Franco Leggeri Fotoreportage e Poesie dalla raccolta Murales Castelnuovesi-Biblioteca DEA SABINA
Biblioteca DEA SABINA
FRANCO LEGGERI Fotoreportage e Poesie dalla raccolta Murales Castelnuovesi
Castelnuovo, i colori e l’ideologia.
Questa mattina i colori di Castelnuovo
si disperdono come stelle filanti.
Colori profumati, impercettibili, e nascosti
tra il linguaggio degli ulivi.
E’ questa una mia visione interiorizzata,
ma sempre in cerca di un approdo sicuro.
Si, Castelnuovo non può essere un racconto sommario
ma, come le sequenze chimiche , deve espandersi
in una litania nell’immenso cielo.
Castelnuovo diventa una litania senza amen,
e senza consistenza, un oggetto fantasma
all’interno di una storia inaccessibile
che si frantuma come stelle filanti
nell’intimità di esperienze sofferte e malate
che diventano , esse stesse, oggetti appesi alle pareti del mio io.
Castelnuovo mi tenta ancora al peccato dell’illuminismo,
e così l’ideologia diventa il mio luogo del “niente”,
l’elemento misterioso di una poesia forgiata con i colori della pietra.
Colori castelnuovesi e tristezza ideologica
che sono come i dubbi di Amleto
in cerca di Ofelia che disperde, così tremante, i colori
della sua fragile innocenza.
Piange Castelnuovo in cerca dei colori,
sepolti trai vecchi tronchi deposti a terra ,
terra scura come i sogni svaniti all’alba
di questa poesia, ora diventata logora e affaticata
mentre rincorre il colore di questo giorno
sempre uguale agli altri.
Castelnuovo, Apartheid
Se l’odio non è mai neutro, perché nessuno lo combatte?
Sono un rifugiato tra le braccia della Dea Sabina
al sicuro , finalmente, a casa.
Ascolterò il Requiem , canto meraviglioso ,
nella tarda sera prigioniero
in questa assurda storia
e mi chiederò, sempre, se sarò capace di descrivere
la cantata tragica sugli orrori
prodotti dai falsi puritani castelnuovesi
distruttori e violentatori di sogni
e di bellezze acerbe, ma pronte alla primavera.
Questa tenera memoria, dolce e distratta
come la crema sulla torta che si disperde assieme al profumo della sera
che prega la luna e le stelle
e guarda oltre quel muro,
oltre quell’odio,
oltre la nera ignoranza .
Perché andare via da Castelnuovo?
Perché fuggire e difendersi dal razzismo?
Perché cercare un rifugio oltre i muri di cemento ?
Perché Castelnuovo produce solo odio ?
Slegare la storia, sconfiggere la tenebra
per riscrivere la bellezza della Gente castelnuovese
disegnata sul panno rosso e blù della memoria.
E’ questa l’ora di esiliare e disperdere i frammenti dell’orrore
nascosti nei rammendi delle bisacce aride
appese alla torre dell’orologio.
Castelnuovo e i colori della rabbia
Noi che abbiamo la parola interdetta
aspettiamo le stelle del cielo
per vedere ,da questo ponte della Storia,
l’ultima acqua silenziosa del nostro passato.
In questo spazio infinito dei ricordi
possiamo solo gettare i nostri sassi della rabbia.
Noi non abbiamo voce
perché oscurati e dimenticati
e il nostro respiro è nascosto al sole.
Ora l’ombra del silenzio scivola
e trascina a valle la voce dell’oblio.
A noi Castelnuovesi non resta che imparare
la trama dei racconti
nasconderli nel libro dell’anima
e custodirli nei cassetti della memoria.
Scriveremo e racconteremo
lo “schiaffo della resa”
che le sirene del potere ,
beffandosi del nostro dolore
e il non essere capaci di rifiutare le “monetine“ dell’umiliazione,
ogni giorno, ogni ora ci porgono
sul piatto della negazione.
Castelnuovo , Lontano dal Vento.
Fu Euripide la mia prima fuga dall’adolescenza,
mentre la neve rubava il mio sguardo
che tratteggiava la soglia ,
il confine, del mio sentimento che fu strutturato e descritto
in una liturgia che esautora le orditure ,
i simboli di struggenti antitesi.
Fu anche il blu che ,seminato nel silenzio della notte,
accese il dubbio e la paura.
Se a Castelnuovo Un piccolo soffio di vento alza le foglie che colorano di giallo i marciapiedi.
Castelnuovo ,le sue Colline.
Castelnuovo ha le colline
Come cupole coperte di ulivi
Dove l’erba si lascia cullare
Dall’alito del Farfa
Mentre nasce l’attimo di Pace
Che si abbandona al riposo dei pensieri.
L’erba, come Castelnuovo,rinasce come fosse immortale
E risorge dalla meravigliosa terra
Per donarsi alla dolcezza del giorno
Come coperta e cuscino
Dove poter sognare melodie
Che addolciscono gli anni passati
Mentre scrivo del tempo che ancora mi accompagna
Mentre sogno su questo foglio bianco.
Ricordo che Fu Euripide la mia prima fuga dall’adolescenza,
mentre la neve rubava il mio sguardo
che tratteggiava la soglia ,
il confine, del mio sentimento che fu strutturato e descritto
in una liturgia che esautorò le orditure ,
i simboli di struggenti antitesi.
Fu anche il blu che ,seminato nel silenzio della notte,
accese il dubbio e la paura.
Ora anche il vento si ripara dalla notte castelnuovese,
notte innamorata di Euripide e della luna.
Luna che trafigge il silenzio dell’anima,
dispersa tra le pietre dei giovani sogni.
Sogni che nascono cosi disadorni in questo novembre
che ha rinchiusi tra le siepi di bosso.
FRANCO LEGGERI-Poesie dalla raccolta Murales Castelnuovesi