Eugenio Montale: Fuori di casa – Ricciardi 1969 (prima edizione)
La seconda raccolta di prose di MONTALE EUGENIO.
Descrizione
Secondo libro di prose montaliane (dopo Farfalla di Dinard), Fuori di casa raccoglie scritti di viaggio che risalgono al periodo 1946-1964: un vero e proprio diario di esperienze di vita composto di servizi giornalistici, appunti, ritratti o racconti minimi. I luoghi visitati vanno dalle natie Cinque Terre ai Paesi europei fino al Medio Oriente; che sia inviato dal suo giornale o in vacanza, Montale osserva il mondo con sguardo curioso e attento: un occhio alle “cose”, l’altro sempre teso a seguire, nelle “cose” stesse, la nascita della propria poesia. Vera miniera di commenti e suggestioni utili per comprendere la poesia montaliana, pur nella varietà delle occasioni che lo hanno generato, questo è un libro di esemplare compiutezza formale. Ricercata prima edizione. Cfr. Gambetti-Vezzosi (Rarità bibliografiche del Novecento italiano, p. 554): “Comprende 49 prose apparse sul Il Corriere della Sera e Il Corriere d’Informazione tra il 14 ott. 1946 e il 7 genn. 1964.
Spesso, per ritornare alla mia casa
prendo un’oscura via di città vecchia.
Giallo in qualche pozzanghera si specchia
qualche fanale, e affollata è la strada.
Qui tra la gente che viene che va
dall’osteria alla casa o al lupanare,
dove son merci ed uomini il detrito
di un gran porto di mare,
io ritrovo, passando, l’infinito
nell’umiltà.
Qui prostituta e marinaio, il vecchio
che bestemmia, la femmina che bega,
il dragone che siede alla bottega
del friggitore,
la tumultuante giovane impazzita
d’amore,
sono tutte creature della vita
e del dolore;
s’agita in esse, come in me, il Signore.
Qui degli umili sento in compagnia
il mio pensiero farsi
più puro dove più turpe è la via.
Dal Canzoniere di Umberto SABA-
Umberto Saba
Umberto Saba
Brevissima biografia di Umberto Saba, pseudonimo di Umberto Poli (Trieste, 9 marzo 1883 – Gorizia, 25 agosto 1957), è stato un poeta, scrittore e aforista italiano.Il pseudonimo Saba, che in ebraico significa “pane”, è un omaggio alla balia che lo ha allevato nei primi anni di vita e che portava il cognome Sabaz. La madre di Saba, ebrea, è abbandonata dal marito prima della nascita di Umberto (che conoscerà il padre solo nel 1905). Percorre un’irregolare carriera scolastica, finché non si impiega come praticante in un’azienda commerciale. Nel 1903 pubblica a proprie spese la raccolta di versi Il mio primo libro di poesia. Iniziano a manifestarsi i primi sintomi della nevrastenia che lo affliggerà per sempre e che lo porterà, nel 1929, a sottoporsi a terapia psicanalitica presso un allievo di Sigmund Freud. Nel 1921 Saba pubblica tutta la sua produzione poetica in un volume intitolato Canzoniere. Il titolo è poi ripreso anche per la prima edizione del volume pubblicato nel 1945, che raccoglie tutte le opere precedenti. Altre successive liriche confluiscono nell’edizione del 1948 e poi in quella postuma del 1961.
Umberto Saba
Umberto Saba, poetica
La poetica di Saba è incentrata su una poesia onesta che sappia rivelare il senso profondo delle cose. Non è alla ricerca di parole raffinate ed eleganti, poiché ritiene che la bellezza non debba interessare più della verità. La realtà da cogliere per Saba è quella quotidiana, quella sotto gli occhi di tutti.
La brama è il termine letterario con cui Saba indica il concetto Freudiano di libido, ovvero i desideri irrisolti o perché censurati dalla società o perché condannati dalla stessa persona, racchiusi e sepolti nell’inconscio.
