Fotoreportage e Articolo di Franco Leggeri-Associazione Cornelia Antiqua
Franco Leggeri-Articolo e foto 2008 e 2017 per Archivio dell’Associazione CORNELIA ANTIQUA
ROMA Municipio XII-Località Malagrotta-
-Scavi Archeologici a ridosso della discarica di rifiuti urbani più grande d’Europa-
Fotoreportage e Articolo di Franco Leggeri-Associazione Cornelia Antiqua
Malagrotta- anno 2008-Scavi Archeologici a ridosso della discarica più grande d’Europa.
ROMA Municipio XII-Loc.Malagrotta -Associazione Cornelia Antiqua-Lungo la Via di Malagrotta, subito a ridosso della più grande discarica d’Europa, stanno venendo alla luce le antichissime vestigia di una necropoli. Questi nuovi scavi sono poco distanti da quelli di via Castel Malnome-Piana del Sole dove sono venute alla luce oltre 300 sepolture. La prima menzione di “Molarupta” è dell’anno 995, si trova negli annali Camaldolesi che citano una permuta al Monastero di S.Gregorio del fondo Notula da parte di Costanza e negli anni 1014 e 1067 risulta come “casale” come scrive il Nibby.
Mentre il Tomassetti scrive che il nome Malarupta, poi Malarotta e Malagrotta, deriverebbe da una mola sul fiume Galeria sono ancora visibili i resti. Ma il nome di Malagrotta, secondo una leggenda medioevale deriva dalla tana , mala grotta, di un terribile drago che terrorizzava queste terre, il drago fu sconfitto da un Anguillara.. Questa leggenda ha ispirato lo scultore Mauro Martoriati che ha realizzato una scultura, tra il surreale e il metafisico, alta più di tre metri e pesante 10 quintali utilizzando ferro riciclato ; la scultura è stata collocata nei giardini comunali di Anguillara. Ancora una volta ci si trova di fronte al dilemma di chi vuole portare alla luce i tesori nascosti di questa Valle Galeria e chi, invece, vuole seppellire la valle con i rifiuti. Tutta l’area intorno è piena di siti archeologici che testimoniano i periodi che vanno dal Neolitico al Medioevo.
Franco Leggeri-Articolo e foto 2008 e 2017 per Archivio dell’Associazione CORNELIA ANTIQUA
Malagrotta- Roma Municipio XI- Foto 16 febbraio 2017-Scavi Archeologici abbandonati a ridosso della discarica più grande d’Europa.Malagrotta- anno 2008-Scavi Archeologici a ridosso della discarica più grande d’Europa.Malagrotta- anno 2008-Scavi Archeologici a ridosso della discarica più grande d’Europa.Malagrotta- anno 2008-Scavi Archeologici a ridosso della discarica più grande d’Europa.Malagrotta- anno 2008-Scavi Archeologici a ridosso della discarica più grande d’Europa.Malagrotta- anno 2008-Scavi Archeologici a ridosso della discarica più grande d’Europa.Malagrotta- Roma Municipio XI- Foto 16 febbraio 2017-INCENERITOREMalagrotta- Roma Municipio XI- Foto 16 febbraio 2017-Scavi Archeologici abbandonati a ridosso della discarica più grande d’Europa.Malagrotta- Roma Municipio XI- Foto 16 febbraio 2017-Scavi Archeologici abbandonati a ridosso della discarica più grande d’Europa.Malagrotta- Roma Municipio XI- Foto 16 febbraio 2017-Scavi Archeologici abbandonati a ridosso della discarica 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Municipio XI- Foto 16 febbraio 2017-Scavi Archeologici abbandonati a ridosso della discarica più grande d’Europa.Malagrotta- Roma Municipio XI- Foto 16 febbraio 2017-Scavi Archeologici abbandonati a ridosso della discarica più grande d’Europa.Malagrotta- Roma Municipio XI- Foto 16 febbraio 2017-Scavi Archeologici abbandonati a ridosso della discarica più grande d’Europa.Malagrotta- Roma Municipio XI- Foto 16 febbraio 2017-Scavi Archeologici abbandonati a ridosso della discarica più grande d’Europa.Malagrotta- Roma Municipio XI- Foto 16 febbraio 2017-Scavi Archeologici abbandonati a ridosso della discarica più grande d’Europa.Malagrotta- Roma Municipio XI- Foto 16 febbraio 2017-Scavi Archeologici abbandonati a ridosso della discarica più grande d’Europa.Malagrotta- Roma Municipio XI- Foto 16 febbraio 2017-Scavi Archeologici abbandonati a ridosso della discarica più grande d’Europa.Malagrotta- Roma Municipio XI- Foto 16 febbraio 2017-Scavi Archeologici abbandonati a ridosso della 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Percile (Roma)-Borgo della Sabina situato nel parco dei Monti Lucretili.Secondo alcune fonti il nome di Percile deriva dalla famiglia romana di Porcia.Del periodo romano rimane come testimonianza una stele marmorea di una fanciulla di età di circa 7 anni, il quale monumento ricorda anche vari personaggi locali.
