Roma -Alla Casa dell’Architettura è aperta la mostra “Tutte le stelle portano a Roma” che presenta i volti di grandi attori e attrici ritratti dagli scatti d’autore di Luigi de Pompeis, giovane fotoreporter e fotografo di linea sui red carpet nazionali di Roma e Venezia.
La mostra proseguirà fino al 27 ottobre2024
La mostra a cura di Georgiana Ionescu, organizzata in collaborazione con la Casa dell’Architettura dell’Ordine Architetti Roma e Provincia e l’Acquario Romano nell’ambito della Festa del Cinema di Roma con il patrocinio della Presidenza della Commissione Cultura della Camera dei deputati racconta i due principali Festival di cinema italiani, ognuno con la propria specificità: Roma – laddove tutto ebbe inizio, con Cinecittà, e Venezia – capitale del Cinema internazionale e del glamour.
Evento all’interno del più ampio programma della terza edizione di Proiezioni, la rassegna cinematografica organizzata dalla Casa dell’Architettura in occasione della Festa del Cinema di Roma.
Casa dell’Architettura | Sala Monitor P complesso monumentale Acquario Romano p.zza Manfredo Fanti, 47 – Roma
Casa dell’Architettura -Si trova all’interno dell’Acquario Romano, un edificio tanto assurdo quanto controverso nato sul finire dell’Ottocento per volere dell’esperto in piscicultura Pietro Garganico, subito andato in malora e adibito a sala spettacolo e magazzino. La struttura è ellittica e ricorda un teatro. Nel 2002 il comune lo cede all’Ordine degli Architetti di Roma, ora ospita convegni, mostre e rassegne video a tema immobiliare, ma non disdegna esibizioni d’arte contemporanea.
In piazza Manfredo Fanti, circondato da un piccolo giardino, sorge l’edificio monumentale, ispirato a tipologie architettoniche classiche, nato su iniziativa dell’ittiologo comasco Pietro Carganico, per la realizzazione di uno stabilimento di piscicoltura con acquario, uno spazio soprattutto ricreativo, sul modello degli square parigini, impreziosito da un laghetto e ponticelli.
La costruzione faceva parte del progetto di ammodernamento di Roma a opera di Quintino Sella, con l’idea di rendere la capitale un centro della scienza. Inaugurato nel 1887, su progetto dell’architetto Ettore Bernich, l’Acquario venne utilizzato per i suoi scopi istituzionali per breve tempo: tra il 1900 e il 1930, fu teatro (vi recitarono Petrolini e Viviani), sala cinematografica, circo e, infine, magazzino del Governatorato e deposito degli scenari del Teatro dell’Opera, e abbandonato sino al 1984.
L’Acquario Romano si presenta con un corpo cilindrico con un avancorpo di ingresso con arco a nicchione, cui si accede da due scale simmetriche. La facciata principale è riccamente decorata con elementi di ispirazione acquatica, come le sculture “La Pesca” e “La Navigazione”, ospitate nelle edicole ai due lati dell’ingresso, e il gruppo raffigurante il carro di Venere tirato da un tritone ed una nereide, sulla sommità dell’attico.
Nel giardino, è presente uno dei più interessanti tratti delle Mura Serviane, realizzate intorno al IV sec. a.C. per difendere Roma. Ciò che rimane non è solo la struttura in grandi blocchi di tufi, ma il sistema difensivo nella sua interezza: la cinta muraria ed il profondo fossato che la completava e rinforzava al suo esterno, a cui si addossa una serie di edifici di età imperiale.
Entrando, si accede nell’atrio dagli splendidi ornamenti “alla pompeiana”, con nicchie ricche di statue, per poi giungere alla sala centrale, di forma ellittica, sovrastata da un lucernario. Un doppio ordine di colonne in ghisa, a sostegno della galleria superiore e del soffitto, scandisce la grande sala, dove al pianoterreno si aprivano le vasche – ora murate – decorate da specchiature dipinte da Silvestro Silvestri. L’ambiente affascina per la spettacolarità e la quantità delle decorazioni.
Dopo un lungo restauro, volto a restituirne l’immagine originale, l’Acquario Romano è oggi Casa dell’Architettura: un luogo finalizzato a dare voce e diffondere i nuovi fermenti progettuali, per esporre le ultime tendenze dell’architettura e dell’arte locale e internazionale, una sede polifunzionale dove promuovere la cultura e organizzare eventi e attività istituzionali dell’Ordine degli Architetti.
Roma – La personale dell’artista Tinamaria Marongiu dal titolo “BOX-ES ARTE COMPATTA” aperta sino al 30 ottobre 2024, posta sotto il Patrocinio della Città metropolitana di Roma Capitale. La mostra è stata inaugurata domenica 13 ottobre alla presenza dell’On. Cristina Michetelli, Consigliera Delegata al Bilancio e al Patrimonio della Città metropolitana di Roma Capitale e dell’On. Nicola Galloro
Tinamaria Marongiu è una scultrice sarda che del materiale di scarto ha fatto la propria cifra più intima di artista. Percorritrice dell’ARTE COMPATTA, espressione che si traduce in arte nel 2013, inventa un modo specifico di creare arte 3D, combinando vecchie materie di scarto e nuovi materiali, inorganici ed organici, metalli, paste e colori, che uniti fra loro diventano un corpo unico e compatto, frammenti di universo e di accadimenti di questa nostra esistenza.
L’uomo contemporaneo nel suo rapporto con la natura ha innescato una vera e propria “guerra”, attuando in continuazione modifiche strutturali e climatiche in modo talmente pervasivo da incidere negativamente sui processi naturali della geologia. Di questo rapporto conflittuale la Marongiu prende le vesti di un attento sismografo che utilizza una “cassetta degli attrezzi”, tutta particolare, in grado di manipolare “ciò-che-trova” nel suo continuo peregrinare in cerca di materie organiche e inorganiche, gettate da quell’esercito umano durante il suo stato d’assedio nei confronti della natura.
ARTE COMPATTA è la locuzione che Tinamaria utilizza in merito alla sua prospettiva artistica: gli oggetti la chiamano, spesso la catturano scoprendo in lei l'”accumulatrice seriale” dall’orecchio teso il cui scopo è quello di unire, amalgamare, colorare cinque “U”: Unicità, Universalità, Unione, Umanità, Uguaglianza, laddove la sua mano magicamente è guidata dall’universo mondo racchiuso in quel materiale di scarto, stoffe, pillole, spago, fiale, fili di ferro, piume, pezzetto di carta, pietre e altro ancora. Ai suoi occhi si apre un più vasto spazio in cui immergersi e, al contempo, fare immergere coloro che osservano il risultato ottenuto, vale a dire la scultura, essenza imprescindibile alla base dell’esistenza umana.
Fanno un tutt’uno atto a “compattare”, a far “convivere” in modo armonioso il materiale trovato con le materie plasmate al momento, miste, a loro volta, a colori e resine creando, riproponendo, come l’artista stessa ha avuto occasione di affermare, immagini di natura e frammenti di accadimenti del nostro vivere sociale.
Un viaggio verso nuovi universi fatti da un “Insieme Compatto” rispettando, anche del più piccolo frammento, la sua importanza ed unicità. Unità ed Unicità, caratteristiche considerate intrinseche perché ogni ente, ad iniziare dall’essere umano è unito e unico. Per giungere a questa concezione artistica Marongiu ha iniziato il proprio percorso basandosi su due costanti di fondo: la teca di plexiglas ribattezzata come “Box-Es”, con un evidente richiamo al bambino che freudianamente agisce sulla base delle sue sole pulsioni giocando e costruendo liberi orizzonti senza alcuna progettualità e la pillola e tutto ciò che cura, simbolo al tempo stesso sia dell’agio che del disagio dell’Antropocene.
La mostra si avvale di un catalogo con un testo critico di Domenico Segna.