Cenni biografici di Eugenio Montalenasce a Genova il 12 ottobre 1896 in una famiglia borghese, ultimo di sei figli, il padre ha una ditta che importa prodotti chimici, in cui via via trovano impiego i figli. Montale compie studi irregolari, si diploma ragioniere nel 1915. In gioventù per un breve periodo studia canto per diventare baritono. Prende parte come ufficiale volontario in Trentino agli ultimi mesi della prima guerra mondiale. Dopo la guerra comincia a scrivere poesie e a conoscere scrittori, critici, poeti, artisti. Trascorre le estati nella casa di famiglia a Monterosso al Mare nelle Cinque Terre liguri. Qui conosce Anna degli Uberti, ragazza sedicenne, che il poeta ricorderà in alcune sue poesie come Annetta o Arletta (La casa dei doganieri, Il balcone, Ah). Montale cerca lavoro, non vuole rimanere disoccupato. Conosce nell’inverno 1923-24 Roberto Bazlen (Bobi), intellettuale triestino, che gli fa conoscere le opere di Svevo, Kafka, Musil. 1925-1939: “Ossi di Seppia”, il Gabinetto Vieusseux, Drusilla Tanzi, Irma Brandeis, “Le Occasioni” Nel 1925 esce a Torino per i tipi del “Baretti” di Pietro Gobetti la prima raccolta di poesie “Ossi di seppia” . Collabora con varie riviste letterarie, su “L’Esame” pubblica “Omaggio a Italo Svevo”. Continua a cercare un impiego a Milano o a Firenze; nell’estate del 1926 è ospite di Svevo a Trieste, conosce anche Saba con cui stringe amicizia. All’inizio del 1927 si trasferisce a Firenze in attesa di un impiego presso la casa editrice Bemporad, collabora con varie riviste letterarie, tra cui “Solaria”, si lamenta della propria paga. Conosce Drusilla Tanzi, chiamata “Mosca”, che diverrà in seguito sua compagna e moglie. Nel 1929 viene assunto come direttore del Gabinetto Vieusseux di Firenze, un’antica istituzione culturale fondata nel 1819 dal banchiere ginevrino Giovan Pietro Vieusseux. Comincia a viaggiare Parigi, Londra, Vienna. Nella primavera del 1933 conosce Irma Brandeis, una giovane americana sua ammiratrice, inizia una relazione che durerà fino al 1939, quando la giovane donna torna negli Stati Uniti per fuggire dalle leggi razziali, Irma è ebrea. Nel 1938 perde l’incarico di direttore del Gabinetto Vieusseux perché non è scritto al Partito Nazionale Fascista. Va a vivere con Drusilla Tanzi. Alla fine del 1939 la casa editrice Einaudi pubblica “Le Occasioni” dedicate “a I.B.”, Irma Brandeis. 1940-1956: la guerra, il “Corriere della Sera”, “Finisterre”, “La bufera e altro”. Durante la guerra vive a Firenze con Drusilla Tanzi, nella loro casa ospitano amici ebrei costretti a nascondersi, Umberto Saba, Carlo Levi; si mantiene lavorando per case editrici e giornali e traducendo autori inglesi e spagnoli. Esce a Lugano nel 1943 “Finisterre” che raccoglie le poesie scritte tra il 1940-42 che poi confluiranno in “La bufera e altro”. Nel 1946 inizia a scrivere per “Il Corriere della Sera” dove viene assunto come redattore nel 1948, scrive articoli, non solo letterari, e “coccodrilli”, nel gergo giornalistico necrologi, pubblica mediamente più di cento articoli l’anno. Gli articoli scritti per il giornale sono pubblicati nelle raccolte “Farfalla di Dinard”, Auto da fé”, “Sulla poesia”, “Fuori di casa”. Si trasferisce a Milano, viaggia per lavoro Londra, Beirut, New York, Strasburgo, Parigi. Nel 1956 esce a Venezia la prima edizione del terzo libro di poesie “La bufera e altro”.
1957-1981: muore la “Mosca”, le lauree honoris causa, il premio Nobel, le ultime raccolte:“Satura”, “Diario del ’71 e del ’72”, “Quaderno di quattro anni”. Nel 1962 sposa Drusilla Tanzi, che muore l’anno dopo. Continua a lavorare per “Il Corriere” e a viaggiare per conferenze e servizi giornalistici. Riceve la laurea in Lettere e Filosofia honoris causa a Milano e a Roma. Nel 1971 esce “Satura”, nel 1973 “Diario del ’71 e del ’72”. Nel 1975 riceve il Premio Nobel per la Letteratura. Nel 1977 esce l’ultima raccolta di poesie “Quaderno di quattro anni”. Muore a Milano nel 1981, riposa a Firenze accanto alla moglie.
