Margherita Fenoglio sul padre Beppe:”Sin da giovane mio padre aveva capito che nella vita occorreva sempre “scegliere” da che parte stare. Mi piace ricordare un passo del professor Pietro Chiodi che descrive così il suo incontro con mio padre: “Io avevo ventitré anni quando giunsi ad Alba per insegnare filosofia e storia al liceo classico. Fenoglio ne aveva allora diciotto. Per il ventotto ottobre era obbligatorio svolgere un tema ministeriale di elogio sulla marcia su Roma. Nell’ora precedente alla mia il professore di italiano aveva dettato il solito insulso tema. Quando io entrai in classe notai subito uno studente nel primo banco con le braccia incrociate che guardava annoiato il foglio bianco. Era Beppe Fenoglio. Lo invitai a scrivere, ma scuoteva la testa. Preoccupato per le conseguenze, feci chiamare il professore di italiano. Era Leonardo Cocito. Parlottarono da complici. Ma non ci fu verso. La pagina rimase bianca”.
La lunga vita dell’Urbe raccontata dai luoghi in cui si è svolta
La storia di Roma non è fatta solo di conquiste, proclami, trattati e congiure, ma anche di aneddoti, curiosità, piccoli eventi non molto famosi ma fondamentali nel plasmare la città che oggi conosciamo. E ciò che unisce queste due “storie” parallele è proprio Roma, con i suoi palazzi, le sue vie e i suoi vicoli. Questo libro conduce il lettore alla scoperta dei luoghi che sono stati testimoni degli eventi, più o meno celebri, che hanno reso Roma la Città Eterna. Un viaggio che va dall’età arcaica ai giorni nostri, una visita guidata unica nel suo genere.
Un appassionante itinerario attraverso le epoche, le personalità e il carattere della Città Eterna
Tra i luoghi da scoprire:
Il tempio della Fortuna Primigenia: la dea che propizia le vittorie La necropoli esquilina: cimitero dei disperati e postribolo delle lupe Porta Ostiense: in città c’è chi tradisce ma anche chi resiste eroicamente Palazzo Zeno: l’alcova di papa Borgia e Giulia Farnese La cappella di Nostra Signora delle Febbri: il cadavere di Alessandro VI entra a forza nella bara La cappella Sistina, il Giudizio Universale: le scandalose nudità dei beati e dei dannati La sala regia al Vaticano: la scuola pittorica romana al servizio dei papi Parco Simón Bolívar: il libertador giura su Monte Sacro di liberare il Sud America dal dominio spagnolo La casina Rossa di piazza di Spagna: le ultime ore di vita di John Keats Via della Scrofa: le fettuccine delle star del cinema Hotel Plaza: il caso Enzo Tortora Il sagrato di piazza San Pietro: papa Francesco si rivolge a una piazza deserta e al mondo
Franco Battiato Niente è come sembra – Simbologia dei testi-
autore Guido Guidi Guerrera-VERDICHIARO EDITORE
Franco Battiato
L’universo di Franco Battiato è spesso sinonimo di ricerca interiore. La sua lezione è costantemente quella del “niente è come sembra” e spinge a guardare oltre il velame delle apparenze.
Tutta la trama compositiva del suo repertorio è intessuta di citazioni evocative di esperienze personali dal cui narrato si indovinano volti e parole di grandi saggi del passato ma anche dei più prossimi al nostro tempo. In controluce si stagliano le figure di Gurdjieff, Mewlana, Guenon, Rajineesh, Cristo, Jodorowsky.
Così la visione sincretica della ricerca spirituale di Battiato si riversa in una vera e propria marea di simboli che vanno riconosciuti per essere decifrati e compresi con esattezza.
Individuarli e ben interpretarli è la condicio indefettibile per aprire quelle porte che il Maestro fa intravvedere con la forza di ogni parola, di ogni nota musicale.
Questo libro invita ad aprire quelle porte, e svela finalmente in modo compiuto e organico il pensiero di Franco Battiato spesso travisato, da molti ritenuto “astruso” e in tempi di gran frastuono come i nostri probabilmente neppure ascoltato con la dovuta attenzione.
“Attenzione”, parola chiave del pensiero di Gurdjieff, senza la quale entrare in sintonia con il genio di Franco Battiato non sarà mai agevole, né forse possibile.