Informazioni, orari e prezzi
NOTIZIE UTILI
Orari tutti i giorni 10-19. Sabato e domenica chiuso
Ingresso gratuito
Info tel. 339 7551888 | info@tinamaria.it | tinamaria-marongiu.it
“Exodus – Il pittore Safet Zec” di Marc De Tollenaere
L’Artista Safet Zec è nato in Bosnia nel 1943, ultimo di otto figli di un calzolaio che, durante la seconda guerra mondiale, si trasferisce a Sarajevo da Rogatica, un paese a est della Bosnia. Il suo straordinario talento si manifesta sin dall’infanzia; si forma alla Scuola superiore di arti applicate di Sarajevo e all’Accademia di Belgrado è considerato quasi un prodigio. Tuttavia l’isolamento interiore di quegli anni lo porta a distruggere quasi tutti i suoi primi lavori. A Belgrado incontra la moglie artista Ivana, restaura una vecchia casa nel quartiere ottomano dell’antica città di Pocitelj, vicino a Mostar, luogo amato da molti artisti, che mantiene anche quando, nel 1987, torna a vivere a Sarajevo, da pittore ormai affermato anche a livello internazionale. Con lo scoppio della guerra, il mondo in cui Zec è cresciuto, di armoniosa convivenza tra persone di diverse culture e religioni, è sconvolto. Pocitelj viene distrutta e, con essa, tutte le sue opere incisorie. Morte e distruzione a Sarajevo lo costringono a fuggire con la famiglia. Nel 1992 è a Udine dove ricomincia a lavorare grazie all’aiuto generoso dello stampatore Corrado Albicocco, per poi giungere a Venezia nel 1998. Dalla fine del conflitto l’artista ha ripreso un’assidua frequentazione con la sua terra. Nel cuore di Sarajevo, lo Studio-collezione Zec è stato riaperto ed è ora un centro di iniziative culturali, oltre che sede espositiva delle sue opere. Nel 2004, in occasione dell’apertura del nuovo ponte di Mostar, è stato presentato un libro di incisioni curato dalla Scuola di Urbino su lastre di Zec. In futuro, la sua casa-studio di Pocitelj, ora restaurata, ospiterà una scuola di grafica.
La macchina fotografica può portarti in luoghi che non ti immagineresti mai.
Passeggio per Venezia con mio padre che non veniva in Italia da molti anni, convinto che gli avrei mostrato qualcosa di nuovo, ma invece è proprio lui ad indicarmi lo sconosciuto ingresso al mondo di Safet Zec. Avevo notato spesso quella saracinesca abbassata, oppure la sedia messa a bada davanti alla porta di quello che si rivelerà essere uno dei luoghi più nascosti e affascinanti di Venezia, ma non avevo mai considerato l’idea di entrare.
La guerra ha reso Safet silenzioso, per lui parlano le sue opere, e in questo luogo infatti, viene naturale stare in silenzio.
Da quel giorno sono tornato a trovare Safet molte volte, condividendo con lui la nascita delle sue grandi tele per la mostra “Exodus”, ma ho anche condiviso il suono della sua chitarra e un cesto di frutta, che da lui non manca mai.
Roma-Maria Pacheco Cibils – I colori dei sentimenti-
Alla Galleria della Biblioteca Angelica (MiBACT)-
Roma-Il giorno 14 ottobre 2024 alle ore 18.00 inaugura la mostra I colori dei sentimenti di Maria Pacheco Cibils, a cura di Francesca Barbi Marinetti e con i testi di Francesca Barbi Marinetti e Barbara Volpi, presso le sale della Galleria della Biblioteca Angelica (MiBACT), prestigioso spazio espositivo adibito alle mostre di arte contemporanea.
In esposizione 24 dipinti appartenenti all’ultimo ciclo pittorico dell’artista ed un’installazione multisensoriale accompagnata dalla traccia sonora di Niccolò Di Ferdinando “Antifigure”.
Come scrive la curatrice Francesca Barbi Marinetti, «La sperimentazione dell’artista argentino-portoghese Pacheco Cibils si muove da anni in direzione di un superamento della concezione tradizionale di forma, con impasti cromatici corposi e accesi, che si sforza di offrire un’indagine delle energie che governano la materia in una concezione dell’arte sempre più olistica. I temi che la ispirano rientrano prevalentemente nella sfera della conoscenza ancestrale e archetipica: gli elementi principali della vita, terra, fuoco, aria e acqua in macro e microcosmi, i dualismi fondanti dell’esistenza, come luce e buio o maschile e femminile. Al ciclo I colori dei sentimenti appartengono 24 tele di grandi, medie e piccole dimensioni, che possono essere sinteticamente descritte come astratte e materiche, ma il vigore cromatico, la texture, il ritmo e la profondità che assume la materia pittorica – che per l’artista fa sempre riferimento ad un esplicito ambito di ricerca tematica – recupera un inequivocabile simbolismo dei colori, e lo stesso gesto pittorico, reiterato su molteplici strati, racconta in pittura i viaggi complessi dell’onda delle emozioni amorose. […] Le opere di Maria Pacheco Cibils sono uno spaccato di figure archetipiche dell’amore, ognuna rappresentativa di quel concentrato di festa, passione o smarrimento. Connettersi, riconoscersi, rilanciarsi è il dovuto omaggio soggettivo che ognuno è chiamato a fare, a completamento di un discorso, interiore e universale insieme, che trascende e trascenderà sempre ogni tendenza della storia.»
E nel testo di Barbara Volpi: «All’inizio tutto è emozione, vibrazione sensoriale che si trasforma nel con-tatto con l’altro in un caleidoscopio emotivo intrecciato, in cui la gioia, la paura, la tristezza, la rabbia, il disgusto sono miscelati insieme per districarsi gradualmente, tocco dopo tocco, carezza dopo carezza, nell’abbraccio amorevole di chi si prende cura di noi e con le sue mani da forma ai nostri sentimenti. […] Le mani dell’artista Maria Pacheco Cibilis si sono fatte strumento appassionato e creativo per tracciare sulla tela il linguaggio primordiale dell’incontro emotivo di corpi che accolgono esperienze sensoriali e ne vengono trasformati, per sempre, dando voce e coro al sentimento primitivo da cui nasce tutto e che ognuno di NOI può sentire vibrare dentro l’anima: l’amore. Ciascuno di NOI in modo singolare, osservando le tele dipinte con il ritmo e la cadenza di un linguaggio universale, sente risuonare le note dei tanti incontri di corpi che hanno trasformato le emozioni in sentimenti. Ciascuno di NOI, con il proprio pas de deux le vede danzare armoniosamente seguendo il ritmo vitale che dall’amore e dalla passione per la vita trova incessantemente sgorgante generatività dando forma e colore a nuove, ma nel contempo archetipe, forme vitali universali.»
Durante l’inaugurazione del 14 ottobre e durante l’evento RAW del 21 ottobre 2024, l’attore Gaetano Ingala leggerà un testo che riprende le tematiche affrontate dall’artista.
Maria Pacheco Cibils è designer e artista visiva argentino-portoghese. Le sue opere spaziano tra architettura d’interni, scenografie, ambientazioni, design di oggetti d’arte, pittura ed installazione. Ha collaborato con prestigiose riviste, giornali e canali televisivi. Ha organizzato mostre di artisti e fotografi, spettacoli di teatro e danza contemporanea. Curatrice di diversi brand, ha sviluppato prototipi e grafica degli stessi in Argentina, Paraguay e Italia. Le sue ricerche artistiche sono incentrate su temi primordiali e archetipici, indagando i quattro elementi della natura, radice di tutte le cose immutabili ed eterne e dei processi di trasformazione dell’essere umano. Ha partecipato a numerose mostre personali e collettive in Spagna, Germania, Austria, USA, Croazia, Regno Unito e Italia. Vincitrice del Primo Premio di Pittura “Lorenzo il Magnifico” a Florence Biennale 2023. Attualmente vive e lavora tra l’Italia e l’Argentina.
Le sue opere spaziano tra l’architettura d’interni, ambientazioni allestimenti, design di oggetti d’arte, gioielli e costumi, pittura e installazioni.
Ha collaborato con prestigiose riviste, giornali e canali televisivi.
Ha organizzato mostre di artisti e fotografi, spettacoli di teatro e danza contemporanea.
Creatrice di diversi brands, ha sviluppato prototipi e grafica degli stessi in Argentina, Paraguay e Italia.
Le sue ricerche in pittura e nell’ambito delle installazioni sono centrate su temi primordiali e archetipici .
Il suo lavoro è da intendersi come indagine sui quattro elementi della natura che sono la radice di tutte le cose immutabili ed eterne; e dei processi di trasformazioni dell’essere umano.
Potenzialità ed energia cromatiche, vibrazioni materiche e “texture” organiche sono il suo terreno d’intervento.
Ha partecipato a numerosi mostre personali e collettive in Spagna, Germania, Austria, Usa, Croazia, Regno Unito e Italia.
Vincitrice del primo premio di pittura “Lorenzo Il Magnifico” (Florence Biennale 2023).
Attualmente vive e lavora tra l’Argentina e l’Italia.
