Alessandra Granito-Eugen Drewermann interprete di Kierkegaard
Le quattro forme kierkegaardiane della disperazione rilette alla luce della psicoanalisi
Orthotes Editrice, Napoli-Salerno
DESCRIZIONE-
Sulle macerie della destituzione del moderno disimpegno metafisico-sostanzialistico, la cultura contemporanea post-moderna ha costruito insidiose derive della soggettività, ne ha profilato il rovesciamento al di fuori di se stessa e ha plasmato un sé non più monolitico e ipertrofico, ma borderline, vulnerabile ed eccentrico, scisso in quello scarto tragico tra fattualità e pretesa che ne “La malattia per la morte” Søren Kierkegaard con acribia psicologica e sensibilità anacronistica definisce “disperazione”, intesa come epifenomeno di un’esistenza segnata dalla contestazione pessimistico-scettica del sé che de facto si è. Il presente lavoro inquadra e attualizza tale riflessione nella cornice ermeneutico-psicoanalitica di Eugen Drewermann, il quale presenta la fenomenologia kierkegaardiana del sé disperato come una fenomenologia del profondo, e la “disperazione” come la conseguenza dell’elaborazione distorta dell’angoscia esistenziale e di un rapporto sbagliato con se stessi che sfocia nel rifiuto di sé, nella stagnazione spirituale, in stati di disagio e di squilibrio psico-esistenziali (nevrosi).
-Autrice-
Alessandra Granito, è dottore di ricerca in Filosofia presso l‘Università «G. d’Annunzio» di Chieti-Pescara. Borsista D.A.A.D., ha svolto attività di ricerca presso la «Eberhard Karls Universität» di Tübingen (Germania) ed è attualmente è impegnata come Research Fellow presso il Søren Kierkegaard Forskingscenter di Copenaghen. Gli interessi di ricerca sono principalmente la tematica esistenziale (la Existenzphilosophie tedesca), la meontologia, i rapporti tra filosofia, letteratura e critica della modernità. Oltre che contributi in tedesco e in inglese apparsi in volumi collettanei italiani e stranieri, è stata relatrice a convegni nazionali e internazionali
Laure Margerand- I cinque profumi del nostro amore
Osannato dal pubblico come una star, Pierre- Emmanuel è uno degli scrittori francesi più noti, sempre in testa alle classifiche. Ma ormai scrive come una macchina, e da tempo ha perso l’ispirazione e la stima della moglie. Quando Agathe lo lascia per un altro, Pierre vede crollare ogni certezza. Come riconquistare la donna che ama ricordandole tutte le emozioni vissute insieme? Nel pieno della crisi, finalmente ha un’illuminazione: scriverà un grande romanzo sul loro amore. Ma non un romanzo qualsiasi: dato che l’olfatto è il senso che più di ogni altro riesce a risvegliare i ricordi in modo immediato, Pierre incarica Gabriella, famoso “naso”, di creare una fragranza per ogni momento cruciale della storia con Agathe, per poi racchiuderla in un segnalibro. Il profumo del loro primo incontro, della passione, della vacanza a Cuba, della pelle del loro bambino. Però, per ritrovare il suo talento letterario ormai smarrito, Pierre ha bisogno di altro aiuto. Per questo contatta Charlotte, la migliore editor sulla piazza, chiedendole di assisterlo nella scrittura. Non può sapere che la giovane nasconde un segreto che la rende la persona meno adatta per quel compito: ha perso l’olfatto in seguito a un terribile trauma che ha distrutto la sua famiglia, e da allora conduce un’esistenza solitaria e appartata. Eppure la singolare proposta dello scrittore risveglia qualcosa in lei. Ma qualcuno che non riesce più a sentire gli odori e le emozioni può lavorare su un romanzo olfattivo? E se fosse proprio quello di cui ha bisogno? Una storia affascinante che ha conquistato i lettori e la stampa francesi per la capacità di suscitare un’esperienza sensoriale unica attraverso le parole.
