Via Appia. La strada che ci ha insegnato a viaggiare-
Un racconto con le straordinarie fotografie realizzate da Andrea Frazzetta-
Roma- La mostra “Via Appia la strada che ci ha insegnato viaggiare “ è aperta fino al 1° dicembre 2024 al Complesso di Capo di Bove sito al IV miglio dell’Appia antica.La mostra ospita una stanza immersiva che accompagna lo spettatore lungo un percorso unico al mondo, tra passato e presente, in un racconto per immagini di grande potenza, costruito con le straordinarie fotografie realizzate da Andrea Frazzetta nel corso del suo viaggio condotto da Roma fino a Brindisi per National Geographic.
Accompagnati in cuffia dal racconto di Giovanni Carrada (autore RAI per Superquark e Noos, esperto nella divulgazione e comunicazione del patrimonio culturale), guidati dalle voci di Francesco Prando nella versione in italiano ed Edwin Alexander Francis in quella inglese, nella proiezione immersiva su doppio schermo, realizzata con la regia di Raffaella Ottaviani, si viene travolti in un coinvolgente percorso tra archeologia, paesaggio, persone e storie. Il viaggio del fotografo diventa il nostro viaggio nella bellezza e nella storia, attraverso un territorio segnato dall’antico ma anche dalla modernità, in un percorso ricco di stimoli che attraversa quattro regioni, collega il Tirreno all’Adriatico, conduce verso Oriente.
Partendo dal basolato romano, affiancato da sepolcri monumentali e resti delle grandiose ville imperiali, si ha l’impressione di ‘entrare’ nelle fotografie di Andrea Frazzetta e di vivere con lui il viaggio lungo i 540 chilometri che separano Roma da Brindisi, tra i restauratori all’opera nella Villa dei Quintili, gli invitati di un matrimonio nella piazza di Terracina, le vivaci scolaresche che si rincorrono tra le colonne di Minturno. Lungo il tragitto ci si perde tra le gallerie dell’anfiteatro di Capua, nelle immense distese di grano della Campania Felix, tra i campi eolici, gli uliveti, le gravine. Si resta incantati dai colori e dalla luce di Taranto e ci si ritrova a ballare la pizzica a Mesagne, per arrivare infine, carichi di emozione, al porto di Brindisi dominato dall’iconica colonna che oggi segna la fine del nostro viaggio ma che apre lo sguardo alla Grecia e all’Oriente, facendoci d’un tratto comprendere tutta la forza della Regina Viarum.
Roma-A seguito del grande successo di partecipazione la mostra Caro Alberto si sposta a Roma. Dopo la prima tappa presso lo Spazio Tempesta a Recanati, la mostra inaugura il 19 ottobre alle 18.00 all’Alvèus Studio di Roma.
Il progetto Caro Alberto è un omaggio all’artista, al professore, all’amico Alberto Garutti venuto a mancare il 24 giugno 2023. La mostra di cartoline, a lui dedicata, nasce dal confronto con tanti artisti, suoi ex studenti delle varie scuole in cui ha insegnato, che dopo la sua morte si sono ritrovati con altri amici dell’artista nella chat whatsapp “Condominio Garutti” ancora oggi attiva per ricordarlo e omaggiarlo. L’intento è di dedicargli brevi testi, immagini, disegni, tramite l’invio di una o più cartoline postali.
La mostra comprende centinaia di cartoline-opere realizzate da artisti, critici, curatori e amici ed ex studenti dedicata ad Alberto Garutti. La mostra è aperta al pubblico e durante la sua durata, saranno messe a disposizione dei visitatori delle cartoline in bianco da compilare e da aggiungere a quelle, oltre 250, già esposte. Un modo per rendere ancora più partecipativo e corale l’omaggio ad Alberto Garutti.
Scrive nel suo testo Giacinto Di Pietrantonio, curatore e amico di Garutti:
“Alberto è stato un artista significativo non solo per l’arte, ma anche per l’insegnamento dell’arte, cosa di cui però diceva che non si può insegnare. Tuttavia lui aveva un modo tutto suo per parlare di arte e stimolare gli studenti a produrre lavori da artisti e non da studenti, perché tali li considerava e per questo discuteva con loro alla pari stimolandoli a presentare e dibattere delle proprie opere mai considerati compiti. La discussione dell’arte era al centro della sua poetica nelle scuole in cui ha insegnato, o meglio militato. La sua era una militanza che non faceva nessuna differenza tra il dentro e il fuori e difatti la discussione era al centro della sua arte pubblica fatta di installazioni opere nate da e con le discussioni con i cittadini a cui l’opera era destinata. Per questo il concetto di opera per Garutti era ciò che metteva al centro lo spettatore, che è una delle questioni cruciali dell’arte dei nostri tempi. In questo senso l’opera si sarebbe potuta realizzare anche in sua assenza e difatti quando è venuto a mancare spontaneamente i suoi ex “studenti”, centinaia, si sono ritrovati a discutere sia dal vero che in chat sulla sua eredità, mancanza fisica che non vuol dire mentale. Chat ancora oggi attiva, quindi potremmo dire che questa lunga discussione che dura da più di un anno è una sua opera in assenza che ha generato anche la mostra di un artista a tutti molto caro.”
