-Alfredo CHIGHINE “Il segno e il senso nelle sue Opere”-
Articolo di Cesare VIVIANI scritto per la Rivista ORIGINI N°37 anno 1999-
Alfredo Chighine – cenni biografici:
Alfredo Chighine nacque a Milano il 9 marzo 1914 da padre sardo e madre lombarda. Giovanissimo entrò in fabbrica a lavorare come operaio mentre, cominciati subito i suoi interessi artistici, frequentava il Corso di Incisione all’Umanitaria. Nel 1941 espose alla III Mostra Provinciale al Palazzo della Permanente un dipinto intitolato “Composizione”. Nel 1945 studiò all’Istituto Superiore d’Arte Decorativa di Monza e finalmente all’Accademia di Brera di Milano, dove seguì il corso di scultura. In questo periodo conobbe Giacomo Manzù e fu suo allievo. Aveva stretti rapporti di amicizia e di lavoro con Franco Francese, più giovane di lui di sei anni. Erano gli anni del dopoguerra: Alfredo Chighine entrò nell’ambiente di Brera, che gravitava intorno al Bar Giamaica. Aveva intanto continuato a dipingere. Ma nel 1948 si presentò alla Biennale di Venezia con due sculture in legno. Era poverissimo, gli mancavano i materiali per lavorare, colori, tele, legno, ecc. La scultura “Maternità” del 1946 è fatta con un acero di un viale di Milano, segato e portato a casa di notte. Aveva studio in via Mac Mahon. Qui lo frequentò, primo dei critici a capirne le qualità, Marco Valsecchi. Fondamentale fu in quel momento l’incontro, tramite Valsecchi, con Gino Ghiringhelli. Ne derivò un rapporto di stima, di amicizia e di lavoro che durò fino alla morte di Ghiringhelli nel 1964, e che fu testimoniato da numerose mostre alla Galleria del Milione. Un eccezionale collezionista, Carlo Frua De Angeli, colse allora il valore di Chighine e acquistò molte delle sue migliori opere degli anni cinquanta e primi sessanta. Nel 1956 lasciò lo studio di via Mac Mahon e si trasferì in uno studio in via Rossini 3, che divise col pittore Giordano. Nel 1957 Alfredo Chighine compì il primo viaggio a Parigi. Dal 1958 cominciò a recarsi nell’estate a Viareggio; qui ebbe studio e vi tornò ogni anno, acquisendo nuovi temi e un senso diverso della luce. In quello stesso anno lasciò lo studio di via Rossini e ne sistemò uno, che fu il definitivo, in Corso Garibaldi. Nel 1959 fece un breve soggiorno a Positano e fu colpito dalla violenza cromatica del Sud. Ormai la sua opera si era imposta e la sua vita non ebbe più vicende che non fossero quelle interiori e del lavoro quotidiano di pittura, di grafica e di incisione. Morì a Pisa il 16 luglio 1974.
Chighine alla Galleria Marini: ALFREDO CHIGHINE Pensare con le mani
– Milano Arte Expo-
Chighine alla Galleria Marini: ALFREDO CHIGHINE Pensare con le mani – mostra consigliata da Milano Arte Expo. Inaugurazione giovedì 11 dicembre 2014 alla Galleria Marini (via Appiani 12 vedi MAPPA) – aperta fino al 28 febbraio 2015. Grande omaggio ad Alfredo Chighine (Milano 1914 – Pisa 1974), tra i protagonisti storici della pittura informale italiana. In espsosizione più di quaranta opere eseguite dal 1953 al 1973 a testimoniare tutto il percorso artistico del maestro. Scrive Elisabetta Longari nella presentazione in catalogo “…Pensare con le mani: non riesco a trovare una formulazione alternativa che dia altrettanto precisamente conto della matrice “immanente e pragmatica” propria del laboratorio creativo dell’artista, tanto nella sua prima fase come scultore quanto nella sua attività di pittore, e dei suoi processi, legati soprattutto all’immediatezza del fare, un fare interamente basato su una sorta di intuito fulmineo della mano e dell’occhio (“come se a vedere fossero le mani”) …”. >
E Cristina Casero osserva “…Per Chighine mi sembra che la stagione informale vada intesa, da un lato come la volontà di avvicinarsi alla realtà per restituirne l’essenza vitale, il ritmo, guardando alla natura naturans più che alla natura naturata, dall’altro come un fondamentale esercizio sul piano della prassi pittorica, della costruzione dell’immagine attraverso il lessico della pittura: segno, colore, luce …”
Arezzo-Un paradiso per chi ama la fotografia d’epoca: ad Arezzo torna l’appuntamento con Foto Antiquaria, la storica mostra-mercato di fotocamere, cineprese e attrezzature fotografiche antiche che, ormai da oltre 35 anni, è un appuntamento imperdibile per appassionati e collezionisti. Dalle ore 8 alle ore 17 Piazza Grande accoglierà tanti espositori provenienti da ogni parte d’Italia che daranno vita a una singolare mostra mercato. Qui sarà possibile acquistare o scambiare apparecchiature sia analogiche che digitali usate o fuori produzione e ci si potrà muovere alla ricerca di pezzi rari e introvabili per arricchire la propria collezione o per riparare una antica fotocamera.
Immancabile una sezione dedicata alla vendita di cartoline, libri e pubblicazioni varie di carattere fotografico. FOTO ANTIQUARIA è organizzata dalla Fondazione Arezzo Intour in collaborazione con Confartigianato Arezzo e il Foto Club “La Chimera“ di Arezzo.
Nata nel 1986 e prima in Italia, FOTO ANTIQUARIA propone due appuntamenti annuali (uno in primavera e uno a fine estate) ed è visitata da migliaia di appassionati in cerca di occasioni uniche. Un motivo in più per visitare Arezzo e il suo straordinario centro storico, magari dedicando qualche scatto anche alle bellezze storico artistiche che la città e il suo territorio presentano.
Arezzo capitale della fotografia “vintage”: domenica 15 ottobre torna FOTO ANTIQUARIA, la storica mostra-mercato di fotocamere, cineprese e attrezzature fotografiche antiche che, ormai da 37 anni, è un appuntamento imperdibile per appassionati e collezionisti.
Dalle ore 9.00 alle ore 18.00, le meravigliose Logge del Vasari affacciate sulla rinascimentale Piazza Grande, accoglieranno oltre 40 espositori provenienti da ogni parte d’Italia che daranno vita a una singolare fiera dove sarà possibile acquistare o scambiare apparecchiature sia analogiche che digitali usate o fuori produzione e ci si potrà muovere alla ricerca di pezzi rari e introvabili per arricchire la propria collezione o per riparare una antica fotocamera.
