Franco Grattarola-La Tuscia nel Cinema-Edizioni Archeoares-
Descrizione del libro di Franco Grattarola ,La Tuscia nel Cinema è un viaggio lungo un secolo in compagnia dei film girati nella provincia di Viterbo, rivissuti, decennio per decennio, attraverso storie, protagonisti, aneddoti, testimonianze.
Da La bella Galiana a Freaks Out. Dall’Otello di Oson Welles a I Vitelloni. Da Il Vigile a L’armata Brancaleone. Da La strada ad Habemus papam, fino al Maresciallo Rocca e alle serie televisive The Young Pope e Catch-22.
LaTuscia nel cinema è una pubblicazione al centro di un progetto di promozione culturale e turistica della Tuscia, della Maremma e della Valle del Tevere. Pochi territori, come la provincia di Viterbo e le sue zone limitrofe, possono vantare tanti argomenti quando si parla di location e spazi offerti alle produzioni cinematografiche italiane e internazionali dalla prima metà del Novecento ai giorni nostri.
Un volume che esalta il rapporto tra il grande schermo e la Tuscia, favorendo la crescita di una consapevolezza culturale nei suoi cittadini e lo sviluppo di un filone cine turistico e creando, al contempo, opportunità di internazionalizzazione. LaTuscia nel cinema di Franco Grattarola è il cuore di questa iniziativa che parte nel 2023 per svilupparsi nell’immediato futuro.
Franco Grattarola-Critico cinematografico
Franco Grattarola è uno studioso di storia del cinema della televisione e del costume. Ha pubblicato diversi volumi dedicati al cinema italiano fra cui Pasolini, una vita violentata (Coniglio Editore 2005).
Ha contribuito con saggi a numerosi studi di storia e critica come Pasolini e la televisione (a cura di Angela Felice, Marsilio, 2011), Il portaborse vent’anni dopo (a cura di Italo Moscati, Rubbettino Editore, 2011), Mario Camerini: la nascita della modernità (a cura di Arnaldo Colaanti ed Ernesto Nicosia, Gli archivi del ‘900, 2011), Il cinema di Claudio Gora (a cura di Emiliano Morreale, Rubettino Editore, 2013), Cinema e Storia 2014. Italia 1977: crocevia di un cambiamento (a cura di Ermanno Taviani, Rubbettino Editore, 2014), Quaderni del CSCI n°12. Le guerre nel cinema italiano dal 1911 a oggi (a cura di Silvio Alovisio, Alessandro Faccioli e Luca Mazzei, Istituto Italiano di Cultura, Barcellona, 2016), Il cinema di Fernando di Leo (a cura di Davide Magnisi e Michele Falcone, Edizioni dal Sud, 2017), Ennio De Concini. Storie di un italiano (a cura di Christian Uva, Edizioni di Bianco e Nero, 2017), Romana Film. Fortunato Misiano e la sua avventura nel cinema (a cura di Steve Della Casa, Edizioni di Bianco e Nero, 2017), Luigi Zampa. Dalla parte del pubblico (a cura di Orio Caldiron e Paolo Speranza, Cinemasud, 2018), Il cinema di Francesco De Robertis (a cura di Massimo Causo, Edizioni dal Sud, 2018), Ieri, oggi e domani. Il cinema di genere in Italia (a cura di Pedro Armocida e Boris Solazzo, Marsilio, 2019).
Ha collaborato inoltre alla nuova edizione del Dizionario del cinema italiano. I film vol. IV-IV (di Roberto Poppi e Mario Pecorari, Gremese Editore, 2009 e 2013), alla “mostra virtuale” sulla censura, promossa dalla Direzione Generale per il cinema del Mibac in collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia e la Cineteca Nazionale, con il saggio Il cinema “vietato ai minori” tra petizioni popolari e commissioni censura, e alla monografia Titanus. Cronaca familiare del cinema italiano (a cura di Sergio M. Germani, Simone Starace, Roberto Turigliatto, Edizioni Sabinae, 2014).
Romania-Lo scultore rumeno Darius Hulea mescola le opere in metallo della vecchia scuola con metodi contemporanei per creare i suoi incredibili “schizzi” di metallo con fili di ferro, acciaio inossidabile, ottone e rame.
Biografia di Darius Hulea is a Romanian Postwar & Contemporary artist who was born in 1987. Darius Hulea’s work has been offered at auction multiple times, with realized prices ranging from 5,469 USD to 19,324 USD, depending on the size and medium of the artwork. Since 2020 the record price for this artist at auction is 19,324 USD for Venus In The Mirror, sold at Artmark in 2021. Darius Hulea has been featured in articles for Daily Art Magazine, Hi-Fructose and My Modern Met. The most recent article is A Contemporary Sculpture Exhibition in the Mountains: Cantacuzino Palace in Romania written for Daily Art Magazine in September 2021.
La Vaccheria di Roma-L’esposizione Arte e impegno sociale: l’8 marzo inaugura Glass Ceiling-
Roma-La mostra GLASS CEILING nello lo spazio espositivo La Vaccheria inaugurerà l’8 marzo 2025 alle ore 17:00 (fino al 12 aprile 2025) in occasione della Giornata Internazionale per i diritti delle donne e in coincidenza con la pubblicazione del Glass Ceiling index 2025. A cura di Wind Mill nello lo spazio espositivo La Vaccheria (situato nella zona Eur di Roma) sarà così possibile assistere ad una esposizione d’arte, performance e talk.
In occasione della Giornata Internazionale per i diritti delle donne, si inugura la mostra GLASS CEILING in coincidenza con la pubblicazione del Glass Ceiling index 2025. Il settimanale The Economist ha creato il Glass-Ceiling Index nel 2013, indicatore del soffitto
di cristallo in 29 paesi. Questo viene aggiornato annualmente elaborando i dati provenienti da varie organizzazioni, inclusa la Commissione europea.
Il progetto espositivo Glass Ceiling, vuole porre l’accento su questo tema poco conosciuto attraverso il lavoro di 35 artiste invitate le quali con le loro opere intendono promuovere una maggiore consapevolezza nelle donne circa le loro opportunità nella società in ambito
lavorativo e non.
Le 35 artiste del Women Visual Artists Database, progetto della no profit Wind Mill di Roma, sono tutte residenti sul territorio, ma hanno una origine internazionale che dà alla mostra un respiro multiculturale:
Il progetto si è ispirato anche alla ricerca dell’artista Lucia Sapienza sul tema “Una stanza tutta per sé” di Virginia Woolf.
Esiste un Glass Ceiling, metafora coniata nel 1978 da Marilyn Loden, anche nel mondo dell’arte. L’esigenza per le artiste e le donne, diventa quindi non solo avere una “stanza” ma far diventare il soffitto di cristallo il pavimento sul quale camminare.
