Città di Leonessa-Evento “Libri ad Alta Quota”. Festival della Letteratura 2023
Pensieri e parole, l’estate della cultura a Leonessa.
Il programma del Festival della Letteratura 2023
Leonessa 24 luglio 2023-Torna anche quest’anno “Libri ad Alta Quota”
La Biblioteca Civica “G. Cultrera”, in collaborazione con il Comune di Leonessa, organizza sette incontri con sette Autori di Libri per grandi e piccoli, per riflettere, confrontarsi, imparare e sorridere.
Da Venerdì 2 Agosto a Lunedì 26 Agosto, in location d’eccezione che variano a seconda dell’evento, il Festival della Letteratura è a Leonessa.
La Locandina generale e quella dei singoli eventi è disponibile nella discussione dell’evento
Libri ad Alta Quota, la rassegna letteraria organizzata dalla Biblioteca Civica di Leonessa. Anche quest’anno il sostegno della Fondazione Varrone è stato determinante per permetterci di realizzare un cartellone così ricco di appuntamenti.
Ce n’è per tutti i gusti: l’alpinista campionessa del mondo ANGELIKA RAINER, l’ attrice ROCIO MORALES, il calciatore e dirigente sportivo WALTER SABATINI, l’autore delle canzoni più belle di sempre MOGOL sono solo alcuni dei nomi che popolano questo programma. Non mancheranno appuntamenti di riflessione filosofica con la trilogia “Pensare la vita” e uno spazio ragazzi con storie ad alta voce e laboratori creativi.
Iniziamo giovedì 27 luglio con con Gianfranco Pellegrino, filosofo politico docente alla Luiss di Roma, che ci porterà a riflettere su un tema molto caro alla nostra contemporaneità: “Anarchia e legge dell’essere governati”.
-Grandi spettacoli al Teatro Potlach la prossima settimana per il FLIPT-
Fara in Sabina- 21 luglio 2023-Nell’antico borgo di Fara in Sabina proseguono gli spettacoli offerti dal FLIPT – Festival Laboratorio Interculturale di Pratiche Teatrali del Teatro Potlach, diretto da Pino Di Buduo – con il sostegno della Regione Lazio e della Fondazione Varrone, il patrocinio della Provincia di Rieti e del Comune di Fara Sabina.
Lunedì 24 luglio alle ore 21.00 presso i locali del Teatro Potlach uno spettacolo inaspettato e divertentissimo: “Violinisti Volanti” con Jakob Nielsen dalla Danimarca ed Antonia Cezara Cioaza dalla Romania.
Si tratta di un avventuroso viaggio nel teatro di Varietà scritto e diretto dal grande Bustric, nome d’arte di Sergio Bini.
È la storia di due giovani Violinisti che si ritrovano dopo aver viaggiato in mondi diversi. Scopriranno assieme la Magia, la Pantomima, la Danza, la Giocoleria ed infine la magica musica che li farà “Volare via!”. Vedere per credere…
Domenica 30 luglio alle ore 21.00 sempre presso il Teatro Potlach di Fara Sabina si propone invece lo spettacolo: “Faust! L’attimo irripetibile” della compagnia storica romana Abraxa Teatro. In scena numerosi attori (Massimo Grippa, Francesca Tranfo, Rita Aprile, Marco Bandiera, Francesca Barbieri, Alberto Brichetto, Riccardo Ferrauti, Stefano Palazzo) diretti dal regista Emilio Genazzini, che ha curato anche la drammaturgia. Uno spettacolo dedicato a investigare con occhi contemporanei la storia antica del sottile e profondo intreccio tra il bene e il male insieme all’altra, quella legata alla veridicità del libero arbitrio.
Ci si può prenotare agli spettacoli scrivendo sms o WhatsApp al numero del Teatro Potlach: 3517954176
Cantalupo in Sabina(RIETI)-Rassegna Cinematografica PARLIAMO DI DONNE
-Premio “Donne in prima fila” a Francesca Comencini-
Cantalupo in Sabina-20 luglio 2023-Il Premio “Donne in prima fila”, istituito nel 2022, a latere della Rassegna Cinematografica PARLIAMO DI DONNE intende valorizzare quelle donne che si sono distinte in uno dei tanti campi ove operano.