Dopo l’età classica romana che caratterizzava le case di Percile raggruppate in Villae e Pagus, gli abitanti cominciarono a costruire delle case intorno a delle chiesette ed a delle pievi. Però le prime notizie certe sul paese sono datare tra il 314 ed il 335 nella biografia di San Silvestro I.
Nel X secolo, nei dintorni del paese furono costruiti dei castelli per favorire la difesa dei paesi dei dintorni.
Dal 1011 al 5 maggio 1275 si susseguirono varie vicissitudini feudali:
Ottone Frangipane, conte di Sabina, donò 1500 moggi di terreno coltivabile (1011) all’Abate di Farfa;
Il nobile Berardo, figlio di Crescenzio, donano il castello sempre all’Abbazia di Farfa.
Nel 1262, con una bolla fu confermato il feudo dell’Abbazia.
In seguito passò agli Orsini . Nel XVII secolo divenne feudo della Famiglia Borghese.
Interessante il palazzo Baronale e le chiese di San’Anatolia (XVI secolo) , Santa Lucia (XVII secolo) nel cuore del Borgo e subito fuori dell’abitato la medievale e romanica Santa Maria Della Vittoria. Da segnalare nel territorio del comune i cosiddetti Lagustelli, piccoli specchi d’acqua immersi in una natura lussureggiante.
Nota a cura di di Paolo GENOVESI
Percile (Roma)- Fotoreportage di Paolo GENOVESI Percile (Roma)- Fotoreportage di Paolo GENOVESI Percile (Roma)- Fotoreportage di Paolo GENOVESI Percile (Roma)- Fotoreportage di Paolo GENOVESI Percile (Roma)- Fotoreportage di Paolo GENOVESI Percile (Roma)- Fotoreportage di Paolo GENOVESI Percile (Roma)- Fotoreportage di Paolo GENOVESI Percile (Roma)- Fotoreportage di Paolo GENOVESI Percile (Roma)- Fotoreportage di Paolo GENOVESI Percile (Roma)- Fotoreportage di Paolo GENOVESI Percile (Roma)- Fotoreportage di Paolo GENOVESI Percile (Roma)- Fotoreportage di Paolo GENOVESI Percile (Roma)- Fotoreportage di Paolo GENOVESI Percile (Roma)- Fotoreportage di Paolo GENOVESI Percile (Roma)- Fotoreportage di Paolo GENOVESI Percile (Roma)- Fotoreportage di Paolo GENOVESIhttp://www.abcvox.info/wp-content/uploads/2022/11/23120092_2016553551920953_2630116333492407758_o.jpgPercile (Roma)- Fotoreportage di Paolo GENOVESIPercile (Roma)- Fotoreportage di Paolo GENOVESIPercile (Roma)- Fotoreportage di Paolo GENOVESIPercile (Roma)- Fotoreportage di Paolo GENOVESIPercile (Roma)- Fotoreportage di Paolo GENOVESIPercile (Roma)- Fotoreportage di Paolo GENOVESIPercile (Roma)- Fotoreportage di Paolo GENOVESIPercile (Roma)- Fotoreportage di Paolo GENOVESIPercile (Roma)- Fotoreportage di Paolo GENOVESIPercile (Roma)- Fotoreportage di Paolo GENOVESIPercile (Roma)- Fotoreportage di Paolo GENOVESIPercile (Roma)- Fotoreportage di Paolo GENOVESIPercile (Roma)- Fotoreportage