Rosa Leveroni-(1910-1985)-Poetessa spagnola legata alla Resistenza culturale catalana nel periodo franchista. La sua poesia, influenzata dall’opera di Carles Riba, è caratterizzata dal tema amoroso e dalla riflessione sul destino umano.
Philip Kwok racconta “I cinesi in Italia durante il fascismo”-
La ricerca di Philip Kwok sulle tracce dei cinesi internati in Abruzzo e Calabria durante la Seconda Guerra Mondiale
Durante la Seconda Guerra Mondiale, oltre duecento cittadini cinesi furono internati in campi di concentramento italiani. I due terzi dei cinesi residenti in Italia in quel periodo. Parla di loro, delle loro vicissitudini e delle loro storie I cinesi in Italia durante il fascismo. Il campo di concentramento di Philip Kwok, pubblicato per la prima volta nel 1984 e riproposto in una nuova edizione a fine 2018 da Phoenix Publishing.
Ricercatore e professore arrivato a Napoli negli anni Settanta del secolo scorso per un dottorato in Storia e Filosofia, Philip Kwok cominciò a dedicarsi alle vicende dei cinesi d’Italia durante il fascismo spinto dall’incontro casuale avuto con il suo connazionale Zheng Qichang, cinese originario del villaggio di Fengling, nella provincia del Zhejiang, che gli raccontò la sua esperienza. Arrivato in Italia nel 1935, cinque anni dopo fu internato nel campo di concentramento di Isola del Gran Sasso in Abruzzo e successivamente fu trasferito in quello di Ferramonti in Calabria.
Una storia che suscitò immediatamente l’interesse di Philip Kwok, che decise di svolgere un’indagine per ricostruire le vicende dei cinesi residenti in Italia allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Lo studioso ricercò luoghi, documenti e persone in grado di fornirgli elementi utili a una ricostruzione storica più dettagliata possibile. E, come scrive nella prefazione al testo il sinologo e ricercatore dell’Università dell’Insubria, Daniele Brigadoi Cologna, che si occupa da tempo di migrazioni cinesi in Italia, Kwok fu il primo a svelare una storia di cui «si sarebbe verosimilmente perduta ogni traccia».
Nel maggio del 1940, il ministero dell’Interno incaricò tutte le prefetture del Regno d’Italia di censire i cittadini stranieri che, con l’entrata in guerra dell’Italia, avrebbero potuto essere considerati sudditi di Paesi nemici. Cinesi compresi. Se ne contarono 431. Si trattò di una sorta di precauzione in vista dell’entrata in guerra dell’Italia e della stipula del Patto Tripartito con Germania e Giappone. Infatti, dopo aver dichiarato guerra a Francia e Gran Bretagna, iniziarono i fermi, che in base a una direttiva del ministero dell’Interno riportata nella prefazione furono però limitati a «quei sudditi cinesi che non hanno stabile occupazione, che non dimostrano chiaramente la fonte dei loro proventi e che sono ritenuti elementi comunque pericolosi».
Philip Kwok seguì le loro tracce ritrovando negli archivi comunali gli elenchi dei cinesi internati in Abruzzo, prima a Tossicia e poi a Isola del Gran Sasso, e in Calabria, a Ferramonti di Tarsia. Non solo ripercorse i loro spostamenti da un campo all’altro, ma cercò di capire come vivevano all’interno dei campi, quali erano le loro condizioni, come venivano trattati dal governo italiano e quale fu il loro rapporto con gli abitanti dei Paesi in cui si trovavano.
Il testo, quindi, ha un grande valore storico e sociale e racconta una vicenda che Daniele Brigadoi Cologna definisce nella prefazione come «una delle tappe fondamentali della formazione di una minoranza cinese d’Italia, la cui storia si sviluppa lungo più di quattro generazioni. Dei circa trecentomila cinesi che oggi risiedono stabilmente nel nostro paese, la maggior parte appartiene ancora ai medesimi lignaggi di coloro che vi approdarono nella seconda metà degli anni Venti del secolo scorso», sottolineando che quei cinesi che «dopo la guerra scelsero di restare in Italia, in gran parte sposarono donne italiane e diedero vita alla prima generazione sino-italiana».
I cinesi in Italia durante il fascismo è, quindi, un interessante punto di partenza per comprendere la storia dei cinesi d’Italia e le origini dei sino-italiani.