La manifestazione avrà al suo interno eventi di grande interesse come l’Art Action Ecce Domina Glass Ceiling, che si svolgerà proprio in occasione dell’inaugurazione della mostra e alla quale parteciperanno le artiste:
Carolyn Angus, Evelyne Baly, Marina Buening, Fabiola Cenci, Petra de Goude,
Anita Guerra, Emanuela Lena, Roberta Maola, Camelia Mirescu,
Daniela Monaci, Mahshid Mussavi, Giulia Ripandelli, Anna Maria Rocchi,
Lucia Sapienza, Cinzia Tellarini.
Progetto DECLINAZIONE FEMMINILE/MASCHILE per il Women Visual Artists Database, Ecce Domina e Ecce Dominus performance che di volta in volta puntano l’accento su temi specifici.Il 16 Marzo alle ore 16,30 si terrà il Reading di Poesia dal titolo DONNE IN AZIONE E PAROLE #25, a cura di Patrizia Chianese, organizzato con Roma Centro Mostre, con la partecipazione
di:
Lucianna Argentino, Antonella Carfora, Enza Cigliano, Laura Colombo,
Rossana Coratella, Stefania Di Lino, Laura VdB Facchini, Raffaella Lanzetta,
Maria Teresa Laudenzi, Carolina Lombardi, Camelia Mirescu, Rossella Seller,
Maria Grazia Savino.
Il 21 Marzo alle ore 17,00 si terrà l’incontro con la scrittrice Tea Ranno, autrice di “Avevo un Fuoco dentro”, e l’artista australiana Viginia Ryan con le sue opere, moderatrice Laura VdB Facchini per parlare su “storia di un dolore che non si può dire”.
Ci saranno performance, talk, conferenze, in date ancora da definire, per concludere con il inissage e una performance gioiosa ed ironica dal titolo Stella tra le stelle di Francesca di Ciaula, il 12 aprile.
La mostra e gli eventi, action ect. saranno documentati da una pubblicazione in edizione digitale, scaricabile gratuitamente dal sito www.windmillart.it
Il Glass-Ceiling Index
Il settimanale The Economist ha introdotto nel 2013 il Glass-Ceiling Index, un indicatore che misura la presenza del cosiddetto “soffitto di cristallo” in 29 paesi. Questo indice viene aggiornato annualmente sulla base di dati provenienti da diverse fonti, tra cui la Commissione Europea. A partire da questa tematica ancora poco conosciuta, quindi, nasce il progetto espositivo Glass Ceiling, che intende sensibilizzare il pubblico attraverso le opere di 35 artiste.
Le loro creazioni mirano a stimolare una maggiore consapevolezza sulle opportunità delle donne nella società, sia in ambito lavorativo che in altri contesti. Le 35 artiste partecipanti fanno parte del Women Visual Artists Database, un’iniziativa della no-profit Wind Mill di Roma. Pur risiedendo tutte in Italia, le loro origini internazionali conferiscono alla mostra una prospettiva multiculturale, arricchendone il significato e il valore artistico.
Qui la lista delle artiste: Minou Amirsoleimani, Carolyn Angus, Evelyne Baly, Marina Buening, Priscilla Burke, Emanuela Camacci, Fabiola Cenci, Karmen Corak, Kristien De Neve, Francesca di Ciaula, Marilù Eustachio, Stefania Fabrizi, Stella Gallas, Anita Guerra, Fariba Karimi, Giusy Lauriola, Emanuela Lena, Carolina Lombardi, Adele Lotito, Roberta Maola, Camelia Mirescu, Patrizia Molinari, Daniela Monaci, Mahshid Mussavi, Elly Nagaoka, Gianna Parisse, Daniela Perego, Claudia Quintieri, Giulia Ripandelli, Paola Romoli Venturi, Lucia Sapienza, Silvia Stucky, Olga Teksheva Cinzia Tellarini, Laura Vdb Facchini.
Il Glass Ceiling nel mondo dell’arte
Il progetto trae ispirazione anche dalla ricerca dell’artista Lucia Sapienza sul tema Una stanza tutta per sé di Virginia Woolf. Nel mondo dell’arte esiste il Glass Ceiling, termine coniato nel 1978 da Marilyn Loden, che rappresenta le barriere invisibili che limitano le opportunità delle donne. Per le artiste e le donne, dunque, la sfida non è solo quella di avere una “stanza”, ma di trasformare il soffitto di cristallo nel pavimento su cui camminare, abbattendo ogni ostacolo.
All’interno della manifestazione sono così previsti eventi di grande rilievo, tra cui l’Art Action Ecce Domina Glass Ceiling, che si terrà in occasione dell’inaugurazione della mostra e vedrà la partecipazione delle segeuenti artiste: Carolyn Angus, Evelyne Baly, Marina Buening, Fabiola Cenci, Petra de Goede, Anita Guerra, Emanuela Lena, Roberta Maola, Camelia Mirescu, Daniela Monaci, Mahshid Mussavi, Giulia Ripandelli, Anna Maria Rocchi, Lucia Sapienza, Cinzia Tellarini.
Alcuni eventi della mostra
Il progetto DECLINAZIONE FEMMINILE/MASCHILE per il Women Visual Artists Database comprende le performance Ecce Domina ed Ecce Dominus, ciascuna focalizzata su temi specifici che mettono in luce diverse prospettive di genere. Tra gli eventi in programma, il 16 marzo alle ore 16:30 si terrà il Reading di Poesia intitolato DONNE IN AZIONE E PAROLE #25, a cura di Patrizia Chianese, in collaborazione con Roma Centro Mostre, con la partecipazione di Lucianna Argentino, Antonella Carfora, Enza Cigliano, Laura Colombo, Rossana Coratella, Stefania Di Lino, Laura VdB Facchini, Raffaella Lanzetta, Maria Teresa Laudenzi, Carolina Lombardi, Camelia Mirescu, Rossella Seller e Maria Grazia Savino.
Il 21 marzo alle ore 17:00 si terrà invece un incontro con la scrittrice Tea Ranno, autrice di Avevo un fuoco dentro, e l’artista australiana Virginia Ryan, che presenterà le sue opere. La conversazione, moderata da Laura VdB Facchini, affronterà il tema “storia di un dolore che non si può dire”. Nel corso della manifestazione si susseguiranno performance, talk e conferenze, le cui date saranno comunicate prossimamente. L’evento si concluderà il 12 aprile con il finissage e una performance gioiosa e ironica intitolata Stella tra le stelle, a cura di Francesca Di Ciaula.
La mostra e tutti gli eventi, comprese le azioni performative, saranno documentati in una pubblicazione digitale, scaricabile gratuitamente dal sito www.windmillart.it.
Roma- FONDAZIONE BETA-Art for Women Today –dall’08/03/2025 al 22/03/2025
Roma-Negli spazi della Fondazione Beta, sabato 8 marzo 2025 il gruppo internazionale di artiste Art for Women Today presenta una collezione di stampe d’arte limited edition, realizzata per sostenere i progetti dell’Associazione Pianoterra a favore di famiglie vulnerabili.
In mostra per tre settimane anche le opere originali delle artiste, che in grande maggioranza saranno presenti all’evento inaugurale, giungendo da diversi paesi.
