Unseen. Le foto mai viste di Vivian Maier al Belvedere della Villa Reale di Monza-
Articolo di Paola Martino-Artuu Magazine
Monza-Le foto mai viste di Vivian Maier al Belvedere della Villa Reale- Vedere le mostre alla Villa Reale di Monza regala sempre grandi emozioni: il Belvedere poi offre una vista che vale tutta la visita, da una parte lungo il cannocchiale dei Giardini Reali, idealmente verso Vienna, e dall’altra parte lungo il grande Viale Cesare Battisti verso Milano. Ad impreziosire questo gioiello la mostra dedicata a Vivian Maier considerata, e a ragione, una delle pioniere e massime esponenti della street photography.
Vivian Maier Courtesy of Maloof Collection and Howard Greenberg Gallery NY
Unseen. Le foto mai viste di Vivian Maier è il titolo della mostra che la Villa Reale di Monza dedica, sino al 26 gennaio 2025 a questa straordinaria fotografa. Realizzata da Vertigo Syndrome in collaborazione con diChroma photography, è la più importante esposizione mai fatta in Italia su questa straordinaria, riservatissima artista. 220 opere, divise in nove sezioni.
Con la scatto silenzioso della sua Rolleiflex Vivian Maier ha immortalato per quasi cinque decenni il mondo che la circondava. Dai banchieri di Midtown ai senzatetto addormentati sulle panchine dei parchi, alle coppie che si abbracciavano o, molto spesso, riprendendo sé stessa.
Vivian Maier Courtesy of Maloof Collection and Howard Greenberg Gallery NY
Vivian Maier è oggi riconosciuta come una delle più importanti fotografe del XX secolo, nonostante il suo lavoro sia rimasto sconosciuto fino a poco prima della sua morte. Nata nel 1926, a New York, ha documentato con incredibile meticolosità la vita quotidiana nelle città americane, in particolare a Chicago e New York, per quasi quattro decenni, dagli anni Cinquanta agli anni Novanta. I suoi oltre 150.000 negativi coprono una vasta gamma di soggetti, spaziando dai ritratti di strada agli scatti di architettura, dai paesaggi urbani agli interni domestici, catturando con un occhio unico e sensibile le sfumature della vita ordinaria.
La storia misteriosa di Vivian Maier è un elemento cruciale che contribuisce al fascino senza tempo della sua figura. Non è solo la straordinaria qualità delle sue fotografie a catturare l’immaginazione del pubblico, ma anche la sua vita segreta e il contrasto tra la sua esistenza quotidiana e il suo talento nascosto.
Vivian Maier Courtesy of Maloof Collection and Howard Greenberg Gallery NY
Vivian ha lavorato per decenni come bambinaia, conducendo una vita apparentemente comune e anonima. Era descritta come una donna severa, riservata e solitaria. Tuttavia, nel silenzio e nella privacy, sviluppava un ineguagliabile talento fotografico, documentando con cura ogni aspetto del mondo che la circondava.
Ciò che rende ancora più intrigante la sua storia è che, durante la sua vita, nessuno era a conoscenza della vastità e della qualità della sua opera. Conservava gelosamente i suoi scatti in scatole e bauli, apparentemente senza mai cercare riconoscimento o pubblicazione. Questo “segreto” ha reso la sua scoperta nel 2007 ancora più sorprendente. Quando lo scrittore John Maloof acquistò casualmente i suoi negativi in un’asta, il mondo fu introdotto a un’artista completa che, fino a quel momento, non aveva lasciato traccia della sua immensa produzione fotografica.
Vivian Maier Courtesy of Maloof Collection and Howard Greenberg Gallery NY
La vicenda di Vivian Maier tocca corde emotive profonde, perché rappresenta il classico archetipo dell’artista incompreso e invisibile, che realizza opere d’arte straordinarie nel silenzio, senza clamore o riconoscimenti. È una storia di talento, ma anche di mistero e solitudine, che ha colpito l’immaginario collettivo e ha contribuito a trasformarla in un’icona. Questa combinazione di segretezza personale e la forza visiva delle sue fotografie ha dato vita a una leggenda affascinante, dove l’arte e la vita si intrecciano in modo unico, facendo di Maier una delle figure più enigmatiche e celebrate del mondo della fotografia contemporanea.
Uno degli aspetti più straordinari dell’arte di Maier è la sua capacità di combinare il realismo umanista europeo con lo stile dinamico della street photography americana. Cresciuta in parte in Francia, ha portato con sé l’influenza del vecchio continente, fondendo questa sensibilità con l’energia e la modernità delle città americane. Le sue opere sono paragonate a quelle di maestri come Robert Frank, Diane Arbus, Robert Doisneau e Henri Cartier-Bresson, che come lei hanno saputo cogliere l’essenza dell’umanità attraverso la fotografia di strada.
In questa esposizione, curata da Anne Morin, si passa da una sala all’altra come in una sorta di racconto della percezione del mondo dell’artista.
Vivian Maier Courtesy of Maloof Collection and Howard Greenberg Gallery NY
Si va dagli autoritratti che esplorano la sua identità attraverso soluzioni visive innovative, come il riflesso in uno specchio, una vetrina o la silhouette proiettata della sua ombra, mostrando la sua abilità di raccontarsi attraverso lo spazio che la circonda. L’attenzione per le persone comuni, in particolare alle donne che Vivian incontrava per strada. Lo sguardo sull’America del dopoguerra dove racconta il contrasto tra l’utopia del Sogno americano e la realtà vissuta dalle persone ai margini della società, mostrando la disuguaglianza sociale, il malessere e le contraddizioni nascoste dietro l’apparente prosperità. E poi i suoi bambini, quelli che Vivian Maier ha fotografato durante la sua carriera di bambinaia. Le fotografie a colori dei quartieri operai di Chicago, la raccolta di filmati in Super 8, dove Maier continua la sua esplorazione della vita cittadina, questa volta in movimento.
Fonte articolo -Artuu Magazine
Vivian Maier
Insomma, ognuna delle nove sezioni mostra uno spaccato del lavoro dell’artista e ci permette di scoprire una straordinaria fotografa che con le sue immagini profonde e mai banali racconta la “vita americana” della seconda metà del Ventesimo Secolo.
Paola Martino
Paola Martino-Giornalista – Artuu Magazine
Paola Martino Giornalista, appassionata di lingua araba e di arte, vive a Milano. Per focusmediterranee.com e ultimabozza.it scrive per la sezione Culture, soffermandosi su artisti, mostre, eventi e progetti culturali che non hanno confini. Per lei, infatti, la cultura è un mezzo per migliorare il dialogo e la conoscenza reciproca, anche tra le due sponde: Sud Europa e Nord Africa. Si è diplomata in lingua e cultura araba all’Ismeo di Milano e ha lavorato come giornalista radiofonica.
Roma Capitale-Villa Borghese- Riapre al pubblico la Loggia dei Vini-
Roma Capitale-A Villa Borghese -Riapre al pubblico la Loggia dei Vini-L’apertura, ad accesso gratuito per tutti, sarà valorizzata dal progetto d’arte contemporanea LAVINIA, a cura di Salvatore Lacagnina, concepito per dialogare con lo spazio della Loggia e con tutte le fasi di rifacimento.
Il progetto, realizzato da Ghella e promosso da Roma Capitale, Assessorato della Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, con la collaborazione di Zètema Progetto Cultura, è stato presentato alla presenza dell’assessore alla Cultura di Roma Capitale Miguel Gotor, della direttrice della Direzione Patrimonio artistico delle Ville storiche della Sovrintendenza Capitolina Federica Pirani, del direttore dei Rapporti Istituzionali, Comunicazione e Sostenibilità di Ghella Matteo d’Aloja e del curatore Salvatore Lacagnina.
Il nome LAVINIA è un omaggio a Lavinia Fontana, tra le prime artiste riconosciute nella storia dell’arte, presente nella collezione Borghese dai primi del Seicento. Il progetto prevede l’esposizione, fino al 26 gennaio 2025, delle opere site specific degli artisti Ross Birrell & David Harding, Monika Sosnowska, Enzo Cucchi, Gianni Politi, Piero Golia, Virginia Overton.
Roma Capitale-Villa Borghese – la Loggia dei Vini
La Loggia dei Vini a Villa Borghese, originale ed elegante architettura a pianta ovale impreziosita da decorazioni e affreschi, edificata tra il 1609 e il 1618 per volontà del cardinale Scipione Borghese e utilizzata per riunioni e feste conviviali durante il periodo estivo. La Loggia dei Vini fa parte di un complesso architettonico che comprende anche la sottostante Grotta, destinata alla conservazione dei vini e collegata al Casino Nobile di Villa Borghese attraverso un passaggio sotterraneo. Da tempo chiusa al pubblico, dopo alcuni interventi compiuti nel corso del Novecento, la Loggia torna ora a rivivere al termine del primo dei tre lotti di restauro che ha interessato la volta interna, con le cornici in stucco e l’affresco centrale – realizzato dal pittore Archita Ricci e raffigurante Il Convito degli dei – i pilastri, danneggiati da infiltrazioni d’acqua e le scale d’accesso.
Il restauro, realizzato grazie a una donazione di Ghella, con la cura scientifica della Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, è effettuato da R.O.M.A. Consorzio. I prossimi due interventi saranno dedicati alla restituzione degli intonaci dei pilastri interni e della parte esterna dell’edificio, al ripristino dell’emiciclo e della sua pavimentazione in cotto.
Per dare ulteriore valore al progetto di restauro e far dialogare il pubblico con la Loggia, lo spazio sarà animato con opere, performance, letture, laboratori e attività didattiche, orchestrate secondo una narrazione unitaria.
Per questo nasce LAVINIA, un nuovo programma d’arte contemporanea concepito per dialogare con lo spazio della Loggia e con le fasi di restauro. LAVINIA aspira a entrare silenziosamente nella vita quotidiana, si rivolge a chi passeggia nel parco, evitando qualsiasi forma di «auctoritas». Mette in discussione le nozioni di arte pubblica e di tradizione, il rapporto fra arte e architettura, apre al potenziale dello storytelling.
Roma Capitale-Villa Borghese – la Loggia dei Vini
Nella Loggia, suggestivo luogo di ricevimenti, venivano serviti, al fresco della penombra, vini pregiati e prelibati sorbetti; proprio per questo, ogni inaugurazione di LAVINIA sarà associata a un gusto di gelato ideato appositamente per l’occasione. Il primo gusto è “arancia e erba cedrina”.
INFORMAZIONI PER IL PUBBLICO
LAVINIA – LOGGIA DEI VINI A VILLA BORGHESE
Dal 19 ottobre 2024 al 26 gennaio 2025
Ingresso gratuito
Orari: dal giovedì alla domenica
dalle 9:00 alle 19:00 fino al 26 ottobre 2024
dalle 9:00 alle 17:00 dal 27 ottobre 2024 al 26 gennaio 2025
Roma-Apertura Straordinaria dei Sotterranei di Fontana di Trevi
Roma-sabato 19 ottobre ore 13.10 “Sotterranei di Fontana di Trevi: Antica Città dell’Acqua del Vicus Caprarius. Apertura Straordinaria” Hotel Trevi, Vicolo del Babuccio 20/21.
In occasione dell’Apertura Straordinaria – luoghi solitamente chiusi al pubblico e visibili eccezionalmente Solo per le nostre visite- visiteremo tre piani di un quartiere ormai nascosto, posto sul lato orientale di Via del Corso: i Sotterranei di Fontana di Trevi. Entreremo in ambienti risalenti al I sec. d.C., osserveremo le tecniche edilizie e i materiali utilizzati, capiremo l’importanza dell’area archeologica in questione. Narrerò le diverse funzioni che il luogo ha avuto nei secoli, la trasformazione da botteghe e complesso abitativo intensivo – a lussuosa domus di cui si conservano i n situ reperti di rivestim enti marmorei parietali e un pavimento musivo in tessere di marmi policromi. Cammineremo sul suolo di ambienti adiacenti al Vicus Caprarius e comprenderemo la vicinanza dell’Acquedotto Vergine. Sosteremo infine nel piano rialzato risalente all’età Medioevale ed ammireremo la struttura dall’alto. Capiremo meglio la storia della magnifica Fontana di Trevi e la stratificazione dei secoli… un percorso unico!
Costo: Euro 18 (ingresso, prenotazione, visita guidata e cuffie)
Riduzioni: Euro 17 – studenti 18/25 anni, insegnanti
Euro 15- ragazzi 14/18 anni
Euro 14- ragazzi under 14 anni, studenti universitari di Archeologia
Appuntamento davanti l’ingresso Hotel Trevi, vicolo del Babuccio 20/21
Prenotazione Obbligatoria entro Venerdi 18 ottobre
Termineremo la visita guidata alle ore 14.30 circa
Non è possibile partecipare alla visita se il cliente manifesta i sintomi del Covid 19 o stato febbrile.
E’ richiesto sempre il pagamento anticipato per evitare contatti personali.
E’ gradita la prenotazione almeno il giorno prima della data scelta.
La prenotazione è sempre obbligatoria e avviene SOLO tramite richiesta scritta a info@chiaraproietti.it o Whatsapp al 335 67 47 268 ( più diretto) o SMS indicando il nome e cognome del/i prenotati, il numero dei partecipanti e il recapito telefonico, la mail ed eventuali riduzioni.
Vi consiglio questa pratica, siamo al lavoro e non sempre riusciamo a rispondere in tempo reale alle chiamate dirette.
Poichè i gruppi sono SEMPRE limitati, non è consigliabile presentarsi sul luogo della visita senza aver ricevuto da parte nostra la conferma di partecipazione.
I biglietti NON sono rimborsabili ma cedibili a terzi.
Vi consiglio di portare i Vs auricolari monouso: dal 2023 per evitare un eccessivo consumo di plastica, saranno a pagamento.
Nota bene: Prima di iniziare la visita guidata – se ancora non ho il piacere di conoscerVi direttamente- Vi prego di assicurarVi che a guidare il gruppo sia Chiara Proietti e chiedete sempre di Visite Guidate di Chiara
Al momento la Legge che disciplina i Beni Culturali vieta l’ingresso in tutti i musei, monumenti e aree archeologiche comunali e nazionali ad animali di qualsiasi taglia. Sono ammessi Solo i cani guida per i non vedenti.