Non mancherà una sezione dedicata alla vendita di cartoline, libri e pubblicazioni varie di carattere fotografico. Workshop fotografico “Don’t Look Back``
Confartigianato Fotografi in collaborazione con la Fondazione Arezzo Intour organizza un workshop dal titolo “Don’t Look Back. Il ritratto come collaborazione tra fotografo e soggetto”.
L’evento si terrà Venerdì 11 e Sabato 12 Ottobre 2024 a Palazzo di Via Pellicceria e sarà una delle iniziative collaterali della 76° edizione di Fotoantiquaria in programma ad Arezzo.Il workshop sarà a cura del fotografo di fama internazionale MATTIA ZOPPELLARO. Nato a Rovigo e noto come fotografo di musica e non solo, si è distinto anche per i reportage sociali, di costume e i movimenti giovanili. Sono suoi alcuni dei più iconici ritratti di celebrità internazionali tra cui Depeche Mode, David Beckham, Toni Servillo e Zlatan Ibrahimovic.
“Arezzo – commenta Simone Chierici, presidente della Fondazione Arezzo Intour e assessore al turismo del Comune di Arezzo – torna a celebrare la fotografia vintage grazie a Fotoantiquaria un appuntamento che, insieme alla Fiera Antiquaria, contribuisce a rendere la nostra città un punto di riferimento per il mondo dell’antiquariato e del collezionismo. Una bella occasione per scoprire uno dei centri storici più belli d’Italia”.
Nata nel 1986 e prima in Italia, FOTO ANTIQUARIA propone due appuntamenti annuali (uno in primavera e uno a fine estate) ed è visitata da migliaia di appassionati in cerca di occasioni uniche. Un motivo in più per visitare Arezzo e il suo straordinario centro storico, magari dedicando qualche scatto anche alle bellezze storico artistiche che la città e il suo territorio presentano.
Espositori
Collezionisti di cartoline, libri e pubblicazioni varie di carattere fotografico, possessori di fotografie e pubblicazioni d’epoca, venditori di fotocamere, obiettivi, accessori e cineprese da collezione, fuori produzione o usati, sia analogici che digitali, artigiani legati al mondo della fotografia.
Guido Harari -Remain in light- 50 anni di fotografie e incontri
Editore Rizzoli Lizard
Descrizione del libro di Guido Harari -Rita Levi-Montalcini, Patti Smith, David Bowie, Umberto Eco, Vasco Rossi… L’elenco potrebbe andare avanti a lungo, perché queste sono solo alcune delle persone che Guido Harari ha ritratto in ben cinquant’anni di carriera, mezzo secolo che viene ora celebrato con questo prezioso volume di oltre quattrocento pagine. Una incredibile galleria di storie e immagini raccolte in un libro che è un vero e proprio condensato del talento, della visionarietà e dell’inguaribile curiosità che permeano tutti i lavori di Harari. Dopo “Una goccia di splendore”, dedicato alla memoria fotografica di De André, un altro appuntamento con uno dei più grandi maestri internazionali del ritratto.
Biografia di Guido Harari
Guido Harari (Il Cairo, 28 dicembre1952) è un fotografo e critico musicaleitaliano.Nei primi anni settanta ha avviato la duplice professione di fotografo e di giornalista musicale, contribuendo a porre le basi di un lavoro specialistico sino ad allora senza precedenti in Italia e collaborando con riviste come Ciao 2001, Giovani, Gong e Rockstar. Dagli anni novanta il suo raggio d’azione contempla anche l’immagine pubblicitaria, il ritratto istituzionale, il reportage a sfondo sociale e la grafica dei volumi da lui curati. Dal 1994 è membro dell’Agenzia Contrasto.
Di lui ha detto Lou Reed: “Sono sempre felice di farmi fotografare da Guido. So che le sue saranno immagini musicali, piene di poesia e di sentimento. Le cose che Guido cattura nei suoi ritratti vengono generalmente ignorate dagli altri fotografi. Considero Guido un amico, non un semplice fotografo”.
Di Fabrizio De André Harari è stato uno dei fotografi personali, con una collaborazione ventennale che include la copertina del disco In concerto, tratto dalla leggendaria tournée dell’artista genovese con la PFM nel 1979. Sul cantautore genovese Harari ha realizzato quattro fortunati volumi: E poi, il futuro (Mondadori 2001, con nota introduttiva di Fernanda Pivano), Una goccia di splendore (Rizzoli 2007, con nota introduttiva di Beppe Grillo), Evaporati in una nuvola rock insieme a Franz Di Cioccio sulla tournée con PFM (Chiarelettere, 2008) e Fabrizio De André. Sguardi randagi. Le fotografie di Guido Harari (Rizzoli, 2018). È stato inoltre uno dei curatori della grande mostra dedicata a De André da Palazzo Ducale, a Genova.
Tra le sue mostre Strange Angels, 2002/05, Wall Of Sound 2007/08/16/17/18, Sguardi randagi. Fabrizio De André fotografato da Guido Harari 2009/10 e l’antologica Remain In Light 2022/23.
Nel 2011 ha fondato ad Alba, dove risiede, la Wall Of Sound Gallery, galleria fotografica e casa editrice interamente dedicata alla musica.
2004. Fernanda Pivano. The Beat Goes On. Guido Harari (a cura di). Mondadori.
2005. Viaggio a Garessio. Studio Bibliografico Bosio Editore.
2006. The Blue Room. Galleria Arteutopia e HRR Edizioni.
2006. Vasco! Edel.
2007. Fabrizio De André. Una goccia di splendore. Un’autobiografia per parole e immagini a cura di Guido Harari. Nota di Beppe Grillo. Prefazione di Dori Ghezzi De André. Rizzoli.
2008. Fabrizio De André & PFM. Evaporati in una nuvola rock. A cura di Guido Harari e Franz Di Cioccio. Chiarelettere.
2009. Mia Martini. L’ultima occasione per vivere. A cura di Menico Caroli e Guido Harari. Nota di Charles Aznavour, Introduzione di Giuseppe Berté. TEA.