Opera dell’Artista Elena Belobragina
Art for Women Today è un progetto collettivo tutto al femminile, nato dall’esigenza di lasciare una traccia, una testimonianza artistica volta a descrivere la donna nel momento storico contemporaneo.
Art for Women Today è un gruppo internazionale di artiste convocate da Caterina Arciprete e dalla Galleri Artsight di Stoccolma, per generare quello che di fatto è al tempo stesso un processo artistico divulgativo e un atto di affermazione individuale e di genere.
Art for Women Today dà forma alla narrazione visiva di una esperienza vissuta, della condizione intima che, consciamente o inconsciamente, prende il suo spazio in ogni donna, influenzata da eventi personali e sociali affrontati a contatto con il suo specifico circostante. Una fotografia sincera – e a volte impietosa – sul nostro tempo, che ogni artista svilupperà rispondendo alle sue istanze individuali e culturali.
Dare vita, attraverso la personale cifra stilistica, a una serie di interventi artistici per descrivere la condizione della donna, dare una voce all’emotività, l’empatia e l’introspezione femminile dei nostri tempi: questa è la missione di ogni componente del gruppo.
Le artiste che compongono il gruppo Art for Women Today sono Caterina Arciprete, Elena Belobragina, Isabelle De Boulloche, Linda Kunik, Gisela Quinteros, Virgina Maria Romero, Gaya Shantaram, Yemisi Wilson, Sylvie Wozniak.
Il progetto ha anche, sin dalla sua genesi, un fine sociale: sostenere le attività dell’Associazione Pianoterra ETS, nata a Napoli nel 2008 e attiva oggi anche a Roma e a Castel Volturno con l’obiettivo di stare accanto a famiglie che vivono in condizioni di estrema vulnerabilità, in cui sono presenti bambini e bambine molto piccoli. Pianoterra lavora in particolare con le madri per accompagnarle in un percorso di empowerment e garantire ai bambini pari opportunità di crescere sani e sereni, nonostante condizioni di partenza svantaggiate.
Il sostegno di Art for Women Today all’Associazione Pianoterra è concreto e diretto: le stampe d’artista, raccolte in eleganti cofanetti in edizione limitata, saranno in vendita e il ricavato andrà interamente a Pianoterra. Le artiste del collettivo saranno inoltre coinvolte in percorsi laboratoriali con le donne e i bambini che frequentano gli spazi dell’associazione, per rendere concreto e continuativo un obiettivo: essere al fianco di tutte le donne, attraverso l’arte.
La mostra Art for Women Today, che nella Galleri Artsight di Stoccolma ha trovato una sua prima casa, nella sua tappa romana ha il patrocinio dell’Ambasciata di Svezia in Italia.
Sabato 22 marzo, a chiusura dell’evento, sarà possibile partecipare al laboratorio creativo “Io sono onda”, a cura di Caterina Arciprete. Il laboratorio si svolgerà dalle 10.00 alle 12.30 nei locali dedicati alla mostra. È aperto a tutti e tutte con un contributo di 20 €. Il laboratorio si attiverà con un minimo di 6 iscritti.
La Fondazione BETA ETS (ex Fondazione Pianoterra) nasce a Roma nel dicembre 2013 per contrastare la povertà e la diseguaglianza sociale attraverso la promozione di progetti che utilizzino la cultura (l’istruzione, la formazione, l’arte, l’espressione di sé) come strumento di emancipazione e sviluppo delle potenzialità individuali di persone che vivono in contesti difficili e marginali.
La privazione non lascia spazio all’immaginazione, alla progettazione, solo all’imminente, alimentando un circolo vizioso che porta all’immobilità e alla rassegnazione. La Fondazione Beta vuole spezzare questo circolo vizioso a favore di una spirale virtuosa che alimenti la resilienza e la creatività. La cultura, la musica, la letteratura e tutte le forme d’arte agiscono infatti nell’individuo come moltiplicatori di energie e di forze costruttive che possono migliorare la realtà circostante.
L’idea di creare una Fondazione Pianoterra è il risultato dell’esperienza di lavoro dell’Associazione Pianoterra, da cui il nuovo ente ha preso il nome in segno di continuità, con l’obiettivo di ampliarne il campo di azione. Dopo dieci anni in cui i due enti hanno camminato insieme, nel comune intento di offrire sostegno e opportunità a persone e comunità vulnerabili, nel 2024 la Fondazione cambia nome e diventa Fondazione Beta. Si inaugura così una nuova fase della sua attività, che continuerà a essere ispirata da un approccio dal basso e dal desiderio di costruire, assieme alle persone e alle comunità, degli spazi di opportunità, crescita e cambiamento.
Roma 07 marzo 2025-Articolo di Mirella Manocchio-Storia e attualità della Giornata della donna: purtroppo molto rimane ancora da fare.Ma davvero vogliamo vedere ancora una volta fiorai colmi di mazzi di mimose pronti per essere comprati o regalati? Ma davvero vogliamo assistere a comitive di sole ragazze o donne che affollano ristoranti e locali da ballo? Ma davvero noi donne vogliamo i nostri cellulari e le chat di gruppo zeppe di messaggi e meme augurali? Personalmente dico: “no grazie!”
La pastora Mirella Manocchio è presidente della Federazione donne evangeliche in Italia
Non credo che abbia ancora senso festeggiare o celebrare la Giornata internazionale della Donna se si crede che regalare un mazzo di mimose o inviare un messaggio augurale possa racchiudere il senso del rispetto e dell’amore che tutte le donne meritano. E nemmeno se si pensa che questa sorta di libera uscita una tantum possa sostituire la dovuta libertà che la donna deve avere nell’intessere relazioni, nel dipanare i propri interessi personali, nel crescere e trovare soddisfazione a livello lavorativo e familiare, insomma nel vivere la propria vita. Troppo velocemente si sono dimenticate le motivazioni e gli accadimenti che hanno dato origine all’istituzione di questa “Festa”, sebbene sia stata ufficialmente istituita abbastanza di recente dalle Nazioni Unite quale Giornata internazionale: nel 1975.
La pastora Mirella Manocchio è presidente della Federazione donne evangeliche in Italia
La vulgata collega l’origine a un incendio accaduto nel 1908 nell’industria tessile Cotton di New York in cui varie operaie rimasero uccise. In realtà tale incendio non è chiaramente documentato; in ogni caso i fatti che hanno portato all’istituzione della Festa della donna sono legati alla rivendicazione dei diritti, tra i quali il diritto di voto. A esempio, durante il VII Congresso della II Internazionale socialista, svoltosi a Stoccarda nel 1907, furono in discussione la questione femminile e il diritto di voto alle donne. In seguito i partiti socialisti si impegnarono a lottare con le donne per riuscire ad introdurre il suffragio universale. In questa partita avevano giocato un ruolo importante già dal 1800, e continuarono ad averlo anche a inizio ‘900, tante donne evangeliche (a esempio Elisabeth Candy Stanton, Lucrezia Mott, Frances E. Willard) che si impegnarono anche per i pieni diritti delle donne in ambito ecclesiastico. La prima Giornata internazionale dedicata alla rivendicazione dei diritti delle donne ebbe vita nel 1910, ma solo successivamente durante la Seconda conferenza internazionale delle donne comuniste, nel 1921, fu stabilito che l’8 marzo fosse la Giornata internazionale dell’operaia.
