Il Carnevale di Venezia, se non il più grandioso, è sicuramente il più conosciuto per il fascino che esercita e il mistero che continua a possedere ancora tuttora che sono trascorsi 900 anni dal primo documento che fa riferimento a questa famosissima festa.
Una volta all’anno Venezia è immersa in un’atmosfera davvero magica. E tutto perché nel mese di febbraio il carnevale affascina con i suoi incredibili costumi indossati sia i residenti della città che dai turisti, festeggiando insieme questo evento. Il Carnevale di Venezia è sinonimo di storia e tradizione con appuntamenti imperdibili come il Volo dell’Angelo, la festa delle Marie e le rievocazioni storiche in costume, quindi su la maschera per prendere parte a quello che è uno dei Carnevali più conosciuti ed apprezzati al mondo.
LE ORIGINI DEL CARNEVALE
Chi si trova a Venezia non può non visitare le botteghe che lavorano la cartapesta laddove continua la tradizione artigianale delle maschere le cui origini risalgono agli anni ’80 del XX secolo quando, a seguito della rinascita del Carnevale veneziano, dopo due secoli di decadenza e la stasi dettata dalla caduta della Repubblica di Venezia, ci fu un ritorno allo splendore.
IL SIGNIFICATO DELLA MASCHERA
La maschera era il simbolo della libertà e della trasgressione a tutte le regole sociali imposte dalla Repubblica Veneziana. A Venezia più che altrove era il simbolo della necessità di abbandonarsi al gioco, allo scherzo, alla trasgressione e all’ebbrezza della festa, un momento atteso da tutti, pronti ad indossare la tipica bauta e fantasiosi travestimenti per darsi appuntamento lungo le calli, nelle corti e prendere parte a un gioco di musiche e colori.
Osserviamo queste immagini e chiediamoci: come è stata creata tanta bellezza?
Il giorno dell’Epifania, venerdì 6 gennaio, alle ore 18,30 si terrà – dopo le 𝗦𝗮𝗻𝘁𝗲 𝗠𝗲𝘀𝘀𝗲 (9-11-12 e alle 17 con la S. Messa Solenne e Levata del Bambino) e la “𝗣𝗮𝘀𝗾𝘂𝗮𝗿𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗽𝗲𝗿 𝗹𝗲 𝘃𝗶𝗲 𝗱𝗲𝗹 𝗕𝗼𝗿𝗴𝗼” (ore 16,15) – il Recital “𝗜𝗹 𝗣𝗿𝗲𝘀𝗲𝗽𝗲 𝗱𝗶 𝗙𝗿𝗮𝗻𝗰𝗲𝘀𝗰𝗼” del 𝗖𝗼𝗿𝗼 𝗣𝗮𝗿𝗼𝗹𝗮 𝗱𝗶 𝗩𝗶𝘁𝗮 diretto da 𝗔𝗻𝗱𝗿𝗲𝗮 𝗕𝗲𝗿𝘁𝗼𝗹𝗱𝗶 .
“Il Coro Parola di Vita nasce circa 15 anni fa dalla fusione dei Cori Parrocchiali di Canneto, Prime Case e Coltodino che negli anni precedenti pensarono di realizzare insieme un Concerto natalizio – spiega il direttore Bertoldi – . Nacque poi l’idea di non distinguerci più in base alla località ma di essere una sola identità. Il nome “Parola di vita” fu scelto perché il nuovo gruppo avrebbe avuto come finalità, l’annuncio della Parola di Dio, tramite il canto. Infatti i brani che eseguiamo sono di autori che compongono per la liturgia e si rifanno ai testi del Vangelo e quindi alla parola divina che è vita. Con il tempo, il Coro crebbe e confluirono in esso persone provenienti da altri Cori Parrocchiali (Prime Case, Farfa, Passo Corese, Borgo Quinzio e Corese Terra) e anche da altre Diocesi (Pomezia, Settebagni, Roma ecc.) “.