La mostra Caro Alberto nella sua tappa romana è ospitata da Alvèus studio, lo studio-laboratorio di Alice Schivardi, ex studente di Alberto Garutti all’Accademia di Brera. Lo spazio ospita mostre, performance, talk, laboratori didattici e accoglie, a partire dall’arte visiva, altre forme di espressione che diventano il pretesto per allargare lo sguardo su temi di attualità, con particolare attenzione al tema relazionale.
Al termine delle mostre, tutte le cartoline ricevute saranno raccolte in una collettiva scatola-opera e donate all’Archivio Alberto Garutti, a custodire la memoria e il lascito di un artista che ha segnato profondamente il panorama artistico italiano e internazionale.
Hanno partecipato tanti artisti e non tra cui: Rebecca Agnes, Sabrina Balbarani, Simone Berti, Davide Bertocchi, Luca Bolognesi, Rossana Buremi, Verdiana Calia, Valerio Carrubba, Roberto Casti, Mariangela Capossela, Laura Cherubini, Nada Cingolani, Paola Cominato, Isabelle Cordemans, Sabine Delafon, Giacinto Di Pietrantonio, Ettore Favini, Francesco Fossati, Giuseppe Gabellone, Paola Gaggiotti, Stefania Galegati, Alberto Guidato, Giovanni Kronenberg, Claudia Losi, Lorenzo Lotto, Micol Magni, Gian Maria Marcaccini, Beatrice Marchi, Franco Marconi, Melinda Mauri, Carmen Mazza, Sabrina Mezzaqui, Mattia Montemezzani, Sabrina Muzi, Gabriele Negro, Nessy1, Alessandra Occa, Leonarda Pagnamenta, Sabrina Pecci, Diego Perrone, Luca Pozzi, Riccardo Previdi, Lara Rada, Farid Rahimi, Stefania Ricci, Panagiotis Samsarelos, Giancarlo Sanfrancesco, Alice Schivardi, Davide Sgambaro, Anna Sostero, Andrea Sperni, Paola Squizzato, T-Yong Chung, Alberto Tadiello, Shigeri Takahashi, Maria Letizia Tisi, Adriana Torregrossa, Patrick Tuttofuoco, Camilla Vaccari, Michela Veneziano, Alice Vercesi, Ilaria Verdesca, Serena Vestrucci, Matteo Vettorello, Giorgia Vian, Alberto Vigliani, Luigi Viola, Cloe Piccoli, Luigi Ficacci, Anna Coliva, Marco Pace, Giuseppe Stampone, H. H. Lim, Enzo Cucchi, …
BIO Alberto Garutti (1948-2023) è stata una delle figure di riferimento sulla scena dell’arte italiana e internazionale degli ultimi quarant’anni. Da sempre interessato ad esplorare gli spazi e le dinamiche di relazione tra opera, spettatore ed istituzione, Garutti a partire dagli anni ’90 trasforma i modi di fare arte pubblica ridefinendone radicalmente i processi di concezione. I lavori pubblici di Alberto Garutti sono disegnati come sistemi aperti di relazione, forme d’incontro tra i cittadini, gli spettatori dell’arte e il paesaggio, sottili letture critiche del nostro presente. Artista e docente, è stato dal 1994 al 2013 titolare della cattedra di Pittura all’Accademia di Brera di Milano. Ha insegnato inoltre presso lo IUAV di Venezia e il Politecnico di Milano. Attraverso la sua lunga attività di professore ha dato un contributo significativo alla formazione di intere generazioni di artisti.
La sua ricerca di un dialogo aperto tra opera d’arte contemporanea, spettatore e spazio pubblico, gli è valsa l’invito a realizzare lavori per città e musei di tutto il mondo. Ha partecipato a grandi manifestazioni internazionali come la Biennale di Venezia, la Biennale di Istanbul, Arte all’Arte e la “Memory Marathon” presso la Serpentine Gallery di Londra e realizzato opere per musei e istituzioni tra cui SMAK di Gent, Museion di Bolzano, 21st Century Museum of Contemporary Art di Kanazawa, Fondazione Zegna a Trivero, la tenuta agricola di Generali, Ca’ Corniani a Caorle e il MAXXI di Roma e L’Aquila. Nel 2012 il PAC di Milano ha ospitato una grande mostra personale su Alberto Garutti dal titolo “Didascalia/Caption”, curata da Paola Nicolin e Hans Ulrich Obrist. Tra le opere più conosciute: “Ai nati oggi” realizzata a Bergamo, Gent, Istanbul, Mosca, Plovdiv, Roma, “Tutti i passi che ho fatto nella mia vita mi hanno portato qui, ora” installata a Siena, Anversa, Milano, Firenze, Lugano, Kaunas, Loreto Aprutino, Copenaghen, Tokyo, Pescara e l’opera permanente situata in piazza Gae Aulenti, nel quartiere di Porta Nuova a Milano. Il 7 ottobre 2023 in occasione della Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI è stata inaugurata l’opera permanente “Temporali” sul tetto del Museo MAXXI di Roma. Il progetto di una grande monografia sull’attività artistica di Alberto Garutti, concepita da Germano Celant e sostenuta da 6 importanti istituzioni museali italiane ed internazionali, ha vinto il bando di Italian Council 2023 promosso dal Ministero della Cultura e sarà pubblicata in primavera 2024.
