Arte, lotta, resilienza: rivive nello spettacolo di Controtempo Theatre-
Roma-Controtempo Theatre sarà in scena con lo spettacolo Artemisia Gentileschi il 6 ottobre alle ore 18:00 presso il Teatro Furio Camillo di Roma, con la regia di Lilith Petillo.
Ospite di ExtraOrdinario Live Festival, rassegna artistica multidisciplinare e inclusiva che approfondisce temi quali diversità sociale, culturale, di genere, filosofica; disabilità; ambiente ed ecosostenibilità,
La grandezza di Artemisia non risiede solo nel suo talento di pittrice (o pittora come lei stessa si definiva): è considerata un’icona femminista rivoluzionaria e un’artista innovativa per l’energia travolgente che seppe infondere nella rappresentazione della figura femminile. La formazione di Artemisia avvenne nell’atelier del padre che era frequentato da molti pittori, tra i quali Agostino Tassi. La diciottenne Artemisia è lusingata dalle sue attenzioni, forse si innamora, forse crede alle sue promesse di matrimonio.
In un giorno di maggio del 1611, mentre Orazio lavora sulle impalcature della Loggetta delle Muse, Agostino stupra Artemisia. La Gentileschi decide di denunciare il Tassi per stupro in un’epoca in cui la violenza sessuale non era considerata un reato contro la donna, ma contro l’onore della famiglia. Lo spettacolo teatrale, attuale e profondo, con Lilith Petillo e Venanzio Amoroso, pone la figura di Artemisia in relazione agli uomini che le hanno, in qualche modo, “condizionato” l’esistenza. Sembra quasi trascorrere una vita sotto processo. La troviamo immersa in un contesto “amaro” con le sue paure ed ansie, le sue colpe, a lottare con tenacia per la propria affermazione come donna e come artista. Arte, lotta, resilienza, questi i punti focali della rappresentazione. La regia si concentra sull’aspetto contemporaneo di tale vicenda lasciando un messaggio positivo.
Artemisia ci insegna che il dolore e la vergogna possono essere sublimate in bellezza. La sua vita rappresenta una rivincita contro una società gretta e maschilista. In un mondo in cui la violenza sulle donne è un dramma ancora esistente, storie come la sua possono essere un esempio per tutte le donne, affinché non si perda mai la propria voce e la forza di lottare attivamente contro abitudini tossiche e comportamenti profondamente umilianti.
ExtraOrdinario Live Festival è ideato ed organizzato da Controtempo Theatre. Il progetto è realizzato con il sostegno del Ministero della Cultura – Direzione Generale Spettacolo ed è vincitore dell’Avviso Pubblico Lo spettacolo dal vivo fuori dal Centro -Anno 2024 promosso da Roma Capitale – Dipartimento Attività Culturali in collaborazione con LEA e SIAE.
Breve biografia Corrado Govoni nasce a Tamara, in provincia di Ferrara, nel 1884. Vive per un breve periodo a Milano e poi stabilmente a Roma e muore ad Anzio nel 1965. Appena diciannovenne, esordisce con la raccolta Le fiale (1903). Seguono: Armonia in grigio et in silenzio (1903), Fuochi d’artifizio (1905), Gli aborti (1907), Poesie elettriche (1911), Inaugurazione della primavera (1915), Rarefazioni (1915), Poesie scelte (a cura di A. Neppi, 1918), Tre grani da seminare (1920), Il quaderno dei sogni e delle stelle (1924), La Trombettina (1924), Brindisi alla notte (1924), Il flauto magico (1932), Canzoni a bocca chiusa (1938), Pellegrino d’amore (1941), Govonigiotto (1943), Aladino. Lamento su mio figlio morto (1946), L’Italia odia i poeti (1950), Patria d’alto volo (1953), Preghiera al trifoglio (1953), Antologia poetica (a cura e con prefazione di G. Spagnoletti, 1953), Manoscritto nella bottiglia (con un saggio di G. Ravegnani, 1954), Stradario della primavera e altre poesie (1958), Poesie 1903-1959 (a cura di G. Ravegnani, 1961). È autore di numerosi libri in prosa, racconti, testimonianze, romanzi. Entrato in contatto con Marinetti, si avvicina al futurismo, collaborando ad alcune riviste come “Lacerba”, “La Voce” e “Poesia”, ma ritorna gradualmente alle forme più tradizionali, soprattutto nelle poesie dedicate al figlio, vittima dell’eccidio nazista delle Fosse Ardeatine.
Le cose che fanno la domenica
L’odore caldo del pane che si cuoce dentro il forno.
Il canto del gallo nel pollaio.
Il gorgheggio dei canarini alle finestre.
L’urto dei secchi contro il pozzo e il cigolìo della puleggia.
La biancheria distesa nel prato.
Il sole sulle soglie.
La tovaglia nuova nella tavola.
Gli specchi nelle camere.
I fiori nei bicchieri.
Il girovago che fa piangere la sua armonica.
Il grido dello spazzacamino.
L’elemosina.
La neve.
Il canale gelato.
Il suono delle campane.
Le donne vestite di nero.
Le comunicanti.
Il suono bianco e nero del pianoforte.
Le suore bianche bendate come ferite.
I preti neri.
I ricoverati grigi.
L’azzurro del cielo sereno.
Le passeggiate degli amanti.
Le passeggiate dei malati.
Lo stormire degli alberi.
I gatti bianchi contro i vetri.
Il prillare delle rosse ventarole.
Lo sbattere delle finestre e delle porte.
Le bucce d’oro degli aranci sul selciato.
I bambini che giuocano nei viali al cerchio.
Le fontane aperte nei giardini.
Gli aquiloni librati sulle case.
I soldati che fanno la manovra azzurra.
I cavalli che scalpitano sulle pietre.
Le fanciulle che vendono le viole.
Il pavone che apre la ruota sopra la scalèa rossa.
Le colombe che tubano sul tetto.
I mandorli fioriti nel convento.
Gli oleandri rosei nei vestibuli.
Le tendine bianche che si muovono al vento.
Punta secca
Sei magra e lunga
eppure hai tanta forza plastica
nel corpo gentile
che se abbandoni i gomiti sul pozzo
o contro il muro
del cortile
il bel corpo rovescio
serrati gli occhi
strette le labbra sciolti i ginocchi
con quell’uncino di riccio
nel mezzo della fronte e ad un capriccio
improvviso ti distacchi
t’impenni e via saetti come da fionda
su quegli alti tuoi tacchi
di stella che nel sole
quasi non ti si vede
più tanto sei bionda;
si può giurar per certo
che tu con quel tuo premer duro
un incavo hai aperto
nel docile marmo e nel muro.
Attacchi d’ali strappate
ti palpitan le reni;
così sottile e senza seni
li hai tutti nei ginocchi.
Ma l’orchidea tu l’hai negli occhi.
Paesi
Esplodon le simpatiche campane
d’un bianco campanile, sopra tetti
grigi: donne, con rossi fazzoletti,
cavano da un rotondo forno il pane.
Ammazzano un maiale nella neve,
tra un gruppo di bambini affascinati
dal sangue, che, con gli occhi spalancati,
aspetta la crudele agonia breve .
Gettano i galli vittoriosi squilli.
I buoi escono dai fienili neri;
si spargono su l’argine tranquilli,
scendono a bere, gravi, acqua d’argento.
Nei campi, rosei, bianchi, i cimiteri
sperano in mezzo al verde del frumento.
Naufragio
Sul mio capo di naufrago
galleggiante sul mare nero della vita
afferrato a una tavola sfasciata
materna culla
vedo ancora ondeggiare le stelle
come un tenero ramo di mandorlo.
Luce di fuori mondo
o vertigine
degli abissi incantevoli del nulla?
Ne la corte.Tre stracci ad asciugare
– Ne la corte – Tre stracci ad asciugare
sul muricciuolo accanto il rosmarino.
Una scala seduta. Un alveare
vedovo, su cui giuoca il mio micino.
Un orciuolo che ha sede sul pozzale
di marmo scanalato da le funi.