Casperia(Rieti)- Torna ARTEr.i.e., rassegna di ipotesi espressive.
CASPERIA- 1 settembre 2023-Dopo il grande successo dello scorso anno a Montopoli di Sabina, torna ARTEr.i.e. | Rassegna di Ipotesi Espressive, in un nuovo paese, Casperia, nel suo format originale fatto di quattro serate ricche di percorsi colorati, vicoli, piazzette e artisti divisi per diverse categorie.
Da due anni, ARTEr.i.e. ha deciso di diventare un progetto itinerante e di far scoprire, a tutto il pubblico che la segue ormai da anni, una bellezza della Sabina diversa per ogni edizione, la numero 17 invaderà (pacificamente!) le stradine di Casperia, bellissimo borgo della Sabina, nonché Bandiera Arancione del Touring Club Italiano, dal 7 al 10 settembre 2023.
Ma cosa accade ad Arterie? Ogni sera alle 20:30 la Samba precario marching band darà il via alle danze in Piazza del Municipio. Le vie del centro storico si trasformano in veri percorsi artistici, uno dedicato ad ogni arte: c’è il cinema (percorso giallo), le arti visive (percorso blu), il teatro (percorso rosso), la letteratura e la poesia (percorso rosa), la danza (percorso arancione), la musica vocale e strumentale (percorso verde), le arti di strada e la giocoleria (percorso bianco).Dalle ore 21:00, tanti artisti famosi e non si susseguono lungo le colorate arterie del Festival sabino, quest’anno per esempio, il percorso Cinema sarà arricchito dalla presenza di due rinomati registi del panorama italiano Alessio Maria Federici (che sabato 9 settembre parlerà di uno dei suoi film più famosi “(Im)Perfetti Criminali”) e Giuseppe Bonito (che domenica 10 settembre intratterrà il pubblico raccontando aneddoti e curiosità dal film “Figli”).
Al termine dei percorsi, pubblico e artisti possono scegliere a quale evento finaleassistere tra i due palchi principali: il primo appositamente allestito sotto le mura del paese (PALCO A) ed il secondo in Piazza San Giovanni Battista (PALCO B). Questo il programma degli eventi finali:
Giovedì 7 settembre, presso il PALCO A, sarà un susseguirsi di performance, cominciano dalle ore 19.00, le Majorettes di Casperia che delizieranno grandi e piccini con loro performance ed una lezione spettacolo aperta a tutti, alle ore 23.00 Raindog in concerto con le loro sonorità electro-pop; alle ore 23.30 presso il PALCO B serata dedicata alla divulgazione scientifica fatta con originalità e freschezza, grazie a Entropy for life in “La storia della vita sulla terra, 75 milioni di anni al minuto”.
Venerdì 8 settembre, dalle ore 23.30, presso il PALCO A si balla e ci si scatena con La Perros Mojados in concerto, mentre il PALCO B ospita dalle ore 23:30 Carlo Amleto Show con il suo CONSENZAPICANTOUR, uno spettacolo musicale, comico, irriverente, ma allo stesso tempo dotato di una profonda sensibilità.
Sabato 9 settembre, il PALCO A alle ore 18.00 è dedicato alla danza con Life Dance School, dalle ore 23:00, invece, è tutto per i 30 Anni di Aspra Posse, una delle realtà musicali più longeve ed apprezzate della Sabina, pionieri del movimento reggae hip hop Italiano dal Lontano 1993; ospiti d’eccezione della serata: Lion D, The right stuff and The living harmonies in concerto. Il PALCO B invece dalle ore 23:30 avrà l’onore di ospitare “Io che amo solo te” di Alessandro Di Marco e Lucilla Lupaioli, uno spettacolo intenso, un viaggio eroico, doloroso ed entusiasmante: il percorso verso l’accettazione di sé, non sempre agevole, spesso, anzi, impervio e difficile.
Domenica 10 settembre, il PALCO A dalle ore 18.00, ospita nuovamente performance di danza con Life Dance School, mentre dalle ore 23.00 si canta, salta e balla con le sonorità folk, rock, prog, ethnic e pop di Falegnameria Marri; il PALCO B dalle 23:30, sarà solcato dai passi di “Imprintings”, spettacolo di danza di Uscite di Emergenza Dance Company, intenso e sensibile, capace di poter stampare nella memoria dello spettatore attimi di esperienza, immagini, suoni, contatti e movimenti.
