FIUMICINO (ROMA)-Il Borgo di TRAGLIATA e la sua Storia in pillole-
Fotoreportage di FRANCO LEGGERI
IL BORGO DI TRAGLIATA –Al km 29 della Via Aurelia, tra Torrimpietra e Palidoro, sulla destra, in direzione delle colline, si dirama la Via del Casale Sant’Angelo, che porta verso Bracciano.Percorrendo questa strada che si snoda in aperta campagna tra i grandi poderi coltivati o lasciati a pascolo per bovini e ovini, sulla destra al km 8,5 si diparte la via di Tragliata che porta al castello omonimo per terminare dopo pochi chilometri al crocevia con la Via di Santa Maria di Galeria, Via dell’Arrone e la Via di Boccea. Il toponimo di Tragliata, riportato in antichi documenti come Talianum o Taliata, sembra derivare da “tagliata”, nome dato ai sentieri scavati nel tufo di origine etrusca. Il Castello di Tragliata-Località molto suggestiva, abitata fin dall’antichità più remota, come testimoniato da ritrovamenti etruschi e romani inglobati nelle costruzioni successive. Il castello, eretto tra il IX e il X secolo, aveva una funzione di difesa e di avvistamento ed era collegato visivamente con altre torri circostanti, come la vicina Torre del Pascolaro; trasformato successivamente in un grande casale ad uso abitativo ed agricolo, in alcuni tratti si possono notare avanzi di muratura precedente appartenenti alle opere di sostegno del fortilizio. Allo stato attuale, Tragliata si presenta come un borgo in magnifica posizione elevata, situato com’è su di una specie di rocca isolata in mezzo alla vallata del Rio Maggiore, ed è costituito da vari fabbricati che si affacciano su di un grande spazio erboso.I fianchi della collina sono scavati in più parti dalle tipiche grotte, utilizzate nel corso dei secoli come magazzini o ricovero di animali. Di proprietà privata, il castello è stato recentemente convertito in azienda agrituristica adibita a ricezione. Interessanti i grandi silos sotterranei di epoca etrusca utilizzati per la conservazione dei cereali.
Borgo Testa di Lepre -Prima edizione ” Palio dei Fontanili 2018″-
Il Borgo di Testa di Lepre si prepara a vivere la prima edizione del Palio dei Fontanili 2018- Testa di Lepre -26 luglio 2018–Il Palio dei Fontanili nasce da un episodio accaduto nell’846 d.C. quando la Milizia Contadina agli ordini di Guido I Duca di Spoleto e Camerino , proprio in questo territorio della Valle dell’Arrone sconfissero i saraceni che minacciavano Roma. I componenti la Proloco, che cura ed organizza l’evento, si è riunito , come da foto allegate al post, per visionare le stoffe che la signora Grazia Amici ha ordinato e poi distribuito ai componenti le varie Contrade. Il Presidente della Proloco, Luca Calderoli, ha convocato questa riunione organizzativa. Luca Calderoli ci ha detto: “Questo è un incontro importantissimo per partire tutti insieme! – prosegue il Presidente– Siamo già a buon punto nella costruzione dei gruppi di lavoro che dovranno curare i singoli aspetti del Palio. Dobbiamo fare in modo che questa prima edizione riesca nel migliore dei modi possibili: stiamo organizzando responsabilmente tutto quanto possa essere utile affinché l’evento non ci trovi impreparati ed è per questo che cercheremo di curare anche i più piccoli dettagli.” Chiosa il Presidente: ”Costruiremo una manifestazione partecipata, alla quale i cittadini e le associazioni del territorio potranno dare il loro fondamentale contributo attraverso la partecipazione diretta e l’organizzazione di appuntamenti nei giochi e gare tra le Contrade e quelli, non meno importanti, enogastronomici ”.
Borgo TESTA di LEPRE la perla della Campagna Romana- By night
-Fotoreportage di Franco Leggeri-
Campagna Romana-Borgo TESTA di LEPRE -Pillole di Storia.
Borgo TESTA di LEPRE –Ad ovest di Boccea, a circa 2500 m di distanza dal Castello di Boccea è conservato il Casale di Testa di Lepre di sopra. Nel secolo XII il Casale apparteneva alla Basilica di Santa Maria Maggiore di Roma, proprietà confermata da Papa Celestino III nel 1192. Il Casale entrò in seguito a far parte dei beni del Patrimonio della Basilica di San Pietro. Vi subentrarono, alla metà del XV secolo, gli Orsini e nel 1453 Francesco Orsini vendette “Testa di Lepre”, insieme ad un “Castrum dirutum” (Castello di Boccea?) a Pandolfo Anquillara. Il Casale di Testa di Lepre di sopra ( il Casale di Testa di Lepre di sotto circa 4 Km a Sud,–Pamphilj dal 1649- è invece completamente moderno), anche se notevolmente rimaneggiato , mostra ancora la caratteristica forma di Casale Torre con alta Torretta , centrale, incorporata. A Testa di Lepre, territorio, doveva esistere nel sito ove ora sorge il Casale di Malvicino, circa 2 Km a Nord di Testa di Lepre. L’esistenza della Torre di Malvicino è indicata in un disegno del Catasto Alessandrino (Papa Alessandro VII) in cui è disegnata una costruzione a tre piani munita di merlatura. Testa di Lepre e Malvicino dovevano costituire due importantissimi posti di vedetta per il controllo della via di Tragliata che univa il Castello di Boccea (sito sopra i Laghetti dei Salici) e il Castello (ora Borgo) di Tragliata.
Bibliografia –AA.VV. Giovanni Maria De Rossi- torri segnaletiche-Ricerche bibliografiche , Eufrosino della Volpaia 1547,catastali e foto originali sono di Franco Leggeri (Articoli per il sito WWW.ABCVOX.INFO- Torri della via Aurelia-Eufrosino della Volpaia 1547)
Roma- Municipi XIIIeXIV-16 giugno 2023-Si è svolta ieri presso la sede dell’Associazione Cornelia Antiqua di via Boccea la cerimonia di consegna delle targhe del premio Campagna Romana 2023 giunto quest’anno alla nona edizione .Dopo il saluto del Presidente Cristian Nicoletta la Signora Tatiana Concasassieme all’Archeologa Nerea, si sono alternate come conduttrici della serata. L’Evento era relativo alla giornata dedicata all’Archeologia europea e , con interventi sul tema, si sono alternati al microfono nell’ordine il :Dott. Alessio de Cristofaro Archeologo a seguire Dott. Stefano Alessandrini, Dott. Michele Damiani e il Vive Presidente dell’Ass. Cornelia Antiqua Dott.Gianluca Chiovelli. Presente e Premiata la Protezione Civile di Castel di Guido capitanata dal “GRANDE” Attilio Zanini. Di seguito l’elenco dei Premiati e le motivazioni.
