Fernanda PIVANO C’era una volta un beat-10 anni di ricerca alternativa
Editore Sperling & Kupfer-Collana Frassinelli narrativa italiana
Descrizione-Fernanda PIVANO-C’era una volta un beat-10 anni di ricerca alternativa–Nasce alla fine degli anni ’50, con la prima marcia antinucleare, i primi jeans e i primi sacchi a pelo, con il sogno della fratellanza e della liberazione dal conformismo e da ogni imposizione in materia di morale e di sesso. E’ la generazione beat. La loro protesta e la loro utopia è racchiusa nelle opere scandalose di poeti e scrittori americani che Fernanda Pivano, una giovane studiosa innamorata dell’America, scopre durante i dieci anni di ricerca seguiti al suo primo viaggio negli Stati Uniti, nel 1956. In questo libro le storie di Kerouac e Ginsberg, Ferlinghetti e Burroughs si intrecciano al racconto del lavoro svolto dalla Pivano per diffondere in Italia le pagine di quei giovani contestatori.
Biografia di Fernanda PIVANO-Saggista, traduttrice e scrittrice italiana (Genova 1917 – Milano 2009). Figura di rilievo nel panorama culturale italiano per il suo impegno nella traduzione e divulgazione di opere della letteratura americana contemporanea, P. si è affermata anche come saggista, confermando in Italia un metodo critico basato sulla testimonianza diretta, sulla storia del costume e sull’indagine storico-sociale degli scrittori e dei fenomeni letterari.
Dettagli
Autore:Fernanda Pivano
Editore:Sperling & Kupfer
Collana:Frassinelli narrativa italiana
Biografia di Fernanda PIVANO-Saggista, traduttrice e scrittrice italiana (Genova 1917 – Milano 2009). Figura di rilievo nel panorama culturale italiano per il suo impegno nella traduzione e divulgazione di opere della letteratura americana contemporanea, P. si è affermata anche come saggista, confermando in Italia un metodo critico basato sulla testimonianza diretta, sulla storia del costume e sull’indagine storico-sociale degli scrittori e dei fenomeni letterari.
Vita e opere
Ha compiuto gli studi a Torino, dove ha iniziato l’attività letteraria sotto la guida di C. Pavese, curando la prima traduzione italiana della Spoon River anthology di E. L. Masters (ed. parziale, 1943; ed. completa, 1947). Si è qualificata come una delle maggiori interpreti della letteratura statunitense contemporanea con un’intensa opera di consulente editoriale, saggista, traduttrice (W. Faulkner, E. Hemingway, F. S. Fitzgerald, T. Wilder, ecc.). In particolare, si è impegnata nella divulgazione e nella traduzione delle opere della beat generation (A. Ginsberg, W. Burroughs, L. Ferlinghetti, J. Kerouac, G. Corso); è stata quindi tra i promotori del minimalismo degli anni Ottanta (D. Leavitt, J. McInerney, B. E. Ellis). Si è dedicata anche alla narrativa (Hemingway, 1985; Cos’è più la virtù, 1986; La mia kasbah, 1988; Dov’è più la virtù, 1997; I miei quadrifogli, 2000). Tra i suoi numerosi contributi critici, che privilegiano la testimonianza diretta offrendo vivaci ritratti degli scrittori e dei fenomeni letterari: La balena bianca e altri miti (1961), America rossa e nera (1964), Beat Hippie Yippie (1972) e i più recenti Amici scrittori (1995), Altri amici, altri scrittori (1997), Album americano: dalla generazione perduta agli scrittori della realtà virtuale (1997), Viaggio americano (1997), Dreamers: la generazione che ha cambiato l’America (1998), Dopo Hemingway: libri, arte ed emozioni d’America (2000), Un po’ di emozioni (2002), The beat goes on (2004), I miei amici cantautori, 2005; Pagine americane (2005), Lo scrittore americano e la ragazza perbene: storia di un amore: Nelson Algren e Simone de Beauvoir (2007). Del 2006 è Spoon River, ciao, album di fotografie in bianco e nero scattate da W. Willinghton e commentate da brevi versi di P.; nel 2008 sono stati pubblicati i suoi Diari 1971-1973, il secondo volume dei quali, Diari 1974-2009, è uscito postumo nel 2010. Dal 1992 socia onoraria dell’Accademia di Brera, per la sua opera ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti, tra i quali il premio Grinzane Cavour (2003). Il ricco patrimonio documentario e librario della P. è confluito nella Biblioteca Riccardo e Fernanda Pivano inaugurata a Milano nel 1998.Fonte –Enciclopedia TRECCANI-
Breve biografia di Rudyard Kipling nasce a Bombay nel 1865. La sua vita si svolge tra l’India, l’America e l’Inghilterra. E’ il poeta dell’imperialismo britannico dell’età vittoriana. Nei suoi versi di sapore whitmaniano emerge la sua azione politica e sociale ma anche l’immaginario della mitologia e del folklore inglese. La morte del figlio e lo scoppio della prima guerra mondiale segneranno la sua vita e la scrittura avrà una serie di tensioni inconsce che cambieranno il suo stile fantastico. Ricordiamo i suoi racconti indiani Soldiers Three (1888); In black and White; The Day’s Work e Many Inventions. Nel 1892 pubblica The Light That Failed e nel 1894 The Jungle Book. Come poeta pubblica nel 1896 The Seven Seas e nel 1903 Five Nations. Vince il Premio Nobel nel 1907. Tra le opere famose di Kiplin ricordiamo anche i romanzi definiti “per ragazzi”: Captains Courageus e Stalki and Co. Muore nel 1936 a Londra.
GETSEMANI
1914/18
L’Orto chiamato Getsemani era, sì, in Piccardia, e lì veniva la gente a vedere i soldati inglesi passare. Di là passavamo – di là passavamo e sostavamo, secondo il caso, e portavamo con noi le maschere antigas, un po’ oltre il Getsemani.
L’Orto chiamato Getsemani conteneva in sé una bella ragazza, ma per tutto il tempo che mi parlava io pregavo che il calice da me fosse allontanato. L’ufficiale sedeva sulla sua sedia, gli uomini erano distesi sull’erba, e per tutto il tempo che là sostammo io pregai che il calice da me fosse allontanato.
Ma non lo fu – non lo fu – non fu da me allontanato. Lo bevvi quando incontrammo il gas, un po’ oltre il Getsemani!
RECESSIONAL
Dio dei nostri padri, conosciuto in antico, Signore delle nostre lunghe linee di battaglia, sotto la cui terribile mano reggiamo un dominio su palmeti e pinete – Dio, Signore degli eserciti, resta con noi, perché non dimentichiamo – non dimentichiamo!
Tumulti e grida muoiono, capitani e sovrani trapassano, ma il tuo antichissimo sacrificio resta, un cuore umile e contrito, Dio, Signore degli eserciti, resta con noi, perché non dimentichiamo – non dimentichiamo!
In lontani mari dileguarono le nostre flotte, su dune e promontori si spengono i fuochi: ecco, tutta la nostra pompa di ieri si fa tutt’uno con Ninive e con Tiro! Giudice delle nazioni, risparmiaci, perché non dimentichiamo – non dimentichiamo!
Se resi ebbri dalla potenza liberiamo lingue che non ti venerano, vantandocene come usano i Gentili, o stirpi minori che non conoscono la Legge, Dio, Signore degli eserciti, ugualmente resta con noi, perché non dimentichiamo – non dimentichiamo!
Per i cuori pagani che solo si fidano di canne fumanti e schegge di ferro, valorosa polvere che edifica sulla polvere, e che vigilando non t’invocano a vigilare, per le loro concitate vanterie e le stolte parole – pietà della tua gente, Signore!
L’APPELLO
Se qualche diletto vi ho pur dato per qualcosa che io abbia operato, possa ora giacere sereno in quella notte che sarà anche vostra quando che sia:
e per quel poco, poco spazio che i morti rioccupano nelle menti, vorrei che altro non cercaste che i libri che mi lasciai dietro.
Rudyard Kipling (traduzione di Tommaso Pisanti)
Breve biografia di Rudyard Kipling nasce a Bombay nel 1865. La sua vita si svolge tra l’India, l’America e l’Inghilterra. E’ il poeta dell’imperialismo britannico dell’età vittoriana. Nei suoi versi di sapore whitmaniano emerge la sua azione politica e sociale ma anche l’immaginario della mitologia e del folklore inglese. La morte del figlio e lo scoppio della prima guerra mondiale segneranno la sua vita e la scrittura avrà una serie di tensioni inconsce che cambieranno il suo stile fantastico. Ricordiamo i suoi racconti indiani Soldiers Three (1888); In black and White; The Day’s Work e Many Inventions. Nel 1892 pubblica The Light That Failed e nel 1894 The Jungle Book. Come poeta pubblica nel 1896 The Seven Seas e nel 1903 Five Nations. Vince il Premio Nobel nel 1907. Tra le opere famose di Kiplin ricordiamo anche i romanzi definiti “per ragazzi”: Captains Courageus e Stalki and Co. Muore nel 1936 a Londra.
GETHSEMANE
1914/18
The Garden called Gethsemane
In Picardy it was,
And there the people came to see
The English soldiers pass.
We used to pass – we used to pass
Or halt, as it might be,
And ship our masks in case of gas
Beyond Gethsemane.
The Garden called Gethsemane,
It held a pretty lass,
But all the time she talked to me
I prayed my cup might pass.
The officer sat on the chair,
The men lay on the grass,
And all the time we halted there
I prayed my cup might pass.
It didn’t pass – it didn’t pass –
It didn’t pass from me.
I drank it when we met the gas
Beyond Gethsemane!
RECESSIONAL
God of our fathers, known of old,
Lord of our far-flung battle line,
Beneath whose awful hand we hold
Dominion over palm and pine –
Lord God of Hosts, be with us yet,
Lest we forget—lest we forget!
The tumult and the shouting dies:
The Captains and the Kings depart:
Still stands Thine ancient sacrifice,
An humble and a contrite heart.
Lord God of Hosts, be with us yet,
Lest we forget—lest we forget!
Far-called our navies melt away;
On dune and headland sinks the fire:
Lo, all our pomp of yesterday
Is one with Nineveh and Tyre!
