Fara in Sabina- Teatro Potlach, diretto da Pino Di Buduo
Eugenio Barba e Julia Varley aprono il Festival Laboratorio Interculturale di Pratiche Teatrali
Fara in Sabina (Rieti) -dal 7 al 9 luglio 2023-Masterclass e spettacolo con Eugenio Barba e Julia Varley: così inizia il FLIPT – Festival Laboratorio Interculturale di Pratiche Teatrali del Teatro Potlach, diretto da Pino Di Buduo, che ha il sostegno della Regione Lazio e della Fondazione Varrone, e il patrocinio della Provincia di Rieti e del Comune di Fara Sabina, e che si concluderà sabato 15 e domenica 16 luglio con il grande spettacolo “Città invisibili”.
Arrivano dalla Danimarca con un bagaglio leggero: quello che si raggiunge dopo aver scritto un pezzo importante della storia del teatro (tra Oriente e Occidente) del XX secolo. Allievo di uno dei più grandi teorici del teatro contemporaneo – il polacco Jerzy Grotowski – e fondatore dell’Odin Teatret di Holstebro (1964), Eugenio Barba ha saputo sviluppare temi e forme del teatro grotowskiano – come il rivoluzionario rapporto tra attore-spettatore, nel quale il secondo partecipa al processo creativo del primo – e al contempo sganciarsi da una dimensione misticheggiante per riportarla in una sfera legata alla terra, alla società, alla socialità, a una “cultura senza confini”.
Fautore di un teatro che riconosce la sua identità nel training, ossia nella costante ricerca delle proprie peculiarità fisiche ed espressive (dell’individuo e del gruppo), considera lo spettacolo come un momento di scambio. La sua vita teatrale è stata ricerca e il suo teatro è divenuto terreno da indagare per altri grandi studiosi: tra questi il professore emerito dell’Università dell’Aquila Ferdinando Taviani, critico dell’Odin Teatret.
Teatro che si è sviluppato come una micro-società, l’Odin ha visto arrivare e crescere straordinari attori. Tra questi Julia Varley: interprete capace di generare negli occhi di chi osserva trance emotive che portano fuori dagli schemi ordinari. Oggi un punto di riferimento per le nuove generazioni che hanno bisogno di avvicinarsi a radici così salde che sanno infondere il sapore dell’arte.
A questo servono masterclass e laboratori: a sperimentare pratica e teoria in un rapporto diretto che sa trasmettere quel bagaglio divenuto leggero dopo aver scritto con fatica e sudore un pezzo di storia del teatro e della cultura internazionale. Sono i luoghi dell’incontro e del dialogo.
Nel dicembre 2022, l’Odin ha presentato il suo ultimo spettacolo “Tebe ai tempi della febbre gialla”. L’attività teatrale si è fermata ma non il loro insegnamento. E sarà straordinario ripercorrere con loro, il regista Barba e l’attrice Varley, quest’ultima tappa con lo spettacolo “Ricordando Tebe” che – venerdì 7 luglio alle ore 19 presso il Teatro Potlach – apre in assoluto il Festival. Uno spettacolo che parla di Eros in termini di amicizia e tenerezza, affetto e solidarietà, simpatia e stima: tre storie grottesche, dolorose ed emblematiche che provengono dalla quotidianità del presente e dalle tenebre del mito.
Il programma:
MASTERCLASS con Eugenio Barba e Julia Varley
Venerdì 7 luglio |Ore 19.00
“Ricordando Tebe” work in progress con Julia Varley. Regia Eugenio Barba.
Sabato 8 luglio | Dalle ore 10.00 alle 13.00
Esempi di montaggio teatrale con Eugenio Barba e Julia Varley
| Dalle ore 15.00 alle 19.00
Montaggio teatrale e montaggio cinematografico con Eugenio Barba, Julia Varley, Pino Di
Buduo e Stefano Di Buduo
|Ore 21.00
Proiezione di un film di Stefano Di Buduo sull’Odin Teatret
Domenica 9 luglio | dalle 10.00 alle 12.00
Dialogo con esempi pratici tra Eugenio Barba, Julia Varley e partecipanti
Ancora aperte le iscrizioni (fino al 15 luglio) per il 𝗖𝗼𝗿𝘀𝗼 𝗱𝗶 𝗖𝗲𝘁𝗿𝗮 – 𝗟𝗮𝘂𝗱𝗲𝗺𝘂𝘀 𝗗𝗲𝘂𝗺 𝗖𝗶𝘁𝗵𝗮𝗿𝗮 – che si terrà all’𝗔𝗯𝗯𝗮𝘇𝗶𝗮 𝗱𝗶 𝗦. 𝗠𝗮𝗿𝗶𝗮 𝗱𝗶 𝗙𝗮𝗿𝗳𝗮 dal 𝟮𝟰 𝗮𝗹 𝟮𝟵 𝗹𝘂𝗴𝗹𝗶𝗼.
