Roma-La persistenza del sacro nell’arte contemporanea: la mostra al Museo Carlo Bilotti-
Roma- Al Museo Carlo Bilotti-La persistenza della dimensione del sacro nel nostro presente visivo e simbolico, tra mito, rito e trascendenza. Lungo questo filo si svolge Tra mito e sacro. Opere dalle collezioni capitoline di arte contemporanea, mostra visitabile dal 17 aprile al 14 settembre 2025 al Museo Carlo Bilotti all’Aranciera di Villa Borghese, a Roma, in occasione dell’Anno giubilare. In esposizione, circa 30 opere provenienti dalle raccolte pubbliche romane — Galleria d’Arte Moderna, Museo di Roma a Palazzo Braschi, Museo Bilotti e la Collezione d’arte contemporanea della Sovrintendenza — che, tra medium e poetiche differenti, tracciano un itinerario polifonico in cui il concetto di sacralità si moltiplica, declinandosi tra spiritualità, iconografia, devozione privata, simbolismi laici e inquietudini postmoderne.
Museo Carlo Bilotti_
È un altare laico e plurale quello che si costruisce nelle sale dell’Aranciera: si va dalla videoinstallazione Cattedrale di Alessandra Tesi, vera e propria architettura immersiva che trasforma lo spazio museale in un’esperienza di raccoglimento, al trittico Universal Keyboard di Alessandro Valeri, dove il latte, simbolo ancestrale di nutrimento e spiritualità, viene interrogato come matrice universale di corpi e culture. Ancora il corpo, quello sacro femminile, rivive nella Venere iconica ma anche seriale di Mario Ceroli, raddoppiata e moltiplicata nei tasselli dorati di Goldfinger Miss, mentre la cera delle candele votive sciolte nelle chiese di Roma diventa materia viva nell’opera La cera di Roma di Alessandro Piangiamore, condensando un’intera topografia del gesto devozionale.
Non mancano incursioni nel simbolico più archetipico e doloroso, come nelle sculture di Leoncillo, San Sebastiano e Taglio rosso, che sublimano la sofferenza attraverso l’astrazione materica, o nel Trascendente di Carlo Maria Mariani, un volto angelicato incorniciato da fiamme ardenti che irradia ambiguità tra estetica neoclassica e pathos contemporaneo. A chiudere idealmente il corteo iconografico, lo scheletro orante a grandezza naturale di Marc Quinn: ironico memento mori, statua votiva post-umana, simulacro della fragilità irriducibile della nostra condizione.
Accanto al nucleo delle collezioni pubbliche, un focus speciale è riservato a Sidival Fila, artista e frate minore francescano, la cui opera si articola su un piano al tempo stesso mistico e materico. Fila lavora con materiali di scarto e tessuti dismessi, oggetti che nel loro disuso trovano, nell’opera d’arte, una possibilità di resurrezione: un’estetica della ferita e della ricucitura, che risuona con l’idea cristiana di redenzione ma che può essere letta anche come pratica ecologica e filosofica del ripensare.
La mostra si offre così come un atlante visivo e intellettuale sulla permanenza del sacro nell’arte contemporanea, al di là dei vincoli del sistema iconografico, per una continua riformulazione nei segni, nei materiali, nelle domande che gli artisti pongono a un presente disincantato.
INFORMAZIONI
Il Museo Carlo Bilotti , inaugurato nel 2006, accoglie un prezioso gruppo di opere d’arte donate da Carlo, Edvige e Roberto Bilotti e da Cora Hahn alla città di Roma. La collezione, conservata al primo piano dell’edificio, è composta da un consistente nucleo di dipinti e sculture di Giorgio de Chirico e dai lavori di altri importanti artisti come Gino Severini, Andy Warhol, Larry Rivers, Giacomo Manzù, Mimmo Rotella, Nicola Pucci, Pietro Consagra e Marion Greenstone. La spettacolare Sala del Ninfeo al pianterreno ospita ogni anno una accurata selezione di progetti di arte contemporanea.
The Carlo Bilotti Museum is located in the old Orangery at Villa Borghese, which during the eighteenth century was referred to as the “Casino dei Giuochi d’Acqua” due to the many fountains and nymphs it contained.
The Orangery at Villa Borghese underwent several renovations over time, substantially altering both its structure and function.
After decades of falling into disrepair and improper use, the Orangery was renovated into a Museum to once again become a place for recreation and culture. The Museum currently houses paintings, sculptures and drawing donated to the Municipality of Rome by Carlo Bilotti, an Italian-American businessmen and internationally renowned collector The donation of twenty three artworks, includes a significant component of paintings and sculptures by Giorgio de Chirico, representing some of the more famous themes produced by this artist between the end of the twenties and the seventies. The donation also includes three portraits: one of Carlo Bilotti by the American Larry Rivers, one of Tina and Lisa Bilotti, produced in 1981 by the maestro of Pop Art, Andy Warhol, and one of Tina and Carlo Bilotti by Mimmo Rotella. The collection also showcases the great Cardinal in bronze by Giacomo Manzù. Subsequent to its opening, the Museum has added works by Consagra, Dynys, Greenfield-Sanders and Pucci.
To ensure the Museum remains open to new approaches in the field of contemporary art, there is space available alongside the permanent donation exhibition for temporary events to be staged.
Address
Viale dell’Aranciera , 4
Viale Fiorello La Guardia , 6
Timetables
Tuesday to Friday 10.00 – 16.00Saturday and Sunday 10.00 – 19.0024 and 31 December 10.00 – 14.00Last admission half an hour before closingFor updates and guidelines please check the > official websiteBefore planning the visit, CONSULT THE NOTICES.
Roma-Galleria d’Arte Moderna -Retrospettiva Nino Bertoletti-
Roma-Galleria d’Arte Moderna -Retrospettiva Nino Bertoletti dall’11 aprile sino al 14 settembre 2025-a cura di Pier Paolo Pancotto che affronta la complessità della figura e della produzione di Nino Bertoletti, artista poliedrico, capace di spaziare con la stessa intensità dalla pittura alla grafica, dall’architettura al giornalismo fino al collezionismo.
Una solida formazione culturale, i numerosi viaggi per visitare mostre e musei in tutta Europa, la conoscenza delle lingue straniere, un’ampia e selezionata biblioteca privata permettono a Nino Bertoletti, fin da giovane, di coltivare contemporaneamente interessi diversi, per lo più orientati in ambito artistico, intrecciando passione e professione.
Nino Bertoletti
Tra gli anni Dieci e Trenta del Novecento vive il periodo più intenso del suo percorso, partecipando alla Biennale di Venezia, alla Quadriennale di Roma e alle maggiori rassegne del periodo. Collabora all’organizzazione di eventi istituzionali, progetta un intervento architettonico per via della Conciliazione e contribuisce alla decorazione di un cantiere dell’E42 a Roma. Attivo anche come collezionista e mercante d’arte, da artista dialoga in prima persona sia con gli ambienti d’avanguardia (il gruppo de “La Casa”, di Villa Strohl Fern e della Secessione a Roma) sia con i cosiddetti “neo-classici” e con il gruppo del Novecento; entra in contatto con i maggiori interpreti del proprio tempo in campo artistico (Giorgio de Chirico, in primis, come anche Cipriano Efisio Oppo, Armando Spadini, Fausto Pirandello) e letterario (Luigi Pirandello, Massimo Bontempelli, Paola Masino, Emilio Cecchi, tra gli altri).
La sua carriera si sviluppa in parallelo a quella della moglie Pasquarosa (1896-1973), pittrice di rilievo con cui condivide viaggi ed esperienze culturali, oltre al grande amore per l’esercizio creativo.
Informazioni
Luogo
Galleria d’Arte Moderna
Orario
Dall’11 aprile al 14 settembre 2025
dal martedì alla domenica ore 10.00-19.00
Chiuso il lunedì e il 1° maggio
CONSULTARE SEMPRE LA PAGINA AVVISI prima di programmare la visita al museo
-Gli ARCHI COMMEMORATIVI E TRIONFALI DELLE COLONIE ROMANE.