Judge of the Nations, spare us yet,
Lest we forget—lest we forget!
If, drunk with sight of power, we loose
Wild tongues that have not Thee in awe,
Such boastings as the Gentiles use,
Or lesser breeds without the Law –
Lord God of Hosts, be with us yet,
Lest we forget—lest we forget!
For heathen heart that puts her trust
In reeking tube and iron shard,
All valiant dust that builds on dust,
And guarding calls not Thee to guard,
For frantic boast and foolish word,
Thy Mercy on Thy People, Lord!
THE APPEAL
If I have given you delight
By aught that I have done,
Let me lie quiet in that night
Which shall be yours anon:
And for the little, little, span
The dead are born in mind,
Seek not to question other than
The books I leave behind.
Sandra Bonsanti – Stanotte dormirai nel letto del re
-Editore Archinto-Milano-
Dal libro di Sandra Bonsanti-«Il compito di matematica lo si fa con l’ingegner Gadda (per vederselo bocciato dall’insegnante). E si cresce all’ombra, anzi è meglio dire alla presenza di Eugenio Montale, di Luigi Dallapiccola, di Giorgio Bassani, mentre il ricordo di Nello Rosselli è vivo nelle conversazioni a tavola e nelle passeggiate con il padre e la madre. E l’elenco delle persone che hanno frequentato casa Bonsanti a Firenze – casa intesa come luogo fisico ma anche come metafora, perché ne faceva parte pure il Gabinetto Vieusseux – e che sono raccontate in questo libro potrebbe continuare a lungo.». «Il libro racconta, in realtà, il Novecento, il secolo in cui il Male si manifesta nella sua estrema radicalità. E centrale è la storia di un falò. Il padre dell’autrice getta nel fuoco carte e libri, subito dopo l’8 settembre, perché la casa sta per essere perquisita dai nazisti. In quella immagine c’è la tragedia intesa come l’ineluttabilità del destino: i roghi iniziati nel 1933 nella Germania si propagano con l’avanzare dei tedeschi in Europa e fino ad assumere la dimensione familiare, in casa Bonsanti.» (Wlodek Goldkorn)
Figlia di Alessandro Bonsanti ex sindaco repubblicano di Firenze, sposata con lo storico, scrittore e senatore repubblicano Giovanni Ferrara, ha tre figlie. Dopo essersi laureata a Firenze, ha vissuto per diversi anni a New York.
Nel 1994 è stata eletta alla Camera dei deputati per la coalizione dei Progressisti nel collegio uninominale di Firenze 2 con oltre il 53% dei voti. Durante la XII Legislatura è stata membro della commissione parlamentare antimafia.
Nel 1996 ha rinunciato a ricandidarsi alle elezioni per assumere la direzione del quotidiano Il Tirreno[1][2].
Dal 2002 al 2015 è stata presidente di Libertà e Giustizia; in seguito, è componente del Consiglio di Presidenza sotto le successive presidenze di Alberto Vannucci, Nadia Urbinati e Tomaso Montanari.
Roma Capitale-I suggestivi spazi di Villa Carpegna a Roma accoglieranno dal 16 al 26 settembre la prima edizione di FIABE DAL MONDO, festival multidisciplinare di teatro, musica, nuove tecnologie e arti figurative a cura de “Le Chat Noir”, con la direzione artistica di Annabella Calabrese, anche regista con Daniele Esposito, dedicato al rapporto tra fiaba e arti performative nel mondo, e più in generale all’incontro di diverse culture e tradizioni, per spettatori di tutte le età.
Tra le vie di Villa Carpegna grandi e piccini potranno incontrare personaggi come Momotarō, il bimbo nato da una pesca protagonista dell’omonima fiaba giapponese, assistere al risveglio della bella addormentata di Perrault, conoscere la fanciulla maya Cuzan la ribelle ma anche incontrare animali parlanti provenienti da diversi continenti come il pigroKoala e la Giraffa vanitosa. Qui potranno ascoltare e riconoscere le più celebri composizioni e colonne sonore legate alle fiabe di tutto il mondo, viaggiare con la fantasia grazie alle fiabe britanniche esercitando il proprio inglese, ascoltare e guardare l’installazione audio-video “Un mondo di fiabe”, ma anche imparare a costruire burattini, strumenti musicali e a recitare in inglese e in italiano, grazie ai numerosi laboratori previsti.
Il ricco programma prevede, dunque, cinque spettacoli itineranti e interattivi(scritti e diretti da Annabella Calabrese e Daniele Esposito) ognuno dedicato ad un diverso continente, nei quali gli spettatori verranno accolti da sultani, animali parlanti, geni della lampada, e così via, che si alterneranno nel narrare le proprie fiabe, guidando il pubblico alla scoperta delle bellezze architettoniche e ambientali della Villa, un concerto di musica classica dedicato alle fiabe provenienti da tutto il mondo (a cura del quartetto Sharareh con le letture di Vincenzo Iantorno) , uno spettacolo di narrazione in doppia lingua (inglese e italiano) incentrato sulle fiabe tradizionali britanniche (a cura di Craig Peritz e Anita Tenerelli di The Turnabout),quattro laboratori di teatro, musica, letteratura e arti figurative(tenuti da Annabella Calabrese, Daniele Esposito, Craig Peritz, Anita Tenerelli, Ivana Labellarte e Giovanna Cappuccio), un’installazione audio – video(con animazioni e podcast dedicati alle versioni originali delle fiabe rappresentate negli spettacoli itineranti) e una residenza artistica per giovani attori under35 selezionati tramite curriculum e provino, nel corso della quale attraverso improvvisazioni ed esercizi di drammaturgia scenica si andranno a mettere in scena alcuni degli spettacoli previsti.
“Con “Fiabe dal mondo” il nostro obiettivo è quello di trasformare Villa Carpegna in una sorta di Mondo Interculturale e Incantato, popolato da personaggi provenienti dalla tradizione fiabesca mondiale, con attività che riguardino i più piccoli da vicino, mirate al loro intrattenimento e alla loro formazione culturale.”_annota la Direttrice Artistica Annabella Calabrese. “Il tutto è pensato per integrarsi al massimo con il contesto ambientale della Villa, puntando soprattutto ad un intrattenimento “teatrale” senza l’ausilio di amplificazioni o di altri mezzi “artificiali” che potrebbero interferire con l’immersività dell’operazione. Tutto sarà fruibile, infatti, grazie ad apposite cuffie “SILENT THEATRE” e gli spettatori passeranno da uno spettacolo all’altro sedendosi su teli portati da casa (il che permetterà di limitare al massimo l’inquinamento ambientale ma anche di far sì che soggetti a mobilità ridotta possano serenamente fruire degli spettacoli previsiti).”
Un festival così articolato ed immersivo, ma al tempo stesso dal forte valore culturale, basato su una progettazione SITE SPECIFIC integrata con l’ambiente circostante e a impatto ambientale nullo, rappresenta un format estremamente innovativo che in iniziative analoghe in passato ha riscosso grande successo.
“Fiabe dal mondo” è organizzato da Le Chat Noir APS, un’associazione attiva da anni sul territorio romano. Con numerosi spettacoli, cortometraggi e webserie prodotte, l’Associazione si è specializzata nel corso del tempo nell’elaborazione di proposte per bambini e ragazzi e in format innovativi (come il format “Shakespeare in wine”, ma anche i Festival per bambini di recente realizzazione “Il Giardino delle fiabe” e “Fiabe a Palazzo”).
La direzione artistica del Festival è ad opera di un giovane talento emergente: l’attrice, regista e autrice Annabella Calabrese. Protagonista al cinema di film presentati in importanti festival, come “Un nemico che ti vuole bene” di Denis Rabaglia (71° Festival di Locarno) nel quale condivide la scena con illustri colleghi come Diego Abatantuono e Sandra Milo, oltre ad aver un consolidato trascorso in veste di attrice, è un talento emergente anche nel campo della scrittura (è autrice e regista del cortometraggio “LOVE IS NOT ENOUGH” e della serie tv “Dreamland”, entrambi finanziati dal MIBACT) e della regia (il suo format “Shakespeare in wine” ha avuto negli ultimi dieci anni grande successo di critica e di pubblico). Sua, dunque, l’ideazione del Festival “Fiabe dal mondo” e la scrittura e la regia di ciascun spettacolo teatrale.
Ad affiancarla nella scrittura, nella regia e sul fronte organizzativo Daniele Esposito, anche lui insieme alla Calabrese ideatore del Festival, regista e autore e vincitore di numerosi premi tra cui il prestigioso Globo d’oro con il cortometraggio “Venti minuti” in concorso in più di 100 Festival in tutto il mondo e il Premio Amarcort 2016, la Menzione Speciale Pitch in The Day Roma Creative Contest 2017 e il Canary Islands International Film Market 2018 con il lungometraggio di animazione “A little bullet”. Sarà, inoltre, partner tecnico dell’evento il Th Roma – Carpegna Palace Hotel.
Per tutti gli eventi previsti nell’ambito del Festival è essenziale la prenotazione tramite Eventbrite o sul sito www.fiabedalmondo.it . L’intera programmazione si svolgerà a Villa Carpegna, Piazza di Villa Carpegna 1, Roma.
Segue il programma ufficiale:
PROGRAMMA
19 Settembre 2024 ore 17
Laboratorio di scrittura creativa “Inventa una storia”
Con Daniele Esposito e Annabella Calabrese
Per bambini e ragazzi dai 7 ai 12 anni
In questo laboratorio di scrittura creativa Daniele Esposito e Annabella Calabrese, autori di opere teatrali e cinematografiche per bambini e ragazzi e vincitori del Globo d’oro 2022, guideranno i giovani partecipanti nell’elaborazione di una fiaba ideata insieme, stimolando la loro fantasia e la loro capacità di esprimersi e arrivando a mettere in scena insieme quanto ideato.
MODALITÀ DI ACCESSO: GRATUITO CON PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA SU EVENTBRITE.