In caso di disdetta, Vi prego di avvertire almeno 24 ore prima dall’appuntamento, altrimenti sarò costretta a far pagare il costo per intero.
Vi Ringrazio e Vi Aspetto!
Chiara – Whatsapp 335 6747268 (orario 10-18)
Gruppo Facebbok: Visite Guidate di Chiara (NON la pagina)
Instagram: chiaraproiettiarte
Torrita Tiberina-(RM)- Fondazione Mario & Maria Pia Serpone
Parco d’Arte Contemporanea nel cuore della Sabina
La Collezione-La Fondazione Mario e Maria Pia Serpone, un parco d’arte contemporanea nel cuore della Sabina, a soli 40km da Roma. Le opere della collezione sono orientate in corrispondenza con le stelle madri della costellazione del Toro dando forma ad un’architettura invisibile che accompagna i visitatori a scoprire installazioni all’aperto di artisti come Mimmo Paladino, Jannis Kounellis, Bruno Munari e Luca Maria Patella, per citarne alcuni. Oltre a ciò, la Fondazione è orgogliosa di ospitare due rarità nel panorama artistico internazionale: un ‘bottle crash’ di Shozo Shimamoto, la quale opera è un work in progress oggetto di performance annuali; e la cappella Nitsch, una cappella che il fondatore dell’azionisimo viennese Hermann Nitsch ha allestito con sue opere create in loco. Un luogo d’incontro per quanti celebrano l’amore, la libertà, la pace e l’equilibrio nel rispetto reciproco di tutte le forze che governano la natura, l’istituzione ha come centro d’interesse lo studio, la riflessione e la diffusione dell’arte contemporanea. La fondazione è visitabile esclusivamente su prenotazione.
Torrita Tiberina, Roma-Fondazione Mario e Maria Pia Serpone
Per info e per organizzare una visita, scrivere a: info@fondazioneserpone.org.
La collezione permanente
Torrita Tiberina, Roma-Fondazione Mario e Maria Pia Serpone
Una fondazione dove opere d’arte contemporanea contornano il prato, ne seguono le curve, lo impreziosiscono con significati estetici e lo ridisegnano, nobilitando lo spazio con installazioni ambientali a cielo aperto, con performance e con tutto quanto possa prendere forma d’arte attraverso il linguaggio del contemporaneo, in perfetta relazione con l’ambiente.
La cappella Nitsch
Torrita Tiberina, Roma-Fondazione Mario e Maria Pia Serpone-Cappella Nitsch
Uno spazio nel bosco concepito come una piccola cappella, il cui progetto, sottoposto al parere dell’artista, ha riscontrato la sua piena approvazione. Hermann Nitsch ha dato, infatti, la sua totale disponibilità per l’allestimento e arredamento della stessa, con opere ed installazioni da realizzarsi in loco.
Torrita Tiberina, Roma-Fondazione Mario e Maria Pia Serpone-Cappella Nitsch
Hermann Nitsch, artista austriaco, massimo esponente dell’azionismo viennese, filosofo, musicista e pittore dal 1957 si dedica alla concezione del suo “Orgien Mysterien Theater”(OMT): forma di arte totale che coinvolge tutti e cinque i sensi. Per Nitsch, teatro, palcoscenico, musica, architettura e natura divengono imprescindibili l’uno dall’altro.
Torrita Tiberina, Roma-Fondazione Mario e Maria Pia Serpone-Cappella Nitsch
Nelle sue opere si evidenzia l’aspetto drammatico di una “liturgia ematica”, che ripercorre concettualmente il processo di sublimazione dolorosa del “sangue glorioso”. Il sacrificio diviene elemento centrale di un processo di identificazione-coinvolgimento, che travolge i tradizionali schemi comportamentali.
L’opera di Nitsch è riconosciuta a livello mondiale. L’Austria e precisamente Mistelbach gli ha dedicato un museo personale, così come anche la Fondazione Morra a Napoli gli ha dedicato un museo a lui intitolato, inaugurato nel 2008; inoltre le sue opere sono presenti nei più importanti musei di arte contemporanea.
Contattaci-Per organizzare una visita della Fondazione Serpone, un evento privato o per avere maggiori informazioni sui nostri progetti e collaborazioni, inviaci una mail: info@fondazioneserpone.org
Cercaci su Google Maps: Fondazione Serpone Viale Marconi, 5 (S.P. Tiberina 15a, Km. 37,100) 00060 Torrita Tiberina, Roma
Torrita Tiberina, Roma-Fondazione Mario e Maria Pia Serpone Cappella Nitsch
Torrita Tiberina, Roma-Fondazione Mario e Maria Pia Serpone
Torrita Tiberina, Roma-Fondazione Mario e Maria Pia Serpone
Torrita Tiberina, Roma-Fondazione Mario e Maria Pia Serpone
Torrita Tiberina, Roma-Fondazione Mario e Maria Pia Serpone
Torrita Tiberina, Roma-Fondazione Mario e Maria Pia Serpone
Torrita Tiberina, Roma-Fondazione Mario e Maria Pia Serpone
Torrita Tiberina, Roma-Fondazione Mario e Maria Pia Serpone
Torrita Tiberina, Roma-Fondazione Mario e Maria Pia Serpone
Torrita Tiberina, Roma-Fondazione Mario e Maria Pia Serpone-Cappella Nitsch
Torrita Tiberina, Roma-Fondazione Mario e Maria Pia Serpone-Cappella Nitsch
Torrita Tiberina, Roma-Fondazione Mario e Maria Pia Serpone-Cappella Nitsch
Torrita Tiberina, Roma-Fondazione Mario e Maria Pia Serpone Cappella Nitsch
Sergio Dotto 18/05/2014 Italia, Musei monumenti e parchi 2.
Ricerca storica dell’Architetto Maurizio Pettinari.Il 25 febbraio 1899 l’ingegner Edoardo Ugolini presentò domanda alla Prefettura di Perugia per derivare 1,20 m3/sec di acqua dal fiume Farfa, presso le le fornaci di Santa Maria a Valle Basetti utilizzando un salto di 86,50 m, al fine di alimentare la ferrovia elettrica Rieti-Corese e ottenne la concessione con i decreti emanati l’11 luglio e il 6 novembre 1900. Il 28 marzo 1901 fu costituita la Società Romana di Elettricità, che oltre ad acquistare la concessione Ugolini, entrò in possesso delle sorgenti di Càpore (Frasso Sabino), di proprietà del Principe Borghese e la neo costituita azienda affidò all’ingegner Ulisse Del Buono lo studio del progetto per utilizzare le sorgenti Càpore e altre acque del demanio in un’unica derivazione. Il progetto prevedeva la restituzione delle acque presso il fosso Roccabaldesca sotto Mompeo, il salto utilizzato era di 122 m mentre il canale misurava 7 km di lunghezza. La Prefettura di Perugia, il 29 gennaio 1903, esaminò il decreto della nuova concessione, che divenne definitivo il 10 aprile dello stesso anno, tuttavia solo il 23 novembre 1906 fu emanato il decreto che approvò e rese esecutivo il progetto. Nel frattempo l’ingegner Angelo Filonardi, uno dei i fondatori della Società Italiana per le Condotte d’Acqua e successore di Del Buono nello studio del progetto, concepì una soluzione alternativa per l’impianto, mediante un canale derivatore fino a Torre Baccelli, nel comune di Fara in Sabina, con uno sviluppo complessivo di 11,700 km allo scopo per poter sfruttare un salto geodetico di 162,50 metri e di conseguenza poter produrre una maggior quantità di energia, a fronte di una spesa maggiore per realizzare le opere idrauliche necessarie. Il nuovo progetto, presentato il 21 maggio 1907 dagli ingegneri Filonardi e Waldis, ottenne il decreto l’8 luglio 1909. Il lungo iter si concluse con il progetto definitivo, opera dell’ingegner Enrico Anagni, subentrato al Filonardi dopo la scomparsa di quest’ultimo che fu presentato il 1 marzo 1910 e approvato il 9 giugno 1910. Finalmente nell’agosto 1911 iniziarono i lavori sotto la direzione di Enrico Anagni, che si avvalse della collaborazione degli ingegneri Gino Coari e Stefano Bellini. Tuttavia tra il 1912 al 1914 fu costruita poco meno della metà del canale derivatore, mentre con opportune modifiche progettuali la lunghezza della derivazione fu ridotto a 10,5 km, con una portata massima derivabile di 8 m3/sec. In seguito allo scoppio della Prima Guerra Mondiale la costruzione proseguì molto lentamente, ma sotto la direzione dell’ingegner Giordano i lavori ripresero con vigore alla fine del 1918, mentre per la parte elettrica l’incarico fu affidato all’ingegner Oscar Sismondo, capo servizio della Società Anglo Romana. Nonostante le difficoltà tecniche e finanziarie nel febbraio 1923 l’impianto idroelettrico entrò in funzione con due gruppi turbina Riva e alternatore Westinghouse da 5.000 kW ciascuno, alimentati da due condotte forzate realizzate dalla ditta Antonio Bosco di Terni. Per innalzare il valore della tensione, inizialmente furono istallati quattro trasformatori monofase Westinghouse da 4500 kVA ciascuno, che elevavano la tensione prodotta dagli alternatori da 6.000 Volt a 60.000 Volt della linea elettrica, in seguito sostituiti da un unico trasformatore trifase. Contestualmente furono realizzate anche le abitazioni per il direttore della centrale e le famiglie degli operai. Una linea elettrica a 60.000 Volt, lunga circa 3 km, collegava la centrale alla sottostazione elettrica di Colonnetta “La Memoria” situata nel comune di Montopoli di Sabina, dove, unitamente agli elettrodotti ad alta tensione provenienti dalla cabina “Roma” dell’elettrochimico di Papigno (TR), alimentava le utenze romane. Nel 1933, per fare fronte a una crescente domanda di energia elettrica, la Società Romana di Elettricità realizzò, nei pressi di Torre Baccelli, un bacino di carico con una capacità di circa 140.000 m3, che consenti l’installazione di una terza condotta forzata e di un altro gruppo turbo-alternatore Riva-Tecnomasio Italiano identico ai precedenti, destinato alla funzione di riserva. Le acque del Farfa, restituite al suo corso naturale dal canale di di scarico della centrale, furono ulteriormente utilizzate tramite un canale di derivazione dalla centrale idroelettrica Farfa 2, situata non lontano dalla stazione ferroviaria di Poggio Mirteto, inaugurata nel 1936. Nel 1944, durante in secondo conflitto mondiale, la centrale Farfa 1, la sottostazione di Colonnetta La Memoria e la centrale Farfa 2 furono minate e gravemente danneggiate dalle truppe tedesche in ritirata, ma appena possibile la Società Romana di Elettricità ripristinò gli impianti restituendoli alla loro piena efficienza. Nel 1963, con la nazionalizzazione dell’energia elettrica, la centrale divenne proprietà dell’ENEL, poi nel 1985 fu automatizzata per essere gestita da posto di teleconduzione di Montorio al Vomano (TE). Negli anni recenti grazie a Enel Green Power, società multinazionale italiana operante nel settore di mercato delle energie rinnovabili e Michele Antonilli, docente presso l’Istituto di Istruzione Superiore “Aldo Moro” di Passo Corese, l’impianto idroelettrico è stato teatro di numerosi eventi didattici e culturali nell’ambito della manifestazione “Centrali Aperte”, divenendo uno dei rari esempi di officina idroelettrica ancora dotata di macchinario originale, in quanto la corsa frenetica all’acquisizione dei certificati verdi ha determinato la perdita irreparabile di una molte impressionante di gruppi, organi di comando e componenti elettromeccanici storici. Visitando Farfa 1 colpisce positivamente la presenza di due targhe apposte nel 2007, che ricordano vari ingegneri che contribuirono alla realizzazione dell’opera, tra cui Aldo Netti, nato a Stifone, che portò l’energia elettrica a centotrenta comuni del Lazio e dell’Umbria e operò anche nelle Marche. E’ incredibile che sia Narni sia Terni si siano dimenticate di lui, membro tra l’altro del consiglio di amministrazione delle Acciaierie ternane, al punto che non si è meritato neanche l’intitolazione di una via o di una piazza nella autoproclamata “capitale dell’archeologia industriale”.
Fonte: M. Antonilli, M. Pietrangeli, “Storia dei vari sistemi di trasporto intorno a Roma, a Rieti, alla Sabina e la centrale ENEL di Farfa”, 2011.
Raffaello, Barocci, Cantarini, Lazzarini dalla Biblioteca Oliveriana-
Mostra aperta fino al 17 novembre 2024 ai Musei Civici-
PESARO-Musei Civici-Raffaello, Barocci, Cantarini e Lazzarini sono gli artisti protagonisti della mostra ai Musei Civici di Pesaro. Per ognuno di loro l’attività grafica ha rivestito un ruolo fondamentale. Il disegno deve essere inteso come potentissimo segno di comunicazione e trasmissione del sapere e delle idee. Pesaro Capitale italiana della cultura 2024 è l’occasione per mettere in scena circa 40 opere grafiche conservate nella Biblioteca Oliveriana di Pesaro, uno dei centri nevralgici della cultura di questa città, custode di un inestimabile patrimonio storico. La mostra ‘CAPITALE’ DEL DISEGNO. Raffaello,Barocci, Cantarini, Lazzarini dalla Biblioteca Oliveriana per Pesaro 2024 è allestita fino al 17 novembre 2024 nelle sale che ospitano la collezione permanente dei Musei Civici di Pesaro. La mostra è a cura di Anna Cerboni Baiardi con Anna Maria Ambrosini Massari.