Copia anastatica dell’Articolo dalla Rivista EMPORIUM n° mese di maggio 1908
Un arco trionfale, o arco di trionfo, è una costruzione con la forma di una monumentale porta ad arco, solitamente costruita per celebrare una vittoria in guerra, in auge presso le culture antiche. Questa tradizione nasce nell’Antica Roma, e molti archi costruiti in età imperiale possono essere ammirati ancora oggi nella “città eterna“.
Alcuni archi trionfali erano realizzati in pietra, a Roma in marmo o travertino, ed erano dunque destinati ad essere permanenti. In altri casi venivano eretti archi temporanei, costruiti per essere utilizzati durante celebrazioni e parate e poi smontati. In genere solo gli archi eretti a Roma vengono definiti “trionfali” in quanto solo nell’Urbe venivano celebrati i trionfi e onorato l’ingresso del vincitore. Gli archi eretti altrove sono generalmente definiti “onorari” e avevano la funzione di celebrare nuove opere pubbliche. Originariamente gli archi erano semplici e avevano una sola apertura (fòrnice), nell’età tardoimperiale si arricchirono con fòrnici laterali e rilievi scultorei decorativi. Sulla sommità, detta attico, erano poste statue e quadrighe guidate dall’imperatore. L’età augustea inaugurò una tipologia grandiosa dell’arco di trionfo; era arricchito con rilievi in marmo o in bronzo che raccontavano le imprese di guerra dell’imperatore.
La costruzione degli archi romani assunse man mano, un ruolo pressoché simbolico. Essi infatti si rifanno alle porte monumentali, allineate alle mura della città, ma da esse si differiscono non tanto strutturalmente, ma, appunto, simbolicamente. Essi sono, infatti, dedicati a grandi imprese compiute da imperatori, generali, quali guerre, conquiste o anche alla semplice edificazione di infrastrutture come ponti e strade. Altro elemento di grande importanza, e quindi da sottolineare, è la circostanza che la monumentalità sia data dalla sovrapposizione di due elementi strutturali: la volta ed il trilite (due colonne che sorreggono un architrave). Di questi due, solo la volta è l’elemento portante: il peso dell’intera struttura è scaricato solamente su di esso e non sulla struttura trilitica.
ARCHI COMMEMORATIVI E TRIONFALI DELLE COLONIE ROMANEARCHI COMMEMORATIVI E TRIONFALI DELLE COLONIE ROMANEARCHI COMMEMORATIVI E TRIONFALI DELLE COLONIE ROMANEARCHI COMMEMORATIVI E TRIONFALI DELLE COLONIE ROMANEARCHI COMMEMORATIVI E TRIONFALI DELLE COLONIE ROMANEARCHI COMMEMORATIVI E TRIONFALI DELLE COLONIE ROMANEARCHI COMMEMORATIVI E TRIONFALI DELLE COLONIE ROMANEARCHI COMMEMORATIVI E TRIONFALI DELLE COLONIE ROMANEARCHI COMMEMORATIVI E TRIONFALI DELLE COLONIE ROMANEARCHI COMMEMORATIVI E TRIONFALI DELLE COLONIE ROMANEARCHI COMMEMORATIVI E TRIONFALI DELLE COLONIE ROMANEARCHI COMMEMORATIVI E TRIONFALI DELLE COLONIE ROMANEARCHI COMMEMORATIVI E TRIONFALI DELLE COLONIE ROMANE
ROMA- ricerca chiesa di SANT’APOLLINARE a SELVA NERA
Roma- Municipi XIII-XIV-La chiesa di Sant’Apollinare a Selva Nera- Ricerche Archeologiche dell’Associazione Cornelia Antiqua-
Oggi una ricognizione di “Cornelia Antiqua” ha rinvenuto dei ruderi di casali nei pressi di via Cumiana, fra Selva Nera e Boccea (immagini 3-8). Poiché un rudere indica una persistenza insediativa anche assai dilatata nel tempo, è probabile che proprio in tale punto sorgesse la chiesina o cappella che nella carta di Eufrosino (ricordiamo: 1547) è indicata come Sant’Apollinare.
Associazione CORNELIA ANTIQUA- Siete appassionati della Storia poco raccontata, quella da riscoprire e vi piace l’ Avventura ,oppure siete affascinati dalla bellezza della Campagna Romana ? Allora unisciti a noi. Ecco cosa facciamo: Produciamo Documentari e Fotoreportage, organizziamo viaggi ,escursioni domenicali e tantissime altre iniziative culturali. Tutti sono benvenuti nella nostra Associazione, non ha importanza l’età, noi vi aspettiamo ! Per informazioni – e.mail.: cornelia.antiqua257@gmail.com-Cell-3930705272-ROMA- ricerca chiesa di SANT’APOLLINARE a SELVA NERA
Il toponimo Malagrotta (“Mola Rupta”) appare per la prima volta nel 955 in un codice dei Camaldolesi: qui è annotata, infatti, la vendinta di metà di un casale di proprietà della nobile Costanza, chiamato Casa Nobula, in contrada “Mola Rupta”.
In altri documenti del periodo, derivati dall’Archivio dei Camaldolesi, si parla di altri casali presso tale “Mola Rupta”.
L’origine del nome si spiega con la presenza di un mulino in rovina presso il fiume Galeria (una “mola rupta”, appunto) presumibilmente a causa di una piena dello stesso.
In una bolla di Innocenzo IV (1249), invece, con Molarupta s’intende non un semplice sito di campagna ricco di casali, ma di un vero e proprio castrum al centro di un fondo con le chiese di S. Maria e S. Apollinare.
Giuseppe Tomassetti annota: “Ecco pertanto che il sito è cresciuto, per così dire, di grado ed è un castello. Quanto alle chiese suddette, non è questa la prima menzione di esse leggendosi [di esse] già nella bolla di Leone IX” (pontefice dal 1049 al 1054) come dipendenti dalla diocesi di Porto.
ROMA- ricerca chiesa di SANT’APOLLINARE a SELVA NERA
Abbiamo, quindi, che all’importante e vasto fondo di Mola Rupta-Malagrotta lungo il Galeria si lega il nome di Sant’Apollinare sin dalla metà dell’XI secolo.
È nella carta di Eufrosino Della Volpaia (1547; immagine 1) che ritroviamo la nostra chiesa. Coi dovuti raffronti (nell’immagine 2 una ricostruzione da google) possiamo situarla con certezza nella zona dell’attuale Selva Nera. Avendo l’accortezza di capire che il nord si trova a sinistra, possiamo intuire come la nostra Sant’Apollinare sorgesse approssimativamente lungo il fosso dell’Acquasona (segnato in azzurrino) poco prima di una grande ansa. L’Acquasona scende, appunto, da Selva Nera e si getta nel Galeria all’altezza del cosiddetto “Dazio”, dove s’incrociano via di Boccea, via Casal Selce e via della Storta.
Scrive Thomas Ashby nel saggio sulla mappa di Eufrosino:”S. Apolina(re). Quello che si vede sembra un edifizio rovinato, forse una chiesa o cappella … Doveva essere vicino al segnale Acquasona … ora però non si vedono che mattoni sparsi per terra. Credo che vi sia stato un fondo appartenente alla chiesa di S. Apollinare in Roma, che non ho potuto rintracciare”.
ROMA- ricerca chiesa di SANT’APOLLINARE a SELVA NERA
Il possibile sito ove sorgeva questa chiesa o cappella dovrebbe quindi trovarsi non distante dall’Acquasona.
Oggi una ricognizione di “Cornelia Antiqua” ha rinvenuto dei ruderi di casali nei pressi di via Cumiana, fra Selva Nera e Boccea (immagini 3-8). Poiché un rudere indica una persistenza insediativa anche assai dilatata nel tempo, è probabile che proprio in tale punto sorgesse la chiesina o cappella che nella carta di Eufrosino (ricordiamo: 1547) è indicata come Sant’Apollinare.
Poco sotto, sempre nella carta di Eufrosino (immagine 1), possiamo scorgere la scomparsa torre di Mucciafore. Questa doveva trovarsi sulla piccola altura raggiungibile da via Mezzenile, la traversa a destra di via della Storta. Il luogo è alatament probabile poiché da lì l’osservatore poteva dominare il crocicchio della Boccea (con la strada che saliva da Malagrotta) nonché il ponte sul fiume Galeria.