La pastora Mirella Manocchio è presidente della Federazione donne evangeliche in Italia
In Italia la celebrazione fu istituita dopo il settembre 1944 dalla neonata Unione Donne italiane (Udi) e si svolse il successivo 8 marzo nelle zone liberate dell’Italia. Anche nel nostro paese la celebrazione si legò alla questione del diritto di voto e ai diritti delle donne in generale: in particolare questo avvenne negli anni ’60-70 quando le manifestazioni avevano al centro l’abolizione del cosiddetto “delitto d’onore”, la parità nel diritto di famiglia, il divorzio e l’aborto. Le donne evangeliche erano impegnate in queste battaglie e le conducevano non solo in piazza l’8 marzo, ma pure nelle proprie case e nelle chiese, come ricorda Doriana Giudici – sindacalista e presidente della Fdei dal 1989 al 1998 – nel volume Le ragazze che volevano cambiare il mondo.
Far memoria di questo vissuto non è archeologia sociologica o teologica, ma è la necessità di ricentrarci nelle nostre radici per guardare con consapevolezza quanto ancora vi è da fare – tanto – in merito a una reale parità di diritti, quanto di tali diritti viene quotidianamente messo in discussione, anche in Europa e negli Stati Uniti, e quale radicale cambio di struttura mentale e sociale è da operare. La riflessione di studiose e teologhe che puntano ad avere una prospettiva e una modalità intersezionale alle questioni sul piatto ci può aiutare e interrogare, ma sarebbe tragico se ci lasciasse indifferenti. Come non ci possono lasciare indifferenti gli accadimenti di abusi e discriminazioni emersi di recente in ambiti accademici protestanti e ai vertici di alcune chiese evangeliche perché ci sbattono in faccia – se ce ne fosse stato bisogno – che nessuna realtà ecclesiastica è immune da una tragica e tossica commistione tra “ruolo di potere e violenza”, seppur variamente declinata.
Lasciamo sugli alberi le mimose, ma in questo 8 marzo di un mondo squassato da molteplici conflitti e da chi, come Trump e la sua amministrazione, mette a serio rischio il diritto internazionale e le strutture istituzionali che faticosamente se ne fanno garanti, facciamoci ancora interpellare dalla Parola che ci dice che per grazia di Dio portiamo nel nostro corpo i segni anticipatori della resurrezione di Gesù Cristo, impegniamoci ancora – donne e uomini insieme – a costruire relazioni umane giuste e rispettose, improntate all’amore nella libertà, senza sopraffazioni e ruoli di genere precostituiti e condizionanti.
La pastora Mirella Manocchio è presidente della Federazione donne evangeliche in Italia
La pastora Mirella Manocchio è la nuova presidente della Federazione donne evangeliche in Italia con la pastora battista Gabriela Lio, presidente uscente.
Roma (NEV), 27 marzo 2023 – La pastora metodista Mirella Manocchio è la nuova presidente della Federazione delle donne evangeliche in Italia (FDEI). Manocchio prende il testimone dalla pastora battista Gabriela Lio, presidente uscente.
L’elezione è avvenuta in seno al XIII Congresso FDEI conclusosi ieri a Firenze. A breve, un approfondimento e l’intervista NEV a Mirella Manocchio.
Mirella Manocchio è pastora della chiesa metodista di via XX Settembre a Roma. Laureata in Scienze politiche e in teologia. Già presidente dell’Opera per le chiese evangeliche metodiste in Italia (OPCEMI), fra i suoi incarichi c’è anche quello di coordinatrice della Commissione battista, metodista, valdese (BMV) per il culto e la liturgia e membro della Commissione (metodista e valdese) “famiglie, matrimonio, coppie, genitorialità”.
Nata nel 1976 da un Congresso interdenominazionale dei movimenti femminili delle chiese battiste, metodiste e valdesi, la Federazione delle donne evangeliche in Italia (FDEI) è un movimento di donne impegnate a “testimoniare la liberazione di Cristo per ogni creatura umana, con particolare riferimento alla condizione femminile nella chiesa e nella società” (Statuto, art. 2). La FDEI è basata sul volontariato e si propone di portare nelle chiese la riflessione sul ruolo della donna e di incoraggiare la partecipazione delle donne evangeliche alla vita della chiesa e della società.
Nel 1998 la FDEI ha deciso di allargarsi ad altre organizzazioni femminili di area evangelica (luterane, avventiste, dell’Esercito della Salvezza e della Chiesa riformata ticinese). L’organo di collegamento tra i gruppi della FDEI è il “Notiziario”, pubblicato ogni tre mesi come inserto del settimanale evangelico “Riforma”. La FDEI produce anche i “Quaderni”, dove sono pubblicati gli atti dei convegni nazionali e regionali e dei campi studi estivi. In occasione del passaggio dal secondo al terzo millennio, la FDEI ha redatto il “Manifesto delle donne protestanti”, un documento per il dialogo fra donne e uomini. Nel 2000 ha inaugurato l’Archivio delle donne presso l’archivio del Centro culturale di Torre Pellice (Torino).
Da alcuni anni la FDEI pubblica il quaderno dei “16 giorni per combattere la violenza”, letture, riflessioni, dati e proposte di azione per ogni giorno dal 25 novembre, Giornata mondiale contro la discriminazione delle donne al 10 dicembre, Giornata per i Diritti umani.
Ettore Pellegrini-Fortificare con arte-Betti Editrice-
I lIbri di Betti Editrice-Ettore Pellegrini-Fortificare con arte-Nella Valle della Chiana I centri fortificati collinari: Sinalunga, Chianciano, Cetona, San Casciano dei Bagni e i loro antichi castelli VOLUME IX – TOMO I
Betti Editrice-Ettore Pellegrini-Fortificare con arte
L’ormai ultradecennale percorso di “Fortificare con Arte” ha affrontato un’altra tappa irta di difficoltà: ostacoli consueti per chi fa ricerca nel campo dell’architettura militare, ma anche inediti come quelli frapposti dai proprietari all’osservazione diretta di alcune fortificazioni. La rilevanza storica e ingegneristica di non pochi dei soggetti indagati, l’ampiezza del territorio di riferimento nel consueto doppio registro della ricerca sui documenti d’archivio e dell’esplorazione sul campo, l’intento sia di descrivere l’assetto di apparati difensivi, sia di comprenderne le non sempre esplicite caratteristiche funzionali e strategiche, hanno complicato il lavoro degli studiosi e di quanti altri li hanno accompagnati in questo cammino. Tuttavia non l’ hanno fermato ed anche il nono volume della serie ha preso vita, uscendo di tipografia addirittura moltiplicato in tre tomi per una migliore fruibilità.