Pesaro ‘Capitale’ del disegno
I disegni esposti appartengono alla collezione Viti Antaldi che ammonta oggi a 803 fogli di maestri, epoche e scuole differenti. Tracciano un ideale percorso con alcuni dei principali artisti che si sono avvicendati in questo territorio tra il XVI e il XVIII secolo: l’urbinate Federico Barocci (1533-1612), attivo per il duca Francesco Maria II della Rovere insieme ai suoi valenti seguaci; i pesaresi Simone Cantarini (1612-1648), genio inquieto e innovativo, e GiovanniAndrea Lazzarini (1710-1801), protagonista del Settecento nella sua città natale e nelle Marche. Tutti questi si sono trovati a riflettere, in tempi e modi diversi, sull’opera del grande Raffaello (1483-1520) che, nato a Urbino e infine chiamato da papa Giulio II a Roma, ha dato vita a opere ritenute così perfette da diventare modelli inesauribili per le generazioni future.
Centrale nella mostra è quindi la figura di Raffaello, il cui contributo viene arricchito attraverso strumenti e metodi digitali. ‘Capitale’ del disegno diventa così per il visitatore anche esperienza sensibile, emotiva e cognitiva.
Pesaro ‘Capitale’ del disegno
Spiega la curatrice Anna Cerboni Baiardi:“La mostra mette in luce una delle più significative realtà storico artistiche della città di Pesaro: la collezione di disegni Viti Antaldi conservata nella Biblioteca Oliveriana di Pesaro, nota nei secoli passati per il gran numero di autografi di Raffaello, oggi vanto delle più prestigiose raccolte del mondo. I disegni scelti per l’occasione tracciano un ideale percorso da Raffaello a Lazzarini, passando attraverso Federico Barocci, i suoi allievi e Simone Cantarini. Per ognuno di questi l’attività grafica ha rivestito un ruolo fondamentale. I disegni permettono al visitatore di entrare nella dimensione più creativa dell’elaborazione artistica, di ammirare il valore sintetico di una linea o la morbidezza di un segno sfumato, di godere di un’immagine funzionale a un progetto o semplicemente di un esercizio di stile fine a se stesso. In diversi casi i fogli dialogano con alcuni dipinti selezionati, normalmente compresi nel percorso museale, ma anche con opere inedite o poco note offerte per l’occasione da collezionisti pubblici e privati che arricchiscono la conoscenza e la ricerca”.
Pesaro ‘Capitale’ del disegno
Centrale nel progetto espositivo è la figura del grande Raffaello (1483-1520): dei tanti disegni di Raffaello che avevano resa famosa la Collezione Viti Antaldi ne resta solo uno, ma estremamente importante: lo Studio di figura, disegno riconducibile alla prima attività dell’artista, preparatorio per la figura di Cristo nella Resurrezione conservata nel Museu de Arte di San Paolo del Brasile. Il prezioso foglio oliveriano, oltre a richiamare simbolicamente gli esordi di questa prestigiosa collezione, vuole evocare l’importanza che l’opera di Raffaello ebbe per gli artisti successivi.
Alcuni dettagli sulle opere di Raffaello e Barocci
Raffaello Il piccolo disegno di Raffaello è l’unico che resta dei tanti che facevano parte della collezione Antaldi. È piccolo ma molto prezioso, perché è tra i pochi giovanili rimasti. Si tratta, infatti, di uno studio per la Resurrezione di San Paolo del Brasile realizzata da Raffaello tra la fine del ‘400 e gli inizi del ‘500, dove sono evidenti gli influssi di Perugino e di Pinturicchio.
Pesaro ‘Capitale’ del disegno
Il foglio in mostra attesta l’idea che Raffaello sia stato un campione del disegno ancor prima che della pittura, considerato magister non ancora ventenne, attratto dallo studio dal vero e dalla ponderazione armoniosa come dimostra il nudo rappresentato sul un lato del foglio. Dall’altra parte, lo studio del panneggio dimostra tutta l’importanza che le pratiche disegnative hanno sempre avuto nella sua attività, fin dagli esordi urbinati, in una corte, quella urbinate, tra le più ricche di esiti artistici nel panorama italiano.
Federico Barocci
Anche per Barocci scegliamo di accendere l’attenzione su un foglio giovanile relativo alla decorazione del soffitto della prima stanza del Casino di Pio IV a Roma dove Barocci lavora tra il 1561 e il 1563 accanto a Federico Zuccari e a Santi di Tito. I disegni sono realizzati sul recto e sul verso di una carta cerulea e con almeno due tecniche: la pietra nera e l’inchiostro bruno utilizzato con la penna. Non tutte le immagini che compaiono nel recto sono utilizzate nel Casino, al quale si connettono solo le figure tracciate a penna. La mezza gamba destra in scorcio nel verso del foglio, con la pianta del piede in vista, trova riscontro in diverse prove giovanili dell’artista che non ha mai affrontato un’opera pittorica senza valutare ogni minimo dettaglio attraverso la pratica disegnativa.
La mostra ‘CAPITALE’ DEL DISEGNO è promossa da Comune di Pesaro e Fondazione Pescheria – Centro arti visive nell’ambito degli eventi di Pesaro Capitale italiana della Cultura 2024, con il contributo della Regione Marche e in collaborazione con Ente Olivieri – Biblioteca e Musei Oliveriani e Pesaro Musei, in partenariato con l’Accademia Raffaello di Urbino. L’organizzazione è di Maggioli Cultura e Turismo.
“Pesaro diventa anche ‘Capitale del disegno’ con le splendide collezioni Viti Antaldi che documentano il passaggio di tanti artisti che, nei secoli, si sono affacciati e interfacciati con la nostra realtà territoriale – sottolinea il sindacoAndrea Biancani -.Una mostra che ci omaggerà di un viaggio nel tempo, tra cultura e bellezza, mettendo in luce una delle più significative realtà artistiche presenti nella nostra città, che portano le firme di alcune illustri figure come Raffaello, Giovanni Andrea Lazzarini, Simone Cantarini e Federico Barocci. Pesaro, anche in questo caso, conferma a pieno il suo ruolo di Capitale italiana della Cultura, capace di snodarsi e valorizzarsi tra le bellezze del proprio territorio”.
“La mostra a Palazzo Mosca è un evento ‘perfetto’ per il calendario di Pesaro 2024 da diversi punti di vista – così Daniele Vimini vicesindaco e assessore alla Cultura e Turismo del Comune di Pesaro -. I disegni che convivono accanto ai tesori permanenti dei Musei Civici provengono dalla Biblioteca Oliveriana, mettendo così in stretta comunicazione due dei luoghi simbolo della cultura cittadina. Ancora, la selezione di opere esposte traccia di fatto un ideale percorso che coinvolge l’urbinate Federico Barocci e i pesaresi Simone Cantarini e Giovanni Andrea Lazzarini. Dunque, dialogo e apertura oltre i confini urbani, valori che guidano il cammino dell’anno da Capitale. Non ultimo, l’esposizione ci consente di ‘allungare’ la stagione estiva verso un autunno che – anno dopo anno – si conferma periodo piacevolissimo per vivere la nostra città nella ‘natura’ del mare e nella ricchezza del suo patrimonio artistico. Un grazie speciale, dunque, alle curatrici Anna Cerboni Baiardi e Anna Maria Ambrosini Massari che hanno messo a punto questo progetto prezioso”.
Fabrizio Battistelli, presidente Ente Olivieri – Biblioteca e Musei Oliveriani insieme con la direttrice Brunella Paolini: “Protagonista di questa mostra è il disegno. Raffaello, che eccelle nell’arte pittorica in quanto tale, porta nel tratto grafico immediato e creativo un segno di cui resterà traccia nell’opera di allievi e seguaci, anche a Urbino e a Pesaro, oltre che un’ispirazione per innumerevoli artisti nel mondo. È ambivalente la sorte dei disegni. Le loro proporzioni, la loro materia, la stessa apparente volatilità ne fanno un oggetto particolarmente vulnerabile alla dispersione. Questo è ciò che è accaduto alla superba collezione impostata dal collaboratore di Raffaello Timoteo Viti, passata poi alla famiglia Antaldi e prodigiosamente (sia pure parzialmente) pervenuta alla Biblioteca Oliveriana. Conservare di questi tesori, e nello stesso tempo valorizzarli attraverso la condivisione con il pubblico, è la vocazione di un’istituzione come l’Oliveriana. Rinnovata con entusiasmo, in collaborazione con le altre istituzioni civiche e culturali di Pesaro, in questo 2024 ‘capitale’ ”.
Luigi Bravi, presidente Accademia Raffaello di Urbino:“La mostra, curata dalla consocia Anna Cerboni Baiardi con la consocia Anna Maria Ambrosini Massari, rientra pienamente nella sfera di interessi e nella programmazione culturale dell’Accademia Raffaello di Urbino. Il tema della grafica, infatti, è da sempre un argomento che determina le scelte artistiche ed espositive nella Casa di Raffaello. Fa molto piacere quindi che la nostra Istituzione sia stata coinvolta, per la sua portata scientifica e culturale, nella mostra dedicata al ‘Capitale del disegno’ avendo come sua punta di diamante il celebre disegno dell’Urbinate”.
Fonte- Maggioli Cultura-
L’obiettivo di Maggioli Cultura e Turismoè valorizzare l’ecosistema territoriale promuovendo consapevolezza e conoscenza, con un linguaggio innovativo, creativo, digitale e accessibile. Siamo il partner ideale per costruire modelli efficienti e integrati nell’ambito della gestione, fruizione e comunicazione dei beni turistico-culturali, attraverso soluzioni digitali, servizi di consulenza, attività di marketing territoriale e produzione di eventi e mostre. L’unicità della nostra proposta risiede nel connubio tra adattabilità, esperienza, tecnologia, competenze tecniche di settore e passione, per favorire l’interazione e la partecipazione attiva del pubblico alla scoperta del patrimonio culturale e delle eccellenze del territorio.
Città di Pescara- Se il biscotto diventa un gioiello-
Corso di decorazione al Museo delle Genti d’Abruzzo-
Pescara, 8 ottobre – Al Museo delle Genti d’Abruzzo Sta per iniziare un viaggio attraverso i sensi: la bellezza da guardare, il buono da assaggiare, la capacità di realizzare. E’ un corso che valorizza non solo la creatività, ma le tradizioni e le suggestioni della fantasia. Tre distinti eventi che la Fondazione Genti d’Abruzzo organizza avvalendosi della professionalità di Filomena Tavano cookie artist , ovvero decoratrice di biscotti. Da non confondere con la pasticceria. Tavano è una eccellenza nel suo settore: nasce, con i suoi studi, restauratrice e decoratrice e si perfeziona lavorando con importanti aziende, per poi trovare una strada alternativa, che le consente di coniugare il suo amore per la pittura con quello per la cucina: nasce così Dolcetto, che le frutta riconoscimenti a livello internazionale e la porta in giro a raccontare come si fa a trasformare un biscotto in un capolavoro.
Pescara-Museo delle Genti d’Abruzzo
Pescara-Museo delle Genti d’Abruzzo
Pescara-Museo delle Genti d’Abruzzo
Il calendario degli appuntamenti si apre sabato prossimo alle ore 16, con la decorazione del biscotto “Presentosa d’Abruzzo”, sabato 30 novembre con inizio alla stessa ora toccherà al “Cuore d’Abruzzo” per concludere il 7 dicembre con la più classica preparazione di piccole opere d’arte natalizie. Sarà possibile sia frequentare un solo evento, della durata di quattro ore, che partecipare all’intero percorso ed avere così una preparazione più completa. “Lavoriamo in un ambiente insolito – spiega Tavano – e proprio per questo presentiamo un prodotto che sia attinente al museo. Ma questa esperienza fa parte anche di un mio progetto, che ha mosso i primi passi nel corso di Mediterranea, che è quello di declinare la decorazione dei biscotti in funzione turistica, preparando delle scatole eleganti che siano riconoscibili come prodotti abruzzesi. Ho già collaborato con la Regione Puglia, lavorando sugli Ori di Taranto, anche per l’Abruzzo sarebbe bello poter avviare una produzione con una propria identità. Penso a una scuola di formazione che potrebbe, ad esempio, essere anche funzionale alla riqualificazione di donne che hanno perso il lavoro, ma anche un punto di partenza per chi decide di investire su un progetto innovativo”. La proposta che si svilupperà all’interno del Museo delle Genti d’Abruzzo potrebbe essere un primo passo verso un lavoro più strutturato sul territorio. “Abbiamo organizzato il percorso in tre distinti eventi – chiarisce Tavano – ed in ognuna delle tre occasioni insegneremo le competenze tecniche di base per poter realizzare un biscotto decorato. Gli elementi essenziali sono la pasta frolla e la ghiaccia reale, che possono però essere lavorati con molte varianti. Perché la decorazione ha davvero molto da offrire, come produzione prevede l’infinito: ogni biscotto è una tela bianca su cui lavorare”. Diverse le tecniche di realizzazione tra la Presentosa e il cuore d’Abruzzo, poi il gran finale a sorpresa per il Natale: biscotti da utilizzare come decorazione per l’albero o per la tavola, per regali originali o semplicemente per coccolarsi in occasione delle feste.
Pescara-Museo delle Genti d’Abruzzo
Ai corsi sono ammessi anche i ragazzi, dai 12 anni in poi, un’occasione per avvicinarsi, divertendosi, all’arte della decorazione: “Decideremo in prossimità dell’evento come interpretare il terzo evento. Siamo estremamente flessibili. Ogni persona viene seguita a seconda della propria inclinazione, accompagnata fino al conseguimento del suo risultato”.
Pescara-Museo delle Genti d’Abruzzo
Informazioni
Il Museo delle genti d’Abruzzo è un museo di Pescara. Wikipedia
È IL 1944, NASCE LA SOCIETÀ SPORTIVA “ANGELO, MARIO E GINO SEBASTIANI”
Archivio di Stato di RIETI-È il 30 ottobre 1944 la data fondativa della società sportiva AMG #Sebastiani, dove l’acronimo indica i nomi di Angelo, Mario e Gino, i tre fratelli reatini, appassionati di sport, assassinati dai tedeschi in due episodi distinti, ma collegati, nel giugno di quell’anno.