SCHEDA TECNICA:
Titolo: Caro Alberto
A cura di: Giacinto Di Pietrantonio
Inaugurazione: Sabato 19 ottobre ore 18:00
Date: Dal 19 ottobre al 24 novembre 2024
INGRESSO GRATUITO
Dove: Alvèus Studio, Via Avellino 7, Roma
Orari di apertura: la mostra è aperta su appuntamento T. 3283034215.
Organizzazione: Alice Schivardi col supporto di Cindy Bocci, Gauri Abbattista e forno Ferrari
Aiuto allestimento: Pietro Zucca
Roma-Apertura Straordinaria dei Sotterranei di Fontana di Trevi
Roma-sabato 19 ottobre ore 13.10 “Sotterranei di Fontana di Trevi: Antica Città dell’Acqua del Vicus Caprarius. Apertura Straordinaria” Hotel Trevi, Vicolo del Babuccio 20/21.
In occasione dell’Apertura Straordinaria – luoghi solitamente chiusi al pubblico e visibili eccezionalmente Solo per le nostre visite- visiteremo tre piani di un quartiere ormai nascosto, posto sul lato orientale di Via del Corso: i Sotterranei di Fontana di Trevi. Entreremo in ambienti risalenti al I sec. d.C., osserveremo le tecniche edilizie e i materiali utilizzati, capiremo l’importanza dell’area archeologica in questione. Narrerò le diverse funzioni che il luogo ha avuto nei secoli, la trasformazione da botteghe e complesso abitativo intensivo – a lussuosa domus di cui si conservano i n situ reperti di rivestim enti marmorei parietali e un pavimento musivo in tessere di marmi policromi. Cammineremo sul suolo di ambienti adiacenti al Vicus Caprarius e comprenderemo la vicinanza dell’Acquedotto Vergine. Sosteremo infine nel piano rialzato risalente all’età Medioevale ed ammireremo la struttura dall’alto. Capiremo meglio la storia della magnifica Fontana di Trevi e la stratificazione dei secoli… un percorso unico!
Costo: Euro 18 (ingresso, prenotazione, visita guidata e cuffie)
Riduzioni: Euro 17 – studenti 18/25 anni, insegnanti
Euro 15- ragazzi 14/18 anni
Euro 14- ragazzi under 14 anni, studenti universitari di Archeologia
Appuntamento davanti l’ingresso Hotel Trevi, vicolo del Babuccio 20/21
Prenotazione Obbligatoria entro Venerdi 18 ottobre
Termineremo la visita guidata alle ore 14.30 circa
Non è possibile partecipare alla visita se il cliente manifesta i sintomi del Covid 19 o stato febbrile.
E’ richiesto sempre il pagamento anticipato per evitare contatti personali.
E’ gradita la prenotazione almeno il giorno prima della data scelta.
La prenotazione è sempre obbligatoria e avviene SOLO tramite richiesta scritta a info@chiaraproietti.it o Whatsapp al 335 67 47 268 ( più diretto) o SMS indicando il nome e cognome del/i prenotati, il numero dei partecipanti e il recapito telefonico, la mail ed eventuali riduzioni.
Vi consiglio questa pratica, siamo al lavoro e non sempre riusciamo a rispondere in tempo reale alle chiamate dirette.
Poichè i gruppi sono SEMPRE limitati, non è consigliabile presentarsi sul luogo della visita senza aver ricevuto da parte nostra la conferma di partecipazione.
I biglietti NON sono rimborsabili ma cedibili a terzi.
Vi consiglio di portare i Vs auricolari monouso: dal 2023 per evitare un eccessivo consumo di plastica, saranno a pagamento.
Nota bene: Prima di iniziare la visita guidata – se ancora non ho il piacere di conoscerVi direttamente- Vi prego di assicurarVi che a guidare il gruppo sia Chiara Proietti e chiedete sempre di Visite Guidate di Chiara
Al momento la Legge che disciplina i Beni Culturali vieta l’ingresso in tutti i musei, monumenti e aree archeologiche comunali e nazionali ad animali di qualsiasi taglia. Sono ammessi Solo i cani guida per i non vedenti.
In caso di disdetta, Vi prego di avvertire almeno 24 ore prima dall’appuntamento, altrimenti sarò costretta a far pagare il costo per intero.
Vi Ringrazio e Vi Aspetto!
Chiara – Whatsapp 335 6747268 (orario 10-18)
Gruppo Facebbok: Visite Guidate di Chiara (NON la pagina)
Instagram: chiaraproiettiarte
Torino- 1928-1° mostra “Gruppo Piemontese per la fotografia artistica”-
Articolo di Comirias De Albroit-Rivista Il Corriere Fotografico-Torino
Torino- gennaio 1928- La Mostra del “Gruppo Piemontese per la fotografia artistica”ha rivelato , come lo sanno le migliaia di visitatori succedutesi in quel troppo breve spazio di tempo, non diciamo una nuova tendenza ad una nuova scuola , ma la collettività di un senso d’arte e d’interpretazione della natura, che finora si ammirava sparsa e disgiunta nelle opere di pochi fra le fitte schiere di fotografi dilettanti e professionisti.
