Rivodutri(Rieti)- Spighe Verdi 2023 per il quarto anno consecutivo
Rivodutri 26 luglio 2023-Sono state annunciate le Spighe Verdi 2023: Rivodutri, unico comune della Provincia di Rieti, è tra i 72 Comuni che in Italia hanno ricevuto questo prestigioso riconoscimento, che equivale alla “bandiera blu” delle migliori località marine.
Durante la conferenza nazionale di premiazione si è ribadito come Spighe Verdi sia un premio che riconosce (mediante un sistema di certificazioni internazionali) le azioni mirate e concrete di amministrazioni, imprese e cittadini che concorrono a una gestione virtuosa accertata e condivisa.
Con Spighe Verdi, infatti, si premiano quei comuni rurali che sanno porre al centro sfide importanti: dalla gestione ambientale al turismo, dall’agricoltura – cui sono fortemente vocati – alla cultura e all’enogastronomia, dalla mobilità sostenibile alla protezione e valorizzazione del paesaggio.
Per Rivodutri una conferma che emoziona e che sprona, ancora di più, a impegnarsi e a fare per il futuro.
Città di Leonessa-Evento “Libri ad Alta Quota”. Festival della Letteratura 2023
Pensieri e parole, l’estate della cultura a Leonessa.
Il programma del Festival della Letteratura 2023
Leonessa 24 luglio 2023-Torna anche quest’anno “Libri ad Alta Quota”
La Biblioteca Civica “G. Cultrera”, in collaborazione con il Comune di Leonessa, organizza sette incontri con sette Autori di Libri per grandi e piccoli, per riflettere, confrontarsi, imparare e sorridere.
Da Venerdì 2 Agosto a Lunedì 26 Agosto, in location d’eccezione che variano a seconda dell’evento, il Festival della Letteratura è a Leonessa.
La Locandina generale e quella dei singoli eventi è disponibile nella discussione dell’evento
Libri ad Alta Quota, la rassegna letteraria organizzata dalla Biblioteca Civica di Leonessa. Anche quest’anno il sostegno della Fondazione Varrone è stato determinante per permetterci di realizzare un cartellone così ricco di appuntamenti.
Ce n’è per tutti i gusti: l’alpinista campionessa del mondo ANGELIKA RAINER, l’ attrice ROCIO MORALES, il calciatore e dirigente sportivo WALTER SABATINI, l’autore delle canzoni più belle di sempre MOGOL sono solo alcuni dei nomi che popolano questo programma. Non mancheranno appuntamenti di riflessione filosofica con la trilogia “Pensare la vita” e uno spazio ragazzi con storie ad alta voce e laboratori creativi.
Iniziamo giovedì 27 luglio con con Gianfranco Pellegrino, filosofo politico docente alla Luiss di Roma, che ci porterà a riflettere su un tema molto caro alla nostra contemporaneità: “Anarchia e legge dell’essere governati”.
RIETI- Confartigianato: assegnato il premio “Artigiano del futuro”
RIETI- 21 luglio 2023- Giammaria D’Angeli, in rappresentanza dell’azienda Compagnia Agricola Sabina srl, è stato premiato il 18 luglio, come “Artigiano del Futuro”. Il riconoscimento, fortemente voluto da Confartigianato Imprese Rieti, è stato consegnato presso la Sala Consiliare del Comune di Rieti dal Sindaco Daniele Sinibaldi.
Questo premio arriva a seguito della selezione di Compagnia Agricola Sabina da parte della Fondazione Symbola, che ha inserito l’azienda reatina nel rapporto “Artigiani del Futuro. 100 storie”, promosso da Confartigianato e dalle altre associazioni artigiane. Cento micro e piccole imprese di tutta Italia, scelte perché accomunate da quelle caratteristiche che dimostrano che l’artigianato non è affatto destinato a perire, anzi è più vivo che mai e votato al futuro, alla sostenibilità, a custodire tradizioni e ad applicare la tecnologia in modo originale e funzionale.
