Cristina Mandosi-I paramenti liturgici dell’Abbazia di Farfa-Biblioteca DEA SABINA
Biblioteca DEA SABINA
Cristina Mandosi-I paramenti liturgici dell’Abbazia di Farfa
Libreria Editrice Vaticana
Descrizione-Il Dipartimento dei Beni Culturali della Chiesa della Pontificia Università Gregoriana ha realizzato nel 2009 un progetto di inventariazione dei paramenti sacri dell’Abbazia di Farfa (sita nel comune di Fara Sabina, in provincia di Rieti), ponendosi l’obiettivo di valorizzare, nell’ambito di uno studio scientifico, un importante patrimonio storico, culturale e religioso.Il volume illustra dunque i paramenti inventariati, facendo cenno all’arte tessile e al linguaggio dei colori liturgici, e fornisce anche una descrizione della Chiesa abbaziale e della storia farfense.Il testo è inoltre corredato dalle foto della Chiesa e di alcuni dei paramenti conservati nell’Abbazia.Uno studio di sicuro interesse per gli appassionati di storia della Chiesa.
I paramenti liturgici o paramanenti sacri (dal latino parare che significa preparare) è un tipo di abbigliamento che viene utilizzato dalla Chiesa cattolica durante le celebrazioni liturgiche dai ministri o dai ministranti.
Alcuni dei paramenti liturgici sono nei colori liturgici del periodo dell’anno liturgico o della particolare celebrazione.
Il termine “paramento liturgico” è riservato ai particolari tipi di abbigliamento propri della liturgia, benché in essa si adoperino anche altri abiti particolari che usano il clero (diaconi, presbiteri, vescovi) o i religiosi fuori dalla liturgia per sottolineare il loro particolare stato.
Nei secoli VIII e IX incominciò a introdursi una varietà di colori al posto dell’unico colore bianco.
Nella Chiesa cattolica di rito latino si utilizzano i seguenti paramenti liturgici:
- amitto: è sempre bianco;
- camice, detto anche alba: è di colore bianco, talvolta con decorazioni dei colori liturgici;
- cingolo: in genere è di colore bianco ma può essere anche del colore liturgico del giorno;
- casula o pianeta: è del colore liturgico del giorno; è indossata dal presbitero e dal vescovo;
- cotta: è di colore bianco e viene indossata sulla veste talare, come abito corale o per azioni liturgiche al di fuori della messa, eventualmente insieme alla stola;
- rocchetto: è una sopravveste bianca, solitamente di lino, con maniche strette e lunga fino a mezza gamba; simile alla cotta, è proprio dei prelati;
- dalmatica: è del colore liturgico del giorno; è indossata dal diacono come abito proprio e nei pontificali dal vescovo sotto la casula o pianeta ad indicare la pienezza del sacerdozio;
- mitra, riservata al vescovo e ad alcuni abati;
- berretta o tricorno, di vari colori e fogge, a seconda del grado gerarchico o famiglia religiosa di appartenenza;
- piviale: è del colore liturgico del giorno; è indossato per le celebrazioni diverse dalla Messa (nel rito ambrosiano anche dai lettori in alcune messe solenni);
- pallio, riservato al papa, al cardinale decano e agli arcivescovi metropoliti;
- stola: è del colore liturgico del giorno; è indossata in modo diverso dal sacerdote o dal diacono;
- velo omerale: usato nel trasportare il Santissimo Sacramento.
Alcuni dei paramenti elencati di seguito sono stati aboliti o resi facoltativi o semplicemente caduti in disuso:
- tunicella: del colore liturgico del giorno; indossata in passato anche dal suddiacono;
- chiroteche: sono particolari guanti, indossati dai vescovi, dai cardinali e dal papa;
- falda papale: camice con lunga falda indossato in tempi passati dal papa durante le celebrazioni;
- fanone papale: di forma circolare, tessuto in duplice strato, di uso omerale sulla pianeta o casula, cucito di strisce color bianco, oro e rosso, usato dal papa nelle solenni celebrazioni;
- manipolo: del colore liturgico del giorno (nella messa tridentina);
- manto papale;
- succintorio;
- sandali episcopali.
Esistono inoltre indumenti ecclesiastici, che vengono utilizzati anche al di fuori delle celebrazioni liturgiche, come l’abito talare e lo zucchetto, mentre altri tipi di abbigliamento ecclesiastico come la greca, il mantello, il tabarro, il ferraiolo ed il ferraiolone, (che sono soprabiti) o il cappello romano (detto anche saturno), che si indossano sopra la veste talare, non sono mai usati nella liturgia.
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