Dei cocci gialli. un vaso vuoto. Un fiale
che ha vomitato. Dei fogliami bruni.
– Su le finestre – Un pettine sdentato
con due capelli come dei pistilli.
Un astuccio per cipria. Uno sventrato
guancialino di seta per gli spilli.
Una scatola di belletto. Un guanto
mencio. Un grande garofano appassito.
Una cicca. Una pagina in un canto
piegata, da chissà mai quale dito!
– Per l’aria – La docile campana
d’un convento di suore di clausura.
Una lunga monotonia di zana.
Un gallo. Una leggera incrinatura
di vento. Due rosse ventarole
cifrate. Delle nubi bianche. Un treno.
Un odore acutissimo di viole.
Un odore acutissimo di fieno.
Contro corrente come bionde trote
Contro corrente come bionde trote
fendevano la calca cittadina
due fanciulle insolenti di bellezza.
Curiosando strusciarono i musini
di maliziosa cipria qua a un acquario
di lusso di dormenti onde ravvolte
di stoffe per murene ed aragoste,
più in là a un brillante altar di calzature,
spume di cardi rossi per pianelle
di Cenerentola, lustrini e argenti
per taccuini da ballo. Scantonarono
a un tratto e una si chinò nascosta
dall’inquieta compagna ad allacciarsi
la giarrettiera a mezza coscia ignuda.
Le succhiò la corrente cittadina.
Vedo sempre la strada illuminata
da quel fulgore di carne di donna
nel marmo della pioggia settembrina.
Siepe
All’odore crudele
che viene dalle spine della siepe
il tuo sangue amareggia l’amore,
e ti diventan gli occhi
una luce cattiva pigiata.
Sulla tua statua che cammina
aprendo una nuova strada nel vento
invano battono le mie parole
come gocce di rugiada da me scossa.
Prego l’erba dell’argine ti venga incontro
con la lampada avvelenata del gigaro
per far soffrire la tua bocca rossa.
Il lampione
Il crepuscolo si sfogliò
su i tegoli muscosi;
l’ultimo suono di campana si smorzò
ne l’abbandono dei sagrati erbosi.
In una svolta, un fanale
notifica! la sua vittoria
sopra l’ombra cocciuta.
La sua fiamma claustrale
sembra una fiamma provvisoria
ed instabile. Si direbbe che sternuta.
Il fanale s’illude d’essere un sacro lampadario
che nel suo cuore chiude
come in un vaso un elettuario
infiammabile.
Ma il vento precario
lo prende per un disadorno e vitreo erbario
con un gìgaro
friabile che si diverte a gualcire.
Ed il fanale si rassegna
a la notturna passione
senza imbroncire.
Il silenzio, come un cane,
segue le pestè dei rumori.
Il sonno sente a gli occhi dei pizzicori.
E l’alba soffia il dente di leone
del lampione.
Il palazzo dell’anima
Triste dimora! Aborti nelle fiale,
rachitici e verdastri. Sorridenti
bambole sparse ovunque. Sofferenti
in vasi d’ambra fior di digitale.
Campane di cristallo su agonie
di cera, rosee maschere di seta
annegate nell’acqua ovale inquieta
degli specchi, malinconie impagliate.
Laggiù la città bianca col suo rombo
d’api e il suo fiume di ardente piombo,
come un pallido sogno di morfina.
Oh i crepuscoli tristi d’anilina
sulle mura echeggianti di fanfare!
Da una finestra si scorge il mare.
Crepuscolo ferrarese
Il mao si stira sopra il davanzale
sbadigliando nel vetro lagrimale.
Nella muscosa pentola d’argilla
il geranio rinfresca i fiori lilla.
La tenda della camera sciorina
le sue rose di fine mussolina.
I ritratti che sanno tante storie
son disposti a ventaglio di memorie.
Nella bonaccia della psiche ornata
il lume sembra una nave affondata.
Sul tetto d’una prossima chiesuola
sopra una pertica una ventarola
agita l’ali come un uccelletto
che in un laccio per i piedi sia stretto.
Altissimi, per l’aria, dai bastioni,
capriolano fantastici aquiloni.
Le rondini bisbigliano nel nido.
Un grillo dentro l’orto fa il suo strido.
Il cielo chiude nella rete d’oro
la terra come un insetto canoro.
Dentro lo specchio, tra giallastre spume
ritorna a galla il polipo del lume.
La tristezza s’appoggia a una spalliera
mentre le chiese cullano la sera.
Chimerica corriera
Mi sfiorò la corriera all’improvviso,
e prima che pensassi di gridare:
«Ferma! vengo pure io oltre frontiera!».
era passata a volo, sollevando
un turbine di opaco polverone,
scomparendo alla vista: belle ignote,
contro i vetri di bambole le gote,
e il postiglione con la lunga frusta
che fulminava a fuoco la quadriglia…
Passò ancora in un vortice di neve,
e passò nell’estivo polverone.
Poi si fece vederesernpre più rararnente,
con i cavalli alati e il postiglione
un’ornbra con la frusta alta nel cielo;
e quando la rnia voce
fu così forte da coprir le ruote
la frusta e le cantanti sonagliere,
non passò più né lenta né veloce…
Eppure certe sere,
quando sono più stanco e ancor più bianco
e l’antica ferita
rni si torna ad aprire ed a dolere;
se aguzzo un po’ le orecchie
odo ancora venire da lontano,
rna è un sussulto del sangue o forse il tuono,
corne un fievole suono,
dal fondo della via o della rnia vita
che senza averla rnai raggiunta
ho per sernpre srnarrita:
non può esser che il vostro, sonagliere,
in viaggio per chirneriche frontiere.
Breve biografia Corrado Govoni nasce a Tamara, in provincia di Ferrara, nel 1884. Vive per un breve periodo a Milano e poi stabilmente a Roma e muore ad Anzio nel 1965. Appena diciannovenne, esordisce con la raccolta Le fiale (1903). Seguono: Armonia in grigio et in silenzio (1903), Fuochi d’artifizio (1905), Gli aborti (1907), Poesie elettriche (1911), Inaugurazione della primavera (1915), Rarefazioni (1915), Poesie scelte (a cura di A. Neppi, 1918), Tre grani da seminare (1920), Il quaderno dei sogni e delle stelle (1924), La Trombettina (1924), Brindisi alla notte (1924), Il flauto magico (1932), Canzoni a bocca chiusa (1938), Pellegrino d’amore (1941), Govonigiotto (1943), Aladino. Lamento su mio figlio morto (1946), L’Italia odia i poeti (1950), Patria d’alto volo (1953), Preghiera al trifoglio (1953), Antologia poetica (a cura e con prefazione di G. Spagnoletti, 1953), Manoscritto nella bottiglia (con un saggio di G. Ravegnani, 1954), Stradario della primavera e altre poesie (1958), Poesie 1903-1959 (a cura di G. Ravegnani, 1961). È autore di numerosi libri in prosa, racconti, testimonianze, romanzi. Entrato in contatto con Marinetti, si avvicina al futurismo, collaborando ad alcune riviste come “Lacerba”, “La Voce” e “Poesia”, ma ritorna gradualmente alle forme più tradizionali, soprattutto nelle poesie dedicate al figlio, vittima dell’eccidio nazista delle Fosse Ardeatine.
Roma- Al Teatro Torlonia va in scenala Pulzella d’Orléans, Giovanna d’Arco
Roma-Nello splendido gioiello del Teatro Torlonia, incastonato nel cuore della sua Villa, prende la scena la libertà senza tempo della Pulzella d’Orléans, Giovanna d’Arco, restituita dal 3 al 13 ottobre nella versione “dissidente” della poetessa e studiosa Maria Luisa Spaziani, in cui si ipotizza che l’eroina francese non bruciò sul rogo, ma si salvò sposandosi.
A riportarla a teatro, dopo vent’anni dal debutto, è la regia di Luca De Fusco che, con sguardo intimo, quasi sommesso, antiretorico, nell’interpretazione della giovane Mersila Sokoli, ne fa emergere i versi nella sua purezza immaginando che chi ci parla non sia né una folle né un fantasma inquietante, ma “semplicemente” Giovanna.