2010. Giorgio Gaber. L’illogica utopia. Guido Harari (a cura di). Nota di Luigi Zoja. Chiarelettere.
2010. Sandro Chia. I guerrieri in San Domenico, HRR Edizioni.
2011. Quando parla Gaber. Chiarelettere.
2012. Tom Waits. Le fotografie di Guido Harari. TEA.
2012. Vinicio Capossela. Le fotografie di Guido Harari. TEA.
2014. Kate Bush, The Photography of Guido Harari. Wall Of Sound Gallery.
2015. Pier Paolo Pasolini. Bestemmia, Chiarelettere.
2015. Sonica. Guido Harari / Ravello. Wall Of Sound Gallery.
2016. The Kate Inside, Wall Of Sound Gallery.
2016. Wall of Sound. The Photography of Guido Harari, catalogo della mostra, Rockheim Museum.
2017. Wall of Sound 10, Wall Of Sound Editions.
2018. Fabrizio De André. Sguardi randagi. Le fotografie di Guido Harari, Rizzoli.
2018. Wall of Sound, Silvana Editoriale.
2021. Muse, catalogo della mostra, Locus festival, Wall Of Sound Editions.
2022. Remain In Light. 50 anni di fotografie e incontri. Rizzoli Lizard.
Francesco Guadagnuolo: una mostra per i Laghi di Castel Gandolfo e di Nemi-
Il noto pittore Francesco Guadagnuolo, residente ai Castelli Romani, ha realizzato una mostra con l’intento di sensibilizzare al rischio prosciugamento dei Laghi di Castel Gandolfo e di Nemi.
L’esposizione è presso la Biblioteca Comunale di Genzano di Roma, Viale G. Mazzini, 12, in occasione dell’ “Ottobre Scientifico” sul tema: “Crisi Climatica e protezione ambientale: salvaguardare l’ambiente oggi per l’umanità di domani“.
La mostra di Guadagnuolo è visitabile da lunedì 7 ottobre a lunedì 28 ottobre 2024 con orari Lun 09:00-18:00, Mar 13:00-18:00, Mer/ Gio/ Ven 09:00-13:30.
I Laghi dei Castelli Romani, di Castel Gandolfo e di Nemi, rischiano l’estinzione, stando ad una relazione amministrativa dell’ANBI (Associazione Nazionale delle Bonifiche Italiane). Una condizione che è stata riferita, ultimamente, nell’interesse della Nazione con un servizio, divulgato il 14 agosto 2024, dal geologo Mario Tozzi sul quotidiano ‘La Stampa’. I due importanti laghi che hanno una grande storia, in passato, sono stati visitati spesso da Papi e Imperatori – asserisce Tozzi – attualmente risultano “sull’orlo del collasso”.
Il M° Guadagnuolo sempre attento alla salvaguardia dello stato naturale e dell’ambiente ha pensato bene di realizzare due opere pittoriche per focalizzare subito il problema ed invitare a chi di dovere ad intervenire subito e non arrivare com’è successo alla perdita del Lago di Pergusa (prov. di Enna), in Sicilia, terra di origine di Guadagnuolo, il quale con un dipinto, l’ha voluto recentemente segnalare.
Nei dipinti di Guadagnuolo i Laghi di Castel Gandolfo e di Nemi sono al centro del paesaggio, fanno risaltare la resa atmosferica, infatti, la luminosità riporta qualunque tratto del luogo in uno scenario impegnato di natura e di bellezza.
Per il Lago di Castel Gandolfo, negli ultimi 12 mesi il livello è sceso in modo drammatico, di oltre 50 centimetri, infatti, Guadagnuolo ci va vedere un’atmosfera nostalgica i cui contrasti sono affievoliti e impiegati nel tratto centrale del paesaggio. La luce adagia ogni porzione dell’ambientazione. Delicate ombre sono create per dare una certa dinamicità. Le colline che contengono il Lago plasmano una sorta di angolatura prospettica che dirige la veduta in profonda – interiorità. Altresì la prospettiva aerea consente di produrre la percezione di allontanamento. É un dipinto dalla dimensione rettangolare con profili diradati che catturano la luce abilmente. L’incanto dell’effigiato si espande dalle alternanze di morbidezze e attività percepibili nelle forme contenute e nelle rappresentazioni esposte. Lo splendore sensibilizzante del creato arriva ad assorbire i momenti diurni e notturni, rallentando l’iter naturale della realtà. Oltre a ciò, gran parte del dipinto è rivolto alla raffigurazione del cielo nell’alba del nuovo giorno.
Per quanto concerne il Lago di Nemi, negli ultimi tre anni il livello del lago è sceso di 2 metri e si sono persi 9 milioni di metri cubi di acqua, infatti, Guadagnuolo ci fa vedere un ambiente malinconico e appartato anteponendo le segrete luminescenze della tarda serata per dare un’apparizione poetica del paesaggio. Egli prepone luci meno decise, modulazioni lievi e particelle interiori del paesaggio.
Individuiamo il chiarore del calare del sole di un Lago di cui non sappiamo quale sarà il suo futuro. I tratti vermigli impiegati per raffigurare il cielo ci lasciano uno stato d’animo inquieto pensando cosa si poteva fare prima e cosa si può fare adesso per salvarlo. La visione del Lago si abbandona, quasi stemperandosi con il cielo smarrendosi attorno al cratere del Vulcano. Guadagnuolo con questa interpretazione particolare rimanda un’apparenza del creato nella sua non dimenticata magnificenza.
Nei due Laghi dipinti da Guadagnuolo si scorge l’incognito del tempo, la condizione di un futuro differente a ciò che stiamo assistendo. Ma quale sarà il futuro? La natura ha un suo corso, a differenza dell’essere umano, ha la prerogativa di conservarsi di continuo, senza mai sparire, solo la mano dell’uomo riesce a far morire la natura.
Le due opere sono caratterizzate da colori tenui, armonizzati, per fare uscire ogni splendore dei Laghi, cercando in tutti i modi di fare il possibile per tutelarli, quasi vien voglia d’immergersi all’interno dell’opera per viverla di ogni contenuto tramandando un sentore di pacatezza ed estasi.
Attraverso la sua opera Guadagnuolo ci espone la necessità di intervenire con l’aspirazione di perdurare esaurientemente, prima che sia troppo tardi: “salvare i Laghi di Castel Gandolfo e di Nemi“.
È molto malinconico considerare come in zone così meravigliose e leggendarie ci sia questo drammatico pericolo della perdita dei Laghi, così ricchi di passato e mito che fanno parte della risorsa del patrimonio naturale dell’Italia.