Ad arricchire il programma degli eventi speciali, si sommano anche gli aperitivi letterari, da venerdì 8a domenica 10 settembre, presso Piazza San Giovanni Battista, a partire dalle ore 17:45, saranno presentate dai loro autori opere poetiche, romanzi, racconti di viaggio, fanzine e saggi intervallati da brevi concerti e ricercati manicaretti della nostra cucina. Da segnalare, domenica 10 settembre, l’incontro con la dott.ssa Maria Rita Parsi.
Ma non finisce qui! Domenica 10 settembre 2023, dalle ore 16:30, il Piazzale Oddo Valeriani ed i due cortili della Scuola si animano di laboratori, attività, giochi e tante sorprese con ARTEr.i.e. dei Piccoli, una festa dove i protagonisti indiscussi sono tutti quei bambini pronti a sporcarsi, giocare, cantare, costruire, riciclare, mangiare, mascherarsi, truccarsi, ascoltare e inventare storie… All’interno del ricco programma, ci sarà anche il laboratorio di movimento e albi illustrati “Moving Kids” a cura di Silvia Gatti e alle 18.30 si balla e si canta con i Cartoon-Gnao, gruppo vocale di quattro elementi che ripercorre la storia delle sigle dei cartoni animatidagli anni ‘70 ad oggi.
Vieni ad Arterie come pubblico, artista, appassionato di arte e tieniti pronto ad una scorpacciata di meraviglia, colori e buon cibo con il nostro stand gastronomico, ogni sera ricco di prelibatezze e piatti della tradizione Sabina, sì ci saranno anche le ormai famose rinomate famose pizze di Arterie.
Goliarda Sapienza -Poesia “L’università di Rebibbia”-
“L’università di Rebibbia”.
A mia madre
Quando tornerò
sarà notte fonda
Quando tornerò
saranno mute le cose
Nessuno m’aspetterà
in quel letto di terra
Nessuno m’accoglierà
in quel silenzio di terra
Nessuno mi consolerà
per tutte le parti già morte
che porto in me
con rassegnata impotenza
Nessuno mi consolerà
per quegli attimi perduti
per quei suoni scordati
che da tempo
viaggiano al mio fianco e fanno denso
il respiro, melmosa la lingua
Quando verrò
solo una fessura
basterà a contenermi e nessuna mano
spianerà la terra
sotto le guance gelide e nessuna
mano si opporrà alla fretta
della vanga al suo ritmo indifferente
per quella fine estranea, ripugnante
Potessi in quella notte
vuota posare la mia fronte
sul tuo seno grande di sempre
Potessi rivestirmi
del tuo braccio e tenendo
nelle mani il tuo polso affilato
da pensieri acuminati
da terrori taglienti
potessi in quella notte
risentire
il mio corpo lungo il tuo possente
materno
spossato da parti tremendi
schiantato da lunghi congiungimenti
Ma troppo tarda
la mia notte e tu
non puoi aspettare oltre
E nessuno spianerà la terra
sotto il mio fianco
nessuno si opporrà alla fretta
che prende gli uomini
davanti a una bara.
Breve biografia di Goliarda Sapienza (1924-1996) nacque a Catania da famiglia socialista rivoluzionaria.A partire dai sedici anni visse a Roma, dove studiò all’Accademia di Arte Drammatica. Negli anni Cinquanta e Sessanta recitò come attrice di teatro e di cinema lavorando, tra gli altri, con Luchino Visconti (in Senso), Alessandro Blasetti e Citto Maselli. Al suo primo romanzo, Lettera aperta (1967), seguirono Il filo di mezzogiorno (1969), L’università di Rebibbia (1983), Le certezze del dubbio (1987) e, postumi, L’arte della gioia (1998), i racconti Destino coatto (2002), Io, Jean Gabin (2010), Il vizio di parlare a me stessa (2011), le poesie Siciliane (2012) e Ancestrale (2013), La mia parte di gioia (2013), Elogio del bar (2014), Tre pièces e soggetti cinematografici (2014), Appuntamento a Positano (2015) e Lettere e biglietti (2021).”