Compagnia Agricola Sabina rientra perfettamente in questa descrizione, per il suo progetto di dare vita a una catena del valore che parta dall’agricoltura tradizionale, con il recupero di colture storiche legate al territorio (tabacco Kentucky, grani antichi, orzo, luppolo, ecc), per creare sviluppo diffuso e valorizzazione del patrimonio rurale.
La premiazione è avvenuta alla presenza, oltre che del Sindaco di Rieti, dell’Assessore allo Sviluppo economico e lavori pubblici, Claudia Chiarinelli, e dell’Assessore alla Cultura, scuola e università Letizia Rosati.
Anche Silvia Boccini, Sindaco del Comune di Cantalice, dove ha sede Compagnia Agricola Sabina, ha fatto pervenire i saluti e le congratulazioni, nonostante non sia potuta intervenire.
Dopo i saluti del Presidente di Confartigianato Imprese Rieti, Franco Lodovici, e l’introduzione di Clara Odorici, responsabile dell’Ufficio Comunicazione e Formazione di Confartigianato, il Sindaco di Rieti ha tenuto a complimentarsi per questo riconoscimento voluto dall’Associazione, anticipando che il Comune ha ricevuto uno stanziamento pubblico per l’istituzione di un centro sperimentale che si focalizzerà, in particolare, sui grani “Senatore Cappelli”.
Un breve saluto di Don Valerio Shango, Direttore Ufficio Diocesano Problemi Sociali e Lavoro di Rieti, ha anticipato gli interventi del Direttore di Confartigianato Imprese Rieti Maurizio Aluffi e di Michael Del Moro, Presidente di Confartigianato Imprese Lazio. Entrambi hanno sottolineato il valore di questo riconoscimento a Compagnia Agricola Sabina, unica impresa del Lazio a essere stata inclusa tra i 100 “Artigiani del Futuro”, per la capacità di legare tradizione manifatturiera, innovazione, sostenibilità, territorio e comunità, contribuendo a un’economia più a misura d’uomo e per questo più coesiva e competitiva.
Ha ritirato il premio Giammaria D’Angeli, Presidente di Compagnia Agricola Sabina, che ha ringraziato Confartigianato Imprese Rieti per aver creduto, fin dai suoi albori, in questo progetto imprenditoriale.
Cantalupo in Sabina(RIETI)-Rassegna Cinematografica PARLIAMO DI DONNE
-Premio “Donne in prima fila” a Francesca Comencini-
Cantalupo in Sabina-20 luglio 2023-Il Premio “Donne in prima fila”, istituito nel 2022, a latere della Rassegna Cinematografica PARLIAMO DI DONNE intende valorizzare quelle donne che si sono distinte in uno dei tanti campi ove operano.
Nella prima edizione è stato assegnato ad una delle maggiori scrittrici italiane, Dacia Maraini, quest’anno verrà conferito a Francesca Comecini, regista, sceneggiatrice, scrittrice.
L’attenzione che Francesca Comencini pone agli aspetti sociali, ai cambiamenti nel mondo lavorativo, alle sempre più complesse relazioni amorose, che rendono la vita più complicata, più difficile da vivere, perché la società cambia e spesso le categorie per decriptarla sono ormai obsolete, ne fanno una osservatrice preziosa, che pone temi attuali, narrati spesso con uno sguardo documentaristico.
È anche una donna coraggiosa, che si è messa in gioco nel suo campo, ma in settori particolari: ha descritto, come regista di alcuni episodi, la paura e la violenza imperanti nella serie Gomorra, ma anche la tragicità di alcune figure femminili in essa presenti; inoltre si è misurata con un genere praticato esclusivamente dagli uomini, come il Western, dove è stata la regista della serie Django, in cui regnano follia e libertà con i conflitti e le speranze del nostro tempo.
Torna la rassegna cinematografica: “Le donne e il sacro”
Cantalupo- 18 luglio 2023-Anche quest’anno, a Cantalupo in Sabina, si svolge, nella suggestiva cornice dell’anfiteatro presso il convento di San Biagio, la Rassegna cinematografica PARLIAMO DI DONNE. Il direttore artistico, Luca Verdone, ha scelto come tema il SACRO: la Donna e la sua Spiritualità, il suo rapporto con il Divino. I film scelti descrivono la sua anima sempre in bilico tra sacro e profano, angelo e diavolo, salvatrice e tentatrice.