I PREMIATI e le MOTIVAZIONI PER IL PREMIO
CAMPAGNA ROMANA 2023
MICHELE DAMIANI
Per la sua grande competenza e dedizione, impiegate nella divulgazione storico-archeologica del Territorio della Campagna Romana.
La sua straordinaria conoscenza e passione per il mondo Etrusco e in particolare per il Territorio di Veio, emerge con forza durante la sua narrazione storica, coinvolgendo e trasportando l’uditore indietro nel tempo.
Grazie alla sua indiscussa capacità di comunicazione, le sue spiegazioni risultano sempre chiare e comprensibili al grande pubblico, inclusi coloro che non appartengono al “mondo accademico”.
In tal modo, tutti i cittadini possono venire a conoscenza degli eventi storici che hanno segnato il nostro Territorio e sviluppare una memoria collettiva, primo passo per richiamare l’attenzione pubblica verso il rispetto di questi luoghi.
GIOVANNI ZORZI
Per l’impegno e la dedizione profuse per l’Ecomuseo di Maccarese, situato all’interno del Castello di San Giorgio, che recentemente ha ottenuto anche la qualifica di “Ecomuseo di interesse regionale”.
Il Sig. Giovanni Zorzi, in qualità di responsabile dell’Ecomuseo e di studioso del Territorio, svolge continuamente, oltre al lavoro di gestione del Polo di Maccarese, anche una preziosa attività di ricerca e raccolta della vasta documentazione storica.
Tali testimonianze comprendono sia documenti d’archivio e fotografie, sia video memorie relative allo sviluppo storico-sociale di Maccarese, con particolare attenzione all’epoca della grande bonifica e al nostro passato contadino.
Questo pregevole lavoro, reso possibile grazie alle sue conoscenze e profonda passione per la ricerca storica, consente a tutti i cittadini di poter visitare un luogo, in cui è conservata e preservata l’identità storica – specifica del Territorio della Campagna Romana.
NANDO MAURELLI
Per la sua profonda conoscenza del Territorio a Nord Ovest di Roma e per il suo straordinario impegno svolto come Presidente del circolo Ecoidea di Legambiente.
Il Dott. Nando Maurelli, in qualità di esperto di storia e scrittore, ha fornito un prezioso contributo per la divulgazione della storia del Territorio della Campagna Romana.
Si occupa inoltre, dell’organizzazione di numerose iniziative culturali, sotto forma di conferenze e dibattiti aperti al pubblico, che si svolgono presso i locali di INTERSOS, in via della Stazione di Ottavia, in collaborazione anche con altre associazioni.
Questi incontri dedicati allo scambio culturale, costituiscono un importante momento di aggregazione, promuovendo il coinvolgimento attivo del pubblico e la diffusione della conoscenza del Territorio sotto molteplici punti di vista.
Una preziosa opportunità per tutti i cittadini interessati, che a prescindere dal loro ceto sociale o livello culturale, possono essere informati ed approfondire tematiche che spaziano dalla storia, alla letteratura, alle scienze, sempre con particolare attenzione per le questioni relative al nostro Territorio.
IDA OLIVA
Per l’encomiabile esempio di generosità, che si manifesta attraverso iniziative di Solidarietà a supporto dei più deboli, delle persone in condizioni di disagio e in aiuto delle popolazioni colpite da calamità naturali.
La Sig.ra Ida Oliva si impegna con amore e passione, nell’organizzazione di eventi e manifestazioni, allo scopo di finanziare opere di Beneficenza.
Tali eventi trovano sempre un grande riscontro, testimoniato dalla partecipazione di numerose persone, che la Sig.ra Ida Oliva riesce a coinvolgere e a contagiare con la sua eccezionale energia, spirito di altruismo e forte empatia!
Tra le sue varie opere di Solidarietà, si annovera anche quella svolta durante il periodo della Pandemia, quando grazie alla sua disponibilità, fu possibile organizzare una raccolta alimentare per le famiglie del quartiere di Casalotti, che si trovavano in un momento di difficoltà.
La sua attività comprende anche un notevole impegno come Guardia Rurale Ausiliaria, a tutela e difesa sia dell’ambiente che degli animali, perché come diceva Albert Einstein: “se un uomo aspira a una vita retta, il suo primo atto di astinenza è dall’offesa agli animali”.
GIUSEPPE STRAZZERA
Per il suo straordinario impegno e il suo efficiente lavoro nel migliorare i problemi urbanistici del Territorio del XIV Municipio di Roma.
Tale riconoscimento al merito del Dott. Giuseppe Strazzera, scevro da qualsiasi motivazione e orientamento di natura politica, è dovuto esclusivamente alle sue competenze e alla totale dedizione, con cui si prende cura del nostro Territorio, nell’area più periferica del Municipio.
Nato in una borgata difficile dell’estrema periferia romana, ha saputo emergere da questa realtà, manifestando un forte ardore nello schierarsi in prima linea, con l’obiettivo di migliorare questa situazione di degrado, per il bene della collettività.
A partire da novembre 2021, a seguito della sua nomina ad Assessore ai lavori pubblici, urbanistica, rigenerazione urbana e patrimonio del Municipio XIV, ha fornito un prezioso contributo per la valorizzazione della nostra periferia, mettendosi a disposizione e prendendosi cura in prima persona della gestione dei lavori necessari, finalizzati alla risoluzione dei disagi accusati dai cittadini.
ASSOCIAZIONE IL FILO CHE UNISCE
Per il suo ammirevole impegno per la comunità e nella realizzazione di progetti di Beneficenza, con l’obiettivo di raccogliere fondi per dare supporto alle strutture ospedaliere pubbliche e principalmente a quelle pediatriche.
L’Associazione “Il filo che ci unisce”, nata da un’idea della Sig.ra Tiziana Monticelli, organizza alcuni incontri pubblici, per coinvolgere e costruire insieme agli altri cittadini i progetti di Beneficenza.
Un esempio è costituito dall’iniziativa, che lo scorso anno vide la partecipazione di molte persone, in particolare signore dedite all’arte dell’uncinetto, per realizzare insieme delle coperte di lana, il cui ricavato è stato interamente devoluto all’ospedale pediatrico Bambino Gesù.
