Festival dannunziano a Pescara, le diverse sfaccettature del Vate-Biblioteca DEA SABINA
Biblioteca DEA SABINA
Festival dannunziano a Pescara, le diverse sfaccettature del Vate
Festival dannunziano a Pescara, le diverse sfaccettature del Vate nei cinque appuntamenti di Ianieri edizioni – Cinque sono gli appuntamenti previsti dalla casa editrice Ianieri all’interno del “Festival Dannunziano” che si protrarrà fino a domenica 8 settembre a Pescara: il festival è un evento culturale annuale che si svolge nel capoluogo adriatico ed è dedicato alla celebrazione dell’eredità letteraria e artistica di Gabriele d’Annunzio.
La kermesse comprende una vasta gamma di attività tra cui concerti, spettacoli teatrali, convegni letterari, e mostre d’arte, mirati a esplorare e onorare le diverse sfaccettature del lavoro e della vita di d’Annunzio.
In più di 20 anni di attività, la Ianieri Edizioni, ha dedicato molto spazio alla figura del Vate: ad oggi ci sono due collane dannunziane in casa Ianieri ed oltre 50 volumi a tema tra i Saggi e Carteggi dannunziani.
Questi gli appuntamenti all’interno del Festival: oggi lunedì 2 settembre presso sala d’Annunzio dell’Aurum alle ore 17.00 ci sarà la presentazione del libro “Il Vate e l’architettura – Gabriele d’Annunzio tra estetismo ed eclettismo”, insieme all’autore Raffaele Giannantonio, Professore di Storia dell’Architettura dell’Università d’Annunzio Chieti – Pescara interverrà Claudio Varagnoli, Professore di Restaura presso la medesima università e lo scrittore e saggista Paolo Lagazzi. Qui vi si raccontano sostanzialmente sei tappe di un appassionante viaggio a tema nell’opera dannunziana e, con essa, nella storia dell’architettura, a cominciare dalla «magnanimità severa» del dorico greco e del Partenone che «candido e augusto, armonioso come una musica», «alto biancheggia sulle ionie pile», e romana, che occupa, come quella veneziana, molte pagine del narratore, del poeta e del drammaturgo, con frequenti riferimenti alla prediletta architettura medievale, non esclusa quella abruzzese, fino alla nuove espressioni architettoniche del primo Novecento.
Martedì 3 settembre alle ore 18.00 presso sala d’Annunzio dell’Aurum ci sarà la presentazione di “Cordialissimi nemici” di Angelo Piero Cappello che dialogherà con Andrea Lombardinilo: il volume nasce dall’invito a condurre una pubblica lezione-spettacolo su uno o due capolavori letterari che hanno caratterizzato il dibattito nel corso del Novecento e che, in qualche modo, abbiano ancora la possibilità di far indagare i grandi temi universali. “Coerentemente con un lungo percorso di ricerca personale, quindi, – spiega l’autore – mi sono sentito di proporre una lezione su di un testo classico della letteratura contemporanea sul quale già molti anni prima avevo avuto occasione di scrivere: Uno, nessuno e centomila di Luigi Pirandello. Tuttavia, avendo scoperto, e non senza sorpresa, che le ultime pagine di quel grande romanzo scritto dall’astioso Professor Pirandello, che tanto odiava il suo rivale in arte Gabriele d’Annunzio, nascevano invece da una attenta lettura di uno scritto poco conosciuto di quest’ultimo, non ho potuto fare a meno di spostare l’asse della mia “lezione” dalla ri-lettura del romanzo al quadro esistenziale che ha reso opposti ed opponibili i due grandi scrittori”. Pirandello, pur dicendo di odiare quello «spregevole uomo» che sosteneva fosse d’Annunzio, si ritrovò alla fine a stimarne a tal punto l’arte da lasciarsene ispirare in una delle più famose pagine del suo romanzo più bello.
Mercoledì 4 settembre alle ore 19.00 a Pescara sul Trabocco del Salvamento ci sarà la presentazione del libro “Un telegramma è una cosa viva. Telegrammi inediti della Duse a d’Annunzio (1896-1923)” di Franca Minnucci: dopo i saluti dell’Assessore alla Cultura Maria Rita Carota, l’autrice dialogherà con Franco Di Tizio; le musiche (al violino) sono di Francesco Mongia. I telegrammi sono 825: per commentare tali telegrammi, Franca Minnucci si è avvalsa dei giornali dell’epoca e dei numerosi carteggi che fanno riferimento al suo rapporto col Poeta. Partendo, quindi, dalle notizie provenienti dalle precedenti pubblicazioni, contestualizzando per quanto possibile i messaggi telegrafici, ha dato alle stampe questo lavoro che si occupa dei rapporti tra la Duse e d’Annunzio durante gli anni della loro relazione, nel periodo del distacco e infine, della riconciliazione dopo diciotto anni. Questo libro non solo aggiunge un altro importante tassello alla conoscenza del rapporto tra i due artisti, ma è uno strumento indispensabile ai biografi sia di d’Annunzio e sia della Duse, poiché, tenuto conto che entrambi erano restii a datare le lettere, i telegrammi sono indispensabili per ricostruire le varie tappe della loro vita.
Sabato 7 settembre alle ore 18.00 presso la Sala d’Annunzio dell’Aurum ci sarà la presentazione del libro “Il debutto della Figlia di Iorio negli Archivi del Vittoriale” di Raffaella Canovi, introduce Emanuela Borgatta. Il 2 marzo 1904 debuttava la “Figlia di Iorio”. Il volume ne celebra i 120 anni attraverso l’analisi degli articoli conservati presso il Vittoriale degli Italiani: si trattano la genesi, le vicende, la prima e le successive repliche e trasposizioni, senza tralasciare la vicenda legata alla fine del rapporto artistico-sentimentale fra Gabriele d’Annunzio ed Eleonora Duse.
Domenica 8 settembre alle ore 18.00 presso la Sala d’Annunzio dell’Aurum invece ci sarà la presentazione di “D’Annunzio e lo sport” di Elisa Di Rofi in dialogo con Emilio Limone. Gabriele d’Annunzio non è stato solo un grande poeta e romanziere, né soltanto l’eroe di guerra e il Vate della più grande Italia ma con la sua figura è stato anche un uomo d’azione quando dal poeta si aspettavano solo bei versi. Non si è risparmiato in nulla. Non nella fatica del vivere inimitabile, non nell’esercizio del suo corpo, non nella creazione di versi e prose, non nella guerra, non nell’amore. E di questa fatica costante, di questa tenacia, del suo sorriso irresistibile, della sua immacolata pazzia di druido, lo studio di Elisa Di Rofi dà ampia testimonianza.
Questo saggio consegna un ritratto vivissimo, guizzante di un d’Annunzio sempre pronto ad auscultare i minimi sobbalzi della società, ad intercettarli: ogni sport non gli è estraneo, egli tutto sperimenta in prima persona, così come dalla sua penna nascono le prime testimonianze del giornalismo sportivo in Italia.