A rivelare la data di ottanta anni fa è un documento rinvenuto nel fondo dell’Ufficio di gabinetto della Prefettura di Rieti (ASRi, Prefettura di Rieti, b. 36), conservato all’Archivio di Stato di Rieti, nel corso di ricerche portate avanti su alcune attività delle società sportive presenti sul territorio.
Si tratta di una lettera, datata 5 novembre 1944, a firma del presidente Vincenzo Ceci, imprenditore molto attivo in quegli anni e indirizzata al prefetto allora in carica, Michele Galatà. Il documento ci mostra come Ceci comunichi la costituzione della società sportiva che si “prefigge di dare ai giovani una sana educazione fisica e morale e di riportare lo sport cittadino alle sue antiche gloriose tradizioni” in vista di una “ricostruzione sportiva” a seguito dei tragici eventi bellici terminati con la liberazione di #Rieti nel giugno del ’44.
SOCIETÀ SPORTIVA “ANGELO, MARIO E GINO SEBASTIANI”
La missiva è accompagnata dallo statuto sociale, preziosa testimonianza di ulteriori informazioni non solo relative alla fondazione, la cui data del 30 ottobre è riportata alla fine del testo (sottolineata in rosso nella foto n. 4), ma anche per le cariche societarie presenti. Il presidente onorario è Giuseppe Sebastiani, mentre il primo presidente del sodalizio è appunto Vincenzo Ceci (presidente del Consiglio direttivo), il presidente del Comitato provvisorio è Franco Colarieti. Luigi Padronetti, celebre e competente dirigente sportivo, ricopre il ruolo di segretario del Consiglio direttivo. Non mancano altri nomi illustri come Alfredo Sebastiani, fratello di Angelo, Mario e Gino, nonché presidente della Provincia di Rieti tra gli anni ’60 e ’70 e il campione del mondo dilettanti di ciclismo Adolfo Leoni.
SOCIETÀ SPORTIVA “ANGELO, MARIO E GINO SEBASTIANI”
SOCIETÀ SPORTIVA “ANGELO, MARIO E GINO SEBASTIANI”
SOCIETÀ SPORTIVA “ANGELO, MARIO E GINO SEBASTIANI”
La società nasce come polisportiva, avendo l’obiettivo di sviluppare non solo il basket, già presente negli anni precedenti con la Pallacanestro Rieti, in particolare tra 1938 e il 1940. Lo si evince anche da ulteriore documentazione, questa volta del 1945, presente nell’archivio storico del Comune di Rieti, anch’esso conservato presso l’Archivio di Stato (ASRi, Comune di Rieti, b. 1405, fasc. “Area Sebastiani”). Il documento attesta la volontà della società di ottenere nuove strutture sul #Terminillo per ampliare la propria attività sportiva, ipotizzando l’uso di villa Pater, presente sulla strada tra Pian de’ Valli e Campoforogna, nonché la vendita di due appezzamenti di terreno. Dalla missiva emerge come fosse presente un trampolino per la scuola di salto con gli sci a Pian de’ Valli e che la gestione della capanna Trebbiani era in capo proprio alla società sportiva.
L’idea di una polisportiva aveva trovato una concretizzazione già nel 1942. Il #Coni provinciale, il 16 novembre di quell’anno, aveva infatti reso noto al Comune di Rieti (ASRi, Comune di Rieti, Registro delibere di giunta, deliberazione n. 117, 1943) l’autorizzazione alla fusione di tutte le società sportive esistenti a Rieti in un unico organismo denominato “Società polisportiva Rieti”, con l’intento di sviluppare non solo il calcio, lo sci e il ciclismo, ma anche il pugilato, la scherma, il tiro a volo e, appunto, la #pallacanestro. Il motivo della fusione era meramente economico a causa del clima di guerra che pesava sui bilanci già magri delle società.
Un ultimo cenno lo merita l’acronimo societario AMG, in quanto se la sede provvisoria è in via Marchetti 3 presso l’allora Ept, ovvero l’Ente provinciale per il turismo, nell’oggetto della lettera appare la dicitura “M.A.G. Sebastiani”, mentre la carta intestata, la comunicazione ufficiale del presidente e lo statuto sociale riportano la denominazione “Angelo, Mario e Gino Sebastiani”. La sigla “M.A.G.” apparirà anche nei timbri societari del 1945 e 1946, con in campo un Ercole che sconfigge l’idra e con motto in legenda riportante la frase “Hercules sabinus pater”.
Real Sebastiani Rieti
Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.
SOCIETÀ SPORTIVA “ANGELO, MARIO E GINO SEBASTIANI”
La Real Sebastiani Rieti, comunemente chiamata Sebastiani Rieti, è una società di pallacanestro maschile italiana con sede nella città laziale di Rieti. Fondata da Luigi Padronetti nel 1946 con il nome di M.A.G. Sebastiani Basket Rieti, divenuto in seguito A.M.G. Sebastiani Basket Rieti, si sciolse una prima volta nel 1997, per poi venire rifondata dapprima nel 1998 come Virtus Rieti (cambiando denominazione in Nuova Sebastiani Basket Rieti nel 2003), una seconda volta nel 2010 come Sebastiani Basket Club Rieti (cambiando denominazione alla Spes Pallacanestro Rieti dopo il fallimento della NSB) e, infine, una terza volta nell’estate 2020 come Real Sebastiani Rieti.
Contraddistinta dai colori sociali amaranto e celeste, disputa i propri incontri nell’impianto del quartiere di Campoloniano chiamato PalaSojourner[1]. Il nome della società ricorda la memoria dei fratelli Angelo, Mario e Gino Sebastiani, grandi sportivi dell’epoca, barbaramente uccisi dai tedeschi nel 1944.
Dopo l’abbandono di Padronetti fu Italo di Fazi ad occuparsi di assemblare la squadra, e ingaggiò il primo vero tecnico, Mario Barilari. In questi anni a dare man forte ai reatini vennero chiamati diversi giocatori di Roma come Chiodetti, Marcone, Galliano e Paolo Roversi. In questo periodo la squadra vedeva crescere giovani promettenti come Cordoni e Simeoni e militava in Serie C, a parte un paio di apparizioni in Serie B.
Giulio De Iuliis premia Giampaolo Chiodetti
La Serie A
Dopo l’abbinamento con la Snia, la squadra sale di livello e nel 1972 conquista la promozione in Serie B. Nella stagione successiva la presidenza viene affidata a Renato Milardi e con il marchio Brina la Sebastiani disputa un ottimo campionato, chiudendo al secondo posto la stagione regolare che le consente di accedere alla poule promozione con Siena, Vigevano e Gorizia. Siena vince il girone ed accede direttamente alla Serie A mentre per il secondo posto disponibile Rieti e Vigevano dovranno giocare uno spareggio a Pesaro. Sostenuta da diversi reatini giunti nelle Marche, la Brina si impone 55-44 e conquista la Serie A. Tra i protagonisti dell’impresa da ricordare Gianfranco Lombardi nel doppio ruolo di allenatore e giocatore.
Per la stagione seguente arriva Bob Lauriski, il primo giocatore straniero della Sebastiani. Lauriski è uno statunitense non molto spettacolare ma comunque efficace; allenatore è ancora Lombardi e la squadra chiude il suo primo campionato di Serie A al decimo posto.
Dalla stagione 1974-75 il campionato si divide in due leghe: A1 e A2. Rieti si mantiene in prima serie dopo la poule salvezza. Nel 1975-76 arriva invece la retrocessione in Serie A2.
Nel campionato 1976-77 il nuovo allenatore Elio Pentassuglia (arrivato alla fine della stagione precedente) può contare su un nuovo straniero: Willie Sojourner, pivot con un passato nella ABA, che diventerà l’idolo dei tifosi reatini.
Nel 1977-78, grazie alle nuove regole che permettono l’ingaggio di un secondo straniero, arriva a Rieti Cliff Meely. Sojourner e Meely formeranno così una delle migliori coppie di stranieri del campionato. La Sebastiani annoverava in squadra giovani campioni come Roberto Brunamonti e Domenico Zampolini. I reatini vincono il campionato di Serie A2 accedendo ai play-off scudetto, dove si classifica al terzo posto, miglior risultato di sempre.
Nella stagione 1978-79 la squadra resta molto competitiva e schiera anche Gianfranco Sanesi, guardia nativa di Rieti. I risultati sono ottimi: la Sebastiani raggiunge le semifinali play-off e la finale di Coppa Korac, dove si arrende in finale solo al Partizan Belgrado, che vince davanti al pubblico di casa.
Gianfranco Sanesi in canotta Sebastiani nel campionato 1979-80
Per il campionato 1979-80 l’esigenza di far cassa porta alla cessione di Domenico Zampolini (girato a Pesaro) e Cliff Meely. Al posto dell’americano arriva Lee Johnson, atleta meno tecnico ma dotato di un’impressionante elevazione. La corsa in campionato si ferma ai quarti dei Play off ma è nella Coppa Korac che arriva la più grande impresa dello sport reatino. La Sebastiani arriva nuovamente in finale e a Liegi la squadra piega il Cibona Zagabria per 76-71. Con la conquista della Coppa Korac e dopo quattro stagioni piene di soddisfazioni, si chiude il ciclo di Elio Pentassuglia, che approda alla panchina di Varese.
Nelle stagioni successive Rieti non riesce a confermarsi ai vertici, pur mantenendosi su buoni livelli e continuando a scegliere validissimi giocatori statunitensi, come Tony Zeno.
L’estate del 1982 vede la partenza di Willie Sojourner, nel febbraio 1983 lascia anche il presidente Renato Milardi segnando la fine di un’epoca. Al termine di quel campionato la Sebastiani è retrocessa in Serie A2.
Seguono cinque stagioni nella seconda serie, con la società che, tra alti e bassi, fa sempre più fatica a far quadrare i conti. Il giocatore più rappresentativo di questo periodo è Joe Bryant, padre della futura stella NBAKobe Bryant, che iniziò a tirare a canestro proprio nel capoluogo sabino.
Il declino
L’ultima partita della Sebastiani in Serie A2 fu disputata a Rimini il 2 aprile 1988, ultima di campionato; la squadra venne sconfitta per 84-83 dalla Biklim Rimini con un canestro allo scadere dell’ex Maurizio Ferro e retrocessa in Serie B.
L’avventura di Rieti in Serie B inizia nel tentativo di tornare nella lega superiore: viene richiamato in panchina Elio Pentassuglia, ma il tecnico pugliese muore in un incidente stradale. La stagione della squadra rimane definitivamente segnata e non vengono raggiunti nemmeno i play-off.
A causa delle difficoltà economiche, nel campionato 1989-90 si allestisce una squadra di giovani da valorizzare, senza successo, e la Sebastiani retrocede così in B2. Il capitano e bandiera della squadra, Gianfranco Sanesi, si trasferisce a Contigliano, in Serie C1.
Dopo vari tentativi, nel 1993-94 la AMG Sebastiani riesce a risalire in Serie B1, imponendosi 92-80 dopo lo spareggio contro Potenza sul neutro di Pozzuoli, ma la situazione economica rimane problematica e anche la nuova proprietà (subentrata dopo la promozione) non riesce a porre rimedio.
Al termine della stagione 1996-97 il deficit diventa insostenibile, si cercano invano nuovi acquirenti e sfuma anche uno scambio di titoli per acquisire quello A2 di Pistoia. Oberata dai debiti, la società AMG Sebastiani non riesce ad iscriversi al campionato e conclude la sua attività dopo 51 anni di storia.
Prima rinascita: la Nuova A.M.G. Sebastiani Basket
Nel 1998 con l’acquisizione dei diritti di Sant’Antimo B2 da parte dell’Ass. allo Sport Marzio Leoncini e dal DR. David Angeletti, nasce una nuova squadra alla quale il General Manager Attilio Pasquetti decide di dare il nome di Virtus Rieti, con nuove divise arancio-blu. Protagonisti della nascita della nuova società furono oltre al patron Davide Angeletti (già contattato per rilevare la AMG Sebastiani) e Pier Luigi Persio, con la collaborazione di Michele Martinelli, primo presidente venne eletto Pier Luigi Persio. La Virtus venne iscritta con riserva alla serie B1 dove giocò grazie alla rinuncia di Desio, la squadra allestita era buona e sotto la guida di Franco Gramenzi dominò la stagione regolare, ai play-off per la promozione però dovette arrendersi a Bergamo al primo turno.
Nella stagione seguente, la squadra sempre allenata da Franco Gramenzi arrivò seconda in stagione regolare. Questa volta ai play off raggiunse la finale dove incontrò Castelmaggiore, la serie si decise alla terza ed ultima partita che Rieti perdette in casa 59-67 per la delusione di un gremito Palaloniano (5.432 spettatori) che sognava il ritorno tra i professionisti.
Nelle due stagioni successive (2000-01 e 2001-02) la presidenza passò a Davide Angeletti, ma, nonostante l’obiettivo rimanesse quello di raggiungere la Legadue (che sostituì la serie A2 nel 2001-02), furono avare di soddisfazioni. L’anno successivo Davide Angeletti lasciò in favore di Michele Martinelli. La presidenza fu offerta a Gaetano Papalia e venne ingaggiato Antonello Riva, miglior marcatore di tutti i tempi della serie A. La squadra ebbe un inizio stentato, poi alcune correzioni in corsa e l’arrivo sulla panchina di Maurizio Lasi le permisero di raggiungere i play off. Nei quarti di finale contro Vigevano il fattore campo saltò in tutte e tre le partite e la Virtus fu eliminata.
L’arrivo di Papalia
L’anno seguente Gaetano Papalia rilevò la società da Michele Martinelli, fu recuperato il nome storico cambiando la denominazione della squadra in Nuova A.M.G. Sebastiani Basket e l’amaranto ed il celeste tornarono ad essere i colori ufficiali. Fu assemblato un ottimo gruppo che dopo aver vinto la stagione regolare conquistò la coppa Italia di categoria battendo in finale Castelletto Ticino per 85-79. Ai play off Rieti perse di nuovo in finale, questa volta contro Montegranaro, ma aveva ancora l’oppurtunità di giocare lo spareggio per la Legadue contro la sconfitta dell’altra finale: Trapani. Si arrivò a gara tre e la Nuova Sebastiani questa volta non si lasciò sfuggire la promozione davanti al proprio pubblico, vincendo per 75-66.