Un approccio pratico già sperimentato dalla 𝗠ª 𝗘𝗹𝗶𝘀𝗮 𝗠𝗮𝗹𝗮𝘁𝗲𝘀𝘁𝗶, arpista e cantante della Cappella Musicale della Cattedrale di Pisa – che ha portato a un apprendimento immediato anche in coloro che partivano da zero!
Il lavoro è individuale e corale per riscoprire: sia la vocazione intimistica dello strumento, sia la bellezza di un percorso nel quale ascoltare gli altri per essere parte di un ensemble.
la XXIII edizione delFestival Laboratorio Interculturale di Pratiche Teatrali
-dal 7 al 16 luglio 2023-
Tutti gli spettacoli all’aperto sono completamente gratuiti!
Torna a Fara in Sabina, dal 7 al 16 luglio, la XXIII edizione del Festival Laboratorio Interculturale di Pratiche Teatrali (FLIPT) organizzato dal Teatro Potlach, con la collaborazione dell’I.S.T.A. (Scuola Internazionale di Antropologia Teatrale) diretta da Eugenio Barba, con il sostegno della Regione Lazio e della Fondazione Varrone, e il patrocinio della Provincia di Rieti e del Comune di Fara Sabina.
Culture (orientali e occidentali), incontri, scambi e spettacoli saranno al centro del Festival, che diventa luogo privilegiato nel quale osservare un tema sempre attuale: il rispetto di ogni identità – personale e collettiva – che è alla base di una pace che è anche esigenza, necessità, desiderio di vita.
Dieci giorni vissuti tra masterclass, laboratori, spettacoli pomeridiani e serali tenuti – tra Fara Sabina e comuni limitrofi – dagli oltre 80 artisti provenienti da: Sudafrica, Groenlandia, Iran, Brasile, Norvegia, Grecia, Ucraina, Danimarca, Polonia e Italia.
Un filo sottile andrà a cucire le diverse forme d’arte che, con le loro straordinarie differenze, scopriranno la bellezza di un respiro che le contempla tutte nell’ultimo grande spettacolo: “Città invisibili”.
Registi, attori, tecnici, musicisti, ballerini e pubblico saranno gli artefici magici di un nuovo mondo: che poggia sull’antica memoria, sulle radici, su ciò che gli occhi non vedono ma che il cuore sente e con coraggio esprime.
Tutto questo nasce nel 1976: Pino Di Buduo e Daniela Regnoli – ai quali nel 1979 si unisce Nathalie Mentha – fondano il Potlach che significa “rito del dono gratuito”. Da lì il sogno, e quindi la responsabilità, di un lungo viaggio che li ha portati nel mondo per riportare nel più piccolo territorio sabino la bellezza incontrata. La stessa che il regista Pino Di Buduo scorge dietro alle antiche mura farensi o nei volti dei suoi abitanti.
“Quando andiamo in tournée, non andiamo solamente a presentare uno spettacolo ma anche a conoscere le loro forme teatrali, artistiche, popolari – spiega il regista Di Buduo -. I gruppi che parteciperanno al FLIPT 2023, li abbiamo conosciuti tutti nelle loro terre e li abbiamo invitati per portare nel nostro territorio le cose più belle che abbiamo visto nel mondo. Ce ne sono ancora tante: e le porteremo per “prendere e dare”. Ognuno attraverso la sua rappresentazione offre la sua visione del mondo che rispecchia il mondo dal quale proviene: i brasiliani ci riportano alle loro origini popolari con forme di canto e ritmo straordinarie; i groenlandesi ci parlano della loro cultura profondamente legata alla natura che ogni giorno decide della vita di ognuno; i sudafricani dimostrano attraverso la danza una straripante energia con la quale stanno creando la loro identità in un processo che li ha portati da una forma di schiavitù, ricordo che l’apartheid è finito solo 28 anni fa, a quella di uomini liberi; i greci presentano una versione sperimentale della “Lisistrata” di Aristofane: ideata da una regista generosa e capace di creare relazioni; con i polacchi porteremo di nuovo in scena “Il ritorno di Antigone”: già presentato lo scorso maggio all’Abbazia di Farfa; i norvegesi offrono due spettacoli passando dalla comicità con improvvisazioni e acrobazie alla narrazione autobiografica che riguarda la storia di tutti; i giovanissimi ucraini, provenienti da Kherson, tornano per il secondo anno: con una straordinaria formazione che hanno potuto continuare grazie al sostegno dell’Università di Berlino che, subito dopo lo scoppio della guerra, li ha ospitati; gli iraniani ci portano nelle loro tradizioni con canti, immagini e sapori persiani che rimandano all’amicizia; dalla Danimarca, precisamente da Holstebro, arrivano due grandi pedagoghi: il regista Eugenio Barba e l’attrice Julia Varley, dell’Odin Teatret, che terranno una Masterclass sul montaggio teatrale e quello cinematografico; poi ci sono gli italiani che hanno estro e singolare capacità di costruire attraverso la memoria; infine ci siamo noi del Potlach che presenteremo diversi spettacoli. Tra questi: “20.000 leghe sotto i mari”. A completare il viaggio artistico, che comprende sempre il pubblico nella sua veste di esploratore, le ultime due serate dedicate allo spettacolo “Città Invisibili” che vuole anche omaggiare Italo Calvino nell’anno in cui si celebrano i 100 anni dalla sua nascita. Ci saranno delle sorprese. Tra queste: Francesco che vive a Fara in Sabina da 95 anni e che lo scorso anno ha parlato di tramonti”.