L’Associazione “Il filo che ci unisce”, si occupa anche confezionare a mano dei raffinati cappellini, variamente colorati, che vengono donati ai reparti oncologici pediatrici, per regalare un sorriso ai piccoli pazienti ricoverati e alle loro mamme.
GRUPPO FEMMINILE PROTEZIONE CIVILE CASTEL DI GUIDO
Gentilezza, forza e determinazione con questi aggettivi credo che si possa sintetizzare la motivazione di questo riconoscimento con il quale, noi di Cornelia Antiqua, vogliamo rendere omaggio alla componente femminile della Protezione civile di Castel di Guido.
-MARCO PLACIDI
Per il suo prezioso contributo nella ricerca e nella divulgazione storico – scientifica, essenziale per riportare alla luce e far scoprire a tutti i cittadini, l’incredibile patrimonio appartenente all’antica città di Roma, ancora nascosto nel nostro sottosuolo.
Il Sig. Marco Placidi è fondatore e Presidente dell’Associazione Sotterranei di Roma, che svolge sia continua attività di speleo-archeologia, sia progetti di studio, integrati con ricerca attiva sul Territorio.
Tra questi ultimi, oltre alle indagini su vari sistemi ipogei presenti nel sottosuolo cittadino, merita una menzione speciale, il progetto di studio relativo agli Acquedotti dell’antica Roma, per i quali l’Ass. Sotterranei di Roma, si qualifica tra i massimi esperti in materia.
Lo studio di queste sofisticate costruzioni, non si limita solo all’architettura idraulica, ma prevede anche approfondite ricognizioni di superficie, per cercare direttamente sul Territorio della Campagna Romana, le prove e le testimonianze del loro passaggio, al fine di ricostruire dettagliatamente il loro percorso.
Tale impostazione dei metodi di indagine, insieme alla profonda passione che l’Ass. Sotterranei di Roma, ha da sempre dimostrato per la ricerca speleo-archeologica, ha rappresentato fin dall’inizio, un esempio da seguire per l’Ass. Cornelia Antiqua, perché come diceva Goethe:
“Le cose migliori si ottengono solo con il massimo della passione”.
CIVILTÀ ROMANA
Per il suo ammirevole impegno nell’organizzazione della manifestazione Ab Urbe Condita, un evento che riunisce numerose associazioni di rievocazione, nazionali ed internazionali e fa rivivere la storia, la cultura e la vita quotidiana dell’antica Roma.
Le varie associazioni che prendono parte all’evento, sono incentrate sulla rievocazione di diversi momenti storici dell’antica Roma: Repubblica, alto Impero e tardo Impero.
Tali periodi vengono perfettamente rievocati, ricostruendone gli usi e i costumi, riportando in tal modo alla luce nel corso della manifestazione, momenti di vita civile, religiosa e militare delle diverse epoche.
L’Associazione Civiltà Romana, con il suo Presidente Benedetto Langiano, organizza, da diversi anni, la manifestazione in modo eccezionale, suscitando un grande interesse nei cittadini, sia appassionati di storia che semplici curiosi e catalizzando anche l’attenzione dei più piccoli.
Questi ultimi sono coinvolti e trasportati indietro nel tempo, attraverso vari laboratori didattici, scuole di gladiatori, danze antiche e molto altro.
MAURO INTINI
Per il servizio volontario svolto per un periodo di tre mesi, durante gli scavi nel territorio circostante Galeria Antica e per il suo generoso impegno nel condurre gratuitamente, i cittadini a scoprire le bellezze della Campagna Romana e della provincia di Viterbo.
Il Sig. Mauro Intini, fondatore di “Archeotrekking Romani”, grazie alla sua straordinaria conoscenza del Territorio, al suo spirito di avventura e alla sua grande esperienza, riesce a coinvolgere ed allietare, tutti coloro che desiderano vivere una giornata diversa, immergendosi nella natura, come dei veri esploratori!
Con estrema competenza infatti, guida ed accompagna a piedi i cittadini, alla scoperta degli affascinanti ambienti naturali che ci circondano, dove è possibile ammirare anche le rovine archeologiche, appartenenti agli antichi popoli che risiedevano nel nostro Territorio.
Il Sig. Mauro Intini inoltre, ha fornito un prezioso contributo anche per l’Ass. Cornelia Antiqua, mettendo a disposizione il suo tempo e la sua esperienza, per offrire supporto durante le ricognizioni di superficie che l’associazione costantemente svolge.
Testa di Lepre- 20 febbraio 2023-“Carnevale 2023 “Credo che oramai si possa dire che il Carnevale del Borgo di Testa di Lepre, assieme al Palio dei Fontanili, è un appuntamento radicato nel calendario degli eventi della Campagna Romana. Domenica pomeriggio abbiamo assistito ad una “imponente” sfilata dove le Contrade e i Gruppi mascherati si sono esibite in gare di bravura. Le sfide erano tra tecnica, creatività e scenografica, assieme all’impegno e all’aggregazione . Vorrei sottolineare che i carri avevano una componente realistica di scene che tengono presente anche la tecnica cinematografica . Come non evidenziare che in questa grande e colorata manifestazione, della durata di molte ore, i figuranti in maschera hanno animato i carri, trainati durante il tragitto dai pazienti e attenti “trattoristi” ai quali va il Grazie degli organizzatori . Il pubblico, stimato in varie migliaia di persone, ha decretato il successo di questa manifestazione che, nata nel 2018, ha oramai basi solidissime per le future edizioni. Un carnevale diverso, lontano dall’urbanizzazione selvaggia e dalle auto infestanti. Festa salutare nella Campagna Romana dove, parafrasando Pasolini, “Lo sguardo buca l’orizzonte”. La Protezione Civile di Castel di Guido, capitanata dal Presidente Attilio Zanini, ha garantito la sicurezza durante tutta la manifestazione. Le Contrade: BORGO, COLONNACCE, MALVICINA e PRATARONI hanno permesso il successo dell’evento .Il successo del Carnevale 2023 è frutto della regia e dell’organizzazione del Direttivo Pro Loco, del suo Presidente Anna Rita Rastelli e del Priore del Palio dei Fontanili Luigi Conti.