Guido Guidi Guerrera
Guido Guidi Guerrera, giornalista e scrittore, collabora alle pagine de “La Nazione” e di “QN”. È inoltre “firma” del quotidiano online “Bergamo Post”. Considerato dalla stessa Fernanda Pivano “uno dei massimi esperti della vita e delle opere di Ernest Hemingway in Italia”, è relatore da molti anni del “Coloquio Internacional E. Hemingway” che riunisce studiosi dello scrittore.
Verdechiaro Pag. 192 – Anno: 2022 Formato: 14 x 21 cm. ISBN: 978-88-6623-433-3
Il gatto del Dalai Lama e il potere del miao-Autore David Michie
Il gatto del Dalai Lama
Estratto-Il mondo è pieno di persone che non conoscono la meditazione, che la praticano solo di tanto in tanto o che, pur avendo letto decine di libri sull’argomento, l’hanno abbandonata. È così anche per Rinpoche, la gatta del Dalai Lama, che con sua somma vergogna non ci è mai riuscita. I suoi pensieri finiscono sempre per vagare alle leccornie che mangerà o a quel fastidio alla zampa posteriore – come se delle pulci la distraessero in continuazione. Eppure è una delle creature più vicine al Dalai Lama e alla sua illuminata presenza… L’ occasione per riscattarsi arriva quando la signora Trinci, la chef di Sua Santità, ha un infarto e il medico oltre a prescriverle una serie di medicine le raccomanda un sistema complementare per controllare lo stress: la meditazione. È così che il Dalai Lama si offre di diventare il suo maestro e lancia una sfida: meditare dieci minuti al giorno per sei settimane. Forse in questo modo lei e Rinpoche riusciranno a comprendere e sperimentare il “potere del miao”, la felicità che viene dalla consapevolezza del momento, dal vivere nel qui e ora. Perché quando si presta veramente attenzione, con la mente aperta e i sensi acuti, siamo in grado di provare una gioia intensa anche per le cose più semplici.Grazie agli insegnamenti di yogi e lama e all’incontro con nuovi e vecchi amici, scoprirete insieme alla gatta più famosa del mondo come liberarvi dalle storie nocive che raccontate su voi stessi e come vivere appieno nel presente. Se non puoi cambiare il mondo, almeno puoi cambiare il modo in cui lo vivi!
Chi è David Michie –è nato in Zimbabwe, ha trascorso molti anni a Londra e attualmente vive a Perth. È un keynote speaker, un formatore aziendale e un coach di mindfulness e meditazione, esperienza che lo ha portato a diventare un autore bestseller internazionale di fiction e non-fiction e in particolare della serie di romanzi sul gatto del Dalai Lama. I suoi libri sono stati tradotti in 30 lingue e pubblicati in più di 50 Paesi. Dopo il grande successo del Gatto del Dalai Lama e l’arte di fare le fusa (Giunti 2019), le avventure del felino più famoso del mondo continuano con Il gatto del Dalai Lama e il potere del miao.
Editore: Giunti Collana: A Traduttore: Adria Tissoni Copertina: Cartonato con sovraccoperta
Pagine: 288 Dimensione: 125.0 x 180.0 Data di pubblicazione: 20/10/2021 ISBN: 9788809950115
Prezzo: € 14,00
Il gatto del Dalai LamaIl gatto del Dalai LamaIl gatto del Dalai Lama
Paolo Ricca il libro «Dio. Apologia» presentato a Torre Pellice-
Articolo di Peter CIACCIO
Torre Pellice -21 agosto 2022-Ripartire da Dio, rimettere Dio al centro delle riflessioni e delle vite degli individui e delle chiese: di questo si è parlato alla vigilia dell’Assemblea-Sinodo, sabato 20 agosto, nella Galleria comunale “Filippo Scroppo”, prestigioso sfondo dell’affollata presentazione di «Dio. Apologia», dodicesimo volume della collana “I libri di Paolo Ricca” dell’editrice Claudiana. L’autore è stato introdotto dalla pastora battista Lidia Maggi, che ha presentato il testo come una mano tesa, che racconta sinteticamente il mondo che ha cercato di emanciparsi da Dio e la visione su Dio delle altre religioni. In mezzo c’è una riflessione che guarda all’orizzonte biblico, per recuperare una “grammatica” per parlare di Dio. C’è, infatti, sottolinea Maggi, una sorta di analfabetismo di ritorno sulla Bibbia. Per affrontare la questione di Dio, Ricca ha scelto di impreziosire il libro con una struttura insolita per un saggio di teologia, prevedendo un “preludio”, un “interludio” e un “postludio”, ovvero citazioni da testi importanti della critica al Dio dei cristiani, della risposta della chiesa e della cultura ebraica contemporanea.