La rassegna, giunta ormai alla VII^ Edizione, si svolgerà il 28-29-30 luglio e 4-5-6 agosto 2023.
Le pellicole che si proietteranno coprono un arco temporale vasto e partono dal classico “La conversa di Belfort” di Bresson (1943), per arrivare a tre recentissimi film, Chiara (2022), Benedetta (2021) e Rapito (2023), quest’ultimo girato sul nostro territorio sabino e che sta riscuotendo un notevole successo.
Gli ospiti della Rassegna vanno dai critici cinematografici Steve della Casa, conduttore di Hollywood Party, e Caterina Taricano alle attrici Milena Vukotich e Francesca Reggiani, nonché all’attore Carlo Verdone e alla montatrice del film Rapito, Francesca Calvelli.
Nello spirito di creare una rete territoriale delle manifestazioni di questo genere per la valorizzazione del territorio sotto l’aspetto dello spettacolo, la Rassegna è gemellata con il FaraFilmFestival – Il cinema sotto le stelle, che dal 20 al 23 luglio proietterà a Fara Sabina film importanti e ospiterà grandi nomi, come Pupi Avati e Ornella Muti.
Come già per le due precedenti edizioni, PARLIAMO DI DONNE prevede due fuori programma.
Giovedì 27 luglio sarà dedicato un omaggio a Francesco Nuti, recentemente scomparso, proiettando in Piazza Garibaldi “Donne con le gonne”: un ricordo per questo artista, regista, attore, sceneggiatore e cantante, sfortunato nella vita.
Giovedì 3 agosto, appuntamento all’Anfiteatro presso il convento di San Biagio, per assistere al film “La terra delle donne”, una storia a cavallo della II^ Guerra Mondiale, ambientata in una Sardegna rurale, dove la le credenze ancestrali sono alla base di una spiritualità particolare, tutta femminile, incarnata dalle streghe. L’attrice protagonista, nonché sceneggiatrice, Paola Sini, ha vinto il premio Mariangela Melato.
Tutti i film saranno preceduti, a partire dalle 20.00, da un spazio gastronomico: un apericena per i film della Rassegna, lo Street Food per entrambi i “Fuori Programma” (Prenotazioni al tel. 345970 9968).
Inoltre, quest’anno, il Premio “Donne in prima fila”, che si colloca nell’ambito della Rassegna Cinematografica, assegnato per la prima volta nel 2022 a Dacia Maraini, verrà conferito a Francesca Comecini, regista, sceneggiatrice, scrittrice, attenta agli aspetti sociali, narrati spesso con uno sguardo documentaristico, ma anche coraggiosa e capace di mettersi in gioco e affrontare un genere praticato esclusivamente dagli uomini, il Western, con la serie Django.
La premiazione si svolgerà nel Parco Camuccini, dove nella aula didattica sono state allestite anche una mostra di acquarelli (“Donna e Spiritualità”) e una di artigianato solidale, curate da Simonetta Enei, che si protrarranno per tutta la durata della Rassegna nella Casa del Cittadino. Concluderà la serata una cena sotto gli alberi del Parco (Prenotazioni al tel. 345970 9968).