“Ho scritto questo spettacolo facendo riferimento a Tommaso da Celano che ha scritto la “Vita Prima” la prima biografia su San Francesco, al “Il Presepio di San Francesco” di Guido Gozzano e aggiungendo ovviamente un po’ del mio, per romanzare il tutto – continua Bertoldi -. “Il Presepe di Francesco” si focalizza sul momento in cui il Santo ha l’ispirazione divina per realizzare il Presepe e si identifica come Recital in quanto le diverse scene sono tutte accompagnante da momenti musicali che a mio parere risaltano l’atmosfera del momento e restituiscono a chi ascolta molta più emozione.
Insieme al Coro e agli attori, abbiamo voluto coinvolgere i meravigliosi bambini che con la loro dolcezza e spontaneità rendono ancor più bello ed emozionante lo spettacolo natalizio.
“Il Presepe di Francesco” è un nostro inedito presentato in realtà già 4 anni fa per la prima volta a Canneto ma come spesso succede un po’ per tutti gli spettacoli, anche esso è stato rivisto e modificato in alcune parti per trasformarlo in un Recital più dinamico e coinvolgente per il pubblico”.
“Nel settembre 2008 i Cori Parrocchiali di Canneto Sabino e quello di Coltodino (entrambi facenti parte della Vicaria Martiri Sabini – Diocesi Sabina-Poggio Mirteto provincia di RIETI) decisero di organizzare insieme un Concerto di Natale, proponendo i brani classici della tradizione e della liturgia Natalizia. Il Concerto di Natale, che ebbe una buona riuscita e riscosse molto successo, si rivelò essere stata anche una bella esperienza, e i due Cori decisero di ripeterla successivamente, costituendo un nuovo gruppo che avrebbe avuto come finalità, l’annuncio della Parola di Dio, tramite il canto. Si decise di realizzare quindi altri concerti di musica Cristiana, durante i periodi forti dell’anno liturgico.Anche questa idea funzionò ed ebbe parecchi riscontri positivi.
👉Nasce il Coro “Parola di Vita”
Con il tempo, il Coro crebbe e confluirono in esso persone provenienti da altri Cori Parrocchiali (Prime Case, Farfa, Passo Corese, Borgo Santa Maria..) e anche da altre Diocesi (Pomezia, Settebagni, Roma ecc.) I Concerti adottarono una veste nuova, con commenti e riflessioni, proiezioni e scenografie fino a diventare veri e proprio Recital, proposti anche al di fuori dei confini della Diocesi Sabina, riscuotendo sempre più apprezzamenti e attestati di stima.
👉Oggi il Coro “Parola di Vita” è una realtà sempre più consolidata.
Può far parte del nostro gruppo, chiunque sia mosso da ideali cristiani, e dal desiderio di volerli esprimere nel canto. Al Signore Dio va la nostra lode e il nostro canto; a Lui cantiamo la sua grandezza e le sue opere. Con la nostra opera, crediamo speriamo di coinvolgere e sensibilizzare sempre di più quanti percorrono il cammino cristiano”.
Majorettes Christmas Show-Majorettes di Casperia – Rieti
Fotoreportage di Luisa BURCI –
Luisa BURCI:“Che dire… Salutiamo il 2022 con alcune foto del nostro evento, il Majorettes Christmas Show che ha visto protagoniste oltre a noi anche le ASD Majorettes CuresMens Sana Genesis MajoretteComplesso Bandistico “Citta’ Di Amelia”
Magliano Sabina – Teatro Manlio si apre la stagione teatrale 2023
Il Teatro Manlio riapre con 5 importanti spettacoli per la stagione teatrale 2023, nata dalla collaborazione tra il Comune di Magliano Sabina, ATCL Circuito multidisciplinare del Lazio, sostenuto da MIC – Ministero della Cultura e Regione Lazio, e La Mirabilis Teatro Societas.
La campagna abbonamenti partirà dal 2 gennaio al 5 gennaio dalle ore 17.30 alle ore 19; dal 9 al 13 gennaio dalle ore 17 alle ore 19 al Teatro Manlio.
Si inizia il 14 gennaio ore 21 TRADIMENTI di Harold Pinter, traduzione Alessandra Serra con Stefano Braschi, Stefania Medri, Michele Sinisi anche regista. La storia è quella di una relazione extraconiugale ripercorsa però a ritroso, dalla sua fine fino ai suoi esordi. Tutto inizia due anni dopo la fine del rapporto e termina prima che esso abbia inizio. Ma, oltre ai due amanti c’è anche il marito di lei, nonché migliore amico di lui. Insomma, un triangolo a tutti gli effetti, dalla trama apparentemente semplice e lineare.