Nella prima edizione è stato assegnato ad una delle maggiori scrittrici italiane, Dacia Maraini, quest’anno verrà conferito a Francesca Comecini, regista, sceneggiatrice, scrittrice.
L’attenzione che Francesca Comencini pone agli aspetti sociali, ai cambiamenti nel mondo lavorativo, alle sempre più complesse relazioni amorose, che rendono la vita più complicata, più difficile da vivere, perché la società cambia e spesso le categorie per decriptarla sono ormai obsolete, ne fanno una osservatrice preziosa, che pone temi attuali, narrati spesso con uno sguardo documentaristico.
È anche una donna coraggiosa, che si è messa in gioco nel suo campo, ma in settori particolari: ha descritto, come regista di alcuni episodi, la paura e la violenza imperanti nella serie Gomorra, ma anche la tragicità di alcune figure femminili in essa presenti; inoltre si è misurata con un genere praticato esclusivamente dagli uomini, come il Western, dove è stata la regista della serie Django, in cui regnano follia e libertà con i conflitti e le speranze del nostro tempo.
Andrea Purgatori è morto, l’Italia onesta piange un grande giornalista ed un grande uomo
Roma-È morto oggi 19 luglio 2023, a 70, a causa di una malattia fulminante, Andrea Purgatori. È stato un grande giornalista d’inchiesta, serio, onesto, rigoroso, generoso e garbato. Il grande pubblico lo conosceva per la conduzione del programma “Atlantide”, su La7. Lo ricordiamo soprattutto per il suo impegno professionale a favore della verità nell’inchiesta di Ustica e nella vicenda di Emanuela Orlandi. Per cercare la verità lavorava in modo infaticabile e non guardava in faccia a nessuno. Il suo modo di fare giornalismo è purtroppo sempre più raro. Se n’è andato improvvisamente e troppo presto. Oggi l’Italia onesta piange un grande giornalista ed un grande uomo. Gli auguriamo la pace dei giusti. Che la terra gli sia lieve. Lo ricorderemo a lungo.
RIETI-Festival di Filosofia, parte la seconda settimana
RIETI- 17 luglio 2023-Il Comitato Organizzatore del Festival di Filosofia Città di Rieti comunica la cancellazione dell’evento previsto per il 17 luglio 2023, con il professor Scardovelli presso la chiesa di San Rufo. Tale decisione è stata presa a causa di motivi di salute che impediscono al professore di partecipare al Festival.
«Il professor Scardovelli, rinomato filosofo e intellettuale, avrebbe dovuto tenere una conferenza speciale in occasione della prima edizione del Festival di Filosofia Città di Rieti. Tuttavia, in considerazione della sua salute e del rispetto per il suo benessere, abbiamo ritenuto opportuno annullare l’evento perché possa dedicarsi alla sua guarigione. Ci scusiamo profondamente con il pubblico e con tutti coloro che avevano atteso con entusiasmo la partecipazione di Scardovelli all’evento. Il Festival di Filosofia Città di Rieti è stato concepito per celebrare il pensiero e l’approfondimento filosofico, e faremo tutto il possibile per continuare a offrire un programma di alta qualità agli appassionati di filosofia», dicono gli organizzatori.
Gli altri eventi previsti per la prima edizione del Festival di Filosofia Città di Rieti si svolgeranno come pianificato: una serie di conferenze, dibattiti e attività interattive saranno ancora accessibili al pubblico durante tutto il festival.
Durante l’ultima settimana del festival, ci sarà un momento dedicato alla musica che arricchirà ulteriormente l’esperienza dei partecipanti. Sabato 22 luglio, il noto musicista Giò Vescovi si esibirà in concerto con il suo Blues, regalando al pubblico un’esperienza musicale unica.
Il Festival di Filosofia Città di Rieti è un’occasione imperdibile per tutti coloro che sono interessati a esplorare tematiche filosofiche di grande attualità e per coloro che desiderano arricchire il proprio bagaglio culturale. I relatori di fama internazionale garantiranno un’esperienza stimolante e coinvolgente, fornendo nuovi spunti di riflessione su temi di grande rilevanza per l’umanità.
L’ingresso a tutti gli incontri del festival è gratuito, ma si consiglia di prenotare in anticipo per garantirsi un posto. Per ulteriori informazioni sul programma completo degli incontri e per effettuare le prenotazioni, si prega di visitare il sito web ufficiale del festival.