FRUIBILE ANCHE ONLINE SUI PROFILI SOCIAL DE: FIABE DAL MONDO
20 Settembre 2024 ore 17
Laboratorio di creazione di strumenti musicali
Con Ivana Labellarte
Per bambini e ragazzi dai 7 ai 12 anni
In questo divertente laboratorio un’esperta guiderà i partecipanti nella creazione di strumenti musicali partendo da elementi di riciclo come confezioni vuote di patatine o tappi di bottiglia. Nel corso del laboratorio ci si focalizzerà sia sul far “risuonare” gli strumenti creati, che sul rivestirli facendo prendere loro le sembianze di personaggi appartenenti al mondo delle fiabe.
MODALITÀ DI ACCESSO: GRATUITO CON PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA SU EVENTBRITE.
FRUIBILE ANCHE ONLINE SUI PROFILI SOCIAL DE: FIABE DAL MONDO
21 Settembre 2024 ore 10
Laboratorio di recitazione in lingua inglese
Con Craig Peritz e Anita Tenerelli
Per tutti (bambini e adulti)
Craig Peritz, attore, regista ed esponente dal 1997 del famoso Living Theatre di New York, coadiuvato dall’attrice Anita Tenerelli, fondatrice insieme a lui del gruppo THE TURNABOUT, guiderà grandi e piccini in giochi teatrali, improvvisazioni e interpretazione di scene in lingua inglese. I partecipanti potranno così esercitare al tempo stesso la loro creatività teatrale e le proprie conoscenze linguistiche.
MODALITÀ DI ACCESSO: GRATUITO CON PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA SU EVENTBRITE.
FRUIBILE ANCHE ONLINE SUI PROFILI SOCIAL DE: FIABE DAL MONDO
21 Settembre 2024 ore 11.30
FIABE DAL MONDO: English Fairy Tales
Spettacolo in inglese e in italiano
Con Craig Peritz e Anita Tenerelli di THE TURNABOUT APS
Per bambini dai 3 agli 11 anni
Da “Jack e il fagiolo magico” a “Peter il coniglio”: un meraviglioso viaggio nei classici della letteratura britannica interpretati in doppia lingua (inglese e italiano) da Craig Peritz e Anita Tenerelli. I due guideranno grandi e piccini in un viaggio con l’immaginazione tra streghe, folletti e giganti della tradizione inglese.
MODALITÀ DI ACCESSO: GRATUITO CON PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA SU EVENTBRITE.
FRUIBILE ANCHE ONLINE SUI PROFILI SOCIAL DE: FIABE DAL MONDO
22 Settembre 2024 ore 10
Laboratorio di creazione di burattini da elementi di riciclo e di educazione alla sostenibilità ambientale
Con Giovanna Cappuccio
Per bambini dai 5 ai 12 anni
In questo divertente laboratorio un’esperta guiderà̀ i bambini nella creazione di burattini utilizzando materiali di riciclo. Ed è così che un tappo di bottiglia, può diventare il naso di un orco o due vecchi bottoni gli occhi di cappuccetto rosso. Tramite questo laboratorio i bambini non impareranno solo a realizzare dei burattini in completa autonomia, ma impareranno anche alcune fondamentali regole dell’educazione ambientale, scoprendo quanto possa essere importante per il nostro pianeta imparare a riciclare e a rispettare l’ambiente.
MODALITÀ DI ACCESSO: GRATUITO CON PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA SU EVENTBRITE.
FRUIBILE ANCHE ONLINE SUI PROFILI SOCIAL DE: FIABE DAL MONDO
22 Settembre 2024 ore 11.30
MUSICHE DAL MONDO
Con il quartetto Sharareh e Vincenzo Iantorno
Per tutti
Un concerto per quartetto d’archi che ripercorre le più celebri musiche dedicate alle fiabe di tutto il mondo, dallo “Schiaccianoci” di Tchaikovsky alla colonna sonora de “La Bella e la Bestia”, passando per celebri capolavori contemporanei come “Up” della PIXAR. Il Quartetto Sharareh guiderà grandi e piccini in un meraviglioso viaggio musicale, accompagnato dalla lettura di alcune brevi fiabe a cura di Vincenzo Iantorno.
MODALITÀ DI ACCESSO: GRATUITO CON PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA SU EVENTBRITE.
FRUIBILE ANCHE ONLINE SUI PROFILI SOCIAL DE: FIABE DAL MONDO
27 Settembre 2024 ore 17
Fiabe d’oriente (Spettacolo itinerante)
Scritto e diretto da Annabella Calabrese e Daniele Esposito – con Annabella Calabrese, Giovanna Cappuccio, Vincenzo Iantorno e i partecipanti alla Residenza artistica “Fiabe dal mondo”
Per bambini dai 3 ai 99 anni
All’ingresso di Villa Carpegna i bambini verranno accolti dai personaggi più noti delle Fiabe tradizionali d’oriente che li guideranno in un viaggio alla scoperta delle splendide locations della villa e del patrimonio fiabesco asiatico. Qui potranno conoscere il piccolo Momotaro, un bimbo nato da una pesca che deciderà di sfidare i giganti, seguire Aladino e la principessa Badr al Budr nelle loro avventure e addentrarsi nella giungla assieme al bramino, la tigre e la volpe. Un’esperienza da non perdere adatta a tutta la famiglia!
LE FIABE RAPPRESENTATE IN QUESTO SPETTACOLO PARTONO DA FIABE TRADIZIONALI POPOLARI ARABE, INDIANE E GIAPPONESI.
Evento gratuito su prenotazione obbligatoria. Spettacolo accessibile da spettatori con disabilità motorie, visive e uditive (prevista audiodescrizione e descrizione LIS su prenotazione).
MODALITÀ DI ACCESSO: GRATUITO CON PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA SU EVENTBRITE.
FRUIBILE ANCHE ONLINE SUI PROFILI SOCIAL DE: FIABE DAL MONDO
28 Settembre 2024 ore 11
Fiabe dal vecchio continente (Spettacolo itinerante)
Scritto e diretto da Annabella Calabrese e Daniele Esposito – con Annabella Calabrese, Giovanna Cappuccio, Vincenzo Iantorno e i partecipanti alla Residenza artistica “Fiabe dal mondo”
Spettacolo scritto e messo in scena nell’ambito della Residenza artistica “Fiabe dal mondo”
Per bambini dai 3 ai 99 anni
All’ingresso di Villa Carpegna i bambini verranno accolti dai personaggi più noti delle fiabe tradizionali europee che li guideranno in un viaggio alla scoperta delle splendide locations della villa e del patrimonio fiabesco del vecchio continente (con fiabe rielaborate in chiave moderna tratte dai fratelli Grimm, Charles Perrault e Giambattista Basile). Qui potranno incontrare i piccoli Hansel e Gretel e seguirli nella casetta di marzapane, conoscere la principessa Bellinda e l’orribile Mostro che la tiene prigioniera, fino a raggiungere la bella addormentata e ad assistere al suo risveglio dopo cent’anni di maleficio! Un’esperienza da non perdere adatta a grandi e piccini!
LE FIABE RAPPRESENTATE IN QUESTO SPETTACOLO PARTONO DA FIABE TRADIZIONALI POPOLARI EUROPEE. Lo spettacolo sarà in questo evento al suo debutto.
Evento gratuito su prenotazione obbligatoria. Spettacolo accessibile da spettatori con disabilità motorie, visive e uditive (prevista audiodescrizione e descrizione LIS su prenotazione)
MODALITÀ DI ACCESSO: GRATUITO CON PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA SU EVENTBRITE.
FRUIBILE ANCHE ONLINE SUI PROFILI SOCIAL DE: FIABE DAL MONDO
28 Settembre 2024 ore 17
Fiabe dal nuovo continente (Spettacolo itinerante)
Scritto e diretto da Annabella Calabrese e Daniele Esposito – con Annabella Calabrese, Giovanna Cappuccio, Vincenzo Iantorno e i partecipanti alla Residenza artistica “Fiabe dal mondo”
Spettacolo scritto e messo in scena nell’ambito della Residenza artistica “Fiabe dal mondo”
Per bambini dai 3 ai 99 anni
All’ingresso di Villa Carpegna i bambini verranno accolti dai personaggi più noti delle Fiabe tradizionali dei nativi d’america che li guideranno in un viaggio alla scoperta delle splendide locations di Villa Carpegna e del patrimonio fiabesco del nuovo continente. Qui potranno incontrare la piccola Stella errante, prigioniera di Acane, il perfido genio del fiume, assistere alla storia d’amore tra la bella Tulipano e il dio del Sole e seguire, infine, le avventure di Cuzan la ribelle. Un’esperienza da non perdere adatta a grandi e piccini!
LE FIABE RAPPRESENTATE IN QUESTO SPETTACOLO PARTONO DA FIABE TRADIZIONALI POPOLARI AMERICANE. Lo spettacolo sarà in questo evento al suo debutto.
Evento gratuito su prenotazione obbligatoria. Spettacolo accessibile da spettatori con disabilità motorie, visive e uditive (prevista audiodescrizione e descrizione LIS su prenotazione)
MODALITÀ DI ACCESSO: GRATUITO CON PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA SU EVENTBRITE.
FRUIBILE ANCHE ONLINE SUI PROFILI SOCIAL DE: FIABE DAL MONDO
29 Settembre 2024 ore 11
Fiabe africane (Spettacolo itinerante)
Scritto e diretto da Annabella Calabrese e Daniele Esposito – con Annabella Calabrese, Giovanna Cappuccio, Vincenzo Iantorno e i partecipanti alla Residenza artistica “Fiabe dal mondo”
Spettacolo scritto e messo in scena nell’ambito della Residenza artistica “Fiabe dal mondo”
Per bambini dai 3 ai 99 anni
All’ingresso di Villa Carpegna i bambini verranno accolti dai personaggi più noti delle fiabe tradizionali africane che li guideranno in un viaggio alla scoperta delle splendide locations di Villa Carpegna e del patrimonio fiabesco del continente (con fiabe rielaborate in chiave moderna tratte da quelle raccolte da Nelson Mandela e Paul Radin). Qui potranno incontrare la giraffa vanitosa, assistere a come un piccolo bruco spaventerà tutta la savana e conoscere, infine, il bimbo d’oro e il bimbo d’argento. Un’esperienza da non perdere adatta a grandi e piccini!