«Dio è un artista. Dio è un poeta», così ha esordito Ricca nel suo intervento, lamentando quanto poco consideriamo l’arte, uno dei modi attraverso cui Dio parla. «Il libro nasce da un’impressione: la chiesa non parla più di Dio. Non la Chiesa valdese o la Chiesa cattolica, ma nessuna chiesa. Spero di sbagliarmi». Certo, ma come si fa, quando un tratto fisso, a esempio, dei profeti è l’inadeguatezza e indegnità a parlare di Dio?
Ricca osserva che la chiesa è più occupata a parlare del proprio operare, su ciò che si è fatto e ciò che bisogna fare, ma «Gesù faceva diaconia dalla mattina alla sera e sette giorni su sette; neanche il Sabato si fermava; ma non ne parlava mai. Quando parlava, Gesù parlava del Regno di Dio». Non senza una certa dose di (amara) ironia, l’autore rileva che gli atei parlino con più passione di Dio (pur per screditarne la fede) rispetto ai cristiani, un po’ come «gli omosessuali sono più appassionati del matrimonio rispetto agli eterosessuali».
Ma chi o che cosa intende difendere l’autore con questa “apologia”? Non certamente Dio, che non ha necessità di essere difeso, e che anzi difende gli esseri umani, ma la fede cristiana, che Ricca ritiene essere una cosa buona, da coltivare e trasmettere: «mi fa una pena infinita vedere le chiese vuote. Piango su questa sconfitta. Quando vedo conventi che diventano hotel a cinque stelle, luoghi di preghiera che diventano luoghi di lusso, non posso accettarlo». Per questo il libro è una preghiera rivolta ai credenti a non buttare via un’eredità lunga secoli.
Nel corposo testo di 411 pagine, Ricca dà conto della critica a Dio e alla religione, tratto tipico ed esclusivo dell’Occidente dall’Ottocento in poi. Sono critiche di cui tenere conto, che devono poter essere espresse e che sono il prezzo della libertà. «Perché Salman Rushdie deve morire? Per noi è inaccettabile». Poi l’autore si sofferma su che cosa dice la Bibbia di Dio, convinto che molti abbandonino Dio perché non lo conoscono e, per i cristiani, Dio si conosce attraverso la Scrittura.
In conclusione, Lidia Maggi riflette su una società che è passata dal mito di Prometeo (l’essere umano che ruba il fuoco agli dei, emancipandosene) al mito di Narciso «pronti ad ascoltare solo l’eco di sé stessi: una società dove è difficile capire come farsi ascoltare, anche quando si parla di Dio». La struttura del libro è stata richiamata dall’accompagnamento musicale di Sebastiano Reginato al violino, che durante la serata ha offerto un preludio, un interludio e un postludio.
Foto di Pietro Romeo: Paolo Ricca
Fonte-Riforma.it-Il quotidiano on-line delle chiese evangeliche battiste, metodiste e valdesi in Italia.