Articolo di Franco Leggeri
Il Carnevale è una festa mobile e un periodo dell’anno cattolico/cristiano[1] che precede il tempo liturgico della Quaresima e prevede celebrazioni pubbliche a febbraio o all’inizio di marzo, includendo eventi come parate, giochi di strada e altri intrattenimenti, che combinano alcuni elementi di un circo.[2][3][4][5]Costumi e maschere consentono alle persone di mettere da parte la loro individualità quotidiana e sperimentare un accresciuto senso di unità sociale. I partecipanti spesso indulgono nel consumo eccessivo di alcol, carne e altri cibi che saranno messi da parte durante la prossima Quaresima. Questo festival è noto per essere un momento di grande indulgenza prima della Quaresima con il bere, l’eccesso di cibo e varie altre attività di indulgenza. Ad esempio, frittelle, zeppole, ciambelle e altri dolci vengono preparati e mangiati per l’ultima volta. Durante la Quaresima si mangiano meno prodotti animali e gli individui hanno la possibilità di fare un sacrificio quaresimale, rinunciando così a un certo oggetto o attività del desiderio.[6][7]
Altre caratteristiche comuni del Carnevale includono battaglie simulate con i coriandoli, espressioni di satira sociale, costumi grotteschi, e un generale capovolgimento delle regole e delle norme quotidiane. La tradizione italiana di indossare maschere risale al Carnevale di Venezia nel XV secolo e per secoli è stata un’ispirazione per la commedia dell’arte.
Storia
Etimologia
Secondo la più accreditata interpretazione la parola ‘carnevale’ deriverebbe dal latinocarnem levare (“eliminare la carne”),[8][9] poiché indicava il banchetto che si teneva l’ultimo giorno di Carnevale (martedì grasso), subito prima del periodo di astinenza e digiuno della Quaresima[10][11][12][13]. In alternativa si è ipotizzato che il termine possa invece aver tratto origine dall’espressione latina carne levamen (avente l’analogo significato di “eliminazione della carne”), oppure dalla parola carnualia (“giochi campagnoli”) o ancora dalla locuzione carrus navalis (“nave su ruote”, quale esempio di carro carnevalesco)[14] se non addirittura da currus navalis (“corteo navale”), usanza di origine pagana e occasionalmente sopravvissuta fino al XVIII secolo tra i festeggiamenti del periodo[15]. Le prime testimonianze dell’uso del vocabolo “carnevale” (detto anche “carnevalo”) vengono dai testi del giullareMatazone da Caligano alla fine del XIII secolo e del novelliere Giovanni Sercambi verso il 1400.[16]
I festeggiamenti maggiori avvengono il giovedì grasso[senza fonte] e il martedì grasso, ossia l’ultimo giovedì e l’ultimo martedì prima dell’inizio della Quaresima. In particolare il martedì grasso è il giorno di chiusura dei festeggiamenti carnevaleschi, dato che la Quaresima nel rito romano inizia con il Mercoledì delle ceneri.
Origine
I caratteri della celebrazione del carnevale hanno origini in festività molto antiche, come per esempio le Dionisie greche e i Saturnali romani, durante le quali si realizzava un temporaneo scioglimento dagli obblighi sociali e dalle gerarchie per lasciar posto al rovesciamento dell’ordine, allo scherzo e anche alla dissolutezza. Da un punto di vista storico e religioso il carnevale rappresentò, dunque, un periodo di festa ma soprattutto di rinnovamento simbolico, durante il quale il caos sostituiva l’ordine costituito, che però una volta esaurito il periodo festivo, riemergeva nuovo o rinnovato e garantito per un ciclo valido fino all’inizio del carnevale seguente.[17] Il ciclo preso in considerazione è, in pratica, quello dell’anno solare. Nel mondo antico romano la festa in onore della dea egizia Iside, importata anche nell’Impero romano, comporta la presenza di gruppi mascherati, come attesta lo scrittore Lucio Apuleio nelle Metamorfosi (libro XI). Presso i Romani la fine del vecchio anno era rappresentata da un uomo coperto di pelli di capra, portato in processione, colpito con bacchette e chiamato Mamurio Veturio[18].
Durante le antesterie passava il carro di colui che doveva restaurare il cosmo dopo il ritorno al caos primordiale.[19] In Babilonia poco dopo l’equinozio primaverile veniva riattualizzato il processo originario di fondazione del cosmo, descritto miticamente dalla lotta del dio salvatore Marduk con il drago Tiamat che si concludeva con la vittoria del primo. Durante queste cerimonie si svolgeva una processione nella quale erano allegoricamente rappresentate le forze del caos che contrastavano la ri-creazione dell’universo, cioè il mito della morte e risurrezione di Marduk, il salvatore.
Nel corteo c’era anche una nave a ruote su cui il dio Luna e il dio Sole percorrevano la grande via della festa – simbolo della parte superiore dello Zodiaco – verso il santuario di Babilonia, simbolo della terra. Questo periodo, che si sarebbe concluso con il rinnovamento del cosmo, veniva vissuto con una libertà sfrenata e un capovolgimento dell’ordine sociale e morale. Il noto storico delle religioni Mircea Eliade scrive nel saggio Il Mito dell’Eterno Ritorno: “Ogni Nuovo Anno è una ripresa del tempo al suo inizio, cioè una ripetizione della cosmogonia. I combattimenti rituali fra due gruppi di figuranti, la[20] presenza dei morti, i saturnali e le orge, sono elementi che denotano che alla fine dell’anno e nell’attesa del Nuovo Anno si ripetono i momenti mitici del passaggio dal Caos alla Cosmogonia”[21].
Più oltre Eliade afferma che “allora i morti potranno ritornare, poiché tutte le barriere tra morti e vivi sono rotte (il caos primordiale non è riattualizzato?) e ritorneranno giacché in questo momento paradossale il tempo sarà annullato ed essi potranno di nuovo essere contemporanei dei vivi”.[22] Le cerimonie carnevalesche, diffuse presso i popoli indoeuropei, mesopotamici, nonché di altre civiltà, hanno perciò anche una valenza purificatoria e dimostrano il “bisogno profondo di rigenerarsi periodicamente abolendo il tempo trascorso e riattualizzando la cosmogonia”.[23]
Eliade scrive che “l’orgia è anch’essa una regressione nell’oscuro, una restaurazione del caos primordiale; in quanto tale, precede ogni creazione, ogni manifestazione di forme organizzate”.[24] L’autore aggiunge poi che “sul livello cosmologico l’orgia corrisponde al Caos o alla pienezza finale; nella prospettiva temporale, l’orgia corrisponde al Grande Tempo, all’istante eterno, alla non – durata. La presenza dell’orgia nei cerimoniali che segnano divisioni periodiche del tempo tradisce una volontà di abolizione integrale del passato mediante l’abolizione della Creazione.