Oggi che l’autore di questa ricerca non è più tra noi, sua figlia Luna Cecilia Kwok si impegna a mantenerne viva la memoria e a diffondere i risultati del lavoro di suo padre che «ha dedicato l’intera sua esistenza alla ricerca e allo studio scrupoloso di temi riguardanti i legami tra Cina e Occidente».
Philip Kwok
Lea Vendramel per Cina in Italia di novembre 2019-
RIETI- Valle del Primo Presepe, torna il concorso fotografico “Wiki Loves”
RIETI- 4 settembre 2023- Il 2023 è un anno importante per la Valle del Primo Presepe. È infatti quello in cui ricorre l’ottavo centenario del primo presepe ideato a Greccio da san Francesco, per avvicinarsi attraverso i sensi al mistero dell’Incarnazione. Dal prossimo 26 novembre avrà dunque inizio un importante ciclo di eventi attraverso i quali tornare alla notte del Natale 1223 ed entrare nel vivo di quell’esperienza umana e spirituale. Un percorso che il progetto della Valle del Primo Presepe propone attraverso eventi, esperienze, esposizioni e anche concorsi che puntano ad allargare la partecipazione e il coinvolgimento. Tra questi il concorso fotografico locale Wiki Loves Valle del Primo Presepe, incluso nel più ampio concorso nazionale Wiki Loves Monuments Italia. Un’iniziativa promossa in sinergia con Wikimedia Italia per valorizzare il patrimonio artistico e monumentale del territorio, garantendo la sua visibilità su Wikimedia Commons, Wikipedia e i progetti collaterali grazie a quanti realizzano fotografie e le concedono con licenza libera CC-BY-SA.
Come nelle edizioni passate, è possibile partecipare anche al concorso locale, caricando foto che abbiano per oggetto i “monumenti liberati” presenti nella lista aggiornata.
Per partecipare al concorso occorre registrarsi sul sito Wikimedia Commons e caricare le foto sul portale seguendo la procedura guidata. Saranno valutate dalla giuria esclusivamente le immagini caricate dal 25 novembre 2023 al 2 febbraio 2024.
Il bando completo e le indicazioni per la registrazione sono consultabili sul sito valledelprimopresepe.it.
Questi i premi del concorso locale Wiki Loves Valle del Primo Presepe:
I premi
• 1° premio | Macchina fotografica istantanea
• 2° premio | Action Camera
• 3° premio | Cornice digitale
Davide Ferella:”Il mandolino nel teatro musicale Settecentesco”
Zecchini Editore
DESCRIZIONE
È nel settecento in particolare, secolo tra i più ricchi e complessi della storia d’Europa, che questo legame, questo strano intreccio di vicende, raggiungerà il momento apicale, con sempre più opere colorite dal suono di questo piccolo strumento. Una scelta, quella di affidare al mandolino la conduzione di un’aria, spesso la più caratterizzata e ricca di pathos, mai casuale, bensì dettata da esigenze drammaturgiche finemente studiate da compositori e librettisti. Il suo pizzico, multiforme e cangiante, sarà in grado infatti di esaltare tanto l’aulico canto di Achille e Cleopatra quanto quello, ben più greve e profano, di Don Giovanni e Almaviva. Versatili e suggestive le sue corde guideranno l’ascoltatore attraverso le ambientazioni più disparate, tra le anguste vie di una qualche città campana, lungo immaginifici orizzonti mediorientali. Mozart, Vivaldi, Paisiello e Cimarosa sono alcuni dei musicisti che nel corso del secolo si lasceranno affascinare dal potere evocativo del suo suono, un suono che più d’ogni altro ci ha definiti e tutt’ora ci definisce italiani nel mondo. Conoscere queste vicende è conoscere dunque ancor un poco dell’iridescente universo musicale nostrano, in particolare quello teatrale, nonché apprezzare l’epopea di uno strumento, il mandolino, centrale nella cultura musicale europea del XVIII secolo.