INFORMAZIONI
Mostra: Francesco Guadagnuolo: una mostra per i Laghi di Castel Gandolfo e di Nemi
Ediz. italiana e inglese: Photography as a Life Choice-
Edizione Inglese di Francesca Alfano Miglietti (a cura di), Sylvia Notini (Traduttore)
Editore Marsilio
Descrizione -Il volume nasce in occasione della mostra Letizia Battaglia, Fotografia come scelta di vita, (Venezia, Casa dei Tre Oci), un volume antologico che raccoglie ben 300 scatti, molti dei quali inediti, provenienti dall’archivio storico della grande fotografa, con l’intento di raccontare un’artista, una donna e una vita. Letizia Battaglia è riconosciuta come una delle figure più importanti della fotografia contemporanea non solo per i suoi scatti saldamente presenti nell’immaginario collettivo, ma soprattutto per il valore civile ed etico da lei attribuito al fare fotografia. Nel catalogo oltre al saggio introduttivo della curatrice Francesca Alfano Miglietti, sono presenti interventi di noti personaggi quali il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, Filippo La Mantia, e il fotografo Paolo Ventura. Un saggio di Maria Chiara Di Trapani racconta inoltre la vita nell’archivio della fotografa. Si presenta una Letizia Battaglia inedita, fotografa di mafia ma anche della bellezza: dagli omicidi di piazza a Milano negli anni settanta agli animali, le coppie, i baci; l’inconsapevole eleganza delle bambine del quartiere Cala a Palermo; le processioni religiose, lo scempio delle coste siciliane, i volti di Giovanni Falcone, Pier Paolo Pasolini e di tante donne nelle quali la fotografa si rispecchia. Nel volume si documentano inoltre l’impegno politico, l’attività editoriale, quella teatrale e cinematografica e la recente istituzione del Centro internazionale di fotografia a Palermo.
Pereto (AQ)- Satya Forte. I fiori non si tagliano con l’acqua-
in Mostra a Palazzo Maccafani
Pereto-Galleria Monitor a Palazzo Maccafani – Satya Forte torna ad esporre a Pereto, dopo il lavoro Se non il vento, presentato a Ultramoderne,straperetana 2023, in cui l’elemento effimero della polvere raccolta nelle stanze di un palazzo abbandonato diventava fulcro dell’opera.
Le sale di Palazzo Maccafani verranno abitate da alcune opere site-specific, realizzate nell’arco degli ultimi mesi, appositamente per il grande salone d’ingresso e per la sala degli affreschi mentre negli spazi sotterranei verranno presentati due lavori precedentemente realizzati tra cui un inedito. Ci sono delle opere che hanno una certa luce interiore che anche a luci spente riverbera, forte e chiara. Un paio d’anni fa chi scrive si è imbattuta in una di queste. Era posizionata in una stanza un po’ male in arnese, in una mostra di cui in tutta franchezza non é dato di ricordare il contenuto.
Giunti davanti a quest’opera, non si poteva però far altro che constatare la grande energia che emanava, assieme al nome del tutto sconosciuto della mano che l’aveva realizzata.
A distanza di due anni da quell’incontro, la galleria Monitor è lieta di annunciare la prima personale di Satya Forte (Atri, 2000) “I
La ricerca di Satya Forte si focalizza su tre questioni ricorrenti: la natura dei materiali, le loro tensioni – fisiche e culturali – in rapporto al contesto, la caducità delle cose terrene (Maurizio Coccia, 2023). È plausibile dunque affermare che il lavoro di questa giovanissima artista nasce da pulsioni interiori, forze uguali e contrarie, tecnicismi e manualità estrema, ossessione del dato parzialmente lenticolare e restituzione di un tutto che ne regola i fili.
Satya Forte torna ad esporre a Pereto, dopo il lavoro Se non il vento, presentato a Ultramoderne, straperetana 2023, in cui l’elemento effimero della polvere raccolta nelle stanze di un palazzo abbandonato diventava fulcro dell’opera.
Le sale di Palazzo Maccafani verranno abitate da alcune opere site-specific, realizzate nell’arco degli ultimi mesi, appositamente per il grande salone d’ingresso e per la sala degli affreschi mentre negli spazi sotterranei verranno presentati due lavori precedentemente realizzati tra cui un inedito.
– Testo di Maurizio Coccia
INFORMAZIONI
Apertura: 05/10/2024
Conclusione: 10/11/2024
Organizzazione: galleria Monitor
Curatore: Maurizio Coccia
Indirizzo: Piazza Maccafani 5 – 67064 Pereto (AQ)
Opening: sabato 5 ottobre 11.00-16.00
Orario: sabato e domenica, dalle 15.00 alle 19.00
NOTA BIOGRAFICA di Satya Forte (Nata ad Atri, 2000)
In corso, Biennio di Arti Visive presso L’Accademia di Belle Arti De L’Aquila (ABAQ)
2023 Diploma in Scultura presso L’Accademia di Belle Arti de L’Aquila (ABAQ)
Mostre personali e collettive
2024 How I Met Your Laundry, dodici interventi performativi e una festa, a cura di Maurizio Coccia con la
collaborazione di Celeste Kunst, Lavanderia LAVAPIU, Teramo
2024 This is not a love song, a cura di Maurizio Coccia e Mara Predicatori, Palazzo Lucarini Contemporary,
Trevi (PG)
2024 Chiamata alle arti 2024, Muciaccia Gallery Project, Roma
2023 Non v’è luce nella ferita, a cura di Maurizio Coccia e Mario Consiglio, Palazzo Lucarini Contemporary,
Trevi (PG)
2023 Un dito di Polvere, a cura di Valentina Rigano, Officine Brandimarte, Ascoli Piceno (AP)
2023 Straperetana – Ultramoderne, VII edizione, Pereto (AQ)
2023 Contemporary festival, Festival di arte, musica e avanguardia. Ideatore Roberto Follesa e direttore artistico
Maurizio Coccia, Donori (CA)
2022 Contemporaneart22, a cura di Arianna Sera. Palazzo Ducale Orsini Colonna Tagliacozzo (AQ)
2021 C.U.O.R.E (Cryogenic Underground Observatory for rare events), Margherita Morgantin. Palazzo Lucarini
Contemporary, Trevi (PG).
la mostra “Giuseppe Zigaina Incisioni, edizioni e libri d’artista”-Aperta fino al 17 novembre 2024-
ROMA-L’Istituto Centrale per la Grafica inaugura giovedì 3 ottobre 2024 la mostra Giuseppe Zigaina. Incisioni, edizioni e libri d’artista, curata da Francesca Agostinelli e Ilaria Savino e dedicata all’opera incisa del maestro friulano che in questo 2024 avrebbe compiuto cent’anni. “Cento anni sono un compleanno rotondo. La parola celebrazione a volte reca con se? un tono di retorica, ma va riportata non gia? all’assenza ma piuttosto alla presenza, all’eredita? che lascia un grande artista” sottolinea Maura Picciau, Direttrice dell’Istituto centrale per la grafica.