IL PROGRAMMA DEL FESTIVAL
Gli incontri e i laboratori:
Dal 7 al 9 luglio
Masterclass con Eugenio Barba e Julia Varley (Danimarca), con la partecipazione di Pino Di Buduo e Stefano Di Buduo (Italia);
Domenica 9 luglio
Laboratorio di canto con Maria Vanieieva (Ucraina);
Lunedì 10 luglio
Incontro con il regista Mostafa Koushki (Iran);
Dal 10 al 14 luglio
Laboratorio “Arlecchino e i suoi segreti” con Enrico Bonavera (Italia);
Dal 10 al 16 luglio
Laboratorio di costruzione dello spettacolo “Città Invisibili” con Pino Di Buduo e il Teatro Potlach (Italia);
Tutti gli spettacoli:
Venerdì 7 luglio ore 19.00 presso il Teatro Potlach
“Ricordando Tebe” – Odin Teatret (Danimarca)
Domenica 9 luglio ore 12.30 – 15.00 – 16.00 – 17.00 – 18.00 – 19.00 presso il Teatro Potlach
“The Traveller” – Nunatta Isiginnaartitsisarfia (Groenlandia – spettacolo in inglese);
Domenica 9 luglio ore 21.00 presso il Teatro Potlach
“KOLO” – Maysternja55 (Ucraina – spettacolo in ucraino);
Domenica 9 luglio ore 22.30 presso la Passeggiata
“Mehregan Night” – Persian Group (Iran – spettacolo in inglese e farsi);
Lunedì 10 luglio ore 21.00 presso il Teatro Potlach
“LYSISTRATA 2023” – Restart Theater Athens (Grecia – spettacolo in greco e in inglese);
Lunedì 10 luglio ore 22.30 presso la Chiesa di San Giacomo
“Voices” – Teatr Brama (Polonia);
Martedì 11 luglio ore 18.00 presso il Teatro Potlach
“Mr. Maldestro. Risolvo qualsiasi problema” – Grenland Friteater (Norvegia- spettacolo in inglese e in italiano adatto dai 3 anni);
Martedì 11 luglio ore 21.00 presso il Teatro Potlach
“My life as a man” – Grenland Friteater (Norvegia – spettacolo in inglese);
Martedì 11 luglio ore 22.30 presso la Passeggiata
“Notte dal mondo”- Teatro Potlach e artisti ospiti;
Mercoledì 12 luglio ore 18.30 presso il Teatro Potlach
“…EDONSAYO” – Centre for Creative Arts – University of KwaZulu-Natal (Sudafrica);
Mercoledì 12 luglio ore 21.30 presso Piazza del Duomo
“Il ritorno di Antigone” – Teatro Potlach e Teatr Brama (Italia, Polonia – spettacolo in italiano);
Giovedì 13 luglio ore 21.00 presso il Teatro Potlach
“20.000 leghe sotto i mari” – Teatro Potlach (spettacolo in inglese);
Giovedì 13 luglio ore 22.30 presso il Chiosco di Fara
“Choros Londrinenses” – Clube do Coro (Brasile)
Venerdì 14 luglio ore 16.00, presso il Teatro Potlach
“Che fine ha fatto Gretel? Una storia di musica e dolcetti stregati” – Teatro Potlach e Compagnia Il Melarancio (Italia – spettacolo adatto dai 5 anni);
Venerdì 14 luglio ore 19.00, presso il Teatro Potlach
“Matrimonio con Dio. Vaslav Nižinskij e la trasfigurazione della danza in luce” – Vito Di Bernardi e Ilaria D’Agostino (Italia);
Sabato 15 e Domenica 16 luglio ore 21.30 presso il centro storico
“Città Invisibili” – Teatro Potlach e tutti gli artisti ospiti nel Festival.
Tutti gli spettacoli all’aperto sono completamente gratuiti!
RIETI-La Pia Unione ringrazia la città al termine del Giugno Antoniano-
RIETI- 28 giugno 2023-«È stata l’edizione della rinascita e della ripresa a vivere in totale libertà la festa più sentita dalla città di Rieti, un’edizione record dal punto di vista delle presenze ai vari eventi in programma». Soddisfazione per la buona riuscita del Giugno Antoniano Reatino 2023 in casa Pia Unione Sant’Antonio di Padova.
«Come ogni anno – spiegano dal sodalizio – ciascuno di noi ha impiegato con il massimo della dedizione il proprio tempo libero per la riuscita della manifestazione, con sforzi che non ci pesano, perché guidati da una spinta interiore che ci ripaga ampiamente di ogni fatica».