LE FIABE RAPPRESENTATE IN QUESTO SPETTACOLO PARTONO DA FIABE TRADIZIONALI POPOLARI AFRICANE.
Evento gratuito su prenotazione obbligatoria. Spettacolo accessibile da spettatori con disabilità motorie, visive e uditive (prevista audiodescrizione e descrizione LIS su prenotazione)
MODALITÀ DI ACCESSO: GRATUITO CON PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA SU EVENTBRITE.
FRUIBILE ANCHE ONLINE SUI PROFILI SOCIAL DE: FIABE DAL MONDO
29 Settembre 2024 ore 17
Fiabe dall’Oceania (Spettacolo itinerante)
Scritto e diretto da Annabella Calabrese e Daniele Esposito – con Annabella Calabrese, Giovanna Cappuccio, Vincenzo Iantorno e i partecipanti alla Residenza artistica “Fiabe dal mondo”
Spettacolo scritto e messo in scena nell’ambito della Residenza artistica “Fiabe dal mondo”
Per bambini dai 3 ai 99 anni
All’ingresso di Villa Carpegna i bambini verranno accolti dai personaggi più noti delle Fiabe tradizionali oceaniche che li guideranno in un viaggio alla scoperta delle splendide locations di Villa Carpegna e del patrimonio fiabesco del continente (con fiabe rielaborate in chiave moderna tratte da storie, miti e leggende del continente oceanico). Qui potranno incontrare la piccola Kumaku, che riuscirà a prendersi gioco di due enormi giganti, seguire le avventure di Vivèna nella casa delle nuvole e scoprire come mai il koala ha perso la sua coda! Un’esperienza da non perdere adatta a grandi e piccini!
LE FIABE RAPPRESENTATE IN QUESTO SPETTACOLO PARTONO DA FIABE TRADIZIONALI POPOLARI OCEANICHE.
Evento gratuito su prenotazione obbligatoria. Spettacolo accessibile da spettatori con disabilità motorie, visive e uditive (prevista audiodescrizione e descrizione LIS su prenotazione)
MODALITÀ DI ACCESSO: GRATUITO CON PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA SU EVENTBRITE.
FRUIBILE ANCHE ONLINE SUI PROFILI SOCIAL DE: FIABE DAL MONDO
Dal 16 AL 29 Settembre 2024
“UN MONDO DI FIABE” Installazione audio e video
Durante l’intera durata del festival chiunque passeggerà per le viuzze di Villa Carpegna potrà accedere all’installazione audio video “Un mondo di fiabe” grazie alle sagome riportanti le illustrazioni dei personaggi protagonisti degli spettacoli rappresentati durante il Festival e ai QR CODE collegati. Inquadrando i qr code il pubblico potrà accedere a video animazioni dedicati a ciascun personaggio e a letture delle fiabe originali (Le mille e una notte, Perrault, Nelson Mandela, etc.) da cui sono tratti gli spettacoli.
DISEGNI E ANIMAZIONI DI DANIELE ESPOSITO. REGIA DI ANNABELLA CALABRESE E DANIELE ESPOSITO – CON ANNABELLA CALABRESE, GIOVANNA CAPPUCCIO, ROBERTO GIANNUZZI, VINCENZO IANTORNO, ROBERTO LUIGI MAURI
MODALITÀ DI ACCESSO: GRATUITO
Dal 16 al 26 Settembre 2024
Residenza artistica “Fiabe dal mondo”
Residenza artistica dedicata ad allievi attori e attrici italiani e stranieri under35 finalizzata alla scrittura e alla messa in scena di cinque spettacoli dedicate alle fiabe di tradizione popolare appartenenti ai cinque diversi continenti (Europa, Asia, Africa, America e Oceania) suddivise in base al paese di provenienza. Gli allievi attori verranno guidati in improvvisazioni finalizzate alla scrittura degli spettacoli da mettere in scena da Daniele Esposito e Annabella Calabrese, registi e autori specializzati nella drammatizzazione di fiabe popolari tradizionali, e affiancati da attori professionisti facenti parte della compagnia Le Chat Noir. Alla fine della residenza artistica gli stessi si misureranno nella messa in scena con il pubblico dal 27 al 29 Settembre 2024 in cinque diversi spettacoli teatrali al loro primo debutto.
PUBBLICO DI RIFERIMENTO Allievi attori under 35 italiani e stranieri.
MODALITÀ DI ACCESSO: GRATUITO con selezione su curriculum a numero chiuso.
PER INFO TEL. 3496159462
Come raggiungerci
VILLA CARPEGNA– Piazza di Villa Carpegna 1- Roma
linea metropolitana A (FERMATA CORNELIA) linee autobus 881, 46/, 98, 916, 791
Descrizione- La fotocamera Leica ,Bella lo è sempre stata, fin dall’inizio. Piccola, piatta, maneggevole, priva di fronzoli, ridotta all’essenziale: less is more. Nel 1914, quando costruì la prima macchina compatta con pellicola cinematografica 35 mm, Oskar Barnack aveva già individuato alcune soluzioni che si ritrovano come tratti distintivi anche nei modelli di Leica digitali più recenti. La Leica (ovvero la LEItz CAmera), che a causa della guerra non fu immessa sul mercato prima del 1925, segnò un radicale cambiamento nel mondo della fotografia: permise agli appassionati di accedere a uno strumento professionale, ma soprattutto questa nuova macchina, sempre a portata di mano e pronta all’uso, fece della fotografia una parte integrante della vita quotidiana. “I grandi maestri. 100 anni di fotografia Leica” illustra il mutamento radicale introdotto dalla diffusione della Leica, perfettamente inscritta nello spirito di una nuova epoca, sempre più rapida e convulsa. Non ci sono dubbi: la Leica era ed è un prodigio della tecnica ma anche un oggetto del desiderio, se non addirittura un feticcio. Soprattutto è uno “strumento” per realizzare immagini: grandi, sorprendenti, scioccanti, sbalorditive, o anche solo splendide o visivamente complesse. Immagini che documentano, informano, irritano, emozionano, e senza le quali la nostra cultura visiva sarebbe meno ricca.
Storia
Il nome del gruppo trae origine dalle iniziali del cognome dell’industriale tedesco Ernst Leitz, impegnato nel settore ottico e di precisione nella seconda metà del XIX secolo, e fondatore nel 1869 dell’Ernst Leitz Optisches Institut a Wetzlar, e dalle prime lettere di camera (che in tedesco significa macchina fotografica). Nel 1849 viene fondato l’Optische Institut da Carl Kellner a Wetzlar. Sotto Ernst Leitz viene creata nel 1869 la Ernst Leitz Werke. La società è dedicata alla costruzione di microscopi. All’inizio del XX secolo viene ampliata la gamma di prodotti con binocoli, episcopi e epidiascopi così come fotocamere.
In questo contesto viene sviluppata la Miniaturkamera, la prima macchina fotografica con pellicola 35 millimetri per cinefilm. Per il tempo di esposizione notevole il caricatore della grossa macchina non doveva essere più riaperto. Su questa base Oskar Barnack, all’epoca capo sviluppo della Leitz, costruì nel 1914 due prototipi di una macchina fotografica istantanea da 24 mm × 36 mm per suo utilizzo privato, il cui unico esemplare sopravvissuto è ora chiamato Ur-Leica.
Nel 2016 Leica stringe un accordo con l’azienda telefonicacineseHuawei per la progettazione delle fotocamere di alcuni suoi modelli (P9, P9 Plus, P10, P10 Plus, Mate 9, Mate 9 Pro, Mate 10, Mate 10 Pro, P20, P20 Pro, Mate 20, Mate 20 Pro, Mate 20 X, Mate X, P30, P30 Pro, Mate 30, Mate 30 Pro, P40, P40 Pro, Mate 40, Mate 40 Pro). 6 anni dopo, l’azienda tedesca si allea con Xiaomi e lancia un’app esclusiva per gli smartphone dell’azienda di Lei Jun che montano le fotocamere create appositamente.
Si può far risalire a Carl Kellner l’esordio di quelli che saranno i marchi Leitz e Leica, con la costituzione nel 1849 in Wetzlar dell’Optisches Institut, diventato poi Leitz nel 1869 con la conduzione unica di Ernst Leitz, seguita alla morte a soli 29 anni di Kellner. Kellner è stato un talento nella meccanica e nell’ottica, alla quale ha applicato i suoi studi matematici. In particolare, Kellner ha inventato un oculare corretto, noto oggi come oculare ortoscopico di Keller, con una nuova combinazione di lenti che ha migliorato, in maniera significativa per l’epoca, la qualità delle immagini, ottenendo dei sistemi altamente acromatici e corretti per le distorsioni geometriche. L’applicazione si rivolgeva particolarmente a telescopi e microscopi. L’attività dell’azienda veniva dal ’69 seguitata da Leitz, talento meccanico ed ugualmente autodidatta, artigiano e apprendista per una società tedesca che fabbricava attrezzature di laboratorio poi proseguita in Svizzera con un produttore di strumenti di precisione, orologi elettrici e telegrafi. Prima dipendente e un anno dopo socio di Kellner, cambiava in Optical Institute Belthle und Leitz, Wetzlar, vorm. C. Kellner, il nome dell’azienda.
Leica Geosystems[3] è una società Svizzera che sviluppa, produce e commercializza dispositivi di topografia e geodesia, come ad esempio GPS, tacheometri, livelli ottici e scanner 3D. Nata dalla fusione, avvenuta nell’inverno del 1987-1988, del produttore svizzero Wild Heerbrugg (1921), da Leitz Wetzlar e dai rami geodesia di Kern & Co. AG, la società si è frazionata a metà degli anni Novanta in diverse entità indipendenti, tutte acquisite da Hexagon AB nel 2005 per riformare il marchio “Leica Geosystems”. Hanno anche investito pesantemente in progetti di grandi dimensioni, come ad esempio quelli in altissima quota, tra cui il Monte Bianco.
LEItz CAmera
Nel 1869Ernst Leitz I fondò la Leitz. Alla morte del padre l’omonimo figlio Ernst II decise di entrare nel mondo della fotografia. Nel 1911Oskar Barnack, ingegnere proveniente dalla Zeiss, cercò di utilizzare la pellicola 35 mm per riprese cinematografiche inserendola in un caricatore, per creare una nuova tipologia di macchine fotografiche. Nacque così la fotocamera a pellicola 24X36 noto anche come “formato Leica” che troviamo sulle fotocamere ancora oggi.