Il primo anno di Legadue complice un po’ di inesperienza iniziò con qualche difficoltà ed il roster fu cambiato più volte in corsa, strada facendo grazie anche all’innesto di ottimi americani come David Hawkins prima e Jimmie Hunter poi, le cose migliorarono e furono raggiunti i play off dove arrivò la sconfitta al primo turno contro Montegranaro.
Nell’estate del 2005 arriva in città Marcus Melvin, ala forte esordiente in Italia, che diventerà uno dei migliori giocatori del campionato. La squadra allestita con l’obiettivo di puntare alla promozione in serie A termina la stagione regolare al quinto posto, ai play off dopo aver eliminato Imola e Ferrara, in finale trova di nuovo Montegranaro. Come nelle due occasioni precedenti la Sebastiani si arrese ai marchigiani che chiusero la serie 3-1.
Il 2006-07 si apre con una campagna acquisti di prim’ordine che porta a Rieti Joe Smith, Davide Bonora, Michele Mian e Patricio Prato, in panchina Maurizio Lasi viene sostituito da Lino Lardo. La squadra disputa una buona prima parte di campionato ma è sempre costretta ad inseguire Caserta che vince quasi tutte le partite. Il roster viene ritoccato e vengono inseriti Wade Helliwell e Marko Verginella a rinnovare quasi completamente il reparto dei lunghi (escono Simone Bagnoli e Chris Pearson). Ad inizio marzo al PalaSojourner, la Sebastiani vince la Final Four di Legadue battendo in successione Rimini e Ferrara. In campionato, complice un calo di Caserta, la squadra riesce a recuperare lo svantaggio ed arriva ad un finale di stagione equilibratissimo. Il campionato finisce con Rieti, Rimini e Caserta a pari punti ma grazie alla differenza canestri la Sebastiani è prima e può festeggiare il ritorno della serie A a Rieti dopo più di vent’anni.
Il ritorno in Serie A
La stagione 2007-08, segna dunque il ritorno in Serie A. Rieti infatti dopo un’assenza dalla massima serie durata 24 anni, può tornare fra le prime formazioni d’Italia, posto che aveva occupato già in passato. L’estate che aveva preceduto l’inizio del campionato, non era stata delle più tranquille, tanto che per mesi si era palesata anche la possibilità di cedere il diritto conquistato sul campo, ad un’altra città per la difficoltà di reperire sostegno economico, in primis quello di un main sponsor. La vicenda si risolverà poi con l’accordo siglato fra il Club amaranto celeste e la Solsonica. Dunque, sbrogliati i più immediati problemi economici, può finalmente sbloccarsi la campagna acquisti, che fino a quel momento era rimasta sospesa. Tra i giocatori che sbarcano a Rieti si ricordano Pape Sow dai Toronto Raptors e Morris Finley dall’Euphony Basket Liège, che si rivelerà poi il miglior marcatore della Lega. Il ritorno della Sebastiani, va in scena con la partita che vede opposta alla formazione Sabina, l’Olimpia Milano, in un PalaSojourner gremito e leggermente rinnovato per l’occasione, che vedrà alla fine la Sebastiani prevalere sulla pluridecorata squadra lombarda. Il campionato procederà con relativa tranquillità e la Sebastiani sfiorerà sia le final eight di Coppa Italia, sia i play-off di fine campionato per la lotta per il Tricolore. Alla fine la formazione Reatina conquisterà il tredicesimo posto e una salvezza, già certa a cinque giornate dalla fine.
Secondo anno in massima serie
Nel suo secondo anno in serie A la Nuova Sebastiani otterrà la salvezza all’ultima giornata ai danni della Fortitudo Bologna. La stagione cominciata sotto buoni auspici con la costruzione di un roster di prim’ordine sarà invece caratterizzata durante il corso dell’anno da un’infinità di difficoltà impensabili. La squadra perderà man mano pezzi importanti come Tim Pickett, Donnell Harvey, Guillaume Yango, Patricio Prato e Pervis Pasco, per non parlare inoltre dei due punti di penalizzazione inflitti alla società per irregolarità amministrative. Nonostante ciò grazie alla straordinaria bravura del tandem Lardo-Giuliani, un roster corto e assai modesto riuscirà nell’impresa di salvarsi grazie a straordinarie quanto inaspettate vittorie contro compagini ben più attrezzate come Virtus Bologna, Angelico Biella, Fortitudo Bologna, Air Avellino e Ngc Cantù in un girone di ritorno perfetto in cui la Solsonica farà parlare molto di sé in tutto l’ambiente del basket italiano. L’intera stagione è però funestata dai continui problemi economici e dalle voci che girano su un debito sempre più profondo. Tutto ciò viene rafforzato dai continui allarmi lanciati dal presidente Papalia, che già a inizio 2009 minaccia la vendita del titolo o la messa in liquidazione della società se non verranno trovate altre risorse per continuare l’avventura in A. Tra un futuro sempre più nero e un presente pieno di sofferenze la Nuova Sebastiani si presenta all’ultima giornata con due punti di svantaggio dalla Fortitudo Bologna che nonostante i milioni spesi e i molti acquisti nel corso dell’anno non è riuscita a tirarsi fuori dalla zona retrocessione. Proprio nell’ultima domenica di campionato, il 10 maggio, si consuma l’ultimo miracolo, Bologna perde a Teramo mentre la NSB espugna il campo della già retrocessa Udine conquistando grazie alla migliore differenza canestri negli scontri diretti il suo personalissimo scudetto, quello della seconda soffertissima salvezza in A.
Il trasferimento a Napoli e la fine
Terminata la sbornia per la nuova impresa, a Rieti si deve pensare a conquistare l’altra salvezza, ancora più difficile di quella del 10 maggio. Infatti la permanenza in serie A passa da eventuali nuovi sponsor e risorse che dovranno necessariamente entrare nelle casse societarie. In tal senso agli inizi di giugno sembra già tutto risolto per il meglio, con l’annuncio della sponsorizzazione ACEA per il PalaSojourner e con contatti già ben avviati con Wind. Tuttavia alla fine la tanto annunciata firma sul contratto non arriverà mai e dopo due mesi di rinvii, il presidente Papalia pone fine alla vicenda operando il trasferimento del campo di gioco al PalaBarbuto di Napoli, concludendo una trattativa iniziata e conclusa in pochi giorni. Il presidente motivò la scelta in questo modo:
«Quello che posso dire è che ci è stato concesso perché il PalaSojourner non è a norma per la serie A. Fate attenzione: non parlo di parametri tecnici, ma di parametri economici. Il palazzo si trova in una zona depressa che non consente di avere incassi in termini di pubblico o di spazi pubblicitari sufficienti a sostenere una serie A. Requisiti che, al contrario, il PalaBarbuto ha e per questo abbiamo chiesto ed ottenuto la deroga.[4]»
Così Rieti vede sparire di nuovo il basket professionistico e il presidente Gaetano Papalia è bersagliato dai tifosi di insulti e accuse, reo a loro parere di aver portato via alla città di Rieti una storia, un nome ed una tradizione nati nel lontano 1946.
Il ritorno del grande basket a Napoli, anche se a discapito di una città come Rieti che nel basket ha profuso molte energie, viene invece accolto positivamente sia dal presidente della F.I.P. Dino Meneghin, da sempre desideroso di riportare nell’élite del basket italiano una grande città come Napoli, sia dal presidente del C.O.N.I.Giovanni Petrucci, che qualche giorno prima del via libera al trasferimento commentava così tale possibilità:
«Non voglio entrare in faccende che sono di competenza della federazione, ma certo che avere Napoli in serie A sarebbe un vantaggio per il basket italiano. Da parte mia non posso che esprimere un auspicio, naturalmente fatti salvi tutti i diritti di Rieti[5]»
e ancora:
«Mi auguro che il basket torni in questa città – dice Petrucci -. Sono per lo sport nelle grandi piazze e sarebbe bello rivedere il Palabarbuto pieno. Del resto, la Virtus Roma è in serie A perché prese il titolo di Desio, non vedo quindi la novità. Non posso che essere favorevole a portare lo sport dove la gente lo vuole. Non conosco le regole del basket, queste questioni sono di competenza di Meneghin e della Fip. Sono loro che daranno l’ok, ma credo che alla Fip convenga avere Napoli nella massima serie, anche dal punto di vista pubblicitario.[6]»
Queste dichiarazioni scatenarono l’ira dei tifosi reatini, che ritennero di cattivo gusto le parole del presidente del CONI, nelle quali tutto è ridotto a una questione di convenienza e pubblicità.
Il destino della società rimase inizialmente incerto, almeno ufficialmente, dato che la deroga fu concessa per un solo anno, mentre da Napoli si affermava che la società sarebbe restata nel capoluogo campano per almeno tre anni[7].
A Napoli, Papalia trasferisce una società al collasso, che sembrerebbe non avere soldi per produrre un campionato dignitoso. Nell’autunno 2009, raggiunta la sponsorizzazione con la Martos (Società finanziaria) la rotta sembra cambiare: vengono ingaggiati il nigeriano Adeleke (successivamente tagliato), l’asso ex-NBA Damon Jones e il lettone Armands Šķēle. Successivamente viene messo sotto contratto anche il centro Robert Traylor.
Nel breve volgere di metà campionato, tuttavia, la società si ritrovò con problemi più grandi di quelli con cui si era allontanata da Rieti: a causa degli stipendi non pagati, molti giocatori decidono di abbandonare la società, sulle cui maglie non compariva neanche più lo sponsor[8], tanto che nelle ultime apparizioni sui parquet della Serie A fu costretta a schierare sul campo partenopeo gli under 19 provenienti inizialmente da Napoli e Rieti[9] e poi solo da Rieti.
La giustizia sportiva penalizzò la squadra, già partita con 2 punti in meno, con altri 6 punti. La Giudicante penalizzò la squadra di 8 punti per la successiva stagione, e inibì Papalia per 3 anni e 4 mesi. La Corte Federale confermò l’inibizione a Papalia e comminò 12 punti di penalità da scontare per la successiva stagione. La società fece ricorso al TAS Coni.
A stagione ancora in corso la squadra fu esclusa dal campionato, per non aver pagato la 2° rata professionistica alla LegaBasket, e tutte le partite furono considerate perse 20-0 a tavolino.
Il 15 aprile 2010, la commissione agonistica della FIP ha annullato tutta la stagione della squadra e la ha esclusa dalla classifica, decretando di fatto la definitiva chiusura anche di questo capitolo, lungo poco più di un decennio, della pallacanestro reatina.
Seconda rinascita: la Sebastiani Basket Club Rieti
Il duro colpo non cancella però Rieti dal panorama della palla a spicchi italiano, infatti gli occhi della città si spostano subito verso un’altra società locale: il Rieti Basket Club, dal quale trarrà origine l’attuale sodalizio. Questa società nasce nel 2006, quando ancora la NSB militava in LegaDue come “Spes Pallacanestro Rieti” e con l’acquisto del titolo sportivo del Vallesanta Basket, piccola formazione reatina, è ammessa al campionato di Serie D. Qui la società disputa un campionato che la vede sconfitta solo in due incontri, chiudendo così al primo posto e conquistare immediatamente la promozione in Serie C2[10]. L’anno seguente, stagione 2007-2008, chiude la stagione regolare da imbattuta e nei play-off vince la finale contro la Virtus Monterotondo, centrando la seconda promozione consecutiva e approdando questa volta in Serie C Dilettanti[10].
Per la stagione 2008-2009 di C Dilettanti, un nuovo allenatore, Marco Schiavi, si siede sulla panchina a tenere le redini della formazione ampiamente rinnovata. Durante il campionato un cambio in corsa porterà poi Claudio Vandoni, vecchia conoscenza del basket reatino a ricoprire il ruolo di head coach. Piazzatasi terza in classifica, affronta quindi i play-off dove in finale se la vede con Torre dei passeri, che viene sconfitta 3 a 1 mettendosi in tasca la terza promozione di fila che questa volta vale la Serie B Dilettanti. Nel settembre 2009 la denominazione della società viene mutata in Rieti Basket Club e il club lascia il piccolo PalaSpes sito nella frazione di Poggio Fidoni, palasport fino ad allora teatro degli incontri casalinghi, per trasferirsi al PalaSojourner[10].
Nello storico impianto di Campoloniano, Rieti continua la sua corsa disputando il nuovo campionato 2009-2010 con l’obiettivo della promozione diretta nella categoria superiore, ma a causa di numerosi infortuni che riducono all’osso gli elementi a disposizione dell’allenatore Alessandro Crotti, la formazione sabina chiude la stagione regolare al secondo posto e prende così parte ai play-off dove viene tuttavia eliminata dal Patti. Il quarto salto di categoria consecutivo arriva però comunque perché, a seguito dell’esclusione di tre club dalla Legadue, che libera tre posti nella A Dilettanti 2010-11, la società avanza ufficialmente richiesta di ripescaggio, che verrà poi accolta.
Nel 2010 la società attraversa una fase di cambiamento, costituendosi come S.r.l. Poco dopo si verifica anche un cambio al vertice: Marzio Leoncini, che dal 2006, anno della fondazione, aveva tenuto le redini del progetto, lascia la carica di presidente in favore di Silvio Gherardi. Come ultimo passo viene mutata la denominazione: con la partenza della NSB dal capoluogo sabino, l’anno precedente infatti il Rieti Basket Club si era trovato ad essere la prima formazione cestistica della città ed era stata avanzata l’ipotesi di restituire a Rieti la denominazione Sebastiani ripartendo proprio dall’RBC, ipotesi sostenuta anche da due sondaggi, uno apparso sul sito internet della società e uno su quello della tifiseria organizzata. Questo si rese possibile nel 2010 quando, a seguito della richiesta della società, la FIP l’autorizzò ad assumere la denominazione ufficiale di Sebastiani Basket Club Rieti[10][11].