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Associazione Cornelia Antiqua sulle tracce del dio Mithra-Nella foto la geologa-speologa Dott.ssa Tatiana CONCAS
ROMA MUNICIPIO XIII-L’Associazione Cornelia Antiqua sulle tracce del dio Mithra –
ROMA MUNICIPIO XIII-L’Associazione Cornelia Antiqua sulle tracce del dio Mithra -“Nel dicembre 1987, a circa 300 metri dal Casale della Bottaccia, in seguito a lavori agricoli che hanno provocato lo sprofondamento di una volta, si sono scoperti alcuni ambienti ipogei. L’ispezione, condotta da tale pertugio improvvisato da parte del dottor Sergio Mineo, evidenziava un complesso articolato “in tre ambienti distinti di forma quadrangolare, paralleli e di diversa lunghezza … la cui altezza media è di m. 2,30. I tre vani, dei quali non è stato individuato il piano di calpestio antico, sono coperti da una volta a botte e … raccordati tra loro da passaggi più stretti … L’ambiente C è il più interessante in quanto la sua parete di fondo presenta un bassorilievo scolpito nel tufo … raffigurante, a destra, un serpente, a sinistra un elemento di difficile interpretazione (un albero fortemente stilizzato?) e, in alto, al centro della composizione, una testa, raffigurante probabilmente il volto della divinità, i cui tratti sono del tutto abrasi” (Sergio Mineo, “Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma”, vol. 93, 1989-1990).Il complesso cultuale è stato identificato, con buona probabilità, quale mitraico.
L’AssociazioneCornelia Antiqua ha rinnovato la spedizione nei sotterranei. La visita ha confermato i rilievi del 1987: con qualche novità.
In effetti il volto centrale del bassorilievo è assai poco riconoscibile e purtuttavia il serpente già indica un atmosfera mitraica; e ciò sembra confermata da una nostra umile e personale rilettura dell’elemento a sinistra: non già un albero, benché stilizzato, bensì la raffigurazione d’una pigna, simbolo d’eternità e immortalità, e oggetto ricorrente in sei figurazioni mitraiche (“pomme de pin”) riportate nella celebre compilazione di Franz Cumont Textes et monuments figurés relatifs aux mystères de Mithra, 2 voll. 1896 – oggetto, quindi, non casuale, ma caratterizzante tale divinità.
Altra conferma verrebbe da un gruppo in marmo bianco raffigurante, senza dubbio, proprio il dio nella sua versione tauroctona (ovvero Mithra nell’atto di uccidere il toro). Tale gruppo marmoreo sarebbe stato rinvenuto nel 1825 proprio nel nostro mitreo dagli allora proprietari, i nobili Pamphili, che la tolsero a un sonno millenario aggiungendola alla propria straordinaria collezione (oggi esso è visibile alla Galleria Doria-Pamphili di via del Corso).
Lo stesso Cumont ci informa di tale ritrovamento nel secondo volume dell’opera succitata: “26. Composizione in marmo bianco [lunghezza m. 0,29; altezza m. 0,43] trovato nel 1825 sulla via Aurelia attorno all’undicesimo miglio nella tenuta denominata il Bottaccio, là dov’era situato senza dubbio Lorium, la celebre villa degli Antonini. Oggi è visibile alla galleria Doria … Mithra tauroctono con il cane (in parte nascosto dietro il dadoforo a destra), il serpente, lo scorpione e i due tedofori, uno, a sinistra, con in mano la sua torcia alzata, l’altra, a destra, abbassata. Una cinghia o un’ampia cintura circonda il corpo del toro. Restauri: il mantello fluttuante (dove probabilmente era appollaiato il corvo imperiale) e parte del cappello Frigio di Mitra, la torcia e le due mani del dadoforo sinistro. Mediocre lavoro“.
Nella composizione marmorea rinveniamo tutti gli elementi consueti della drammaturgia mitraica: Mithra che pugnala il toro, il serpente e il cane a lambire la ferita, lo scorpione che si avventa sui testicoli dell’animale morente, i due portatori di fiaccola Cautes e Cautopates (il primo la innalza, il secondo la rivolge a terra) che formano col dio una trinità, il corvo, la fertilità del sangue.
Se davvero, come è altamente probabile, tale gruppo proviene dai nostri vani ipogei, e se è sostenibile l’identificazione dell’elemento del bassorilievo quale pigna, è possibile definire, con ottimo grado di approssimazione, l’ambiente quale mitraico.
Se poi verrà confermata la presenza di una nicchia quale ospite del gruppo marmoreo stesso (dovrebbero risultare compatibili le misure anzidette) allora l’approssimazione si tramuterà in certezza.
Articolo di Gianluca Chiovelli , Vice-Presidente Associazione “Cornelia Antiqua”
Associazione Cornelia Antiqua
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Roma-Al Teatro Tordinona va in scena “INTERVISTE IMPOSSIBILI”-
Roma-Autori del Progetto, Laura De Luca e Renato Giordano“INTERVISTE IMPOSSIBILI”-Al Teatro Tordinona, nel cuore di Roma e a due passi da Piazza Navona, si sta replicando anche quest’anno la rassegna “Le interviste impossibili – Dalla radio al palcoscenico”, messa in scena già nella scorsa stagione con un lusinghiero successo di pubblico. La stagione di quest’anno, iniziata a ottobre 2024, si protrae fino a maggio con cadenza mensile: ogni serata vede la messa in scena di due conversazioni immaginarie
Renato Giordano-Autore, Regista e Attore
Che cosa sono le Interviste Impossibili
La formula squisitamente radiofonica di stimolanti colloqui fantastici postumi, anche con personaggi che mai furono in carne ed ossa, bensì protagonisti di drammi teatrali o di romanzi o del mito, fu lanciata sul secondo canale della RAI negli anni settanta del secolo scorso. Successivamente, il format ha trovato spazio anche in teatro o in televisione.
Molte personalità note dell’intellighenzia italiana si sono cimentate in questo gioco intellettuale: Leonardo Sciascia, Umberto Eco, Italo Calvino, Gianni Arbasino, Andrea Camilleri, Luigi Santucci, Giorgio Manganelli, Maria Bellonci, Edoardo Sanguineti, Vittorio Sermonti.
La formula è semplice e geniale: un autore del presente immagina di intervistare un noto personaggio del passato. In radio il dialogo veniva messo in scena con la partecipazione al microfono dello stesso autore (che interpretava sé stesso), mentre un attore dava voce al personaggio intervistato. Veniva così fornito lo spunto per approfondire il confronto fra epoche lontane, cosicché queste conversazioni immaginarie provocavano anche un’autoanalisi spesso spietata sui vizi del nostro tempo.
Ripreso nel primo decennio di questo secolo dalla stessa Laura De Luca alla Radio Vaticana, lo schema ha confermato la sua grande potenzialità didattica, incoraggiando una rilettura della storia in chiave critica e creativa, persino ironica, tanto da stimolare l’attenzione dell’ascoltatore e, nel caso del teatro, dello spettatore, grazie alla forte tensione dialettica capace di sostituirsi all’azione scenica vera e propria.
Il format ha generato anche numerosi prodotti editoriali, pubblicazioni singole e antologie (Libreria Editrice Vaticana, , Armando Editore, Genesi, La Vita Felice, edizioni Solfanelli, La Mongolfiera…)
Alla Stagione 2023 – 24 si sono susseguiti sul palcoscenico del Teatro Tordinona personalità come: Franco Cardini, Ennio Cavalli, Idalberto Fei, Giuseppe Manfridi, Lucetta Scaraffia, Luca Verdone, Giovanni Maria Vian, e, tra gli interpreti, Martine Brochard, Mino Caprio, Giorgio Colangeli, Ennio Coltorti, Luigi Diberti, la compianta Maria Rosaria Omaggio, Giuseppe Pambieri, Edoardo Siravo, Milena Vukotic, sempre diretti da Renato Giordano.