Una produzione del Teatro di Roma con il Teatro Stabile di Catania, che apre la nuova Stagione del Teatro Torlonia offrendo al pubblico l’opportunità di vivere un’esperienza teatrale profonda e suggestiva per riscoprire, attraverso la poetica sensibilità di Maria Luisa Spaziani, la figura rivoluzionaria di una donna che si ribella alle norme del tempo trovando il modo di cambiare il suo mondo. Lo spettacolo, infatti, rende omaggio a una delle voci letterarie più preziose del ‘900 italiano per celebrarne nel decennale della sua scomparsa la vita dedicata all’arte della parola, facendola emergere con questo testo che propone una versione alternativa della storia di Giovanna d’Arco, in cui la pulzella non perisce sul rogo, ma si salva sposando Robert des Armoise, per poi vivere nel Castello di Jaulny.
Rimasta affascinata sin dall’infanzia da questa donna e dai racconti che la circondano, l’autrice ritrae nel poema-romanzo in endecasillabi – scritto nel 1990 e la cui ideazione ha occupato cinquant’anni della sua vita – un personaggio femminile moderno, completamente affidato alla voce della poesia, che rinnegando il suo destino conosce il rimorso e la frustrazione, per poi liberarsi dai mali gettandosi volontariamente nel fuoco. Per la poetessa, Giovanna d’Arco è poesia, un mito che continua ad affascinare e a parlare attraverso l’intricato mistero che porta con sé.
Luca De Fusco, nelle sue note di regia, riflette sul legame personale e professionale con il testo di Spaziani: «Questa Giovanna d’Arco di Maria Luisa Spaziani accompagna quasi tutta la mia carriera di direttore di teatro pubblico. Lo spettacolo fu inventato in un bellissimo castello di Vittorio Veneto nel 2004 per il Teatro Stabile del Veneto e aveva protagonista Gaia Aprea. Maria Luisa non lo aveva scritto per il teatro, ma accettò con entusiasmo l’idea che si mettesse in scena questo suo gioiello. Lo pensammo come un colloquio intimo, quasi sommesso, antiretorico. Quasi come se alcune decine di persone si ritrovassero attorno ad un fuoco ad ascoltare una storia.» Inoltre, De Fusco racconta di aver lasciato ambigua volutamente l’identità di chi narra la storia: «Chi è colei che ci parla? Una pazza che si crede Giovanna d’Arco? Il fantasma della pulzella? Lasciammo volutamente nell’ambiguità la risposta. Una volta andati in scena posi più volte la domanda alla Spaziani, che ci seguì al debutto, poi a Venezia, poi a Napoli. All’inizio non mi rispose poi un giorno mi disse semplicemente che ‘è Giovanna’. Nel rimetterlo in scena vent’anni dopo il suo debutto con una nuova giovane attrice Mersila Sokoli, ho ripensato a quella semplice risposta e attenuato quindi ancora di più i toni, cercando di far emergere i versi nella sua purezza e pensando, con Maria Luisa, che chi ci parla non è né una folle né un fantasma inquietante ma ‘semplicemente Giovanna’».
Raffaele Ingegno-IMAGO: MANUALE DI RITRATTO FOTOGRAFICO
– Tecniche e Metodi per raccontare Storie –
IMAGO di Raffaele Ingegno è un testo unico nel suo genere che spiega il ritratto fotografico sotto un aspetto non solamente tecnico. Dopo il successo dell’unico manuale generale sulla luce, “LUX – L’arte di gestire la luce in fotografia”, l’autore torna con un secondo trattato completo ed esaustivo in tutto ciò che riguarda il tema ritratto, affrontando sia la tecnica che il linguaggio.
Il testo è composto da ampie sezioni. Le prime due affrontano la tecnica e la metodologia per la realizzazione del ritratto, con le dovute considerazioni sulle regole maggiormente diffuse, analizzando inoltre una serie di ritratti prodotti dall’autore e abbinando una ricca carrellata di consigli, trucchi e metodi da seguire. La terza parte accompagna il lettore alla scoperta dei personaggi fotografati appositamente per i contributi del libro, realtà differenti e molto particolari, con la spiegazione del perché si sono fatte determinate scelte e come le si sono affrontate in funzione della descrizione del soggetto. Concludono gli approfondimenti e i download di materiali utili.
Con questo libro apprenderai concetti su:
Definizione del concetto di ritratto
Il linguaggio fotografico per il ritratto
Inquadrature e posizionamento nello spazio
Focali da utilizzare
Indicazioni tecniche sulle fonti di luce
Gestione della luce nel set fotografico
Attrezzature ausiliarie
Colore e Bianco e Nero
Gestione del soggetto
Descrizione del soggetto
Il perché delle scelte per realizzare un ritratto
Software per progettare
Software per editing e post produzione
Considerazioni generali per individuare il proprio modo di ritrarre
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IL MIO LAVORO
Dal 2001. mi occupo di rendere tangibili ed eterni:
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Dal 2003 permetto a fotografi, aspiranti ed appassionati di ricevere tutta la mia esperienza ed il mio approfondimento.
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Rainer Maria Rilke poeta e drammaturgo austriaco di origine boema
nasceva a Praga il 4 dicembre del 1875-
“Da I quaderni di Malte Laurids Brigge”
“Rainer Maria Rilke” René Karl Wilhelm Johann Josef Maria Rilke (Praga, 4 dicembre 1875 – Les Planches, 29 dicembre 1926), è stato uno scrittore, poeta e drammaturgo austriaco di origine boema. Viene riconosciuto come uno dei poeti austriaci in lingua tedesca più importanti dell’epoca e di sempre. Furono numerosi i suoi viaggi in molte parti d’Europa e in Russia dove conobbe personaggi come Lev Tolstoj, Leonid Pasternak e Paul Trubeckoj e Lou Salomé. In Italia dove soggiornò a Roma, e a Firenze dove conobbe Stefan George e Heinrich Vogeler. Soprattutto on Francia anche dove suddivise la convivenza con Jean Cocteau, Isadora Duncan e Rodin. La sua vita fu una vera e proprio conoscenza con altri artisti. Il 28 aprile 1901 Rilke sposò la scultrice Clara Westhoff. Il 4 dicembre del 1875 nasceva a Praga, Rainer Maria Rilke da Josef Rilke. Muore il 29 dicembre del 1926 a Les Planches, forse a causa di una leucemia acuta. E quale bellezza malinconica nelle donne, quand’erano gravide e si reggevano in piedi, e nel loro grosso ventre, su cui giacevano d’istinto le mani esili, c’erano due frutti: un bambino e una morte. Il loro sorriso denso e quasi nutriente nel volto svuotato non scaturiva forse dal loro capire, talvolta, che i due frutti crescevano insieme? “Da I quaderni di Malte Laurids Brigge”
Annunciazione
Tu non sei piú vicina a Dio di noi; siamo lontani tutti. Ma tu hai stupende benedette le mani. Nascono chiare a te dal manto, luminoso contorno: Io sono la rugiada, il giorno, ma tu, tu sei la pianta.
Sono stanco ora, la strada è lunga, perdonami, ho scordato quello che il Grande alto sul sole e sul trono gemmato, manda a te, meditante (mi ha vinto la vertigine). Vedi: io sono l’origine, ma tu, tu sei la pianta.
Ho steso ora le ali, sono nella casa modesta immenso; quasi manca lo spazio alla mia grande veste. Pur non mai fosti tanto sola, vedi: appena mi senti; nel bosco io sono un mite vento, ma tu, tu sei la pianta.
Gli angeli tutti sono presi da un nuovo turbamento: certo non fu mai cosí intenso e vago il desiderio. Forse qualcosa ora s’annunzia che in sogno tu comprendi. Salute a te, l’anima vede: ora sei pronta e attendi. Tu sei la grande, eccelsa porta, verranno a aprirti presto. Tu che il mio canto intendi sola: in te si perde la mia parola come nella foresta.