Nuova poesia americana (Vol. 1) a cura di di John Freeman e Damiano Abeni –
Nuova poesia americana (Vol. 1)
a cura di di John Freeman e Damiano Abeni –
Ispirandosi alla fortunata collana lanciata negli anni Sessanta da Penguin, Edizioni Black Coffee propone ai suoi lettori Nuova poesia americana, una serie di piccole antologie concepite come guide alla ricchezza e alla diversità della poesia nordamericana contemporanea. Ciascun volume riunisce ogni anno una selezione rappresentativa dell’opera di sei autori, al fine di agevolare il naturale incontro fra il lettore curioso – così come l’abituale fruitore di poesia – e le voci più entusiasmanti dell’attuale scena poetica d’oltreoceano. Il compito di portare ai lettori il meglio che questa forma di scrittura, purtroppo raramente frequentata, può offrire è affidato all’esperienza del poeta e critico letterario John Freeman e del principale traduttore italiano di poesia americana, Damiano Abeni. Volume I, i poeti: Tracy K Smith, Terrance Hayes, Natalie Diaz, Robert L Hass, Layli Long Soldier, Robin Coste Lewis,
Un’incredibile storia vera in cui l’amore sopravvive all’orrore della guerra
DESCRIZIONE
Dopo l’arresto e la tortura dei fratelli da parte dei nazisti, Josefine Lobnik decide di unirsi ai partigiani e combattere per la liberazione della Slovenia. Se questo significa aiutare gli inglesi e gli Alleati, è ben felice di dare il suo contributo. Quando assiste all’esecuzione sommaria di venti innocenti nella piazza della città di Maribor, Josefine teme che la stessa sorte possa essere toccata anche a uno dei suoi fratelli, di cui non ha più notizie. E così prende una decisione coraggiosa: avvicinarsi al campo di lavoro per chiedere notizie a un prigioniero. Quando lo portano al campo Stalag XVIII-D, vicino a Maribor, Bruce Murray promette a sé stesso che farà tutto il possibile per sabotare i tedeschi e scappare. Mentre passeggia lungo la recinzione, una domenica mattina, una giovane donna gli consegna un biglietto. È l’inizio di un grande amore, nato nell’ora più buia della storia europea, e destinato a durare per sempre.
«Indimenticabile. Ci ricorda che l’amore può vincere anche nei tempi più bui. Non potrò mai raccomandare abbastanza questa lettura.»
Heather Morris, autrice del bestseller Il tatuatore di Auschwitz
«Un libro sensazionale, risucchia magistralmente il lettore tra le pagine.»
Australian Women’s Weekly
«Una storia appassionante, fonte di grande ispirazione.»
Sunday Star Time «Una commovente storia vera, che Gold ha saputo ricostruire basandosi su articoli dell’epoca, registri militari, testimonianze dirette e lettere originali.»
«Un grande romanzo, che racconta le difficoltà e le sfide superate da due persone innamorate durante la seconda guerra mondiale.»
Piero Rattalino-Sergej Prokofiev- La vita, la poetica, lo stile
Zecchini Editore-Varese
Piero Rattalino-Sergej Prokofiev
DESCRIZIONE
Se si scorre il catalogo delle opere di Prokofiev si capisce subito quanto vasti fossero i suoi interessi di creatore: opere, musiche di scena, sinfonie, concerti, lavori sinfonico-corali, da camera, solistici. Nessun grande compositore del Novecento, e nemmeno dell’Ottocento, presenta una così ampia sventagliata di generi trattati o, meglio, nessuno ha lasciato tracce profonde in ogni campo della musica. Per trovare un altro Prokofiev bisogna risalire al Settecento e imbattersi in Mozart. Sia Mozart sia Prokofiev sono innanzitutto drammaturghi e in ogni fase della loro attività compongono opere liriche. Ma, al contrario di un Verdi o di un Wagner, non concentrano nel teatro tutto il loro impegno creativo. I tempi di Prokofiev non sono in verità i tempi di Mozart. Il pubblico del Settecento “consuma” almeno al 90% musica contemporanea e chiede al compositore novità e novità, il pubblico del Novecento è soprattutto consumatore di musica stagionata e chiede all’interprete ciò che l’avido dente del tempo non ha potuto sgretolare. Perciò Prokofiev, peraltro fecondissimo creatore, compone molto meno di Mozart. Però è “mozartiano” di spirito e si misura anche in un campo, la musica da film, che per ragioni anagrafiche non compariva nel cosmo mozartiano. Possiamo d’altra parte dar per certo che, se fosse stato al servizio di un principe-arcivescovo, Prokofiev avrebbe scritto musica sacra in quantità. Musicisti, entrambi, intus et in cute. Entrambi, ben consci del loro genio, arroganti in quanto uomini. Tormentati entrambi in vita, entrambi indomabili, entrambi, in senso lato, libertini di spirito. Di Mozart sappiamo ormai tutto quel che era possibile sapere. Di Prokofiev non ancora. Ma è compito imprescindibile del XXI secolo studiarlo e capirlo.