Betti Editrice-Ettore Pellegrini-Fortificare con arte
Nella Valle della Chiana Da arce etrusco-romana a piazzaforte confinaria della Repubblica di Siena: duemila anni di storia delle fortificazioni di Chiusi VOLUME IX – TOMO II
«Importante città capitale nell’antichità e primario nodo viario nel Medio Evo per i collegamenti trasversali e longitudinali dell’Italia centrale, Chiusi è stata oggetto di considerevoli attenzioni fortificatorie, che in ogni epoca hanno ostacolato i tentativi di conquista promossi da potenti sovrani, da ambiziosi signori e da bellicosi vicini. Dall’epoca degli Etruschi e dei Romana al Basso Medio Evo il sistema difensivo chiusino ha subito continui e pesanti interventi edilizi per riparare le demolizioni delle guerre o i danni degli agenti atmosferici, ma anche per adattare la capacità d’interdizione degli apparati ad affrontare sempre più evoluti sistemi di combattimento. Inevitabilmente, la decifrazione dell’assetto architettonico militare di questa città-fortezza nelle varie epoche costituisce oggi un’impresa assai complessa, se non impossibile». Dall’Introduzione.
Betti Editrice-Ettore Pellegrini-Fortificare con arte
Nella Valle della Chiana Proteggere una città contesa: la piazzaforte di Montepulciano nelle ambizioni espansionistiche di Siena e di Firenze tra il XIII e il XVI secolo VOLUME IX – TOMO III
«L’ormai ultradecennale percorso di “Fortificare con Arte” ha affrontato un’altra tappa irta di difficoltà: ostacoli consueti per chi fa ricerca nel campo dell’architettura militare, ma anche inediti come quelli frapposti dai proprietari all’osservazione diretta di alcune fortificazioni. La rilevanza storica e ingegneristica di non pochi dei soggetti indagati, l’ampiezza del territorio di riferimento nel consueto doppio registro della ricerca sui documenti d’archivio e dell’esplorazione sul campo, l’intento sia di descrivere l’assetto di apparati difensivi, sia di comprenderne le non sempre esplicite caratteristiche funzionali e strategiche, hanno complicato il lavoro degli studiosi e di quanti altri li hanno accompagnati in questo cammino. Tuttavia non l’ hanno fermato ed anche il nono volume della serie ha preso vita, uscendo di tipografia addirittura moltiplicato in tre tomi per una migliore fruibilità.». Dall’Introduzione.
Betti Editrice
La Betti Editrice nasce nel 1992 con un taglio prevalentemente locale con una particolare attenzione alla storia, cultura e turismo a Siena. Negli anni ha allargato il suo raggio d’azione a generi diversi (narrativa, edizioni per bambini,..) con uno sguardo che spazia all’intero territorio Toscano e a tematiche di interesse nazionale. Una produzione differenziata per argomenti e generi è elemento distintivo della Betti Editrice che opera nel mondo editoriale cercando di far convivere e tenere in equilibrio il rispetto della storia e delle tradizioni con la curiosità per l’innovazione e i linguaggi contemporanei.
Dal 2017 organizza il premio di narrativa dedicato alle storie di viaggio lungo la Via Francigena.
ROMA- Debutta al Teatro Lo Spazio dal 7 al 9 marz, InVIOLAta
Roma-Debutta al Teatro Lo Spazio dal 7 al 9 marz,InVIOLAta, spettacolo scritto e diretto da Teresa Cecere e David Marzi, vincitore del Concorso Idee nello Spazio 2024.
Teatro Lo Spazio InVIOLAta-Maria Barnaba- Sandra Di Gennaro- Ilenia Sibilio
InVIOLAta è una riflessione sulla vergogna imposta alle donne e sull’onore maschile, concetti che per secoli hanno segnato la cultura e la legislazione italiana. Il titolo richiama sia il nome della protagonista che l’idea di inviolabilità dell’integrità personale, spesso negata in nome di tradizioni arcaiche.
La scena è dominata da vestiti stesi, mollette e fili, simbolo di un mondo domestico che viene dissacrato e reinterpretato da tre attrici Maria Barnaba, Sandra Di Gennaro e Ilenia Sibilio. Attraverso il corpo, la voce e il gesto, le interpreti passano dal maschile al femminile, dal sacro al prosaico, componendo un quadro scenico che mescola il teatro fisico con la narrazione.
Teatro Lo Spazio InVIOLAta-Maria Barnaba- Sandra Di Gennaro- Ilenia Sibilio
Teatro Lo Spazio InVIOLAta-Maria Barnaba- Sandra Di Gennaro- Ilenia Sibilio
Teatro Lo Spazio InVIOLAta-Maria Barnaba- Sandra Di Gennaro- Ilenia Sibilio
Lo spettacolo prende spunto da fonti storiche e letterarie, tra cui il libro-inchiesta “Le Svergognate” di Lieta Harrison, con prefazione di Pier Paolo Pasolini, che offre una testimonianza diretta della condizione femminile in Italia negli anni Sessanta. InVIOLAta restituisce al teatro un ruolo di denuncia, affidando il tradizionale “Cunto” siciliano a una giovane attrice di sedici anni, un ribaltamento di una tradizione finora riservata agli uomini.
Teatro Lo Spazio InVIOLAta-Maria Barnaba- Sandra Di Gennaro- Ilenia Sibilio
Teatro Lo Spazio InVIOLAta-Maria Barnaba- Sandra Di Gennaro- Ilenia Sibilio
Teatro Lo Spazio InVIOLAta-Maria Barnaba- Sandra Di Gennaro- Ilenia Sibilio
La vicenda di Franca Viola non viene raccontata solo come un episodio storico, ma come un riflesso delle dinamiche sociali ancora presenti. La sua scelta di rifiutare il matrimonio riparatore non fu solo un atto personale di ribellione, ma una sfida aperta a un sistema che per decenni aveva legalizzato la subordinazione femminile. InVIOLAta porta in scena questa frattura, trasformando un momento di resistenza in un’opera teatrale di forte impatto emotivo e politico.
InVIOLAta
di Teresa Cecere e David Marzi
regia Teresa Cecere e David Marzi
con Maria Barnaba- Sandra Di Gennaro- Ilenia Sibilio
Spettacolo Primo classificato Idee nello Spazio 2024
Franco Leggeri Fotoreportage-Roma Gianicolo- Monumento a Giuseppe Garibaldi-
Franco Leggeri Fotoreportage-GIUSEPPE GARIBALDI- monumento al Gianicolo -ROMA
ROMA- Articolo del Dott.Paolo TAFFONI-Franco Leggeri Fotoreportage-Roma Gianicolo- Monumento a Giuseppe Garibaldi-Fu proprio col decreto reale del 3 giugno 1882, giorno successivo alla morte di Giuseppe Garibaldi, che veniva stabilito di erigere un monumento in suo onore. La scelta del luogo cadde sul Gianicolo, dove ancora vivo era il ricordo dell’epopea garibaldina dei giorni dell’effimera Repubblica Romana. Dal decreto si passò, l’anno successivo, al bando del concorso pubblico e prese vita, con De Pretis alla Presidenza, la commissione composta da artisti, deputati, senatori e dal sindaco di Roma Leopoldo Torlonia. Nel bando del concorso veniva indicato il luogo preciso del Gianicolo in quanto la commissione sentiva il dovere di fornire al concorrente tutti gli elementi necessari allo studio dell’opera da erigere e dello spazio a disposizione. A tal proposito, giustamente scriveva l’architetto Camillo Boito, membro della commissione: “La massa del monumento, la stessa sua composizione, la scelta dei materiali, la grandezza e lavoratura dei particolari, dipendono in parte dalle condizioni anche secondarie del luogo”. Così, dopo attento esame, fu scelta la zona di proprietà dei Wedekind, il punto più alto di Roma, sopra il giardino di S. Pietro in Montorio, luogo particolarmente eccellente e idoneo alla rievocazione dei tragici gloriosi momenti della difesa di Roma.