Si possono inoltre contattare per info i seguenti numeri: 3936359155-3393977563-3801953942-3755674456-3755729991-3756473991 oppure scrivere a comunicazionisocialirieti@gmail.com
TUTTO IL PROGRAMMA
Eventi realizzati sia a Piazza San Rufo sia nella chiesa di San Rufo.
DOPO L’UOMO “Come sul volto del mare un volto di sabbia”
Mercoledì 19 Luglio ore 18:30 Piazza San Rufo a Rieti – Emanuele D’Agapiti incontra TIZIANO TOSOLINI
OLTRE L’ UMANO?
Giovedì 20 Luglio ore 18:30 Piazza san Rufo Rieti – Emanuele D’Agapiti incontra MARCO GUZZI
Dentro la sapienza umana per difenderci dal transumanesimo
Venerdì 21 Luglio ore 18:30 Piazza San Rufo Rieti EMANUELE D’AGAPITI IN DIALOGO CON DIEGO FUSARO E ALESSANDRO MELUZZI
LA NATURA DEL FUTURO -” L’uomo il cosmo il divino”
Sabato 22 Luglio ore 18:30 Piazza San Rufo Rieti – Emanuele D’Agapiti incontra GIOVANNI FERRARO
GIO’ VESCOVI IN CONCERTO
Sabato 22 Luglio ore 21:00 Piazza San Rufo Rieti Centro d’Italia
HOMO SUM – “Il futuro dell’umano”
Domenica 23 Luglio ore 18:30 Piazza San Rufo Rieti
Chiusura festival di filosofia con Annamaria Magi ed Emanuele D’Agapiti che incontrano i giovani.
Sabato 15 luglio 2023 ore 18:30 il secondo appuntamento
RIETI- 14 luglio 2023-Il Festival di Filosofia Città di Rieti prosegue sabato 15 luglio con un secondo incontro. Alle ore 18.30, nella suggestiva cornice di piazza San Rufo, i professori Ileana Tozzi e Massimo Casciani si confronteranno sull’argomento “Buddha, Gesù Cristo e Aristotele: Filosofi Sovraumani“, moderati da Emanuele D’Agapiti.
Ileana Tozzi e Massimo Casciani, autorevoli esperti del campo, condurranno il pubblico in un’analisi comparativa delle prospettive filosofiche di Buddha, Gesù Cristo e Aristotele, esplorando la loro grandezza come filosofi sovraumani.
Buddha: Il Professor Massimo Casciani introdurrà i partecipanti al pensiero di Buddha, il fondatore del buddhismo. Attraverso una profonda analisi dei testi sacri buddhisti, come il Dhammapada, Casciani illustrerà gli insegnamenti centrali di Buddha, tra cui il concetto di “Nobile Ottuplice Sentiero” e la ricerca dell’illuminazione e della liberazione dal ciclo del samsara. Sarà esaminato il modo in cui Buddha ha affrontato le grandi domande sulla sofferenza, la natura della realtà e il cammino verso la saggezza.
Gesù Cristo: La Professor Ileana Tozzi guiderà il pubblico attraverso il pensiero di Gesù Cristo, la figura centrale del cristianesimo. Esplorerà gli insegnamenti evangelici presenti nel Nuovo Testamento, come le Beatitudini e il Discorso della Montagna, focalizzandosi sulla prospettiva di Gesù sulle questioni morali, spirituali e la sua visione dell’amore, del perdono e della salvezza. Sarà analizzata l’influenza del messaggio di Gesù Cristo sulla cultura e sulla filosofia occidentale.
Aristotele: Entrambi i professori esamineranno anche il pensiero di Aristotele, uno dei più importanti filosofi della Grecia antica. Massimo Casciani illustrerà l’approccio aristotelico alla conoscenza e alla ricerca della felicità attraverso le opere come “Etica Nicomachea” e “Politica”. Saranno esplorati temi come la virtù, l’eudaimonia e la teleologia aristotelica, sottolineando l’importanza della saggezza pratica e della vita contemplativa.
Filosofi sovraumani: Durante il dibattito, i due professori metteranno in luce le caratteristiche che rendono Buddha, Gesù Cristo e Aristotele dei filosofi sovraumani. Discuteranno l’impatto di queste figure sulla storia del pensiero umano e il modo in cui le loro idee e il loro insegnamento continuano a influenzare le società e le culture contemporanee.