Mostre realizzate in Europa e Stati Uniti:
2024 Ottobre. Roma. Italy 14/10 al 30/10. “I COLORI DEI SENTIMENTI” RAW. Biblioteca Angelica – Galleria Mostra Personale. Dipinti e Installazione Multisensoriale
Collaborazione di Niccolò Di Ferdinando ( ANTIFIGURE ) Traccia sonora. A cura di Francesca Barbi Marinetti
2024 Settembre. Milano. Italy 27/09 al 5/10: “LOOK AT THE ART” Contemporary Art Exhibition. Centro Culturale di Milano.
A cura di Jelmoni Studio Gallery
2024 Luglio. Roma. Italy 6/07 al 13/07. “AROUND ROME” International Art Exhibition. Arte Borgo Gallery. Biblioteca Angelica Galleria. A cura di Anna Isopo
2024 Maggio. Nazzano. Lazio. Italy 18/19/05: “ CHIAMATA ALLE ARTI”. Museo del Fiume. A cura di Guido D’Angelo
2024 Aprile. Barcellona. Spain 27/04 al 17/05. “PROSPETTIVA….FUTURO” Hub / Art. International Art Exhibition. A cura di Anna Isopo, critica d’Arte Martina Scavone
2024 Marzo. Londra. UK. 4-09/03. “TRANSPARENT AS A DRAGONFLY”. Bermondsey Project Space. A cura di: Rita Carta Manias. Lesley Bunch. Anna Isopo. Martina Scavone
2024 Gennaio. Firenze. Italy 11/01 al 28/01. “I AM YOU” Accademia delle Arti del Disegno. Exhibition of the winner of the XIV Florence Biennale
2023 Ottobre. Firenze. Italy 14/10 al 22/10.“I AM YOU” “La Biennale di Firenze” Fortezza da Basso. Primo Premio Pittura: “LORENZO IL MAGNIFICO”.
2023.Ottobre.Roma.11/10 al 28/10.”RITORNO AL BLU”.RAW.
Biblioteca Angelica – Galleria.
Mostra Personale.Dipinti e Installazione Multisensoriale.
Collaborazione di Niccoló Di Ferdinando (ANTIFIGURE).Traccia sonora.
A cura di Francesca Barbi Marinetti.
2023.Ottobre.Roma .05/10 al 18/10 “TRANSPARENT AS A DRAGONFLY” .International Art Exhibition.Arte Borgo Gallery. A cura di Anna Isopo.Rita Carta Manias.Lesley Bunch.Martina Scavone.
2023.Settembre.Duvrobnik.Croazia.20/09 al 09/10 .”COLOURS OF LIFE” Palazzo Sponza .
A cura di Svjetlana Lipamovic.
2023: Marzo. Venezia 08/03 al 19/03. “FRAGILITY UNVAILED” Palazzo Pisani Revedin Personal exhibition. A cura di Anna Isopo.
2023: Febbraio. Roma 04/02 al 20/03. “L’ATRA META’ DEL CIELO ”. Galleria La Nica.
2022. Ottobre Palma de Mallorca (Spain) 24/10 al 5/11
Casa del Arte di Palma de Mallorca Illes Balears Spain
Palma 1.0 – ArtBox. Project
2022 Ottobre Roma 14/10 al 31/10
“HÙMUS”. RAW (La settimana di Arte Contemporanea) .Biblioteca Angelica- Galleria.
Mostra Personale Dipinti e Installazione sonora. Collaborazione di Niccolò Di Ferdinando (ANTIFIGURE) in suono e montaggio.
A cura di Maila Buglioni
2022 Marzo Milano 02/03 al 12/03
“ Multitude “.Fondazione Luciana Matalon.
A cura di Anna Isopo.
2022 Gennaio Mantova 20/01 al 10/02
“Synesthesia” Museo Francesco Gonzaga.
A cura di Anna Isopo.
2021 Novembre Miami Beach Florida (USA) 20/11 al 05/12
Scope Miami Beach – “International Contemporary Art Fair”
2021 Ottobre: Art Innsbruck (Austria) 28/10 al 31/10
Art Innsbruck “International Kunstmesse”
Partecipazione
2021 Ottobre Roma 20 al 30/10.
“Luminescenza” RAW la settimana di Arte Contemporanea” Biblioteca Angelica – Galleria.
A cura di Roberta Melasecca. Mostra Personale. Dipinti e istallazione video- sonora. Collaborazione di Niccoló Di Ferdinando ( video e suono).
2021 Settembre. Nazzano Lazio (Italia) il 26/09
Riserva Naturale Tevere Farfa.
“Empatia Natura Comunità”
A cura di Guido D’Angelo.
2021 Settembre Nazzano Lazio (Italia) il 26/09
Riserva Naturale Tevere Farfa.
“Segno e Natura” Laboratorio #Walking# Sketching.
Tenuto degli artisti Guido D’Angelo e Lorenzo Cappella.
2021 Luglio Nazzano Lazio (Italia) dal 24 al 31/07.
“Empatia Natura Comunità”
Museo del Fiume.
A cura di Guido D’Angelo.
2021 Luglio Madrid (Spagna) dal 17 al 29/07
Ateneo de Madrid- Sala Prado.
“Infinity Art”. International Exibition of Contemporary Art
A cura di Anna Isopo.
2021 Giugno Roma (Italia) dal 19/06 al 01/07 Museo Crocetti.
“Dialogo tra le Antitesis” Protagonisti Contemporanei.
A cura di Anna Isopo.
Presentazione a cura della storica dell’Arte Laura Turco Livieri.
2021 Giugno Roma (Italia) dal 10 al 22/06.
Ambasciata della Repubblica Araba D’Egitto.
“In Contemporanea” Arte tra sperimentazione e ricerca.
A cura di Anna Isopo.
Presentazione a cura della storica dell’Arte Laura Turco Livieri.
2021 Maggio Roma (Italia) dal 17 al 25/05.
Palazzo della Cancelleria Vaticana
“Trame Contemporanee” Mostra Internazionale d’Arte Contemporanea.
A cura di Anna Isopo.
Critica: Cinzia Folcarelli
2021 Partecipazione Annuario d’Arte Moderna e Artisti Contemporanei 2021 ACCA Edizione Roma Srl.
2020 Ottobre : Roma 20/10 al 31/10
“Il tempo sospeso” Raw .La settimana del ‘Arte Contemporanea.
Biblioteca Angelica-Galleria 26 al 31 ottobre. A cura di Roberta Melasecca.
2020 Ottobre :02/10 al 10/10
Berlin. Germany
“Human Perceptions”
Group Exibitions Contemporary Art
Mostra Internazionale di Arte Contemporanea.Co Galleries.
A cura di Anna Isopo.
2020 Settembre:Firenze 04/09/20 al 18/09/20 Museo Bellini.
“Genesis” Mostra Internazionale di Arte Contemporanea.
Presentazione a cura di Cinzia Folcarelli.
2020 Gennaio: Venezia 31/01/20 al 12/02/20
Centro d’Arte San Vidal ( San Marco )VE
Arte a Venezia “Sguardi Contemporanei”
Mostra Internazionale di Arte Contemporanea.
Critico d’arte : Silvia Previti.
Partecipazione : Annuario d’Arte Moderna e Artisti Contemporanei 2020
ACCA Edizioni. Roma Srl.
2019: Ottobre partecipazione a Raw – mostra “DIMENSIONI PARALLELE” Biblioteca Angelica. Roma dal 21 ottobre al 26 ottobre.
A cura di Roberta Melasecca.
2017: Ottobre partecipazione a Raw – mostra “FUOCO – ETERNITA’- SAPERE” Biblioteca Angelica. Roma dal 9 ottobre al 14 ottobre.
2017: 29 giugno partecipazione “La Girandola” – Piazza del Popolo – Roma
Acura di Francesca Barbi Marinetti.
2017: Maggio mostra “Fuoco o della Rigenerazione” Biblioteca Angelica. Roma dal 24 maggio al 10 giugno.
Critico d’arte : Barbara Martusciello / Adriana Almada.
2016: Partecipazione a Raw – Open Studio Cortile dell’ Arte. Roma dal 24 al 29/10/2016 Mostra personale: “Fuoco interiore”
2013: Liquida. Porto degli Argonauti. Provincia di Matera.
Verona-DEVENĪRE Mostra personale di Federico Gori
Verona-Inaugura sabato 5 ottobre, presso il polo culturale Habitat Ottantatré a partire dalle ore 12.00 e per l’intera giornata, DEVENĪRE, mostra personale di Federico Gori, a cura di Annalisa Ferraro, con la direzione artistica di Zeno Massignan.
Più di duecento metri quadri di spazio espositivo per presentare la ricerca che Federico Gori dedica alla permanenza e all’impermanenza della natura, indagata nella sua resilienza, nella ritualità e nell’inderogabilità delle sue trasformazioni. La selezione di opere in mostra riassume e racconta gli ultimi 10 anni della produzione dell’artista toscano: l’eterogeneità dei materiali, dei linguaggi e delle tecniche artistiche al servizio di un’esplorazione profonda del mondo vegetale e animale, condotta non come documentarista ma come interprete, capace di catturare i processi vitali silenti della natura, sia del passato che del presente, e portarli in un unico, indefinito tempo d’oggi.