(Dal sito dell’editore Giulio Einaudi)
Finisce anche in carcere, Goliarda Sapienza, per furto. È il 1980. E tutto ciò che scrive fino alla sua morte non uscirà per nessuna casa editrice.
“Il carcere è uno sconosciuto pianeta che pure gira in un’orbita vicinissima alla nostra città. Di questo pianeta tutti pensano di sapere tutto esattamente come la Luna senza esserci mai stati. Perché chi ha avuto la ventura di andarci, appena fuori si vergogna e ne tace o, chi non se ne vergogna s’ostina a considerarla una sventura da dimenticare». Sono queste le parole di Goliarda Sapienza che ci introducono nella città penitenziaria vista dai suoi occhi e raccontata nel suo libro
Fonte -L’Angolo della Cultura- Articolo di Cinzia Rigolli
Antonia Pozzi-DOMANI- Poesia scritta a Milano 27 marzo 1931
DOMANI
Se chiudo gli occhi a pensare
quale sarà il mio domani,
vedo una larga strada che sale
dal cuore d’una città sconosciuta
verso gli alberi alti
d’un antico giardino.
Sole, sole violento
e in fondo
le ombrelle nere dei pini
che macchiano l’azzurro.
S’agita nella strada
una folla d’ignoti passanti:
ma nessuno mi guarda,
nessuno mi chiede
di me,
del mio pianto,
di tutto il pianto
che fu versato
quando dovetti lasciare
il mio paese lontano.
Oggi io cammino
senza piangere più
e non m’importa, non m’importa
che l’anima non abbia nulla di suo,
nemmeno più il dolore:
oggi tutta la vita
mi pulsa nel palmo d’una mano,
mi trema in cima alle dita
che serrano teneramente
la manina della mia creatura.
Oh bimbo, bimbo mio non nato,
la tua mamma non sa
che viso avrai,
ma la tua manina la sente
per ogni sua vena
leggera
come un piccolo fiore senza peso.
La mamma oggi è venuta
a prenderti alla scuola
(da così pochi giorni ci vai!
ancora, la mattina,
quando resti là solo,
fai con la bocca un po’ di mestolino);
la mamma oggi è venuta
a prenderti all’uscita
ed ora si ritorna a casa insieme,
adagio,
per non stancare
le tue gambine corte.
Vedi, piccolo: bisogna che saliamo
tutta questa lunga strada.
Quando saremo in cima,
entreremo nel vecchio giardino,
sotto gli alberi neri neri;
lo traverseremo tutto;
usciremo dal piccolo cancello
in fondo all’ultimo viale:
fuori,
sul ciglio del primo prato,
c’è la nostra casa.
Bambino, quando saremo giunti
alla nostra casa,
dopo tanto salire,
io ti solleverò alto da terra,
ti metterò nelle braccia
di chi è lassù ad aspettare,
gli dirò: Vedi,
vedi che cosa ti ho portato?
E l’anima,
donato il suo ultimo dono,
resterà nuda e povera
come la spiga vuota.
Ma tu, tu, creatura,
nelle piccole mani porterai,
fiore della rinuncia mia,
tesoro di tutti gli umani,
una speranza di Bene.