Luigi Diberti-Attore
Questi gli ultimi due appuntamenti per la stagione di quest’anno:
Le interviste impossibili sono un fortunato format radiofonico nato negli anni settanta del secolo scorso. Importanti autori (scrittori, giornalisti, accademici etc) immaginavano di incontrare personaggi del passato in una conversazione di taglio giornalistico. Vi arteciparono nomi come Leonardo Sciascia, Italo Calvino, Umberto Eco, Edoardo Sanguineti, Giorgio Manganelli, Alberto Arbasino… Questo raffinato gioco intellettuale si è perpetuato negli anni in svariati contesti. Dopo le due edizioni RAI (1974 – 1975), ecco le dieci edizioni (dal 2009 al 2019) alla Radio Vaticana, poi diversi esperimenti televisivi e ancora la pubblicazione di numerose antologie da parte di editori piccoli e grandi ( La Mongolfiera, Genesi, Solfanelli, La Vita Felice, La Vela, Libreria Editrice Vaticana, Armando…) Dall’autunno 2023 il format è approdato al teatro romano Tordinona, a cura di Laura De Luca e Renato Giordano, con la regia di Renato Giordano: “Le interviste impossibili – Dalla radio al palcoscenico”. L’ Università Telematica Internazionale Uninettuno riporta in scena queste queste conversazioni immaginarie che offrono, con la vivacità del dialogo socratico, importanti spunti per l’approfondimento trasversale di temi storici e scientifici, nell’ambito di discipline diverse.
Il Teatro Tordinona, costruito nel 1670, è stato il più grande ed il più prestigioso teatro romano perlomeno in tutto il ‘700 e l’ ‘800. Poi è stato distrutto nel 1886 per permettere la costruzione degli imponenti argini del Tevere, e quindi salvare il centro di Roma dalle continue inondazioni.
Il nuovo Teatro Tordinona, inaugurato nei primi anni 30 del secolo scorso è attivo da allora e si è sempre distinto per una programmazione culturalmente all’ avanguardia per i tempi. L’attuale gestione del teatro da parte dell’Associazione Culturale Tordinona si associa al nome del suo direttore artistico, l’autore, regista e musicista Renato Giordano, che lo dirige ininterrottamente dal 1979 ad oggi. Gli anni della gestione di Renato Giordano confermano la vocazione moderna e contemporanea della sala di Via degli Acquasparta.
Foto Gallery
Roma-Al Teatro Tordinona va in scena “INTERVISTE IMPOSSIBILI”-
Roma-Al Teatro Tordinona va in scena “INTERVISTE IMPOSSIBILI”-
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Roma-Al Teatro Tordinona va in scena “INTERVISTE IMPOSSIBILI”-
Roma-Al Teatro Tordinona va in scena “INTERVISTE IMPOSSIBILI”-
Indirizzo
Via degli Acquasparta , 16
Orari
Per gli orari e le modalità di accesso rivolgersi ai contatti indicati.
Conosciuto anche come Sala Pirandello, porta il nome di uno dei più importanti teatri romani distrutto nel 1888 che era conosciuto anche come teatro Apollo-Tordinona, Tordinona-Apollo o solamente Apollo.
Storia
Il teatro sorse nel 1670 per volere della sovrana Cristina di Svezia che pregò il proprio segretario, il conte Giacomo d’Alibert, di intercedere presso il papa Clemente IX per la cessione di un immobile, precedentemente di proprietà della famiglia Orsini, sito dove ora sono gli argini del Tevere, sull’attuale lungotevere Tordinona, adibito fino al 1657 a carcere e, successivamente, a locanda.
Il primo teatro (1670 – 1697)
Dopo la costruzione delle Carceri Nove in via Giulia, lo stabile era stato abbandonato dai detenuti ed affidato in enfiteusi ad una confraternita di frati, che ne ricavò una locanda, destinata a fallire nel 1663 a causa della scarsa sicurezza della zona.[1] Un primo tentativo di trasformazione dello stabile in teatro c’era già stato da parte della Confraternita, ma il diniego del papa Alessandro VII ne bloccò l’attuazione. Nonostante ciò, alcuni documenti riportano la data 1660 come nascita del teatro.[2]
I lavori per adattare lo stabile a teatro vennero affidati a Carlo Fontana, architetto della Confraternita, che rimaneva proprietaria dello stabile affittandolo al prezzo di duecentocinquanta scudi l’anno al d’Alibert.[3] La sala, di circa 16×22 metri, era ad “U” nella tradizione del teatro all’italiana,[4] composta da sei ordini di palchi.[5] La costruzione lignea era decorata, negli interni, dai pittori Magno e Jovanelli,[6] ed era accessibile sia da terra che dal fiume. L’inaugurazione avvenne nella primavera del 1670 con uno spettacolo di Tiberio Fiorilli, a cui venne affidata l’intera stagione teatrale.
Poiché le rappresentazioni erano permesse unicamente nel periodo di carnevale, d’Alibert rimase seccato nel sapere che Filippo Acciaiuoli, frequentatore del salotto dell’Arcadia di Cristina di Svezia, aveva ottenuto il permesso da parte del nuovo pontefice, Clemente X, di rappresentare spettacoli al di fuori del periodo deputato: per questo motivo, per rendere possibili gli allestimenti, il teatro Tordinona passò nelle mani dell’Acciaiuoli che lo rilevò in affitto per milleduecentocinquanta scudi l’anno.[7]
Sotto la “direzione artistica” dell’Acciaiuoli il palcoscenico fu calcato da donne, precisamente dal 1671 al 1674.[8] Nel 1671 ebbero la prima assoluta Amanti, che credete e Chi mi conoscera di Alessandro Stradella, Il novello Giasone e Scipione Africano di Acciaiuoli, nel 1672O ve’, che figurace di Stradella e nel 1673L’amor per vendetta, overo L’Alcasta di Bernardo Pasquini.
Successivamente la direzione passò a Marcello De Rosis. Nel 1675 il teatro venne chiuso per i festeggiamenti del Giubileo, e rimase in disuso per sedici anni. Riaperto nel 1690 e completamente rinnovato negli interni, con la costruzione della sala a ferro di cavallo, venne demolito nel 1697 per ordine di Innocenzo XII, pontefice avverso all’arte teatrale.
Il secondo teatro (1733 – 1781)
Solo l’intervento del papa Clemente XII permise la ricostruzione dello stabile, ad intere spese dello Stato Pontificio: la nuova pianta era quasi circolare, con un ridotto numero di palchi (quattro, rispetto ai sei precedenti) e l’inaugurazione avvenne il 12 gennaio 1733 con l’opera il Coralbo. (Valesio, Diario di Roma, tomo XIX, 1733, c. 2r).
La programmazione, che aveva subito un calo qualitativo nel tempo,[9] non inficiò la frequenza degli spettatori, che frequentarono il Tordinona fino alla chiusura, per restauri, del 1762. La riapertura avvenne nel 1764, e nel 1768 nuovi lavori modificarono l’aspetto complessivo della sala. Il 29 gennaio 1781, tuttavia, un incendio incenerì l’intera struttura, che era completamente costruita in legno.[10]
Il terzo teatro (1795 – 1888)
Memoria del Teatro Apollo, demolito nel 1888. La stele commemorativa si trova sul lungotevere Tor di Nona
Il progetto per la ricostruzione fu affidato a Natale Marini e successivamente a Giuseppe Tarquini, che disponeva di mezzi finanziari per l’operazione. Il crollo della struttura in fase di realizzazione, a causa della scarsa qualità dei materiali impiegati, fece sì che venisse scelto Felice Giorgi per la progettazione: il nuovo teatro, ribattezzato Teatro Apollo, fu pronto nel 1795, cambiando però proprietario diverse volte, dal principe Francesco Publicola Santacroce al principe Giovanni Torlonia, che nel 1820 rinnovò nuovamente lo stabile. Nel 1795 avvenne la prima assoluta di La sposa polacca di Marcello Bernardini, nel 1796 di I viaggiatori amanti di Valentino Fioravanti e nel 1805 di La vedova contrastata di Pietro Carlo Guglielmi. Il 24 febbraio 1821 avviene la prima assoluta di Matilde di Shabran di Gioachino Rossini diretta da Niccolò Paganini ed il successivo 26 dicembre di La capricciosa ed il soldato o sia Un momento di lezione di Michele Carafa.