«Ora è tempo dei ringraziamenti, di esprimere la nostra gratitudine ai tanti che ci hanno aiutati per la riuscita dell’evento. Innanzitutto alla Chiesa di Rieti guidata dal vescovo monsignor Vito Piccinonna, alla nostra Cappellania, a tutto il clero che ci ha accompagnati e guidati attraverso il vero fulcro dei festeggiamenti, la spiritualità e l’esempio di Antonio di Padova».
Altri ringraziamenti vanno poi alle istituzioni e alle forze dell’ordine che «ci hanno assistiti perché ogni aspetto della manifestazione si svolgesse nel pieno rispetto delle norme e in piena sicurezza per tutti i cittadini».
Forte gratitudine dalla Pia Unione anche verso le realtà private, le associazioni, gli enti economici e i partner che hanno garantito il loro pieno supporto assistendo il Consiglio direttivo della confraternita in tanti aspetti dell’organizzazione. Né manca un «sentito ringraziamento» agli operatori della stampa locale, che hanno seguito con costanza gli eventi offrendo ai cittadini le giuste informazioni e un racconto completo e dettagliato.
Soprattutto la gratitudine della Pia Unione va alla città di Rieti, «ai tantissimi fedeli che rinnovano nei modi più diversi e individuali la loro solida devozione antoniana. È grazie a loro, alla capacità di trasferire di generazione in generazione l’importanza della tradizione legata a sant’Antonio, che questa festa resta e si rinnova ogni anno più forte e robusta di quella precedente».
Ora si inizia a lavorare per l’edizione 2024, «con entusiasmo e costante voglia di migliorarsi, ma soprattutto seguendo insieme la medesima comunione d’intenti».
“Se un Castelnuovese abita a Roma, ve ne sono moltissimi, nei fine settimana o per qualsiasi altro motivo decide di lasciarsi alle spalle rumori, stress e cemento dove andare se non in Sabina . E’ innegabile che la mente e il corpo si distendono immergendosi nel “morbido” paesaggio collinare , ma come descrivere , trovare le parole, il piacere di “affogare” gli occhi e l’anima tra gli uliveti . Tornando in Sabina , a Castelnuovo, ritrovi sepolti sotto uno strato spesso di fogli polverosi, migliaia di immagini archiviate nella memoria. Questi fogli si sono stratificati e appiccicati l’uno all’altro, ma è ancora leggibile lo scritto. Qui a Castelnuovo ritrovi i volti del passato vedendo i giovani che corrono per la piazza. Certo a Castelnuovo , tappa intermedia tra passato e futuro, scopri che puoi ancora incontrare un sorriso e chi crede ancora nella stretta di mano. Si , qui a Castelnuovo puoi incontrare ancora un sorriso che si allarga e ti viene incontro per una stretta di mano per dimostrare , a me, che esistono ancora ricordi e voci che hanno segnato , inciso, le notti castelnuovesi senza lampioni. Disperdi l’ansia quotidiana, ma ricordi e rivivi l’ansia di guadagnarsi il futuro , proprio qui dove hai costruito il timbro della rabbia e lo slancio per la lotta. E’ qui che mi chiedevo cosa ci fosse oltre l’orizzonte, ma non è questo il giorno, oggi, per essere l’archeologo del ricordo. Ormai, forse, solo la Poesia ha un effetto tellurico e carnale che sa trasformare il mio tempo. Il “tempo differente” in tempo di Poesia; di salvezza e di recupero di tutto ciò che l’uomo perde nel suo allontanarsi dall’infanzia, beata età dell’innocenza, che nella memoria poetica diventa un luogo di simboliche appartenenze. Qui a Castelnuovo, le fragili figure dei sogni rivivono , sono ferite, le più insanabili ferite, fatte di carne e di sangue. Ferite, sogni feriti che incontro nei vicoli di Dedalo (Castelnuovo) con un destino , un tragico destino di dolore, ma forse questa è una storia di ordinaria follia dove il pathos si genera in stigmatiche narrazioni che, poi, riesco sempre a diluirsi nella “retorica dei sentimenti”. Ai primi segni di pioggia va in frantumi, nel mio ricordo, il mondo arcadico, bucolico, ma fragile come un presepe di cartapesta. Ora a Castelnuovo regna la stirpe della “razza carnefici”, a Castelnuovo sono escluso, sono l’intellettuale-poeta, con la testa tra le nuvole e nel cuore i versi di una poesia. Si, è vero riesco ancora a sentire tra i vicoli di Dedalo le canzoni ingenue e sentimentali dell’anteguerra.
E’ ora di andare ,ma resterò sempre col cuore castelnuovese. E ora lancio lo sguardo verso questo cielo carico di nubi e di spazi azzurri , sembra un cielo di Raffaello, dove le leggi della natura mescolano la vita e morte anche nel misto colore di un pomeriggio qualunque passato qui a Castelnuovo”.
Breve Biografia-Maria Carta Nacque a Siligo, un piccolo paese della provincia di Sassari, il 24 giugno 1934. Alla nascita le fu dato il nome di Maria Giovanna Agostina: Giovanna perché nacque il giorno della festa di san Giovanni e Maria Agostina per ricordare la nonna materna. All’età di otto anni perse il padre per una grave malattia e fu costretta, come del resto tutti i bambini della sua condizione sociale, ad affrontare le fatiche quotidiane sia in casa sia in campagna[1].