Laure Margerand–lavora nel mondo dei cosmetici e da sempre è affascinata dalla creazione dei profumi. Questo è il suo secondo romanzo, per il quale ha collaborato con una nota creatrice di essenze, che le ha svelato tutti i segreti del mestiere. I cinque profumi del nostro amore è uscito come strenna in Francia con grande successo ed è stato consigliato dalle riviste femminili come il regalo ideale insieme all’iconico Chanel n. 5.
Editore: Giunti Collana: A Traduttore: Lucia Visonà Copertina: Brossura con bandelle
Gabriele Formenti-GEORG PHILIPP TELEMANN Vita e Opera del più prolifico compositore del barocco tedesco
Zecchini Editore-Varese
DESCRIZIONE
Nato a Magdeburgo nel 1681 e attivo in varie città tedesche quali Lipsia, Eisenach, Francoforte ed infine Amburgo, Telemann è oggi considerato uno dei maggiori compositori dell’epoca barocca. A fronte di un catalogo che conta migliaia di composizioni si segnala però un interesse tardivo da parte della musicologia nell’indagare la sua opera. Solamente negli ultimi anni si è portata avanti una ricerca che ha potuto svelare alcuni dettagli significativi della sua biografia, come ad esempio il suo rapporto con Johann Sebastian Bach, mentre sul versante delle opere ha evidenziato il costante richiamarsi agli stili allora in voga in Italia e Francia, capaci di guidare il compositore verso la definizione di un ideale “stile misto” che influenzerà tutta la sua produzione. Questo volume rappresenta la prima monografia in Italiano sull’autore e si prefigge di approfondire non solamente gli aspetti più noti riguardo la sua figura, ma anche quelli meno conosciuti, capaci di restituirci, in tutta la sua grandezza, la figura di un musicista straordinario, enciclopedico, fra i più ammirati e conosciuti all’epoca. A corredo del volume il catalogo completo di tutte le sue opere vocali e strumentali e una playlist selezionata dall’autore, ascoltabile gratuitamente online.
Dopo la morte dell’amata nonna Angela Bramante, Annabella viene a conoscenza dell’esistenza di Villa dei Conti Bramante, la maestosa e vecchia dimora nella quale, in un piccolo paese della bassa pianura padana, proprio la nonna ha vissuto la sua giovinezza, per poi scappare alcuni anni dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale lasciandosi quel passato alle spalle per sempre. Annabella dovr&agrvae; accettare quel lascito e ristrutturare la casa, oppure rinunciarvi: ad aiutarla a scegliere cosa fare sarà una lettera che la nonna le ha lasciato. Ma cosa si nasconde tra le righe di quello scritto? Quando Annabella finalmente scioglierà i propri dubbi, imbarcandosi nel compito affidatole dalla nonna, si immergerà fra le pagine del diario e fra i più dolorosi ricordi di quella parte della vita di Angela, a lei sconosciuta e legata agli anni bui del Fascismo e della guerra. In un momento di crisi artistica e professionale, Annabella troverà nuova ispirazione nella ricerca della verità e nell’incontro con Francesco, che gestisce con la madre la locanda di paese, ma allo stesso tempo scoprirà che dell’eredità della nonna fa parte anche l’inconfessabile storia della sua stessa famiglia: un capitolo torbido e pregno di segreti per colpa del quale Angela ha vissuto tutta la vita sotto il peso della vergogna.Una giovane donna in cerca di se stessa, i terribili segreti di un passato sepolto ma non morto: nel contesto storico della Seconda Guerra Mondiale, un romanzo psicologico che rivela le pieghe più oscure dell’animo umano.
Venduta all’asta la più antica Bibbia ebraica ad oggi conosciuta
Acquistata per oltre 38 milioni di dollari, entrerà a far parte della collezione permanente del museo di Tel Aviv
Il Codex Sassoon, un libro della fine del IX o dell’inizio del X secolo che Sotheby’s ha definito «la prima e più completa copia della Bibbia ebraica», è stato venduto per 38,1 milioni di dollari all’associazione American Friends of the ANU, Museum of the Jewish People. Secondo Sotheby’s, il Codice entrerà a far parte della collezione permanente del museo di Tel Aviv, in Israele.
