Gaio Valerio Catullo-Poesie-Testo latino a fronte-Biblioteca DEA SABINA
Biblioteca DEA SABINA
Gaio Valerio Catullo-Poesie – Testo latino a fronte-
-Editore: Demetra-
-DESCRIZIONE-
La complicata storia d’amore con Lesbia ha avuto, sull’animo di Catullo, due punte estreme e opposte: all’inizio, di fronte all’impossibilità per Lesbia di essere e di apparire legata stabilmente a lui, Catullo crede di poter rappresentare la dura condizione di un distacco definitivo… Tuttavia Lesbia, con ennesimo nuovo capriccio, torna a cercare Catullo e gli fa la consueta promessa di amore eterno… Fra sincerità e menzogna, gratitudine e irriconoscenza nella vita e nell’amore, Catullo oscilla continuamente: è questa la chiave di volta della sua tormentata concezione del mondo. Un tormento assiduo, che probabilmente corroderà la sua fragile fibra fisica, fino a ucciderlo appena trentenne.
Breve Biografia di Gaio Valerio Catullo
Gaio Valerio Catullo-E’ il più celebre tra i poetae novi e fu il più grande pota d’amore dopo saffo. secondo San Gerolamo, nel Chronicon, Catullo nacque nell’87 AC, a Verona, nella Gallia Cisalpina e morì nel 57 AC. il poeta però non visse a lungo. si stabilì presto a Roma, dove trovò amici e amore.
Editore: Demetra
Collana: Passepartout
Traduttore: Luca Canali
Pagine: 384
Dimensione: 125.0 x 195.0
Data di pubblicazione: 15/01/2020
ISBN: 9788844056674
Gaio Valerio Catullo (in latino Gaius Valerius Catullus, pronuncia classica o restituta: [ˈɡaːɪ.ʊs waˈlɛrɪ.ʊs kaˈtʊllʊs]; Verona, 84 a.C. – Roma, 54 a.C.) è stato un poeta romano. Le sue liriche d’amore, raccolte nel “Catulli Veronensis Liber”, rappresentano il primo esempio di letteratura latina in grado di esprimere l’intensità delle passioni amorose sul modello ellenistico della poesia di Saffo, Callimaco e degli Alessandrini .
Il mondo poetico e concettuale di Catullo
Catullo è per noi uno dei più noti rappresentanti della scuola dei neòteroi, poetae novi, (“poeti nuovi“), che facevano riferimento ai canoni dell’estetica alessandrina e in particolare al poeta greco Callimaco, creatore di un nuovo stile poetico che si distacca dalla poesia epica di tradizione omerica divenuta a suo parere stancante, ripetitiva e dipendente quasi unicamente dalla quantità (in riferimento all’abbondanza dei versi di quest’ultima) piuttosto che dalla qualità. Sia Callimaco che Catullo, infatti, non descrivono le gesta degli antichi eroi o degli dei[7], ma si concentrano su episodi semplici e quotidiani. I neòteroi si dedicano perlopiù all’otium letterario piuttosto che alla politica per rendere liete le loro giornate, coltivando il loro amore solo ed esclusivamente alla composizione di versi, tanto che Catullo dichiara nel carme 51: «Otium, Catulle, tibi molestum est:/otio exsultas nimiumque gestis» «L’ozio per te, Catullo, non è buono;/ nell’ozio smani e ti scalmani» (traduzione a cura di Nicola Gardini). Talvolta il poeta ostenta il suo disinteresse per i grandi uomini che lo circondavano e che stavano scrivendo la storia: «nihil nimium studeo, Caesar, tibi velle placere» «non m’interessa, Cesare, di andarti a genio» (carme 93), scrive al futuro conquistatore della Gallia. Da questa matrice callimachea proviene anche il gusto per la poesia breve, erudita e mirante stilisticamente alla perfezione. Si sviluppano, originari dell’alessandrinismo e nati da poeti greci come Callimaco[8], Apollonio Rodio,Teocrito, Asclepiade, Fileta di Cos e Arato, generi quali l’epillio, l’elegia erotico-mitologica e l’epigramma, che più sono apprezzati e ricalcati dai poeti latini.
Catullo stesso definì il suo libro expolitum (cioè “levigato”) a riprova del fatto che i suoi versi sono particolarmente elaborati, le poesie raffinate e curate. Una delle caratteristiche peculiari della sua poetica è, infatti, la ricercatezza formale, il labor limae, con la quale il poeta cura e rifinisce i suoi componimenti. Inoltre, al contrario della poesia epica, l’opera catulliana intende evocare sentimenti ed emozioni profonde nel lettore, anche attraverso la pratica del vertere, rielaborando pezzi poetici di particolare rilevanza formale o intensità emozionale e tematica, in particolare come nel carmen 51, una emulazione del fr. 31 di Saffo, come anche i carmina 61 e 62, ispirati agli epitalami saffici.
Il carme 66, preceduto da una dedica ad Ortensio Ortalo, è una traduzione della Chioma di Berenice di Callimaco, che viene ripreso per mostrare l’adesione ad una raffinata elaborazione stilistica, una dottrina mitologica, geografica, linguistica ed infine la brevitas dei componimenti, con la convinzione che solo un carme di breve durata può essere un’opera raffinata e preziosa.
Fonte-Wikipedia