Il frutto degli studi di Oskar Barnack fu la creazione del prototipo UR (1914), una fotocamera 35 mm con otturatore sul piano focale, con obiettivo 50 mm, slitta porta accessori e peso di 350 : g, questa fu la capostipite di tutte le fotocamere Leica e questa architettura fu la base di tutte le fotocamere 35 mm fino ai nostri giorni.
Con la crisi economica tedesca, Leitz si convinse a giocare la carta della produzione fotografica, fu coniato il nome Leica (LEItz CAmera) e nel 1925, alla fiera di Lipsia, fu presentata la Leica A, prima Leica di serie, ma ancora dotata di obiettivo fisso.
Seguì la Leica C, con analoghe caratteristiche migliorate dall’obiettivo intercambiabile con innesto a vite. Tale innesto (M39 o LTM) divenne uno standard de facto, ancora usato dopo il 2000.
Le forze armate tedesche nella seconda guerra mondiale vennero dotate di fotocamere Leica. La qualità, la rapidità di scatto, le dimensioni ridotte e la praticità delle Leica furono tali da renderle oggetto di copia in tutto il mondo: Leotax, Nicca e Canon in Giappone, Kardon negli USA, Reid in Inghilterra, FED e Zorki in URSS copiarono svariati modelli Leica.[4].
Nel dopoguerra la Leica si rinnova e si migliora; abbandonato il sistema di ottica a vite, la Leitz lancia sul mercato i modelli della serie M; fotocamere a telemetro con pratico innesto delle ottiche a baionetta. Tuttora è in corso la produzione delle Leica M con la MP e la M-A (Typ 127) a pellicola, la M11 digitale e altri modelli M speciali. La serie Leica M divenne ben presto la preferita da tantissimi fotoreporter dell’epoca, vista l’assoluta maneggevolezza, rapidità, affidabilità ed efficienza di queste fotocamere.
Nel 1964, spinta dal successo della reflex Nikon F (1959), Leitz introdusse la sua prima SLR: Leicaflex seguita, nel 1976, dalla SRL elettronica R3.
Il 5 marzo 2009 è cessata la produzione di Leica Reflex della serie R, la ditta ha dichiarato di voler puntare su un nuovo formato ibrido, quello della Leica S2
Attualmente la Leica si occupa anche di fotografia digitale e fornisce disegni e progetti di suoi obiettivi a dei marchi già affermati di fotografia digitale (come la serie Lumix di Panasonic) che poi provvedono in proprio alla produzione delle stesse.
Fu creata un’alleanza strategica con Fujifilm. Da questa alleanza venne alla luce nel 1998 la prima Digilux. Il prodotto era totalmente OEM con corpo esteticamente originale e prezzo non soddisfacente. La serie Laica comprendeva modelli Fuji, designati Leica Digilux, Leica Digilux Zoom e Leica Digilux 4.3. L’alleanza fu l’inizio di Leica nel mondo delle digitali compatte.
Cooperazione con Panasonic (dal 2002)
Leica con Matsushita/Panasonic trova un nuovo partner. Le videocamere digitali e le macchine fotografiche digitali Panasonic vengono fornite con lenti Leica. Leica nella cooperazione ha nel catalogo le serie Digilux, C-Lux, D-Lux e V-Lux.
Digilux (dal 2002)
All’inizio del 2002 nasce la Leica Digilux 1. Da questo modello (Design: Achim Heine) lo stile Leica è ancora più visibile.
Nel maggio 2004 viene presentata la Digilux 2. Questo modello segna miglioramenti nella logica di funzionamento. Il design è simile alla storica Leica M. L’obiettivo della Digilux 2 si posiziona ai vertici della categoria delle digitali compatte dell’epoca. La fotocamera viene prodotta fino al 2006.
Nel settembre 2006 al Photokina di Colonia viene presentata la Lumix DMC L 1 che a marchio Leica Digilux 3. È una fotocamera digitale SLR di Leica, con attacco per cambio ottica. Lo standard è Quattro Terzi, ma anche Sigma-, Panasonic- e Olympus con quattro terzi a baionetta. Con un adattatore è possibile montare i „vecchi“ R-Objektive – solamente con diaframma di lavoro. Al Photokina 2008 la Digilux 3 non fu più presente.
C-Lux (dal 2006)
Nel 2006 Leica presenta la serie ultracompatta C-Lux, sorella del modello Panasonic. Nel 2007 nasce la C-Lux 2 e presto nel 2008 la C-Lux 3, basate sul modello Panasonic Lumix DMC-FX37.
D-Lux (dal 2003)
Nel 2003 viene messa in commercio la compatta Leica D-Lux, un modello ristilizzato Leica della Panasonic DMC-F1. Nel 2008 viene alla luce la D-Lux 4, su base Panasonic Lumix DMC-LX3. Nel 2010 viene sostituita dalla D-Lux 5, su base Panasonic Lumix DMC-LX5.[5] Nel 2012 viene presentata al Photokina la D-Lux 6 e al Photokina 2014 la D-Lux (Typ 109).
Nel 2018 viene presentata la D-Lux 7.
V-Lux (dal 2007)
Nel 2007 esce la Leica V-Lux 1, basata sulla Panasonic Lumix DMC-FZ50. Fotocamera bridge con ottica 12-fach-Zoom Leica DC Vario-Elmarit con lunghezza focale f=7,4–88,8 mm (35–420 mm ASPH), presente anche sulla Lumix FZ30. Nel 2010 nasce la V-Lux 20, basata sulla macchina Panasonic Lumix DMC-TZ7. Come obiettivo un Leica DC-Vario-Elmarit 1:3,3–4,9/ 4,1–49,2 mm ASPH. (25–300 mm). Nel settembre 2010 il modello V-Lux 2 sostituisce la V-Lux 1, su base Panasonic Lumix DMC-FZ100. Il sensore montato è un 14.1 MP CMOS e l’obiettivo Leica DC Vario-Elmarit 2,8–5,2 / 4,5–108 mm ASPH. (25–600 mm).[6] Come risoluzione la V-Lux 2 può arrivare a 11 fotogrammi al secondo (fps) e con risoluzione ridotta (2,8 MP) a 60 fps.
Nel 2012 viene presentata la Leica V-Lux 3 sorella della Panasonic Lumix DMC-FZ150. L’ottica è Leica DC-Vario-Elmarit 1:2,8-5,2/ 4,5-108 (24-fach-Zoom). La risoluzione migliorata rispetto alla V-Lux-2, grazie al sensore da 12 Megapixel. La banda di passaggio per i dati sale (28 Mbps a 1080 p) le nuove schede di memoria classe 10 sono utilizzabili. Colori e nitidezza sono molto buone in luce ambiente durante le registrazioni video con la Leica V-Lux 3. Nell’autunno 2012 al Photokina viene presentata la V-Lux 4, con luminosità 2,8 su tutta la lunghezza focale disponibile.[7]
Gregorio VIl fu eletto Papa il 22 aprile 1073 -Articolo Prof.Arnaldo Casali-
Ildebrando di Sovana, eletto papa il 22 aprile 1073 con il nome di Papa Gregorio VII, scrisse la storia della Chiesa ben prima di salire sul soglio di Pietro. Combatté eresie, elaborò riforme moralizzatrici e orientò anche la stessa elezione e il pontificato dei suoi predecessori.
Ildebrando Aldobrandeschi era nato nel piccolo borgo toscano in provincia di Grosseto, intorno al 1020. A differenza dei suoi “colleghi” non veniva da una stirpe ricca e potente ma da un’umile famiglia. Dotato di grande intelligenza, temperamento energico e spiccato senso politico, si era fatto notare ben presto a Roma.
Ancora giovanissimo era entrato nel monastero di Santa Maria sull’Aventino dove suo zio era abate, dimostrando una forte personalità e ansia di rinnovamento per una Chiesa che appariva ormai completamente allo sbando.
“La cupidigia – lamentava san Pier Damiani – domina tutti e li fa schiavi. Il mondo presente non è che una fogna di invidie e di laidezze. Se le guide vengono a cadere, se la condotta dei preti è più perniciosa di quella dei laici, facilmente e fatalmente chi la seguirà cadrà dietro a loro”.
D’altra parte ormai, dai tempi della pornocrazia della “papessa” Marozia il trono di Pietro ha perso qualsiasi dimensione spirituale ed è diventato oggetto di scontri tra le grandi famiglie romane. Basti pensare che Teofilatto dei conti di Tuscolo – discendente di Marozia – diventa papa, con il nome di Benedetto IX, per ben tre volte. La prima nel 1032, quando ha appena 12 anni. Nel 1045, la sua condotta licenziosa e riprovevole ha talmente esasperato gli animi dei romani da suscitare una sommossa popolare. Istigata dai Crescenzi, nemici storici dei conti di Tuscolo, la rivolta porterà alla deposizione di Benedetto IX e alla elezione di di Silvestro III, detronizzato a sua volta dopo 50 giorni di pontificato dallo stesso Benedetto. Il quale, dopo soli 20 giorni, decide però di vendere il titolo a suo cugino Giovanni dei Graziani, che assume il nome di Gregorio VI.
A dispetto della modalità con cui ha assunto il potere, Giovanni è un ecclesiastico molto virtuoso e, scandalizzato dal comportamento del cugino, gli ha offerto una grossa somma di denaro in cambio delle dimissioni, d’accordo con il clero romano e con il preciso obiettivo di riportare la moralità sul trono di Pietro.
Insomma, per una volta si è trattato di “simonia a fin di bene”, attuata per debellare lo scandalo e lo scempio che papa Benedetto stava facendo della sede di San Pietro. Non a caso, se l’elezione di Gregorio suscita il plauso di Pier Damiani (“finalmente la colomba era tornata all’arca con il ramo d’ulivo”) come suo cappellano il nuovo papa sceglie proprio l’irreprensibile Ildebrando di Soana.