L’acquisto del Codice Sassoon è stato possibile grazie alla donazione di Alfred H. Moses, ex ambasciatore americano in Romania, e della sua famiglia. Si tratta di uno dei documenti storici più costosi mai venduti all’asta, appena inferiore ai 43,2 milioni di dollari della Costituzione degli Stati Uniti venduta nel novembre 2021 al collezionista d’arte Ken Griffin. Una collezione di scritti scientifici di Leonardo da Vinci del valore di 30,8 milioni di dollari (secondo il New York Times vale 62,4 milioni di dollari al giorno d’oggi) è stata acquistata da Bill Gates nel 1994.
«La Bibbia ebraica è il libro più influente della storia e costituisce la base della civiltà occidentale. Mi rallegro nel sapere che appartiene al popolo ebraico. La mia missione, rendendomi conto dell’importanza storica del Codice Sassoon, è stata quella di fare in modo che risiedesse in un luogo accessibile a tutti», ha dichiarato Moses in un comunicato stampa. «Nel mio cuore e nella mia mente quel luogo era la terra d’Israele, la culla dell’ebraismo, dove ha avuto origine la Bibbia ebraica».
Il codice non deriva il suo valore dalle centinaia di pelli di pecora necessarie per la pergamena del libro di 26 libbre, dal lavoro richiesto per scrivere a mano i 24 libri della Bibbia ebraica o anche necessariamente dalla precisione del testo stesso. Invece, come ha detto a Religion News Service Tzvi Novick, titolare della cattedra di pensiero e cultura ebraica all’Università di Notre Dame, in Indiana, «la fama del Codice Sassoon sta nella sua combinazione di precocità e completezza».
Il nome è legato a David Solomon Sassoon (1880-1942), appassionato collezionista di manoscritti giudaici ed ebraici, che lo acquistò nel 1929. Il libro contiene tutti i 24 libri della Bibbia ebraica (mancano solo alcuni fogli) e precede di quasi un secolo la prima Bibbia ebraica interamente completa, il Codice di Leningrado.
“Codice Sassoon, una pietra miliare della storia ebraica e dell’umanità”
È nota come Codice Sassoon la copia più antica e completa del Tanakh mai ritrovata. Un manoscritto risalente alla fine del IX o all’inizio del X secolo, considerato fondamentale per capire l’evoluzione della tradizione ebraica. Il nome deriva da un suo precedente proprietario, che l’acquistò nel 1929: David Solomon Sassoon, appassionato collezionista di Judaica e di manoscritti ebraici. Il Codice Sassoon contiene 24 libri e, spiegano gli esperti della casa d’aste Sotheby’s, “precede di quasi un secolo la prima Bibbia ebraica completa, il Codice di Leningrado”. Rappresenta in questo senso una “pietra miliare della storia umana”. Proprio Sotheby’s metterà all’asta il prezioso volume il prossimo maggio a New York. Una notizia ripresa dai media da tutto il mondo, che evidenziano il valore storico del manoscritto, realizzato da uno scriba su pergamena. “Nel Codice Sassoon viene rivelata una trasformazione monumentale nella storia della Bibbia ebraica, portando alla luce la sua storia completa, che in precedenza non era mai stata presentata in forma di libro” dichiara Sharon Mintz, esperta di Sotheby’s della divisione libri e manoscritti. Segna perciò “una svolta cruciale nel modo in cui percepiamo la storia della parola divina attraverso migliaia di anni, ed è una testimonianza di come la Bibbia ebraica abbia influenzato i pilastri della civiltà – arte, cultura, legge, politica – per secoli”. Parlando con la rivista Barron’s, Mintz ha ricordato come i primi scritti conosciuti della tradizione ebraica siano i frammenti dei Rotoli del Mar Morto, composti tra il III e la fine del I secolo a.e.v. Nei 700 anni successivi non si hanno notizie di una Bibbia scritta, ha spiegato l’esperta. “Nessuno sa perché. Presumibilmente, dovevano esserci dei libri prima. Ma i primi esempi che abbiamo, e certamente i primi codici biblici che abbiamo, risalgono alla fine del IX e all’inizio del X secolo. E sono solo due”. Uno è il Codice Sassoon, l’altro è il più antico Codice di Aleppo, realizzato attorno al 930. Quest’ultimo è però arrivato incompleto ai giorni nostri, mancando quasi del tutto dei cinque libri della Torah (il Pentateuco). Tra i due testi, spiega Mintz, c’è un collegamento. A compilare il Codice di Aleppo, testo masoretico, fu la famiglia di “Aaron ben Moses ben Asher, un importante studioso della Bibbia incaricato di correggere il Codice per adeguarlo alla tradizione che aveva ereditato su come le parole dovevano essere scritte, vocalizzate e accentate”. Il Codice di Aleppo servì in seguito come esemplare per gli scribi per assicurarsi di aver copiato correttamente la Bibbia. “È significativo che il Codice Sassoon contenga note fedeli della Masorah. – l’analisi di Mintz – Una di queste note fa riferimento al ‘grande maestro, Aaron ben Moses ben Asher’ e al suo lavoro su al-taj, l’onorifico tradizionale del Codice di Aleppo, suggerendo che lo scriba masoreta che ha copiato la Masorah del Codice Sassoon potrebbe aver consultato il volume quando risiedeva a Tiberiade o a Gerusalemme nel X o XI secolo”.