Sono venuto a compiere la visione santa. Dio mi guarda, mi abbacina…
Roma- Papi e Santi marchigiani a Castel Sant’Angelo-
Foto di MARINO FESTUCCIA
Roma-Apre la grande mostra “Papi e Santi marchigiani a Castel Sant’Angelo”, che il pubblico potrà scoprire, inclusa nel biglietto d’ingresso al Castello, dal 3 ottobre 2024 fino al 2 marzo 2025, nella suggestiva cornice delle Sale dell’Armeria Superiore. Un’esposizione ricca di materiali, documenti e testimonianze, molti dei quali provenienti dal territorio marchigiano, opere del tutto inedite o poco note, che testimonia la connessione di Roma – città Eterna dei Papi dove passato e presente appaiono indissolubilmente legati – e del suo patrimonio storico, artistico e culturale con le Marche.
La mostra è promossa dalla Regione Marche, dall’ATIM Agenzia per il Turismo e per l’Internazionalizzazione delle Marche, con la collaborazione della Direzione generale Musei del Ministero della Cultura e dell’istituto Pantheon e Castel Sant’Angelo – Direzione Musei nazionali della città di Roma, con il patrocinio di Giubileo 2025 e Conferenza Episcopale Marchigiana. Prodotta e organizzata da C.O.R. Creare Organizzare Realizzare di Alessandro Nicosia con la curatela di Marco Pizzo e di Maria Cristina Bettini.
Le Marche, tra storia e cultura, hanno tessuto nel corso dei secoli un legame profondo con la Chiesa cattolica. Il loro passato, intimamente connesso con lo Stato Pontificio, dominio temporale dei papi, ha contribuito a plasmare l’identità e il tessuto sociale della regione. L’autorità e l’influenza della Chiesa hanno permeato molteplici aspetti della società marchigiana, guidando le istituzioni, ispirando opere d’arte sacra e delineando le pratiche culturali e spirituali della popolazione. Le Marche rappresentano un crocevia di storia e fede, dove il patrimonio religioso si fonde armoniosamente con il tessuto della vita quotidiana, caratterizzando le radici culturali della regione e rafforzandone il ruolo centrale nella storia ecclesiastica dell’Italia.
L’obiettivo è quello di far affiorare l’intreccio tra arte, cultura e spiritualità, il profondo e persistente legame con il territorio marchigiano, coinvolgendo e catturando la curiosità di turisti, amatori e devoti verso la scoperta di questi luoghi.
Le figure dei santi marchigiani sono riuscite a caratterizzare perfettamente le istanze del loro tempo divenendo punti di riferimento religioso e artistico come, ad esempio, San Nicola da Tolentino.
“La mostra ‘Papi e Santi marchigiani a Castel Sant’Angelo’ – dichiara Francesco Acquaroli, presidente della Regione Marche – offre un viaggio straordinario attraverso la storia, l’arte e la spiritualità che unisce il territorio marchigiano alla Città Eterna. L’esposizione, che si snoda tra documenti preziosi e opere inedite, celebra il legame profondo tra le Marche e la Chiesa cattolica, rivelando l’influenza che i papi e i santi nati in questa regione hanno avuto nel plasmare la cultura ecclesiastica e artistica italiana. Un’occasione imperdibile per immergersi in una storia di fede e arte in un museo prestigioso come Castel Sant’Angelo, ma anche un’importante vetrina per la promozione del territorio marchigiano. Attraverso il dialogo tra arte sacra e storia ecclesiastica, questa esposizione invita infatti i visitatori ad esplorare la nostra regione per scoprirne le radici culturali e spirituali. Abbiamo dunque un’opportunità unica per valorizzare il patrimonio delle Marche, attirando l’attenzione di turisti, studiosi e appassionati d’arte verso un territorio ricco di tradizioni, paesaggi e cultura, favorendo così la crescita del turismo e la conoscenza delle sue eccellenze”.
Prosegue S.E.R. Mons. Rino Fisichella, Pro-Prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione e incaricato da Papa Francesco all’organizzazione del Giubileo 2025: “Mentre mi congratulo per la lodevole iniziativa, auspico che i visitatori possano trasformarsi ‘Pellegrini di Speranza’ e che nel loro cammino verso la Porta Santa possano essere edificati dalle eminenti personalità che questa mostra desidera raccontare”.
“Questa mostra nasce dalla storia e dalla straordinaria fecondità spirituale e culturale della terra marchigiana – spiega S.E.R. Mons. Nazzareno Marconi, presidente della Conferenza Episcopale Marchigiana – Le Marche sono cristiane grazie a Roma ma, essendo una terra feconda e grata, hanno ben presto preso a restituire a Roma una grande ricchezza di fede, di cultura, di vita cristiana. È così che fin dal IV secolo dalle Marche cristiane sono sorti i primi santi la cui fama ha raggiunto Roma, come San Marcellino di Ancona citato da San Gregorio Magno. Ancora di più nel Medioevo, le Marche hanno restituito a Roma il dono della fede attraverso nuove vie di pellegrinaggio dove già dalla fine del 1200, sono giunti nell’Urbe, i primi grandi papi marchigiani. Poi ‘dal cielo’ il 10 dicembre 1294 avveniva la ‘Venuta’ della Santa Casa a Loreto. Giunta dal cielo la Santa Casa darà origine ad una terza strada di legame tra Roma e le Marche, una via più celeste che terrestre, segnata dai passi dei pellegrini e sulla quale i papi ed i santi marchigiani prenderanno ad andare e venire da Roma: La via Lauretana”.
Dichiara Massimo Osanna, Direttore Generale Musei, nella prefazione al catalogo della Mostra: “Nella precipua ottica di lettura e interpretazione delle realtà territoriali, la mostra guarda al panorama di abbazie, monasteri e luoghi di pellegrinaggio della regione e entra al suo interno, per rivelarne le storie, in un intrigante intreccio di voci, volti, tradizioni e memorie antiche che riescono ad attualizzarne la potente portata e a diffonderne il messaggio, dialogando sapientemente con la contemporaneità. E così le figure dei nove papi, alle quali le Marche hanno conferito i natali, vengono analizzate attraverso i tratti più caratteristici e significativi del rapporto tra territorio e fede, tratteggiando un quadro inedito e affascinante”.
La mostra sarà divisa in 3 sezioni: nella prima vedremo il racconto dei papi (età medievale, età moderna, Risorgimento) attraverso biografie ed elementi che li contraddistinguono come ritratti, medaglie, oggetti legati alla loro committenza. Come nel caso del tabernacolo di El Greco legato alla figura del Papa Sisto V. Nella seconda i santi e i beati (San Marcellino, San Nicola da Tolentino, il Beato Sante, San Giacomo della Marca, Santa Camilla Battista da Varano, San Giuseppe da Copertino, Santa Veronica Giuliani, Santa Maria Goretti) attraverso incisioni, quadri, oggetti di culto e di valore spirituale come le preziose pagine dell’Evangelario di San Marcellino risalente al VI secolo. Nella terza gli itinerari sacri delle Marche: eremi, oratori, santuari, abbazie, rinomate chiese e cattedrali, splendide testimonianze dell’arte romanica e rinascimentale. Questa sezione sarà illustrata anche attraverso mappe, piante e disegni antichi, spesso poco conosciuti o totalmente inediti. Quella che per noi appare la meta di un viaggio era un tempo la tappa di un più complesso itinerario dell’anima, ricerca di luoghi sacri, ma anche di luoghi di riflessione e connessione interiore.
Il percorso sarà narrato attraverso documenti provenienti da una vasta gamma di fonti, che spaziano dalle istituzioni pubbliche alle organizzazioni religiose, dai prestatori privati ai collezionisti. Ogni sezione del percorso sarà arricchita dall’esposizione di opere d’arte autentiche, manufatti originali, reperti archeologici, documenti storici, fotografie e filmati, offrendo ai visitatori un’esperienza ricca di conoscenze ed emozioni. Allo stesso modo le figure dei santi saranno documentate oltre che da profili biografici anche da suggestioni spirituali tratte dai loro scritti o da processi di santificazione che ne hanno fatto affiorare la ‘modernità’. Si pensi ad esempio alla figura di Santa Maria Goretti, divenuta espressione nel XX secolo della spiritualità dei padri passionisti di San Leonardo della Croce, che sarà presente in mostra con la rara reliquia della sua veste.