Il 1831 vide un ulteriore rifacimento del Tordinona-Apollo[11], con l’acquisizione di una facciata disegnata da Giuseppe Valadier e commissionata dal proprietario di allora, Alessandro Torlonia. Il nuovo prospetto, in stile neoclassico, si componeva di una facciata divisa in due da una balconata, sulla quale si aprivano tre archi a tutto tondo, separati da colonne[12], nei quali trovavano posto tre grandi porte finestre rettangolari. Alla sommità dell’arco centrale, campeggiava la scritta “Teatro di Apollo”. La nuova veste del teatro permise il cambio della programmazione dalla prosa all’opera: vi si produssero opere di Vincenzo Bellini, Gaetano Donizetti, Giuseppe Verdi, mentre la direzione del teatro passò dagli impresari Lanari e Camusi a Vincenzo Jacovacci e poi a Nicola Carnevali. Nel 1831 avviene la prima assoluta di Il corsaro di Giovanni Pacini e nel 1839 di Furio Camillo di Pacini con Carolina Ungher.
Il teatro riabilitò il proprio nome, divenendo teatro di prima categoria: nel 1870 vi fu aggiunto il palco reale, in onore al re d’Italia Vittorio Emanuele II di Savoia. Nel 1882 avviene la prima assoluta di Le duc d’Albe di Donizetti con Leone Giraldoni e nel 1887 di Giuditta di Stanislao Falchi. Nonostante il successo, i lavori per la costruzione degli argini del Tevere, le cui continue inondazioni minavano la sicurezza della città e dei suoi abitanti, resero necessaria la demolizione, nel 1888, dell’intero teatro, che affacciava sul fiume. Solo nel 1925 venne costruita una stele commemorativa, con un’epigrafe di Fausto Salvatori, dove sorgeva una volta il teatro.
L’attuale teatro
Dopo la distruzione dello stabile, l’Istituto Autonomo Case Popolari si prese carico della ricostruzione dello stesso nelle immediate adiacenze della vecchia ubicazione del teatro Tordinona, promettendo di perpetuarne il nome e la fama: nei primi anni trenta del XX secolo il Teatro Tordinona riaprì i battenti in via degli Acquasparta, nel retro dell’immobile di Calza Bini destinato a sede dell’Istituto Autonomo Case Popolari.
La frequentazione del teatro da parte del drammaturgosicilianoLuigi Pirandello, tuttavia, gli valse il cambio di nome da Teatro Tordinona a Teatro Pirandello[13] dalla fine degli anni quaranta fino al 1968, quando venne ripristinato l’antico nome. Attualmente il teatro è diretto da Renato Giordano e dispone di tre sale: una dedicata alle mostre, la seconda intitolata a Pirandello e la terza a Lee Strasberg.
Dal 2007 il teatro rischia la chiusura per mancato rinnovo del contratto di locazione all’associazione diretta da Giordano.[14]
Note
^ Stefania Severi. I teatri di Roma. Roma, Newton & Compton, 1989, pag. 94.
^ La data sembra essere ricavata da un testo di Felice Giorgi del 1795, chiamato Descrizione istorica del Teatro Tordinona. Il Giorgi si occupò di studiare i diversi progetti del teatro quando fu incaricato di ricostruirlo, nel 1795.
^ Paolo Guzzi. Il teatro a Roma. Tre millenni di spettacolo. Roma, Rendina Editori, 1998, pag 99.
^ Willy Pocini, basandosi su un diario dell’abate Benedetti, sostiene che le prime donne a calcare i palchi a Roma furono Susanna Banchieri, Maria Concetta Matrilli e Anna Priori, ma nel 1798. In Willy Pocini, Le curiosità di Roma, Roma, Newton & Compton, 1985, pag. 394.
^ Giuseppe Carletti scrisse, nello stesso anno, un poema chiamato L’incendio di Tordinona. Poema eroicomico, Venezia, 1781, in commemorazione del fatto.
^ Nonostante il nome ufficiale fosse Apollo, nella memoria dei romani rimase Tordinona. A testimonianza di ciò, valgano come esempio i numerosi sonetti di Giuseppe Gioacchino Belli, che sono dedicati al Tordinona o che lo citano con tale nomenclatura nonostante questi si chiamasse effettivamente Apollo
^ Le due colonne, in marmo cipollino, provenivano dagli scavi condotti dal Nibby alla tenuta di Romavecchia (Villa dei Quintili), nel 1828-29.
Roma al Teatro Tordinona Renato Giordano ha presenta il suo ultimo libro :« Il Polemoscopio, ovvero, la Calunnia Smascherata (dalla presenza di spirito) »-Editore BeaT-
Renato Giordano-Giulia Mininni-Roma-10 aprile 2025 al Teatro Tordinona
Roma-Il 10 aprile al Teatro Tordinona di Roma nell’ambito delle celebrazioni per i 300 anni dalla nascita del famoso libertino e scrittore Giacomo Casanova, Giulia Mininni ha presentato il nuovo libro di Renato Giordano su Casanova ed il Teatro. Casanova scrive nel giugno del 1791 una tragicommedia in tre atti dal titolo « IlPolemoscopio, ovvero, la Calunnia Smascherata (dalla presenza di spirito) », che resterà dell’unico testo teatrale a noi arrivato scritto per intero dal famoso libertino il quale vanta nella sua bibliografia oltre ad alcune collaborazioni (la più curiosa è quella a correzione di alcune scene del “Don Giovanni” di Mozart, collaborazione a lungo sconosciuta al libretto di Da Ponte che ha ispirato Giordano per scrivere la sua opera dal titolo “Doppio Gioco” anche essa presento nel libro),
“La Calunnia” composta in francese negli ultimi anni della vita a Dux, , fu sicuramente recitata nell’estate del 1791 dai principi di Clarì e Lignè durante una festa data nel castello di Toepliz in Cechia.
Luigi Diberti-Attore
La commedia narra di una disputa d’amore che vede impegnati due ufficiali francesi nella difficile conquista del cuore di una avvenente contessa. Si tratta di una storia realmente accaduta,come ricorda Casanova nell’avvertenza al lettore, ed infatti ne troviamo il racconto nel XX capitolo delle sue Memorie. Invece la commedia “Doppio Gioco” di Giordano racconta un episodio realmente avvenuto. Giacomo Casanova e Lorenzo da Ponte s’incontrarono per l’ultima volta nell’agosto del 1792 in un paesino vicino a Dux dove Casanova stava passando i suoi ultimi anni. Da Ponte ha con se Nancy , la giovane moglie, appena sposata. Ed anche se ha lasciato l’incarico a corte è ancora nella fase ascendente della vita. Casanova invece si trova nella fase calante. Potrebbe essere l’incontro tra un vincente ed un perdente. Ma il gioco è molto più sottile, doppio, come doppio è il filo che lega i due uomini. Il libretto del “Don Giovanni”, il capolavoro di Mozart, è opera in realtà in buona parte di Casanova ( e le carte inedite presenti nell’archivio casanoviano in Cechia, nonché la presenza del solo Casanova a Praga per la prima assoluta dell’opera lo dimostrano.) Perché dunque da Ponte va trovare Casanova? Per riscuotere un vecchio credito o per avere la certezza che Casanova non riveli a tutti quella scomoda verità.? Nella serata Casanoviana al Teatro Tordinona di Roma con inizio alle ore 18,00 oltre all’autore hanno partecipato con interventi Attori importanti come : Giuseppe Pambieri, Gigi Diberti, Carlo Valli, Micol Pambieri, Edoardo Siravo che hanno ricevuto applausi e consensi unanimi da parte del pubblico presente in sala
Articolo di Giulia Mininni
Foto gallery Artisti presenti Evento 10 aprile 2025 al Teatro Tordinonadi Roma
Fara in Sabina-Ambrogio Sparagna in concerto al Teatro Potlach-
Fara in Sabina-Ambrogio Sparagna in concerto al Teatro Potlach
Fara in Sabina-Ambrogio Sparagna in concerto al Teatro Potlach, e la domenica una fiaba per tutta la famiglia-Sabato 12 Aprile alle ore 21.00 al Teatro Potlach di Fara Sabina
“PER GRAZIA RICEVUTA. I canti popolari di Nino Manfredi” Un progetto originale di Ambrogio Sparagna.
CON:
Ambrogio Sparagna: voce, organetto
Anna Rita Colaianni: voce
Alessia Salvucci: tamburelli
Erasmo Treglia: ghironda, ciaramella, torototela
Uno spettacolo ispirato alle note del film epico “Per Grazia Ricevuta”, per omaggiare il suo straordinario autore e interprete Nino Manfredi. Dopo 50 anni dall’uscita del film, questo progetto di musica e danza popolare ritorna idealmente in quella terra ciociara per far rivivere le emozioni suscitate dalla pellicola che mostrava luoghi, paesi, personaggi, stili di vita ancora vivi nella memoria dei borghi ciociari.