Claudio Casadio è il protagonista di L’ORESTE quando i morti uccidono i vivi di Francesco Niccolini, illustrazioni Andrea Bruno, regia Giuseppe Marini in scena il 22 gennaio ore 18.30. L’Oreste è una riflessione sull’abbandono e sull’amore negato. Su come la vita spesso non faccia sconti e sia impietosa. Uno spettacolo originalissimo, di struggente poesia e forza, in cui fluiscono momenti drammatici e altri teneramente comici. Con un’animazione grafica di straordinaria potenza, visiva e drammaturgica, Claudio Casadio dà vita e voce a un personaggio indimenticabile, affrontando con grande sensibilità attoriale il tema della malattia mentale.
UNA COMPAGNIA DI PAZZI scritto e diretto da Antonio Grosso anche in scena con Antonello Pascale, Francesco Nannarelli, Gioele Rotini, Gaspare di Stefano, Natale Russo il 26 febbraio ore 18.30 è una divertentissima commedia. Un manicomio quasi dismesso, dove sono rimasti soltanto tre pazzi, gestito da due fratelli, Armando e Francesco che con tanta pazienza e amore si prendono cura dei loro pazienti. Il direttore del manicomio è un uomo duro e senza un minimo di umanità. L’amicizia fra gli infermieri e i loro pazienti oramai regna sovrana. Il tempo passa fra “giochi”, sfottò e vari momenti di ilarità e comicità. Uno dei pazienti, scopre una cassaforte nell’ufficio del direttore.
UNO NESSUNO CENTOMILA dal romanzo di Luigi Pirandello, adattamento e regia Alessandra Pizzi ha come interprete uno straordinario Enrico Lo Verso in scena sabato 11 marzo ore 21. Il Vitangelo Moscarda di Lo Verso è un eroe contemporaneo, l’uomo “senza tempo”. Un’interpretazione naturalistica, immediata, “schietta”, volta a sottolineare l’attualità di un messaggio universale, univoco, perenne: la ricerca della propria essenza, dentro la giungla quotidiana di omologazioni. La voglia di arrivare infondo ed assaporare la vita, quella autentica, oltre le imposizioni sociali dei ruoli. La paura di essere soli, fuori dal grido sociale della massa.
Chiude la stagione Elena Bonelli in ROMA IO TI RACCONTO E CANTO accompagnata da Giandomenico Anellino alla chitarra e Riccardo Biseo al pianoforte sabato 1 aprile ore 21. In questo nuovo spettacolo si racconta la storia della canzone romana dalla nascita della prima canzone passando per “Barcarolo Romano” di Balzani a “Tanto pe’ cantà” di Petrolini, da “Le Mantellate” di Strehler a “Valzer della toppa” di Pasolini, fino ad arrivare ai più moderni cantautori romani di oggi. Nello spettacolo la musica romana e la storia della città eterna viaggiano insieme per raccontare Roma di generazione in generazione.
Campagna abbonamenti: apertura da lunedì 2 a giovedì 5 gennaio dalle ore 17.30 alle ore 19.00; da lunedì 9 a venerdì 13 gennaio dalle ore 17 alle ore 19.
La biglietteria aprirà un’ora prima di ogni spettacolo
Abbonamento: Intero 45 euro; Ridotto 40 euro – Biglietto: Intero 15 euro – ridotto 13 euro
Storia della Fotografia-Helmut Gernsheim, Alison Gernsheim.
Traduzione di Roberto Lucci ADELPHI EDIZIONI-Milano
Per secoli e secoli l’uomo ha desiderato di poter fissare le fuggevoli immagini riflesse su uno specchio e di fare quadri senza dover ricorrere all’aiuto del pennello di un artista. Già nelle opere di Aristotele si possono trovare enunciati i princìpi di ottica che sono alla base del fenomeno della «camera obscura» (il predecessore diretto dell’apparecchio fotografico moderno), mentre…
ADELPHI EDIZIONI SPA
Via S. Giovanni sul Muro, 14 – 20121 – Milano
Tel. 02.725731 (r.a.) Fax 02.89010337 info@adelphi.it
RIETI-Al Teatro Flavio Vespasiano torna il vernacolo.