In esposizione oltre50 opere calcografiche tra puntesecche, acqueforti e acquetinte, una decina di edizioni d’arte e libri d’artista ed alcune lastre provenienti dall’archivio del Maestro situato nella sua casa-studio a Cervignano del Friuli. In mostra, inoltre, un disegno del 1951 e un video del 1983 che mostra Zigaina nella Stamperia A/S di Udine intento alla realizzazione di una acquaforte, di cui in esposizione si potrà vedere la matrice incisa e la stampa che ne è derivata.
Giuseppe Zigaina inizia a incidere a 40 anni, quando è già un pittore affermato. I suoi esordi calcografici lo vedono a Roma, nel 1965, incidere a puntasecca le prime lastre presso la Stamperia Romero. Il mondo incisorio dell’artista racconta il buio dell’uomo e della storia: sono dormitori, lager, fucilati ad avere il sopravvento nei temi che Zigaina incide con forza per i molti anni a venire.
Da allora la grafica è elemento naturale a fianco della sua pittura e della scrittura ed è vissuta come elemento nodale della sua complessa dimensione espressiva. In breve tempo Zigaina si qualificherà tra i principali incisori italiani e sarà l’acquaforte la sua tecnica prediletta, quella con cui passare intere giornate e “vivere straordinarie avventure”, come dice lui stesso.
Oggi il suo archivio a Cervignano del Friuli e il catalogo generale dell’opera incisa, rubricata fino al 1994, danno conto di oltre quattrocento lastre incise, sedici stamperie frequentate e un lavoro che nel solcare la lastra conduce ad uno “sprofondare nell’immagine” di cui l’artista scrive in memorabili testi sull’incisione.
Zigaina nella sua tarda età si dedica in modo particolare alle edizioni d’arte e al libro d’artista, caratterizzato nella sua parte calcografica dal rimaneggiamento e dall’assemblaggio di matrici realizzate in differenti periodi della sua vita, così da coinvolgere nel fare tecnico il processo di elaborazione poetica in cui il tempo e la memoria giocano il ruolo non direzionale, ma avvolgente l’esistenza.
La mostra presso l’Istituto Centrale per la Grafica rientra nel progetto Zigaina 100/Anatomia di una immaginepromosso dalla Regione Friuli Venezia Giulia, che recentemente ha stanziato i fondi per l’acquisizione della sua casa e del suo studio -sede anche dell’archivio- per farne un centro-studi sull’artista che, sottolinea Massimiliano Fedriga, presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, ” fu anche un interprete acuto del nostro tempo, capace di leggere e rappresentare le inquietudini e le speranze dell’uomo contemporaneo”.
L’iniziativa vede la collaborazione della Stamperia d’arte Albicocco di Udine
La mostra è accompagnata da un catalogo, edito da Dario Cimorelli Editore, con testi di Francesca Agostinelli, Gabriella Pace, Ilaria Savino, Vanja Strukelj e Giuseppe Zigaina, oltre alle presentazioni di Maura Picciau, Massimiliano Fedriga, Andrea Balducci e Cristian Zanfabro.
Informazioni, orari e prezzi
Informazioni:
Istituto centrale per la grafica – Palazzo della Calcografia
Via della Stamperia, 6 – Roma
Biografia di Giuseppe Zigaina. Nato e cresciuto a Cervignano del Friuli, in provincia di Udine, nel 1934 entra nel collegio di Tolmino (oggi Tolmin, in Slovenia), restandovi fino all’armistizio di Cassibile del 1943. Fondamentale per lui l’incontro, nel 1946, con Pier Paolo Pasolini, con cui stabilisce profondi legami sia umani che artistici destinati a sopravvivere alla morte del poeta. Nel 1949 espone a Roma alla Galleria d’Arte Moderna. Nello stesso anno realizza tredici disegni per una raccolta di poesie dell’amico Pier Paolo Pasolini intitolato Dov’è la mia Patria edita dall’Academiuta di Lenga Furlana di Casarsa della Delizia, il paese natale della madre del poeta, in Friuli, presso Pordenone. Ancora nel 1949, dall’8 al 21 giugno, si tiene una personale di Zigaina presso la Galleria Bevilacqua La Masa in piazza San Marco, a Venezia: il dépliant della mostra, pubblicato dalle Arti Grafiche Fratelli Cosarini di Pordenone, ospita un testo introduttivo firmato da Pasolini. Nel 1953 dirige il lungometraggio 1953: primo maggio a Cervignano, diffuso dalla RAI TV.
1957 Pasolini scrive per l’amico Zigaina il poemetto Quadri friulani contenuto nel volume Le ceneri di Gramsci. Nel 1958 per la casa editrice tedesca Volk und Welt esegue cinquantadue disegni per Pisana oder Bekenntnisse eines Achtzigjahrigen, traduzione tedesca delle Confessioni di un ottuagenario di Ippolito Nievo.
1962 Viene invitato a far parte della Società Europea di Cultura e dell’Accademia di San Luca di Roma.
1968 Collabora al film Teorema di Pier Paolo Pasolini.
1971 Pasolini gli affida la parte del frate santo nel Decameron.
1984 Inizia un periodo di insegnamento all’Art Institute di San Francisco e presenta ufficialmente alla Berkeley University la sua teoria rivoluzionaria sulla morte/linguaggio di Pasolini.
1987 Esce il primo libro su Pier Paolo Pasolini, Pasolini e la morte. Mito, alchimia e semantica del “nulla lucente“, Venezia, Marsilio Editori.
1992 Per il Centro Andaluz de Teatro di Siviglia realizza la supervisione alla regia di Orgia dell’amico Pasolini.
1995 La casa editrice Electa gli dedica una monografia in due volumi dedicata alla pittura e all’opera incisoria curata da Marco Goldin. Marsilio editore gli pubblica Hostia. Trilogia della morte di Pier Paolo Pasolini e quattordici racconti autobiografici intitolati Verso la laguna.
1999 Marsilio pubblica il pamphlet Pasolini: Un’idea di stile: uno stilo.
2000 Esce Temi e treni di Pier Paolo Pasolini. Un giallo puramente intellettuale, editore La Scaletta.
2000 Il 31 ottobre, ai microfoni di Radio Radicale, Zigaina rievoca le circostanze della scomparsa di Pier Paolo Pasolini. Dal confronto con la simbologia presente in gran parte delle sue opere egli ha dedotto che Pasolini ha «progettato per quindici anni la sua morte»
2001 Udine, le edizioni del Tavolo Rosso pubblicano un libro d’arte in cinquanta esemplari Giuseppe Zigaina per Friederike Mayrocker con tre acqueforti per ciascuno dei tre autori.