La visita dei loro ‘luoghi’ e il pellegrinaggio sulle loro tombe diventa quindi un cammino verso la conoscenza di una cultura antica ancora in grado di parlare ai contemporanei.
Con l’avvicinarsi dell’anno giubilare, nel prossimo 2025, la Regione Marche, con ATIM – Agenzia per il Turismo e l’Internazionalizzazione delle Marche, ha voluto celebrare il proprio territorio attraverso la figura di nove suoi illustri figli eletti al soglio Pontificio e dei santi, analizzando i tratti più caratteristici del rapporto territorio-fede che rendono questa regione una delle più spirituali d’Italia.
o telefonicamente al numero 06 32810 (lunedì-venerdì 9.30-18.00)
Apertura mostra
Dal 3 ottobre 2024 al 2 marzo 2025
Catalogo mostra
Gangemi editore € 30,00
Popes and Saints of the Marche at Castel Sant’Angelo
Today, October 3, the exhibition opens to the public at Castel Sant’Angelo, set up in the Upper Armoury Rooms, which tells the story of the connection between Rome, the city of the popes, and the artistic and cultural environment of the Marche.
Over the centuries, the Marche has had the opportunity to forge a deep bond with the Catholic Church and with Rome. Just browse back through the pages of history to realize that this region has been connected for centuries with the Papal State and has contributed to shaping the identity and social fabric of the region.
Undoubtedly, the influence that the Church and its power had on the Marche has shaped many aspects of the society of the Marche, inspiring artistic masterpieces but also significantly guiding the institutions and religious practices of the population.
The Marche is in fact a crossroads of history and faith. Its artistic and architectural heritage is part of the fabric of daily life and brings together culture and spirituality.
But not only that. The many Saints of the Marche have become a cornerstone of both religion and art. Just think of Saint Nicholas of Tolentino, just to give an example.
“The exhibition ‘Popes and Saints of the Marche at Castel Sant’Angelo’ offers an extraordinary journey through the history, art and spirituality that unites the Marche region to the Eternal City.
“The exhibition, which winds through precious documents and unpublished works, celebrates the deep bond
between the Marche region and the Catholic Church, revealing the influence that the popes and saints born in this region have had in shaping Italian ecclesiastical and artistic culture.
An unmissable opportunity to immerse yourself in a history of faith and art in a prestigious museum
like Castel Sant’Angelo, but also an important showcase for the promotion of the Marche region. Through the dialogue between sacred art and ecclesiastical history, this exhibition invites visitors to explore our region to discover its cultural and spiritual roots”. Francesco Acquaroli, President of the Marche Region, declares
The sections of the exhibition
The exhibition is divided into three sections.
The first one tells the story of the popes divided into three groups: the medieval age, the modern age and the Risorgimento.
Through biographies and elements that distinguish them such as portraits, medals, objects linked to their patronage, the visitor will be able to admire exciting masterpieces such as the
tabernacle by El Greco linked to the figure of Pope Sixtus V.
In the second section, the Saints and the blessed will be the protagonists. San Marcellino, San Nicola da Tolentino, the Blessed Sante, San Giacomo della Marca, Santa Camilla Battista da Varano, San Giuseppe da Copertino, Santa Veronica Giuliani, Santa Maria Goretti will be narrated through engravings, paintings, objects of worship and spiritual value such as the precious pages of the Evangeliary of San Marcellino dating back to the 6th century.
Finally, the third and final section of the exhibition focuses on the sacred itineraries of the Marche: hermitages, oratories, sanctuaries, abbeys, renowned churches and cathedrals, splendid testimonies of Romanesque and Renaissance art.
The exhibition entitled Popes and Saints of the Marche at Castel Sant’Angelo was curated by Marco Pizzo and Maria Cristina Bettini. From 3 October 2024 to 2 March 2025 at Castel Sant’Angelo in Rome.
‘Popes and Saints of the Marche at Castel Sant’Angelo ‘ Castel Sant’Angelo. Lungotevere Castello, 50
00193 Rome
Hours
Tuesday to Sunday, 9:00 am to 7:30 pm (last admission 6:30 pm)
Closed on Monday
Tickets and rates
Full price €16.00
Reduced price (18-25 years) €2.00
Free by law
Roma-La Fondazione Pastificio Cerere celebra i suoi vent’anni con due mostre
Roma-La Fondazione Pastificio Cerere, spazio di produzione artistica, centro di scambio culturale e di incontro per artisti e curatori, celebra vent’anni dalla sua istituzione con due mostre, a cura del direttore artistico Marcello Smarrelli, l’apertura di una nuova area espositiva e di un inedito percorso per la collezione permanente.
La Fondazione ha sede nell’ex Pastificio Cerere, la più antica delle fabbriche del quartiere di San Lorenzo fondata nel 1905. Grazie ad uno dei più riusciti interventi di rigenerazione urbana in ambito privato, gli spazi industriali sono stati gradualmente riconvertiti in atelier dove gli artisti ancora oggi lavorano e vivono, diventando un punto di riferimento nella scena culturale di Roma e una fucina di creatività interdisciplinare fortemente recettiva alle novità e all’avanguardia artistica.
La Fondazione Pastificio Cerere nasce nel 2004 con la presidenza di Flavio Misciattelli, avviando una regolare programmazione con la realizzazione di una moltitudine di mostre e progetti e divenendo uno dei luoghi più vivi del contemporaneo nel panorama cittadino e nazionale.
A vent’anni dalla sua nascita, l’attività della Fondazione Pastificio Cerere oggi si avvia a crescere con un ampliamento dell’area espositiva – progettato dallo studio di architettura STARTT- dove sarà allestita la mostra collettiva Angels. Cinquant’anni di storie del Pastificio Cerere e Anche il sole sorge prima personale in Italia di Wang Yuxiang (Anhui in Cina, 1997), aperte al pubblico dal 2 ottobre al 30 novembre 2024.
Angels. Cinquant’anni di storie del Pastificio Cerere raccoglie opere d’arte, foto, video e documenti d’archivio, per realizzare uno storytelling che ritrae l’ex pastificio di San Lorenzo come un luogo vitale, caratterizzato da passaggi repentini e da lunghe permanenze di personaggi celebri o più defilati. Tra i 29 autori chiamati in causa, appartenenti a generazioni e formazioni molto eterogenee, troviamo prima tra tutte Francesca Woodman, alla cui celebre serie fotografica degli Angels (1977) si ispira il titolo della mostra, insieme a Claudio Abate, Lara Almarcegui, Patrizia Cavalli, Elisabetta Catalano, Jim Dine, Claire Fontaine, Flavio Favelli, Antony Gromley, Margherita Moscardini e tanti altri.
Anche il sole sorge, di Wang Yuxiang, mostra realizzata con il sostegno del MiC e di SIAE nell’ambito del programma “Per Chi Crea”, presenta un nuovo corpus di opere composto da tre installazioni site-specific con il concetto di entropia quale unico filo conduttore, indagato dall’artista come complesso sistema di relazioni tra uomo e natura.
La scelta di invitare questo giovane artista di origine cinese, che venuto a Roma per formarsi ha trovato al Pastificio Cerere un luogo accogliente dove fare esperienza, conferma l’impegno costante della Fondazione nel sostegno e nella promozione del lavoro delle nuove generazioni di artisti.
Altra importante novità sarà l’apertura di uno spazio a vocazione museale che ospiterà la collezione permanente destinata ad arricchirsi nel tempo con opere site-specific create in dialogo con i reperti di archeologia industriale della fabbrica dismessa. Il primo nucleo di questa raccolta è costituito dalle opere di Piero Pizzi Cannella, Agostino Iacurci, Riccardo Previdi e Francesco Simeti.