Riflessioni sul tema: L’incontro offrirà agli spettatori un’opportunità unica di confrontarsi con le prospettive di tre grandi filosofi sovraumani, Buddha, Gesù Cristo e Aristotele. Sarà un’occasione per riflettere sulla natura dell’esperienza umana, sul significato della vita, sull’etica e sulla ricerca della verità. L’analisi comparativa dei pensieri di questi filosofi consentirà di scoprire le similarità e le differenze tra le loro prospettive, aprendo nuove prospettive di comprensione e arricchendo la nostra visione del mondo.
Continuità del Festival: Il secondo incontro del Festival di Filosofia Città di Rieti rappresenta un ulteriore passo verso la creazione di un ambiente stimolante e coinvolgente per la riflessione filosofica e l’esplorazione dei grandi temi dell’umanità. Gli organizzatori del festival continuano a offrire una programmazione variegata, che permette agli appassionati di filosofia e alla comunità locale di immergersi nel mondo della filosofia e di approfondire la loro comprensione delle questioni esistenziali.
Sarà un’opportunità per esplorare le prospettive di questi grandi pensatori e riflettere sulla profondità e l’ampiezza del pensiero filosofico.
Potete contattare per info i seguenti numeri: 3936359155-3393977563-3801953942-3755674456-3755729991-3756473991 oppure scrivere a comunicazionisocialirieti@gmail.com.
Direzione Artistica del Festival di Filosofia Città di Rieti a cura di Emanuele D’Agapiti
FARA in SABINA- 13 luglio 2023-FLIPT, alla scoperta delle “Città invisibili”: grande spettacolo gratuito dedicato ai 100 anni dalla nascita di Italo Calvino, sabato e domenica a Fara in Sabina
Sabato 15 e domenica 16 luglio, alle 21.30, il borgo di Fara in Sabina (Rieti) diventa una grande palcoscenico per “Città invisibili”. Uno spettacolo completamente libero a gratuito, un percorso artistico lungo tutto il borgo di Fara Sabina, a cui si potrà assistere entrando nel percorso dall’arco principale del paese, accanto al Caffè Belvedere.
Oltre ottanta gli artisti che parteciperanno allo straordinario progetto interdisciplinare e multimediale giunto al suo trentaduesimo anno di vita. Ideato e diretto dal regista Pino Di Buduo, lo spettacolo è ispirato all’omonimo romanzo di Italo Calvino, e quest’anno è dedicato ai 100 anni dalla nascita del grande scrittore italiano.
Chiese, torri, cortili, piazze, cantine, strade, angoli, diventano i luoghi nei quali, attraverso un’armonia che li comprende tutti, (ri)scoprire uno dei tanti volti che rimangono nascosti nel grembo di una città.
Ogni anno c’è qualcosa di nuovo da risvegliare e chi in quel luogo è vissuto, ritorna nell’incanto di sapori di un tempo non più così lontano.
Percezioni sensoriali solleticate da un connubio di luci speciali, video-proiezioni, teli giganti, installazioni e scenografie aeree e digitali: così lo spettatore fa il suo viaggio alla scoperta dell’invisibile città.
E poi tutti gli artisti internazionali che hanno animato i dieci giorni del FLIPT – Festival Laboratorio Interculturale di Pratiche Teatrali, provenienti da Groenlandia, Sudafrica, Brasile, Iran, Francia, Ungheria, Svizzera, Norvegia, Polonia, Grecia, Sudafrica, Italia; tutto l’ensamble del Teatro Potlach; tutte le associazioni locali, gli abitanti di altri borghi e città, i farensi e con loro Francesco che a 98 anni sa parlare di tramonti e di atmosfere: saranno il motore di una grande macchina che si muove tra tempo, spazio, bellezza.