Con la Direzione del Maestro Ambrogio Sparagna, lo spettacolo propone alcuni brani utilizzati nella colonna sonora del film e altri che l’hanno ispirata tratti dalle collezioni Colacicchi/Nataletti sui Canti popolari di Ciociaria (1949).
Un’occasione per cantare insieme “Me pizzica, me mozzica” o “Tanto pe cantà” e per ballare sul ritmo di un saltarello ciociario o di “Viva Viva Sant’Eusebio”.
Biglietto: 10 €
Info e prenotazioni scrivendo SMS o WhatsApp al numero del Teatro Potlach: 351.7954176
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E la domenica… appuntamento in teatro per tutta la famiglia!
Domenica 13 Aprile alle ore 17.00 al Teatro Potlach di Fara Sabina
“Il Gigante Egoista” – Teatro Potlach
Di e con: Zsofia Gulyas e Irene Rossi
Fara in Sabina-Ambrogio Sparagna in concerto al Teatro Potlach
A partire dalla celebre fiaba di Oscar Wilde, lo spettacolo narra di un gigante egoista che vuole tenere il suo grande e bel giardino tutto per sé, e di una coraggiosa bambina di nome Camilla che lo affronterà e, oltre a sciogliere le perenni nevi nel suo giardino, arriverà a sciogliergli il cuore.
Due attrici raccontano una fiaba sul valore dell’amicizia, della generosità e del coraggio, cimentandosi in uno spettacolo in cui si alternano diverse tecniche attoriali: dai trampoli, all’utilizzo di oggetti come i nastri circensi, dalle maschere, alla danza.
|Adatto a partire dai 3 anni.
Biglietto: 5 €
Info e prenotazioni scrivendo SMS o WhatsApp al numero del Teatro Potlach: 351.7954176
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TEATRO POTLACH via Santa Maria in Castello n. 28, Fara in Sabina (RI)
Il Teatro Potlach è stato fondato nel 1976 da Pino Di Buduo e Daniela Regnoli. Nel 1979 l’attrice svizzera Nathalie Mentha si unisce al gruppo è da allora i tre costituiscono il gruppo fisso del Teatro Potlach.
Il suo nome deriva dagli studi antropologici dei fondatori, e significa, nel linguaggio degli indigeni dell’America nordoccidentale, il rito del dono gratuito, che conferisce prestigio a chi lo elargisce e a chi lo riceve, superando le leggi del mercato e del profitto. La storia del Potlach nasce da una scelta di rifiuto e di ricerca dell’altrove, che ha spinto i suoi fondatori a designare come sede del teatro Fara Sabina, piccolo centro della provincia di Rieti.
Lavorare sull’essenza tecnica del teatro, sulla ricerca dell’attore totale e della composizione drammatica basata sull’azione fisica, ha significato dedicarsi a una continua autoformazione, oltre i confini dell’idea istituzionale del teatro, nello scambio con il circo, la danza e la performance musicale, attraverso l’esperienza costante del viaggio e del contatto sul campo con le culture performative europee, asiatiche e latinoamericane.
L’identità artistica del Potlach si è espressa contemporaneamente nella produzione di spettacoli di sala e di spettacoli di strada, e nell’attivazione di iniziative pedagogiche che hanno coinvolto l’insieme delle tecniche espressive e performative, in un continuo scambio di intenti e di strumenti con gruppi nazionali e internazionali, alla ricerca di un profilo professionale capace di offrire spettacolo ad ogni tipo di pubblico.
Lo sviluppo delle ricerche sulla pedagogia, la composizione e lo spazio dell’azione ha prodotto dal 1991 ad oggi numerose attuazioni del progetto “Città Invisibili“, in cui l’intervento del Teatro Potlach ha mobilitato artisti e comunità di centri urbani in Europa, in America e in Asia. Il progetto continua a proiettare e a rigenerare i fondamenti del lavoro teatrale fuori dai teatri, e consiste nella trasformazione degli spazi quotidiani attraverso la scoperta dell’identità culturale del luogo e l’elaborazione dell’energia creativa dei suoi abitanti.
Spettacoli prodotti in 44 anni di attività:
1977
“PARATA”: Spettacolo di strada itinerante con trampoli, musiche, maschere e danze colorate.
1978
“LE DANZE DELL’ALBERO SECCO”: Spettacolo di sala a spazio centrale. Racconti e danze con maschere di differenti provenienze etniche.
1979
“PESCATORI DI PERLE”: Danze drammatiche ispirate ad un racconto di Karen Blixen.
1981
“PRIMA CHE LA FESTA FINISCA”: Spettacolo tratto da “La vocazione teatrale di Wilhelm Meister” di W. Goethe.
1983
“SOGNI DI MARINAI”: Viaggio musicale nella Germania degli anni ’30, basato su ballate e canzoni de “L’opera da quattro soldi” di B. Brecht e K. Weill. (Prima versione, seconda versione 1993)
1986
“GIOVANNA DEGLI SPIRITI”: Spettacolo ispirato ad alcune leggende nate intorno alla figura di Giovanna d’Arco.
1987
“MEMORIE”: Spettacolo didattico sulle tecniche dell’attore con Daniela Regnoli, Antonio Mercadante, Nathalie Mentha.
1989
“EMIGRANTI OPERA TANGO”: Un’ “Opera da tre soldi” sul tema dell’emigrazione in Argentina.
1991
“DIRETTORI D’ORCHESTRA“: Spettacolo di clown, poetico ed umoristico adatto ad un pubblico di adulti e bambini con Nathalie Mentha e Marcela Grassi.
“HOLLYWOOD HOLLYWOOD”: Piccolo musical che rivisita i miti del cinema americano: Minnie (Daniela Regnoli).
“PARATA IMMAGINI”: Versione notturna di spettacolo di strada con fuochi d’artificio ed effetti speciali.
1992
“LA STRADA AL CASTELLO”: Spettacolo ispirato alle fiabe raccolte e trascritte da Italo Calvino. Spettacolo adatto ad un pubblico di adulti e bambini.
1993
“SOGNI DI MARINAI”: Seconda versione dello spettacolo del 1983.
“RACCONTI DI SABBIA”: Spettacolo- dimostrazione di Nathalie Mentha.
1995
“J&B”: Le avventure di Johnny e Belinda (Gustavo Riondet e Daniela Regnoli). Spettacolo adatto ad un pubblico di adulti e bambini.
1997
“TURANDOT”: Spettacolo di Commedia dell’Arte ispirato alla celebre fiaba teatrale di Carlo Gozzi. Lo spettacolo, ambientato nella corte della principessa cinese Turandot, si presenta come un viaggio teatrale interculturale tra Oriente e Occidente.
“SHAKESPEARE”: Progetto- evento spettacolare con di più di 40 artisti che danno vita al mondo shakespeariano.
1998
“MITI DEL MEDITERRANEO”: Evento spettacolare basato sugli antichi miti greci che tocca le rive del Mar Mediterraneo.
“PARATA IMMAGINI – Ambasciatori immaginari”: Spettacolo di strada itinerante. Gli ambasciatori offrono in dono azioni, immagini poetiche o delle visioni alla città che li accoglie. Raccontano le meraviglie dei paesi dai quali provengono.
1999
“ASPETTANDO CALAF”: Spettacolo ispirato alla fiaba della cinese Mansciù, con Daniela Regnoli.
2000
“FAMMI PARLARE”: Spettacolo con Nathalie Mentha ispirato a due artisti del XX secolo: Frida Kahlo e Ingeborg Bachmann. (Prima versione).
“FELLINIANA” In un clima da set cinematografico, alcuni dei più bei personaggi dei film di Fellini appaiono in situazioni scenografiche straordinarie.
2002
“I RACCONTI DI FERNANDO”: Spettacolo sulla tematica del cantastorie con marionette napoletane; adatto ad adulti e bambini.
“URAGANI”: Concerto d’attore basato sulle canzoni di B. Brecht sulle musiche di K. Weill; con Daniela Regnoli.