La confusione delle forme è illustrata dallo sconvolgimento delle condizioni sociali (nei Saturnali lo schiavo è promosso padrone, il padrone serve gli schiavi; in Mesopotamia si deponeva e si umiliava il re, ecc.), dalla sospensione di tutte le norme, ecc. Lo scatenarsi della licenza, la violazione di tutti i divieti, la coincidenza di tutti i contrari, ad altro non mirano che alla dissoluzione del mondo – la comunità è l’immagine del mondo – e alla restaurazione dell’illud tempus primordiale (“quel tempo”, il Grande Tempo mitico e a – storico delle origini; N.d.A.), che è evidentemente il momento mitico del principio (caos) e della fine (diluvio universale o ekpyrosis, apocalisse). Il significato cosmologico dell’orgia carnascialesca di fine d’anno è confermato dal fatto che al Caos segue sempre una nuova creazione del Cosmo“[25].
Il carnevale si inquadra quindi in un ciclico dinamismo di significato mitico: è la circolazione degli spiriti tra cielo, terra e inferi. Il Carnevale riconduce a una dimensionemetafisica che riguarda l’uomo e il suo destino. In primavera, quando la terra comincia a manifestare la propria energia, il Carnevale segna un passaggio aperto tra gli inferi e la terra abitata dai vivi (anche Arlecchino ha una chiara origine infera). Le anime, per non diventare pericolose, devono essere onorate e per questo si prestano loro dei corpi provvisori: essi sono le maschere che hanno quindi spesso un significatoapotropaico, in quanto chi le indossa assume le caratteristiche dell’essere “soprannaturale” rappresentato.
Queste forze soprannaturali creano un nuovo regno della fecondità della Terra e giungono a fraternizzare allegramente tra i viventi. “Le maschere che incarnano gli antenati, le anime dei morti che visitano cerimonialmente i vivi (Giappone, mondo germanico, ecc.), sono anche il segno che le frontiere sono state annientate e sostituite in seguito alla confusione di tutte le modalità. In questo intervallo paradossale fra due tempi (= fra due Cosmi), diventa possibile la comunicazione tra vivi e morti, cioè fra forme realizzate e il preformale, il larvale”.[26] Il carattere infernale e diabolico delle maschere è riconoscibile in particolare in certe maschere come il già citato Arlecchino (maschera policroma e fiammante vestito a losanghe policrome), Pulcinella (volto metà bianco e metà nero e camice bianco), Zanni (tunica e calzoni bicolori). Tra le maschere regionali italiane che maggiormente testimoniano l’origine infero-demoniaca ci sono i mamuthones e gli issohadores in Sardegna.[27] Alla fine il tempo e l’ordine del cosmo, sconvolti nella tradizione carnevalesca, vengono ricostituiti (nuova Creazione) con un rituale di carattere purificatorio[28] comprendente un “processo“, una “condanna“, la lettura di un “testamento” e un “funerale” del carnevale[29] il quale spesso comporta il bruciamento del “Re carnevale” rappresentato da un fantoccio (altre volte l’immagine – simbolo del carnevale è annegata o decapitata). Tale cerimonia avviene in molte località italiane, europee ed extraeuropee (sulla morte rituale del carnevale si veda anche Il ramo d’oro di James George Frazer[30]). Il processo e la messa a morte del Carnevale, sul quale si addossano tutti i mali della comunità, è la parodia di un vero e proprio processo con imputato, avvocato difensore, pubblico ministero ed altri personaggi. Il Carnevale fa testamento, ma altre volte il testamento viene fatto da un suo equivalente.[31]
“La ripetizione simbolica della cosmogonia, che segue all’annientamento simbolico del mondo vecchio, rigenera il tempo nella sua totalità”[32].[33]
Più prosaica l’analisi dell’antropologo sociale James C. Scott, che individua nel carnevale una parentesi volta a ribadire chi detiene in fondo il potere nel resto dell’anno, a guisa di panem et circenses.[34]
Nel XV e XVI secolo, a Firenze i Medici organizzavano grandi mascherate su carri chiamate “trionfi” e accompagnate da canti carnascialeschi, cioè canzoni a ballo di cui anche Lorenzo il Magnifico fu autore. Celebre è Il trionfo di Bacco e Arianna scritto proprio dal Magnifico. Nella Roma del regno pontificio si svolgevano invece la corsa dei barberi (cavalli da corsa) e la “gara dei moccoletti” accesi che i partecipanti cercavano di spegnersi reciprocamente.[35]
L’antica tradizione del carnevale si è mantenuto anche dopo l’avvento del Cristianesimo: anche a Roma stessa, capitale del Cristianesimo, la maggiore festa pubblica tradizionale è stata il Carnevale Romano fino alla sua soppressione negli anni successivi all’Unità d’Italia. In alcune aree centro-europee è maggiormente legato ad aree di tradizione cattolica rispetto a quelle protestanti, come nel caso della regione storica tedesca del Baden, divenuta parte del Land del Baden-Württemberg fin dopo l’avvento della Repubblica di Weimar.
Data
L’inizio del periodo carnevalesco è tradizionalmente fissato il giorno successivo alla domenica del Battesimo del Signore[senza fonte]. Finisce il martedì precedente il mercoledì delle ceneri che segna l’inizio della quaresima, con l’eccezione del carnevale ambrosiano (che termina nel giorno di sabato, in quanto la Quaresima comincia dalla prima domenica) e della tradizione della Tabernella nell’arcidiocesi di Lucca (prima domenica di Quaresima). Il momento culminante si ha dal giovedì grasso fino al martedì, ultimo giorno di carnevale (Martedì grasso). Questo periodo, essendo collegato con la Pasqua (festa mobile), non ha ricorrenza annuale fissa ma variabile. In realtà la Pasqua cattolica può cadere dal 22 marzo al 25 aprile (calcolo della Pasqua) e intercorrono 46 giorni tra il Mercoledì delle ceneri e Pasqua. Ne deriva che in anni non bisestili martedì grasso cade dal 3 febbraio al 9 marzo. Per questo motivo i principali eventi si concentrano in genere tra i mesi di febbraio e marzo.