Laure Margerand- I cinque profumi del nostro amore
Osannato dal pubblico come una star, Pierre- Emmanuel è uno degli scrittori francesi più noti, sempre in testa alle classifiche. Ma ormai scrive come una macchina, e da tempo ha perso l’ispirazione e la stima della moglie. Quando Agathe lo lascia per un altro, Pierre vede crollare ogni certezza. Come riconquistare la donna che ama ricordandole tutte le emozioni vissute insieme? Nel pieno della crisi, finalmente ha un’illuminazione: scriverà un grande romanzo sul loro amore. Ma non un romanzo qualsiasi: dato che l’olfatto è il senso che più di ogni altro riesce a risvegliare i ricordi in modo immediato, Pierre incarica Gabriella, famoso “naso”, di creare una fragranza per ogni momento cruciale della storia con Agathe, per poi racchiuderla in un segnalibro. Il profumo del loro primo incontro, della passione, della vacanza a Cuba, della pelle del loro bambino. Però, per ritrovare il suo talento letterario ormai smarrito, Pierre ha bisogno di altro aiuto. Per questo contatta Charlotte, la migliore editor sulla piazza, chiedendole di assisterlo nella scrittura. Non può sapere che la giovane nasconde un segreto che la rende la persona meno adatta per quel compito: ha perso l’olfatto in seguito a un terribile trauma che ha distrutto la sua famiglia, e da allora conduce un’esistenza solitaria e appartata. Eppure la singolare proposta dello scrittore risveglia qualcosa in lei. Ma qualcuno che non riesce più a sentire gli odori e le emozioni può lavorare su un romanzo olfattivo? E se fosse proprio quello di cui ha bisogno? Una storia affascinante che ha conquistato i lettori e la stampa francesi per la capacità di suscitare un’esperienza sensoriale unica attraverso le parole.
Laure Margerand–lavora nel mondo dei cosmetici e da sempre è affascinata dalla creazione dei profumi. Questo è il suo secondo romanzo, per il quale ha collaborato con una nota creatrice di essenze, che le ha svelato tutti i segreti del mestiere. I cinque profumi del nostro amore è uscito come strenna in Francia con grande successo ed è stato consigliato dalle riviste femminili come il regalo ideale insieme all’iconico Chanel n. 5.
Editore: Giunti Collana: A Traduttore: Lucia Visonà Copertina: Brossura con bandelle
Rivodutri ha ritirato il premio “Piccolo Comune Amico”
Il Comune di Rivodutri ha ritirato ieri il 12 luglio, il premio “Piccolo Comune Amico” nella categoria economia circolare per le attività di tutela dell’ambiente ed il progetto complessivo di sviluppo sostenibile che sta mettendo in atto. Il riconoscimento, promosso dal Codacons in collaborazione con Coldiretti, Anci, Uncem, Aci, Touring Club Italiano, Intesa San Paolo e Poste Italiane, con il patrocinio del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, ha lo scopo di promuovere le eccellenze dei comuni italiani con meno di cinquemila abitanti: le meraviglie che rendono unica l’Italia!
Una delegazione dell’amministrazione comunale, si è recata a Roma a Palazzo Rospigliosi, per partecipare alla cerimonia di premiazione.
La vittoria del premio comporterà anche la realizzazione di campagne pubblicitarie e promozionali, che avranno una diffusione sui canali comunicativi dei partner del progetto e nelle aree di servizio della rete autostradale.
«L’amministrazione è profondamente grata ed orgogliosa per questo importante risultato, il comune di Rivodutri è caratterizzato da un ricco patrimonio naturalistico e storico che merita di essere reso visibile a livello nazionale e internazionale. La vittoria del premio Piccolo Comune Amico 2023 è motivo di gioia per l’intera comunità e può rappresentare un’importante opportunità di crescita e sviluppo. Siamo sicuri che questo riconoscimento darà una grande visibilità al Comune e alle sue eccellenze, contribuendo a far crescere il turismo e l’economia locale», le dichiarazioni dopo il ritiro del premio.
una poesia di Franco Leggeri da MURALES CASTELNUOVESI
Il Sabato Castelnuovese- (1976)
Sono debole ed è allarme fragilità.
Il dolore cronico di un’opera senza citazioni,
ma, per fortuna, sono gli zuccheri
a indicarmi la luna .
Ma è l’Ulysses di James Joyce che insiste e logora la mia fragilità.
Percorsi, postumi, per correre nella bellezza dell’acqua piovana
Non più incubi illustrati,
ma solo semplici foto di una luce debole,
Fragile.
Debole come il probabile ,ammirando, di viziati ritratti,
ora
è sempre più fragile dipingere il desiderio in modo godibile
nel “mentre”, gli affreschi dei miei sogni non hanno illustrazioni patinate.
Castelnuovo è la mia, orrenda, poesia per odiarmi,
è tutto inutile so già che il foglio bianco
è di un nero brillante .