Viola, romana trapiantata a Palermo per un combinarsi di caso e di scelta, è un «volto televisivo», una giornalista tv. Ha un disturbo della percezione (lei preferisce «una particolarità»), la sinestesia: ogni cosa, ogni luogo, ogni persona che guarda si unisce, per lei, a una musica e la musica a un colore; ma non tutti, alcuni non hanno musica e quindi colore, «meglio tenersi lontani». A questo si accompagna una più grave malattia degenerativa, «neuroni bucati» che, senza disabilitarla, determinano il suo modo di muoversi e l’approccio alla realtà. Nel pieno di un’ondata di scirocco è morta strangolata Romina, una ventenne di buona famiglia. È immediatamente sospettato Zefir, un popolarissimo cantautore. Viola vaga per tutti i luoghi coinvolti dal crimine, conducendo la sua vita movimentata, curiosando nelle case e nelle giornate di ogni tipo di gente. Santo, l’ex caporedattore, trincerato dietro tenaci silenzi la mette in contatto con un suo amico, un poliziotto che lei chiama Zelig perché cangiante di colore, il quale sembra sfruttare le sue intuizioni, le sue visioni, l’abilità di profittare del caso. L’inchiesta diventa una storia in una prima persona insolita, né flusso di coscienza né descrizione; un registrare emozioni, eventi e coincidenze lontani, mischiati a pensieri contemporanei su se stessa, sulla città, su fatti e persone, con spirito ironia sarcasmo pena cinismo amore, sentimenti tutti orientati all’obiettivo di rubare la verità a una realtà frammentaria. Conosci l’estate? scandaglia senza trovare fondo il tema della colpa e dell’innocenza. E dietro la vicenda gialla traspare il vero cuore del romanzo: il ritratto commovente, quasi un diario, di una donna che avverte che in lei «si sta allargando il buio», che è lei «quella diversa» e perciò attraversa la vita in modo totale con tristezza e divertimento, malinconia ed entusiasmo, dolore e godimento. Di queste contraddizioni Palermo è il simbolo oltre che il luogo, «città ossimoro»: i suoi odori, la sua compassione e ferocia; e l’Altra Palermo disillusa, «più ipocrita e indifferente di prima». Ma è a Viola che non si può non voler bene.