La narrazione di Gori, infatti, sfugge al tempo lineare e colloca l’intero percorso espositivo in uno spazio cronologico fluido, ciclico e privo di interruzioni permanenti. A rafforzare questo slittamento le scelte dei materiali e delle tecniche di lavorazione: primo tra tutti il rame, estremamente rappresentativo della sua ricerca e della sua produzione, che con il suo inarrestabile processo di ossidazione tiene sospese le opere e i loro soggetti in un perenne presente. L’evidenza di una materia viva che muta, reagendo allo scorrere del tempo e agli stimoli dell’ambiente circostante, incarna perfettamente il ciclo di vita e le evoluzioni del mondo naturale che ispirano il suo lavoro. Gori trova interesse e spunti non solo negli esseri viventi dell’epoca attuale ma anche nelle ere che ci hanno preceduto e nelle specie che le popolavano. In Estinti, installata nella prima sala di Casa Contemporanea,
la continua e lenta metamorfosi dei materiali gli consente di superare le barriere temporali e di riportare alla vita organismi ormai scomparsi, rendendoli nuovamente vivi e reattivi agli eventi che li circondano.
Non è però solo nel rame che Gori trova l’ispirazione per sperimentare: in mostra La somiglianza per contatto, in cui l’artista utilizza la terra di diatomee, un materiale organico di origine sedimentaria, che raccoglie in sé fossili di milioni di anni fa. I calchi, realizzati a partire da rami e tronchi d’albero, distribuiti nell’ambiente espositivo restituiscono la presenza, l’immagine, la spazialità e la suggestione di una foresta primordiale, evocando l’attivazione di un nuovo ciclo vitale e suggerendo un processo di metamorfosi in cui forma e sostanza cambiano per diventare qualcosa di nuovo, simile a ciò che c’era prima ma rinnovato nelle possibilità di esistenza.
Se è vero che spesso Gori cerca nelle fonti scientifiche materiale da cui trarre ispirazione, è altrettanto vero che il suo processo creativo conduce a un progressivo distacco tra le opere e ciò che in origine le ha generate, arrivando a una completa reinterpretazione in termini tecnici e concettuali. I suoi lavori sono sospesi tra la fedeltà ai fenomeni naturali e l’illusione di realtà generata dalla produzione artistica. Pur mantenendo un legame con il contesto d’origine, l’artista ricolloca ciascuno di loro in uno spazio fisico e temporale differente, infondendogli nuovi significati e rendendoli portatori di valori inediti.
Non solo il visibile, Gori esplora anche ciò che spesso invece resta impercettibile e che scorre silenziosamente sotto lo strato superficiale delle cose. In Underground l’artista svela la natura che imperturbabile vive e si trasforma sotto di noi, come una foresta a testa in giù che, speculare rispetto al nostro affannarci, alimenta un mondo che, seppur fragile, si evolve e resiste.
C’è l’uomo al di sopra di questa dimensione, come c’è l’uomo, volutamente impercettibile, in ogni opera di Gori: c’è nelle tracce che incessantemente cerca e raccoglie nella natura; c’è nel suo provare a comprendere i cicli vitali delle specie che abitano il suo stesso pianeta; c’è nei suoi tentativi di abbracciare ciò che lo circonda portando con sé i segni di quel gesto. Appare come un rituale il suo rapportarsi al mondo naturale, osservarlo, studiarlo, assistere al suo incessante divenire.
13.12 è la perfetta sintesi di questa paziente attesa, i cicli della natura che si impongono tra una vangata e un’altra, il tempo che separa un rituale da quello successivo, la speranza che la terra dia in cambio i suoi frutti. Ogni ora, settimana e stagione trascorsa ristabilisce l’equilibrio tra l’essere umano e l’ecosistema che lo ospita, rimettendo a fuoco la fragilità e la caducità del primo di fronte alla resilienza e all’eternità del secondo. 13.12 segna l’inizio e la fine di DEVENĪRE, l’opera maestra che guida il progetto espositivo: fragile ma ben piantata sulle sue radici, ogni zolla racconta la lentezza e la ripetitività di una pratica antica, in cui l’uomo, dopo aver assistito all’eterno rituale della natura, abbandona l’eterna lotta e aspetta che arrivi il tempo del raccolto.
Il nuovo format per i progetti espositivi di Habitat Ottantatré
Habitat Ottantatré lancia un nuovo format per i progetti espositivi: a partire da tematiche attuali e urgenti, emerse nella società d’oggi, presenta negli spazi di via Mantovana a Verona le ricerche e le opere di artisti contemporanei.
Pur avendo un fine principalmente di ricerca, Habitat non trascura due aspetti fondamentali: il supporto agli artisti invitati e la dimensione commerciale. Al termine di ogni mostra, quindi, Habitat acquisterà un’opera dell’artista presentato e la inserirà nella sua collezione nascente, da poter valorizzare anche in altre occasioni espositive e in altri contesti. Per Habitat è importante costruire un rapporto continuativo con gli artisti coinvolti e rendere il loro contributo parte integrante di una progettualità più ampia, che non nasce e finisce con l’organizzazione della mostra o con il passaggio di proprietà dell’opera. Per quanto riguarda invece la sfera commerciale, Habitat intende offrire alla città di Verona e al suo territorio l’opportunità di un nuovo collezionismo accessibile. Per perseguire quest’obiettivo, ad ogni artista sarà chiesto di ideare una serie numerata di opere da vendere durante e dopo l’esposizione, la cui produzione sarà sostenuta interamente da Habitat. Trattandosi di opere seriali, seppur in piccole tirature, la vendita a prezzi accessibili non inciderà sul coefficiente di vendita dell’artista, che potrà così progettare senza condizionamenti.
Infine, ogni evento espositivo sarà accompagnato dalla pubblicazione di un piccolo volume che, a partire da un saggio, a firma, ad esempio, di sociologi, filosofi, urbanisti, dedicato alla tematica centrale che ha dato vita alla mostra, racconterà il progetto curatoriale, il lavoro dell’artista e il suo percorso nello spazio espositivo, insieme agli obiettivi di Habitat Ottantatré.
Il primo ciclo di eventi sarà curato da Annalisa Ferraro. Anche in questo caso, infatti, si è cercato un rapporto continuativo, con una professionista che era già entrata a far parte in passato del mondo di Habitat Ottantatré e che oggi ritorna per supportare la costruzione e il consolidamento di questo nuovo format.
Info utili
A cura di Annalisa Ferraro Con la direzione artistica di Zeno Massignan
Habitat Ottantatrè – Casa Contemporanea via Mantovana 83/e 37137 Verona (VR)
Dal 5 ottobre al 9 novembre 2024
Opening 5 ottobre dalle 12.00, per l’intera giornata
Giorni di apertura dal 7 ottobre al 9 novembre 2024 mercoledì, giovedì e venerdì dalle 15.00 alle 18.30 o su prenotazione a info@habitatottanatre.com
Per consultare il progetto di Habitat Ottantatré: https://habitatottantatre.com/
Per informazioni più complete sull’attività dell’artista Federico Gori: https://www.federicogori.org/
H83 di Zeno Massignan
+39 340 054384 zeno.massignan@habitatottantatre.com
-articolo di Maria Vescovo scritto per la Rivista ORIGINI N°41 ottobre 20oo-
Breve nota biografica-Ugo Nespolo è nato a Mosso (Biella) nel 1941. Pittore, scultore importante esponente dell’arte contemporanea italiana.
Diplomato all’Accademia Albertina di Belle Arti, in seguito si laurea in Lettere Moderne mostrando grande interesse per la Semiologia. Esordisce nel panorama artistico italiano neglianni Sessanta con contaminazioni della Pop art e con una stretta militanza con concettuali e poveristi. La sua produzione si caratterizza presto per forte accento trasgressivo, ironico e quell’apparente senso del divertimento, doti che si presteranno alla tela cinematografica esplorando presto, negli anni Settatanta anche questo mezzo di espressione.
Gli anni Ottanta rappresentano per Ugo Nespolo la maturazione più apprezzata del periodo americano, i suoi quadri rappresentano oggetti e luoghi comuni delle città statunitensi. Collabora con la Rai per la quale realizza videosigle, collabora nella realizzazioni pubblicitarie, fedele al dettato delle avanguardie storiche di “portare l’arte nella vita”, l’artista deve occupare spazi della vita comune, uscire dagli spazi assegnati, canonici.
Negli anni Novanta affianca alle sue numerose attività l’impegno nel teatro realizzando scene e costumi per l?elisir d’amor Doninzettii al Tatro dell’Opera di Roma, all’Opera di Parigi, Losanna, Liegoi e Metz.