2005
“VIVA LA VITA”: Spettacolo con Nathalie Mentha ispirato a due artisti del XX secolo: Frida Kahlo e Ingeborg Bachmann. (Seconda versione dello spettacolo “Fammi parlare”).
“IN VIAGGIO CON ORFEO”: Site Specific Work realizzato specificatamente per l’antica Cisterna Romana della città di Formia.
“PER EDITH PIAF”: Concerto d’attore, viaggio musicale attraverso un’epoca e le canzoni di Edith Piaf.
2006
“IL CONTE DI GERACI”: Site Specific Work realizzato per il sito archeologico di Geraci Siculo (Sicilia): il Conte di Geraci.
2007
“HOTEL EUROPA”: L’Hotel Europa ospita gli ultimi tre clienti di passaggio, una francese, un italiano e una tedesca, carichi di nostalgia per le città dove hanno vissuto e sperato di rifarsi una vita. Cosa attendono? Dove sono i loro sogni?
“I RACCONTI DI SANTA CHIARA”: Site Specific Work. Lettura itinerante sulla vita di Santa Chiara.
2008
“IL RACCONTO DI SAN BENEDETTO”: Site specific Work. Spettacolo itinerante sulla vita di San Benedetto.
“TRA MARTA E MARIA”: Site specific Work. Spettacolo itinerante ispirato alla storia e alle leggende dei due monasteri di Fara Sabina
“ALLA LUNA, NOTE D’AMORE”: Lettura spettacolo di una selezione tra le più belle poesie d’amore.
2010
“VENTIMILA LEGHE SOTTO I MARI”: Lo spettacolo è il racconto delle incredibili avventure del sottomarino Nautilius, del Capitano Nemo e dei suoi “ospiti”.
“LA VITA ANGELICA. STORIA DI SAN TOMMASO”: Site Specific all’interno della manifestazione Quaestio “Se vuoi coltivare la pace, custodisci il creato”.
2012
“AMAR AMANDO”: Canzoni d’amore,di lotta e speranza dei poeti del Bacino del Mediterraneo e d’oltreoceano.
2013
“FELLINI’S DREAM”: Gli attori del Teatro Potlach in relazione con un impianto scenografico fatto di luci e videoproiezioni fanno riapparire alcuni dei più famosi personaggi dei film di Federico Fellini, come un immaginario set cinematografico che si materializza davanti agli occhi dello spettatore.
2014
“PERCHÈ CANTIAMO?”: Sulle parole dei poeti sud americani, turchi e europei, arie conosciute e meno conosciute. Fantasmi del passato e speranza nel futuro.
2015
“I PRIMI 100 ANNI DI EDITH PIAF”: Seconda versione dello spettacolo “Per Edith Piaf”, in occasione del centenario della nascita della cantante francese.
“LA COMMEDIA DI ARLECCHINO E PULCINELLA A VENEZIA”: Ispirandosi ai canovacci della Commedia dell’Arte, Claudio De Maglio scrive una storia antica e attuale. Sei personaggi della Commedia Dell’Arte rappresentati da due attori.
2016
“BALLANDO BALLANDO”: 40 anni di teatro. Stralci di spettacoli ed episodi di vita, il tempo dei sogni, dei desideri, il tempo dell’apprendistato e quello della pratica quotidiana.
“NEVE”(work in progress): con l’attrice giapponese di danza tradizionale Kamigata-mai, Keiin Yoshimura, e l’attrice del Teatro Potlach Nathalie Mentha
“SHAKESPEARE’S ISLAND”: Viaggio immaginario nel mondo Shakespeariano, risultato delle arte magiche di Prospero e del sue fedele servitore Ariel.
“NAPOLI-NEW YORK”: spettacolo sul tema dell’immigrazione italiana in America, agli inizi del secolo scorso.
“IL FILO SOSPESO”: versione finale dello spettacolo con Nathalie Mentha e l’attrice di Kamigata-mai Keiin Yoshimura.
2018
“IL CIRCO MAGICO“: spettacolo di attrazioni con danze sui trampoli, nastri cinesi volanti e musica suonata dal vivo.
“SHAKESPEARE OUVERTURE”: tutto inizia con un naufragio, e sull’isola di Prospero rivivono le tragedie più famose di Shakespeare.
2019
“I RACCONTI DI SHAKESPEARE”: Uno spettacolo in collaborazione con il Fanatika Theatre (India) ispirato a “Molto rumore per nulla” di Shakespeare.
“ALLEGRO SHAKESPEARE”: co-produzione con il Teatro Castello di Gyula (Ungheria) ispirato al mondo delle commedie shakesperiane.
“ODYSSEY”: co-produzione internazionale con lo Zid Theatre (Olanda) e l’Omma Studio (Grecia) sul’Odissea antica e contemporanea.
“3D. I CONFINI PERDUTI DI OTELLO”: co-produzione con Iuvenis Danza, spettacolo di teatro danza sul tema di Otello.
“PROCESSO A BRANCUSI”: teatro e arte contemporanea
“ALLA RICERCA DEL TEMPO PERDUTO”: co-produzione con La Casa dei Racconti
2020
“VENTO, CORRENTI E CLIMA: LA TERRA IN MOVIMENTO”: spettacolo di scienza-teatro con con Giggi Liberti docente di fisica dell’atmosfera e dell’oceano all’Università di Tor Vergata.
“PIAF IN LOVE”: co-produzione internazionale con il Touchstone Theatre (USA), sugli amori e le canzoni di Edith Piaf
“CONCERTO D’ARIE E DUETTI D’OPERA”: l’opera lirica raccontata attraverso i suoi autori e le arie e i duetti più belli.
“LE MURA DI CONTIGLIANO”: Site specific work dedicato al racconto delle imponenti mura del paese reatino di Contigliano, con arti visive e digitali e trampoliere.
“VIOLE VIOLETTA”: co-produzione con la ventriloqua svizzera Ava Loiacono, sulle eccellenze dei prodotti italiani.
“SUL CAMMINO DI FRANCESCO”: spettacolo teatrale e multimediale che racconta gli ultimi giorni di vita di S. Francesco, nella quiete di Fonte Colombo dove è stato operato.
“LA DOLCE VITA”: Affresco felliniano tra il sogno e la realtà, in cui vivono e rivivono situazioni e personaggi del grande cineasta. Realizzato con il contributo del Ministero degli Affari Esteri a valere del Bando “Vivere all’italiana sul palcoscenico”.
Sabina a Teatro, Rassegna di teatro contemporaneo e Rassegna di teatro ragazzi al Teatro Potlach (dal 2007).
Corsi amatoriali di teatro e arti circensi per adulti e ragazzi, rivolti al territorio.
Campi estivi teatrali (teatro, arti circensi, nuove tecnologie) per bambini.
Seminari e workshops di teatro, scenografie digitali, arti circensi.
Spettacoli teatrali presentati nelle scuole.
Progetto “Marco Polo”, seminari di teatro rivolti a: rifugiati politici, migranti, anziani, disabili.
Riconoscimenti nazionali ed internazionali:
Il Teatro Potlach viene riconosciuto dal Ministero del Turismo e dello Spettacolo per l’alta qualità teatrale come uno dei 25 teatri italiani iscritti nell’elenco speciale per la Ricerca e la Sperimentazione.
Il 22 novembre 2003 il Teatro Potlach diventa membro associato del Laboratorio di Etnoscenologia, alla Casa delle Scienze dell’Uomo Parigi.
5 giugno 2004 viene istaurata una convenzione tra il Dipartimento di Teatro dell’Università di Roma «La Sapienza», il Teatro Potlach, il Comune di Toffia per l’utilizzo di uno spazio inaugurato come Centro Universitario S. Alessandro.
Nel 2005 il Teatro Potlach diventa Laboratorio satellite del Centro Ateneo – Università La Sapienza per ospitare Corsi di Formazione presso la sua sede di Fara Sabina (RI).
Il 9 giugno 2006, dopo 30 anni di attività, il Teatro Potlach firma una convenzione con il Comune di Fara Sabina per l’affidamento ufficiale dei locali dove risiede.
Il 15 ottobre 2006 il Teatro Potlach festeggia 30 anni di attività a Fara Sabina e nel Territorio.