«Laggiù, in una bella casa di campagna tra Porto San Giorgio e Fermo, vive una donna formidabile, saggia e generosa, ricchissima di pensieri, intuizioni, toni, bellezza, forza, argomenti, intelligenza. La mia Joyce, la mia sibilla.»
Lungo tutto il secolo breve, una donna bellissima e fortissima pensa, scrive, agisce, lotta. Viaggia prima per studio, poi attraversando fronti e frontiere dell’Europa occupata dai nazifascismi: Parigi, Lisbona, Londra, Marsiglia, Roma, il Sud dell’Italia dove sono arrivati gli Alleati. Documenti falsi, missioni segrete, diplomazia clandestina. Joyce, insieme al marito Emilio Lussu e ai compagni di Giustizia e Libertà, sostenuta nelle sue scelte dalla sua famiglia di origine, è in prima linea nella Resistenza. Poetessa, traduttrice, scrittrice, ha sempre coniugato pensiero (prefigurante, modernissimo) e azione. Azione che prosegue nel dopoguerra con la ricerca di poeti da tradurre per far conoscere le lotte di liberazione degli altri paesi, in particolare dell’Africa e del Curdistan. Nazim Hikmet, Agostinho Neto, i guerriglieri di Amílcar Cabral che compongono canti di lotta durante le marce, sono alcuni degli autori che Joyce ‘scopre’ e propone attraverso traduzioni rivoluzionarie. Rievocando le scelte, gli incontri, le occasioni, ripercorriamo l’esistenza di questa donna straordinaria (laica, cosmopolita, ‘anglo-marchigiana’) e il suo essere, da sempre, riferimento per molte donne e molti giovani.
Edizione: 2022, II rist. 2022 Pagine: 248 Collana: i Robinson / Letture ISBN carta: 9788858147535 ISBN digitale: 9788858150399 Argomenti: Storia contemporanea, Biografie, autobiografie
Scheda dell’Autrice-Silvia Ballestra
Silvia Ballestra, marchigiana, vive e lavora a Milano. È autrice di romanzi, raccolte di racconti e saggi pubblicati per i maggiori editori italiani. Tra i suoi libri, tradotti in varie lingue: Compleanno dell’iguana; Gli Orsi; Nina; I giorni della Rotonda; Joyce L. Una vita contro; Amiche mie; Vicini alla terra. Storie di animali e di uomini che non li dimenticano quando tutto trema; La nuova stagione. Dal suo La guerra degli Antò è stato tratto l’omonimo film diretto da Riccardo Milani. Per Laterza ha pubblicato Christine e la città delle dame.
La vita di Vincenzo Bellini sembra fatta su misura per impersonare grandezze e sciagure dell’artista romantico: la vocazione alla musica, gli studi a Napoli e il successo ottenuto al debutto con Adelson e Salvini, l’amore con una giovane partenopea impedito dai genitori della giovane, i successi alla Scala fra gli intrighi dei rivali, la confusione della vita teatrale e il turbinio della vita mondana. Ma non basta: Bellini, oltre ai trionfi, conosce i fiaschi di Zaira e Norma, l’acclamazione del pubblico londinese, l’amore negato di Maria Malibran e, infine, l’agognato debutto parigino sotto l’ala di Rossini, con quei Puritani che saranno il suo canto del cigno: il musicista muore, neppure trentaquattrenne, nei sobborghi della capitale francese. Il libro di Agapito Bucci, in equilibrio costante fra rievocazione narrativa e approfondimento saggistico, ricostruisce la vita del catanese attraverso un ampio ricorso ai suoi epistolari, specialmente quello con l’amico Florimo, senza che mai venga meno la piacevolezza di lettura: un libro apparentemente romanzato, in realtà rigorosissimo. Nomi mitici, come quelli della Pasta, della Grisi, di Rubini, di Donzelli e della Malibran, nelle pagine del libro di Bucci acquistano consistenza umana, quasi teatrale, e scolpiscono in maniera plastica l’ambiente in cui Bellini visse, fornendo inoltre uno spaccato vivissimo della società del primo Ottocento. Un ricco apparato di note, che attingono a storici e musicologi antichi e contemporanei, completano un volume davvero singolare ed irrinunciabile.
Vincenzo Bellini
Agapito Bucci-BELLINI. Romanzo di una vita breve-ZECCHINI Editore-Varese
IV+220, ill., f.to cm. 17×24 – Euro 25,00
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