Nespolo viene anche annoverato tra i “maestri del Palio”, per aver dipinto nel 2000 i due sendalli per il Palio di Asti di quella edizione.
Nel 2005 a Torino, realizza per Gtt delle opere tematiche nelle stazioni della metropolitana di Torino e in seguito decora con la sua inconfondibile impronta l’esterno del centro commerciale di Via Livorno. Nel 2007, dipinge il drappellone del Palio di Siena del 16 agosto.
Ugo Nespolo, nato a Mosso (Biella), si é diplomato all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino ed è laureato in Lettere Moderne. I suoi esordi nel panorama artistico italiano risalgono agli anni Sessanta, alla Pop Art, ai futuri concettuali e poveristi (mostre alla galleria il Punto di Remo Pastori, a Torino, e Galleria Schwarz di Milano). Mai legata in maniera assoluta ad un filone, la sua produzione si caratterizza subito per un’accentuata impronta ironica, trasgressiva, per un personale senso del divertimento che rappresenterà sempre una sorta di marchio di fabbrica.
Negli anni Settanta Nespolo si appropria di un secondo mezzo di espressione, il cinema: in particolare quello sperimentale, d’artista. Gli attori sono artisti amici, da Lucio Fontana a Enrico Baj, a Michelangelo Pistoletto. Ai suoi film hanno dedicato ampie rassegne istituzioni culturali come il Centre Georges Pompidou di Parigi, il Philadelphia Museum of Modern Art, la Filmoteka Polska di Varsavia, la Galleria Civica d’Arte Moderna di Ferrara, il Museo Nazionale del Cinema di Torino, il Museo “Manege” di San Pietroburgo.
Gli anni Settanta rappresentano per Nespolo un passaggio fondamentale: vince il premio Bolaffi (1974), realizza il Museo (1975-’76), quadro di dieci metri di lunghezza che segna l’inizio di una vena mai esaurita di rilettura-scomposizionereinvenzione dell’arte altrui. L’opera viene esposta per la prima volta nel 1976 al Museo Progressivo d’Arte Contemporanea di Livorno.
Negli anni Settanta inizia anche la sperimentazione con tecniche (ricamo, intarsio) e materiali inconsueti (alabastro, ebano, madreperla, avorio, porcellana, argento). Nasce L’albero dei cappelli, poi prodotto in serie come elemento d’arredo.
Gli anni Ottanta rappresentano il cuore del “periodo americano”: Ugo Nespolo trascorre parte dell’anno negli States e le strade, le vetrine, i venditori di hamburger di New York diventano i protagonisti dei suoi quadri. In questi anni si accumulano anche le esperienze nel settore dell’arte applicata: Nespolo è fedele al dettato delle avanguardie storiche di “portare l’arte nella vita” ed è convinto che l’artista contemporaneo debba varcare i confini dello specifico assegnato dai luoghi comuni tardoromantici. Lo testimoniano i circa 50 manifesti realizzati per esposizioni ed avvenimenti vari (tra gli altri, Azzurra, Il Salone Internazionale dell’Auto di Torino, la Federazione Nazionale della Vela), il calendario Rai dell’86, le scenografie per l’allestimento americano (Stamford) della Turandot di Busoni, le videosigle Rai (come “Indietro Tutta” con Renzo Arbore). Nell’86 Genova festeggia i vent’anni di attività artistica di Nespolo con la mostra antologica di Villa Croce La Bella Insofferenza.
Nel ‘90 il Comune di Milano gli dedica una mostra a Palazzo Reale. Dello stesso anno sono prestigiose collaborazioni artistiche come la campagna pubblicitaria per la Campari, le scenografie e i costumi del Don Chisciotte di Paisiello per il Teatro dell’Opera di Roma ed una esposizione di ceramiche – il nuovo interesse di Nespolo – nell’ambito della Biennale Internazionale della Ceramica e dell’Antiquariato al palazzo delle Esposizioni di Faenza.
Nel ‘91 partecipa in Giappone all’International Ceramic Festival, Ceramic World Shigaraki. L’anno successivo la Galleria Borghi & C. di New York ospita A Fine Intolerance, personale di dipinti e ceramiche.
Del ‘94 è una mostra di opere a soggetto cinematografico promossa alla Tour Fromage dalla Regione Valle d’Aosta. L’anno seguente Nespolo realizza scene e costumi per l’Elisir d’Amore di Donizetti per il Teatro dell’Opera di Roma, itinerante all’Opera di Parigi, Losanna, Liegi e Metz. Sempre del ‘95 sono l’antologica Casa d’Arte Nespolo al Palazzo della Permanente di Milano e la personale Pictura si instalatu di Bucarest a cura del Ministero alla Cultura romeno.
Nel ‘96 la personale Le Stanze dell’Arte alla Promotrice delle Belle Arti di Torino, viene organizzata dalla Regione Piemonte. Ancora nel ’96 Ugo Nespolo assume la direzione artistica della Richard-Ginori. Nel 1997 il Museum of Fine Arts di La Valletta, Malta, gli dedica una personale. Nello stesso anno una mostra itinerante in America Latina: Buenos Aires (Museo Nacional de Bellas Artes), Cordoba (Centro de Arte Contemporaneo de Cordoba, Chateau Carreras), Mendoza (Museo Municipal de Arte Moderno de Mendoza) e Montevideo (Museo Nacional de Artes Visuales).
Inizia il ’98 con la realizzazione del monumento “Lavorare, Lavorare, Lavorare, preferisco il rumore del mare” per la città di San Benedetto del Tronto e si avvia la collaborazione con la storica vetreria d’arte Barovier & Toso di Murano per la quale Nespolo crea una serie di opere da esporre a Palazzo Ducale di Venezia per “Aperto vetro”, (Esposizione Internazionale del Vetro Contemporaneo). Seguono mostre personali di rilievo alla Palazzina Azzurra di San Benedetto del Tronto ed alla XVII Biennale di Arte Contemporanea a cura del Comune di Alatri.
Si chiude il 1999 ed inizia il 2000 con “Nespolo + Napoli”, una mostra antologica che la Municipalità partenopea ospita al Palazzo Reale di Napoli. Per l’Anno Giubilare Nespolo illustra un’edizione dell’Apocalisse (introduzione di Bruno Forte) di alto pregio, a tiratura limitata.
Nei primi mesi del 2001 torna al cinema con FILM/A/TO, interpretato da Edoardo Sanguineti e prodotto dall’Associazione Museo Nazionale del Cinema di Torino in occasione della retrospettiva “Turin, berceau du cinéma italien” al Centre Pompidou di Parigi. Un prestigioso evento autunnale: Storia di Musei (catalogo Umberto Allemandi) a cura della Galleria Marescalchi di Bologna. Mostra personale a Fukui all’interno della rassegna “Italia in Giappone 2001“.
2002: Nespolo viene nominato consulente e coordinatore delle comunicazioni artistiche nelle stazioni della costruenda Metropolitana di Torino. Il Parco della Mandria di Venaria Reale ospita presso la Villa dei Laghi alcune sue sculture nell’ambito della mostra “Scultura internazionale a La Mandria”.
Intenso il programma per il 2003: l’Alitalia inaugura la nuova sede di New York con una personale di Nespolo; una mostra itinerante nei Paesi dell’Est: dalla Galleria d’Arte Moderna di Mosca, all’Accademia di Belle Arti di San Pietroburgo a Minsk (Museo Nazionale d’Arte Moderna) per proseguire poi in Lettonia (Riga, Galleria d’Arte Moderna). Una mostra personale all’Istituto Italiano di Cultura di Parigi. Durante il Festival del Cinema di Locarno due mostre personali: presso la sede del Festival e alla Galleria d’Arte Moderna. In autunno importante personale al Museo Nazionale Cinese di Pechino.
Inizia il 2004 con due importanti mostre personali: Vilnius, Lituania, al Ciurlionis National Museum of Art e a Canton, Cina, al Guang Dong Museum of Art di Guangzhou. Mostra personale “Homo Ludens” il gioco a Palazzo Doria, Loano. Una personale al Moscow Museum of Modern Art, poi al Museo dell’Accademia di San Pietroburgo.
Il 2005 inizia con una personale al Poldi Pezzoli di Milano, poi vi è un ritorno al cinema con l’ideazione di “Dentro e Fuori/un ritratto di Angelo Pezzana” prodotto dal Museo Nazionale del Cinema di Torino; l’illustrazione di “Mille e una Notte” in edizione pregiata; una personale al Museo del Mare di Genova. Un’ideazione artistica di rilievo internazionale con “Progetto Italiana”, filmato prodotto da Cinecittà, testimonial Giancarlo Giannini.