Colla prima Mostra del “Gruppo Piemontese per la fotografia artistica” si inizia una seconda tappa , che segnerà, non v’ha dubbio, il meriggio dell’arte nostra.
Iniziamo in questo fascicolo , con sobrietà di commento, la riproduzione di un buon numero fra le opere esposte, per quanti non ebbero modo di ammirare la mostra e per il modello a coloro che della mostra si persuasero a calcare le nuove vie. Veggasi adunque in “Lo STAGNO” di Carlo Baravalle ed in “LA SCIA” di Cesare Giulio quanto possa il senso delle cose artisticamente date anche colla maggiore semplicità di mezzi. Nell’uno e nell’altro l’omogeneità dello sfondo riempie l’intero quadro; questo rotto obliquamente dalla sottile scia degli sky, quelle di pochi ciuffi di alghe. Ma l’occhio spazia oltre i margini delle vedute e la mente si raccoglie e pensa e gode nel suo intimo pensiero.
Alla Mostra sociale erano ammesse le Mostre personali di tre grandi fotografi stranieri:Marcus Adams di Londra, Leonard Misonne di Glly nel Belgio, Josè Ortiz-Echague di Madrid. Diamo dell’Adams, l’aristocratico fotografo ritrattista, uno <Studio> e l’<Abito di gala> cose soavemente pensate e squisitamente rese; del Misonne, che conosce i piani lontani e l’atmosfera del paesaggio e le carezze di luce , un< All’ombra> e un <Mattino d’autunno>; dell’Ortiz infine, il forte fotografo tutto impregnato della pittura spagnola da Goya a Zoloaga <El viejo arrabelero> e< En el atrio de Anso>: lo zampognaro dal volto rude e incartapecorito e le quattro donne in attesa nell’atrio del tempio. Ma i visitatori della Mostra non dimenticheranno mai l’effetto d’assieme di quelle tre pareti che accoglievano ciascuna i venti originali dei tre fotografi d’oltr’alpe. Comirias De Albroit
Torrita Tiberina-(RM)- Fondazione Mario & Maria Pia Serpone
Parco d’Arte Contemporanea nel cuore della Sabina
La Collezione-La Fondazione Mario e Maria Pia Serpone, un parco d’arte contemporanea nel cuore della Sabina, a soli 40km da Roma. Le opere della collezione sono orientate in corrispondenza con le stelle madri della costellazione del Toro dando forma ad un’architettura invisibile che accompagna i visitatori a scoprire installazioni all’aperto di artisti come Mimmo Paladino, Jannis Kounellis, Bruno Munari e Luca Maria Patella, per citarne alcuni. Oltre a ciò, la Fondazione è orgogliosa di ospitare due rarità nel panorama artistico internazionale: un ‘bottle crash’ di Shozo Shimamoto, la quale opera è un work in progress oggetto di performance annuali; e la cappella Nitsch, una cappella che il fondatore dell’azionisimo viennese Hermann Nitsch ha allestito con sue opere create in loco. Un luogo d’incontro per quanti celebrano l’amore, la libertà, la pace e l’equilibrio nel rispetto reciproco di tutte le forze che governano la natura, l’istituzione ha come centro d’interesse lo studio, la riflessione e la diffusione dell’arte contemporanea. La fondazione è visitabile esclusivamente su prenotazione.
Per info e per organizzare una visita, scrivere a: info@fondazioneserpone.org.
La collezione permanente
Una fondazione dove opere d’arte contemporanea contornano il prato, ne seguono le curve, lo impreziosiscono con significati estetici e lo ridisegnano, nobilitando lo spazio con installazioni ambientali a cielo aperto, con performance e con tutto quanto possa prendere forma d’arte attraverso il linguaggio del contemporaneo, in perfetta relazione con l’ambiente.
La cappella Nitsch
Uno spazio nel bosco concepito come una piccola cappella, il cui progetto, sottoposto al parere dell’artista, ha riscontrato la sua piena approvazione. Hermann Nitsch ha dato, infatti, la sua totale disponibilità per l’allestimento e arredamento della stessa, con opere ed installazioni da realizzarsi in loco.
Hermann Nitsch, artista austriaco, massimo esponente dell’azionismo viennese, filosofo, musicista e pittore dal 1957 si dedica alla concezione del suo “Orgien Mysterien Theater”(OMT): forma di arte totale che coinvolge tutti e cinque i sensi. Per Nitsch, teatro, palcoscenico, musica, architettura e natura divengono imprescindibili l’uno dall’altro.
Nelle sue opere si evidenzia l’aspetto drammatico di una “liturgia ematica”, che ripercorre concettualmente il processo di sublimazione dolorosa del “sangue glorioso”. Il sacrificio diviene elemento centrale di un processo di identificazione-coinvolgimento, che travolge i tradizionali schemi comportamentali.