Sull’origine del nome ci sono varie ipotesi: alcuni sostengono che derivi da “carni levamen” ( sollievo alla carne), ossia libertà di mangiare liberamente la carne; altri ritengono che derivi da “carnes levare” (togliere le carni) o da “carni vale!” (carne addio), che ricordano le orge gastronomiche effettuate prima dell’arrivo della primavera. Pertanto il Carnevale è sinonimo di sregolatezza, soprattutto alimentare, ed è vissuto come “valvola di sfogo” degli istinti repressi per il resto dell’anno, che altrimenti potrebbero causare danni seri sia all’individuo che alla collettività se rimanessero senza sfogo. Per questo motivo gli antichi romani coniarono il famoso detto “semel in anno licet insanire “ ( è lecito impazzire una volta l’anno).Secondo questa interpretazione, altri ritengono che il Carnevale sia una valvola di sfogo politico e di controllo sociale, che consente di incanalare le rivendicazioni sociali, soprattutto attraverso i riti della “inversione sociale”, nella quale i servi per un giorno diventano i padroni.
A livello temporale, il Carnevale inizia nel periodo dei Saturnali ( le feste pagane in onore di Saturno, il mitico Dio dell’Età dell’Oro in cui gli uomini vivevano in pace, senza guerre né conflitti sociali, e nell’abbondanza), che si tenevano anticamente nel mese di dicembre e che la Chiesa spostò lentamente in avanti, per non farli coincidere con il Natale. Comunque, ancora oggi, i festeggiamenti per la notte di S. Silvestro ricordano i Saturnali
In alcune Regioni, il Carnevale inizia subito dopo il Natale, come recita un proverbio bergamasco e bresciano “Dopo Natale è subito Carnevale”. In altre Regioni, inizia dopo l’Epifania o dopo la Candelora, che ricorre il 2 febbraio. La data che prevale è il 17 gennaio, festa di S. Antonio.
La durata del Carnevale dipende dalla Pasqua: termina infatti con l’inizio della Quaresima ( il periodo di 40 giorni che precede la Pasqua) con il giorno di “martedì grasso” (cosiddetto perché è l’ultimo giorno di sregolatezze alimentari), che questo anno ricorre il 16 febbraio ( il giorno dipende dal ciclo lunare).
Il Carnevale ricorre quindi nel periodo precedente la Primavera, che nel calendario dell’antica Roma (prima della riforma del Re Numa Pompilio che portò i mesi dell’anno da 10 a 12), segnava l’inizio del nuovo anno civile e liturgico e precisamente con la “luna nuova” del mese di marzo.
Appunto nell’antica Roma si svolgevano tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo alcune feste di tipo carnascialesco, come l’Equiria, la corsa di cavalli con i cocchi, in onore del dio Marte, protettore di Roma , in quanto padre di Romolo e Remo, al quale era dedicato il primo mese dell’anno, Martius (marzo). Le corse dei cavalli si tenevano in origine nel Circo di Alessandro, nel Campo di Marte (detto anche, ancora oggi, Campo Marzio) o sul Celio ( in un luogo detto Campus Martialis) e continuarono fino in epoca barocca, senza più i cocchi, e si tenevano prima sul Campidoglio, poi al Testaccio e infine nella Via Lata (l’attuale Via del Corso, il cui nome ricorda appunto questa corsa), da Piazza del Popolo a Piazza Venezia. Con il passare del tempo, la corsa dei cavalli senza cavaliere (detti barberi), divenne il momento culminante del Carnevale.
Secondo altri studiosi, il termine Carnevale deriva da “car naval” (carro navale),cioè la simbolica nave con le ruote sulla quale il Dio Luna o il Dio Sole percorreva la strada della grande festa che nell’antica Babilonia si teneva per celebrare l’inizio del nuovo anno, all’Equinozio di Primavera. Anche questa festa, come i Saturnali romani, si svolgeva in una libertà sfrenata, una specie di “capovolgimento dell’ordine sociale e morale”, nel quale non comandano più né le autorità politiche né quelle religiose. Infatti, un’antica iscrizione babilonese afferma che “lo schiavo diventa padrone”. Così, nei giorni della festa primaverile regnava uno speciale Governatore, simile a quello che a Roma si chiamava Re dei Saturnali e che nel medioevo diventa il Re Carnevale. Nell’antica Roma era permesso durante i Saturnali il gioco di azzardo, in particolare con i dadi, altrimenti punito.
La presenza delle maschere deriva dalla credenza che durante il periodo del Carnevale i morti rinascano e si confondano con i vivi, con i quali si comportano da buffoni e da folli, prendendoli in giro, aggredendoli, spaventandoli.
I carri allegorici, oggi collegati all’attualità politico-sociale, derivano dall’antica usanza di gettare tra la folla, da un carro, degli alimenti, soprattutto dolci, a simboleggiare che in quel periodo nessuno doveva soffrire la fame e tutti dovevano godere di un certo benessere alimentare.
Il Carnevale finisce in genere con il rogo del fantoccio che rappresenta, secondo le tradizioni locali, il Re Carnevale o il diavolo e segna la fine del periodo delle feste carnascialesche ed il ritorno al rispetto delle usanze e delle regole quotidiane, imposte dalle autorità civili e religiose.
Fiumicino –Nel Borgo di Testa di Lepre è “Febbre da Carnevale” –
Sfilate di carri allegorici e tante maschere , esplosione di musica, allegria e coriandoli,
ma anche “golosità” come frappe e castagnole .
Borgo di Testa di Lepre- 19 febbraio 2023- –“Stelle filanti, maschere, costumi, sfilate di carri, musica, dolci e tanto divertimento, questi sono gli ingredienti e gli assoluti protagonisti del carnevale del Borgo di Testa di Lepre organizzato dalla Proloco “così la Signora Rita Rastelli , Presidente della Pro Loco, descrive ,in sintesi ,la manifestazione che gli abitanti del Borgo stanno preparando da tempo. I Carri sono stati progettati , costruiti e allestiti, in gran segreto, dalle quattro Contrade :
BORGO, COLONNACCE,MALVICINA, PRATARONI.
L’appuntamento per la sfilata dei carri è per Domenica 19 febbraio alle ore 14:30in poi . Il programma prevede, oltre i carri, sfilate di maschere tutte rigorosamente addestrate per il lancio di quintali di coriandoli .
Il Priore del Palio dei Fontanili Luigi Conti conosciuto come “LUIGI D’ORO” ci tiene a precisare che :”La sfilata sarà uno degli eventi più importanti patrocinati dal Comune di Fiumicino per il Carnevale 2023” prosegue il Priore” il Carnevale del nostro Borgo non sarà solo coriandoli ma verranno distribuiti i dolci tipici di questa festa popolare come le frappe e castagnole che saranno le protagoniste , assieme ai carri, di questo evento.”