RIETI-Da venerdì 9 dicembre a domenica 11 dicembre torna al Teatro Flavio Vespasiano il vernacolo reatino. La compagnia teatrale reatina La Schiaríca presenta “Centu mesure… un taju!!”, due atti brillanti di Vincenzo Cenciarelli che saranno replicati per 4 spettacoli fino a domenica 11 dicembre.
Si tratta di un nuovo allestimento dell’autore reatino, una commedia molto divertente, ricca di umorismo e ironia come nello stile di Cenciarelli. La regia è di Fabio Mazzetti.
Due ore di risate in uno spettacolo ricco di colpi di scena, interpretato dagli attori di sempre: Franco Patacchiola, Yuri Aguzzi, Quinto Guadagnoli, Maurizia Liorni, Fabio Mazzetti, Chiara Di Carlo, Fabio Cimini, Massimiliano Grelli, Pino Maldarizzi e con il debutto di Angela Di Giammaria, Martina Salustri e Lisa Cimini. Direzione di scena di Antonella Ortenzi.
La prima è in programma venerdì 9 dicembre alle 21, le repliche sabato 10 dicembre alle 17 e alle 21 e domenica 11 dicembre alle 17. Il botteghino (0746.271335) aprirà da martedì 6 dicembre con orario 10-13 e 16-20. Info, prenotazioni e prevendita al 334 674 6447.
RIETI-Presentata la stagione teatrale 2023 del Teatro Flavio Vespasiano.
Presentata, in una conferenza stampa presso la Sala Consiliare del Comune di Rieti, la stagione teatrale 2023 del Teatro Flavio Vespasiano, a cura di ATCL- Circuito multidisciplinare del Lazio, sostenuto da MIC – Ministero della Cultura e Regione Lazio, e Comune di Rieti.
All’incontro hanno partecipato il sindaco di Rieti, Daniele Sinibaldi, l’assessore alla cultura Letizia Rosati, l’Amministratore delegato di ATCL Luca Fornari e l’artista Paolo Belli. Presente con un videomessaggio anche un altro protagonista della stagione, Giovanni Scifoni.
«Una stagione che vuole coniugare i grandi classici della scrittura e della recitazione, Ionesco, De Filippo e Umberto Orsini, con autori decisamente diversi – ha dichiarato l’assessore alla cultura Letizia Rosati – Avremo, infatti, Paolo Belli e Giovanni Scifoni che sono due noti volti televisivi con uno stile fresco e divertente. Vogliamo intercettare un pubblico nuovo che normalmente non frequenta il nostro teatro. In tale direzione va la scelta di abbattere il costo del biglietto a 10 € per gli under 30. Il mio ambizioso obiettivo è quello di riportare al teatro le nuove generazioni».
«Il teatro non è solo un rito o un’abitudine che si rinnova di sera in sera da millenni. Il teatro è soprattutto occasione di crescita culturale di una collettività, un momento di incontro, di condivisione, di riflessione, di suggestione, strumento per interpretare il vivere contemporaneo – ha affermato Luca Fornari, amministratore delegato di ATCL – Questa nuova stagione del Teatro Flavio Vespasiano, costruita insieme al Comune di Rieti, presenta al pubblico un programma teatrale di grande interesse, con importanti compagnie della scena contemporanea italiana ed un’attenzione ai diversi pubblici, con la volontà di allargare ancora la partecipazione dei cittadini non solo di Rieti ma di tutta l’area del reatino».
«Mi fa molto piacere tornare a Rieti – ha dichiarato l’artista Paolo Belli – Sono stato qui con la scuola di Gigi Proietti e ricordo un Teatro Flavio Vespasiano bellissimo e un pubblico caloroso. Per me è un onore tornare a calcare un palcoscenico così bello che mi ha portato fortuna nella mia carriera».