Stagione 2010-2011: A Dilettanti
Per la prima stagione in Serie A Dilettanti 2010–2011, l’obiettivo principale della Sebastiani è la salvezza, compito tutt’altro che semplice per via della riforma dei campionati dilettantistici, in conseguenza della quale le retrocessioni previste per questo campionato sono sedici. Il torneo non si apre nel migliore dei modi per gli amaranto celesti, che inanellano una serie di cinque sconfitte consecutive che schiacciano subito la società all’ultimo posto in classifica palesando già lo spettro della retrocessione. La dirigenza corre quindi ai ripari e rivoluziona il roster: il netto fra vittorie e sconfitte viene ben presto invertito con una serie di sei successi consecutivi, striscia che permette ai reatini di entrare in zona playoff. Con il procedere del campionato la Sebastiani riesce, malgrado alcuni infortuni, a mantenersi fuori dalla retrocessione diretta. Nel girone di ritorno, però, qualcosa si rompe, con la Sebastiani che subisce sette sconfitte in otto partite[12]. Di conseguenza la società convoca due incontri, uno con l’allenatore Alessandro Crotti e il capitano Davide Zambon e l’altro con tutti i giocatori, dai quali emerge l’esistenza di attriti a livello individualistico e nei rapporti interpersonali fra gli atleti, ma nessun contrasto con il tecnico. La società decide di sanzionare due giocatori, uno dei quali si scuserà subito dopo con la squadra, i dirigenti e i tifosi[13]. Nel frattempo viene ingaggiato Federico Lestini[14]. Una boccata di ossigeno arriva con la vittoria contro la Nuova Virtus Molfetta che consente alla Sebastiani di ritirarsi fuori dalla zona playout. Tuttavia, a seguito di un’ulteriore sconfitta interna contro il fanalino di coda Palestrina, la squadra scende nuovamente in zona playout e il tecnico Alessandro Crotti decide di lasciare la guida della Sebastiani, venendo sostituito da Rod Griffin[15][16]. Il cambio in panchina non sortisce però gli effetti sperati: Rieti infatti vince solo due partite e, dopo l’ultima sconfitta casalinga con Ferentino, retrocede in Serie B Dilettanti ad un solo anno di distanza dalla promozione. A distanza di 21 anni dall’ultima volta, quindi, la Sebastiani retrocede sul campo.
Stagione 2011-2012: Divisione Nazionale B
Dopo aver tentato sia la carta del ripescaggio che quella della riammissione in Divisione Nazionale A, vedendosi tuttavia costretta a rimanere in Divisione Nazionale B per insufficienza di posti vacanti disponibili nella categoria superiore, la società inizia un cambiamento nel suo organigramma nominando Michele Martinelli nuovo direttore generale[17] mentre pochi giorni dopo Franco Montorro diventa il Direttore Marketing e Comunicazione[18]. Sulla panchina viene chiamato Donato Avenia. La costruzione della rosa inizia con Christian Cappanni[19] (che tuttavia rescinderà il contratto ancora prima dell’inizio del campionato), Luca Rossi[20]e Leonardo Busca[21]. Con la campagna acquisti ancora in corso la società perde il Direttore Sportivo Attilio Pasquetti che si dimette nei primi di agosto. La costruzione della nuova rosa prosegue con gli arrivi di Stefano Gallea[22], Federico Pugi[23]e Luca Sottana[24]. Torna inoltre a giocare a Rieti Simone Bagnoli[25]. Alla rosa a disposizione di Avenia si aggiungono Antonio Lepre, Sergio Di Nicola, Eduardo Striano, Stefano Laudoni, Paolo Zanatta, Ivan Falsini, Marco Vian ed Emanuele Levorato. Il girone d’andata inizia bene, con due successi consecutivi rispettivamente contro Scauri e Bisceglie. La prima sconfitta in campionato però non tarda ad arrivare: al turno successivo infatti, la Sebastiani commette un passo falso in casa contro Martina Franca[26], in seguito alla quale ottiene quattro successi consecutivi[27]. All’ottava di campionato, fra le mura amiche, arriva la sfida con la capolista Agrigento, fino a quel momento imbattuta. I siciliani espugnano il PalaSojourner, con Rieti che, inoltre, perde Luca Sottana durante l’incontro a causa della rottura del tendine di Achille[28]. I problemi per Rieti non terminano qui, perché pochi giorni dopo la partita il Giudice Sportivo Nazionale decreta la squalifica del PalaSojourner per tre gare per via delle intemperanze post gara del pubblico reatino, squalificando poi per quattro incontri Simone Bagnoli[29]. Nel frattempo, viene ingaggiato il centro Max Politi[30] e, sul fronte societario, arriva un nuovo cambio al vertice, con la nomina di Giuseppe Rosati Colarieti come Presidente, in luogo di Silvio Gherardi. Alla sconfitta con Agrigento fanno seguito altri due passi falsi: il primo a Roseto, dopo il quale la società torna sul mercato ingaggiando l’ala Salvatore Genovese[31], il secondo contro Potenza, prima del quale arriva in prestito dalla Mens Sana Basket Siena il playmaker classe 91 Duccio Doretti[32], in un match disputato sempre al PalaMaggetti, campo nel frattempo scelto dalla società per far fronte alla squalifica del PalaSojourner[33]. Nel frattempo la Commissione Giudicante Nazionale Fip riduce le giornate di squalifica del campo reatino e di Simone Bagnoli a due turni[34]. Dopo la terza sconfitta consecutiva, con relativa discesa al sesto posto in classifica, Avenia viene esonerato e sostituito da Massimo Friso (non prima del turno successivo, in cui Rieti ritrova la vittoria sul campo di Agropoli, con Roberto Peron a tenere le redini della panchina[35]). Il nuovo coach stecca le prime due sfide, rispettivamente contro la Stella Azzurra sul neutro di Anagni e in trasferta contro Pescara, e la squadra scivola al settimo posto in classifica. Prima della pausa natalizia, nuovamente fra le mura amiche del PalaSojourner, la Sebastiani ritrova il successo battendo Francavilla. Vengono in seguito tagliati Max Politi e Simone Bagnoli, e al posto di quest’ultimo viene ingaggiato Davide Zambon, già a Rieti l’anno precedente. Inoltre, una nuova assemblea dei soci produce un ulteriore cambiamento al vertice, nominando Carmine Rinaldi presidente. All’inizio del girone di ritorno, inaspettatamente, Friso, si dimette, così come Franco Montorro, direttore comunicazione e marketing della società [36], e Michele Martinelli [36]. La squadra viene definitivamente affidata a Roberto Peron. Sul fronte giocatori, Politi viene reintegrato in squadra per sopperire all’assenza di Vian per infortunio. Il girone di ritorno si apre con una vittoria ai danni di Scauri, seguita però da due sconfitte, dopo le quali la società interviene nuovamente sul mercato, ingaggiando il playmaker argentino Victorio Musso. La stagione prosegue tra alti e bassi, con gli amarantocelesti che concludono al settimo posto in classifica, qualificandosi ai playoff, dove vengono eliminati nei quarti di finale contro Martina Franca per 2-1. Al termine della stagione, a causa di inadempienze contrattuali, la società viene radiata dalla federazione.
Terza rinascita: l’era Pietropaoli e la Real Sebastiani Rieti
Otto anni dopo lo scioglimento della Sebastiani, durante i quali l’eredità della pallacanestro reatina viene raccolta dalla N.P.C. Rieti del presidente Giuseppe Cattani, capace di sfiorare la promozione in LBA nella stagione 2018-2019, nell’estate 2020 nasce la Real Sebastiani Rieti, con presidente Roberto Pietropaoli, ex patron del Real Rieti Calcio a 5, rilevando il titolo sportivo di Serie B di Valmontone. L’obiettivo societario è quello di riportare la Sebastiani nella massima serie nel più breve tempo possibile[37][38].
Stagione 2020-21: un nuovo inizio
La campagna acquisti, inizialmente condotta dal GM Paolo Moretti (successivamente sostituito da Domenico Zampolini) porta alle pendici del Terminillo i giocatori Federico Loschi, Klaudio Ndoja e Andrea Traini, ai quali si aggiungono le ali Alberto Cacace, Matias Drigo ed Enzo Cena, la guardia Manuel Diomede e gli under Vincenzo Provenzani e Marco Di Pizzo, oltre ai ritorni a Rieti del centro Simone Bagnoli e della guardia Juan Marcos Casini. L’allenatore è Alex Righetti, unico confermato dallo staff tecnico insieme al suo assistente Antonio Carone. La squadra comincia bene, superando il proprio girone di Supercoppa con tre vittorie (contro Formia, LUISS Roma e Cassino) e battendo Teramo a domicilio negli ottavi di finale, approdando alle Final Eight, ma viene sconfitta in semifinale contro Nardò. La regular season vede la Sebastiani cominciare con nove successi di fila e mantenere la testa alla classifica tanto nella prima quanto nella seconda fase, concludendo il girone D con un bilancio di 20 vittorie su 22 partite. Rieti, inoltre, ottiene la qualificazione alle Final Eight di Coppa Italia, disputate a Cervia, dove viene sconfitta in finale contro la Pallacanestro Piacentina. La rosa viene rivoluzionata nel corso del campionato, con le cessioni di Bagnoli, Casini, Cacace e Diomede e gli arrivi di Paolo Paci, Eric Visentin e Nicolò Basile. Poco prima dei playoff arriva anche Lorenzo Panzini. La corsa della Sebastiani nella post-season si ferma in semifinale, dove i reatini vengono sconfitti da Roseto per 3-0 (al termine di gara 1 Righetti e Carone vengono esonerati e sostituiti dall’assistente allenatore Mauro Angelucci e da Massimo Prosperi, responsabile del settore giovanile, per il prosieguo dei playoff), dopo aver superato Jesi per 3-1 nei quarti.
Stagione 2021-22: le 19 vittorie consecutive e la delusione finale
Della precedente rosa vengono riconfermati Loschi, Ndoja e Traini (con quest’ultimo che però, a causa dei numerosi infortuni che lo terranno spesso lontano dal parquet, verrà escluso dalla rosa a stagione in corso). A questi giocatori si aggiungono gli arrivi dei playmaker Nicolás Stanic e Alessandro Piazza, delle guardie Marco Contento e Lorenzo Piccin, dell’ala piccola Omar Dieng, dell’ala forte Mario Ghersetti e dei centri Alberto Chiumenti, anch’egli lasciato fuori a stagione in corso, e Roman Tchintcharauli. Il nuovo allenatore è Alessandro Finelli. In Supercoppa di Serie B, dopo aver battuto nettamente Avellino e Piombino, arriva l’eliminazione dalle Final Eight ad opera dei rivali cittadini della N.P.C. Rieti per 85-82. Il campionato inizia con una vittoria su Rimini, ma il girone di andata prosegue tra alti e bassi e la RSR non si qualifica alle finali di Coppa Italia. Il girone di ritorno inizia malissimo: la Sebastiani perde a Rimini, successivamente Cesena espugna il PalaSojourner. Qui si ha però la svolta positiva della stagione: Finelli, precedentemente esonerato viene richiamato, così come il preparatore atletico Luca Verdecchia, la squadra ritrova gioco e compattezza e anche la serie di infortuni inizia pian piano a volgere al termine. Nel frattempo giungono alle pendici del Terminillo due nuovi giocatori: Marco Maganza (centro), in sostituzione di Chiumenti, e Zdravko Okiljević (ala forte). Dopo una sconfitta nella stracittadina d’andata, recuperata durante il girone di ritorno a causa dei focolai di COVID-19 che hanno colpito la RSR prima e la NPC poi, la Sebastiani non perderà più alcuna partita fino alla semifinale playoff, mettendo insieme una striscia di 19 vittorie consecutive (di cui 13 in stagione regolare e 6 nei playoff), compresi lo stesso derby di ritorno contro la NPC e lo scontro diretto contro la capolista Roseto, concludendo la stagione regolare al secondo posto del girone C. Nei playoff, la Sebastiani supera Reggio Calabria nei quarti e Senigallia in semifinale, qualificandosi alla finale contro Agrigento, capolista nel girone D. La RSR perde nettamente le prime due sfide in terra siciliana, riscattandosi in gara 3 e 4 al PalaSojourner. Nella decisiva gara 5, disputata ancora ad Agrigento, gli uomini di coach Finelli perdono per 63-60 e vedono dunque sfumare all’ultimo l’obiettivo promozione.
Stagione 2022-23: il ritorno in A2
Il presidente Pietropaoli cambia allenatore, affidando il ruolo di head coach della squadra a Sandro Dell’Agnello. Tra i giocatori vengono riconfermati il capitano Alessandro Piazza, Marco Contento, Lorenzo Piccin e Zdravko Okiljević, mentre, sul fronte dei nuovi arrivi, il mercato porta a Rieti la guardia ex N.P.C. Simone Tomasini e il playmaker Marco Spanghero, fresco di promozione in A1 con la maglia di Verona. Altri arrivi sono quelli di Riccardo Chinellato, Ferdinando Matrone, Nicola Mastrangelo, Alessandro Paesano e Alessandro Ceparano. A completare il roster sono i giovani Danilo Pavićević, Alen Nuhanović e Gianluca Frattoni. In Supercoppa, la Sebastiani esordisce nei sessantaquattresimi di finale contro Matelica, superandola per 74-69. Il cammino di Rieti nella competizione si ferma nei sedicesimi di finale, in cui arriva l’eliminazione per mano di Roseto, poi finalista. Di contro, in campionato, la Sebastiani chiude al primo posto in classifica la fase di andata, qualificandosi ai quarti di finale di Coppa Italia, vinti per 89-50 a spese della LUISS Roma. Nel frattempo però si infortuna gravemente Spanghero, per il quale la stagione finisce in anticipo, venendo sostituito sul mercato da Franko Bushati, arrivato insieme ad Alessio Mazzotti. Sotto canestro viene invece ingaggiato il centro Giordano Pagani da Torino. Nel girone di ritorno, la Sebastiani conclude la stagione regolare al primo posto. Nelle Final Four di Coppa Italia, Rieti supera Faenza in semifinale per 74-72, soccombendo però in finale contro Orzinuovi per 45-66. A stagione in corso, in seguito all’esclusione di Ferrara dal campionato di A2, arriva il centro Samuele Valente. Nei playoff, in semifinale, la Sebastiani affronta Sant’Antimo, classificatasi al quarto posto nel girone D, battendola per 3-0 e qualificandosi alla finale per accedere al concentramento nazionale, nella quale prevale per 3-1 contro Faenza, qualificandosi al concentramento nazionale di Ferrara. Alla Giuseppe Bondi Arena, però, la Sebastiani perde tutte e tre le sue partite (contro LUISS Roma, Orzinuovi e Vigevano), venendo di fatto esclusa dalla promozione in A2. Il 24 giugno, cinque giorni dopo la fine del concentramento, la società annuncia di aver acquisito il diritto sportivo della Pallacanestro Mantovana, riportando la Sebastiani in A2[39].
