Françoise Hardy, icona degli anni ’60 -Biblioteca DEA SABINA
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Françoise Hardy, icona degli anni ’60
Françoise Hardy è morta l’11 giugno, a 80 anni. Soffriva dal 2004 di una lunga e dolorosa malattia. Thomas Dutronc, suo figlio, ha confermato il decesso con un post instagram verso le ore 23 di ieri sera: “Mamma è partita”.
Françoise Hardy era ammalata da tanto tempo, e la sua situazione si era recentemente aggravata. La cantante resta nella memoria collettiva come una delle icone degli anni ’60. I suoi successi e il suo gusto per la moda ne avevano fatto un idolo dei giovani. L’interprete della canzone “Comment te dire adieu”, viveva da tanti anni lontano dalle telecamere e dalla vita pubblica. Numerose volte, si era espressa per il diritto a morire con dignità, e desiderava che le sue sofferenze finissero.
L’infanzia di Françoise Hardy resterà sempre un periodo doloroso per la cantante, cresciuta in un ambiente modesto, in un piccolo appartamento nella nona circoscrizione di Parigi con sua madre e sua sorella. Figlia illegittima di un uomo già sposato, soffre di un’assenza paterna, e dello sguardo dei suoi compagni di classe della scuola cattolica. Ma i momenti che teme di più sono i weekend, a casa di una nonna descritta come terribile, particolarmente con la ragazza, travolta di critiche, che per tanti anni saranno i suoi complessi, soprattutto sul suo fisico.
Solitaria, Françoise si rifugia nella musica grazie alla radio e la collezione di dischi di sua madre, prima di farsi regalare una chitarra per aver passato l’esame di maturità. Essendo alla ricerca di giovani talentuosi da lanciare nell’avventura dello yeye, la casa discografica Vogue l’assume nel 1961. Lontana dalla furia di un Johnny Hallyday, Françoise Hardy canta, dolce e melanconica, le paure dell’adolescenza.
Françoise Hardy esordisce in televisione nel 1962 con la celebre Tous les garçons et les filles, che interpreta il 21 settembre nel programma Le Petit Conservatoire de la chanson e che viene ritrasmessa domenica 28 ottobre alla radio in uno degli intermezzi musicali nel corso di una diretta elettorale di grandissimo ascolto.
La sua carriera è lanciata in pochi minuti. Già dall’indomani mattina, la sua canzone “Tous les garçons et les filles” avrà un successo enorme. Paris Match la mette in copertina e la pone come “idolo di una generazione”. Fa concerti attraverso la Francia, passa dall’Olympia, viaggia in tutta Europa, e comincia pure a fare cinema. Diventa un’icona di moda, popolare nel mezzo dei grandi “couturiers” come Courrèges o Saint Laurent, e la sua bellezza rappresenterà l’innocenza degli anni 1960. Le sue canzoni diventano sempre più famose, come “L’amour s’en va”, poi “Mon amie la rose”, in 1964, oppure “Comment te dire adieu”, prodotta da Serge Gainsbourg nel 1968.
Negli anni 2000 le viene diagnosticato un linfoma, i cui sintomi si aggraveranno lungo gli anni. Ritornando all’astrologia, (una grande passione a partire dagli anni ’60), ma anche alla scrittura, combatte ferocemente contro la malattia per circa 20 anni, ma lotta anche per il diritto all’eutanasia. “Non ho paura di morire, dice a Match nel 2021, ma ho molta paura di soffrire, anche se sta già succedendo, ma anche paura della sofferenza di dovermi separare degli esseri che amo più al mondo: mio figlio Thomas e suo padre”.
Traduzione di Héloïse Badiane Dorléans, giovane studentessa del Liceo Francese di Torino, in redazione per due settimane di stage di osservazione in ambito professionale
Fonte-Riforma.it- Il quotidiano on-line delle chiese evangeliche battiste, metodiste e valdesi in Italia.