Franco Leggeri Fotoreportage-Giuseppe GARIBALDI- monumento al Gianicolo -ROMA
ROMA- Gianicolo- Monumento a GIUSEPPE GARIBALDI
Franco Leggeri Fotoreportage-GIUSEPPE GARIBALDI- monumento al Gianicolo -ROMA
Quindi le preferenze andarono al modello di Emilio Gallori, ispirato a monumenti equestri rinascimentali e in obbedienza al gusto del momento.
Nel bozzetto la statua equestre, esprimente eleganza, quiete, gentilezza, era poggiata su un basamento di granito che recava sui fianchi le figure allegoriche dell’Europa e dell’America, oltre ai bassorilievi recanti lo sbarco a Marsala e la resistenza di Boiada. La difesa di Roma e il gruppo della libertà apparivano rispettivamente nelle parti anteriore e posteriore. Lo stesso Gallori, per chiarire i motivi che lo avevano ispirato nella realizzazione del proprio progetto, così si espresse: “Nella figura equestre ho cercato di imprimere quella serenità e quella calma, che non possono discompagnarsi da una figura come quella di Garibaldi, generoso, filosofo, sempre umanitario”. Inoltre il momento storico richiedeva la celebrazione di un Garibaldi non guerrigliero e rivoluzionario, ma un condottiero virtuoso e accorto, sostenitore della pace mondiali.
Franco Leggeri Fotoreportage-GIUSEPPE GARIBALDI- monumento al Gianicolo -ROMA
Franco Leggeri Fotoreportage-GIUSEPPE GARIBALDI- monumento al Gianicolo -ROMA
Franco Leggeri Fotoreportage-GIUSEPPE GARIBALDI- monumento al Gianicolo -ROMA
Si giunge al momento solenne dell’inaugurazione, fissata nel programma del Municipio per il 21 settembre 1895, ma anticipata al 20, in occasione del venticinquesimo anniversario della breccia di Porta Pia. La celebrazione sul Gianicolo fu senz’altro la più importante e raccolse intorno al monumento oltre 30.000 invitati giunti da ogni parte d’Italia, o meglio, da quelle province e da quei comuni che deliberarono la propria partecipazione, aderendo alla richiesta del governo e superando ogni ostacolo di carattere polemico oltre che politico. E non basta. Già il 16 luglio 1895, quasi alla vigilia dell’inaugurazione, si rendevano palesi le angustie in cui versava il “Comitato Generale per solennizzare il XXV anniversario della liberazione di Roma”. Proprio in quella data Menotti Garibaldi, primogenito dell’eroe e presidente della commissione esecutiva, faceva presente a Crispi che, secondo quanto rilevato dai membri della commissione finanziaria dello stesso comitato, il programma predisposto non sarebbe mai giunto a concreta realizzazione se il governo non fosse intervenuto con un impegno di 100.000 lire. Un rifiuto a tale richiesta avrebbe portato a irrevocabili dimissioni. E le dimissioni ci furono. Le comunicò il 24 luglio lo stesso sindaco di Roma, Emanuele Ruspoli.
Franco Leggeri Fotoreportage-GIUSEPPE GARIBALDI- monumento al Gianicolo -ROMA
Fu una presa di posizione molto grave che si ripercosse sulla stessa inaugurazione. Infatti tutti i membri della famiglia Garibaldi si rifiutarono di presenziare alla cerimonia e furono concordi nel declinare l’invito ufficiale, adducendo scuse di varia natura. Tuttavia alle 11 di quell’agitato 20 settembre cadde il telo che nascondeva il maestoso monumento costato complessivamente 1.200.000 lire, di cui 1.000.000 messo a disposizione dallo Stato. per il resto contribuirono i cittadini e le diverse rappresentanze. Dall’altezza di 22 metri Garibaldi appare avvolto nel poncho tradizionale e lascia trasparire dall’atteggiamento quieto e sereno e dallo sguardo ammonitore rivolto verso i monti Parioli, tutta la dolcezza e fierezza del suo volto. Sotto di lui lo stesso cavallo semplice e grandioso completa a meraviglia la solennità del monumento. La rigidità della posizione sta ad indicare il riposo fiero dopo la conquista.
Franco Leggeri Fotoreportage-GIUSEPPE GARIBALDI- monumento al Gianicolo -ROMA
ROMA- Gianicolo- Monumento a GIUSEPPE GARIBALDI GIUSEPPE GARIBALDI
Franco Leggeri Fotoreportage-GIUSEPPE GARIBALDI- monumento al Gianicolo -ROMA
Sui gradini a destra del basamento giaceva una grande ed artistica corona di bronzo, opera di Ettore Ferrari, per ricordare ai posteri che Garibaldi fu il primo illustre Gran Maestro della Massoneria italiana. Ma nel 1925 la corona fu trafugata per sostituire i simboli massonici con quelli fascisti e la prima epigrafe con la seguente: “La Massoneria pose, il Fascismo rettificò. Al Duce delle Camicie Rosse – le Camice Nere trasteverine”.
Franco Leggeri Fotoreportage-GIUSEPPE GARIBALDI- monumento al Gianicolo -ROMA
Franco Leggeri Fotoreportage-GIUSEPPE GARIBALDI- monumento al Gianicolo -ROMA
Franco Leggeri Fotoreportage-GIUSEPPE GARIBALDI- monumento al Gianicolo -ROMA
Dopo il 25 luglio 1943 i simboli fascisti furono rimossi e la corona, a liberazione avvenuta, finì prima nei magazzini di Porta S. Pancrazio e poi in quelli comunali del Teatro di Marcello.
Secondo quanto è possibile sapere, la grande corona del 1895 non è più tornata sul Gianicolo. Il suo posto fu occupato nel 1907 da un’altra corona di bronzo recante i simboli massonici e la scritta:
AL GRAN MAESTRO
GIUSEPPE GARIBALDI
NEL CENTENARIO DELLA
SUA NASCITA
LA MASSONERIA ITALIANA
A.N. MMDCLX A.V.C.
l’opera è da attribuire al Ferrari che, ugualmente a Garibaldi, fu Gran Maestro della Massoneria e come tale amava datare i propri lavori secondo l’uso ufficiale massonico; per cui A.V.C. vuole significare Anno Verae Creationis, ossia 5000 anni prima dell’Era volgare.