Milano, 27 marzo 1931
Biografia di ANTONIA POZZI (Milano 1912-1938)-Quando Antonia Pozzi nasce è martedì 13 febbraio 1912: bionda, minuta, delicatissima, tanto da rischiare di non farcela a durare sulla scena del mondo; ma la vita ha le sue rivincite e … … Antonia cresce: è una bella bambina, come la ritraggono molte fotografie, dalle quali sembra trasudare tutto l’amore e la gioia dei genitori, l’avvocato Roberto Pozzi, originario di Laveno, e la contessa Lina, figlia del conte Antonio Cavagna Sangiuliani di Gualdana e di Maria Gramignola, proprietari di una vasta tenuta terriera, detta La Zelata, a, Bereguardo. Il 3 marzo la piccola viene battezzata in San Babila ed eredita il nome del nonno, primo di una serie di nomi parentali (Rosa, Elisa, Maria,Giovanna, Emma), che indicherà per sempre la sua identità. Antonia cresce, dunque, in un ambiente colto e raffinato: il padre avvocato, già noto a Milano; la madre, educata nel Collegio Bianconi di Monza, conosce bene il francese e l’inglese e legge molto, soprattutto autori stranieri, suona il pianoforte e ama la musica classica, frequenta la Scala, dove poi la seguirà anche Antonia; ha mani particolarmente abili al disegno e al ricamo. Il nonno Antonio è persona coltissima, storico noto e apprezzato del Pavese, amante dell’arte, versato nel disegno e nell’acquerello. La nonna, Maria, vivacissima e sensibilissima, figlia di Elisa Grossi, a sua volta figlia del più famoso Tommaso, che Antonia chiamerà “Nena” e con la quale avrà fin da bambina un rapporto di tenerissimo affetto e di profonda intesa. Bisogna, poi, aggiungere la zia Ida, sorella del padre, maestra, che sarà la compagna di Antonia in molti suoi viaggi; le tre zie materne, presso le quali Antonia trascorrerà brevi periodi di vacanza tra l’infanzia e la prima adolescenza; la nonna paterna, Rosa, anch’essa maestra, che muore però quando Antonia è ancora bambina. Nel 1917 inizia per Antonia l’esperienza scolastica: l’assenza, tra i documenti, della pagella della prima elementare, fa supporre che la bimba frequenti come uditrice, non avendo ancora compiuto i sei anni, la scuola delle Suore Marcelline, di Piazzale Tommaseo, o venga preparata privatamente per essere poi ammessa alla seconda classe nella stessa scuola, come attesta la pagella; dalla terza elementare, invece, fino alla quinta frequenta una scuola statale di Via Ruffini. Si trova, così, nel 1922, non ancora undicenne, ad affrontare il ginnasio, presso il Liceo-ginnasio “Manzoni”, da dove, nel 1930, esce diplomata per avventurarsi negli studi universitari, alla Statale di Milano.
Antonia Pozzi: la Poetessa dell’Anima
Gli anni del liceo segnano per sempre la vita di Antonia: in questi anni stringe intense e profonde relazioni amicali con Lucia Bozzied Elvira Gandini, le sorelle elettive, già in terza liceo quando lei si affaccia alla prima; incomincia a dedicarsi con assiduità alla poesia, ma, soprattutto, fa l’esperienza esaltante e al tempo stesso dolorosa dell’amore. È il 1927: Antonia frequenta la prima liceo ed è subito affascinata dal professore di greco e latino, Antonio Maria Cervi; non dal suo aspetto fisico, ché nulla ha di appariscente, ma dalla cultura eccezionale, dalla passione con cui insegna, dalla moralità che traspare dalle sue parole e dai suoi atti, dalla dedizione con cui segue i suoi allievi, per i quali non risparmia tempo ed ai quali elargisce libri perché possano ampliare e approfondire la loro cultura. La giovanissima allieva non fatica a scoprire dietro l’ardore e la serietà, nonché la severità del docente, molte affinità: l’amore per il sapere, per l’arte, per la cultura, per la poesia, per il bello, per il bene, è il suo stesso ideale; inoltre il professore, ha qualcosa negli occhi che parla di dolore profondo, anche se cerca di nasconderlo, e Antonia ha un animo troppo sensibile per non coglierlo: il fascino diventa ben presto amore e sarà un amore tanto intenso quanto tragico, perché ostacolato con tutti i mezzi dal padre e che vedrà la rinuncia alla “vita sognata” nel 1933, “non secondo il cuore, ma secondo il bene”, scriverà Antonia, riferendosi ad essa. In realtà questo amore resterà incancellabile dalla sua anima anche quando, forse per colmare il terribile vuoto, si illuderà di altri amori, di altri progetti , nella sua breve e tormentata vita.