Stagione 2023-24: la Serie A2
Durante la conferenza stampa di presentazione del progetto della Real Sebastiani in Serie A2, il presidente Roberto Pietropaoli annuncia ufficialmente l’ex N.P.C. Rieti e Scafati Basket Alessandro Rossi come nuovo allenatore[40], oltre alle conferme di Marco Spanghero e Lorenzo Piccin[41]. Sul mercato, il primo ingaggio è quello di Davide Raucci[42]. Arrivano in seguito, a completare il pacchetto degli italiani, il play-guardia Vittorio Nobile, le ali Alvise Sarto, Nazzareno Italiano e Danilo Petrovic e il centro Andrea Ancellotti. Per quanto riguarda i due americani, la società vira sul play-guardia Jazz Johnson e sull’ala-centro Dustin Hogue. Infine, viene confermato il play Gianluca Frattoni a completamento delle rotazioni. In precampionato, nell’amichevole disputata al PalaSojourner valida per il 1º Memorial Riccardo Blasi[43], la Sebastiani batte Napoli, formazione militante in A1, con il punteggio di 91-89 dopo un supplementare[44]. In Supercoppa LNP, la Sebastiani, inserita nel girone con LUISS Roma e Latina, perde il match contro i romani per 75-70[45] ma passa il turno per differenza canestri grazie alla vittoria interna sui pontini con il punteggio di 73-58[46]. Dopo aver superato Cento in trasferta nei quarti di finale[47], Rieti sì qualifica alle Final Four di Montecatini, ma viene battuta in semifinale da Treviglio[48]. In campionato la Sebastiani si rende protagonista di una buona prima fase, conclusa al quarto posto con 26 punti, frutto di 13 vittorie e 9 sconfitte. Durante la stagione arrivano il playmaker Giacomo Sanguinetti e l’ala-centro Karl Markus Poom, mentre Gianluca Frattoni viene ceduto in prestito a San Severo. Nella fase a orologio la Sebastiani continua a giocare bene e ad ottenere risultati di rilievo, tra i quali spiccano le vittorie in trasferta contro la Fortitudo Bologna e Udine e il successo interno contro Rimini, concludendo la stagione regolare al terzo posto. Nei playoff, la RSR affronta proprio Rimini nei quarti di finale, superandola per 3-0, qualificandosi alla semifinale contro la Fortitudo. I bolognesi, tuttavia, prevalgono sugli amarantocelesti con lo stesso punteggio, eliminandoli dalla corsa alla promozione in A1[49][50].
Stagione 2024/2025
Anche grazie ai rinnovi contrattuali di Johnson, Sarto, Spanghero e Piccin, nonché di coach Rossi e dell’intero staff tecnico, la Sebastiani parte da una buona base nella costruzione della rosa per il campionato venturo. A pochi giorni da gara 3 contro Bologna, vengono inoltre annunciati i primi due innesti: il playmaker Diego Monaldi e l’ala forte Ion Lupusor. Ulteriori ingaggi della Sebastiani nel settore lunghi sono le ali-centro Giorgio Piunti e Alexander Cicchetti, mentre sugli esterni arriva Nemanja Gajic, il cui contratto viene successivamente rescisso a fine agosto, venendo sostituito da Matteo Pollone. A completamento della rosa, in sostituzione di Hogue, il nuovo centro USA della Sebastiani viene individuato nell’ex Trieste e Varese Skylar Spencer. Per allungare ulteriormente le rotazioni si registrano, inoltre, l’arrivo dell’ala piccola Kenneth Viglianisi e l’aggregazione in prima squadra del reatino Mattia Cicchetti, protagonista nelle Finali Nazionali Under 15 disputate l’anno precedente sempre con la Sebasti
Roma-La Fondazione Pastificio Cerere celebra i suoi vent’anni con due mostre
Roma-La Fondazione Pastificio Cerere, spazio di produzione artistica, centro di scambio culturale e di incontro per artisti e curatori, celebra vent’anni dalla sua istituzione con due mostre, a cura del direttore artistico Marcello Smarrelli, l’apertura di una nuova area espositiva e di un inedito percorso per la collezione permanente.
La Fondazione ha sede nell’ex Pastificio Cerere, la più antica delle fabbriche del quartiere di San Lorenzo fondata nel 1905. Grazie ad uno dei più riusciti interventi di rigenerazione urbana in ambito privato, gli spazi industriali sono stati gradualmente riconvertiti in atelier dove gli artisti ancora oggi lavorano e vivono, diventando un punto di riferimento nella scena culturale di Roma e una fucina di creatività interdisciplinare fortemente recettiva alle novità e all’avanguardia artistica.
La Fondazione Pastificio Cerere nasce nel 2004 con la presidenza di Flavio Misciattelli, avviando una regolare programmazione con la realizzazione di una moltitudine di mostre e progetti e divenendo uno dei luoghi più vivi del contemporaneo nel panorama cittadino e nazionale.
A vent’anni dalla sua nascita, l’attività della Fondazione Pastificio Cerere oggi si avvia a crescere con un ampliamento dell’area espositiva – progettato dallo studio di architettura STARTT- dove sarà allestita la mostra collettiva Angels. Cinquant’anni di storie del Pastificio Cerere e Anche il sole sorge prima personale in Italia di Wang Yuxiang (Anhui in Cina, 1997), aperte al pubblico dal 2 ottobre al 30 novembre 2024.
Angels. Cinquant’anni di storie del Pastificio Cerere raccoglie opere d’arte, foto, video e documenti d’archivio, per realizzare uno storytelling che ritrae l’ex pastificio di San Lorenzo come un luogo vitale, caratterizzato da passaggi repentini e da lunghe permanenze di personaggi celebri o più defilati. Tra i 29 autori chiamati in causa, appartenenti a generazioni e formazioni molto eterogenee, troviamo prima tra tutte Francesca Woodman, alla cui celebre serie fotografica degli Angels (1977) si ispira il titolo della mostra, insieme a Claudio Abate, Lara Almarcegui, Patrizia Cavalli, Elisabetta Catalano, Jim Dine, Claire Fontaine, Flavio Favelli, Antony Gromley, Margherita Moscardini e tanti altri.
Anche il sole sorge, di Wang Yuxiang, mostra realizzata con il sostegno del MiC e di SIAE nell’ambito del programma “Per Chi Crea”, presenta un nuovo corpus di opere composto da tre installazioni site-specific con il concetto di entropia quale unico filo conduttore, indagato dall’artista come complesso sistema di relazioni tra uomo e natura.
La scelta di invitare questo giovane artista di origine cinese, che venuto a Roma per formarsi ha trovato al Pastificio Cerere un luogo accogliente dove fare esperienza, conferma l’impegno costante della Fondazione nel sostegno e nella promozione del lavoro delle nuove generazioni di artisti.
Altra importante novità sarà l’apertura di uno spazio a vocazione museale che ospiterà la collezione permanente destinata ad arricchirsi nel tempo con opere site-specific create in dialogo con i reperti di archeologia industriale della fabbrica dismessa. Il primo nucleo di questa raccolta è costituito dalle opere di Piero Pizzi Cannella, Agostino Iacurci, Riccardo Previdi e Francesco Simeti.
Le celebrazioni dedicate all’importante traguardo di vent’anni di attività, proseguono con la pubblicazione del secondo volume dell’Albo d’oro, che amplia il racconto dei primi dieci anni di attività trattato nel primo volume edito nel 2019.
La Fondazione Pastificio Cerere conferma con queste iniziative realizzate in occasione dei 20 anni di attività la determinazione nel proseguire il suo ruolo di istituzione sempre più internazionale dedicata alla produzione artistica contemporanea, un hub culturale di incontro e scambio dedicato soprattutto ai giovani artisti.
Lo spazio di produzione artistica di San Lorenzo festeggia questo importante anniversario con due mostre, a cura del direttore artistico Marcello Smarrelli, e l’apertura di una nuova area espositiva e di un inedito percorso per la collezione permanente
Anche quest’anno Lucca sarà il magnifico teatro urbano che ospiterà la terza edizione di Pianeta Terra Festival, diretto da Stefano Mancuso, ideato, progettato e organizzato dagli Editori Laterza e promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca.
Pianeta Terra Festival 2024
La manifestazione si terrà da giovedì 3 a domenica 6 ottobre 2024, in alcuni dei luoghi più suggestivi della città, tra cui: la Chiesa di San Francesco, Palazzo Ducale, L’Orto Botanico e, per la prima volta, la Casa del Boia.
Le comunità naturali sarà il filo rosso che attraverserà gli incontri, i dialoghi, le lectio e gli spettacoli di questa edizione.
Ci siamo chiesti perché tutte le specie viventi, non solo l’uomo, stabiliscono relazioni, costruiscono alleanze, in altri termini fanno comunità? Saremmo indotti a pensare che la scarsità di risorse disponibili porti naturalmente le specie a competere, e che sia proprio la competizione a garantire il benessere degli individui di ciascuna specie. “In barba al senso comune – dice il direttore del Festival, Stefano Mancuso – il vero motore di una comunità è il mutuo appoggio, il sistema più efficiente per garantire la sopravvivenza di tutti. Se ragioniamo in termini di specie, il mutuo appoggio è un’opzione naturale, ancor prima di diventare una scelta morale”.
I tanti ospiti mostreranno come le relazioni fra gli esseri viventi sono incredibilmente più complesse di quanto immaginiamo e sono governate da forze molto diverse dalla semplice competizione. Scopriremo con loro che è la cooperazione il meccanismo attraverso il quale la vita prospera, la forza trainante che decide il destino degli esseri viventi.
Pianeta Terra Festival 2024
IL PROGRAMMA
Durante i quattro giorni di festival, saranno oltre 90 gli eventi che chiameranno a raccolta scienziati, antropologi, filosofi, economisti, scrittori, artisti e innovatori. Vedremo concretamente come opera il mutuo appoggio tra le specie vegetali e animali, come sia il collante per la costruzione di comunità, di alleanze fra le specie, capiremo quali complessità specifiche presentano le comunità umane e quali sono le caratteristiche comportamentali di ciascuna specie. All’interno di questa cornice si discuteranno in modo nuovo temi quali biodiversità, sostenibilità, politiche del cibo, lo stato del nostro Mediterraneo, e molto altro. Con l’osservazione e la conoscenza del modoin cui ogni individuo crea alleanze con gli altri della sua specie e con le altre speciesperimentiamo quel piccolo miracolo che si avvera quando specie diverse, imparando a stare insieme, stringono una relazione. “Pensare alla cooperazione come una delle principali forze che agisce in natura – dice Giuseppe Laterza – può aiutarci molto ad agire per il bene del nostro Pianeta”.
Pianeta Terra Festival 2024
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ASSOLI E DIALOGHI
Molti i dialoghi e le lectio in cui autori italiani e internazionali approfondiranno le tematiche centrali del festival: Telmo Pievani metterà alla prova le tante manifestazioni di comportamento altruistico in natura, ponendo la questione se una generosità del tutto disinteressata sia possibile. Andrea Genre spiegherà nel dettaglio il fenomeno della simbiosi in natura – il modo in cui si chiama oggi il mutuo appoggio – e la sua importanza. Laura Crispini, geologa, coordinatrice scientifica in spedizioni nazionali e internazionali in Antartide (l’ultima a bordo della rompighiaccio Laura Bassi), ci porterà alla scoperta di un continente che è anche un laboratorio naturale unico per studiare i fenomeni naturali. Dario Fabbri, uno dei più influenti e originali analisti in Italia, esaminerà la crisi ecologica dal punto vista di una ‘geopolitica umana’, che mette al suo centro la collettività e la sua storia. Grande regolatore climatico e custode di un terzo della biodiversità terrestre, Paolo Pileri ci farà conoscere il suolo, l’ecosistema più fragile e vitale del pianeta. Lo zoologo Maurizio Casiraghi ci farà scoprire la bellezza nascosta e spesso invisibile degli insetti, indispensabili alla biodiversità. Gaia Vince parlerà delle incombenti migrazioni climatiche, di come masse di persone dovranno fuggire, a causa delle alte temperature, da zone costiere e da terre un tempo coltivabili, alla ricerca di nuovi luoghi in cui poter vivere. E ancora: attraverso il grande incendio di Fort McMurray in Canada, John Vaillant ci farà toccare con mano il punto cui siamo giunti a causa del nostro incessante bisogno di energia; Stefano Fenoglio ci farà conoscere i fiumi, la loro importanza e la nostra risalente convivenza con loro, lanciando un allarme riguardo all’abuso che ne facciamo. Emanuela Evangelista e Adriano Favole ci porteranno lontano nella foresta di Tchamba, tra i vulcani di La Rèunion e lungo le ramificazioni liquide dell’Amazzonia mostrando come siamo connessi alla natura selvatica e l’impatto che ha su di noi. Daniela Silvia Pace, esperta di cetacei e di acustica in ambiente marino, ci farà scoprire il linguaggio delle comunità di balene e di delfini. Pur riconoscendo che tutte le specie viventi comunicano, Andrea Moro, mostrerà come la comunicazione umana è la sola in grado di generare significati nuovi attraverso la combinazione delle parole all’interno di una frase. Scopriremo però che non tutte le combinazioni sono possibili e perché. Il neuroscienziato Vittorio Gallese ci parlerà della nostra natura essenzialmente relazionale e ne scopriremo le ragioni. Maria Rescigno mostrerà la stretta connessione tra il nostro cervello e l’intestino, il nostro ‘secondo cervello’. Fabio Ciconte terrà un monologo teatrale arricchito da immagini e video sui retroscena del mercato agroalimentare, soffermandosi sui costi eccessivi delle scelte ecosostenibili. Stefano Liberti mostrerà come il Mediterraneo si è tropicalizzato diventando lo specchio di tutti i nodi problematici della contemporaneità.