“La caratteristica del FLIPT è che gli artisti non vengono solamente per il loro spettacolo ma per incontrarsi e vivere insieme tutto il tempo del Festival – spiega Di Buduo – Ogni giorno lavoriamo insieme per lo spettacolo finale, “Città invisibili”, seguendo un lungo percorso che comprende sia l’interno sia l’esterno del borgo: ogni anno è diverso. Tutto viene trasformato in modo tale da tirare fuori l’invisibile di questa architettura medievale. Lo abbiamo fatto per la prima volta nel 1991: settanta le edizioni realizzate ed ognuna diversa dall’altra perché è l’identità del luogo che viene fuori. Per venticinque anni lo abbiamo messo nel cassetto. Poi un giorno di cinque anni fa il sindaco di Fara in Sabina ci chiese di farlo ogni anno. Una bella sfida scavare sempre di più dentro l’identità nascosta di questo luogo che ha uno spessore di centinaia e centinaia di anni! Quello che vediamo fuori non corrisponde a quello che c’è dietro: sotto queste case troviamo delle cattedrali, dietro un muro c’è un parco, dietro un portone che sembra l’entrata di una casa si nasconde un cortile. E’ tutto da scoprire. In questa ricerca molto dipende da dove cominci: perché l’angolazione dalla quale si entra modifica lo sguardo.
Dietro a questo c’è una sperimentazione continua su come si usa lo spazio e sul suo significato. Una fonte preziosa è stata lo studio dei giardini in architettura: i giardini all’italiana hanno un’architettura legata a un certo tipo di filosofia, quelli inglesi ne hanno un’altra, quelli giapponesi o cinesi ne hanno ancora un’altra: tutti esprimono un diverso punto di vista della stessa cosa. E poi fondamentale è lo studio del luogo, delle sue strade e della gente che incontri: le loro storie e memorie. Lo scorso anno l’uomo più anziano di Fara Sabina, Francesco, seduto lungo una stradina, parlava dei tramonti che da quassù non sono mai gli stessi. Li raccontava con lucidità, poesia, e i bambini incantati lo ascoltavano. Quest’anno ci sarà anche lui”.
ROMA-Nuovo importante ritrovamento a Piazza Augusto Imperatore
Dichiarazione del Sovrintendente Capitolino Claudio Parisi Presicce
Roma, 06 luglio 2023 – “Grazie al lavoro attento degli archeologi e delle archeologhe della Sovrintendenza, siamo in grado di approfondire la conoscenza di un quadrante della città che stupisce per la ricchezza della sua storia millenaria.
La testa appena ritrovata, di elegante fattura, scolpita in marmo greco, appartiene probabilmente a una statua di divinità femminile, forse Afrodite, di dimensioni naturali. Mostra una raffinata acconciatura di capelli raccolti sul retro grazie ad una “tenia”, un nastro annodato sulla sommità del capo.
Il reperto è stato rinvenuto nella fondazione di un muro tardoantico ma si conserva integro; riutilizzato come materiale da costruzione giaceva con il viso rivolto verso il basso, protetto da un banco d’argilla sul quale poggia la fondazione del muro. Il riuso di opere scultoree, anche di importante valore, era una pratica molto comune in epoca tardo medioevale, che ha consentito, come in questo caso, la fortunata preservazione di importanti opere d’arte.
La testa è al momento affidata ai restauratori per la pulizia, e agli archeologi per una corretta identificazione e una prima proposta di datazione, che appare ancorata all’epoca augustea.”
La scoperta è avvenuta nel corso dei lavori per la “Riqualificazione del Mausoleo di Augusto e piazza Augusto Imperatore”, sul lato orientale dell’area in corso di intervento.
Breve Biografia-Maria Carta Nacque a Siligo, un piccolo paese della provincia di Sassari, il 24 giugno 1934. Alla nascita le fu dato il nome di Maria Giovanna Agostina: Giovanna perché nacque il giorno della festa di san Giovanni e Maria Agostina per ricordare la nonna materna. All’età di otto anni perse il padre per una grave malattia e fu costretta, come del resto tutti i bambini della sua condizione sociale, ad affrontare le fatiche quotidiane sia in casa sia in campagna[1].
Nel 1957, a 23 anni, vinse il concorso di bellezza Miss Sardegna e partecipò al concorso nazionale di Miss Italia. Prese parte come attrice al fotoromanzo Questo sangue sardo, scritto e realizzato da Abramo Garau a Sardara[2]. Intorno al 1960 si trasferì a Roma, dove conobbe lo sceneggiatore Salvatore Laurani, che poi sposò. Frequentò il Centro Nazionale di Studi di Musica Popolare, diretto da Diego Carpitella, presso l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia[3] e contemporaneamente portò avanti un percorso di ricerca musicale ed etnografica con importanti produzioni e collaborazioni.