2006: immagini video e vetrofanie di Nespolo ideate per la Metropolitana di Torino, due mostre personali in occasione dei Giochi Olimpici Invernali di Torino 2006 (Galleria Carlina e Centro Arte La Tesoriera). Le illustrazioni, con un filmato, di “Piú veloce dell’aquila” una favola sulla campionessa mondiale di sci Stefania Belmondo.“Casa d’Arte Ugo Nespolo”, rassegna di dipinti, vetri, tappeti, ceramiche e bronzi alla Galleria Bianconi di Milano. Alla Basilica di San Francesco ad Assisi la cerimonia di Natale vede un volo di bianche colombe ideate da Nespolo come simbolo di pace.
Per il 53° Festival Puccini 2007 la Fondazione del Festival Pucciniano affida a Nespolo l’ideazione e realizzazione di scenografie e costumi della “Madama Butterfly” nonché di un filmato artistico sull’opera. Il Comune di Siena ha conferito incarico all’artista di disegnare il “Drappellone” per il Palio di Agosto 2007. Per il Museo Nazionale del Cinema di Torino l’ideazione artistica di “Superglance”, un cortometraggio con testi in collaborazione con il poeta Edoardo Sanguineti. La mostra personale “My way” viene inaugurata ad Alba presso il Palazzo Mostre e Congressi in contemporanea alla Fiera Internazionale del Tartufo. Ancora una personale a cura del Comune di Siena presso il Palazzo Pubblico Magazzino del Sale.
2008: La De Agostini di Novara gli affida la realizzazione di “Nespolo legge Dante”, un prestigioso trittico a tiratura limitata per la lettura della Divina Commedia attraverso l’arte figurativa. Una personale alla Walter Wickiser Gallery, New York a tema prevalente i “Musei” di Nespolo. Il Museo del Cinema di Torino ospita una mostra antologica sull’attività dell’artista nell’ambito cinematografico. Su invito della Direzione di Palazzo Grassi a Venezia partecipa con due opere alla mostra “Italics: Arte Italiana fra tradizione e rivoluzione, 1968-2008” organizzata in collaborazione con il Museo di Arte Contemporanea di Chicago.
La 48a Mostra della Ceramica di Castellamonte inaugura il “Monumento alla Stufa” opera permanente di Nespolo per il Comune piemontese. Castellamonte gli dedica in contemporanea una mostra personale a Palazzo Botton. Vetrate ed arredi scultura per la nuova Parrocchia di Maria Vergine di Borgaro Torinese.
2009: Mostra Antologica “Nespolo, ritorno a casa” presso il Museo del Territorio Biellese, Biella: un prestigioso riconoscimento della terra natia al suo percorso artistico.
“Novantiqua” (8/10/2009 – 10/01/2010). Il Museo Nazionale del Bargello di Firenze dedica la sua 1ª Mostra d’Arte Contemporanea a Ugo Nespolo con questa personale di 40 opere.
La Campari festeggia i suoi 150 anni di attività con l’arte di Ugo Nespolo alla Stazione Centrale di Milano. Il Comune di Pontedera affida all’artista il “Cantiere Nespolo”, progetto di interventi effimeri ed opere permanenti in loco. Estate 2010: mostra personale a Villa Bertelli di Forte dei Marmi promossa dal Comune.
“Il Numero d’Oro” (Utet – De Agostini), libro d’artista realizzato da Nespolo in 425 esemplari e dedicato al tema della proporzione aurea. Esposto al Museo Poldi Pezzoli di Milano, ha riscosso entusiasti ed apprezzati consensi di stampa e critica d’arte.
2011: Maggio/Giugno Mostra personale “La bella intolerancia” Museo Nacional de Bellas Artes de La Habana, Cuba. Giugno: “Nespolo Films & Visions 1967-2010” (DVD+Libro) presentazione presso il MAXXI di Roma.
Settembre: La Città di Bra dedica all’artista una prestigiosa mostra personale, circa 70 opere dagli Anni ’60 ad oggi, nelle sale storiche di Palazzo Mathis.
Dal 21 Ottobre Nespolo è il nuovo Presidente del Museo Nazionale del Cinema di Torino, istituzione d’eccellenza a livello internazionale. La sua elezione è avvenuta all’unanimità da parte del Collegio dei Fondatori del Museo e dei Rappresentanti degli Enti preposti. Per il periodo Natalizio Nespolo ha creato “Illuminando Pompei”, una scenografia di luci decorative che contribuisce a rafforzare l’immagine della Città regina della cultura.
Gennaio 2012: Nespolo ha interpretato per Campari la nuova insegna del “Camparino”, lo storico caffè della Galleria Vittorio Emanuele di Milano, aperto nel 1915 da Davide Campari.
Aprile/Maggio 2012: “Elogio del Bello”, trent’anni di produzione artistica, mostra personale che la Fondazione Banca del Monte di Lucca promuove ed ospita nelle sale di Palazzo San Martino.
Maggio 2012: Museum Nasional di Jakarta, mostra personale di dipinti e manifesti, con il patrocinio dell’Ambasciata d’Italia.
Giugno 2012: “The Signature Collection” una personale di dipinti e ricami all’Art Centre Bahrain National Museum sotto il Patronato del Ministero alla Cultura del Bahrain.
Luglio 2012: inaugurazione mostra “Ugo Nespolo. Il Numero d’Oro” Ed. Utet, Museo Lev Tolstoy Jasnaja Poljana, Russia, patrocinio dell’Istituto Italiano di Cultura di Mosca.
Ottobre 2012 – Gennaio 2013: GAM Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Torino, “Nespolo. The Years of the Avantgarde”, primo appuntamento del nuovo progetto espositivo “Surprise” sulla ricerca artistica torinese tra gli Anni Sessanta e Settanta.
Novembre 2012 – Marzo 2013. “Lo sguardo espanso”, Nespolo partecipa alla mostra retrospettiva del cinema d’artista presso il Complesso Monumentale del San Giovanni di Catanzaro.
Gennaio / Febbraio 2013: in Russia il Museo Storico-Architettonico di Tula ed il Museo d’arte di Ulianovsk ospitano la mostra “Ugo Nespolo – Il numero d’oro” con il patrocinio dell’Istituto Italiano di Cultura. Maggio / Ottobre 2013: Mostra presso la Galleria Ermanno Tedeschi di Tel Aviv (Israele).
Settembre / Ottobre 2013: “Il Mondo a colori” Mostra personale al Centro de Artes e Cultura de Ponte de Sor, Portogallo.
Gennaio/Marzo 2014: viene esposta l’opera “W la Rai” alla Mostra “1924-2014 La Rai racconta l’Italia” (salone centrale Ala Brasini del Vittoriano, Roma) poi a Milano c/o spazi espositivi Triennale, quindi alla GAM di Torino.
Maggio/Giugno: mostra personale “La Fabbrica del colore” presso la Fondazione Cassa di Risparmio di Biella.
A Maggio l’artista è stato riconfermato Presidente del Museo Nazionale del Cinema di Torino.
Il Comune di Volterra, coordinatore Vittorio Sgarbi, partendo dal capolavoro “La Deposizione” di Rosso Fiorentino, ha allestito un’interessante rassegna ove è stata selezionata un’opera di Nespolo.
Luglio/Agosto: Liceo Saracco di Acqui Terme “Le stanze dell’immagine”, un’antologica che spazia dai quadri, alla scenografia, ai costumi lirici.
Novembre 2014: il Nuovo Ospedale di Biella inaugura l’allestimento artistico di Ugo Nespolo per la zona ricevimento pazienti.
L’Artista ha curato con immagini di grande richiamo la campagna pubblicitaria per i 150 Anni della nascita del Gianduiotto dell’industria piemontese dolciaria Caffarel.
Dal Festival di Spoleto, Charleston (USA) Nespolo è scelto per creare scene e costumi dell’Opera “Veremonda, l’Amazzone di Aragona” di Francesco Cavalli (ultima rappresentazione risalente al 1653). Andrà in scena a Maggio 2015.
Si ritrova la presenza di Nespolo per Expo 2015 in sei stazioni ferroviarie tra Torino Porta Susa e Rho Fiera. Modello di riqualificazione delle stazioni ove l’artista propone cartellonistica, totem personalizzati e vetrofanie della provincia italiana.
Sempre nel 2015 ad ottobre Nespolo è presente alla Tate Modern di Londra al dibattito che segue la proiezione del suo film “Buongiorno Michelangelo” all’interno del programma “Arte Povera was Pop: Artists’ and experimental cinema in Italy 1960s-70s”; a maggio 2016 al Guggenheim di Venezia per “If Arte Povera Was Pop” e successivamente al Centre Pompidou di Parigi alla Tavola rotonda “Arte Povera Hier et Aujourd’hui (9 e 10 giugno 2016).