ANTONELLO CAPORALE-Libro “Acqua da tutte le parti”
Viaggio in 102 paesi e città dell’Italia che fiorisce o sparisce–L’Italia è lunga e stretta. Se sei sull’Aurelia e scendi verso sud, il mare ti accompagna a destra; se invece guidi lungo l’Adriatico, l’acqua occhieggia da sinistra. Ma per guardare l’Italia bisogna dare quasi sempre le spalle al mare e rivolgersi verso l’interno. Per tre anni, ogni giorno ho riversato nel taccuino le tracce di ogni viaggio, dettagli anche minuscoli. Il bottino che stipavo era tutto ciò che non aveva possibilità di comparire sul mio giornale, una montagna di informazioni minute, secondarie, accessorie, o di storie che lasciavo ai margini delle inchieste nell’attesa che, dopo tanta semina, un giorno potessero germogliare e insieme costituire l’anima di un altro racconto, di un nuovo viaggio. Così è nato questo resoconto sull’eternità di certi luoghi e certi paesaggi italiani dove il passato non finisce mai e il futuro stenta ad arrivare. Ci sono paesi che si raggiungono solo a piedi, come Topolò al confine con la Slovenia, e paesi senza tempo dove si fabbricano orologi, come Uscio in Liguria; paesi dove la terra finisce, come Depressa nel Salento, e paesi abitati da capre, come Craco in Lucania. Soprattutto, ci siamo noi italiani in questo libro: una sequenza di carità e di imbrogli, di anime morte e di anime belle, di volti sorridenti e di predoni da strada. Una volta messi in fila non si sa se abbracciarli tutti oppure darsi alla fuga il più rapidamente possibile.
Acqua da tutte le parti. Viaggio in 102 paesi e città dell’Italia che fiorisce o sparisce
Ponte alle Grazie – 2016
Collana: Saggi
Chi è ANTONELLO CAPORALE È un paese di quasi quattromila abitanti, in provincia di Salerno. Si chiama Palomonte. Sono nato lì nel 1961, quasi al confine tra la Campania e la Basilicata, nell’area più povera (Manlio Rossi Doria la definiva l’osso, contrapponendola a quella ricca, la polpa) del Sud. Avevo diciannove anni quando ho assistito e vissuto una delle più grandi tragedie nazionali: il terremoto del 23 novembre 1980 che sconvolse campagne e villaggi della Campania e della Basilicata. Quell’esperienza, la distruzione e la morte, poi la ricostruzione e lo spreco che ne seguì (agli italiani la vicenda è nota come Irpiniagate), hanno segnato i miei primi passi da adulto. A Repubblica ho messo infatti piedi la prima volta, era il 1985, come cittadino denunciante!
Mi sono laureato in Giurisprudenza a Salerno nel 1985 (tesi sui limiti e le incongruenze della legislazione d’emergenza per le aree terremotate), poi a Roma ho conseguito il master Luiss in giornalismo e comunicazioni di massa. Stage a Repubblica nel settembre del 1988 e assunzione a giugno del 1989.
Dal primo giorno mi hanno sistemato nella redazione politica. Col tempo mi è venuta voglia di raccontare la politica attraverso i dettagli, le minutaglie del Palazzo. Penso che a volte il dettaglio illumini meglio la scena principale. Mi piace osservare la scena di lato; mi intriga conoscere le seconde e le terze file; mi incuriosisce la vita di queste persone: vite disperate, a volte (troppe volte) di gran fetentoni. Da questo mio desiderio sono nate, sempre su Repubblica le interviste senza rete (raccolte in un volume dal titolo: La Ciurma, Incontri straordinari sul barcone della politica). Il breviario, pillole quotidiane di vita politica, è il titolo della rubrica che firmo sul giornale. Ma il Palazzo stanca. Raccontare il nostro Paese significa per me, innamorato dei dettagli, andare e scoprire un po’ la larga e lunga provincia italiana. Anche per saziare questa incalzante passione nel settembre del 2012 sono approdato al Fatto Quotidiano dove racconto, in un continuo saliscendi tra il bello (poco) e il brutto (troppo), come gli italiani amano, custodiscono o sfasciano l’Italia.
Ad Annita, con due enne, piace essere definita vecchia, non anziana. È una donna generosa e attenta, che vive la sua vita in una penombra piena di solitudine e di assenze. Il romanzo racconta di occhi appannati, di memorie perdute, di vuoti indelebili, ma anche di amicizie e di affetti che non perdono vigore con l’avanzare dell’età. Il tempo che rimane è il tempo dei vecchi, pieno di ore, ma privo di futuro. Annita ribalta gli schemi restituendo a ogni istante la sua eternità.