Nel 1957, a 23 anni, vinse il concorso di bellezza Miss Sardegna e partecipò al concorso nazionale di Miss Italia. Prese parte come attrice al fotoromanzo Questo sangue sardo, scritto e realizzato da Abramo Garau a Sardara[2]. Intorno al 1960 si trasferì a Roma, dove conobbe lo sceneggiatore Salvatore Laurani, che poi sposò. Frequentò il Centro Nazionale di Studi di Musica Popolare, diretto da Diego Carpitella, presso l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia[3] e contemporaneamente portò avanti un percorso di ricerca musicale ed etnografica con importanti produzioni e collaborazioni.
Nel 1971 realizzò due album: Sardegna canta e Paradiso in re, e intanto frequentò l’etnomusicologo Gavino Gabriel. Lo stesso anno venne trasmesso dalla Rai il documentario Incontro con Maria Carta (fotografia di Franco Pinna e testi di Velia Magno), nel quale Maria cantò e recitò con Riccardo Cucciolla. Venne registrato anche un altro documentario (con regia di Gianni Amico su soggetto e sceneggiatura di Salvatore Laurani) dal titolo Maria Carta. Sardegna, una voce.
Nel 1972 recitò al Teatro Argentina a Roma nella Medea di Franco Enriquez. Lo stesso anno incontrò Amália Rodrigues, con la quale tenne un concerto al Teatro Sistina[4]. Nel 1973 le due artiste realizzarono una tournée in Sardegna[5]. Nel 1974 partecipò a Canzonissima, interpretando il Deus ti salvet Maria. Arrivò in finale e si classificò seconda nel girone della musica folk con il brano Amore disisperadu. Nel 1975 tenne un importante concerto al Teatro Bol’šoj di Mosca. Nel 1976 venne eletta, per il Partito Comunista Italiano, nel consiglio comunale di Roma e rimase in carica fino al 1981.
Nella sua carriera si ritagliò un ruolo in alcuni film e godette dell’amicizia di registi famosi come Pier Paolo Pasolini, Francis Ford Coppola e Franco Zeffirelli: suoi infatti furono i ruoli della madre di Vito Corleone ne Il padrino – Parte II (1974) di Coppola e di Marta nello sceneggiato Gesù di Nazareth (1977) di Zeffirelli. Nel 1980 partecipò al Festival d’Avignone, nel 1987 si esibì nella cattedrale di San Patrick a New York e nel 1988 nella cattedrale di St. Mary a San Francisco. Nel 1992 realizzò il musical teatrale A piedi verso Dio con brani composti da Franco Simone. Maria Carta tenne il suo ultimo concerto a Tolosa, in Francia, il 30 giugno 1993. Malata da tempo di tumore, morì nella sua casa di Roma all’età di 60 anni.
Roma- Municipi XIIIeXIV-16 giugno 2023-Si è svolta ieri presso la sede dell’Associazione Cornelia Antiqua di via Boccea la cerimonia di consegna delle targhe del premio Campagna Romana 2023 giunto quest’anno alla nona edizione .Dopo il saluto del Presidente Cristian Nicoletta la Signora Tatiana Concasassieme all’Archeologa Nerea, si sono alternate come conduttrici della serata. L’Evento era relativo alla giornata dedicata all’Archeologia europea e , con interventi sul tema, si sono alternati al microfono nell’ordine il :Dott. Alessio de Cristofaro Archeologo a seguire Dott. Stefano Alessandrini, Dott. Michele Damiani e il Vive Presidente dell’Ass. Cornelia Antiqua Dott.Gianluca Chiovelli. Presente e Premiata la Protezione Civile di Castel di Guido capitanata dal “GRANDE” Attilio Zanini. Di seguito l’elenco dei Premiati e le motivazioni.
I PREMIATI e le MOTIVAZIONI PER IL PREMIO
CAMPAGNA ROMANA 2023
MICHELE DAMIANI
Per la sua grande competenza e dedizione, impiegate nella divulgazione storico-archeologica del Territorio della Campagna Romana.
La sua straordinaria conoscenza e passione per il mondo Etrusco e in particolare per il Territorio di Veio, emerge con forza durante la sua narrazione storica, coinvolgendo e trasportando l’uditore indietro nel tempo.
Grazie alla sua indiscussa capacità di comunicazione, le sue spiegazioni risultano sempre chiare e comprensibili al grande pubblico, inclusi coloro che non appartengono al “mondo accademico”.
In tal modo, tutti i cittadini possono venire a conoscenza degli eventi storici che hanno segnato il nostro Territorio e sviluppare una memoria collettiva, primo passo per richiamare l’attenzione pubblica verso il rispetto di questi luoghi.
GIOVANNI ZORZI
Per l’impegno e la dedizione profuse per l’Ecomuseo di Maccarese, situato all’interno del Castello di San Giorgio, che recentemente ha ottenuto anche la qualifica di “Ecomuseo di interesse regionale”.