Tra le mostre personali del 2016: Pisa, Chiesa di Santa Maria della Spina; Milano, Galleria Magenta; e a Capo Verde, Centrum Sete Sois Sete Luas da Ribeira. That’s life è la personale inaugurata il 2 ottobre presso la Fondazione Puglisi Cosentino a Catania che proseguirà fino al 15 gennaio 2017: 170 opere relative a un periodo compreso tra il 1967 e il 2016; l’antologica riunisce un corpus eterogeneo di opere con una sezione interamente dedicata al cinema sperimentale.
Nel 2017 anche un cartone animato (52 episodi) disegnato da Ugo Nespolo per RAI YoYo. Si tratta di una serie animata storica della rete che Nespolo ha completamente ripensato dando al cartone un taglio profondamente pop. Il lavoro vince il primo premio a Cartoon on the Bay nella sezione Series Preschool 2017.
A giugno una mostra personale al Centro d’arte contemporanea del Montenegro, (Dvorak Petrovica).
Ad ottobre e fino ad aprile 2018, alla sede espositiva Centro Saint-Bénin di Aosta la personale A modo mio Nespolo tra arte, cinema e teatro curata da Alberto Fiz in collaborazione con Maurizio Ferraris e organizzata dall’Assessorato Istruzione e Cultura della Regione autonoma Valle d’Aosta.
A novembre viene presentato contemporaneamente in tutta Italia lo storico calendario 2018 dei Carabinieri dedicato ai “valori etici e sociali dell’Arma”; realizzato con disegni di Nespolo sia nella copertina che nelle dodici tavole interne.
A febbraio 2018 la Swatch festeggia i 35 anni ospitando Ugo Nespolo alla Citè du Temps di Ginevra con una mostra personale dal titolo Numbers dedicata alla passione per i numeri che Nespolo condivide con la nota azienda svizzera. Contestualmente alla mostra vengono presentati due nuovi Swatch realizzati appositamente da Nespolo per l’anniversario.
Con la mostra dedicata ad Ugo Nespolo, dal titolo Il trionfo dei libri, (dal 19 aprile al 25 maggio) la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze rende omaggio ad un artista presente nelle sue collezioni. L’esposizione raccoglie lavori realizzati in più di quarant’anni di attività che trovano la loro giusta cornice nell’Istituto che, più di ogni altro, testimonia gli infiniti aspetti della cultura del nostro paese.
A Palazzo Parnasi a Cannobio, sul Lago Maggiore, la personale Storie di Oggi a cura di Vera Agosti dal mese di maggio ad inizio luglio.
A maggio al Huangpu District di Shanghai in Cina la mostra personale sul cinema di Nespolo “Doppio Schermo” Film e video d’artista in Italia dagli anni Sessanta ad oggi.
Al MEF, Museo Ettore Fico a Torino è presente con due Opere alla mostra “100% Italia” da settembre 2018 al febbraio 2019.
Ad ottobre la Casa Editrice Giunti, a 150 anni dalla prima edizione, pubblica Le avventure di Pinocchio illustrato da Ugo Nespolo con oltre cento tavole a colori.
Il 29 gennaio 2019 l’Università di Torino conferisce ad Ugo Nespolo la Laurea Honoris Causa in Filosofia.
In preparazione nel 2019 mostre personali a Shanghai, San Pietroburgo, Vilnius in Lituania, Berlino e Milano.
Il volume e la mostra omonima di Sabine Weiss (Venezia, Casa dei Tre Oci, 11 marzo-23 ottobre 2022) offrono la più ricca retrospettiva mai realizzata sul lavoro di Sabine Weiss, unica fotografa donna del dopoguerra ad aver esercitato questa professione così a lungo e in tutti i campi della fotografia.
«Non mi piacciono le cose sensazionali. Vorrei incorporare tutto in un istante, in modo che la condizione umana sia espressa nella sua sostanza minimale.» Sabine Weiss
Il volume ripercorre l’intera carriera della fotografa, dai reportage per le riviste più importanti e popolari dell’epoca, quali The New York Times Magazine, Life, Newsweek, Vogue, Paris Match, Esquire, ai ritratti di artisti, dalla moda agli scatti di strada con particolare attenzione ai volti dei bambini, fino ai numerosi viaggi per il mondo. Il saggio della curatrice Virginie Chardin ripercorre la vita e il lavoro di Weiss, mentre il testo del direttore artistico della Casa dei Tre Oci, Denis Curti, analizza l’esperienza di Weiss alla luce di un confronto tra la fotografia umanista francese e il neorealismo italiano. Il catalogo propone, inoltre, un’interessante appendice, che racchiude la biografia aggiornata della fotografa, accompagnata da illustrazioni di documenti storici e riviste, insieme a una selezione di mostre personali e collettive e un’accurata bibliografia dell’artista.
Breve biografia di Sabine Weiss-(Saint-Gingolph, 23 luglio 1924 – Parigi, 28 dicembre 2021) è stata una fotografa svizzera naturalizzata francese e una delle più importanti rappresentanti del movimento fotografico umanista francese, insieme a Robert Doisneau, Willy Ronis, Édouard Boubat e Izis.
Luce, gesto, sguardo, movimento, silenzio, tensione, riposo, rigore, distensione. Vorrei includere tutto in questo istante perché sia espresso con il minimo dei mezzi l’essenziale dell’essere umano
Sabine Weis
Sabine Weiss (1924-2021) è una delle principali rappresentanti della corrente del dopoguerra che in Francia viene abitualmente definita “la fotografia umanista” e di cui fanno parte fotografi come Robert Doisneau, Willy Ronis o Edouard Boubat.
Reportage, illustrazione, moda, pubblicità, ritratto d’artista, lavoro personale: Sabine Weiss ha approcciato tutti gli ambiti della fotografia come una sfida, un pretesto d’incontro e di viaggio, un modo di vivere e di espressione di sé. Questa retrospettiva a cui l’autrice ha dato il proprio contributo fino al suo ultimo respiro, testimonia la passione di una vita e mette in luce le dominanti di un’opera in empatia costante con l’essere umano.
L’artista, attraverso stampe originali, documenti d’archivio e estratti di film, delinea il ritratto di una fotografia ispirata da un’insaziabile curiosità per l’altro, sia in Francia, dove si stabilisce nel 1946, come in quasi tutti i paesi europei (tra cui Italia, Spagna, Portogallo, Grecia, Germania, Austria, Inghilterra, Danimarca, Malta, Ungheria), negli Stati Uniti e in Asia, dove continua a viaggiare fino al termine della sua vita.
-Gli ARCHI COMMEMORATIVI E TRIONFALI DELLE COLONIE ROMANE.
Copia anastatica dell’Articolo dalla Rivista EMPORIUM n° mese di maggio 1908
Un arco trionfale, o arco di trionfo, è una costruzione con la forma di una monumentale porta ad arco, solitamente costruita per celebrare una vittoria in guerra, in auge presso le culture antiche. Questa tradizione nasce nell’Antica Roma, e molti archi costruiti in età imperiale possono essere ammirati ancora oggi nella “città eterna“.
Alcuni archi trionfali erano realizzati in pietra, a Roma in marmo o travertino, ed erano dunque destinati ad essere permanenti. In altri casi venivano eretti archi temporanei, costruiti per essere utilizzati durante celebrazioni e parate e poi smontati. In genere solo gli archi eretti a Roma vengono definiti “trionfali” in quanto solo nell’Urbe venivano celebrati i trionfi e onorato l’ingresso del vincitore. Gli archi eretti altrove sono generalmente definiti “onorari” e avevano la funzione di celebrare nuove opere pubbliche. Originariamente gli archi erano semplici e avevano una sola apertura (fòrnice), nell’età tardoimperiale si arricchirono con fòrnici laterali e rilievi scultorei decorativi. Sulla sommità, detta attico, erano poste statue e quadrighe guidate dall’imperatore. L’età augustea inaugurò una tipologia grandiosa dell’arco di trionfo; era arricchito con rilievi in marmo o in bronzo che raccontavano le imprese di guerra dell’imperatore.
La costruzione degli archi romani assunse man mano, un ruolo pressoché simbolico. Essi infatti si rifanno alle porte monumentali, allineate alle mura della città, ma da esse si differiscono non tanto strutturalmente, ma, appunto, simbolicamente. Essi sono, infatti, dedicati a grandi imprese compiute da imperatori, generali, quali guerre, conquiste o anche alla semplice edificazione di infrastrutture come ponti e strade. Altro elemento di grande importanza, e quindi da sottolineare, è la circostanza che la monumentalità sia data dalla sovrapposizione di due elementi strutturali: la volta ed il trilite (due colonne che sorreggono un architrave). Di questi due, solo la volta è l’elemento portante: il peso dell’intera struttura è scaricato solamente su di esso e non sulla struttura trilitica.