L’opera di Nitsch è riconosciuta a livello mondiale. L’Austria e precisamente Mistelbach gli ha dedicato un museo personale, così come anche la Fondazione Morra a Napoli gli ha dedicato un museo a lui intitolato, inaugurato nel 2008; inoltre le sue opere sono presenti nei più importanti musei di arte contemporanea.
Contattaci-Per organizzare una visita della Fondazione Serpone, un evento privato o per avere maggiori informazioni sui nostri progetti e collaborazioni, inviaci una mail: info@fondazioneserpone.org
Cercaci su Google Maps: Fondazione Serpone Viale Marconi, 5 (S.P. Tiberina 15a, Km. 37,100) 00060 Torrita Tiberina, Roma
Roma-L’Academia Belgica e Montoro12 Gallery sono liete di presentare ROA – Animal Gaze all’Accademia Belga di Roma. Dopo aver esposto una delle sue opere nella mostra Animal Power alla Montoro12 Gallery di Bruxelles nell’autunno del 2023, ROA è stato invitato a lavorare presso la Montoro12 Artist Residency di Roma, dove ha realizzato un nuovo corpo di opere appositamente per questa mostra, visitabile dal 16 ottobre al 5 novembre 2024.
Nato in Belgio, ROA è considerato uno dei più importanti artisti murali contemporanei. È noto soprattutto per i suoi enormi dipinti di animali su edifici di tutto il mondo: a Roma si può ammirare la sua famosa Lupa a Testaccio e il suo cucciolo d’orso orfano, che tiene in mano il dardo anestetico che ha ucciso sua madre, sulla facciata del Mercato Vittoria in Prati.
Per questa mostra ROA presenta una nuova serie di animali dipinti su metallo e legno riciclati, alcuni provenienti da vecchi mobili, come un armadio art déco o il piano di un tavolo di legno a 12 lati ai quali lui da una nuova vita. In genere ROA ritrae la fauna selvatica della zona in cui sta lavorando; infatti la maggior parte degli animali presentati si trova all’interno o nei dintorni della Residenza d’artista, come volpi, picchi, cinghiali e molti altri. Il suo stile caratteristico è una resa meticolosa dell’animale in bianco e nero, con grande attenzione ai dettagli, a volte aggiungendo un’altra dimensione con parti interattive che possono aprirsi e rivelare organi interni come il cuore, l’apparato digerente o il cervello in un colore vibrante. Il tocco finale del dipinto è anche il più importante: la rappresentazione degli occhi dell’animale, la luce che riflette “la finestra dell’anima“.
Il titolo della mostra, Animal Gaze, si riferisce a un termine coniato per la prima volta dal filosofo francese Jacques Derrida nella sua raccolta di saggi L’animale che dunque sono: “Non c’è, a mia conoscenza, nessuna attenzione mai data seriamente allo sguardo animale…“. Derrida sfida il tradizionale binomio uomo-animale, in cui l’uomo è visto come soggetto dominante, mentre l’animale è oggetto di osservazione. Secondo la nozione di sguardo animale, gli animali osservano e rispondono al comportamento umano, testimoniando l’impatto dell’attività umana sul mondo naturale. Dare un’impronta all’animale come soggetto che guarda piuttosto che come oggetto che viene guardato, è esattamente ciò che ROA fa nelle sue affascinanti opere.
Gli animali di ROA sono unici. Le loro grandi dimensioni, le pose insolite (talvolta dettate da supporti irregolari) e le forti espressioni facciali alludono al fatto che ognuno di questi animali è un individuo. Attribuendo agli animali qualità simili a quelle umane, come emozioni o intenzioni, l’opera di ROA suggerisce che gli animali non sono semplici osservatori passivi, ma agenti attivi nell’ecosistema. In questo modo, l’artista incoraggia gli spettatori a rivalutare il loro rapporto con gli animali e il mondo naturale e a riconoscere l’interconnessione di tutti gli esseri viventi.
La carriera incredibilmente prolifica di ROA come artista di murales in giro per il mondo è testimoniata dalla sua recente pubblicazione “ROA Codex“, che sarà disponibile in vendita durante la mostra.
Mostra: ROA. Animal Gaze
Apertura: 16/10/2024
Conclusione: 05/11/2024
Organizzazione: Academia Belgica e Montoro12 Gallery
con Stefano Mancuso, Chiara Valerio, Laura Pepe e Riccardo Falcinelli –
Pesaro-Conto alla rovescia per il debutto dell’iniziativa presentata da Marsilio Arte e Intesa Sanpaolo nella cornice degli eventi che scandiscono l’anno di Pesaro come Capitale della Cultura. Riflettori puntati dunque su on Art Pesaro. L’arte legge il mondo, il ciclo di lezioni ideato per approfondire i grandi temi dell’epoca contemporanea usando l’arte come bussola. Ad alternarsi sul palco del Teatro Sperimentale saranno quattro relatori d’eccezione, invitati ad affrontare un argomento specifico e ogni volta diverso, rifacendosi al modello della lectio magistralis. La narrazione sarà accompagnata da un racconto visivo che rinsalderà il legame tra parola e immagine, stimolando il coinvolgimento del pubblico in un luogo votato per sua stessa natura alle esigenze e alle logiche della collettività.