Pianeta Terra Festival 2024
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Si occuperanno più in particolare della costruzione e delle specificità della comunità umana Roberta De Monticelli e Gustavo Zagrebelsky, che andranno alla radice della costruzione della ‘famiglia umana’ esaminandone le ragioni e cosa la tiene insieme. E ancora: Michela Marzano ci sorprenderà facendoci scoprire che la scommessa sulla fiducia, ciò che ci tiene insieme, è la più grande e straordinaria scommessa umana. Lo storico dell’arte Tomaso Montanari farà vacillare l’individualismo che caratterizza il nostro tempo, smontando il culto rinascimentale del genio. Attraverso l’esame dell’arte anonima, dimostrerà come l’arte, e ogni produzione umana, sia frutto di un lavoro collettivo. Ivano Dionigi mostrerà come solo ritrovando la parola autentica possiamo rinsaldare il legame che tiene insieme e dà senso a una comunità. Maurizio Ferraris e Carola Barbero illustreranno, da un punto di vista filosofico, che un vivere che non comporti il convivere non può essere vita. Mentre lo scrittore Nicola Lagioia cercherà in testi esemplari della storia della letteratura, a partire dall’Iliade, una spiegazione del nostro ‘cuore di tenebra’, quella attitudine distruttiva e autodistruttiva che vediamo da sempre all’opera. Lo psicoanalista Vittorio Lingiardi farà risuonare l’armonia fisiologica-spirituale del corpo e dei suoi organi con la letteratura, la poesia, le immagini e tanto altro. Sull’esperienza dello stupore assoluto che ogni essere umano prova rispetto alla maestà dell’universo si confronteranno il teologo Vito Mancuso e l’astrofisica Ersilia Vaudo Scarpetta. A farci guardare le minute cose del nostro quotidiano facendocene cogliere il loro carattere sacro ci guiderà il paesologo Franco Arminio. Del perduto rispetto della sacralità della montagna parleranno invece Enrico Camanni e l’alpinista Nives Meroi. Non può mancare una riflessione sul luogo in cui si svolge la nostra vita quotidiana, la città, non solo quella italiana ma quelle di tutto il mondo: Francesco Rutelli e Mario Pardini si confronteranno sui cambiamenti indotti dalla crisi climatica, dalle trasformazioni del lavoro e dell’abitare. Una delle massime esperte di etica dell’IA, Francesca Rossi, ci spiegherà come funziona l’intelligenza artificiale e se può esserci alleata o nemica, in generale e, in particolare, nella lotta al cambiamento climatico. Ci si occuperà anche di biomuseologia: Michele Lanzinger e Maurizio Vanni, esperti del settore, illustreranno i modi e gli esempi concreti per ridurre il loro impatto ambientale. Un’altra importante prospettiva porteranno Flavia Carlini, Andrea Grieco e Sofia Pasotto dialogheranno sui modi in cui le giovani generazioni fanno i conti con la crisi climatica, fra attivismo e disillusione, anche attraverso il loro lavoro di informazione e sensibilizzazione in rete.
Pianeta Terra Festival 2024
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RAGAZZI E BAMBINI
Gli eventi dedicati ai bambini e alle famiglie si svolgeranno all’interno dell’Orto Botanico e della Biblioteca Agorà. Un programma ricco, fatto di mostre, laboratori, quiz, spettacoli di burattini, letture animate, lezioni interattive con gli scienziati dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale che racconteranno il loro lavoro (dall’ornitologo al biologo marino). Il tutto, a cura dell’associazione Talea APS. Non mancheranno gli eventi laboratoriali dedicati alla cura delle piante e della natura, come l’appuntamento curato da Ecopol.
Anche gli studenti saranno protagonisti di tantissime eventi: dalla premiazione del concorso Usa la testa!, organizzato da Confindustria Toscana Nord in collaborazione con la Scuola Superiore Sant’Anna, a una mattinata a cura dell’Ufficio Scolastico Regionale di Lucca-Massa Carrara, che vedrà i ragazzi salire sul palco e presentare i propri progetti ecologici. Per finire, Fabio Viola, uno dei massimi esperti di gamification in Europa, racconterà agli studenti come possiamo usare i videogame per conoscere e salvaguardare il pianeta.
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LECTURES E WORKSHOP
Come sempre, dalle istituzioni in cui si fa ricerca come IMT, la Scuola Superiore Sant’Anna e l’Università di Pisa, arrivano alcune delle idee più brillanti. Gli incontri in programma, rivolti a un pubblico più generale, ne sono l’espressione più diretta. Ennio Bilancini e Massimo Riccaboni faranno un bilancio delle politiche europee sulla riduzione della CO2, cercando di sciogliere il dilemma del suo aumento nonostante le misure adottate; mentre AngeloFacchini e Alessandro Rubino discuteranno del sistema più efficace per misurare la sostenibilità delle nostre città. Di democrazia alimentare discuteranno Giaime Berti e Carmelo Troccoli evidenziando la necessità di promuovere i sistemi locali del cibo attraverso nuove forme di produzione e consumo e nuovi modelli di politiche pubbliche. Tommaso Greco ed Edoardo Chiti evidenzieranno come il diritto, nella sua funzione più propria, salvaguardi lo stato di salute degli ecosistemi, le loro dinamiche cooperative e, soprattutto, come può farsi garante nei confronti delle generazioni future.
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Infine, il workshop Cambiamento climatico e design urbano a cura dell’Università di Camerino. Il workshop, riservato agli studenti, con Gherardo Chirici, Roberta Cocci Grifoni, Graziano Marchesani, Federica Ottone e Dajla Riera, partirà dalla raccolta e dall’analisi e di dati ambientali di Lucca per proporre interventi di “natura urbana” che sappiano conciliare le esigenze delle popolazioni residenti con l’introduzione di dispositivi naturali volti ad affrontare gli effetti climatici del riscaldamento globale.
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FOCUS
Molte le occasioni di riflessione e approfondimento provenienti dal mondo produttivo e delle istituzioni sul tema della comunità e della sostenibilità. L’evento a cura di Banco BPM vedrà Marco Giorgio Valori, Domenico De Angelis, Cristina Galeotti e Andrea Maestrelli confrontarsi sul ruolo delle banche per uno sviluppo equilibrato di comunità e territori; Francesco Pastore e Rossella Sobrero parleranno del perché la transizione ecologica sia così difficile da comunicare in modo efficace, in un evento a cura di Sofidel. Marcello Bertocchini, Silvio Gentile e Gabriele Susanna dialogheranno su come realizzare una comunità energetica pubblica, in un evento a cura di Green Utility; sul tema della transizione energetica interverranno Francesco Caio e Carlo Cottarelli illustrando costi, rischi e opportunità, in un appuntamento realizzato da EOS IM. Sul tema dell’impatto che le attività umane hanno sulla biodiversità dialogheranno invece Valeria Barbi, Giulio Magni, Alessandro Solazzi,Daniele Valiante, in un appuntamento promosso a cura di Findus. Isabella Malagoli, Gianluca Ruggieri e Valeria Termini si chiederanno se è pensabile un futuro dominato esclusivamente da energie rinnovabili, in un incontro a cura del gruppo Hera. Lorenzo Bardelli e Daniele Fortini si focalizzeranno sul tema del riciclo e del recupero dei rifiuti come servizio fondamentale nelle nostre comunità, in un appuntamento a cura di Retiambiente. Il panel promosso da Ricola ci darà invece occasione di riflettere sui modi di comunicare efficacemente i modelli di sostenibilità; ne parleranno Arianna Izzi, Luca Morari e Giovanni Storti.
Un incontro dedicato al futuro delle città e alle forme di rigenerazione urbana è promosso dalla Rappresentanza in Italia della Commissione Europea e vedrà confrontarsi Serenella Sala e Matteo Trane. L’appuntamento a cura di Confindustria Toscana Nord, con Maura Latini e Francesco Morace, sarà l’occasione per riflettere, sulla base di analisi e ricerche, sulla possibilità di essere consumatori sostenibili. Giuseppe Calabrese, Davide Giannecchini e Sara Vitali si confronteranno infine sull’escursionismo, attività in forte crescita e che coinvolge un numero sempre maggiore di appassionati, in un evento a cura di Camera di Commercio Toscana Nord-Ovest.
Enrico Fontana e Domenico Sturabotti illustreranno il cammino virtuoso verso uno sviluppo sostenibile che molte imprese hanno attivato negli ultimi anni. Francesca Malzani e Tiziano Treu ci spiegheranno come il Green Deal europeo stia rafforzando il legame tra agire economico e diritto del lavoro. Giuseppe Buffon e Giuseppe Lanzi dialogheranno sul tema dell’ecologia integrale, illustrando il progetto Lucensis al servizio della comunità, mentre Silvio Bianchi Martini, Vittorio Coda e Linda Gilli esploreranno l’importanza dei caratteri identitari, della leadership e dei valori nello sviluppo delle imprese e dei territori. E ancora, Enrica Lemmi, Luca Martinelli, Luca Menesini, Emanuele Pellegrini rifletteranno sullo sviluppo sostenibile di borghi, paesi e aree interne e sull’impiego, a tal fine, dei finanziamenti del PNRR. Alberto Brambilla e Massimo Riccaboni discuteranno di come possiamo conciliare la più grande trasformazione ecologica mai conosciuta con la più grande transizione demografica che l’umanità abbia mai sperimentato.
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CINEMA, ARTE, MUSICA
Anche quest’anno Pianeta Terra Festival, in collaborazione con Lucca Film Festival e Green Cross Italia, assegna il Green Tree Award, premio rivolto al film europeo più attento e sensibile alle tematiche ambientali. Ecco la cinquina selezionata: Un anno difficile (2023), diretto da Olivier Nakate ed Eric Toledano; Te l’avevo detto (2023), diretto da Ginevra Elkann; Un mondo a parte (2024), diretto da Riccardo Milani; Palazzina Laf (2023), diretto da Michele Riondino; La chimera (2023), diretto da Alice Rohrwacher.
Davide Monteleone, fotografo di fama internazionale, artista visivo, ricercatore e National Geographic Fellow, racconterà, attraverso le sue fotografie, la storia della domanda di materie prime in crescita a causa delle trasformazioni del panorama energetico globale.
Segnaliamo tre concerti: nella serata di apertura, la Sinfonia n.9 di Ludwig Van Beethoven nell’esecuzione dell’Orchestra e coro regionale del Friuli Venezia Giulia con la direzione dei Maestri Filippo Maria Bressan e Cristiano dell’Oste; un altro appuntamento dedicato a Beethoven (Tutti gli uomini si scoprono fratelli ove la tua ala si posa – sonata per violoncello e pianoforte in la maggiore n. 3 op. 69) eseguito da Simone Soldati al pianoforte e Enrico Bronzi al violoncello, a cura dell’Associazione Musicale Lucchese e realizzato grazie a Confagricoltura.
La chiusura vedrà il Maestro Mario Brunello, in un originale spettacolo di parole e musica che vedrà la partecipazione del direttore scientifico Stefano Mancuso.
Infine, Elisabetta Salvatori terrà una lettura di Nina e macchia e altre storie di Pia Pera.
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IL TERRITORIO
“La perfetta convergenza – ha dichiarato il presidente della Fondazione CRL Marcello Bertocchini – tra i valori del Festival e la mission della Fondazione è ulteriormente confermata dalla tematica di quest’anno: cooperazione e condivisione sono infatti temi da sempre centrali e la loro ‘declinazione’ sul fronte della sostenibilità rappresenta un punto fermo di ogni strategia futura”.
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LA SQUADRA DEL FESTIVAL
Pianeta Terra Festival è ideato, progettato e organizzato dagli Editori Laterza, con la direzione scientifica di Stefano Mancuso, e promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca.
La Città di Lucca e la Rappresentanza in Italia della Commissione europea sono partner istituzionali dell’evento.
La manifestazione è realizzata grazie anche alla compartecipazione della Camera di Commercio Toscana Nord-Ovest / The Lands of Giacomo Puccini e Confindustria Toscana Nord.
Il Festival deve inoltre moltissimo al supporto di numerosi sostenitori: a Banco BPM che è partner dell’evento, a Sofidel, main sponsor, a Confagricoltura, Ecopol, EOS IM, Findus Italia, Green Utility, Gruppo Hera, Retiambiente, Ricola, tutti sponsor del progetto, al supporter Toscotec e al green supporter Giorgio Tesi Group.
Hanno conferito il loro patrocinio la Regione Toscana, la Provincia di Lucca, l’Associazione di Fondazioni e Casse di Risparmio e l’ISPRA – Istituto Superiore per la Protezionee laRicerca Ambientale.
Hanno partecipato attivamente al progetto anche la Scuola IMT Alti Studi di Lucca, la Scuola Superiore Sant’Anna, l’Università di Pisa, l’Ufficio Scolastico Territoriale di Lucca e Massa Carrara, la Fondazione Campus, A11 Venture, l’Arcidiocesi di Lucca, l’Associazione Musicale Lucchese, l’Associazione Talea, la Biblioteca civica Agorà, la Fondazione Giuseppe Pera, Green Cross Italia, il Conservatorio di Musica “Luigi Boccherini”, Lucca Comics&Game, il Lucca Film Festival, Lucense, l’Orto Botanico di Lucca,Photolux Festival e Symbola.
Media partner dell’iniziativa sono Rai Radio 1, Rai Radio 3, Rai News 24, Rai News.it.
Si ringraziano Idrotherm 2000 e Gli Orti di Elisa.
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