Richiedete il libro nei migliori negozi o a questo link:
–La prima raccolta poetica di Giacomo Leopardi: Canzoni –
La prima edizione Bologna 1824
Giacomo Leopardi: Canzoni – Bologna 1824
La prima idea leopardiana di raccolta risale al 1823, quando il poeta si recò a Roma portando con sé i propri componimenti con il preciso intento di pubblicarli: il proposito naufragò, ma Leopardi riuscì quantomeno a ottenere l’approvazione della censura romana. Tornato a Recanati, in soli sei giorni nel settembre 1823, compose «Alla sua Donna». Contattò quindi Brighenti per far stampare il volume a Bologna e grazie a lui arrivò ad un accordo con lo stampatore: la tiratura doveva essere di 500 copie con 50 esemplari a disposizione dell’Autore. Leopardi fu estremamente preciso nelle avvertenze relative la veste editoriale del testo: divieto di usare “j” lunghi tanto in italiano quanto in latino, raccomandazioni riguardanti la punteggiatura «nella quale io soglio essere sofistichissimo» (lettera a Brighenti del 5 dicembre 1823) e infine richiesta che ad ogni pagina corrispondesse una sola strofa. Non mancarono, però, come già avvenuto e come avverrà nelle successive pubblicazioni, difficoltà mosse dalla censura: il precedente vidit romano si rivelò infatti inutile, e il Brighenti risolse la situazione rivolgendosi a tal «Fr. Balt. Marianus Medici O. P.», revisore domenicano che non solo approvò la pubblicazione, ma comunicò al Brighenti la propria ammirazione per il libro. Il volume andò quindi in stampa, con grande soddisfazione dell’Autore: Leopardi si disse «contentissimo della stampa, per la carta, i caratteri, e tutto» (lettera a Brighenti del 24 agosto 1824). Il volume raccoglie dieci canzoni composte tra il 1818 e il 1823, ognuna con proprio frontespizio. Alle tre già edite (All’Italia; Sopra il Monumento di Dante e Ad Angelo Mai), se ne aggiungono sette del tutto inedite: Nelle nozze della sorella Paolina: A un vincitore nel pallone; Bruto minore; Alla primavera; Ultimo canto di Saffo; Inno ai Patriarchi e infine Alla sua Donna. In appendice sono collocate le relative Annotazioni filologiche.
Pubblichiamo alcune pagine fotocopiate da –CANZONI di Giacomo Leopardi -Prima Edizione del 1824
domenica 3 settembre 2023 ore 17:30 la presentazione del libro
nello Spazio Italia in Piazza Cesare Battisti.
Rieti-31 agosto 2023- I curatori Archeologo Carlo Virili e il Lion Vincenzo Silvi delegato del Governatore del Distretto 108 L, dopo il successo di pubblico dello scorso ottobre a Largo San Giorgio a Rieti e nella primavera di quest’anno al Museo Cicolano a Corvaro di Borgorose, grazie al Lions Club Rieti Host ripresentano, in occasione della dodicesima Fiera Mondiale Campionaria del Peperoncino di Rieti (domenica 3 settembre, ore 17.30, Spazio Italia, Piazza Cesare Battisti), il volume “Rieti Città delle Acque – Studi e ricerche di geologia, archeologia e storia dell’agro reatino“. Con ciò si propone alla città e al territorio una riflessione di ampio respiro sulle acque, la nostra più grande risorsa, presenza intimamente impressa nella nostra stessa identità, sin dai miti ancestrali delle origini. Il volume – a cura dell’archeologo Carlo Virili, in collaborazione con il Lion Vincenzo Silvi – riproduce gli atti del convegno svolto a Rieti nel 2015. Nel ripercorrere gli Atti del Convegno, scopriamo così come i primi abitatori abbiano popolato una valle ricca di risorse e si siano adattati alla vita sullo scomparso lacus Velinus e come il suo ritirarsi ed estendersi abbia condizionato e plasmato la cultura delle nostre genti nei secoli. Gli autori ringraziano gli esperti che appassionatamente hanno accompagnato, regalando occhi nuovi per il passato, il presente ed il futuro di una città, di un fiume, di una fertile pianura.