Giugno 2008 il Teatro Potlach vince il Premio del Concorso Invention architecturale et patrimonie con il progetto Entre Marte et Marie.
Aprile 2010 vincitore del bando CREARR 2010 (Casa dei Racconti – Equipe Allestimenti e Residenze Teatrali – Provincia di Rieti).
L’ 11 febbraio 2012 il Teatro Potlach vince il Premio Best Actress Prize a Nathalie Mentha con lo spettacolo Ventimila Leghe sotto i mari al 30° Fadjr International Theater Festival di Tehran (Iran).
Ottobre 2012 Salvador Bahia – Brasile- Lo spettacolo “Ventimila Leghe sotto i mari” è riconosciuto il migliore spettacolo del 2012 nello Stato di Bahia.
Nel Marzo 2013, il Teatro Potlach in collaborazione con altre sei associazioni culturali italiane vince il bando del Comune di Roma per la gestione del Teatro Tor Bella Monaca di Roma.
Ottobre 2015, il Teatro Potlach viene insignito del XV Premio “Oliva d’oro” indetto dell’Associazione “Arte 2000”. Il Teatro è stato premiato per “il suo impegno culturale e di avanguardia, per l’attività di ricerca e sperimentazione teatrale nel territorio reatino e di allestimento di spettacoli in Italia e all’estero.
Il 15 ottobre 2016 il Teatro Potlach festeggia 40 anni di attività a Fara Sabina e nel Territorio.
A ottobre 2018 il Direttore Pino Di Buduo è invitato a Lai Wu (Cina) in quanto Consulente Artistico del Primo “International Factory Theatre Festival”.
Ad agosto 2019 il Direttore Pino Di Buduo vince un riconoscimento in quanto “maestro ed artista” da parte del Fara Film Festival.
Roma-BEAT GENERATION di Giorgio Latini in scena domenica 13 aprile all’Altrove Teatro Studio-
Roma-Appuntamento con la musica all’Altrove Teatro Studio domenica 13 aprile con BEAT GENERATION, spettacolo scritto e diretto da Giorgio Latini.
Nel 1940 l’incontro tra Jack Kerouack e Allen Ginsberg genera un movimento che quattro anni più tardi prenderà il nome di Beat Generation e culminerà nel 1951 con la scrittura del libro cult “On the road”. Gli ideali della Beat Generation sono il rifiuto della violenza e delle regole della vita convenzionale, la liberazione sessuale e delle droghe. Da qui nascerà il beat, ovvero il movimento musicale che si origina proprio nei primi anni ‘60. Attraverso le voci di Ottavia Bianchi, Ludovica Bove e Giorgio Latini, accompagnate alla chitarra da Giacomo Ronconi, torneremo al periodo tra la fine degli anni ‘50 e il 1969. Riascolteremo i brani noti e meno noti della “Brit Invasion”: i Beatles e i Rolling Stones ma anche il folk americano fino alla musica psichedelica che saranno lo sfondo per il successivo grande movimento sociale degli hippie. A grandissima richiesta torna il racconto di questo favoloso periodo della storia dell’uomo in cui politica, società, musica sembravano ancora poter convergere tutte verso lo stesso, meraviglioso sogno di libertà.
BEAT GENERATION di Giorgio Latini
“La scelta della “scaletta” in Beat Generation è stata forse la fase più difficile”. _ annota Giorgio Latini. “In questo senso l’apporto di Giacomo Ronconi è stato fondamentale: insieme a lui si è trovato il necessario equilibrio tra le canzoni per così dire “obbligate” e alcune chicche meno note. L’inusuale arrangiamento per una sola chitarra e ben tre voci cantanti ha dato vita ad una serie di soluzioni che hanno rappresentato una sfida per gli interpreti che nascono, in primis, come attori e che si lanciano in questa nuova sperimentazione artistica.”
Biglietti: Intero 15€
Altrove Teatro Studio – Via Giorgio Scalia 53, Roma
Per informazioni e prenotazioni: telefono 3518700413, email ipensieridellaltrove@gmail.com
BEAT GENERATION
Di Giorgio Latini
Con Ottavia Bianchi, Ludovica Bove, Giorgio Latini
Alla chitarra Giacomo Ronconi
Domenica 13 aprile ore 17:00
Altrove Teatro Studio – Via Giorgio Scalia, 53 Roma
Roma- Teatro Vascello va in scena -SALVEREMO IL MONDO PRIMA DELL’ALBA- Uno spettacolo di CARROZZERIA ORFEO-
Roma al Teatro Vascello va in scena uno spettacolo di CARROZZERIA ORFEO Lo spettacolo replica dal 15 al 19 aprile dal martedì al venerdì h 21:00, sabato h 19:00 debutto martedì 15 aprile h 21:00
Uno spettacolo di CARROZZERIA ORFEO
Teatro Vascello va in scena SALVEREMO IL MONDO PRIMA DELL’ALBA
Drammaturgia Gabriele Di Luca Con (in o.a.) Sebastiano Bronzato
Alice Giroldini
Sergio Romano
Roberto Serpi
Massimiliano Setti
Ivan Zerbinati Regia Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti, Alessandro Tedeschi Assistente alla regia Matteo Berardinelli
Consulenza filosofica Andrea Colamedici – TLON Musiche originali Massimiliano Setti Scenografia e luci Lucio Diana
Costumi Stefania Cempini Direzione tecnica Alice Mollica e Andrea Gagliotta
Tecnico elettricista Ermanno Marini
Creazioni video Igor Biddau Con la partecipazione video di Elsa Bossi, Sofia Ferrari e Nicoletta Ramorino
Una coproduzione Marche Teatro, Teatro dell’Elfo, Teatro Nazionale di Genova, Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini in collaborazione con Centro di Residenza dell’Emilia-Romagna “L’arboreto – Teatro Dimora | La Corte Ospitale-
Teatro Vascello-Nasce nel 1989 dalla ristrutturazione del Cinema Vascello, costruito nel 1946. La nuova sala è concepita dall’arch. Costantino Dardi e da Giancarlo Nanni. Una struttura polivalente che permette il più ampio uso di soluzioni sceniche, teatro a pianta centrale, circolare, a più piani, all’italiana, con una gradinata per il pubblico di 400 posti, una parte della quale può essere retraibile eliminando 150 posti e ampliando lo spazio-palcoscenico di altri 6 metri di profondità. La sala regia corre al di sopra della gradinata e consente il passaggio sopraelevato sino alla zona retropalco alla quale si congiunge con due scale laterali. I camerini sono posti lungo la scena, lateralmente. La nuova sistemazione dell’ingresso, l’atrio e il foyer sono stati realizzati nel 1995 dagli architetti M.A. Di Martino e B. Agostinelli.
Teatro Vascello va in scena SALVEREMO IL MONDO PRIMA DELL’ALBA
INFORMAZIONI
a questo link potete visionare il libretto della stagione
a questo link potete visionare il cartellone e le foto per ogni singolo spettacolo della stagione 2024-2025
gli abbonamenti ZEFIRO ed EOLO vi suggeriscono la traccia per partecipare ai principali spettacoli in stagione, ma non solo, con la card libera e la card love potete partecipare a tutti gli spettacoli.
CARD LIBERA
108 euro (6 spettacoli a scelta) ACQUISTA ONLINE con eventuale scelta del posto
CARD LOVE
72 euro (2 spettacoli a scelta per 2 persona) ACQUISTA ONLINE con eventuale scelta del posto
Come raggiungerci Teatro Vascello Via Giacinto Carini 78 Monteverde Roma.
con mezzi privati: Parcheggio per automobili lungo Via delle Mura Gianicolensi, a circa 100 metri dal Teatro.
Parcheggi a pagamento vicini al Teatro Vascello: Via Giacinto Carini, 43/G, Roma;
Via Maurizio Quadrio, 22, 00152 Roma, Via R. Giovagnoli, 20,00152 Roma
Con mezzi pubblici: autobus 75 ferma davanti al teatro Vascello che si puo’ prendere da stazione Termini, Colosseo, Piramide, oppure: 44, 710, 870, 871. Treno Metropolitano: da Ostiense fermata Stazione Quattro Venti a due passi dal Teatro Vascello. Oppure fermata della metro Cipro e Treno Metropolitano fino a Stazione Quattro Venti a due passi dal Teatro Vascello
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