Si inizia domenica 27 ottobre alle ore 11 in compagnia di Stefano Mancuso, scienziato noto in tutto il mondo e direttore del Laboratorio internazionale di neurobiologia vegetale (LINV), che si interrogherà sull’uomo come misura di tutte le cose, mentre il 10 novembre l’appuntamento sarà con la scrittrice, direttrice artistica e curatrice editoriale Chiara Valerio, impegnata in una riflessione sulla scomparsa delle immagini. Il 24 novembre la parola andrà a Laura Pepe, storica e studiosa del mondo classico, docente di diritto romano e diritti dell’antichità all’Università degli studi di Milano, che affronterà la tematica dell’Uomo e della Natura nel mondo classico. Il 1° dicembre toccherà al graphic designer, autore e docente di Psicologia della percezione alla facoltà di Design ISIA di Roma Riccardo Falcinelli concludere il ciclo di on Art Pesaro con la lezione intitolata Come si guarda un paesaggio. (Nature artificiali e artifici naturali).
Il risultato sarà un mosaico di pensieri e punti di vista sul mondo elaborati da quattro personalità del panorama culturale e artistico internazionale, appartenenti ad ambiti di ricerca differenti e trasversali che rispecchiano il criterio multidisciplinare alla base di on Art Pesaro.
La partecipazione è gratuita, fino ad esaurimento posti, e gli incontri potranno essere seguiti in diretta streaming.
Intesa Sanpaolo e Marsilio Arte annunciano on ArtPesaro, un ciclo di lezioni per interpretare il presente attraverso la chiave dell’arte, pensate e condotte da alcune tra le più autorevoli figure del mondo artistico e culturale attraverso prospettive inedite, multidisciplinari e al contempo rigorose. Gli appuntamenti si terranno presso il Teatro Sperimentale di Pesaro dal 27 ottobre al 1° dicembre 2024 e si inseriscono nell’ambito di Pesaro Capitale della Cultura 2024, di cui Intesa Sanpaolo è Main Partner.
Che l’arte serva in primo luogo a leggere e interpretare il mondo in cui siamo, guardando al passato ma anche al futuro, è la convinzione da cui parte questa nuova iniziativa, che si propone di offrire uno sguardo interdisciplinare e inedito, che rifletterà le esperienze, le conoscenze e le curiosità delle relatrici e dei relatori che prenderanno parte al programma.
Storia, mitologia, scienza, innovazione, natura sono tutti ambiti non solo capaci di dialogare con l’arte, ma anche di porre domande, dubbi e quesiti cui l’arte stessa tenta di rispondere, trascendendo rigidi confini e immaginando nuovi possibili orizzonti.
La prima edizione del progetto s’intitola on Art Pesaro. L’arte legge il mondo, collegandosi al tema “La natura della cultura” di Pesaro Capitale della Cultura 2024. Svincolandosi dai limiti imposti dall’analisi artistica tradizionale, gli interventi proposti da on Art coinvolgeranno vari ambiti di studio, in particolare le interazioni tra arte, natura e tecnologia. Scopri gli appuntamenti di questa prima edizione! https://www.marsilioarte.it/mostre-ed-eventi/on-art/
Cover photo: Stefano Mancuso, Chiara Valerio, Laura Pepe, Riccardo Falcinelli
Stefano Mancuso
Scienziato di fama mondiale e direttore del Laboratorio internazionale di neurobiologia vegetale (LINV), che nel 2013 il “New Yorker” ha inserito nella classifica dei world changers.
Chiara Valerio
Scrittrice, direttrice artistica e curatrice editoriale.
Laura Pepe
Storica e studiosa del mondo classico, docente di diritto romano e diritti dell’antichità all’Università degli studi di Milano.
Riccardo Falcinelli
Celebre graphic-designer, autore e docente di Psicologia della percezione alla facoltà di Design ISIA di Roma.
Tutti gli eventi sono a ingresso gratuito su prenotazione. Gli incontri potranno essere seguiti in diretta streaming. Prevendite disponibili dall’autunno 2024.
Fonte-Marsilio Arte Santa Marta, Fabbricato 17, 30123 – Venezia info@marsilioarte.it – tel. +39 041 2406511
Roma-Descrizione Evento: Patrimoni Unesco in Giappone- La Convenzione sul Patrimonio Mondiale dell’Umanità è un documento adottato nel 1972 durante una sessione generale UNESCO tenutasi a Parigi, allo scopo di conservare e trasmettere alle generazioni future i maggiori beni artistici e naturali del mondo. Il Giappone, firmatario della Convenzione dal 1992, a oggi (settembre 2024) annovera 26 siti, di cui 21 culturali e 5 naturali. Uno è parte di un sito transnazionale.
Nel 1993 l’area montana Shirakami Sanchi, l’isola Yakushima, il castello di Himeji e i monumenti buddhisti dell’area templare dello Hōryūji sono stati registrati come i primi patrimoni mondiali dell’Umanità in Giappone. Successivamente, il santuario di Itsukushima, gli antichi reperti storici di Kyōto e Nara, i villaggi in stile gasshōzukuri di Shirakawa-gō e Gokayama, templi e santuari di Nikkō, fino al monte Fuji e all’Isola di Sado sono confluiti nell’elenco dei tesori del Giappone meritevoli dell’attenzione della platea mondiale.