di Paolo GENOVESIPercile (Roma)- Fotoreportage di Paolo GENOVESIPercile (Roma)- Fotoreportage di Paolo GENOVESIPercile (Roma)- Fotoreportage di Paolo GENOVESIPercile (Roma)- Fotoreportage di Paolo GENOVESIPercile (Roma)- Fotoreportage di Paolo GENOVESIPercile (Roma)- Fotoreportage di Paolo GENOVESIPercile (Roma)- Fotoreportage di Paolo GENOVESIPercile (Roma)- Fotoreportage di Paolo GENOVESIPercile (Roma)- Fotoreportage di Paolo GENOVESIPercile (Roma)- Fotoreportage di Paolo GENOVESIPercile (Roma)- Fotoreportage di Paolo GENOVESIPercile (Roma)- Fotoreportage di Paolo GENOVESIPercile (Roma)- Fotoreportage di Paolo GENOVESIPercile (Roma)- Fotoreportage di Paolo GENOVESIPercile (Roma)- Fotoreportage di Paolo GENOVESIPercile (Roma)- Fotoreportage di Paolo GENOVESIPercile (Roma)- Fotoreportage di Paolo GENOVESIPercile (Roma)- Fotoreportage di Paolo GENOVESIPercile (Roma)- Fotoreportage di Paolo GENOVESIPercile (Roma)- Fotoreportage di Paolo GENOVESIPercile (Roma)- Fotoreportage di Paolo GENOVESIPercile (Roma)- Fotoreportage di Paolo GENOVESIPercile (Roma)- Fotoreportage di Paolo GENOVESI
Film-“Anna dei miracoli”- protagoniste Anne Bancroft e Patty Duke – Oscar nel 1963
– Nuova Rivista Letteraria-
Il Film- Pluripremiato (vanta due Oscar nel 1963, per la protagonista Anne Bancroft e per Patty Duke, che interpretava Anna, più numerosi altri riconoscimenti), “Anna dei miracoli” racconta la storia vera di Helen Keller, vissuta negli Stati Uniti tra la fine dell’800 e gli anni ’60 del ‘900, divenuta sordo-cieca a poco meno di 2 anni, probabilmente in seguito a meningite. Helen, prima viziata ed accontentata in tutto e per tutto dai genitori, inizia a fare progressi e conquistare la propria autonomia quando viene affidata alle cure di Anne Sullivan, giovane insegnante, anche lei parzialmente non vedente, che, con pazienza, dedizione e autorevolezza, insegna alla bambina che, nonostante la propria condizione, può anche lei imparare a parlare, leggere, studiare e avere una vita autonoma. Molto famosa la scena dell’acqua, nella quale Helen pronuncia la parola “acqua” dopo che Anne gliel’ha fatta scorrere sulle mani, ripetendole le lettere che la compongono:
A-C-Q-U-A
Helen impara ad associare le sensazioni alle parole, novità che la sorprenderà moltissimo e li dara la motivazione per proseguire ad imparare l’alfabeto.
Li darà, cosi come scoprirà più tardi,l’opportunità di studiare e diventare avvocato, rompendo, in questo modo la barriera che i propri familiari hanno messo davanti a lei.
Lo studio l’aiuterà a superare i limiti fisici, nuovi mondi li si apriranno, mondi di cui non era a conoscenza .