Roma al Teatro Vascello va in scena – RECOLLECTION OF A FALLING-30 anni di Spellbound Contemporary Ballet-
Roma al Teatro Vascello dal 25 febbraio al 2 marzo dal martedì al venerdì h 21, sabato h 19 e domenica h 17 va in scena RECOLLECTION OF A FALLING 30 anni di Spellbound Contemporary Ballet
Roma al Teatro Vascello – RECOLLECTION OF A FALLING
Programma in due parti
Jacopo Godani – “Forma mentis”
Mauro Astolfi – “Daughters and angels”
Interpreti: Maria Cossu, Giuliana Mele, Lorenzo Beneventano, Alessandro Piergentili, Anita Bonavida, Roberto Pontieri, Martina Staltari, Miriam Raffone, Filippo Arlenghi,
Una produzione Spellbound
in collaborazione con Comune di Pesaro & AMAT per Pesaro Capitale italiana della Cultura 2024, Festival Torino Danza
durata 30’ e 38’ con intervallo di 15’
SHAPE \* MERGEFORMAT
Viviamo in un pianeta pieno di ricordi. Abbiamo impiegato circa trent’anni per imparare come assemblare i nostri e non diventarne schiavi.
Roma al Teatro Vascello – RECOLLECTION OF A FALLING
Il ricordo della prima caduta, quell’attimo prima e soprattutto quell’attimo dopo che ci ha fatto capire che è stato un bene spingerci verso esperienze più profonde. Questo è il nostro punto di partenza, nato dall’idea e dal tentativo di parlare dell’interconnessione di tutto quello che abbiamo attraversato.
Trent’anni per capire che non saremo mai delle isole indipendenti ma parte di un tutto. Probabilmente avremo ricordi più ricchi di cui nutrirci, forse sempre più disordinati, ma pur sempre qualcosa che mettiamo dentro e poi tiriamo fuori da noi stessi.
Recollection of a falling è il nostro sistema di dati accessibili e infinitamente espandibili. Come esseri umani abbiamo fornito prove sufficienti delle nostre capacità di distruggere tutto: il ricordo di una caduta, piccola o pericolosamente grande può essere il modo per riconnetterci al mondo naturale, saltarci dentro e ricostruirlo ogni giorno.
SHAPE \* MERGEFORMAT Roma Teatro Vascello -RECOLLECTION OF A FALLING-30 anni di Spellbound Contemporary Ballet
Parte 1
Forma mentis
Coreografia, Art Direction, Luci, Costumi: Jacopo Godani
Musica originale: Ulrich Müller
Musica dal vivo Sergey Sadovoy
Assistente alle coreografie: Vincenzo De Rosa
FORMA MENTIS, un’esperienza coreografica che celebra giovani danzatori straordinari che partecipano alla creazione di un manifesto artistico per le nuove generazioni. In questa nuova creazione, Jacopo Godani utilizza l’arte della “danza intelligente” come strumento di realizzazione e come mezzo di comunicazione diretta con le nuove generazioni.
Consapevole delle molteplici sfaccettature che siano state attribuite all’arte negli ultimi decenni, Jacopo Godani ricerca un equilibrio tra la presentazione di un formato d’arte contemporanea definito da un terreno etico e la creazione di un dispositivo che possa fungere da sostegno per giovani artisti per trasformare la loro creatività in idee concrete e progettualità.
Forma Mentis è una piattaforma vibrante per esplorare il potenziale della danza come linguaggio universale per mezzo della propria intelligenza. Ogni passo, ogni movimento, è un’opportunità per esprimere idee e visioni, creando un dialogo dinamico con se stessi, il pubblico e le generazioni future. In questo spazio creativo, Godani riconosce il valore del talento e della determinazione professionale. Ogni danzatore, ogni artista, è un faro di ispirazione per coloro che anelano a realizzare i propri sogni.
Forma Mentis non è solo una performance, ma un impegno a creare un impatto duraturo usando la danza come strumento di incoraggiamento a una pluralità di idee e prospettive. Ogni movimento sul palcoscenico è un passo avanti verso la scoperta e la celebrazione del potenziale umano.
Forma Mentis è un invito a esplorare, a sognare e a creare, è un’opportunità per le nuove generazioni di concretizzare i pensieri, alimentare le visioni e le aspirazioni.
Roma al Teatro Vascello – RECOLLECTION OF A FALLING
Parte 2
Daughters and angels
Coreografia e regia: Mauro Astolfi
Set e Disegno luci: Marco Policastro
Musica originale: Davidson Jaconello
Costumi: Anna Coluccia
Assistente alle coreografie: Elena Furlan
Daughters and Angels è un lavoro ispirato dalla lettura di Knowledge and Powers di Isabel Pérez Molina pubblicato da Duoda, un centro di ricerca interdisciplinare dell’Università di Barcellona riconosciuto a livello internazionale nel campo degli Women’s Studies. Il testo incrocia un interesse di Mauro Astolfi, coltivato fin da adolescente, rispetto all’immaginario legato alle “streghe”, oltre la spettacolarità della cinematografia e alla patina della magia e più rivolto ai costrutti culturali, gli stereotipi di genere, di linguaggio, gli abusi di potere radicati ancora oggi.
Secondo Isabel Pérez Molina le donne in ambito medico furono le prime nella storia occidentale a conoscere e a praticare soluzioni terapeutiche di diverso tipo. Durante il Medioevo furono guaritrici, anatomiste e farmacologhe, intenditrici di piante medicinali e conoscitrici dei segreti della medicina empirica tramandata da generazione in generazione. Riconosciute dalla comunità come “donne sapienti”, ma “chafarderas” (pettegole), prima che “streghe” dalle istituzioni, destabilizzavano un certo sistema organizzato e soprasseduto dagli uomini, sfidando i limiti imposti dai modelli dominanti di genere al punto da divenire un problema per l’élite maschile feudale e patriarcale. Durante il Rinascimento la tensione misogina si consolida, insieme alle dinamiche di esclusione per le donne in ogni campo. È in quel momento che la lotta per il controllo maschile della conoscenza e della scienza si inasprisce e comincia la caccia alle streghe.
In Daughters and Angels Mauro Astolfi rielabora storia, sensazioni e percezioni personali, per mettere in evidenza l’automatismo folle che porta a trasformare in violenza, negazione e annichilimento tutto ciò che non si conosce. In scena, una grande seta nera rappresenta il confine immaginario di un luogo dove riunirsi di notte, per nascondersi e decidere come sopravvivere all’ignoranza legittimata. Il nero come blocco, negazione, opposizione, protesta al potere, al controllo, al mistero. Ma anche luogo di sicurezza, riservatezza e misteriosa inaccessibilità.