Il Sig. Giovanni Zorzi, in qualità di responsabile dell’Ecomuseo e di studioso del Territorio, svolge continuamente, oltre al lavoro di gestione del Polo di Maccarese, anche una preziosa attività di ricerca e raccolta della vasta documentazione storica.
Tali testimonianze comprendono sia documenti d’archivio e fotografie, sia video memorie relative allo sviluppo storico-sociale di Maccarese, con particolare attenzione all’epoca della grande bonifica e al nostro passato contadino.
Questo pregevole lavoro, reso possibile grazie alle sue conoscenze e profonda passione per la ricerca storica, consente a tutti i cittadini di poter visitare un luogo, in cui è conservata e preservata l’identità storica – specifica del Territorio della Campagna Romana.
NANDO MAURELLI
Per la sua profonda conoscenza del Territorio a Nord Ovest di Roma e per il suo straordinario impegno svolto come Presidente del circolo Ecoidea di Legambiente.
Il Dott. Nando Maurelli, in qualità di esperto di storia e scrittore, ha fornito un prezioso contributo per la divulgazione della storia del Territorio della Campagna Romana.
Si occupa inoltre, dell’organizzazione di numerose iniziative culturali, sotto forma di conferenze e dibattiti aperti al pubblico, che si svolgono presso i locali di INTERSOS, in via della Stazione di Ottavia, in collaborazione anche con altre associazioni.
Questi incontri dedicati allo scambio culturale, costituiscono un importante momento di aggregazione, promuovendo il coinvolgimento attivo del pubblico e la diffusione della conoscenza del Territorio sotto molteplici punti di vista.
Una preziosa opportunità per tutti i cittadini interessati, che a prescindere dal loro ceto sociale o livello culturale, possono essere informati ed approfondire tematiche che spaziano dalla storia, alla letteratura, alle scienze, sempre con particolare attenzione per le questioni relative al nostro Territorio.
IDA OLIVA
Per l’encomiabile esempio di generosità, che si manifesta attraverso iniziative di Solidarietà a supporto dei più deboli, delle persone in condizioni di disagio e in aiuto delle popolazioni colpite da calamità naturali.
La Sig.ra Ida Oliva si impegna con amore e passione, nell’organizzazione di eventi e manifestazioni, allo scopo di finanziare opere di Beneficenza.
Tali eventi trovano sempre un grande riscontro, testimoniato dalla partecipazione di numerose persone, che la Sig.ra Ida Oliva riesce a coinvolgere e a contagiare con la sua eccezionale energia, spirito di altruismo e forte empatia!
Tra le sue varie opere di Solidarietà, si annovera anche quella svolta durante il periodo della Pandemia, quando grazie alla sua disponibilità, fu possibile organizzare una raccolta alimentare per le famiglie del quartiere di Casalotti, che si trovavano in un momento di difficoltà.
La sua attività comprende anche un notevole impegno come Guardia Rurale Ausiliaria, a tutela e difesa sia dell’ambiente che degli animali, perché come diceva Albert Einstein: “se un uomo aspira a una vita retta, il suo primo atto di astinenza è dall’offesa agli animali”.
GIUSEPPE STRAZZERA
Per il suo straordinario impegno e il suo efficiente lavoro nel migliorare i problemi urbanistici del Territorio del XIV Municipio di Roma.
Tale riconoscimento al merito del Dott. Giuseppe Strazzera, scevro da qualsiasi motivazione e orientamento di natura politica, è dovuto esclusivamente alle sue competenze e alla totale dedizione, con cui si prende cura del nostro Territorio, nell’area più periferica del Municipio.
Nato in una borgata difficile dell’estrema periferia romana, ha saputo emergere da questa realtà, manifestando un forte ardore nello schierarsi in prima linea, con l’obiettivo di migliorare questa situazione di degrado, per il bene della collettività.
A partire da novembre 2021, a seguito della sua nomina ad Assessore ai lavori pubblici, urbanistica, rigenerazione urbana e patrimonio del Municipio XIV, ha fornito un prezioso contributo per la valorizzazione della nostra periferia, mettendosi a disposizione e prendendosi cura in prima persona della gestione dei lavori necessari, finalizzati alla risoluzione dei disagi accusati dai cittadini.
ASSOCIAZIONE IL FILO CHE UNISCE
Per il suo ammirevole impegno per la comunità e nella realizzazione di progetti di Beneficenza, con l’obiettivo di raccogliere fondi per dare supporto alle strutture ospedaliere pubbliche e principalmente a quelle pediatriche.
L’Associazione “Il filo che ci unisce”, nata da un’idea della Sig.ra Tiziana Monticelli, organizza alcuni incontri pubblici, per coinvolgere e costruire insieme agli altri cittadini i progetti di Beneficenza.
Un esempio è costituito dall’iniziativa, che lo scorso anno vide la partecipazione di molte persone, in particolare signore dedite all’arte dell’uncinetto, per realizzare insieme delle coperte di lana, il cui ricavato è stato interamente devoluto all’ospedale pediatrico Bambino Gesù.