Anne li ridarà la propria fiducia in se stessa e la dignità di cui ,inconsciamente, l’ho avevano privata.I suoi problemi fisici passano in un secondo piano acquistando altri significati ,funzionando piuttosto come stimoli
psicologi, forze motrici per il suo sviluppo sociale.
Il film si ferma a questo punto, ma non la storia di Helen Keller, che, sotto la guida di Anne, gradualmente, continua a fare progressi, al punto da apprendere varie lingue straniere e diventare, a 24 anni, la prima persona sordo-cieca a laurearsi in un college. Trascorrerà il resto della sua lunga vita ad impegnarsi direttamente per i diritti delle persone disabili e degli operai, come avvocato e, poi, nelle file del Partito Socialista d’America, visitando anche molti Paesi, tra i quali il Giappone, da cui- altro primato- importerà negli USA due cani appartenenti alla razza “Akita Inu”. Il suo impegno le valse anche la più alta onorificenza statunitense, la Medaglia presidenziale della libertà.
Il film “Anna dei miracoli” è molto fedele alla vicenda reale di Helen Keller e riesce a rendere, grazie alle scene forti, all’ambientazione volutamente “claustrofobica” e al bianco e nero, la drammaticità e, al tempo stesso, il “miracolo” (per l’appunto) dell’apprendimento e della scoperta, da parte di Helen, del mondo che la circonda, ricordandoci che niente è impossibile di per sé: basta trovare il modo giusto per raggiungere l’obiettivo.
Fonte-Nuova Rivista Letteraria-
Film-“Anna dei miracoli”Film-“Anna dei miracoli”Film-“Anna dei miracoli”Film-“Anna dei miracoli”
Bilioteca DEA SABINA -Associazione CORNELIA ANTIQUA
Gli Indiana Jones di CORNELIA ANTIQUA alla ricerca del :
“ RACCONTO DELLE PIETRE”
CORNELIA ANTIQUA- esplorazione dei sotterranei del Santuario di Santa Maria in Celsano -12 luglio 2022-
La Mission di Cornelia Antiqua:”Il fascino di ascoltare il “racconto delle pietre” , l’emozione di entrare in luoghi abbandonati da secoli dagli uomini. Gli Indiana Jones di Cornelia Antiqua sono sempre in azione per trovare i pezzi mancanti del grande mosaico della Storia che è sepolta nella Campagna Romana. Manufatti in pietra, frammenti di pietre scheggiate, elementi di frecce e piccoli reperti in selce. Trovare le “connessioni” tra le Valli di Galeria e dell’Arrone. Cercare e scoprire il segreto che costudisce questo gioiello naturalistico racchiuso nei territori dei Municipi XIII e XIV di Roma Capitale dove ,tra vasti prati, piccole alture, caverne sepolte sotto la vegetazione dei boschi , sono nascoste ancora tante risposte alle domande degli Archeologi , Paleontologi , Storici e i tantissimi appassionati e amanti della Campagna Romana. Sì è questa la Mission di Cornelia Antiqua“.
Santuario di Santa Maria in Celsano -prima del restauro
Dal “libretto di Campagna “ del 12 luglio 2022
Roma -Municipio XIV -Borgo Santa Maria di Galeria– Ingresso ed esplorazione dei sotterranei del Santuario di Santa Maria in Celsano che si trova nel Borgo agricolo medioevale di Santa Maria di Galeria. Si chiarisce che il sopralluogo nei sotterranei è stato autorizzato e supervisionato da Don Roberto Leone , Parroco del Santuario , Cancelliere della Diocesi di Porto e Santa Rufina, Fondatore del Museo del Santuario di Galeria, Autore di varie pubblicazioni tra le quali LE CATACOMBE di SAN MARIO site sulla via Boccea. Hanno partecipato alla ricognizione :Tatiana Concas, Cristian Nicoletta, Danilo Cairani, Riccardo Paolucci e David Monti operatore videomaker.