IL CALENDARIO
15 gennaio 2023
CAROLINA ROSI, TONY LAUDADIO,
NICOLA DI PINTO
“DITEGLI SEMPRE DI SÌ”
di Eduardo De Filippo – regia Roberto Andò
e con Andrea Cioffi, Antonio D’Avino, Federica Altamura,
Vincenzo D’Amato, Gianni Cannavacciuolo, Boris De Paola
produzione Elledieffe – La Compagnia di Teatro di Luca De Filippo,
Fondazione Teatro Della Toscana
Ditegli sempre di sì è uno dei primi testi scritti da Eduardo, un’opera vivace, colorata il cui protagonista è un pazzo metodico con la mania della perfezione. La pazzia di Michele Murri è vera: infatti è stato per un anno in manicomio e solo la fiducia di uno psichiatra ottimista gli ha permesso di ritornare alla vita normale. Michele è un pazzo tranquillo, socievole, cortese, all’apparenza l’uomo più normale del mondo, ma in verità la sua follia è più sottile perché consiste essenzialmente nel confondere i suoi desideri con la realtà che lo circonda.
28 gennaio 2023
EDOARDO SIRAVO
“IL RE MUORE”
di Eugène Ionesco – regia Maurizio Scaparro
CON Isabel Russinova e con Gabriella Casali, Carlo Di Maio,
Claudia Portale, Michele Ferlito,
musiche Nicola Piovani,
produzione Ass. Cult. Laros
Il regno di Bérenger è ormai alla deriva e quello che dovrebbe essere un re alla guida di un popolo è soltanto un uomo in decadimento. Le due regine, l’istitutrice Marguerite e l’amorevole Marie, dopo aver saputo dal medico che il re morirà, discutono su come informarlo. Bérenger apprende la notizia ma, nonostante il suo corpo manifesti forti segni di cedimento, non vuole accettare che la sua ora è vicina e tenta in tutti i modi di convincere gli altri. Solo quando scopre che i suoi poteri non lo assistono più, acconsente che venga celebrato il rito di preparazione alla sua morte.
25 febbraio 2023
“SANTO PIACERE
Dio è contento quando godo”
di Giovanni Scifoni – regia Vincenzo Incenzo
danzatrice Anissa Bertacchini
produzione Officine Del Teatro Italiano
Non c’è sesso senza amore è solo il riff di una canzone o una verità assoluta? Scifoni ha un piano: porre fine all’eterno conflitto tra Fede e Godimento e fare luce su una verità definitiva e catartica, dove l’anima possa ruzzolarsi sovrana nel sesso e il corpo finalmente abbracciare l’amore più puro, in grazia di Dio. Sequestra così per un’ora il mezzo il pubblico e lo pone al centro di un esperimento unico e irresistibile, avventurandosi tra vizi, ragioni e sentimenti della fauna umana, oscillando come un esilarante pendolo tra gli estremi del sesso e della Fede.
11 marzo 2023
UMBERTO ORSINI, FRANCO BRANCIAROLI
“POUR UN OUI OU POUR UN NON”
di Nathalie Sarraute
regia, scene e costumi Pier Luigi Pizzi
produzione Compagnia Orsini e Teatro De Gli Incamminati
La commedia di Nathalie Sarraute, una delle più importanti scrittrici francesi della seconda metà del Novecento e che ha occupato un posto importante nell’alchimia tra teatro dell’assurdo e teatro del quotidiano, mette al centro della scena la forza delle parole in una ragnatela di incomparabile abilità. Due amici che si ritrovano dopo un non motivato distacco si interrogano sulle ragioni della loro separazione e scoprono che sono stati i silenzi tra le parole dette e soprattutto le ambiguità delle “intonazioni” a deformare la loro comunicazione aprendola a significati multipli e variati.
31 marzo 2023
di Paolo Belli e Alberto Di Risio
“FARE COMMEDIA”
regia Alberto Di Risio e con Juan Carlos Albelo Zamora, Gabriele Costantini, Mauro Parma, Enzo Proietti, Gaetano Puzzutiello, Peppe Stefanelli, Paolo Varoli
PB Produzioni
In “Pur di Far Commedia” storie e aneddoti esilaranti accompagnano il pubblico alla scoperta di personaggi a volte surreali, ma che si dedicano senza limiti a realizzare il sogno di vivere seguendo la propria passione. Paolo racconta le mille peripezie ed i colpi di scena vissuti in tanti anni di carriera, fra esilaranti provini a musicisti strambi ma geniali, momenti di riflessione ed i suoi grandi successi rivisitati in una nuova veste. Prosa, canzoni e risate sono gli ingredienti dello spettacolo dove Paolo, accompagnato da sette musicisti, lascia spazio ai racconti e all’interazione con il pubblico.