L’Associazione “Il filo che ci unisce”, si occupa anche confezionare a mano dei raffinati cappellini, variamente colorati, che vengono donati ai reparti oncologici pediatrici, per regalare un sorriso ai piccoli pazienti ricoverati e alle loro mamme.
GRUPPO FEMMINILE PROTEZIONE CIVILE CASTEL DI GUIDO
Gentilezza, forza e determinazione con questi aggettivi credo che si possa sintetizzare la motivazione di questo riconoscimento con il quale, noi di Cornelia Antiqua, vogliamo rendere omaggio alla componente femminile della Protezione civile di Castel di Guido.
-MARCO PLACIDI
Per il suo prezioso contributo nella ricerca e nella divulgazione storico – scientifica, essenziale per riportare alla luce e far scoprire a tutti i cittadini, l’incredibile patrimonio appartenente all’antica città di Roma, ancora nascosto nel nostro sottosuolo.
Il Sig. Marco Placidi è fondatore e Presidente dell’Associazione Sotterranei di Roma, che svolge sia continua attività di speleo-archeologia, sia progetti di studio, integrati con ricerca attiva sul Territorio.
Tra questi ultimi, oltre alle indagini su vari sistemi ipogei presenti nel sottosuolo cittadino, merita una menzione speciale, il progetto di studio relativo agli Acquedotti dell’antica Roma, per i quali l’Ass. Sotterranei di Roma, si qualifica tra i massimi esperti in materia.
Lo studio di queste sofisticate costruzioni, non si limita solo all’architettura idraulica, ma prevede anche approfondite ricognizioni di superficie, per cercare direttamente sul Territorio della Campagna Romana, le prove e le testimonianze del loro passaggio, al fine di ricostruire dettagliatamente il loro percorso.
Tale impostazione dei metodi di indagine, insieme alla profonda passione che l’Ass. Sotterranei di Roma, ha da sempre dimostrato per la ricerca speleo-archeologica, ha rappresentato fin dall’inizio, un esempio da seguire per l’Ass. Cornelia Antiqua, perché come diceva Goethe:
“Le cose migliori si ottengono solo con il massimo della passione”.
CIVILTÀ ROMANA
Per il suo ammirevole impegno nell’organizzazione della manifestazione Ab Urbe Condita, un evento che riunisce numerose associazioni di rievocazione, nazionali ed internazionali e fa rivivere la storia, la cultura e la vita quotidiana dell’antica Roma.
Le varie associazioni che prendono parte all’evento, sono incentrate sulla rievocazione di diversi momenti storici dell’antica Roma: Repubblica, alto Impero e tardo Impero.
Tali periodi vengono perfettamente rievocati, ricostruendone gli usi e i costumi, riportando in tal modo alla luce nel corso della manifestazione, momenti di vita civile, religiosa e militare delle diverse epoche.
L’Associazione Civiltà Romana, con il suo Presidente Benedetto Langiano, organizza, da diversi anni, la manifestazione in modo eccezionale, suscitando un grande interesse nei cittadini, sia appassionati di storia che semplici curiosi e catalizzando anche l’attenzione dei più piccoli.
Questi ultimi sono coinvolti e trasportati indietro nel tempo, attraverso vari laboratori didattici, scuole di gladiatori, danze antiche e molto altro.
MAURO INTINI
Per il servizio volontario svolto per un periodo di tre mesi, durante gli scavi nel territorio circostante Galeria Antica e per il suo generoso impegno nel condurre gratuitamente, i cittadini a scoprire le bellezze della Campagna Romana e della provincia di Viterbo.
Il Sig. Mauro Intini, fondatore di “Archeotrekking Romani”, grazie alla sua straordinaria conoscenza del Territorio, al suo spirito di avventura e alla sua grande esperienza, riesce a coinvolgere ed allietare, tutti coloro che desiderano vivere una giornata diversa, immergendosi nella natura, come dei veri esploratori!
Con estrema competenza infatti, guida ed accompagna a piedi i cittadini, alla scoperta degli affascinanti ambienti naturali che ci circondano, dove è possibile ammirare anche le rovine archeologiche, appartenenti agli antichi popoli che risiedevano nel nostro Territorio.
Il Sig. Mauro Intini inoltre, ha fornito un prezioso contributo anche per l’Ass. Cornelia Antiqua, mettendo a disposizione il suo tempo e la sua esperienza, per offrire supporto durante le ricognizioni di superficie che l’associazione costantemente svolge.
Torna a Leonessa, sabato 17 giugno, la Giostra dei Tamburi. Giunto alla sesta edizione, l’evento rappresenta il prologo del Palio del Velluto, anticipandolo di una settimana.
La Giostra dei Tamburi si è ormai consolidata come un imperdibile appuntamento nel territorio, diventando la voce stessa del palio, al quale numerosi gruppi partecipano con affetto e passione. L’espressività e l’entusiasmo di tanti giovani, che dedicano mesi interi all’allenamento, troveranno in questa cornice un teatro perfetto per il loro spettacolo, accompagnati da un pubblico attento ed esigente.