Nel 1971 realizzò due album: Sardegna canta e Paradiso in re, e intanto frequentò l’etnomusicologo Gavino Gabriel. Lo stesso anno venne trasmesso dalla Rai il documentario Incontro con Maria Carta (fotografia di Franco Pinna e testi di Velia Magno), nel quale Maria cantò e recitò con Riccardo Cucciolla. Venne registrato anche un altro documentario (con regia di Gianni Amico su soggetto e sceneggiatura di Salvatore Laurani) dal titolo Maria Carta. Sardegna, una voce.
Nel 1972 recitò al Teatro Argentina a Roma nella Medea di Franco Enriquez. Lo stesso anno incontrò Amália Rodrigues, con la quale tenne un concerto al Teatro Sistina[4]. Nel 1973 le due artiste realizzarono una tournée in Sardegna[5]. Nel 1974 partecipò a Canzonissima, interpretando il Deus ti salvet Maria. Arrivò in finale e si classificò seconda nel girone della musica folk con il brano Amore disisperadu. Nel 1975 tenne un importante concerto al Teatro Bol’šoj di Mosca. Nel 1976 venne eletta, per il Partito Comunista Italiano, nel consiglio comunale di Roma e rimase in carica fino al 1981.
Nella sua carriera si ritagliò un ruolo in alcuni film e godette dell’amicizia di registi famosi come Pier Paolo Pasolini, Francis Ford Coppola e Franco Zeffirelli: suoi infatti furono i ruoli della madre di Vito Corleone ne Il padrino – Parte II (1974) di Coppola e di Marta nello sceneggiato Gesù di Nazareth (1977) di Zeffirelli. Nel 1980 partecipò al Festival d’Avignone, nel 1987 si esibì nella cattedrale di San Patrick a New York e nel 1988 nella cattedrale di St. Mary a San Francisco. Nel 1992 realizzò il musical teatrale A piedi verso Dio con brani composti da Franco Simone. Maria Carta tenne il suo ultimo concerto a Tolosa, in Francia, il 30 giugno 1993. Malata da tempo di tumore, morì nella sua casa di Roma all’età di 60 anni.
Curatore- Marilena Squicciarini– Stilo Editrice Scrl BARI
DESCRIZIONE
È questa la storia di Mimì Accettura e della sua famiglia, mercanti d’olio nella Bari degli anni Trenta, declinata nei toni che Macrì accosta a un certo verismo meridionale. Il Verismo è tutto nelle descrizioni di gesti, luoghi, cose, antichi modi di vivere, restituite in pagine che assumono, ai nostri occhi, il valore aggiunto di documento storico, tanto prezioso quanto raro. La vicenda pugliese, costruttiva e ariosa, avviene nel cerchio protettivo della famiglia, quel «tessuto vivo di affetti» vero protagonista del romanzo. Tra vecchio e nuovo, tra poesia e prosa, Luigi Fallacara ci parla di una città che cambia – che riceve dal regime fascista l’investitura di metropoli mediterranea e assiste alla grandiosa inaugurazione della Fiera del Levante – ma sa indugiare anche sul mare e sugli ulivi della campagna pugliese in splendidi squarci lirici. Sono proprio gli ulivi a donare alla terra la particolare lucentezza dell’argento: «L’automobile, […] si precipitò per certe discese, dove la terra diventava fine come tabacco e gli ulivi splendevano, congiungendosi quasi sul cielo della strada, di un loro più mite e sereno argento».