Il momento epico della Resistenza ha oscurato nella memoria civile collettiva l’esperienza precedente della lotta non armata e sulla storia dell’antifascismo tra le due guerre è calata una coltre di silenzio. Eppure furono oltre 5000 i dissidenti condannati per le loro idee nel corso del Ventennio e proprio nelle prigioni prese forma quell’idea embrionale di democrazia che poi, attraverso le ferite della guerra e della lotta di Liberazione, si sostanziò nella Costituzione italiana, firmata, per una nemesi della storia, proprio da un detenuto politico come Umberto Terracini, che aveva subito una delle condanne più pesanti del Tribunale Speciale fascista. Attraverso la ricostruzione della vita dei dissidenti all’interno dei luoghi di detenzione del regime, il volume in venti capitoli, uno per ogni anno della dittatura fascista, ci riconsegna uno spaccato significativo dell’antifascismo in galera e le storie di un centinaio di loro, scelti tra detenute e detenuti, celebri e meno noti, di diverso orientamento politico e origine geografica, in modo da coprire tutto il territorio nazionale. Tra le cento storie raccontate, a fianco di quelle di detenuti illustri, riemergono storie ignote che intrecciano aspetti politici e sentimentali, come la lunga storia d’amore ‘separata’ dal carcere tra Sandro Pertini e Matilde Ferrari; il triangolo sentimentale che intrecciò le vite di Tina Pizzardo, Altiero Spinelli e Cesare Pavese; la tragica storia della coppia di comunisti Anita Pusterla e Natale Premoli, perseguitati prima da Mussolini e poi da Stalin; le disgraziate vicende di un’altra coppia separata dal fascismo, Paolo Betti e Lea Giaccaglia, e quella tormentata di Iside Viana, morta in galera di stenti e sola, o dei due fratelli Mellone, deceduti entrambi in carcere, e di tutti coloro che soffrirono per quella drammatica esperienza.
Ad Ovest di Boccea , a circa 2500 m. di distanza , dal Castello di Boccea-Laghetti dei Salici, è conservato il Casale di Testa di Lepre di sopra. Nel secolo XII il Casale apparteneva alla Basilica di Santa Maria Maggiore , alla quale il possedimento fu confermato dal Papa Celestino III nell’anno 1192. Tutta la tenuta , compreso il Casale, entrò, poi, a far parte dei beni del Patrimonio della Basilica di San Pietro. Vi subentrarono, poi, come proprietari gli Orsini e nel 1453 il Principe Francesco Orsini vendette tutta la tenuta di Testa di Lepre, insieme al Castrum dirutm (Castello di Boccea-Laghetti dei Salici) al nobile Pandolfo Anquillara.Il Casale di Testa di Lepre di sopra (Casale di Testa di Lepre di sotto si trova a circa 4 km a Sud, è invece completamente moderno), anche se notevolmente rimaneggiato, mostra ancora la caratteristica forma di Casale Torre con alta Torretta centrale incorporata in altri fabbricati.
Una Torretta doveva esistere nel posto ove è ora il Casale di Malvicino, circa 2 km a Nord di Testa di Lepre. L’esistenza della Torre è indicata in un disegno del Catasto Alessandrino di Papa Alessandro VII, in cui è raffigurata una costruzione a tre piani munita di merlatura.
Testa di Lepre e Malvicino dovevano costituire due importantissimi posti di vedetta per il controllo della via che univa i due Castelli di Boccea (Laghetti dei Salici) e di Tragliata.
Su di un picco , , circa a 5 km ad Ovest di Boccea, sorge il Castello di Tragliata ora rimaneggiato e trasformato in un Casale. Il Castello di Tragliata è ricordato sin dal tempo di papa Leone I con il nome fundus Talianum. Il fortilizio , anche se mancano i documenti a conferma , dovette probabilmente essere stato costruito contemporaneamente, coevo, a quello di Boccea (Laghetti dei Salici). Da un documento del 1201 si apprende che un certo Giacomo padrone del Castello di Tragliata:non si hanno notizie sul Casato di tal Giacomo.Alla fine del XIV secolo Tragliata , insieme al castello di Boccea, appartenevano alla famiglia dei Crescenzi. Il Castello è stato ora incorporato in un grande Casale e solo in alcuni tratti delle pareti della collina si notano avanzi di murature appartenenti alle opere di sostegno del fortilizio. (Giovanna Maria De Rossi)
Associazione CORNELIA ANTIQUA- Siete appassionati della Storia poco raccontata, quella da riscoprire e vi piace l’ Avventura ,oppure siete affascinati dalla bellezza della Campagna Romana ? Allora unisciti a noi. Ecco cosa facciamo: Produciamo Documentari e Fotoreportage, organizziamo viaggi ,escursioni domenicali e tantissime altre iniziative culturali.Tutti sono benvenuti nella nostra Associazione, non ha importanza l’età, noi vi aspettiamo !Per informazioni – e.mail.: cornelia.antiqua257@gmail.com- Cell-3930705272-
Questo sito usa i cookie per migliorare la tua esperienza. Chiudendo questo banner o comunque proseguendo la navigazione nel sito acconsenti all'uso dei cookie. Accetto/AcceptCookie Policy
This website uses cookies to improve your experience. We'll assume you're ok with this, but you can opt-out if you wish.Accetto/AcceptCookie Policy
Privacy & Cookies Policy
Privacy Overview
This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.