Le celebrazioni dedicate all’importante traguardo di vent’anni di attività, proseguono con la pubblicazione del secondo volume dell’Albo d’oro, che amplia il racconto dei primi dieci anni di attività trattato nel primo volume edito nel 2019.
La Fondazione Pastificio Cerere conferma con queste iniziative realizzate in occasione dei 20 anni di attività la determinazione nel proseguire il suo ruolo di istituzione sempre più internazionale dedicata alla produzione artistica contemporanea, un hub culturale di incontro e scambio dedicato soprattutto ai giovani artisti.
Lo spazio di produzione artistica di San Lorenzo festeggia questo importante anniversario con due mostre, a cura del direttore artistico Marcello Smarrelli, e l’apertura di una nuova area espositiva e di un inedito percorso per la collezione permanente
Dal 3 al 6 ottobre 2024 torna, in Fiera di Roma, Romics il Festival Internazionale del Fumetto, Animazione, Cinema e Games, giunto alla sua XXXIII edizione.
Tante le novità, gli ospiti nazionali e internazionali, le principali case editrici, le fumetterie, i collezionisti, i videogiochi, i gadget, gli incontri con autori e editori, gli eventi speciali, le anteprime, le presentazioni, le mostre e gli spettacoli che animeranno simultaneamente i 5 padiglioni durante i quattro giorni non-stop della manifestazione.
A Roma ritorna Romics, la grande rassegna internazionale sul fumetto, l’animazione, il cinema e i games, organizzata da Fiera Roma e da ISI.URB.
Se sei appassionato di fumetto e cinema organizza il tuo viaggio a Roma e partecipa al ROMICS: la grande Rassegna Internazionale sul Fumetto, l’Animazione, Cinema e i Games, organizzata dalla Fiera di Roma e da ISI.Urb. Ti aspettano 4 giorni di eventi, oltre 350 espositori e 70.000 mq espositivi nei 5 padiglioni della Fiera di Roma. È un appuntamento annuale per fare il punto sullo stato del fumetto italiano e internazionale, dei grandi successi del cinema, dell’animazione e dei videogames. Non perderti gli eventi, le mostre e la visita ai numerosissimi stand all’interno dei padiglioni della Fiera dove trovi tutte le novità, le grandi case editrici, le fumetterie, i collezionisti, i videogiochi, i gadget e incontra tantissimi autori ed editori. Cosa aspetti? Romics fa diventare Roma la Capitale Internazionale del Fumetto!
Romics, parola nata dall’unione di Roma-comics, è il Festival Internazionale del Fumetto, Animazione, Cinema e Games; nasce a Roma nel 2001 nel vecchio polo Fieristico, in via Cristoforo Colombo. Dal 2013, spostato nel nuovo polo Fieristico romano, oltre alla classica edizione autunnale di inizio ottobre, la manifestazione ha anche un’edizione primaverile. Ogni anno sono presenti famosi fumettisti che intervengono alla manifestazione e vengono premiati con il Romics D’Oro. Puoi vedere dal vivo e all’opera le più grandi matite del fumetto artistico del pianeta.
2. Le date e gli orari della Fiera del Fumetto
Romics apre le sue porte alla 33° Edizione e torna a Romadal 3 al 6 ottobre 2024 dalle ore 10:00 alle ore 20:00 presso la Fiera di Roma. La manifestazione si incentra su quattro giorni di kermesse con eventi, incontri speciali e ospiti per farti rivivere la magia dei fantastici mondi di Romics.
3. Il programma della XXXIII Edizione
Quest’anno si festeggiano i 40 anni di The NeverEnding Story (La Storia Infinita) e i 45 anni dall’uscita del romanzo di cui portò sul grande schermo la versione cinematografica. Questo traguardo sarà festeggiato “con uno show suggestivo, inedito e letteralmente fantastico, magicamente sospeso tra recitazione, disegno e musica live!” come segnalano sul sito ufficiale dell’evento. L’evento vedrà protagonisti l’illustratore Paolo Barbieri, i Raggi Fotonici e i doppiatori Giorgia Piancatelli e Luca Tesei, che renderanno omaggio a questo capolavoro cinematografico.
Due personalità artistiche nel fumetto, cinema e musica, verranno premiate con l’assegnazione del Romics d’Oro: l’autore e disegnatore italiano, Giuseppe Palumbo e Hidetoshi Omori, celebre direttore delle animazioni, character designer e regista per serie di animazione, film e videogiochi
Inoltre verranno celebrati importanti compleanni come i 40 anni dalla prima messa in onda, in Italia, di Pollon attraverso la presenza due storici doppiatori, Liliana Sorrentino e Fabrizio Mazzotta rispettivamente la voce della protagonista e do Eros, il Dio dell’Amore.
Inoltre, il celebre draghetto Grisù, che sogna di diventare pompiere, farà il suo ritorno dopo 60 anni su Rai YoYo. Per festeggiare il suo ritorno, saranno presenti Tiziana Martello, attuale voce di Grisù, i Raggi Fotonici, autori e interpreti della nuova sigla, insieme a rappresentanti di Mondo TV, D-Hub Studios e Rai Kids.
Si terranno anche due importanti premi:
MUSICOMICS – Premio Romics Musica per Immagini, giunto alla sua 3° edizione
Romics Cosplay Award durante il quale saranno selezionati anche coloro che rappresenteranno l’Italia al World Cosplay Summit 2025 di Nagoya – Giappone!
Musicomics: Premio Romics Musica per Immagini
La terza edizione del concorso Musicomics, patrocinato da NUOVO IMAIE e SIAE, celebra il legame tra musica e immagini. Tra i premiati, Franco Micalizzi, compositore di celebri colonne sonore come Lo chiamavano Trinità… e La banda del gobbo, riceverà il Premio alla Carriera Luigi Albertelli. Lucio Macchiarella, noto per i suoi contributi a serie come Ken il guerriero e Candy Candy, sarà insignito del Premio della Critica Andrea Lo Vecchio. Giorgio Moroder, icona della musica cinematografica, sarà onorato con il Premio Speciale alle Produzioni Straniere per opere come Flashdance e Scarface. Il pubblico avrà anche l’opportunità di assistere alla cerimonia di premiazione il 5 ottobre, durante la quale saranno assegnati premi per categorie come Miglior Colonna Sonora, Miglior Canzone, Miglior Doppiaggio Musicale e Miglior Colonna Sonora per Videogiochi.
4. Gli ospiti della rassegna
Giuseppe Palumbo (Romics d’Oro), Hidetoshi Omori (Romics d’Oro), Jim Cornish (Romics d’Oro), Simone Di MeoRichard BlakeLuca PapeoMattia SurrozFranco Micalizzi (Premio alla Carriera Luigi Albertelli), Lucio Macchiarella (Premio della Critica Andrea Lo Vecchio), Giorgio Moroder (Premio Speciale alle Produzioni Straniere), Cristina D’Avena (Special Guest), Paolo BarbieriGiorgia Piancatelli (doppiatrice), Luca Tesei (doppiatore), Tiziana Martello (voce di Grisù), Katja Centomo (autrice), Francesco Artibani (autore), Arianna Rea (autrice), Paolo Maddaleni (autore), Emanuele Sciarretta (autore), Marco Caselli (autore), Mauro De Luca (autore), Bruno Cannucciari (autore), Augusto Macchetto (autore), Federica Salfo (autrice), Giulia Adragna (autrice), Alessandro Ferrari (autore), Michela Frare (autrice), Inma R. (autrice), Simon Gane (autore), Andrea Guglielmino (autore), Maurizio Di Vincenzo (autore), Francesco Fasiolo (autore), Gianmarco Fumasoli (autore), Valerio Piccioni (autore), Emiliano Tanzillo (autore), Marco D’Angelo (autore), Pera Toons (fumettista), Fabrizio Mazzotta (doppiatore), Liliana Sorrentino (doppiatrice), Raggi Fotonici (autori e interpreti di sigle), Valeria Arnaldi (giornalista), Stefania Gatti (autrice), Chiara Lipari (autrice), Christian Cornia (autore), Giorgio Salati (autore), Roberto Grossi (autore), Silvia Casini (autrice), Chef OjisanDado (fumettista), Angela Forin (musicologa), Claudio Simonetti (compositore), Shinichi (autore), Meusa (autore), Dario Sicchio (autore), Panda Boi (content creator), Ciccio Gamer (content creator), Andrea Yuu Dentuto (mangaka e animatore), Midori Yamane (autrice), Eleonora Carlini (autrice), Susanna Mariani (autrice).