N.B.Pubblichiamo in anteprima alcune foto relative ai sotterranei del Santuario di Santa Maria in Celsano, mentre per la Relazione tecnica e le conclusioni, dovremo aspettare ancora qualche giorno.
CORNELIA ANTIQUA- esplorazione dei sotterranei del Santuario di Santa Maria in Celsano -12 luglio 2022-Associazione CORNELIA ANTIQUA- Siete appassionati della Storia poco raccontata, quella da riscoprire e vi piace l’ Avventura ,oppure siete affascinati dalla bellezza della Campagna Romana ? Allora unisciti a noi. Ecco cosa facciamo: Produciamo Documentari e Fotoreportage, organizziamo viaggi ,escursioni domenicali e tantissime altre iniziative culturali.Tutti sono benvenuti nella nostra Associazione, non ha importanza l’età, noi vi aspettiamo !Per informazioni – e.mail.:cornelia.antiqua257@gmail.com– Cell-3930705272–CORNELIA ANTIQUA- esplorazione dei sotterranei del Santuario di Santa Maria in Celsano -12 luglio 2022-CORNELIA ANTIQUA- esplorazione dei sotterranei del Santuario di Santa Maria in Celsano -12 luglio 2022-CORNELIA ANTIQUA- esplorazione dei sotterranei del Santuario di Santa Maria in Celsano -12 luglio 2022-CORNELIA ANTIQUA- esplorazione dei sotterranei del Santuario di Santa Maria in Celsano -12 luglio 2022-CORNELIA ANTIQUA- esplorazione dei sotterranei del Santuario di Santa Maria in Celsano -12 luglio 2022-CORNELIA ANTIQUA- esplorazione dei sotterranei del Santuario di Santa Maria in Celsano -12 luglio 2022-
P.S. Il libretto di Campagna relativo alle uscite del Gruppo Operativo di CORNELIA ANTIQUA diventerà una rubrica permanente.
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ROMA- MUNICIPIO XIII-XIV-IL BOSCO SANTO DI PAPA LEONE IV SULLA VIA BOCCEA-
–Associazione CORNELIA ANTIQUA-
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Circa 2600 anni fa il terzo re di Roma, Anco Marzio (675-616 a.C.), riprese la lotta contro gli Etruschi della grande Veio.
Tito Livio (“Ab urbe condita”, I, 33) racconta:
“Il regno di Anco non significò espansione soltanto per la città, ma anche per la campagna e i dintorni. Il bosco di Mesia, tolto ai Veienti, estese il dominio di Roma fino al mare” (“Silva Maesia Veientibus adempta usque ad mare imperium prolatum”).
Cos’era questa Silva Maesia (o Sylva Mesia o Silva Mesia)?
E dove si trovava?
Forse tale selva si estendeva lungo l’odierna via Boccea (la romana Cornelia) e da lì verso l’Aurelia, sino al mare.
Secondo Nicola Maria Nicolai (“Luoghi anticamente popolati dell’Agro Romano”) essa occupava il luogo di queste tenute:
“Santa Rufina, Paola, Porcareccio, Porcareccina, Mimoli [Torresina], Torrevecchia, Primavalle, Pigneto, Pedica [forse la Pedica di Primavalle, all’altezza di via del Soriso], Valle Canuta, Maglianella, Sulce [Casal Selce], Boccea, Tragliata, Tragliatella” per un totale di quasi 12.000 ettari.
In altre parole partiva dall’attuale Pineta Sacchetti e, seguendo il corso della Boccea, arrivava sino a Tragliata; da lì si estendeva verso l’Aurelia e la linea costiera che, allora, doveva essere più vicina a noi.
In epoca imperiale presso una “parte” della Silva Mesia (chiamata Selva Nera per l’altezza e l’intrico degli alberi che non lasciavano passare la luce del giorno) trovarono la morte otto santi:
Associazione CORNELIA ANTIQUA
– le romane Rufina e Seconda (257 d.C.)