ANTONIA POZZI-Poetessa
Nel 1930 Antonia entra all’Università nella facoltà di lettere e filosofia; vi trova maestri illustri e nuove grandi amicizie: Vittorio Sereni, Remo Cantoni, Dino Formaggio, per citarne alcune; frequentando il Corso di Estetica, tenuto da Antonio Banfi, decide di laurearsi con lui e prepara la tesi sulla formazione letteraria di Flaubert, laureandosi con lode il 19 novembre 1935. In tutti questi anni di liceo e di università Antonia sembra condurre una vita normalissima, almeno per una giovane come lei, di rango alto-borghese, colta, piena di curiosità intelligente, desta ad ogni emozione che il bello o il tragico o l’umile suscitano nel suo spirito: l’amore per la montagna, coltivato fin dal 1918, quando ha incominciato a trascorrere le vacanze a Pasturo, paesino ai piedi della Grigna, la conduce spesso sulle rocce alpine, dove si avventura in molte passeggiate e anche in qualche scalata, vivendo esperienze intensissime, che si traducono in poesia o in pagine di prosa che mettono i brividi, per lo splendore della narrazione e delle immagini; nel 1931 è in Inghilterra, ufficialmente per apprendere bene l’inglese, mentre, vi è stata quasi costretta dal padre, che intendeva così allontanarla da Cervi; nel 1934 compie una crociera, visitando la Sicilia, la Grecia, l’Africa mediterranea e scoprendo, così, da vicino, quel mondo di civiltà tanto amato e studiato dal suo professore e il mondo ancora non condizionato dalla civiltà europea, dove la primitività fa rima, per lei, con umanità; fra il 1935 e il 1937 è in Austria e in Germania, per approfondire la conoscenza della lingua e della letteratura tedesca, che ha imparato ad amare all’Università, seguendo le lezioni di Vincenzo Errante, lingua che tanto l’affascina e che la porta a tradurre in italiano alcuni capitoli di “Lampioon”, di M. Hausmann. Intanto è divenuta “maestra” in fotografia: non tanto per un desiderio di apprenderne la tecnica, aridamente, quanto perché le cose, le persone, la natura hanno un loro sentimento nascosto che l’obiettivo deve cercare di cogliere, per dar loro quell’eternità che la realtà effimera del tempo non lascia neppure intravedere. Si vanno così componendo i suoi album, vere pagine di poesia in immagini. Questa normalità, si diceva, è, però, solamente parvenza. In realtà Antonia Pozzi vive dentro di sé un incessante dramma esistenziale, che nessuna attività riesce a placare: né l’insegnamento presso l’Istituto Tecnico Schiaparelli, iniziato nel ‘37 e ripreso nel ’38; né l’impegno sociale a favore dei poveri, in compagnia dell’amica Lucia; né il progetto di un romanzo sulla storia della Lombardia a partire dalla seconda metà dell’Ottocento; né la poesia, che rimane, con la fotografia, il luogo più vero della sua vocazione artistica. La mancanza di una fede, rispetto alla quale Antonia, pur avendo uno spirito profondamente religioso, rimase sempre sulla soglia, contribuisce all’epilogo: è il 3 dicembre del 1938.
Lo sguardo di Antonia Pozzi, che si era allargato quasi all’infinito, per cogliere l’essenza del mondo e della vita, si spegne per sempre mentre cala la notte con le sue ombre viola.
Onorina Dino
Biografia tratta da Antonia Pozzi. Nelle immagini l’anima: antologia fotografica, a cura di Ludovica Pellegatta e Onorina Dino, Ancora, Milano 2007
Contigliano- 28 luglio 2023-Dopo il successo dello scorso anno, nella giornata di domenica 30 luglio a partire dalle ore 9.30, come anticipazione dei festeggiamenti della storica manifestazione “Assalto al Castello“, Contigliano si prepara a fare un tuffo nel medioevo accogliendo figuranti e circa 160 arcieri in costume provenienti da tutta Italia i quali si sfideranno in una gara nazionale di tiro con l’arco del circuito L.A.M.
L’evento, organizzato dal “Gruppo Arcieri dell’Ariete”, dall’Associazione sportiva culturale “Nonna Papera”, dall’Associazione “Arcieri Civitas Ducalis”, dall’Associazione “Arcieri della Dama bianca di Poggio Catino” e patrocinato dal Comune di Contigliano, si svolgerà su un percorso itinerante nelle strade principali e secondarie di Contigliano dove saranno collocate 15 piazzole con bersagli di tiro appositamente realizzati, alcuni dei quali richiamanti la cultura e la tradizione contiglianese.
A seguire, alle 16.30, presso il Parco di Villa Franceschini di Contigliano, si svolgerà il “Campionato nazionale per città” di tiro con l’arco medievale.
RIETI- 26 luglio 2023-Al via la prima edizione del Rieti Jazz Festival, che si terrà dal 27 al 29 luglio in piazza San Rufo. L’evento, organizzato da giovani talenti della scena musicale, riunirà una selezione di artisti eccezionali provenienti da diverse discipline musicali, tra cui jazz, classica e pop, per creare un’esperienza unica e coinvolgente per il pubblico.