Si deve a Zigaina la supervisione alla regia di Orgia per il Centro Andaluz de Teatro di Siviglia.
Raffaello, Barocci, Cantarini, Lazzarini dalla Biblioteca Oliveriana-
Mostra aperta fino al 17 novembre 2024 ai Musei Civici-
PESARO-Musei Civici-Raffaello, Barocci, Cantarini e Lazzarini sono gli artisti protagonisti della mostra ai Musei Civici di Pesaro. Per ognuno di loro l’attività grafica ha rivestito un ruolo fondamentale. Il disegno deve essere inteso come potentissimo segno di comunicazione e trasmissione del sapere e delle idee. Pesaro Capitale italiana della cultura 2024 è l’occasione per mettere in scena circa 40 opere grafiche conservate nella Biblioteca Oliveriana di Pesaro, uno dei centri nevralgici della cultura di questa città, custode di un inestimabile patrimonio storico. La mostra ‘CAPITALE’ DEL DISEGNO. Raffaello,Barocci, Cantarini, Lazzarini dalla Biblioteca Oliveriana per Pesaro 2024 è allestita fino al 17 novembre 2024 nelle sale che ospitano la collezione permanente dei Musei Civici di Pesaro. La mostra è a cura di Anna Cerboni Baiardi con Anna Maria Ambrosini Massari.
I disegni esposti appartengono alla collezione Viti Antaldi che ammonta oggi a 803 fogli di maestri, epoche e scuole differenti. Tracciano un ideale percorso con alcuni dei principali artisti che si sono avvicendati in questo territorio tra il XVI e il XVIII secolo: l’urbinate Federico Barocci (1533-1612), attivo per il duca Francesco Maria II della Rovere insieme ai suoi valenti seguaci; i pesaresi Simone Cantarini (1612-1648), genio inquieto e innovativo, e GiovanniAndrea Lazzarini (1710-1801), protagonista del Settecento nella sua città natale e nelle Marche. Tutti questi si sono trovati a riflettere, in tempi e modi diversi, sull’opera del grande Raffaello (1483-1520) che, nato a Urbino e infine chiamato da papa Giulio II a Roma, ha dato vita a opere ritenute così perfette da diventare modelli inesauribili per le generazioni future.
Centrale nella mostra è quindi la figura di Raffaello, il cui contributo viene arricchito attraverso strumenti e metodi digitali. ‘Capitale’ del disegno diventa così per il visitatore anche esperienza sensibile, emotiva e cognitiva.
Spiega la curatrice Anna Cerboni Baiardi:“La mostra mette in luce una delle più significative realtà storico artistiche della città di Pesaro: la collezione di disegni Viti Antaldi conservata nella Biblioteca Oliveriana di Pesaro, nota nei secoli passati per il gran numero di autografi di Raffaello, oggi vanto delle più prestigiose raccolte del mondo. I disegni scelti per l’occasione tracciano un ideale percorso da Raffaello a Lazzarini, passando attraverso Federico Barocci, i suoi allievi e Simone Cantarini. Per ognuno di questi l’attività grafica ha rivestito un ruolo fondamentale. I disegni permettono al visitatore di entrare nella dimensione più creativa dell’elaborazione artistica, di ammirare il valore sintetico di una linea o la morbidezza di un segno sfumato, di godere di un’immagine funzionale a un progetto o semplicemente di un esercizio di stile fine a se stesso. In diversi casi i fogli dialogano con alcuni dipinti selezionati, normalmente compresi nel percorso museale, ma anche con opere inedite o poco note offerte per l’occasione da collezionisti pubblici e privati che arricchiscono la conoscenza e la ricerca”.
Centrale nel progetto espositivo è la figura del grande Raffaello (1483-1520): dei tanti disegni di Raffaello che avevano resa famosa la Collezione Viti Antaldi ne resta solo uno, ma estremamente importante: lo Studio di figura, disegno riconducibile alla prima attività dell’artista, preparatorio per la figura di Cristo nella Resurrezione conservata nel Museu de Arte di San Paolo del Brasile. Il prezioso foglio oliveriano, oltre a richiamare simbolicamente gli esordi di questa prestigiosa collezione, vuole evocare l’importanza che l’opera di Raffaello ebbe per gli artisti successivi.
Alcuni dettagli sulle opere di Raffaello e Barocci
Raffaello Il piccolo disegno di Raffaello è l’unico che resta dei tanti che facevano parte della collezione Antaldi. È piccolo ma molto prezioso, perché è tra i pochi giovanili rimasti. Si tratta, infatti, di uno studio per la Resurrezione di San Paolo del Brasile realizzata da Raffaello tra la fine del ‘400 e gli inizi del ‘500, dove sono evidenti gli influssi di Perugino e di Pinturicchio.
Il foglio in mostra attesta l’idea che Raffaello sia stato un campione del disegno ancor prima che della pittura, considerato magister non ancora ventenne, attratto dallo studio dal vero e dalla ponderazione armoniosa come dimostra il nudo rappresentato sul un lato del foglio. Dall’altra parte, lo studio del panneggio dimostra tutta l’importanza che le pratiche disegnative hanno sempre avuto nella sua attività, fin dagli esordi urbinati, in una corte, quella urbinate, tra le più ricche di esiti artistici nel panorama italiano.
Federico Barocci
Anche per Barocci scegliamo di accendere l’attenzione su un foglio giovanile relativo alla decorazione del soffitto della prima stanza del Casino di Pio IV a Roma dove Barocci lavora tra il 1561 e il 1563 accanto a Federico Zuccari e a Santi di Tito. I disegni sono realizzati sul recto e sul verso di una carta cerulea e con almeno due tecniche: la pietra nera e l’inchiostro bruno utilizzato con la penna. Non tutte le immagini che compaiono nel recto sono utilizzate nel Casino, al quale si connettono solo le figure tracciate a penna. La mezza gamba destra in scorcio nel verso del foglio, con la pianta del piede in vista, trova riscontro in diverse prove giovanili dell’artista che non ha mai affrontato un’opera pittorica senza valutare ogni minimo dettaglio attraverso la pratica disegnativa.