La mostra, versione aggiornata dell’originaria a cura del fotografo Miyoshi Kazuyoshi, si avvale della collaborazione di JNTO, con l’amichevole ausilio di The National Museum of Western Art di Tōkyō.Su Eventbrite è possibile prenotarsi per partecipare alle visite guidate gratuite. Info e calendario QUI.
𝗚𝗶𝗼𝘃𝗲𝗱ì 𝟭𝟳 𝗲 𝘃𝗲𝗻𝗲𝗿𝗱ì 𝟭𝟴 𝗼𝘁𝘁𝗼𝗯𝗿𝗲 a partire dalle ore 𝟭𝟰.𝟬𝟬 sono in programma due repliche del documentario Kaikei, il maestro buddista in preghiera (2016, 60 min) sott. inglese,
dedicato ai capolavori della scultura buddhista, tra cui opere dichiarate Tesori Nazionali del Giappone. A guidarci nel percorso di scoperta delle magnifiche statue realizzate da Kaikei – uno dei maggiori scultori giapponesi del periodo Kamamura (1185-1333) – è l’esuberante idol e fashion designer Tomoe Shinohara, grande appassionata dell’argomento.
𝗚𝗶𝗼𝘃𝗲𝗱ì 𝟭𝟳 𝗲 𝘃𝗲𝗻𝗲𝗿𝗱ì 𝟭𝟴 𝗼𝘁𝘁𝗼𝗯𝗿𝗲 𝗼𝗿𝗲 𝟭𝟰.𝟬𝟬
Kaikei, il maestro buddista in preghiera (2016, 60 min) sott. inglese
una mostra per celebrare il centenario di Marcello Mastroianni
A Castel Sant’Angelo a Roma è in programma la mostra Marcello Mastroianni. Ieri, Oggi, Sempre, dal 12 ottobre 2024 al 12 gennaio 2025. La mostra, dedicata al centenario della nascita di Marcello Mastroianni (Fontana Liri, 1924 – Parigi, 1996), rappresenta un evento ufficiale della diciannovesima Festa del Cinema di Roma ed è un appuntamento imperdibile per gli appassionati del cinema italiano e della fotografia d’autore. L’esposizione presenta una straordinaria raccolta di fotografie che ripercorrono la carriera e la vita di uno dei più grandi protagonisti del cinema italiano, simbolo della Dolce Vita.
Promossa dall’istituto Pantheon e dalla Direzione dei Musei Nazionali della città di Roma del Ministero della Cultura, la mostra è curata da Gian Luca Farinelli, Direttore della Cineteca di Bologna, con il patrocinio della Regione Lazio. È organizzata da Civita Mostre e Musei in collaborazione con la Fondazione Cinema per Roma, la Cineteca di Bologna, l’Archivio Storico dell’Istituto Luce, la Biblioteca Museo Teatrale SIAE, la Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia, Rai Teche e con il supporto di archivi privati. La mostra offre un viaggio visivo nella storia del cinema italiano attraverso l’obiettivo di noti fotografi, che hanno catturato momenti sia intimi che pubblici della vita del grande attore. Con 100 fotografie per celebrare i suoi 100 anni, l’esposizione si propone di esplorare i momenti più iconici e significativi della vita di Marcello Mastroianni, figura che ha rappresentato il cinema italiano nel mondo. Le immagini in mostra metteranno in luce le molteplici sfaccettature dell’attore, non solo attraverso i suoi ruoli cinematografici più celebri, ma anche nella sua vita privata, lontano dai riflettori, cercando di rivelare i meccanismi dietro le quinte attraverso un percorso coinvolgente e interattivo. Il percorso espositivo si articola su due temi principali: il primo si concentra su momenti salienti delle riprese e degli spettacoli; il secondo, presenta un’analisi dell’uomo Marcello Mastroianni, approfondendo la sua personalità e narrando la sua storia.
“Castel Sant’Angelo si conferma ancora una volta un punto di riferimento fondamentale per l’incontro e il dialogo tra diversi linguaggi e discipline, con le sue mostre che spaziano dalla fotografia, all’arte, all’archeologia, al cinema. Quello che oggi si inaugura è un progetto corale, di collaborazione tra una pluralità di istituzioni, dedicato a una figura iconica della cultura italiana e internazionale, in un luogo altrettanto simbolico per il nostro patrimonio”, evidenzia MassimoOsanna, Direttore generale Musei.
“L’obiettivo della mostra ‘Ieri, Oggi, Sempre’ non è solo commemorare attraverso la fotografia uno dei più grandi personaggi del cinema italiano e mondiale, ma valorizzare gli aspetti della sua vita e della sua arte che non sono conosciuti e ciò che – dopo cento anni dalla sua scomparsa – ha rappresentato per la nostra società e il nostro sistema culturale. L’esposizione è frutto di uno sforzo istituzionale comune volto all’esaltazione di quella naturalezza malinconica e umanità ironica che hanno scritto la storia della cultura italiana del secondo Novecento e che lo hanno fatto amare dagli italiani come uno di loro. Da sempre sosteniamo iniziative come questa”, afferma FedericoMollicone, Presidente della Commissione Cultura della Camera dei Deputati.