– la famiglia persiana di Mario, Marta, Audiface e Abacuc (270 d.C.)
– Marcellino e Pietro (304 d.C.).
Sul luogo del martirio delle sorelle Rufina e Seconda fu edificata la basilica omonima che divenne il centro della nuova diocesi di Silva Candida (così ribattezzata – da Nera a Candida – per il martirio delle giovanissime vergini); ove si giustiziarono i quattro persiani (“in nympha”, cioè presso una fonte) venne eretta una chiesa. Marcellino e Pietro, invece, furono sepolti sulla via Casilina, dove ancor oggi possiamo ammirare il mausoleo di Elena, madre di Costantino.
Il luogo di martirio e sepoltura di Rufina e Seconda si trovava lungo la via Cornelia (attuale Boccea, come detto) al nono-decimo miglio da Roma (13 chilometri), probabilmente poco dopo l’attuale incrocio fra la Boccea, via della Storta e via Casal Selce. Quello della famiglia persiana al tredicesimo miglio (19 chilometri), poco prima del castello di Boccea.
Tali luoghi al tempo del martirio appartenevano a due matrone Romane, Plautilla e Felicita. Nel nono secolo erano, invece, proprietà del futuro Papa San Leone IV (pontefice dall’847 all’855 d.C.) appartenente alla nobile casata dei Bassi.
Sentiamo cosa dice Francesco Maria Torrigio (“I sacri trofei romani del trionfante prencipe degli apostoli san Pietro gloriosissimo”, 1644) che cita Giacomo Grimaldi:
“Leon Quarto, qual fu della famiglia de’ Bassi … fu benemerito della Chiesa Vaticana; poiché fra le molte altre cose gli donò … un luogo, non lungi da Roma, suo patrimonio, chiamato Buccea, di 735 rubbij di terreno che sino al presente possedono li Canonici … di che il Grimaldi dice: ‘Castrum Bucceiae, tempore, quo SS. Marius, Audifax, Abacum Martha ibi subiere martyrium, erat nobilissima Bassiorum gentis, via Cornelia 13 ab urbe lapide, Nimpha Catabassi appellatum’“.
In parole semplici: Leone IV, della gens dei Bassi (un’antica stirpe di Roma), giovane monaco benedettino presso il monastero di San Martino, donò il proprio possedimento sulla Boccea ai Canonici di San Pietro (al Capitolo Vaticano) – quel possedimento ove trovarono la morte Mario, Marta, Audiface, Abacuc che, proprio perché dei Bassi (“Bassiorum gentis”) da un generico “in nimpha” venne definito come “ad nymphas cata-bassi”.
Non è certo un azzardo pensare che tale proprietà di Leone IV ricomprendesse anche il territorio della basilica delle Sante Rufina e Seconda distante poche miglia. Lo stesso pontefice, infatti, si prodigò molto nelle donazioni alla diocesi di Silva Candida.
Esaminando meglio la storia del possedimento di Boccea si riesce poi a comprendere meglio anche l’origine del suo nome.
Esso vien fatto derivare tradizionalmente da buxus, bosso. Come a dire: una foresti di alberi di bosso. Il bosso, tuttavia, raggiunge, anche nel periodo di massimo sviluppo, pochi metri d’altezza; pare impossibile, quindi, che una selva di bossi possa identificarsi con la Selva Nera o Oscura che faceva parte della più ampia e temuta Selva Mesia.
Esaminiamo alcune bolle papali: nel 1027 Papa Giovanni XIX parla di “buxus”, nel 1037 Gregorio IX di “buxus”, “buxitum” e “buxetum”, nel 1057 Vittore II di “bussus”. Pare, insomma, una parola che si stava allora (XI secolo) lentamente adattando al latino medievale. E questo perché non era termine né latino e né greco, bensì di origine germanica e, più precisamente, longobarda: da būsk-bōsk, ovvero “bosco”, intendendo con ciò una “estensione di terreno coperta di alberi, specie di alto fusto e di arbusti selvatici”: assai rispondente, quindi, alla nostra Selva Mesia-Selva Nera-Selva Candida. In un “bosco” così fitto da nascondere la luce del sole (e lontano dagli sguardi del popolo) avrebbe avuto senso uccidere i suddetti martiri cristiani.