Il Carnevale del Borgo di Testa di Lepre si presenta, fin da ora, come un evento importante per la Perla della Campagna Romana e da non perdere perché i protagonisti indiscussi saranno la voglia di tanta allegria e, nel pieno rispetto della tradizione del Carnevale, il divertimento e la voglia di non prendersi sul serio avranno, sicuramente, la meglio . Buon Divertimento a tutti.
Contatti: ProLoco di Testa di Lepre-
Presidente Signora Rita Rstelli–Cell.3391133200-
Priore del Palio – Luigi CONTI – Cell-3384356814
e.mail.: prolocotestadilepre@gmail.com
Biblioteca DEA SABINA-Associazione CORNELIA ANTIQUA-
ROMA MUNICIPIO XIII-Associazione CORNELIA ANTIQUA-Castel di Guido-La Villa Romana Olivella
Roma Municipio XIII-All’interno della tenuta agricola di Castel di Guido, è da mettere in relazione con l’antico insediamento di Lorium
Il territorio di Castel di Guido non è certo privo di sorprese. Oltre alle 300 tombe che si trovano nell’area compresa tra il Castello, la scuola di via Sodini e la vecchia via Aurelia che dovranno essere, prima o poi, portate alla luce oltre alla Villa Romana localizzata alle spalle della Chiesa del Santo Spirito, la Villa delle Colonnacce affidata alle cure del Gruppo Archeologico Romano, nella zona denominata “Colle Cioccari- Quarto della Vipera”, si sta portando alla luce il complesso archeologico di Villa Olivella.
La Villa Olivella, sita all’interno della tenuta agricola di Castel di Guido, è da mettere in relazione con l’antico insediamento di Lorium, noto dagli antichi itinerari (Tabula Peutingeriana e Itinerarium Antonini), come prima stazione sull’antica via Aurelia al XII miglio da Roma, ”Casale della Bottaccia”.
Lorium è ricordato dagli scritti degli storici dell’antica Roma come sede del palazzo imperiale degli Antonini, in particolare di Antonino Pio (vi morì nel 161 d.C), e della presenza di Marco Aurelio che sposò Faustina “la giovane” figlia dell’Imperatore Antonino Pio. Una nota curiosa che emerge dagli antichi scritti (Frontone) è che Marco Aurelio si lamentava per la sconnessione dei basoli della via Aurelia i quali facevano “inciampare e scivolare il suo cavallo”.
Numerosi e preziosi i ritrovamenti segnalati da scavi (tra cui statue, capitelli, iscrizioni) nel il 1649. Il Saulnir segnala: ” essersi trovate medaglie ed una statua di Cibele assisa sopra un leone”. Nel 1815 vennero trovati, nei pressi del Castello, due frammenti d’iscrizione, in uno dei quali si leggeva:” FAUSTIN. AUGUSTUS “. Durante gli scavi del 1824, come scrive il Nibby: “Si trovarono varie statue tra cui una Giunone Velata, una Livia in forma di Pietà ed una Domizia in abito di Diana, conservate al Museo Clementino in Vaticano”, che consentono di confermare l’ipotesi che nell’area compresa tra Castel di Guido e la Tenuta della Bottaccia fosse localizzato un praetorium e il palazzo imperiale.
Le ripetute segnalazioni, anche da parte della Guardia di Finanza, di scavi clandestini e le numerose segnalazioni di presenze archeologiche hanno spinto la Soprintendenza ad un intervento di scavo in località Olivella. L’area è oggetto da alcuni anni (campagne 2007-2010) di un vasto progetto condotto in collaborazione tra la Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma (responsabile Dott.ssa Rossi), l’Università di Roma La Sapienza (Cattedra di Topografia Antica, Scuola di Specializzazione in Archeologia Prof. Sommella), l’Università di Foggia (Cattedra di Topografia Antica, Prof.ssa M.L. Marchi).
Il complesso finora evidenziato è costituito da una serie di ambienti pertinenti un edificio termale e si sono finora messi in luce alcuni ambienti riscaldati (calidaria e tepidaria) con relativi praefurnia, il frigidarium con pavimento musivo. Di particolare interesse e pregio la presenza di abbondanti quantità di marmi e paste vitree che fanno presupporre rivestimenti pregiati in opus sectile.
L’impianto termale è localizzato a fondovalle ed è possibile che si tratti di un corpo di fabbrica separato connesso ad una vicina fonte o corso d’acqua. La parte residenziale del complesso si localizza ad Ovest, sempre nella valle, come sembrano confermare anche i materiali ceramici e da costruzione e le strutture individuate, attraverso alcuni saggi effettuati a corona intorno all’area di scavo principale, nell’arco di alcune decine di metri.
I dati forniti dal rinvenimento di diversi bolli laterizi sembrano confermare l’orizzonte di II-III d.C., testimoniato anche dagli apparati decorativi rinvenuti: in uno compare Stertinia Bassula figlia di Stertinius Noricus, consul suffectus nel 113 d.C. e proprietaria di praedia suburbani, mentre in due bolli è menzionato un personaggio legato all’imperatore Antonino Pio, Marcus Pontius Sabinus, dominus figlinarum, consul suffectus nel 153 e poi amministratore nella Misia superiore nel 159-160, infine un bollo di Faustina, moglie di Antonino Pio.
I materiali e, soprattutto, gli apparati decorativi marmorei e vitrei e i pavimenti musivi, testimoniano un complesso di notevoli dimensioni e ricchezza, con un momento di particolare sviluppo inquadrabile tra la metà del II e il III secolo d.C. L’ambito cronologico e la presenza di paste vitree relative a rivestimenti parietali o pavimentali che sembrano avere uno stringente confronto con quelle provenienti dalla villa di Lucio Vero all’Acqua Traversa, permettono di ricollegare il complesso con il palazzo imperiale degli Antonini nel comprensorio di Lorium.
La scoperta che tutti si attendono è quella del ritrovamento della Villa Imperiale di Antonino Pio.
Roma Municipio XIII- Perché il nome Castel di Guido?