“Nel paese dei mostri sacri e degli istrioni, Mastroianni ha saputo diventare la presenza più umana e carismatica, il divo più internazionale, coltivando uno stile nell’ombra, senza eccessi, senza abusi, preferendo le inflessioni interiori. Anche per questo non lo si può confondere con nessun altro, né lo si può dimenticare. La sua silhouette così discreta, senza parole inutili, così autoironica, ha portato nel mondo intero un’idea della nostra civiltà, della nostra cultura, che ben pochi altri hanno saputo offrire con la stessa eleganza”, dichiara Gian Luca Farinelli, curatore della mostra.
Roma -Alla Casa dell’Architettura è aperta la mostra “Tutte le stelle portano a Roma” che presenta i volti di grandi attori e attrici ritratti dagli scatti d’autore di Luigi de Pompeis, giovane fotoreporter e fotografo di linea sui red carpet nazionali di Roma e Venezia.
La mostra proseguirà fino al 27 ottobre2024
La mostra a cura di Georgiana Ionescu, organizzata in collaborazione con la Casa dell’Architettura dell’Ordine Architetti Roma e Provincia e l’Acquario Romano nell’ambito della Festa del Cinema di Roma con il patrocinio della Presidenza della Commissione Cultura della Camera dei deputati racconta i due principali Festival di cinema italiani, ognuno con la propria specificità: Roma – laddove tutto ebbe inizio, con Cinecittà, e Venezia – capitale del Cinema internazionale e del glamour.
Evento all’interno del più ampio programma della terza edizione di Proiezioni, la rassegna cinematografica organizzata dalla Casa dell’Architettura in occasione della Festa del Cinema di Roma.
Casa dell’Architettura | Sala Monitor P complesso monumentale Acquario Romano p.zza Manfredo Fanti, 47 – Roma
Casa dell’Architettura -Si trova all’interno dell’Acquario Romano, un edificio tanto assurdo quanto controverso nato sul finire dell’Ottocento per volere dell’esperto in piscicultura Pietro Garganico, subito andato in malora e adibito a sala spettacolo e magazzino. La struttura è ellittica e ricorda un teatro. Nel 2002 il comune lo cede all’Ordine degli Architetti di Roma, ora ospita convegni, mostre e rassegne video a tema immobiliare, ma non disdegna esibizioni d’arte contemporanea.
In piazza Manfredo Fanti, circondato da un piccolo giardino, sorge l’edificio monumentale, ispirato a tipologie architettoniche classiche, nato su iniziativa dell’ittiologo comasco Pietro Carganico, per la realizzazione di uno stabilimento di piscicoltura con acquario, uno spazio soprattutto ricreativo, sul modello degli square parigini, impreziosito da un laghetto e ponticelli.
La costruzione faceva parte del progetto di ammodernamento di Roma a opera di Quintino Sella, con l’idea di rendere la capitale un centro della scienza. Inaugurato nel 1887, su progetto dell’architetto Ettore Bernich, l’Acquario venne utilizzato per i suoi scopi istituzionali per breve tempo: tra il 1900 e il 1930, fu teatro (vi recitarono Petrolini e Viviani), sala cinematografica, circo e, infine, magazzino del Governatorato e deposito degli scenari del Teatro dell’Opera, e abbandonato sino al 1984.
L’Acquario Romano si presenta con un corpo cilindrico con un avancorpo di ingresso con arco a nicchione, cui si accede da due scale simmetriche. La facciata principale è riccamente decorata con elementi di ispirazione acquatica, come le sculture “La Pesca” e “La Navigazione”, ospitate nelle edicole ai due lati dell’ingresso, e il gruppo raffigurante il carro di Venere tirato da un tritone ed una nereide, sulla sommità dell’attico.
Nel giardino, è presente uno dei più interessanti tratti delle Mura Serviane, realizzate intorno al IV sec. a.C. per difendere Roma. Ciò che rimane non è solo la struttura in grandi blocchi di tufi, ma il sistema difensivo nella sua interezza: la cinta muraria ed il profondo fossato che la completava e rinforzava al suo esterno, a cui si addossa una serie di edifici di età imperiale.
Entrando, si accede nell’atrio dagli splendidi ornamenti “alla pompeiana”, con nicchie ricche di statue, per poi giungere alla sala centrale, di forma ellittica, sovrastata da un lucernario. Un doppio ordine di colonne in ghisa, a sostegno della galleria superiore e del soffitto, scandisce la grande sala, dove al pianoterreno si aprivano le vasche – ora murate – decorate da specchiature dipinte da Silvestro Silvestri. L’ambiente affascina per la spettacolarità e la quantità delle decorazioni.
Dopo un lungo restauro, volto a restituirne l’immagine originale, l’Acquario Romano è oggi Casa dell’Architettura: un luogo finalizzato a dare voce e diffondere i nuovi fermenti progettuali, per esporre le ultime tendenze dell’architettura e dell’arte locale e internazionale, una sede polifunzionale dove promuovere la cultura e organizzare eventi e attività istituzionali dell’Ordine degli Architetti.
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