La mostra ‘CAPITALE’ DEL DISEGNO è promossa da Comune di Pesaro e Fondazione Pescheria – Centro arti visive nell’ambito degli eventi di Pesaro Capitale italiana della Cultura 2024, con il contributo della Regione Marche e in collaborazione con Ente Olivieri – Biblioteca e Musei Oliveriani e Pesaro Musei, in partenariato con l’Accademia Raffaello di Urbino. L’organizzazione è di Maggioli Cultura e Turismo.
“Pesaro diventa anche ‘Capitale del disegno’ con le splendide collezioni Viti Antaldi che documentano il passaggio di tanti artisti che, nei secoli, si sono affacciati e interfacciati con la nostra realtà territoriale – sottolinea il sindacoAndrea Biancani -.Una mostra che ci omaggerà di un viaggio nel tempo, tra cultura e bellezza, mettendo in luce una delle più significative realtà artistiche presenti nella nostra città, che portano le firme di alcune illustri figure come Raffaello, Giovanni Andrea Lazzarini, Simone Cantarini e Federico Barocci. Pesaro, anche in questo caso, conferma a pieno il suo ruolo di Capitale italiana della Cultura, capace di snodarsi e valorizzarsi tra le bellezze del proprio territorio”.
“La mostra a Palazzo Mosca è un evento ‘perfetto’ per il calendario di Pesaro 2024 da diversi punti di vista – così Daniele Vimini vicesindaco e assessore alla Cultura e Turismo del Comune di Pesaro -. I disegni che convivono accanto ai tesori permanenti dei Musei Civici provengono dalla Biblioteca Oliveriana, mettendo così in stretta comunicazione due dei luoghi simbolo della cultura cittadina. Ancora, la selezione di opere esposte traccia di fatto un ideale percorso che coinvolge l’urbinate Federico Barocci e i pesaresi Simone Cantarini e Giovanni Andrea Lazzarini. Dunque, dialogo e apertura oltre i confini urbani, valori che guidano il cammino dell’anno da Capitale. Non ultimo, l’esposizione ci consente di ‘allungare’ la stagione estiva verso un autunno che – anno dopo anno – si conferma periodo piacevolissimo per vivere la nostra città nella ‘natura’ del mare e nella ricchezza del suo patrimonio artistico. Un grazie speciale, dunque, alle curatrici Anna Cerboni Baiardi e Anna Maria Ambrosini Massari che hanno messo a punto questo progetto prezioso”.
Fabrizio Battistelli, presidente Ente Olivieri – Biblioteca e Musei Oliveriani insieme con la direttrice Brunella Paolini: “Protagonista di questa mostra è il disegno. Raffaello, che eccelle nell’arte pittorica in quanto tale, porta nel tratto grafico immediato e creativo un segno di cui resterà traccia nell’opera di allievi e seguaci, anche a Urbino e a Pesaro, oltre che un’ispirazione per innumerevoli artisti nel mondo. È ambivalente la sorte dei disegni. Le loro proporzioni, la loro materia, la stessa apparente volatilità ne fanno un oggetto particolarmente vulnerabile alla dispersione. Questo è ciò che è accaduto alla superba collezione impostata dal collaboratore di Raffaello Timoteo Viti, passata poi alla famiglia Antaldi e prodigiosamente (sia pure parzialmente) pervenuta alla Biblioteca Oliveriana. Conservare di questi tesori, e nello stesso tempo valorizzarli attraverso la condivisione con il pubblico, è la vocazione di un’istituzione come l’Oliveriana. Rinnovata con entusiasmo, in collaborazione con le altre istituzioni civiche e culturali di Pesaro, in questo 2024 ‘capitale’ ”.
Luigi Bravi, presidente Accademia Raffaello di Urbino:“La mostra, curata dalla consocia Anna Cerboni Baiardi con la consocia Anna Maria Ambrosini Massari, rientra pienamente nella sfera di interessi e nella programmazione culturale dell’Accademia Raffaello di Urbino. Il tema della grafica, infatti, è da sempre un argomento che determina le scelte artistiche ed espositive nella Casa di Raffaello. Fa molto piacere quindi che la nostra Istituzione sia stata coinvolta, per la sua portata scientifica e culturale, nella mostra dedicata al ‘Capitale del disegno’ avendo come sua punta di diamante il celebre disegno dell’Urbinate”.
Fonte- Maggioli Cultura-
L’obiettivo di Maggioli Cultura e Turismoè valorizzare l’ecosistema territoriale promuovendo consapevolezza e conoscenza, con un linguaggio innovativo, creativo, digitale e accessibile. Siamo il partner ideale per costruire modelli efficienti e integrati nell’ambito della gestione, fruizione e comunicazione dei beni turistico-culturali, attraverso soluzioni digitali, servizi di consulenza, attività di marketing territoriale e produzione di eventi e mostre. L’unicità della nostra proposta risiede nel connubio tra adattabilità, esperienza, tecnologia, competenze tecniche di settore e passione, per favorire l’interazione e la partecipazione attiva del pubblico alla scoperta del patrimonio culturale e delle eccellenze del territorio.
Seungwoo Park la prima mostra personale dell’artista sud coreano in Europa,
dal 12 ottobre all’8 novembre 2024-
Lusvardi Art di Milano- Seungwoo Park *1997 Daegu, Corea, è un artista, pittore, scultore e regista. Inaugurazione venerdì 11 ottobre ore 18:00 – 22:00 con Life Performance a partire dalle ore 20:00-
A cura di Alessandro Rauschmann-La mostra unisce per la prima volta in assoluto le varie espressioni artistiche dell’artista quali: Life Performance, Video, Fotogramma, Scultura e Disegno
Seungwoo Park ha sviluppato una pratica di performance unica in cui si concentra sul trascendere i limiti fisici del corpo. L’artista si fa ispirare osservando i movimenti imprevedibili dei pesci. Infatti l’azione delle sue performance è imprevedibile. Con dei movimenti inconsci esplora le complesse interazioni tra realtà e irrealtà. Ciò rivela paradossalmente la sua preoccupazione per il “presente”. Poiché tecnicamente non esiste un istante tra passato e futuro, è il dono dell’artista performativo di rallentare il tempo e indurci a dimenticare per un istante la limitazione dei confini fisici.
Il suo lavoro allude alla deperibilità dell’esistenza e allo stesso tempo ne contempla l’eternità. Incorpora nel suo lavoro l’idea buddista del KARMA e la dottrina di Nietzsche dell’Eterno Ritorno dello stesso.
