’ultima riforma Franceschini del 2015, quando sono stati selezionati i direttori dei venti principali musei italiani: dieci sono uomini e dieci sono donne, con un’età media di 50 anni. Ne abbiamo incontrate alcune, e ci siamo fatti raccontare cosa sia cambiato, davvero, in questo mondo, e cosa debba ancora cambiare.
Galleriste, direttrici di musei, di fiere, di accademie. Negli ultimi mesi si è assistito a un netto aumento delle presenze femminili ai vertici di istituzioni e di sedi private che si occupano di arte a vari livelli. Ma come si arriva a ricoprire ruoli di potere in questo settore? Certamente si parte quasi sempre da una formazione in materia, che può essere sia di tipo manageriale sia di impronta classica o storica in beni culturali; negli ultimi anni si è assistito anche una proliferazione di specializzazioni e master post laurea, soprattutto in ambito curatoriale. Diventare direttici in ambito privato, aprire fondazioni e fondare gallerie, è una questione professionale in parte dovuta alla libera iniziativa. In ambito pubblico, invece, è necessario rispondere a bandi. E sperare di vincerli. L’ultima riforma del ministro Franceschini del 2015 ha sancito la parità di merito con la nomina di dieci donne su 20 posti di direttore in venti principali musei italiani (età media di 50 anni).
La più giovane è Eva Degl’Innocenti, archeologa nominata a 39 anni a dirigere il Museo archeologico nazionale di Taranto, dopo laurea, specializzazione e dottorato in Italia e diverse esperienze all’estero, in Bretagna per un ente locale, in Francia come ricercatrice e project manager presso il Museo Nazionale francese del Medioevo a Parigi.
Giovane anche la direttrice artistica del Museo d’Arte Contemporanea di Villa Croce a Genova: si chiama Ilaria Bonacossa, ha 43 anni ed è stata nominata alla guida della sede ligure nel 2012, dopo aver vinto un bando pubblico, forte del suo curriculum in cui, tra le altre cose, spiccano una decennale esperienza curatoriale alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino e i suoi studi al Bard College di New York. Ilaria, da pochi mesi nominata nel comitato scientifico del Festival della Scienza 2016 di Genova, continua con passione a lavorare per il Forum per l’Arte Contemporanea di cui è stata una delle promotrici. Secondo lei “il mondo dell’arte non è particolarmente maschilista, il privilegio di voler fare la mamma ti obbliga a vivere 27 ore al giorno e a vivere una personalità scissa in cui la prima lezione di nuoto convive con la riunione del board….L’Italia sta cambiando e finalmente le donne hanno imparato a fare gioco di squadra tra loro, a Villa Croce c’è un team giovane esclusivamente rosa (shocking) scelto per competenza e non per quote” puntualizza Bonacossa.
A Roma, tre storiche dell’arte sono state chiamate alla guida di tre importanti collezioni: Galleria Borghese, Galleria Nazionale di Arte Moderna e Gallerie Nazionali di Arte Antica a Roma: sono, rispettivamente Anna Coliva (62 anni), Cristiana Collu, 46, premio Art Tribune come miglior direttore di museo nel 2014, e Flaminia Gennari Santori (47).
Staff completamente al femminile anche per Artissima, la fiera torinese di arte contemporanea per la quale, proprio in questi giorni, è stata riconfermata come direttrice Sarah Cosulich Canarutto (1974) che iniziò la sua carriera con Francesco Bonami alla 50ma Biennale di Venezia, lavorando con artisti come Matthew Barne e Rudolf Stingel. Artissima la dirige dal 2012 e ha sempre tenuto alle presenze femminili al suo interno: anche la guida della sezione Back to the Future è affidata a una donna, Eva Fabbris, e molte figure di collezioniste e galleriste, oltre che storiche dell’arte sono inserite nei comitati per la selezione delle gallerie partecipanti alle sezioni e nelle giurie dei premi.
Un forte segnale di cambiamento è arrivato anche con la nomina di Muriel Mayette-Holt a dirigere l’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici. Artista, attrice e regista è la prima donna a dirigere l’Accademia in 350 anni, da settembre 2015 e in carica fino al 2018, dopo essere stata, tra le altre cose, amministratrice generale della Comédie-Française dal 2006 al 2014.
Come sono cambiate le cose, nel corso degli anni, per una donna che lavora nell’arte?
Antonia Jannone, fondatrice della galleria omonima, arrivava a Milano nel 1968, iniziando a lavorare in pubblicità (LineaSPN) ma attratta dall’arte, ricorda che frequentava sempre gallerie e mostre. “Si andava da Marconi, L’Ariete, Il Naviglio, Galleria dell’Incisione… tra i miei amici molti artisti e architetti (Emilio Tadini, Andrea Cascella, Valerio Adami, Giò Pomodoro, Vittorio Gregotti, Massimo Scolari)” racconta. Diventata madre ha fatto il passo verso l’indipendenza: lasciato il posto fisso, ha fondato “Grafica 80” con Maria Freccia. Da lì la prima cartella d’incisioni dedicata agli Architetti : Aldo Rossi, Raimund Abraham, Ajmonino, Krier, M. Graves. Nel 1976 secondo passo azzardato: la Galleria di Disegni di Architettura, la prima in Italia, in Europa. Oggi può raccontare di progetti passati, presenti e futuri con Ettore Sottsass, Vittorio Gregotti, Aldo Rossi, Álvaro Siza, Andrea Branzi, Michele De Lucchi, Gaetano Pesce, Mario Botta, Marzo Zanuso jr, Peter Shire. “Indipendentemente dall’essere donna, credo, il cammino è tutto in salita! ma non per questo meno attraente, appassionante, esaltante… anzi. Insistere, ostinarsi a far vedere, mostrare, conoscere, divulgare l’opera, il lavoro, le idee di architetti, designers. Bisogna credere e ci vuole anche fortuna…io l’ho avuta. Ho fatto della mia passione il mio lavoro e fino ad oggi sono sopravvissuta…più o meno” conclude Antonia Jannone.
Articolo di Valentina Bernabei
Fonte –Repubblica.it