“In Daughters and Angels, non parlo di magia, ma della possibilità di intraprendere un percorso di conoscenza da parte del genere maschile del proprio femminile, smantellando gli stereotipi di genere e mettendo in discussione alcune rocche forti della mascolinità. Cerco di recuperare un’informazione antica, il semplice potere della conoscenza, senza appartenenza né primati. La donna che immagino è stata una figlia ricorda ed amplifica ciò che ha imparato dalla sorgente, l’uomo, sembra aver dimenticato quasi tutto” (Mauro Astolfi)
Campagna abbonamenti
Card libera 108 euro (6 spettacoli a scelta) (ACQUISTA ONLINE) con eventuale scelta del posto
Card love 72 euro (2 spettacoli a scelta per 2 persona) (ACQUISTA ONLINE) con eventuale scelta del posto
Info e prenotazioni esclusivamente tramite abbonamenti Zefiro , Eolo e CARD LIBERA E CARD LOVE info promozioneteatrovascello@gmail.com
Biglietti: Intero 25 euro – Ridotto over 65: 20 euro – Ridotto addetti ai lavori del settore e Cral/Enti convenzionati: 18 euro – Ridotto studenti, studenti universitari, docenti e operatori esclusivamente delle scuole di teatro, cinema e danza 16 euro e gruppi di almeno 10 persone 16 euro a persona È possibile acquistare i biglietti, abbonamenti e card telefonicamente 065881021 con carta di credito e bancomat abilitati,
acquista direttamente alla biglietteria https://www.teatrovascello.it/biglietteria-23-24/
acquista tramite bonifico bancario a favore di Coop. La Fabbrica dell’Attore E.T.S. BANCA INTESA SAN PAOLO ag. Circ. Gianicolense 137 A di Roma iban IT28f0306905096100000013849
Donaci il tuo 5×1000 con la prossima dichiarazione dei redditi basta indicare al tuo commercialista il nostro codice fiscale: 01340410586 – Coop. La Fabbrica dell’Attore E.T.S. BANCA INTESA SAN PAOLO ag. Circ. Gianicolense 137 A di Roma iban IT28f0306905096100000013849
Come raggiungerci con mezzi privati: Parcheggio per automobili lungo Via delle Mura Gianicolensi, a circa 100 metri dal Teatro. Parcheggi a pagamento vicini al Teatro Vascello: Via Giacinto Carini, 43, Roma; Via Maurizio Quadrio, 22, 00152 Roma, Via R. Giovagnoli, 20,00152 Roma
Con mezzi pubblici: autobus 75 ferma davanti al teatro Vascello che si può prendere da stazione Termini, Colosseo, Piramide, oppure: 44, 710, 870, 871. Treno Metropolitano: da Ostiense fermata Stazione Quattro Venti a due passi dal Teatro Vascello. Oppure fermata della metro Cipro e Treno Metropolitano fino a Stazione Quattro Venti a due passi dal Teatro Vascello
Roma-L’Arte dei Papi. Da Perugino a Barocci in mostra a Castel Sant’Angelo-
Roma, Castel Sant’Angelo dal 6 marzo – 31 agosto 2025-Una mostra immaginata come esperienza dell’anima. La migliore pittura italiana declina i temi essenziali del Vangelo: l’infanzia, il perdono, il volto della Madre, la lezione della povertà, la speranza dell’amato innamorato, la sapienza dei santi e la fedeltà della Chiesa. È una mostra che vuole oltrepassare i confini della storia dell’arte, offrendo un viaggio spirituale attorno alla bellezza come riscoperta del senso della vita
Roma-L’Arte dei Papi in mostra a Castel Sant’Angelo-
L’ARTE DEI PAPI. Da Perugino a Barocci, ideata dal Centro Europeo per il Turismo e la Cultura, presieduto da Giuseppe Lepore, organizzata in collaborazione con Castel Sant’Angelo, diretto da Massimo Osanna, e con il patrocinio del Dicastero per l’Evangelizzazione Giubileo 2025 presieduto dall’Arcivescovo Rino Fisichella, è la mostra che Castel Sant’Angelo offre al pubblico dal 6 marzo al 31 agosto, in occasione dell’anno giubilare 2025.
L’esposizione vuole essere il racconto di una città che sogna d’essere santa. I grandi artisti e l’impegno dei Papi hanno reso Roma non solo il patrimonio dallo splendore incomparabile ma anche quell’idea di città costruita sul desiderio cristiano di esaltare la bellezza, la memoria, la civiltà della tradizione, la dignità e l’ideale universalistico di un uomo riscattato dal dolore. La mostra è soprattutto un’esperienza tematica. Fuori dal rigore cronologico, declina i temi evangelici: l’infanzia, la maternità, la gioia e la sofferenza, la resurrezione, la misericordia, la speranza.
L’ARTE DEI PAPI narra, opera dopo opera, i sogni e le aspirazioni dell’essere umano nel riconoscere in sé un “seme divino”. La Madonna con il Bambino, San Giuseppe e San Pietro Martire di Andrea del Sarto indica la gioia dell’esser famiglia, così come lo manifesta l’esaltazione pittorica dell’opera di Giovanni Gerolamo Savoldo l’Adorazione del Bambino con San Girolamo e San Francesco. Per il visitatore, il racconto vuole essere un’esperienza vissuta, quel momento di raccoglimento e di serenità che solo l’arte, nel suo stupendo stupore, sa offrire. Capitoli dell’esposizione sono affidati all’Adorazione dei pastori di Luigi Crespi, all’Annunziata di Carlo Maratti e, al contempo, ai sogni del Perugino, di Annibale Carracci, Pietro da Cortona, del Cavalier d’Arpino, di Pompeo Batoni, Giovanni Battista Salvi detto il Sassoferrato, Anton Raphael Mengs, Battistello Caracciolo o delle nubi rosate di Federico Barocci. Le incursioni storiche sono molteplici; molti i ritratti dei papi; singolari le esplorazioni dell’arte contemporanea dedicata al sacro, come l’opera di Bruno Ceccobelli, Giuseppe Salvatori, Luigi Stoisa e di Giorgio Di Giorgio.
Un punto di forza istituzionale è il fatto che abbiano collaborato molti istituti nazionali del Ministero della Cultura, quali le Gallerie Nazionali di Arte Antica-Palazzo Barberini e Galleria Corsini, la Galleria Nazionale dell’Umbria, la Galleria Nazionale delle Marche e i Musei Reali di Torino-Galleria Sabauda, oltre all’Accademia Nazionale di San Luca e ad alcune istituzioni comunali quali il Museo della Città civico diocesano di Acquapendente. Del patrimonio di quei soggetti prestatori sono stati privilegiati i depositi e le opere rare di grandi artisti ma non solo, nell’idea che un punto di forza della mostra sia anche la “restituzione” al visitatore di un mondo artistico tanto vasto quanto, per alcuni aspetti, poco conosciuto. Aspetto sostenuto dal dott. Mario Turetta, Capo Dipartimento per le attività culturali del MiC, per il quale non c’è recupero che non sia valorizzazione di un immaginario culturale storico che esiste e che tuttavia è ancora da ridisegnare, facendolo emergere dai depositi.
La mostra è curata da Arnaldo Colasanti, in collaborazione con Annamaria Bava.
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