Dina Ferri: la giovane “poetessa-pastora” ora riscoperta
Biblioteca DEA SABINA
Dina Ferri: la giovane “poetessa-pastora” ora riscoperta
Muore nel 1930 a soli ventidue anni, a Siena. Aveva un istinto naturale per la poesia e ci ha lasciato tutto nel suo “Quaderno del nulla”
Al pascolo
Mugghiano ai venti
bianchi buoi pascenti
lungo i declivi,
tra i sonanti rivi.
E vanno lenti
ne’ chiaror silenti
de’ tramonti d’oro.
Sognan di lavoro.
Dicembre
Sotto vel di bianca brina
dorme squallida natura
non ha verde la collina
non ha messi la pianura.
Acqua, vento, neve, gelo,
densa nube copre il cielo.
Non più nidi tra le fronde;
non si perdono nel vento,
non echeggiano gioconde
le canzoni a cento a cento.
Acqua, vento, neve, gelo,
densa nube copre ‘l cielo.
Vorrei
Vorrei fuggire nella notte nera,
vorrei fuggire per ignota via,
per ascoltare il vento e la bufera,
per ricantare la canzone mia.
Vorrei mirare nella cupa volta
fise le stelle nella notte scura;
vorrei tremare ancor come una volta,
tremar vorrei, di freddo e di paura.
Vorrei passar l’incognito sentiero,
fuggir per valli, riposarmi a sera,
mentre ritorni, o giovinetto fiero,
chiamando i greggi, e piange la bufera.
Alla rondine
Dimmi di mare rondine bruna,
dimmi di mare, tu che lo sai;
quando ne’ cieli sale la luna,
cosa le stelle dicono mai?
Cosa ti dice l’onda turchina
quando la notte veglia sui mari?
Forse nel cuore di pellegrina
sogni la gronda de’ casolari?
Pace
Udivo nel piccolo fosso
sommesso gracchiare di rane;
passava tra i rami di bosso
sussurro di preci lontane.
Rideva nel cielo profondo
pensosa la pallida luna;
veniva, da lungi, giocondo
un cantico lieve di cuna.
L’ombra
Chiesi un giorno a le nubi lontane
quando l’ombra finisce quaggiù;
mi rispose vicino una voce,
una voce che disse: Mai più!
Alle stelle del cielo turchino,
a la notte vestita di nero,
io richiedo con timida voce,
come allora, lo stesso mistero.
Io richiedo ne l’ombra la via
e risogno la luce che fu;
ma risento la solita voce;
quella voce che dice: Mai più!
Partì
E’ spenta la querula voce
e c’è questa povera croce.
Partì per un lungo viaggio,
partì con le rose di maggio.
Fuggì nel silenzio, lontano,
e chiuse la piccola mano.
Non linda di crine la cucina;
ma pesa la terra, ma bruna.
Breve Biografia –Dina Ferri nacque ad Anqua di Radicondoli (SI) il 29 settembre 1908. Pochi anni dopo la sua nascita, i genitori si trasferirono in un podere a Ciciano nel comune di Chiusdino. La piccola Dina fu mandata presto dietro il gregge delle pecore; dopo i 9 anni frequentò le prime classi elementari della scuola del paese, ma dopo tre anni i genitori le fecero interrompere gli studi. Prese qualche lezione di nascosto da una compagna di classe. Senza conoscere la metrica, iniziò a scrivere le sue impressioni poetiche che la bellezza della natura le produceva nell’animo. L’11 gennaio 1924 si tagliò tre dita della mano destra con il trinciafieno; per lenirne il dolore, i genitori la mandarono di nuovo alla scuola elementare, per frequentare la quale fece a piedi tutti i giorni circa dieci chilometri di strada.
Notando il suo talento, l’ispettore scolastico persuase i genitori a inviare la bambina all’Istituto Magistrale e ottenne per lei un sussidio annuo dal Monte dei Paschi. Nel 1927 iniziò i corsi nell’Istituto di Santa Caterina di Siena, tornando a casa per le vacanze natalizie ed estive ed aiutando i genitori nella cura del gregge. A Siena, nonostante la rigida vita di Collegio, conobbe i più bei monumenti e l’arte della città e il 1º aprile 1928 assisté con commozione per la prima volta nella sua vita ad un concerto di Arthur Rubinstein che volle conoscerla.
Il suo talento fu scoperto dal critico Aldo Lusini che pubblicò su La Diana un saggio delle poesie da lei composte e che ebbero subito una larga diffusione. La notorietà non la distolse dagli studi. Nel 1929 fu promossa alle Magistrali superiori. Un grave attacco d’influenza nell’inverno scosse la sua salute; in dicembre si allettò definitivamente e a febbraio fu portata all’Ospedale di Siena dove rimase in agonia per quattro mesi. Morì il 18 giugno 1930 a soli 22 anni.
Dina Ferri teneva sempre un piccolo libro con sé, sul quale scriveva i suoi pensieri e le poesie. L’aveva intitolato Quaderno del nulla. Fu pubblicato nel 1931 dall’editore Treves e in ristampa nel 1999.Edizione Effigi copia anastatica a cura di Idiulio Dell’Era 2016.