5. Gli eventi speciali
Pera Toons: Come Nasce una Freddura a Fumetti?
Giovedì 3 ottobre, il celebre fumettista Pera Toons, noto per i suoi giochi di parole e freddure, terrà un evento interattivo per il lancio del suo nuovo libro Ridere. L’autore, famoso su Instagram per il format Chi ha ucciso Kenny?, condividerà con il pubblico il processo creativo dietro le sue battute che hanno conquistato migliaia di giovani lettori.
Anteprime targate Rai Kids
Rai Kids presenterà in anteprima due nuove serie. Venerdì 4 ottobre, saranno proiettati due episodi di Anatane e i ragazzi di Okura, una storia ambientata nel 2213 in cui il giovane Anatane, con il potere dell’invisibilità, combatte una dittatura. Sabato 5 ottobre, invece, sarà il turno di Alex Player, la storia di un videogiocatore 14enne in bilico tra scuola e allenamenti per vincere il campionato di videogiochi Land of Titans.
Topolino e il Mondo di Circus
Il tendone dello Shadow Circus arriva sulle pagine di Topolino con un nuovo ciclo di storie dal tono misterioso. Le avventure, scritte da Giovanni Di Gregorio e illustrate da Paolo Mottura e Ivan Bigarella, raccontano le vicende di una compagnia circense enigmatica. Sabato 5 ottobre, durante un evento speciale, Davide Catenacci, caporedattore di Topolino, insieme agli artisti Mottura e Bigarella, sveleranno i segreti dietro la creazione di queste storie.
Cristina D’Avena: Special Guest
Sabato 5 ottobre, Cristina D’Avena, la voce che ha segnato l’infanzia di tante generazioni, sarà la protagonista di un evento musicale imperdibile. Le sue iconiche sigle dei cartoni animati faranno rivivere la magia di quei momenti, accompagnate da un gruppo di ballerini che renderanno l’esperienza ancora più coinvolgente. Un viaggio musicale che farà cantare e ballare il pubblico di tutte le età.
6. Le mostre
Nel Labirinto di Giuseppe Palumbo
Questa mostra celebra i 40 anni di carriera di Giuseppe Palumbo attraverso oltre cento tavole originali. Il percorso espositivo inizia con Diabolik ed Eva Kant, icone del suo lavoro ventennale, e presenta una selezione di copertine disegnate a china, schizzi a matita, tavole originali e pagine della serie alternativa DK.
Questa esposizione propone una selezione di disegni e illustrazioni curate personalmente da Hidetoshi Omori, che ha scelto opere rappresentative dei suoi contributi a serie TV e film d’animazione dagli anni ’80 ad oggi. Tra i titoli iconici presenti troviamo Dunbine, Transformer e Z Gundam. La mostra esplora le tecniche artistiche di Omori, che spaziano dai pennarelli e acquerelli a metodi ibridi manuali e digitali, evidenziando i suoi stili distintivi. Tra le opere esposte, figurano anche contributi a L Gaim, copertine di libri e box DVD, nonché recenti tributi a Guyver e Final Fantasy VII, che sottolineano l’importanza culturale di questi lavori per i fan di tutto il mondo.
Alla sua prima mostra italiana, Jim Cornish presenta un percorso in tre atti che mette in luce il suo lavoro con grandi registi del cinema di genere. La mostra si sviluppa attorno a tre pilastri: Fantasy, Action e Cinema eroico, con storyboard e visualizzazioni di scene epiche create da Cornish per registi come Christopher Nolan, David Yates, Alfonso Cuarón e Sam Mendes. Il lavoro di Cornish, fondamentale nella costruzione delle scene immaginate dai registi e dagli art department, rappresenta un elemento chiave nella produzione di grandi blockbuster, mostrando il genio di uno dei maggiori talenti internazionali del visualizing cinematografico.
Questa mostra personale di Kamen Anev esplora il Cinema fantastico di oggi e del futuro attraverso il lavoro di uno dei più importanti concept artist contemporanei. Anev, noto per il suo contributo a film come Dune, The Martian, Blade Runner 2049, Spider-Man: Far from Home e Assassin’s Creed, presenta una serie di opere personali per film immaginari ancora non realizzati. Questi lavori, ricchi di evocazioni e citazioni dai maestri che hanno influenzato il suo stile, offrono uno sguardo unico nel mondo del cinema e dell’arte visiva, con creazioni che anticipano il futuro del grande
In collaborazione con Animundi, questa mostra offre un’esperienza unica che combina creatività e inclusione. Celebra le straordinarie voci di personaggi provenienti dal mondo dello spettacolo, dello sport, della cultura, della musica e dell’imprenditoria, che hanno contribuito al successo di questo cartone animato innovativo. Grazie al loro apporto, “Lampadino e Caramella” si trasforma in un simbolo di impegno sociale, rompendo le barriere della discriminazione e promuovendo un mondo più inclusivo e accessibile a tutti. Un viaggio nel MagiRegno per costruire insieme un MagiMondo migliore, dove ogni voce conta e ogni barriera può essere superata.
Per tutte le altre informazioni vai su romics.it
7. Masterclass e Workshop
Durante i quattro giorni del Festival, Romics offrirà ai visitatori l’opportunità di partecipare a masterclass e workshop tenuti da alcuni dei più grandi autori italiani e internazionali. Questi eventi imperdibili permetteranno di approfondire tecniche di disegno e approcci creativi unici.
Hidetoshi Omori, premiato con il Romics d’Oro, terrà una masterclass incentrata sulle sue tecniche di disegno, il suo approccio alla creazione di personaggi, con un focus particolare sul Mecha Design e sulle linee essenziali per costruire un character.
Hidetoshi Omori, premiato con il Romics d’Oro, terrà una masterclass incentrata sulle sue tecniche di disegno, il suo approccio alla creazione di personaggi, con un focus particolare sul Mecha Design e sulle linee essenziali per costruire un character.
Simone Di Meo e Richard Blake condivideranno il loro percorso creativo in una masterclass che esplorerà ogni fase del processo artistico, dall’idea iniziale fino alla realizzazione delle tavole, offrendo un viaggio completo nel loro modo di lavorare.
Luca Papeo mostrerà le sue tecniche di disegno su personaggi iconici come Jeeg e Goldrake, svelando i segreti che rendono questi eroi così affascinanti.
Infine, Mattia Surroz condurrà un workshop che partirà dalle basi dell’anatomia fino alla psicologia del personaggio. Il corso esplorerà la morfologia del volto, la caratterizzazione del corpo e lo studio del costume, fino alla recitazione e alla scelta della palette di colori che danno vita ai suoi personaggi.
8. Cosa serve per entrare al Romics
Puoi accedere al Festival del Fumetto previo acquisto del biglietto disponibile solo tramite prevendita online e/o Punti Vendita Vivaticket. Il biglietto unico giornaliero lo puoi acquistare al costo di € 10 (più € 1,50 di commissione), prezzo per il biglietto del giovedì o del venerdì € 12,00 – Prezzo per il biglietto del sabato o della domenica (+ €1,50 costo di acquiring per il circuito di vendita) Con l’acquisto del biglietto puoi accedere dagli ingressi pedonali Nord ed Est (tutti i giorni) della Fiera di Roma recandoti direttamente al Controllo.
I biglietti non sono nominativi pertanto, anche se sul biglietto è impresso il nome di chi ha effettuato la transazione, il ticket può essere ceduto anche a terze persone.