-Alfredo CHIGHINE “Il segno e il senso nelle sue Opere”-
Articolo di Cesare VIVIANI scritto per la Rivista ORIGINI N°37 anno 1999-
Alfredo Chighine – cenni biografici:
Alfredo Chighine nacque a Milano il 9 marzo 1914 da padre sardo e madre lombarda. Giovanissimo entrò in fabbrica a lavorare come operaio mentre, cominciati subito i suoi interessi artistici, frequentava il Corso di Incisione all’Umanitaria. Nel 1941 espose alla III Mostra Provinciale al Palazzo della Permanente un dipinto intitolato “Composizione”. Nel 1945 studiò all’Istituto Superiore d’Arte Decorativa di Monza e finalmente all’Accademia di Brera di Milano, dove seguì il corso di scultura. In questo periodo conobbe Giacomo Manzù e fu suo allievo. Aveva stretti rapporti di amicizia e di lavoro con Franco Francese, più giovane di lui di sei anni. Erano gli anni del dopoguerra: Alfredo Chighine entrò nell’ambiente di Brera, che gravitava intorno al Bar Giamaica. Aveva intanto continuato a dipingere. Ma nel 1948 si presentò alla Biennale di Venezia con due sculture in legno. Era poverissimo, gli mancavano i materiali per lavorare, colori, tele, legno, ecc. La scultura “Maternità” del 1946 è fatta con un acero di un viale di Milano, segato e portato a casa di notte. Aveva studio in via Mac Mahon. Qui lo frequentò, primo dei critici a capirne le qualità, Marco Valsecchi. Fondamentale fu in quel momento l’incontro, tramite Valsecchi, con Gino Ghiringhelli. Ne derivò un rapporto di stima, di amicizia e di lavoro che durò fino alla morte di Ghiringhelli nel 1964, e che fu testimoniato da numerose mostre alla Galleria del Milione. Un eccezionale collezionista, Carlo Frua De Angeli, colse allora il valore di Chighine e acquistò molte delle sue migliori opere degli anni cinquanta e primi sessanta. Nel 1956 lasciò lo studio di via Mac Mahon e si trasferì in uno studio in via Rossini 3, che divise col pittore Giordano. Nel 1957 Alfredo Chighine compì il primo viaggio a Parigi. Dal 1958 cominciò a recarsi nell’estate a Viareggio; qui ebbe studio e vi tornò ogni anno, acquisendo nuovi temi e un senso diverso della luce. In quello stesso anno lasciò lo studio di via Rossini e ne sistemò uno, che fu il definitivo, in Corso Garibaldi. Nel 1959 fece un breve soggiorno a Positano e fu colpito dalla violenza cromatica del Sud. Ormai la sua opera si era imposta e la sua vita non ebbe più vicende che non fossero quelle interiori e del lavoro quotidiano di pittura, di grafica e di incisione. Morì a Pisa il 16 luglio 1974.
Chighine alla Galleria Marini: ALFREDO CHIGHINE Pensare con le mani
– Milano Arte Expo-
Chighine alla Galleria Marini: ALFREDO CHIGHINE Pensare con le mani – mostra consigliata da Milano Arte Expo. Inaugurazione giovedì 11 dicembre 2014 alla Galleria Marini (via Appiani 12 vedi MAPPA) – aperta fino al 28 febbraio 2015. Grande omaggio ad Alfredo Chighine (Milano 1914 – Pisa 1974), tra i protagonisti storici della pittura informale italiana. In espsosizione più di quaranta opere eseguite dal 1953 al 1973 a testimoniare tutto il percorso artistico del maestro. Scrive Elisabetta Longari nella presentazione in catalogo “…Pensare con le mani: non riesco a trovare una formulazione alternativa che dia altrettanto precisamente conto della matrice “immanente e pragmatica” propria del laboratorio creativo dell’artista, tanto nella sua prima fase come scultore quanto nella sua attività di pittore, e dei suoi processi, legati soprattutto all’immediatezza del fare, un fare interamente basato su una sorta di intuito fulmineo della mano e dell’occhio (“come se a vedere fossero le mani”) …”. >
E Cristina Casero osserva “…Per Chighine mi sembra che la stagione informale vada intesa, da un lato come la volontà di avvicinarsi alla realtà per restituirne l’essenza vitale, il ritmo, guardando alla natura naturans più che alla natura naturata, dall’altro come un fondamentale esercizio sul piano della prassi pittorica, della costruzione dell’immagine attraverso il lessico della pittura: segno, colore, luce …”
Arezzo-Un paradiso per chi ama la fotografia d’epoca: ad Arezzo torna l’appuntamento con Foto Antiquaria, la storica mostra-mercato di fotocamere, cineprese e attrezzature fotografiche antiche che, ormai da oltre 35 anni, è un appuntamento imperdibile per appassionati e collezionisti. Dalle ore 8 alle ore 17 Piazza Grande accoglierà tanti espositori provenienti da ogni parte d’Italia che daranno vita a una singolare mostra mercato. Qui sarà possibile acquistare o scambiare apparecchiature sia analogiche che digitali usate o fuori produzione e ci si potrà muovere alla ricerca di pezzi rari e introvabili per arricchire la propria collezione o per riparare una antica fotocamera.
Immancabile una sezione dedicata alla vendita di cartoline, libri e pubblicazioni varie di carattere fotografico. FOTO ANTIQUARIA è organizzata dalla Fondazione Arezzo Intour in collaborazione con Confartigianato Arezzo e il Foto Club “La Chimera“ di Arezzo.
Nata nel 1986 e prima in Italia, FOTO ANTIQUARIA propone due appuntamenti annuali (uno in primavera e uno a fine estate) ed è visitata da migliaia di appassionati in cerca di occasioni uniche. Un motivo in più per visitare Arezzo e il suo straordinario centro storico, magari dedicando qualche scatto anche alle bellezze storico artistiche che la città e il suo territorio presentano.
Arezzo capitale della fotografia “vintage”: domenica 15 ottobre torna FOTO ANTIQUARIA, la storica mostra-mercato di fotocamere, cineprese e attrezzature fotografiche antiche che, ormai da 37 anni, è un appuntamento imperdibile per appassionati e collezionisti.
Dalle ore 9.00 alle ore 18.00, le meravigliose Logge del Vasari affacciate sulla rinascimentale Piazza Grande, accoglieranno oltre 40 espositori provenienti da ogni parte d’Italia che daranno vita a una singolare fiera dove sarà possibile acquistare o scambiare apparecchiature sia analogiche che digitali usate o fuori produzione e ci si potrà muovere alla ricerca di pezzi rari e introvabili per arricchire la propria collezione o per riparare una antica fotocamera.
Non mancherà una sezione dedicata alla vendita di cartoline, libri e pubblicazioni varie di carattere fotografico. Workshop fotografico “Don’t Look Back``
Confartigianato Fotografi in collaborazione con la Fondazione Arezzo Intour organizza un workshop dal titolo “Don’t Look Back. Il ritratto come collaborazione tra fotografo e soggetto”.
L’evento si terrà Venerdì 11 e Sabato 12 Ottobre 2024 a Palazzo di Via Pellicceria e sarà una delle iniziative collaterali della 76° edizione di Fotoantiquaria in programma ad Arezzo.Il workshop sarà a cura del fotografo di fama internazionale MATTIA ZOPPELLARO. Nato a Rovigo e noto come fotografo di musica e non solo, si è distinto anche per i reportage sociali, di costume e i movimenti giovanili. Sono suoi alcuni dei più iconici ritratti di celebrità internazionali tra cui Depeche Mode, David Beckham, Toni Servillo e Zlatan Ibrahimovic.
“Arezzo – commenta Simone Chierici, presidente della Fondazione Arezzo Intour e assessore al turismo del Comune di Arezzo – torna a celebrare la fotografia vintage grazie a Fotoantiquaria un appuntamento che, insieme alla Fiera Antiquaria, contribuisce a rendere la nostra città un punto di riferimento per il mondo dell’antiquariato e del collezionismo. Una bella occasione per scoprire uno dei centri storici più belli d’Italia”.
Nata nel 1986 e prima in Italia, FOTO ANTIQUARIA propone due appuntamenti annuali (uno in primavera e uno a fine estate) ed è visitata da migliaia di appassionati in cerca di occasioni uniche. Un motivo in più per visitare Arezzo e il suo straordinario centro storico, magari dedicando qualche scatto anche alle bellezze storico artistiche che la città e il suo territorio presentano.
Espositori
Collezionisti di cartoline, libri e pubblicazioni varie di carattere fotografico, possessori di fotografie e pubblicazioni d’epoca, venditori di fotocamere, obiettivi, accessori e cineprese da collezione, fuori produzione o usati, sia analogici che digitali, artigiani legati al mondo della fotografia.
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