Biografia dell’autore
Luigi Fallacara (Bari 1890-Firenze 1963) esordì con la raccolta di poesie Primo vere (1908), avviando nel capoluogo pugliese i suoi primi contatti culturali e collaborando con la rivista «Humanitas». Lasciò Bari nel 1912 per completare gli studi umanistici in una Firenze dallo straordinario fervore culturale. Qui entrò in contatto con la prima rivista dell’avanguardia letteraria, «Lacerba», e poi con «Il Frontespizio», rivista incunabolo dell’ermetismo, che più di tutte segnò il suo percorso. La sua intensa attività poetica, pienamente inserita all’interno dei fenomeni culturali del primo Novecento, vide la pubblicazione di numerose raccolte; la scrittura di racconti e romanzi accompagnò costantemente la più centrale attività poetica. Ricordiamo le prose dei Giorni incantati (1930) e i romanzi A quindici anni (1932), Io sono, tu sei (1933), oltre a Terra d’argento(1936)
RASSEGNA STAMPA
Gazzetta del Mezzogiorno
Terra d’argento di Luigi Fallacara
Articolo Pubblicato da Claudio Crapis-22 aprile 2018
Terra d’argento, romanzo del barese Luigi Fallacara, merita di essere letto e pienamente apprezzato. Pubblicato nel 1936, è stato rieditato per Stilo Editrice nel 2013 a cura della prof.ssa Marilena Squicciarini, che ha scritto una preziosa e ricca Introduzione, ripercorrendo gli snodi creativi più significativi di Luigi Fallacara. Pertanto all’Introduzione si rimanda per un inquadramento di ampio respiro della sua produzione letteraria e per una lettura critica del romanzo. Qui si propongono invece solo delle sparse note di lettura.
Il romanzo narra le vicende della famiglia Accettura – importanti commercianti e produttori d’olio nella Bari degli anni Trenta, con la loro casa in Piazza Mercantile – soprattutto attraverso gli occhi e la coscienza di Mimì, con le sorelle Carmelina e Rosalba, con il fratello Giacinto (una sorta di antagonista e antieroe), con Mammà, con la moglie Gisella. E con il temuto e vezzeggiato zio Minguccio, titolare dell’intero patrimonio. Ma ben delineati sono anche altri personaggi minori, a cominciare da Donna Lina, la madre di Gisella, con la sua insofferenza signorile verso i modi a suo dire rozzi della famiglia del genero, che avrebbero rovinato inesorabilmente anche sua figlia.
Le dinamiche all’interno della famiglia, le invidie, le piccole cattiverie, i sogni e le meschinità sono colti con garbo. Le figure di Mimì e di sua moglie Gisella sembrano quelle meglio caratterizzate attraverso anche alcuni monologhi interiori, che interrompono la narrazione in terza persona. Sia Mimì che Gisella in maniera diversa subiscono delle piccole ma continue umiliazioni (Mimì solo in ambiente domestico, perché in quello lavorativo sa il fatto suo). E le pagine si susseguono piacevolmente alle pagine con il racconto dei vari eventi che punteggiano la storia familiare: il matrimonio di Mimì, l’acquisto di una tenuta importante, la festa con tutti i suoi riti (compresi i corteggiamenti e il gioco di sguardi che Rosalba pagherà a caro prezzo), l’arrivo dell’automobile, i viaggi di zio Minguccio trascinato dal dissoluto nipote Giacinto per teatri e cafés chantants, la prima edizione della Fiera del Levante ecc.
Mimì e Gisella, personaggi positivi, fanno intravedere una sorta di evoluzione e di riscatto, mostrandosi via via più forti in famiglia, più uniti nel loro legame e capaci di affrontare il mondo. E proprio quando zio Minguccio appare rinsavito, quando lo spessore umano di Mimì si sta affermando a pieno, ecco che, come in un feuilletton che si rispetti, vien fuori la rocambolesca questione del testamento. E qui ci fermiamo, ma il finale è degno di una novecentesca opera aperta.
Nella prosa tersa e – come nota Squicciarini – dalle risonanze liriche e pittoriche compaiono termini ormai poco usati come barbazzali, obliquare, pontone o cogoma; fa capolino il dialetto in alcuni canti popolari: “Ammine la rota ecc.” (pp. 210 e 212), “Sabato santo viene currendo ecc.” (p. 205); in alcuni termini come recchitelle (orecchiette, p. 189) o paddicchi. E non poteva mancare il melodramma: Gisella prima di sposarsi suona al pianoforte La Gioconda – opera di Ponchielli su libretto di Arrigo Boito – e Mimì canticchia stonando “tutt’avvolta in bianco vel” (atto terzo).
Il tipico gioco cromatico delle foglie d’ulivo – così importante nella campagna pugliese – in cui forse non sono estranee suggestioni dannunziane (“Argentei gli olivi ondeggiano”, Taccuini) dà il titolo a questo romanzo che tutti i pugliesi, almeno, dovrebbero leggere.
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