Castelnuovo , a volte aristocratico e dominante
È una nave pregiata , visibile e bella, che naviga in formazione
Dentro la flotta dei Borghi sabini.
Castelnuovo non prenderà il largo
In quell’oceano del futuro,
Castelnuovo
Un colore diverso della schizofrenia tracciata da un sismografo impazzito.
Castelnuovo il borgo delle decapitazioni delle idee e tomba dei sogni.
Le illusioni di un sabato castelnuovese
È una comicità tragica di un copione senza parole.
Ombre,
si ,ombre cinesi
sono adagiate sul mio foglio bianco
e
dal nero volano gialle farfalle
esse
“PARLANO PAROLE DENTRO LE BOLLE DI SAPONE”
Raccontano , elevandosi in un vortice,
di un Castelnuovo disperso all’interno di mura ciclopiche.
E’ forse l’ora
Che torni alla montagna,
Alla roccia,
Alla neve,
Alla nebbia di questo sabato di novembre
Ho ora l’inchiostro nelle mie mani
Per dipingere cerchi senza misura,
e senza diametro.
Come sono lontani dal mare questi sabati castelnuovesi.
P.S. Ogni libro intorno a me ha un’anima, ma non riesco a trovarla essa corre e si nasconde per le vie di Dedalo.
Come disse James: “non so in che ordine vanno le parole”.
Allora che senso ha scolpire in forma dedalica una pagina bianca?
Certamente Castelnuovo non è una scultura greca, ma ha , possiede, un’anima : “ossessiva, assordante.”
Castelnuovo, il mio Castelnuovo, è un libro raro per pochi eletti.
la foto allegata è di Franco Leggeri, Castelnuovese-
Trace di scritti dispersi. Raccolta :”Novembre castelnuovese.”(1976)
“Se un Castelnuovese abita a Roma, ve ne sono moltissimi, nei fine settimana o per qualsiasi altro motivo decide di lasciarsi alle spalle rumori, stress e cemento dove andare se non in Sabina . E’ innegabile che la mente e il corpo si distendono immergendosi nel “morbido” paesaggio collinare , ma come descrivere , trovare le parole, il piacere di “affogare” gli occhi e l’anima tra gli uliveti . Tornando in Sabina , a Castelnuovo, ritrovi sepolti sotto uno strato spesso di fogli polverosi, migliaia di immagini archiviate nella memoria. Questi fogli si sono stratificati e appiccicati l’uno all’altro, ma è ancora leggibile lo scritto. Qui a Castelnuovo ritrovi i volti del passato vedendo i giovani che corrono per la piazza. Certo a Castelnuovo , tappa intermedia tra passato e futuro, scopri che puoi ancora incontrare un sorriso e chi crede ancora nella stretta di mano. Si , qui a Castelnuovo puoi incontrare ancora un sorriso che si allarga e ti viene incontro per una stretta di mano per dimostrare , a me, che esistono ancora ricordi e voci che hanno segnato , inciso, le notti castelnuovesi senza lampioni. Disperdi l’ansia quotidiana, ma ricordi e rivivi l’ansia di guadagnarsi il futuro , proprio qui dove hai costruito il timbro della rabbia e lo slancio per la lotta. E’ qui che mi chiedevo cosa ci fosse oltre l’orizzonte, ma non è questo il giorno, oggi, per essere l’archeologo del ricordo. Ormai, forse, solo la Poesia ha un effetto tellurico e carnale che sa trasformare il mio tempo. Il “tempo differente” in tempo di Poesia; di salvezza e di recupero di tutto ciò che l’uomo perde nel suo allontanarsi dall’infanzia, beata età dell’innocenza, che nella memoria poetica diventa un luogo di simboliche appartenenze. Qui a Castelnuovo, le fragili figure dei sogni rivivono , sono ferite, le più insanabili ferite, fatte di carne e di sangue. Ferite, sogni feriti che incontro nei vicoli di Dedalo (Castelnuovo) con un destino , un tragico destino di dolore, ma forse questa è una storia di ordinaria follia dove il pathos si genera in stigmatiche narrazioni che, poi, riesco sempre a diluirsi nella “retorica dei sentimenti”. Ai primi segni di pioggia va in frantumi, nel mio ricordo, il mondo arcadico, bucolico, ma fragile come un presepe di cartapesta. Ora a Castelnuovo regna la stirpe della “razza carnefici”, a Castelnuovo sono escluso, sono l’intellettuale-poeta, con la testa tra le nuvole e nel cuore i versi di una poesia. Si, è vero riesco ancora a sentire tra i vicoli di Dedalo le canzoni ingenue e sentimentali dell’anteguerra.