Noteremo poi, esclusivamente a titolo di pura suggestione come:
il luogo di nascita di un altro pontefice decisivo per il nostro territorio, Pio V, fosse Bosco (attuale Bosco Marengo nell’Alessandrino), noto anticamente come Media Sylva.
il padre di Leone IV avesse un nome di probabile origine longobarda (Ridolfo o Radoaldo).
la nobile casata dei Bassi avesse quale antenato quel Giunio Basso (prefetto di Roma nel 359 d.C. e figlio di Giunio Annio Basso) che, convertitosi al Cristianesimo in punto di morte, fu sepolto in un sarcofago ricco di bassorilievi di ispirazione biblica ed evangelica. Il sarcofago, di eccezionale bellezza, è in Vaticano: andate a dargli un’occhiata.
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I Custodi della Memoria- Fotoreportage dalla SARDEGNA
-SILANUS- L’IPOTESI DEI FORI PONTAI-
SILANUS- L’IPOTESI DEI FORI PONTAI-Sorge in territorio di Silanus, appare monotorre con l’ingresso architravato praticamente sepolto. Noi abbiamo fatto qualche foto all’interno entrando da un grosso buco lato ovest (qualcuno ipotizza fatto per scavi clandestini).
Corbos, ha la particolarità di presentare dei fori tra i conci, che seguono una traiettoria elicoidale per quasi tutto il perimetro della torre.
Attorno a questo nuraghe l’archeologo Giaccobbe Manca e lo studioso Alessandro Atzeni hanno portato avanti una loro idea chiamando questi fori , Fori Pontai. Secondo gli autori quindi i fori potevano ospitare le travi che facevano parte delle rampe da costruzione.
Nel primo commento troverete i dettagli.
Ecco la posizione del nuraghe
https://goo.gl/maps/PdfaHNwVWDFL4Scj8
-SILANUS- L’IPOTESI DEI FORI PONTAI-SILANUS- L’IPOTESI DEI FORI PONTAI-SILANUS- L’IPOTESI DEI FORI PONTAI-SILANUS- L’IPOTESI DEI FORI PONTAI-SILANUS- L’IPOTESI DEI FORI PONTAI-SILANUS- L’IPOTESI DEI FORI PONTAI-SILANUS- L’IPOTESI DEI FORI PONTAI
Il giorno dell’Epifania, venerdì 6 gennaio, alle ore 18,30 si terrà – dopo le 𝗦𝗮𝗻𝘁𝗲 𝗠𝗲𝘀𝘀𝗲 (9-11-12 e alle 17 con la S. Messa Solenne e Levata del Bambino) e la “𝗣𝗮𝘀𝗾𝘂𝗮𝗿𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗽𝗲𝗿 𝗹𝗲 𝘃𝗶𝗲 𝗱𝗲𝗹 𝗕𝗼𝗿𝗴𝗼” (ore 16,15) – il Recital “𝗜𝗹 𝗣𝗿𝗲𝘀𝗲𝗽𝗲 𝗱𝗶 𝗙𝗿𝗮𝗻𝗰𝗲𝘀𝗰𝗼” del 𝗖𝗼𝗿𝗼 𝗣𝗮𝗿𝗼𝗹𝗮 𝗱𝗶 𝗩𝗶𝘁𝗮 diretto da 𝗔𝗻𝗱𝗿𝗲𝗮 𝗕𝗲𝗿𝘁𝗼𝗹𝗱𝗶 .