Chi è la scrittrice Daniela Tozzi
Daniela Tozzi vive a Roma.Organizza eventi e tiene corsi di scrittura. Ha pubblicato il romanzo Bianco. Nel 2019 pubblica il libro Il tempo che rimane con l’editore Merlino Edizioni.Il tempo che rimane -Vincitore del concorso letterario nazionale “Un libro per l’inverno” edizione 2020, il secondo libro di Daniela Tozzi è una gemma dell’editoria indipendente italiana.
Adriano Ossicini- Un’isola sul Tevere. Il fascismo al di là del ponte-
Editori Riuniti Roma
DESCRIZIONE
1937-1947, dieci anni fondamentali della nostra storia riproposti insieme alla straordinaria esperienza di un giovane antifascista, studente di medicina, nell’ospedale Fatebenefratelli, in un’isola sul Tevere che diviene, via via, un’isola emblematica di libertà e di antifascismo. L’affermazione e la crisi del regime, i rapporti fra la Chiesa e lo Stato fascista, la «campagna razziale», il carcere, la guerra, la Resistenza, il ritorno alla democrazia e insieme iniziative e ricerche di avanguardia nel campo clinico, assistenziale e sociale sono rivissuti attraverso storie autobiografiche e nei colloqui con personaggi determinanti per la nostra storia come i fratelli Amendola, Bonaiuti, Murri, papa Pacelli, De Gasperi, Miglioli, Spataro, Togliatti, Parri; i cardinali Montini, Tardini e Ottaviani, don Giuseppe De Luca, padre Bozzetti uomini di scienza e di cultura come Gentile, Calogero, Musatti, Cerletti, Perrotti… L’autore, diventato uno dei piú autorevoli protagonisti nel nostro paese in campo scientifico e politico, riporta, infine, alla luce documenti inediti di grande interesse.
INDICE
17 – Una rischiosa polemica su Tucidide e il fascismo
p. 27 – Un’isola “della salute” sul Tevere
p. 35 – Il fiume sotto il letto. L’inizio di una lunga “avventura” in uno “straordinario ospedale”
p. 47 – Il medico di fronte alla “condizione umana”
p. 53 – Una lezione di vita da un operaio trockista
p. 63 – La sofferta ribellione di un parlamentare clerico-fascista
p. 78 – La vita nell’ospedale di fronte all’esperienza della guerra e all’inizio della campagna razziale
p. 93 – Il mio primo incontro con De Gasperi
p. 105 – I difficili incontri con Giovanni Gentile e Agostino Gemelli e un angoscioso “congedo”
p. 123 – Un ospedale singolare crocevia di pazienti politici, di speranze e di esperienze drammatiche
p. 134 – Davanti al sacrificio della Polonia e alla caduta di Parigi. L’Italia in guerra!
p. 145 – Studio, ospedale e politica, un equilibrio difficile. L’incontro con Franco Rodano e i primi arresti
p. 161 – “La svolta del 1942”. La guerra cambia e il cerchio si stringe
p. 175 – L’esperienza del carcere
p. 202 – La caduta del fascismo
p. 219 – La Resistenza a Roma
p. 255 – La liberazione di Roma: ricomincia la vita “legale”
p. 272 – Una difficile esperienza politica e una felice esperienza clinica
p. 302 – Polemica fine di una coraggiosa testimonianza. La sinistra cristiana si scioglie
p. 332 – Una lettera del papa, uno scontro con Togliatti e un incontro con De Gasperi. Addio all’Isola
p. 361 – Indice dei nomi-
Breve Biografia di Adriano Ossiciniemerito di psicologia generale presso l’università La Sapienza di Roma è primario emerito del Centro medico psicopedagogico per la prevenzione e cura dei disturbi psichici da lui fondato nel 1947 insieme a Giovanni Bollea. Porta il suo nome la legge che riconosce la professione di psicologo. Membro per sette legislature del gruppo della Sinistra indipendente al Senato, di cui è stato vicepresidente per due legislature, ministro della Famiglia e della Solidarietà sociale. E’ autore di numerose pubblicazioni scientifiche.
Editori Riuniti
Via di Fioranello n.56, 00134, Roma (RM)
Contattaci
Email: info@editoririuniti.it
Tel. casa editrice: 06 79340534
Tel. disponibilità titoli e stato ordini: 011 0341897
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