E’ ora di andare ,ma resterò sempre col cuore castelnuovese. E ora lancio lo sguardo verso questo cielo carico di nubi e di spazi azzurri , sembra un cielo di Raffaello, dove le leggi della natura mescolano la vita e morte anche nel misto colore di un pomeriggio qualunque passato qui a Castelnuovo”.
Breve Biografia-Maria Carta Nacque a Siligo, un piccolo paese della provincia di Sassari, il 24 giugno 1934. Alla nascita le fu dato il nome di Maria Giovanna Agostina: Giovanna perché nacque il giorno della festa di san Giovanni e Maria Agostina per ricordare la nonna materna. All’età di otto anni perse il padre per una grave malattia e fu costretta, come del resto tutti i bambini della sua condizione sociale, ad affrontare le fatiche quotidiane sia in casa sia in campagna[1].
Nel 1957, a 23 anni, vinse il concorso di bellezza Miss Sardegna e partecipò al concorso nazionale di Miss Italia. Prese parte come attrice al fotoromanzo Questo sangue sardo, scritto e realizzato da Abramo Garau a Sardara[2]. Intorno al 1960 si trasferì a Roma, dove conobbe lo sceneggiatore Salvatore Laurani, che poi sposò. Frequentò il Centro Nazionale di Studi di Musica Popolare, diretto da Diego Carpitella, presso l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia[3] e contemporaneamente portò avanti un percorso di ricerca musicale ed etnografica con importanti produzioni e collaborazioni.
Nel 1971 realizzò due album: Sardegna canta e Paradiso in re, e intanto frequentò l’etnomusicologo Gavino Gabriel. Lo stesso anno venne trasmesso dalla Rai il documentario Incontro con Maria Carta (fotografia di Franco Pinna e testi di Velia Magno), nel quale Maria cantò e recitò con Riccardo Cucciolla. Venne registrato anche un altro documentario (con regia di Gianni Amico su soggetto e sceneggiatura di Salvatore Laurani) dal titolo Maria Carta. Sardegna, una voce.
Nel 1972 recitò al Teatro Argentina a Roma nella Medea di Franco Enriquez. Lo stesso anno incontrò Amália Rodrigues, con la quale tenne un concerto al Teatro Sistina[4]. Nel 1973 le due artiste realizzarono una tournée in Sardegna[5]. Nel 1974 partecipò a Canzonissima, interpretando il Deus ti salvet Maria. Arrivò in finale e si classificò seconda nel girone della musica folk con il brano Amore disisperadu. Nel 1975 tenne un importante concerto al Teatro Bol’šoj di Mosca. Nel 1976 venne eletta, per il Partito Comunista Italiano, nel consiglio comunale di Roma e rimase in carica fino al 1981.
Nella sua carriera si ritagliò un ruolo in alcuni film e godette dell’amicizia di registi famosi come Pier Paolo Pasolini, Francis Ford Coppola e Franco Zeffirelli: suoi infatti furono i ruoli della madre di Vito Corleone ne Il padrino – Parte II (1974) di Coppola e di Marta nello sceneggiato Gesù di Nazareth (1977) di Zeffirelli. Nel 1980 partecipò al Festival d’Avignone, nel 1987 si esibì nella cattedrale di San Patrick a New York e nel 1988 nella cattedrale di St. Mary a San Francisco. Nel 1992 realizzò il musical teatrale A piedi verso Dio con brani composti da Franco Simone. Maria Carta tenne il suo ultimo concerto a Tolosa, in Francia, il 30 giugno 1993. Malata da tempo di tumore, morì nella sua casa di Roma all’età di 60 anni.
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