Enrico III, detto il Nero, in una miniatura del secolo XI
Ma al Sinodo di Sutri, convocato il primo maggio 1045 su richiesta dell’imperatore Enrico III, il papa confessa pubblicamente, “in buona fede e semplicità”, di aver comprato il soglio dal predecessore. Sarà costretto ad abdicare ed esiliato in Germania e passerà il resto dei suoi giorni nel monastero di Cluny, con il fedele Ildebrando.
Dopo la morte dell’ex papa nel 1047, il giovane monaco toscano prosegue gli studi a Colonia ed entra in contatto con i circoli più vivi della riforma ecclesiastica, dove conosce anche Brunone Egisheim-Dagsburg, parente dello stesso imperatore e vescovo di Toul.
Intanto proprio un tedesco – Suitgero dei signori di Morseleben e Hornburg – è diventato papa con il nome di Clemente II.
Per svincolare il potere papale dalle nefaste influenze delle famiglie patrizie romane, Clemente stabilisce che l’elezione al soglio pontificio dovrà partire da una designazione imperiale. È come passare dalla brace alla padella. Una “padella” che i successori di Clemente lotteranno a lungo per abbandonare.
Nel 1047 il papa accompagna l’imperatore in Germania e qui muore lasciando campo libero ai Conti di Tuscolo, che impongono ancora una volta il redivivo Benedetto IX. Anche in questo frangente, il tre volte papa si lascia convincere a dimettersi da un santo uomo,Bartolomeo, abate di Grottaferrata. Stavolta, però, senza soldi ma con un sincero pentimento. E una morte che – a scanso di equivoci – lo coglie poco dopo le dimissioni.
La successione non si rivela semplice: Aliardo, vescovo di Lione – segnalato da Enrico III – rifiuta. Accetta Poppone, vescovo di Brixten, con il nome di Damaso II, che morirà di febbre malarica dopo appena 23 giorni di pontificato.
Enrico allora, decide di convocare “in casa” – a Worms – un congresso di principi e di vescovi e fa eleggere Brunone, suo stretto collaboratore ma anche prelato intransigente e promotore dell’indipendenza del potere spirituale da quello temporale.
Leone IX in una immagine della Collectio leonina (sec. XI), biblioteca municipale di Berna
Brunone mostra subito di che pasta è fatto accettando l’incarico solo a condizione che ad eleggerlo siano – formalmente – il popolo e il clero romano. Chiama al suo fianco Ildebrando e insieme partono il giorno di Natale a piedi, vestiti come semplici pellegrini, alla volta di Roma, dove arrivano nel febbraio del 1049. “Sarei felice di ripartire se la mia elezione non fosse approvata dal vostro consenso unanime” dice Brunone al clero romano riunito, che lo incorona con il nome di Leone IX.
Il futuro santo inizia un’opera di moralizzazione dell’ambiente ecclesiastico lottando contro la simonia e il concubinaggio, percorrendo l’Europa in lungo e in largo, convocando ovunque sinodi e richiamando tutti alla disciplina e alla rettitudine. Impone il celibato ai preti e organizza un esercito per combattere i Normanni, che in Italia meridionale hanno sottratto territori alla Chiesa e si sono abbandonati al saccheggio di parrocchie e monasteri. Conduce personalmente le truppe pontificie, tanto da essere sconfitto e fatto prigioniero nel 1053. Intanto ha mandato Ildebrando in Francia per dirimere la controversia sulla natura dell’eucarestia, suscitata dal teologo Berengario di Tours.
Berengario nega infatti che durante la messa il pane e il vino diventino effettivamente corpo e sangue di cristo (la cosiddetta “transustansazione”) e afferma che ne sono solo il simbolo. La sua tesi viene condannata a Vercelli nel 1050 e a Parigi nel 1051, anche se la transustansazione diventerà un dogma di fede solo nel 1215.
Nel frattempo i rapporti con il patriarca di Costantinopoli sono ormai ai ferri corti. Ildebrando è ancora in Francia e il papa deve mandare l’assai meno diplomatico Umberto da Silvacandida, che fallirà miseramente la missione. Ormai lo scisma d’Oriente è imminente e Leone non potrà fare nulla per scongiurare la spaccatura tra Chiesa cattolica e Chiesa ortodossa, perché morirà proprio durante le trattative.
Per discutere la successione con l’imperatore, i romani mandano in Germania l’inossidabile Ildebrando e, dopo un anno, la scelta cade su Geberardo dei conti di Dollstein-Hirschberg. Come Leone, anche lui è parente di Enrico III, del quale è stato anche il cancelliere. Assumerà il nome di Vittore III, dopo il consenso del popolo di Roma chiesto da Ildebrando.
Vittore III (Desiderius di Montecassino)
Con l’aiuto di Ildebrando, suo fidato consigliere, Vittore inizia una vasta azione di riforme delle istituzioni, dei conventi e del clero continuando l’opera di Leone IX. L’obiettivo rimane sempre lo stesso: debellare la piaga della simonia e del concubinaggio, ma al tempo stesso anche limitare l’influenza dell’imperatore sulle questioni ecclesiastiche, a cominciare dall’elezione dello stesso papa, per il quale l’ex cancelliere rivendica ampia autonomia.
Vittore affida proprio a Ildebrando la riforma della Curia, e per sottrarla all’interferenza laica tanto delle famiglie romane quanto dell’imperatore, potenzia il ruolo dei dignitari del clero romano: diaconi, preti e vescovi detti “cardinali”, perché cardini della Diocesi di Roma.
Si vede già all’orizzonte la lotta per le investiture, ma i rapporti tra i due vertici d’Europa sono ancora ottimi: è proprio Vittore, infatti, ad assistere in punto di morte l’imperatore Enrico III, dal quale riceve in affidamento il piccolo Enrico IV.
Dopo la morte di Vittore i romani eleggono Federico di Lorena, che diventa papa Stefano IX senza alcuna designazione né approvazione imperiale. Il nuovo papa manda in Germania Ildebrando non solo per ottenere la benevolenza dell’imperatrice Agnese, ma anche per combattere il traffico delle dignità e delle cariche ecclesiastiche in terra tedesca. Quando il nostro torna a Roma, però, trova un altro pontefice: Stefano è morto nel 1058 e nonostante al capezzale abbia fatto giurare all’abate di Cluny Ugo e a tutti i cardinali presenti che non avrebbero eletto il suo successore prima del ritorno di Ildebrando, i nobili romani insediano velocemente Giovanni Mincio (ovvero “minchione”), della famigerata famiglia dei conti di Tuscolo e nipote di Benedetto IX, al quale rende omaggio scegliendo il nome di Benedetto X.
Contro l’eletto si solleva subito buona parte del cardinalato. Lo stesso san Pier Damiani, che in quanto vescovo di Ostia deve procedere alla consacrazione, si rifiuta definendolo un ignorante. È proprio Ildebrando, tornato dalla Germania, a prendere in mano la situazione: con una coalizione ecclesiastica e politica, il 18 aprile 1058 elegge Gerardo di Chevron e qualche mese dopo depone e scomunica Benedetto, facendone un antipapa.
Niccolò II, nato Gerard de Bourgogne (Chevron, 980 circa – Firenze, 27 luglio 1061), fu papa della Chiesa cattolica dal 24 gennaio 1059 alla sua morte.
Il nuovo pontefice, Niccolò II – coadiuvato da Pier Damiani e, ovviamente, da Ildebrando – continua la riforma della Chiesa: proibisce ancora una volta ai preti di prendere moglie e intima a chi ce l’ha di abbandonarla pena il decadimento, combatte strenuamente ogni forma di simonia e non tollera l’investitura dei vescovi da parte dei laici senza l’autorizzazione papale.
Ma la più importante riforma di Niccolò è quella che istituisce il Conclave per l’elezione del papa: il decreto “In nomine domini”riserva infatti l’elezione del sommo pontefice ai soli cardinali e elimina ogni interferenza da parte del clero, dei feudatari, del popolo romano e dell’imperatore, a cui viene riconosciuto il solo diritto di conferma.
La reazione tedesca è durissima: viene convocato addirittura un altro concilio che dichiara nulle le decisioni prese a Roma e il papa per difendere la “Liberatas Ecclesiae” è costretto ad allearsi con Roberto il Guiscardo, re dei Normanni.
Intanto Ildebrando deve occuparsi anche del ribelle Benedetto, che fa imprigionare nell’ospedale di Sant’Agnese e processare nuovamente. L’ex papa confessa di essere stato costretto ad accettare un’elezione non voluta e ammette tutte le sue colpe, ma si riconcilierà con Ildebrando solo poco prima di morire, nel 1074.
Nel 1061 Niccolò muore e Ildebrando – ormai indiscusso regista della politica vaticana – guida l’elezione di Anselmo da Baggio, che diventa papa Alessandro II e segue l’impostazione che il cardinale di Soana ha dato alla riforma curiale.
Alessandro dovrà fronteggiare l’antipapa nominato dall’imperatore Enrico IV, il vescovo di Roma Cataldo alias Onorio II, per quasi tutta la durata del suo pontificato. Lo scontro con il Sacro Romano Impero è ormai aperto e sono anni di guerre, sinodi, spargimenti di sangue e alleanze politiche, durante i quali Roma può contare sull’appoggio del re d’Inghilterra Guglielmo il Conquistatore e della Chiesa spagnola, fino a poco prima ostile.
La piazza del Pretorio di Sovana, nel grossetano, dove nacque Gregorio VII
La goccia che farà traboccare il vaso è la morte dell’arcivescovo di Milano Guido da Velate: Enrico IV, infatti, nomina vescovo Goffredo da Castiglione, mentre il papa sceglie Attone. È ’ iniziata ufficialmente la lotta per le investiture.
Alessandro II muore il 21 aprile 1073 e il giorno dopo, durante il suo funerale, il popolo romano acclama come suo successore lo stesso Ildebrando, riprendendosi a forza quel ruolo che gli era stato tolto dal decreto pontificio che proprio Ildebrando aveva elaborato.
Si è tornati, però, all’antico “furor di popolo” come non si vedeva dai tempi di Gregorio Magno, senza manipolazioni da parte delle famiglie romane. Per questo i cardinali, che condividono totalmente la scelta, approvano subito l’elezione e la formalizzano: il 22 maggio il monaco riceve l’ordinazione sacerdotale e il 30 giugno la consacrazione a vescovo di Roma con il nome di Gregorio VII.