Se percorri la strada con l’auto in corsa vedi solo una tabella che indica Castel di Guido-Comune di Roma e non ti chiedi dove sei ed il perché del nome del Borgo medioevale che attraversi così velocemente. Io me lo sono chiesto ed ho iniziato a fare delle ricerche per mio conto ed ho sbagliato subito l’approccio perché , ingenuamente, sono andato a consultare il libro di Cicerone “ LA TOPICA”, sempre perché qualcuno mi aveva detto che questo è un sito che nell’antichità era denominato LORIUM. Ma, poi mi sono reso conto che molto spesso i nomi che vengono dati ad un territorio , borgo ecc derivano da eventi accaduti molti secoli prima, dunque se questo luogo all’epoca dell’antica Roma era chiamato Lorium ,dovevo spostare le mie ricerche verso l’anno mille e finalmente ci sono arrivato. Tra i vari documenti che ho consultato, il più esaustivo è stato quello che ho trovato scritto negli annali di Prudence de Troyes dove si legge testualmente” Guy, magravede Spolète accurt l’appel du Pape avec le concurs des Romaines il reporte une grande victoire sur les mecreants, battus par les milicies de la campanie romaine”. Trad. “ Guido, margrave di Spoleto, accorse all’appello del Papa, e con il concorso dei Romani riporta una grande vittoria sui miscredenti, battuti con l’aiuto delle milizie della campagna romana”. I fatti narrati avvennero nell’anno 846. La vittoria suscitò ammirazione tra i Romani che iniziarono a chiamare questi luoghi Castrum Guidi, in ossequio a Guido I Duca di Spoleto e Camerino, quindi è questa l’origine del nome CASTEL di GUIDO. Dopo questa breve ricostruzione mi sono domandato:” Ma i Saraceni superstiti dove sono andati a finire ?” Sembrerebbe nella località sita sulla via Tiburtina che prese, appunto, il nome di SARACINESCO….. O No?
Articolo di Luigi CONTI-Priore del Palio dei Fontanili
Borgo di Testa di Lepre-12 novembre 2022–Oggi come mai siamo sempre più legati al territorio, abbiamo potuto vedere come con il progetto della Pro Loco del Grano Antico abbia riscosso successo, sicuramente parte del merito è legato alla voglia di tutti di sentirsi legati alle tradizioni ed ai luoghi dove si è nati o cresciuti. Proprio in questo senso la Pro Loco Giovani di testa di lepre capitanata dal giovane Marco Proietti con la supervisione di Fabrizio Miotto (Delegato della Pro Loco di Testa di Lepre e sempre attivo nei riguardi delle problematiche del territorio) ha voluto partecipare in modo attivo al progetto proposto a noi della Pro Loco dall’ASSOCIAZIONE CULTURALE CORNELIA ANTIQUA. Progetto che subito è stato valutato interessante sia per l’invito a riscoprire quelle parti nascoste del territorio stesso sia per l’interesse storico-culturale che ha suscitato dal primo momento. Il progetto è finalizzato alla creazione di nuovi percorsi, un itinerario inedito, per restituire insieme lustro ed importanza alla memoria storica del nostro territorio, lunga più di 3000 anni.
La Pro loco giovani di testa di Lepre la conosciamo è ormai presente nella nostra quotidianità, andiamo a conoscere questa, per noi, “nuova” realtà, l’Associazione Culturale Cornelia Antiqua. È una associazione di speleo-archeologia, che si occupa in collaborazione con la Soprintendenza di scoprire e censire antichi siti storici, presenti nel nostro territorio. Inoltre si occupa della divulgazione delle informazioni storiche-culturali all’area nord ovest di Roma, al fine di sensibilizzare i cittadini, riguardo al suo valore e la necessità di rispetto. Quindi già sapere che è questa associazione che viene a proporci un progetto del genere ci fa capire quanta serietà si debba investire, ma come se non bastasse la loro esperienza andiamo a vedere chi saranno altri “enti” a partecipare.
Il Progetto sarà realizzato in COOPERAZIONE con il CORPO ITALIANO DI SAN LAZZARO, specializzato nella creazione e nella tutela degli itinerari storici e paesaggistici.
Altre associazioni partecipanti oltre alla Pro Loco Giovani del Borgo di Testa di Lepre : la Pro Loco di Tragliatella, Enzo Stefanoni (GAR – Sezione Cerveteri) e I RASENNA (Associazione culturale-archeologica-rievocazione etrusca). La figura scientifica del progetto è l’ Archeologo Dott. MICHELE DAMIANI.
Non rimane che dare , per ora, una breve e sintetica illustrazione dei percorsi previsti nel progetto. È stato elaborato un percorso a triangolo, i cui vertici sono costituiti dalle città di Vejo, Cerveteri e dalla via Cornelia. È stato ,inoltre ,incluso la città di Campagnano, ch’è ben collegabile essendo situata 20km a nord del Borgo di Isola Farnese. Quindi partendo da questo punto sarebbe possibile sia proseguire verso sud, in direzione di Isola Farnese (e in seguito verso la via Cornelia) sia verso ovest, in direzione di Cerveteri. All’interno del percorso a triangolo, sono stati previsti diversi tracciati, che saranno gestiti , in sinergia tra di loro, dalle Associazioni. In tutta l’area interessata dal progetto vi sono numerose ed importanti testimonianze storiche-archeologiche e di Fede, testimonianze che inserite in questi percorsi saranno evidenziate e messe in risalto questo al fine farle conoscere e ammirare da tutti i visitatori.
Questo progetto è ben strutturato e analitico anche nei più piccoli dettagli come ipotizzato e programmato dall’Associazione Culturale Cornelia Antiqua (che invitiamo tutti a seguire perché nel territorio si sta distinguendo con varie iniziative importanti) ci ha invitati come partecipanti perché ha potuto valutare quanto è attiva la nostra Pro Loco di Testa di Lepre e noi sicuramente sapremo rispondere mettendoci all’opera nel miglior modo possibile. Marco Proietti e Fabrizio Miotto per la parte di percorsi che interessa il territorio di nostra competenza, già si sono messi in moto, recuperando la cartografia regionale scala 1:5000 da dove poter iniziare ad individuare aree e percorsi di maggior interesse. Molto presto faremo una riunione dove illustreremo per intero il progetto, inviteremo Cristian Nicoletta Presidente dell’Associazione CORNELIA ANTIQUA e alla Dott.ssa Tatiana Concas geologa e Consigliere dell’Associazione medesima. Nell’occasione avrete la possibilità di vedere con quanta passione i nostri ragazzi sanno dedicarsi al territorio che ci circonda. Un ringraziamento veramente grande lo dobbiamo a Tatiana per tutte le informazioni che fornisce di continuo.
Articolo di Luigi CONTI-Priore del Palio dei Fontanili del Borgo di Testa di Lepre
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