Nel suo lavoro rifiuta l’approccio dualistico alla vita e alla morte, affrontando invece l’argomento in un modo che riduce il divario tra nascita e morte. Esplora le riflessioni ambivalenti, ma allo stesso tempo intricate, sulla vita come uno stato vivente, respirante, imperfetto e sulla morte come uno stato vuoto, ma completo. Le varie discipline artistiche si fondono nella sua pratica come le sue sculture compaiono nella serie “Photograms” che è un’impronta piatta di una scultura che interpreta poeticamente la luce. Poiché la luce definisce lo spazio, il fotogramma ci mostra l’illusione di un oggetto tridimensionale. La scultura, o meglio un frammento di sé stessa, acquista una qualità estetica che nello spazio non sarebbe visibile.
Mentre i fotogrammi illuminano letteralmente la coerenza tra un corpo astratto e la sua immagine bidimensionale, i disegni figurativi riflettono più uno stato d!animo personale che una ricerca estetica. L’opera “Nati nella notte”, ad esempio, invita a considerare una alternativa alla origine della vita, vista come una zona una zona di transizione in cui si incontrano i propri demoni personali prima di rinascere.
Lusvardi Art is pleased to presents the first solo show of Korean artist Seungwoo Park in Europe. The show unites for the first time ever the various artistic expressions of the artist such as: Life performance, Video, Photogram, sculpture and Drawing.
Opening reception on Friday October 11th 18:00 – 22:00 with a life performance starting at 20:00.
The exhibition is on view from October 12th till November 8th.
Curated by Alessandro Rauschmann
Seungwoo Park *1997 Daegu, Korea, is a Performance Artist, Painter, Sculptor and Filmmaker.
Seungwoo Park developed a unique praxis of performance in which he focuses on transcending the physical limitations of the body.
The artist is inspired by observing the unpredictable movements of fish. In his performances he then let his intuition decide how to move. With unconscious movements he explores the complex interactions between reality and unreality. This paradoxically reveals his preoccupation with the “present”. Since there is technically no instant between past and future, it is the performance artist’s gift to slow down time and intrigue us to forget for an instant the limitation of physical boundaries. His work hints at the perishability of existence while at the same time contemplating its eternity.
He incorporates the Buddhist idea of KARMA and Nietzsche’s doctrine of The Eternal Recurrence of the same into his art practice. He rejects the dualistic approach to life and death, instead he approaches the topic in a way that narrows the gap between birth and decease. Seungwoo explores the ambivalent, yet simultaneously intricate, reflections on life as a living, breathing, imperfect state and death as an empty, yet complete state.
Città di Pescara- Se il biscotto diventa un gioiello-
Corso di decorazione al Museo delle Genti d’Abruzzo-
Pescara, 8 ottobre – Al Museo delle Genti d’Abruzzo Sta per iniziare un viaggio attraverso i sensi: la bellezza da guardare, il buono da assaggiare, la capacità di realizzare. E’ un corso che valorizza non solo la creatività, ma le tradizioni e le suggestioni della fantasia. Tre distinti eventi che la Fondazione Genti d’Abruzzo organizza avvalendosi della professionalità di Filomena Tavano cookie artist , ovvero decoratrice di biscotti. Da non confondere con la pasticceria. Tavano è una eccellenza nel suo settore: nasce, con i suoi studi, restauratrice e decoratrice e si perfeziona lavorando con importanti aziende, per poi trovare una strada alternativa, che le consente di coniugare il suo amore per la pittura con quello per la cucina: nasce così Dolcetto, che le frutta riconoscimenti a livello internazionale e la porta in giro a raccontare come si fa a trasformare un biscotto in un capolavoro.
Il calendario degli appuntamenti si apre sabato prossimo alle ore 16, con la decorazione del biscotto “Presentosa d’Abruzzo”, sabato 30 novembre con inizio alla stessa ora toccherà al “Cuore d’Abruzzo” per concludere il 7 dicembre con la più classica preparazione di piccole opere d’arte natalizie. Sarà possibile sia frequentare un solo evento, della durata di quattro ore, che partecipare all’intero percorso ed avere così una preparazione più completa. “Lavoriamo in un ambiente insolito – spiega Tavano – e proprio per questo presentiamo un prodotto che sia attinente al museo. Ma questa esperienza fa parte anche di un mio progetto, che ha mosso i primi passi nel corso di Mediterranea, che è quello di declinare la decorazione dei biscotti in funzione turistica, preparando delle scatole eleganti che siano riconoscibili come prodotti abruzzesi. Ho già collaborato con la Regione Puglia, lavorando sugli Ori di Taranto, anche per l’Abruzzo sarebbe bello poter avviare una produzione con una propria identità. Penso a una scuola di formazione che potrebbe, ad esempio, essere anche funzionale alla riqualificazione di donne che hanno perso il lavoro, ma anche un punto di partenza per chi decide di investire su un progetto innovativo”. La proposta che si svilupperà all’interno del Museo delle Genti d’Abruzzo potrebbe essere un primo passo verso un lavoro più strutturato sul territorio. “Abbiamo organizzato il percorso in tre distinti eventi – chiarisce Tavano – ed in ognuna delle tre occasioni insegneremo le competenze tecniche di base per poter realizzare un biscotto decorato. Gli elementi essenziali sono la pasta frolla e la ghiaccia reale, che possono però essere lavorati con molte varianti. Perché la decorazione ha davvero molto da offrire, come produzione prevede l’infinito: ogni biscotto è una tela bianca su cui lavorare”. Diverse le tecniche di realizzazione tra la Presentosa e il cuore d’Abruzzo, poi il gran finale a sorpresa per il Natale: biscotti da utilizzare come decorazione per l’albero o per la tavola, per regali originali o semplicemente per coccolarsi in occasione delle feste.
Ai corsi sono ammessi anche i ragazzi, dai 12 anni in poi, un’occasione per avvicinarsi, divertendosi, all’arte della decorazione: “Decideremo in prossimità dell’evento come interpretare il terzo evento. Siamo estremamente flessibili. Ogni persona viene seguita a seconda della propria inclinazione, accompagnata fino al conseguimento del suo risultato”.
Informazioni
Il Museo delle genti d’Abruzzo è un museo di Pescara. Wikipedia
Questo sito usa i cookie per migliorare la tua esperienza. Chiudendo questo banner o comunque proseguendo la navigazione nel sito acconsenti all'uso dei cookie. Accetto/AcceptCookie Policy
This website uses cookies to improve your experience. We'll assume you're ok with this, but you can opt-out if you wish.Accetto/AcceptCookie Policy
Privacy & Cookies Policy
Privacy Overview
This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.