Ildebrando Aldobrandeschi di Soana ha cinquant’anni, da venti governa la Curia romana con un ruolo da protagonista, ha lavorato a fianco di 8 papi e ne ha scelti almeno due: è già uno degli uomini più importanti dell’intera storia della Chiesa. Eppure il meglio deve ancora venire.
La sarda NINETTA BARTOLI fu la prima sindaca d’Italia
Il costume è quello del giorno della festa. Il corpetto bianco con le maniche a sbuffo, la lunga gonna a pieghe ricamata di fiori e il velo, a incorniciare un viso fiero.La sarda Ninetta Bartoli, prima sindaca d’Italia, si fa ritrarre così, nell’abito della tradizione, da solenne investitura.Una mano appoggiata sul fianco e occhi che guardano lontano, a quella scelta che nessuna prima di lei aveva fatto: governare il suo piccolo paese. Alle elezioni dell’Aprile 1946, si presenta come candidata sindaco. Con l’89% delle preferenze, conquistando 332 voti su 371, sbaraglia gli uomini avversari e viene eletta. È votata a furor di popolo, un vero e proprio plebiscito: diventa la prima sindaca della storia dell’Italia repubblicana.
È mater familias che sulla sua carrozza gira tra Borutta e Sassari per conoscere sempre meglio il territorio che amministra e capire come intervenire per migliorare le cose. Fa costruire l’acquedotto, il sistema fognario e porta l’energia elettrica in paese: una rivoluzione che cambia per sempre Borutta, trasformandola da un povero paese fossilizzato nel passato a un moderno centro civilizzato. Grazie a lei si edificarono case popolari e la scuola. Anche i ruderi della chiesa e del Monastero di San Pietro di Sorres ritornarono all’antico splendore. E se le casse comunali non consentivano di coprire le spese, lei stessa non esitava ad attingere al suo patrimonio pur di realizzare le opere che aveva in mente.Governò Borutta per 12 anni fino al 1958.
Biografia–Antonia Bartoli detta Ninetta (Borutta, 24 settembre1896 – Borutta, 1978) è stata una politicaitaliana, prima donna ad essere stata eletta sindaca in Italia– Nata da una famiglia nobile, Ninetta Bartoli (alcune fonti sostengono che avesse come secondo nome “Bartola”)[3] ebbe la possibilità di studiare presso l’istituto “Figlie di Maria” di Sassari, la scuola più esclusiva della città.
Avendo deciso di non volersi sposare e di rimanere nel suo paese, si avvicina all’ambiente culturale ecclesiastico locale dopo aver conosciuto il missionario Giovanni Battista Manzella.
Nel 1945, dopo la fine della guerra, divenne segretaria della sezione locale della Democrazia Cristiana. L’anno successivo, quando decise di candidarsi alla carica di sindaco, venne sostenuta dai membri più importanti della DC provinciale, principalmente dalla famiglia Segni.
Vinse le elezioni del 1946 con l’89% dei consensi, 332 voti su 371.[3] A partire da quel momento, restò in carica per 12 anni, fino al 1958, quando il suo partito smise di sostenerla.[7]
Il giorno del suo insediamento scelse di farsi fotografare con indosso il costume tradizionale di Borutta, quello utilizzato nelle occasioni importanti.[8]
Nel corso del suo mandato fece costruire le prime case popolari, le scuole elementari, l’asilo, il cimitero, il Municipio, l’acquedotto e l’impianto fognario. Istituì una cooperativa per la raccolta del latte e per la produzione del formaggio, una casa di riposo, una cooperativa agraria e avviò tutta una serie di iniziative per offrire posti di lavoro qualificati alle donne. Si occupò anche del patrimonio artistico; il restauro del complesso monastico di San Pietro di Sorres avvenne per opera sua, con l’investimento di soldi appartenenti a lei e alla sua famiglia. A partire dal 1955, venne fatta arrivare in quello stesso monastero una comunità di monaci benedettini, l’unica in Sardegna dopo molti secoli.[1][3]
Morì nel 1978 nel suo paese, a Borutta, dopo aver continuato a lavorare per la comunità anche in seguito alla fine del proprio mandato e ruolo istituzionale. Il comune di Borutta le ha intitolato un premio, dedicato a tutte le donne che si sono contraddistinte in ambito sociale, politico, economico o che hanno partecipato al lavoro in generale.[5]
Caschetto nero, naso appuntito, morbide spalle, fianchi che sa come agitare per meglio incantare il suo pubblico: tutto questo è Kiki, cantante, ballerina, modella; Kiki dall’eleganza ferina di un cervo; Kiki trasportata dalla gioia. Kiki, stella delle notti di Montparnasse, sulla Rive Gauche della Parigi degli anni Venti, una città la cui luce, negli anni fra le due guerre, brilla tanto da accecare. Ma Kiki, nata Alice Ernestine Prin, figlia illegittima dalle origini povere e oscure, è anche qualcos’altro per la platea bohémienne che assiste a quegli spettacoli: la compagna e musa di uno dei piú dirompenti artisti dell’epoca, Man Ray. S’incontrano in un caffè, nel 1921. Kiki è esuberante e provocatoria, a quel tempo la preferita da pittori come Calder e Modigliani; Man Ray è guardingo, taciturno, capace di pronunciare in francese solo poche frasi. Ma tanto basta a far scoppiare la passione: è l’inizio di una relazione romantica e artistica che non ha pari fra i contemporanei. Kiki è al suo fianco durante tante avventure creative che costruiranno la fama di Man Ray per la posterità, dal Violon d’Ingres a Noire et blanche, e questo è tutto ciò che il mondo ricorda di lei. Ma la verità, dispiegata per noi in queste pagine da Mark Braude, è che Kiki fu molto di piú. Non soltanto musa, modella e cantante, capace con la sua voce di consolare gli afflitti ubriachi nelle notti vellutate di Parigi, ma anche artista magnetica e irresistibile, pittrice dalla creatività esplosiva, che attirava le folle durante le proprie esposizioni, attrice nei primi film surrealisti, il cui memoir, corredato da un’introduzione di Ernest Hemingway, finí sulle prime pagine di tutti i quotidiani francesi. Una figura imprendibile, con cui la storia è stata ingenerosa. Con questa biografia, che è stata definita «un gioiello anni Venti» (Air Mail), «tanto irresistibile quanto dovuta» (Chicago Review of Books) e «di grande spessore storico» (National Book Review), Braude mescola ricerca accurata a una prosa brillante e poetica, dispiegando il racconto di una vita eccezionale che sfida tutti i nostri preconcetti sugli artisti e le loro muse e mettendo in discussione il confine, spesso poroso, fra i due.
Beat Edizioni-info@beatedizioni.it
RECENSIONI
«L’esuberante biografia di Braude ribilancia i pesi nella storia della Rive Gauche parigina, storia nella quale Kiki – modella e musa – viene considerata troppe volte soltanto un personaggio secondario». The New York Times
«Con una prosa vibrante, ammaliante quanto la sua stessa protagonista, questa avvincente biografia restituisce a Kiki il suo posto legittimo: quello di fulcro, di stella irradiante di Montparnasse». Toronto Star
«Un’inebriante scorribanda fra le gallerie e i nightclub della Francia fra le due guerre». Vogue
«Un libro irresistibile, come irresistibile fu Kiki». Jim Jarmusch
Roma- Nell’Abbazia di San Paolo fuori le mura, dopo mille anni, fu esposta la Bibbia carolingia dal 19 aprile al 29 giugno 2009-
La Bibbia carolingia si compone di 337 fogli di pergamena di pecora e di vitello, la copertura è in legno foderata di marocchino rosso. Ha 24 miniature bellissime e ancora “fresche”. Fu commissionata dal re Carlo il Calvo intorno all’anno 866 al monaco Ingoberto per farne dono al Papa Giovanni VIII.
Su questa Bibbia, durante il medioevo, giurarono fedeltà al Papa tutti gli imperatori .
Papa Gregorio VII decise, per motivi di sicurezza, di affidarla ai monaci benedettini dell’Abbazia di San Paolo. In occasione dell’anno paolino, i monaci benedettini, che da 730 anni sono i custodi della Tomba di San Paolo, hanno deciso di mostrarla al pubblico.
Il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato vaticano, dopo aver benedetto i locali dell’esposizione ha detto:” Questo evento è importante non solo dal punto di vista culturale ed artistico, ma anche per la riflessione sulla Parola di Dio, Parola viva, capace di vivificare le nostre esigenze: la Parola di Dio è infatti la vera , solida realtà. L’ammirazione di questa Bibbia sia l’occasione per vivere questa esperienza e costruire la nostra casa sulla roccia della Parola di Dio e non sulla sabbia, come è successo a L’Aquila, in Abruzzo. Chiedo inoltre a Dio il dono di saperlo ascoltare e, soprattutto per i visitatori e pellegrini in visita alla tomba di San Paolo, di riscoprirsi ascoltatori della Sua Parola”.
La Bibbia Carolingia fu esposta al pubblico, ingresso libero, nell’Abbazia di San Paolo fuori le mura ( via Ostiense, 186) fino al 29 Giugno 2009, dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 19.00-Ingresso libero.
Traduzione dal Nederlandese di Patrizia Filia-Rivista Atelier-
Breve biografia di INEKE HOLZHAUS è nata nei Paesi Bassi nel 1951. È poetessa, novellista, drammaturga, regista teatrale e insegnante di scrittura creativa. Per la radio olandese ha realizzato programmi letterari e d’arte. Durante i festival Poetry International a Rotterdam e Maastricht Poetry Nights ha presentato poesie tradotte in nederlandese di poeti invitati. Nel 2008 esce la sua raccolta Hond in Pompeï, nel 2011 Waar je was; seguono nel 2014 Bovengronds e nel 2016 Blijven en Weggaan. Nel 2015 le venne assegnato il premio HofvijverPoëzie.
