Eugenio Montale-Poesia La casa dei doganieri-Biblioteca DEA SABINA
Biblioteca DEA SABINA
Eugenio Montale-Poesia La casa dei doganieri-
La casa dei doganieri
Tu non ricordi la casa dei doganieri
sul rialzo a strapiombo sulla scogliera:
desolata t’attende dalla sera
in cui v’entrò lo sciame dei tuoi pensieri
e vi sostò irrequieto.
Libeccio sferza da anni le vecchie mura
e il suono del tuo riso non è più lieto:
la bussola va impazzita all’avventura
e il calcolo dei dadi più non torna.
Tu non ricordi; altro tempo frastorna
la tua memoria; un filo s’addipana.
Ne tengo ancora un capo; ma s’allontana
la casa e in cima al tetto la banderuola
affumicata gira senza pietà.
Ne tengo un capo; ma tu resti sola
né qui respiri nell’oscurità.
Oh l’orizzonte in fuga, dove s’accende
rara la luce della petroliera!
Il varco è qui? (Ripullula il frangente
ancora sulla balza che scoscende…)
Tu non ricordi la casa di questa mia sera.
Ed io non so chi va e chi resta.
Eugenio Montale
Cenni biografici di Eugenio Montale nasce a Genova il 12 ottobre 1896 in una famiglia borghese, ultimo di sei figli, il padre ha una ditta che importa prodotti chimici, in cui via via trovano impiego i figli.
Montale compie studi irregolari, si diploma ragioniere nel 1915. In gioventù per un breve periodo studia canto per diventare baritono.
Prende parte come ufficiale volontario in Trentino agli ultimi mesi della prima guerra mondiale. Dopo la guerra comincia a scrivere poesie e a conoscere scrittori, critici, poeti, artisti. Trascorre le estati nella casa di famiglia a Monterosso al Mare nelle Cinque Terre liguri. Qui conosce Anna degli Uberti, ragazza sedicenne, che il poeta ricorderà in alcune sue poesie come Annetta o Arletta (La casa dei doganieri, Il balcone, Ah). Montale cerca lavoro, non vuole rimanere disoccupato. Conosce nell’inverno 1923-24 Roberto Bazlen (Bobi), intellettuale triestino, che gli fa conoscere le opere di Svevo, Kafka, Musil.
1925-1939: “Ossi di Seppia”, il Gabinetto Vieusseux, Drusilla Tanzi, Irma Brandeis, “Le Occasioni”
Nel 1925 esce a Torino per i tipi del “Baretti” di Pietro Gobetti la prima raccolta di poesie “Ossi di seppia” . Collabora con varie riviste letterarie, su “L’Esame” pubblica “Omaggio a Italo Svevo”. Continua a cercare un impiego a Milano o a Firenze; nell’estate del 1926 è ospite di Svevo a Trieste, conosce anche Saba con cui stringe amicizia. All’inizio del 1927 si trasferisce a Firenze in attesa di un impiego presso la casa editrice Bemporad, collabora con varie riviste letterarie, tra cui “Solaria”, si lamenta della propria paga. Conosce Drusilla Tanzi, chiamata “Mosca”, che diverrà in seguito sua compagna e moglie. Nel 1929 viene assunto come direttore del Gabinetto Vieusseux di Firenze, un’antica istituzione culturale fondata nel 1819 dal banchiere ginevrino Giovan Pietro Vieusseux.
Comincia a viaggiare Parigi, Londra, Vienna. Nella primavera del 1933 conosce Irma Brandeis, una giovane americana sua ammiratrice, inizia una relazione che durerà fino al 1939, quando la giovane donna torna negli Stati Uniti per fuggire dalle leggi razziali, Irma è ebrea.
Nel 1938 perde l’incarico di direttore del Gabinetto Vieusseux perché non è scritto al Partito Nazionale Fascista. Va a vivere con Drusilla Tanzi. Alla fine del 1939 la casa editrice Einaudi pubblica “Le Occasioni” dedicate “a I.B.”, Irma Brandeis.
1940-1956: la guerra, il “Corriere della Sera”, “Finisterre”, “La bufera e altro”.
Durante la guerra vive a Firenze con Drusilla Tanzi, nella loro casa ospitano amici ebrei costretti a nascondersi, Umberto Saba, Carlo Levi; si mantiene lavorando per case editrici e giornali e traducendo autori inglesi e spagnoli. Esce a Lugano nel 1943 “Finisterre” che raccoglie le poesie scritte tra il 1940-42 che poi confluiranno in “La bufera e altro”. Nel 1946 inizia a scrivere per “Il Corriere della Sera” dove viene assunto come redattore nel 1948, scrive articoli, non solo letterari, e “coccodrilli”, nel gergo giornalistico necrologi, pubblica mediamente più di cento articoli l’anno. Gli articoli scritti per il giornale sono pubblicati nelle raccolte “Farfalla di Dinard”, Auto da fé”, “Sulla poesia”, “Fuori di casa”. Si trasferisce a Milano, viaggia per lavoro Londra, Beirut, New York, Strasburgo, Parigi. Nel 1956 esce a Venezia la prima edizione del terzo libro di poesie “La bufera e altro”.
1957-1981: muore la “Mosca”, le lauree honoris causa, il premio Nobel, le ultime raccolte:“Satura”, “Diario del ’71 e del ’72”, “Quaderno di quattro anni”.
Nel 1962 sposa Drusilla Tanzi, che muore l’anno dopo. Continua a lavorare per “Il Corriere” e a viaggiare per conferenze e servizi giornalistici. Riceve la laurea in Lettere e Filosofia honoris causa a Milano e a Roma. Nel 1971 esce “Satura”, nel 1973 “Diario del ’71 e del ’72”. Nel 1975 riceve il Premio Nobel per la Letteratura. Nel 1977 esce l’ultima raccolta di poesie “Quaderno di quattro anni”. Muore a Milano nel 1981, riposa a Firenze accanto alla moglie.