9. Il luogo dell’evento
La XXXII Edizione di Romics, Festival Internazionale del Fumetto, Animazione, Cinema e Games si svolge presso la Fiera di Roma in Via Portuense, 1645/647, ingresso Nord ed ingresso Est.
10. Come arrivare
Puoi raggiungere la struttura fieristica di Roma sia in treno che in autobus. In treno: dalla Stazione di Roma Termini prendi il treno per Roma Tiburtina. Da qui prendi il treno FL1 Orte/Fara Sabina – Roma – Fiumicino Aeroporto e scendi alla fermata Fiera di Roma. In autobus: prendi la linea 808 Atac per Fiera Roma. Da Fiumicino prendi la linea Cotral W0001.
11. Con Italo a Roma
Se ami il fumetto, la XXXII edizione di Romics è l’occasione giusta per un viaggio a Roma e scoprire le sue meraviglie. Non vedi l’ora? Arriva nella capitale con Italo, scopri anche le altre imperdibili mostre e immergiti nella magica atmosfera del Festival Internazionale del Fumetto! Insieme ai tuoi amici o alla tua famiglia, sali a bordo dei tanti treni per Roma che ogni giorno ti portano da tutte le principali città italiane. Viaggia con l’Alta Velocità di Italo e arriva nella stazione di Roma Termini che ti porta, grazie ai servizi di trasporto urbano, direttamente alla Fiera di Roma.
Se non lo hai ancora fatto, puoi registrarti gratuitamente al Programma Fedeltà Italo Più, avrai subito il -5% di sconto sul tuo primo viaggio e in più accumuli punti con i tuoi viaggi per richiedere biglietti premio gratuiti.
Insomma, noi ci mettiamo la comodità e la velocità del viaggio: a te non resta che immergerti nel fantastico mondo del fumetto!
Teatro, Autori, Attori e Pubblico nell’antica Roma.
Roma- Al Museo dell’Ara Pacis una grande mostra su una delle più importanti istituzioni culturali dell’antichità.La forza vitale degli spettacoli teatrali, la loro popolarità, le vite difficili degli attori e degli altri grandi protagonisti del mondo teatrale nell’antica Roma saranno raccontati nella mostra Teatro.
Autori, attori e pubblico nell’Antica Roma, in programma fino al 3 novembre2024 al Museo dell’Ara Pacis. Il visitatore / spettatore sarà condotto ‘oltre’ la scena, dentro i meccanismi di produzione, nei ‘camerini degli attori’, sui palcoscenici e sugli spalti dei teatri antichi: una ricostruzione viva, in cui gli stessi protagonisti – attraverso interventi multimediali creati ad hoc – coinvolgeranno il pubblico raccontando le loro vite, le storie che hanno interpretato, il loro ruolo di autori o performers in una società così simile e insieme tanto diversa dalla nostra. Le maschere saranno il filo conduttore di questa immersione: dalle più antiche tra quelle pervenute fino ai nostri giorni (V secolo a.C.) a quelle ellenistiche del III – II secolo a.C., fino a quelle, spettacolari, di epoca romana. Le maschere sono anche “caratteri” scenici di lunga durata, tragici, comici e grotteschi: il visitatore scoprirà così l’origine antichissima di tanti personaggi del teatro moderno, dal vecchio misantropo, al giovane seduttore, dal servo scaltro ai giovani amanti ostacolati dalle diverse condizioni sociali.
Una tradizione viva e pulsante, che consentirà di aprire una finestra anche sul teatro contemporaneo. La mostra verrà illustrata da oltre 240 opere provenienti da 25 diversi prestatori con un percorso espositivo ricco di autentiche rarità come, ad esempio, la coppa di produzione attica proveniente dal Museo Archeologico Nazionale di Firenze con una delle rarissime rappresentazioni di una processione in onore di Dioniso, dio del teatro; un significativo esemplare di antica maschera in terracotta, forse ad uso teatrale, dal Museo Archeologico Regionale ‘Paolo Orsi’ di Siracusa o il famoso “vaso di Pronomos” dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli, forse il più importante tra i reperti a soggetto teatrale pervenuto. L’esposizione è promossa da Roma Capitale, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali con l’organizzazione di Zètema Progetto Cultura. Mostra a cura di Orietta Rossini e Lucia Spagnuolo. Media Partner: Rai Pubblica Utilità, Rai Radio3. Catalogo: L’Erma di Bretschneider, a cura da Salvatore Monda, Orietta Rossini e Lucia Spagnuolo.
Info: Museo dell’Ara Pacis, dal 21/05/2024 al 03/11/2024 Ufficio stampa Zètema Progetto Cultura Lorenzo Vincenti (+39) 347 1025613 l.vincenti@zetema.it Chiara Sanginiti (+39) 340 4206787 c.sanginiti@zetema.it
personale dell’Artista Alfredo Di Bacco “Il paradosso della realtà”
Pescara, 2 ottobre 2024–Al Museo delle Genti d’Abruzzo le tele che Alfredo Di Bacco Figure che esaltano l’interiorità, portando a galla i sentimenti più profondi, fondendoli con la realtà e acquisendo un senso nuovo. Sono trentatré le tele che Alfredo Di Bacco propone nella personaleche venerdì prossimo, 4 ottobre, sarà inaugurata alle 17,30 nello Spazio Arte del Museo delle Genti d’Abruzzo in via delle Caserme a Pescara. Un percorso che rappresenta la silloge della produzione dell’artista negli ultimi dieci anni. Raffinato ed elegante nel tratto e nei cromatismi, Di Bacco è espressione di una cultura che affonda le sue radici negli ultimi trent’anni del Novecento e si evolve costantemente assorbendo le dinamiche del presente e restituendole animate da una percettibileprospettiva futura. “Di Bacco, infatti – scrive nelle note il curatore della mostra Andrea Viozzi – dimostra di possedere un’ampia conoscenza delle afflizioni della società moderna, dei suoi malesseri e dei suoi paradossi, e una vasta gamma iconografica da cui trarre spunto per le sue tele, dove la duplice figura MI rappresenta il nostro dual, il nostro opposto, dove la realtà appare come un gioco illusorio che si frammenta in maniera articolata, la cui lettura è spesso mascherata e di non facile interpretazione,perché non esiste un’unica verità e non esiste più una sola coscienza, ma più coscienze.
Come molti pittori del nostro tempo egli ha ben chiaro che non esiste più l’opera d’arte nella sua autonomia e indipendenza ma solo se viene posta al centro di un dibattito sociale. Ha dato vita ad un lungo lavoro di scavo e di evoluzione tecnica che lo hanno spinto non solo a dipingere per rappresentare una realtà in cui forma e colore, ritmo e volume, disegno e gesto hanno riacquisito una loro precisa identità, ma per esplorare e comunicare concetti complessi”.
La mostra “Il paradosso della realtà” resterà aperta fino al 13 ottobre.
Informazioni
Il Museo delle genti d’Abruzzo è un museo di Pescara.
Il Museo traccia la storia dell’uomo in Abruzzo dal suo primo apparire come cacciatore paleoloitico. Sottolinea il contributo offerto dalle 9 tribù italiche d’Abruzzo e Molise all’affermazione di Roma, tanto da dare il nome di Italia a tutta la penisola. Con una rapida sintesi evidenzia quanto di questo passato si sia tramandato sino a noi in termini di costumi, credenze, luoghi di culto, produzioni, oggetti, forme. Tema centrale del Museo, articolato in 16 grandi sale espositive, è il concetto di continuità, di perduranza culturale, illustrata attraverso un allestimento museografico coinvolgente, dotato di postazioni multimediali e di un sistema digitale di audioguide in più lingue, che lo rendono uno fra i più originali e innovativi in Italia nel campo antropologico. Il Museo delle Genti d’Abruzzo si trova nel centro storico di Pescara, all’interno dell’antico edificio delle caserme Borboniche. Il piano dov’è ospitata la collezione permanente fu costruito come caserma nel Settecento, sul seminterrato che apparteneva alla cinquecentesca Fortezza di Pescara.
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Il Museo delle genti d’Abruzzo è un museo di Pescara.
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