Traduzione dal Nederlandese di PATRIZIA FILIA (1953) vive e lavora nei Paesi Bassi dal 1982. È regista teatrale, drammaturga, scrittrice e traduttrice. Pubblica in Olanda nel 2016 il ricordo In de Mokumse jaren; nel 2018 il ciclo poetico Astarte, le traduzioni Il solitario con poesie di Jan Jacob Slauerhoff e Blues con poesie di Kees Klok; nel 2019 la raccolta di testi teatrali Theaterteksten e il ciclo poetico Diarium belli. Nello stesso anno esce in Italia, da Edizioni Ensemble, la traduzione L’eterna imbarcazione con 121 poesie di Jan Jacob Slauerhoff.
IN BICICLETTA
L’asfalto scintilla sibilando di pioggia
– se guardi bene vedi, guarda –, la sua
voce persa incontaminatamente vicina
tuo padre parla al tuo berretto sul seggiolino
davanti e grida forte più tardi dietro
nomi di vie di pittori ed eroi, s’arrotola
con una mano una sigaretta, l’accende
ha una risposta ancora prima di chiedere, pesca
libri nella sua libreria, li apre ai tuoi occhi
– vedi come la luce squarcia le nuvole
pigmentate, le mani di Hals, la pura
Madonna fiamminga con pargolo. Leggi, guarda
viaggia, ogni secondo conta anche se dormi –
e non sai se la sua mano è ancora posata sulla
tua schiena, il suo fiato sul collo o se tu già vai
ti spinge, corre accanto alla tua bicicletta
– sì vai pure
libera
GIARDINO CHIUSO
*
Lui in piedi sotto gli uccelli, nomina le loro code
e le tonalità canterine, il suo pensiero fluisce
il cespuglio in quelle more nere estati porta
in autunno ricamata scorza fiorita, ali
gli si avvolgono attorno, becchi chiacchierano
avidi nella sua voliera senza rete.
Quanto vuoto è lui nutrendoli di semi delicati
un cranio bianco su cui picchi muratori
ticchettano spietati fresche parole.
*
Fuori dall’aia corni da caccia, clacson
grida, due caprioli riescono a scampare
vivi, i loro biondi didietro trionfano
sui canini di cani nervosi.
Nella casa il suo schermo spande gli ultimi
messaggi – cinture esplosive forse nascoste
sotto festosi fuochi d’artificio, anche ciclofurgoni
per il trasporto di bimbi corrono pericolo, vittime
sono riposte – l’immagine s’inceppa, si smorza
gli uccelli tacciono, si riparano, giungono gufi
ed anche la notte inghiotte il giardino.
METEO
Non tagliammo più la paglia
lasciammo che il giorno ci scivolasse dalle mani
solo un fresco succo ci tenne svegli, uve
contro il muro succhiarono quanto restava
dell’umidità di un suolo pietroso –
verificammo la meteo, c’imbattemmo in profughi
su barche, imparammo parole contemporanee –
e domani di nuovo senza pioggia, accogliemmo
mosse immagini d’anatroccoli
salvati in un pozzo, guardammo filmini d’animali
contro decapitazioni in nome di un dio
ci rotolammo su letti smarriti
udimmo mucche smagrite invocare cibo
ma non più a vicenda, aspettammo la pioggia
tememmo la grandine, ci tememmo a vicenda, fino
a quando la pioggia cadde, scorse nei ruscelli, fiumi
per il raccolto, gli animali, per più tardi.
Fotografia di proprietà dell’autrice.
OP DE FIETS
Het asfalt glanst suizend van regen
– als je goed kijkt zie je, kijk –, zijn
verloren stem onbedorven dichtbij
je vader praat tegen je muts in het zitje
voorop en roept luider later achterom
straatnamen van schilders en helden, rolt
met één hand een sigaret, steekt hem op
weet antwoord voor je iets vraagt, vist
boeken uit zijn kast, slaat ze voor je open
– zie je hoe het licht barst uit de wolken
van verf, de handen van Hals, de zuivere
Vlaamse Madonna met kind. Lees, kijk
reis, iedere seconde telt ook als je slaapt –
en je weet niet of zijn hand nog op je rug
ligt, zijn adem in je hals of dat je zelf al gaat
hij duwt je aan, rent naast je fiets
– ja ga maar
los
ja ga
BESLOTEN TUIN
*
Hij staat recht onder de vogels, benoemt
hun staart en zangtonen, zijn denken stroomt
de struik in die zomers zwarte bessen draagt
geborduurd bloemvlies in het najaar, vleugels
winden zich om hem heen, snavels kletsen
gretig in zijn volière zonder gaas.
Hoe leeg is hij als hij ze fijne zaden voert
een witte schedel waarin boomklevers
onbarmhartig verse woorden tikken.
*
Buiten de haag jachthoorns, claxons
kreten, twee reeën weten te ontkomen
levend, hun blonde konten triomferen
over hoektanden van nerveuze honden.
In het huis strooit zijn beeldscherm laatste
berichten – bomgordels misschien verborgen
onder feestelijk vuurwerk, ook bakfietsen
voor peutervervoer lopen gevaar, slachtoffers
zijn geborgen – het beeld hapert, dooft uit
de vogels vallen stil, schuilen, uilen komen
en ook de nacht neemt de tuin in zich op.
MÉTÉO
We sneden het strogras niet meer
lieten de dag uit onze handen glijden
alleen koel sap hield ons wakker, druiven
tegen de muur zogen wat er nog aan vocht
te vinden was uit de versteende grond –
we toetsten météo, stuitten op vluchtelingen
in boten, leerden hedendaagse woorden –
en morgen weer geen regen, ontvingen
bewegende beelden van eendenkuikens
gered uit een put, dierenfilmpjes ingezet
tegen onthoofdingen in naam van een god
we rolden ons om op verdwaalde bedden
hoorden vermagerde koeien roepen om voer
maar wij elkaar niet meer, wachtten op regen
vreesden de hagel, vreesden elkaar, tot
het water viel, stroomde in beken, rivieren
voor het gewas, voor de dieren, voor later.
Breve biografia di
è nata nei Paesi Bassi nel 1951. È poetessa, novellista, drammaturga, regista teatrale e insegnante di scrittura creativa. Per la radio olandese ha realizzato programmi letterari e d’arte. Durante i festival Poetry International a Rotterdam e Maastricht Poetry Nights ha presentato poesie tradotte in nederlandese di poeti invitati. Nel 2008 esce la sua raccolta Hond in Pompeï, nel 2011 Waar je was; seguono nel 2014 Bovengronds e nel 2016 Blijven en Weggaan. Nel 2015 le venne assegnato il premio HofvijverPoëzie.
Traduzione dal Nederlandese di PATRIZIA FILIA (1953)vive e lavora nei Paesi Bassi dal 1982. È regista teatrale, drammaturga, scrittrice e traduttrice. Pubblica in Olanda nel 2016 il ricordo In de Mokumse jaren; nel 2018 il ciclo poetico Astarte, le traduzioni Il solitario con poesie di Jan Jacob Slauerhoff e Blues con poesie di Kees Klok; nel 2019 la raccolta di testi teatrali Theaterteksten e il ciclo poetico Diarium belli. Nello stesso anno esce in Italia, da Edizioni Ensemble, la traduzione L’eterna imbarcazione con 121 poesie di Jan Jacob Slauerhoff.
Biblioteca DEA SABINA
-La rivista «Atelier»-
http://www.atelierpoesia.it
La rivista «Atelier» ha periodicità trimestrale (marzo, giugno, settembre, dicembre) e si occupa di letteratura contemporanea. Ha due redazioni: una che lavora per la rivista cartacea trimestrale e una che cura il sito Online e i suoi contenuti. Il nome (in origine “laboratorio dove si lavora il legno”) allude a un luogo di confronto e impegno operativo, aperto alla realtà. Si è distinta in questi anni, conquistandosi un posto preminente fra i periodici militanti, per il rigore critico e l’accurato scandaglio delle voci contemporanee. In particolare, si è resa levatrice di una generazione di poeti (si veda, per esempio, la pubblicazione dell’antologia L’Opera comune, la prima antologia dedicata ai poeti nati negli anni Settanta, cui hanno fatto seguito molte pubblicazioni analoghe). Si ricordano anche diversi numeri monografici: un Omaggio alla poesia contemporanea con i poeti italiani delle ultime generazioni (n. 10), gli atti di un convegno che ha radunato “la generazione dei nati negli anni Settanta” (La responsabilità della poesia, n. 24), un omaggio alla poesia europea con testi di poeti giovani e interventi di autori già affermati (Giovane poesia europea, n. 30), un’antologia di racconti di scrittori italiani emergenti (Racconti italiani, n. 38), un numero dedicato al tema “Poesia e conoscenza” (Che ne sanno i poeti?, n. 50).
Direttore responsabile: Giuliano Ladolfi Coordinatore delle redazioni: Luca Ariano
Redazione Online Direttori: Eleonora Rimolo, Giovanni Ibello Caporedattore: Carlo Ragliani Redazione: Mario Famularo, Michele Bordoni, Gerardo Masuccio, Paola Mancinelli, Matteo Pupillo, Antonio Fiori, Giulio Maffii, Giovanna Rosadini, Carlo Ragliani, Daniele Costantini, Francesca Coppola.
Redazione Cartaceo Direttore: Giovanna Rosadini Redazione: Mario Famularo, Giulio Greco, Alessio Zanichelli, Mattia Tarantino, Giuseppe Carracchia, Carlo Ragliani.
Contattaci
http://www.atelierpoesia.it
La rivista «Atelier» ha periodicità trimestrale e si occupa di letteratura contemporanea.
direzioneatelierpoesiaonline@gmail.com
Per tutte le comunicazioni e proposte per Atelier Online, sia di pubblicazione di inediti che di recensioni vi preghiamo di scrivere al seguente indirizzo mail di direzione: eleonorarimolo@gmail.com
Questo sito usa i cookie per migliorare la tua esperienza. Chiudendo questo banner o comunque proseguendo la navigazione nel sito acconsenti all'uso dei cookie. Accetto/AcceptCookie Policy
This website uses cookies to improve your experience. We'll assume you're ok with this, but you can opt-out if you wish.Accetto/AcceptCookie Policy
Privacy & Cookies Policy
Privacy Overview
This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.