ABBONAMENTI
intero: € 100,00 – ridotto: € 90,00
Ridotto Youth Card: € 50,00
Gli abbonati alla stagione 2021-22 avranno scalato dal costo dell’abbonamento, il rateo per lo spettacolo
Giulietta e Romeo saltato nella scorsa programmazione.
Campagna abbonamenti presso Info Point del Comune di Rieti,p.zza Vittorio Emanuele II n. 1
con il seguente orario: 10.00 – 13.00 | 15.00 – 17.00
informazioni: 333 468 8271
Rinnovo abbonamenti: 18-19 novembre, 25-26 novembre, 2-3 dicembre 2022
Nuovi abbonamenti: 9-10 dicembre, 16-17 dicembre 2022
BIGLIETTI
intero: € 28,00 + € 3,00
ridotto: € 25,00 + € 2,00
ridotto under 30: € 10,00 + € 1,00
I biglietti saranno in vendita dal 15 gennaio e nei giorni di spettacolo presso il botteghino del teatro con il seguente orario:
10:00 – 13:00 | 16:00 – 21:00
Online su Ticketone.it a partire dal 18 dicembre 2022
FARFA-Domenica 23 ottobre 2022-La 𝗰𝗼𝗿𝗮𝗹𝗲 𝗠𝗼𝗺𝗽𝗲𝗼-𝗙𝗮𝗿𝗳𝗮 torna in Vaticano per accompagnare la 𝗦. 𝗠𝗲𝘀𝘀𝗮 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗲 𝗼𝗿𝗲 𝟭𝟴 𝗮𝗹𝗹’𝗔𝗹𝘁𝗮𝗿𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗕𝗮𝘀𝗶𝗹𝗶𝗰𝗮 𝗱𝗶 𝗦𝗮𝗻 𝗣𝗶𝗲𝘁𝗿𝗼. Insieme alle “voci ufficiali” dell’Abbazia farfense, ci saranno anche 𝗶𝗹 𝗣𝗮𝗱𝗿𝗲 𝗣𝗿𝗶𝗼𝗿𝗲 𝗗𝗼𝗺 𝗘𝘂𝗴𝗲𝗻𝗶𝗼 𝗚𝗮𝗿𝗴𝗶𝘂𝗹𝗼 – che concelebrerà la S. Messa con il nuovo Parroco di San Pietro il francescano 𝗖𝗮𝗿𝗱 𝗠𝗮𝘂𝗿𝗼 𝗚𝗮𝗺𝗯𝗲𝘁𝘁𝗶 – , 𝗗𝗼𝗻 𝗗𝗼𝗺𝗲𝗻𝗶𝗰𝗼 𝗟𝗮𝗺𝗮𝘀𝘁𝗿𝗮 e 𝗗𝗼𝗻 𝗠𝗮𝗿𝗶𝗼 𝗣𝗮𝗻𝗲𝗿𝗼 rispettivamente parroco e vicario di Mompeo.
La corale, arrivata ad oltre venti elementi e da sempre diretta dalla 𝗠^ 𝗥𝗼𝗯𝗲𝗿𝘁𝗮 𝗗𝘂𝗿𝗮𝗻𝘁𝗶, nasce nel 1985 con il primo nucleo nella parrocchia di Mompeo e nel 1998 inizia la sua ufficiale collaborazione anche con l’Abbazia di Farfa.