La “tenzone” sarà disputata da gruppi di tamburini, dai 6 ai 25 componenti, e una giuria tecnica imparziale assegnerà un punteggio a ciascun gruppo. Con suggestive coreografie nella splendida piazza principale di Leonessa, i sette gruppi partecipanti faranno vibrare e risuonare l’antico borgo.
Leonessa, città ricca di storia, ha dato vita a ben quattro gruppi di tamburini, coinvolgendo praticamente tutti i giovani del territorio.
Gino Carosini e Marco Mastroianni-I ragazzi della Resistenza
Storie d’amore, coraggio e paura di giovani partigiani liguri.
Con la collaborazione di Donatella Alfonso-De Ferrari editore-
DESCRIZIONE
Un ragazzo e una ragazza, alla scoperta dell’entroterra ligure, incontrano in un’osteria un gruppetto di anziani. Sarà l’occasione per conoscere storie di ragazzi come loro che, ottant’anni fa, hanno capito quale scelta fare: quella di prendere le armi o, anche disarmati, mettere in gioco la loro vita per la libertà da un regime oppressivo e la costruzione di un’Italia democratica. Storie che i ragazzi di oggi devono imparare a conoscere per apprezzare davvero cosa significhi vivere liberi. E, come i protagonisti del libro di Carosini e Mastroianni, iniziare a farsi domande.
Anpi provinciale Genovasta promuovendo questo interessantissimo volume fumettato.Come sezione Triulzi di Isola del Cantone ne distribuiremo delle copie ai nostri neo-diciottenni ad ottobre durante il Battesimo Civico
DE FERRARI EDITORE® è un marchio di JANUA S.R.L.S. Via delle Bernardine 4/6, 16128 Genova
Curatore Hilda Girardet-Prefazione di Bruno Rostagno-Postfazione di Mirella Abate
Editore Claudiana
DECRIZIONE
Fatto prigioniero dopo l’8 settembre e deportato nei lager della Germania nazista per il rifiuto di continuare la guerra a fianco dei tedeschi e dei repubblichini di Salò, il giovane sottotenente valdese Giorgio Girardet tiene fortunosamente un diario, ritrovato quasi integro dalla figlia. Qui se ne propone la parte che va dal marzo 1944 al gennaio 1945 quando, nel campo di Sandbostel – lo stesso di Alessandro Natta, Giovannino Guareschi, Gianrico Tedeschi e tanti altri –, fu il pastore di una piccola rappresentanza evangelica e dove, sorretto da una grande fede e da una forte volontà di reazione, moltiplicherà le occasioni per incontri, gruppi di studio e stabilirà i primi rapporti “ecumenici” con alcuni dei cattolici più aperti presenti nel lager. In quei mesi getterà le basi per la sua lunga vita professionale di pastore, giornalista e studioso, sempre innovatore e sempre aperto al futuro. Al di là del valore di testimonianza storica, queste pagine, attraverso le lenti di una prospettiva certamente parziale, ci permettono di scoprire come alcuni protagonisti di una generazione ora rimpianta abbiano saputo in condizioni drammatiche confrontarsi e gettare le basi culturali e morali per la ricostruzione del Paese.
Il libro in pillole
Premessa della figlia Hilda e postfazione di Mirella Abate sull’esperienza di pastore nel lager
Prefazione di Bruno Rostagno
L’impegno per combattere l’abbruttimento con letture e attività culturali
La forza della fede e la decisione di farsi cappellano degli evang
Indice testuale
Prefazione. Pensiero teologico e fede alla prova di Bruno Rostagno Introduzione di Hilda Girardet
1. Gli Internati Militari Italiani
2. L’antefatto: la resistenza a Lero
3. Silenzi e omissioni
4. Famiglia e formazione
5. Foto e parole: le tracce
6. Quali e quanti lager?
7. A Sandbostel: attività e personaggi
8. Tre sorprese Avvertenza
Parte prima. Lager di Sandbostel
Parte seconda
Parte terza. Studi, conferenze, interventi pubblici nel Lager
Postfazione. Che il mio spirito sia alto o basso, Signore, sii tu con me… di Mirella Abate Ringraziamenti Riferimenti bibliografici
Biografia dell’autore
Giorgio Girardet Pastore valdese e giornalista, ha diretto il Centro ecumenico di Agape (To), ha fondato e diretto il settimanale “Nuovi Tempi” e diretto l’Agenzia di Stampa NEV, ed è stato docente di Teologia pratica presso la Facoltà valdese di Teologia di Roma. Autore di numerose pubblicazioni, si ricorda la trilogia Cristiani perché, Bibbia perché, Protestanti perché, editi da Claudiana.
Hilda Girardet Laureata in Pedagogia, è stata segretaria di redazione, docente elementare, ricercatrice ed esperta di Psicologia dell’Educazione presso l’Università La Sapienza di Roma. Specializzata nella didattica della storia, è autrice di alcune pubblicazioni sull’insegnamento della storia nella scuola di base.
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