“Il Coro Parola di Vita nasce circa 15 anni fa dalla fusione dei Cori Parrocchiali di Canneto, Prime Case e Coltodino che negli anni precedenti pensarono di realizzare insieme un Concerto natalizio – spiega il direttore Bertoldi – . Nacque poi l’idea di non distinguerci più in base alla località ma di essere una sola identità. Il nome “Parola di vita” fu scelto perché il nuovo gruppo avrebbe avuto come finalità, l’annuncio della Parola di Dio, tramite il canto. Infatti i brani che eseguiamo sono di autori che compongono per la liturgia e si rifanno ai testi del Vangelo e quindi alla parola divina che è vita. Con il tempo, il Coro crebbe e confluirono in esso persone provenienti da altri Cori Parrocchiali (Prime Case, Farfa, Passo Corese, Borgo Quinzio e Corese Terra) e anche da altre Diocesi (Pomezia, Settebagni, Roma ecc.) “.
“Ho scritto questo spettacolo facendo riferimento a Tommaso da Celano che ha scritto la “Vita Prima” la prima biografia su San Francesco, al “Il Presepio di San Francesco” di Guido Gozzano e aggiungendo ovviamente un po’ del mio, per romanzare il tutto – continua Bertoldi -. “Il Presepe di Francesco” si focalizza sul momento in cui il Santo ha l’ispirazione divina per realizzare il Presepe e si identifica come Recital in quanto le diverse scene sono tutte accompagnante da momenti musicali che a mio parere risaltano l’atmosfera del momento e restituiscono a chi ascolta molta più emozione.
Insieme al Coro e agli attori, abbiamo voluto coinvolgere i meravigliosi bambini che con la loro dolcezza e spontaneità rendono ancor più bello ed emozionante lo spettacolo natalizio.
“Il Presepe di Francesco” è un nostro inedito presentato in realtà già 4 anni fa per la prima volta a Canneto ma come spesso succede un po’ per tutti gli spettacoli, anche esso è stato rivisto e modificato in alcune parti per trasformarlo in un Recital più dinamico e coinvolgente per il pubblico”.
“Nel settembre 2008 i Cori Parrocchiali di Canneto Sabino e quello di Coltodino (entrambi facenti parte della Vicaria Martiri Sabini – Diocesi Sabina-Poggio Mirteto provincia di RIETI) decisero di organizzare insieme un Concerto di Natale, proponendo i brani classici della tradizione e della liturgia Natalizia. Il Concerto di Natale, che ebbe una buona riuscita e riscosse molto successo, si rivelò essere stata anche una bella esperienza, e i due Cori decisero di ripeterla successivamente, costituendo un nuovo gruppo che avrebbe avuto come finalità, l’annuncio della Parola di Dio, tramite il canto. Si decise di realizzare quindi altri concerti di musica Cristiana, durante i periodi forti dell’anno liturgico.Anche questa idea funzionò ed ebbe parecchi riscontri positivi.
👉Nasce il Coro “Parola di Vita”
Con il tempo, il Coro crebbe e confluirono in esso persone provenienti da altri Cori Parrocchiali (Prime Case, Farfa, Passo Corese, Borgo Santa Maria..) e anche da altre Diocesi (Pomezia, Settebagni, Roma ecc.) I Concerti adottarono una veste nuova, con commenti e riflessioni, proiezioni e scenografie fino a diventare veri e proprio Recital, proposti anche al di fuori dei confini della Diocesi Sabina, riscuotendo sempre più apprezzamenti e attestati di stima.
👉Oggi il Coro “Parola di Vita” è una realtà sempre più consolidata.
Può far parte del nostro gruppo, chiunque sia mosso da ideali cristiani, e dal desiderio di volerli esprimere nel canto. Al Signore Dio va la nostra lode e il nostro canto; a Lui cantiamo la sua grandezza e le sue opere. Con la nostra opera, crediamo speriamo di coinvolgere e sensibilizzare sempre di più quanti percorrono il cammino cristiano”.
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