Un impegno portato avanti con passione e devozione da tutti i componenti che vedremo cantare a San Pietro: 𝗔𝗻𝗴𝗲𝗹𝗶𝗰𝗶 𝗠aria 𝗖𝗿𝗶𝘀𝘁𝗶𝗻𝗮, 𝗖𝗮𝗿𝗯𝗼𝗻𝗶 𝗙𝗶𝗼𝗿𝗲𝗹𝗹𝗮, 𝗖𝗮𝗿𝗴𝗼𝗻𝗶 𝗔𝗱𝗿𝗶𝗮𝗻𝗮, 𝗖𝗮𝗿𝗴𝗼𝗻𝗶 𝗠𝗮𝗿𝗶𝗻𝗮, 𝗗𝗶𝗮𝗺𝗮𝗻𝘁𝗶 𝗠aria 𝗟𝗲𝘁𝗶𝘇𝗶𝗮, 𝗗𝘂𝗿𝗮𝗻𝘁𝗶 𝗡𝗲𝗿𝗶𝗻𝗮, 𝗗𝘂𝗿𝗮𝗻𝘁𝗶 𝗥𝗼𝗯𝗲𝗿𝘁𝗮, 𝗗𝘂𝗿𝗮𝗻𝘁𝗶 𝗦𝗮𝘂𝗿𝗼, 𝗘𝗿𝗰𝗼𝗹𝗶 𝗢𝗿𝗶𝗲𝘁𝘁𝗮, 𝗜𝗺𝗽𝗲𝗿𝗶 𝗦𝗶𝗺𝗼𝗻𝗮, 𝗡𝗶𝘂𝘁𝘁𝗮 𝗠𝗮𝗿𝗶𝗮, 𝗣𝗮𝗼𝗹𝗶𝗻𝗶 𝗘𝗿𝗻𝗲𝘀𝘁𝗶𝗻𝗮, 𝗣𝗮𝗽𝗶𝗹𝗶 𝗙𝗿𝗮𝗻𝗰𝗮, 𝗥𝗼𝘀𝘀𝗶 𝗣𝗮𝗼𝗹𝗮, 𝗦𝗮𝗹𝘂𝘀𝘁𝗿𝗶 𝗙𝗿𝗮𝗻𝗰𝗲𝘀𝗰𝗼, 𝗦𝗲𝘃𝗲𝗿𝗶𝗻𝗶 𝗔𝗻𝗻𝗮, 𝗦𝗶𝗴𝗻𝗼𝗿𝗲𝘁𝘁𝗶 𝗣𝗮𝗼𝗹𝗮, 𝗦𝗶𝗻𝗰𝗲𝗿𝗶 𝗠𝗮𝗿𝗶𝗼, 𝗧𝗿𝗮𝗻𝗾𝘂𝗶𝗹𝗹𝗶 𝗟𝗮𝘂𝗿𝗮, 𝗩𝗮𝗻𝗼𝗻𝗶 𝗩𝗮𝗻𝗶𝗮. La corale sarà accompagnata all’organo dal 𝗠° 𝗚𝗶𝗮𝗻𝗹𝘂𝗰𝗮 𝗟𝗶𝗯𝗲𝗿𝘁𝘂𝗰𝗰𝗶.
Il suo primo approdo in Vaticano risale al 2016, anno del Giubileo della misericordia ricordato da tutti i presenti per la suggestiva esecuzione dell’antico Inno alla Madonna di Farfa. Poi l’esperienza si è ripetuta nel 2018 e nel 2019.
Saltato l’appuntamento previsto nel 2020 a causa della pandemia, si torna dopo due anni.
La domenica pomeriggio la Santa Sede offre a tutte le corali del mondo la possibilità, attraverso una candidatura, di accompagnare una Santa Messa con delle caratteristiche particolari dei canti. Dunque dietro c’è una lunga preparazione e… profonda emozione!
“Il servizio liturgico musicale richiede dedizione, studio continuo, capacità di ascolto, interazione con il gruppo – 𝘀𝗽𝗶𝗲𝗴𝗮 𝗹𝗮 𝗠^ 𝗗𝘂𝗿𝗮𝗻𝘁𝗶 -.
Sia nelle celebrazioni liturgiche feriali – ordinarie, tanto in quelle solenni e particolarmente impegnative, l’atteggiamento del corista è identico, a prescindere dal luogo in cui si è chiamati a svolgere il servizio: tanto nella più lontana e sperduta chiesa di campagna quanto nella più sontuosa basilica del cuore della cristianità. Chi canta con il cuore canta per la lode a Dio, ovunque”.