Il direttore artistico di questa prima edizione è il talentuosoSimone Gubbiotti, chitarrista di fama nazionale e internazionale, noto per le sue esibizioni coinvolgenti nella scena jazz.
Tra i protagonisti del festival: Joy Grifoni – Ricercatore junior, neuroscienziato, musicista, compositore e psicologo, che con la sua poliedrica formazione accenderà l’atmosfera con la sua eclettica musicalità.
Manuel Magrini – Giovanissimo talento del pianoforte, nato ad Assisi e proveniente da una famiglia di musicisti. La sua connessione con la musica jazz e le sue composizioni originali incanteranno il pubblico.
Davide Bussoleni – Laureato in batteria jazz presso il Conservatorio G. Nicolini di Piacenza. Con la sua maestria tecnica e coinvolgente stile musicale, saprà regalare momenti indimenticabili.
Cesare Vincenti – Musicista versatile, si esibirà come solista, prima tromba e sideman, portando la sua arte in quasi tutti i generi moderni.
Francesco Ciarfuglia – Pianista, compositore, direttore d’orchestra e produttore, la sua vasta esperienza artistica porterà un tocco magico alle esibizioni del festival.
Davide Liberti – Contrabbassista virtuoso, con il suo strumento a 5 corde, regalerà emozioni profonde e una vasta gamma di possibilità timbriche.
Alberto Argirò – Eclettico musicista, ha collaborato con importanti artisti italiani e internazionali.
Il Rieti Jazz Festival 2023 offrirà un mix di spettacoli coinvolgenti e momenti di connessione con artisti di fama nazionale e internazionale. Sarà l’occasione perfetta per immergersi nell’universo affascinante della musica jazz e delle sue influenze, creando un’esperienza unica per tutti gli appassionati di musica.
L’accesso agli spettacoli sarà gratuito e aperto a tutti, offrendo a ogni amante della musica jazz e non solo, la possibilità di partecipare e vivere quattro giorni di pura magia musicale in una delle piazze più affascinanti di Rieti
Per ulteriori informazioni sul programma e gli artisti partecipanti, visitate la pagina Facebook https://www.facebook.com/profile.php?id=100093717527382RIETI.Piazza-San-Rufo
Città di Leonessa-Evento “Libri ad Alta Quota”. Festival della Letteratura 2023
Pensieri e parole, l’estate della cultura a Leonessa.
Il programma del Festival della Letteratura 2023
Leonessa 24 luglio 2023-Torna anche quest’anno “Libri ad Alta Quota”
La Biblioteca Civica “G. Cultrera”, in collaborazione con il Comune di Leonessa, organizza sette incontri con sette Autori di Libri per grandi e piccoli, per riflettere, confrontarsi, imparare e sorridere.
Da Venerdì 2 Agosto a Lunedì 26 Agosto, in location d’eccezione che variano a seconda dell’evento, il Festival della Letteratura è a Leonessa.
La Locandina generale e quella dei singoli eventi è disponibile nella discussione dell’evento
Libri ad Alta Quota, la rassegna letteraria organizzata dalla Biblioteca Civica di Leonessa. Anche quest’anno il sostegno della Fondazione Varrone è stato determinante per permetterci di realizzare un cartellone così ricco di appuntamenti.
Ce n’è per tutti i gusti: l’alpinista campionessa del mondo ANGELIKA RAINER, l’ attrice ROCIO MORALES, il calciatore e dirigente sportivo WALTER SABATINI, l’autore delle canzoni più belle di sempre MOGOL sono solo alcuni dei nomi che popolano questo programma. Non mancheranno appuntamenti di riflessione filosofica con la trilogia “Pensare la vita” e uno spazio ragazzi con storie ad alta voce e laboratori creativi.
Iniziamo giovedì 27 luglio con con Gianfranco Pellegrino, filosofo politico docente alla Luiss di Roma, che ci porterà a riflettere su un tema molto caro alla nostra contemporaneità: “Anarchia e legge dell’essere governati”.
Noi siamo pronti. E voi? Vi aspettiamo
Città di Leonessa (Rieti)Città di Leonessa (Rieti)Città di Leonessa (Rieti)Città di Leonessa (Rieti)Città di Leonessa (Rieti)
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