Foto: archivio di Roberta Durati -Fonte Abbazia di Farfa-
“Il socialismo non è nato per innalzare muri. Socialismo significa tendere la mano agli altri e insieme ad essi convivere pacificamente. Non è il sogno di un visionario ma un preciso progetto politico”. Fra poche ore ci teletrasporteremo tutti quanti a Berlino, porta di Brandeburgo, con un triplo salto mortale rovesciato di ben trentadue anni. E saremo tutti li assieme ad un’enorme calca di persone, pronte a oltrepassare e ad abbattere il più famoso muro della nostra triste storia umana. Per ricordare quel giorno, prendo spunto da uno dei miei film preferiti dal quale ho rubato la citazione con la quale ho aperto questo mio pensiero. Un film ben scritto e ben recitato; quello che colpiva all’epoca della sua uscita al cinema (e che colpisce ancora oggi) di Good Bye, Lenin! non è solo la ricostruzione storica, ma è ma la capacità di trasmettere l’universo della Repubblica Democratica Tedesca attraverso un vestito “pop”. Come è riuscito un piccolo film tedesco, con attori tedeschi e che narra una storia profondamente tedesca a diventare in pochi mesi un caso cinematografico mondiale? Becker, il regista del film, decide di riproporre con fedeltà gli ambienti e i colori della Germania dell’Est riuscendo renderli universali. Nella pellicola ci sono sia scene incentrate sulla critica delle vecchie strutture governative, nelle quali è servito un obiettivo più realistico, freddo, distaccato (come la manifestazione in strada iniziale a cui partecipa Alex); e scene con un approccio morbido e colorato, che viene invece utilizzato per quei momenti che guardano più affettuosamente alla vecchia DDR, compreso il largo uso dei feticci di quell’epoca (i famosi cetrioli Spreewald per intenderci). Il ricordo “istituzionalizzato” e ricordo “affettivo” quindi entrano in una sorta di conflitto, creando una “nostalgia ambivalente” attorno al quale ruota la pellicola. Diversamente da un film come “Le vite degli altri”, dove domina, la condanna di un regime che opprime l’individuo per preservare la collettività, in Good Bye, Lenin! la narrazione ruota attorno al passaggio da un mondo all’altro, capace di essere al tempo stesso dolorosa ma anche umoristica. Lungo tutto film, vengono inevitabilmente a galla scontri continui, come quello che da una parte mette il socialismo della DDR, e dall’altra la nuova Germania unita e il suo concetto di “progresso” (che sembra tagliare fuori le aspirazioni di una semplice famiglia della Germania Est). Cos’è meglio? Una risposta non il film non la da (o non la vuole dare), il messaggio è però chiaro: bisogna guardare oltre e far dialogare passato e presente. E allora sono le relazioni private e familiari, con le loro verità nascoste e i ricordi confusi la vera “nostalgia del quotidiano”, che fa pulsare il cuore di Good Bye, Lenin! e quello di tutti noi. Un tributo che inizialmente potrebbe essere letto come un ultimo inno ai fasti socialisti, ma che si rivela invece come una testimonianza del potere del ricordo individuale su quello della collettività. Considerazione questa che mi porta inevitabilmente al messaggio più importante che secondo me ci ha trasmesso questo bellissimo film, cioè che l’unica possibilità per affrontare quello che abbiamo davanti (come per Alex, la paura dell’oblio dato da un mondo senza più cerniere di mattoni tra est e ovest) è riconoscere i limiti della Storia di fronte alle storie personali e ai ricordi più intimi che ognuno porta con se. Ed è proprio questo che vuole trasmetterci il regista di Good Bye Lenin!, una nostalgia vincente nata a colpi di piccone contro il muro di Berlino; una nostalgia positiva che ognuno di noi deve coltivare e fare germogliare.
Questo sito usa i cookie per migliorare la tua esperienza. Chiudendo questo banner o comunque proseguendo la navigazione nel sito acconsenti all'uso dei cookie. Accetto/AcceptCookie Policy
This website uses cookies to improve your experience. We'll assume you're ok with this, but you can opt-out if you wish.Accetto/AcceptCookie Policy
Privacy & Cookies Policy
Privacy Overview
This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.