-Cenni storici-Il Borgo si affaccia sul fiume Salto , deve la sua importanza come centro di interesse artistico all’Abbazia di San Salvatore Maggiore, il più importante monumento medievale di questa zona ricca di molti reperti e siti archeologici risalenti a varie epoche storiche .Concerviano fu fondato, nell’VIII secolo, sul Monte Latenano dall’Abbazia di Farfa e la sua fortuna e prosperità fu dovuta alla protezione degli imperatori carolingi. nell’arco di circa un secolo. Il Borgo subì l’assalto dei Saraceni nel IX secolo, ma fu ricostruito nell’arco di quasi cento anni. La decadenza dell’Abbazia di San Salvatore, dovuta alle guerre tra i vari Castelli limitrofi, comportò ridusse il Borgo a semplice Commenda, poi nel XVII fu definitivamente soppressa. La chiesa subì una radicale trasformazione nel corso del seicento. Oggigiorno si possono vedere i resti di pitture e affreschi medievali, mentre nell’abside resta oramai quasi illeggibile, un bell’affresco risalente al XII secolo rappresenta il Salvatore tra schiere di angeli.
Il Complesso monumentale di San Salvatore-
Il Complesso monumentale di San Salvatore maggiore, tra la fine del XX sec. e l’inizio del XXI sec., dopo alcuni decenni di abbandono, è stato ricostruito con un criterio scientifico che consente di leggere le tre stratificazioni edilizie che nel corso dei secoli sono state realizzate.
L’edificio è stato fondato come villa rustica, con, alla base della costruzione, criptoportici; un sistema costruttivo tipico del II e I sec. a. C..
La seconda stratificazione appartiene all’età medievale ed è stata realizzata per la funzionalità dell’Abbazia.
La terza stratificazione, quella che ha maggiormente trasformato l’edificio, iniziata nel XVII sec. viene completata la trasformazione dell’edificio come attualmente si presenta, ed è stata funzionale alle esigenze del Seminario delle Diocesi di Sabina, Poggio Mirteto e Rieti, ed è quella che ha portato l’edificio allo stato attuale.
Dopo la soppressione dell’Abbazia, e per le esigenze della nuova funzione dell’edificio come Seminario, furono eseguite opere edilizie che ampliarono l’edificio, secondo i criteri costruttivi ed architettonici rinascimentali. Fu modificato il prospetto della chiesa (scompare il portico riportato nell’incisione del 1685), furono sopraelevati di un piano i corpi di fabbrica est e nord, e fu costruito un nuovo corpo di fabbrica nel lato ovest.
ROMA Municipio XIII-La VILLA ROMANA delle COLONNACCE
– Fotoreportage di Franco Leggeri
Roma- Municipio XIII-Castel di Guido- Fotoreportage di Franco Leggeri –I visitatori che in questi giorni , a seguito delle varie manifestazioni organizzate dalla LIPU, sono stati ospiti del GAR a Villa Romana delle Colonnacce e qui guidati dal mitico Archeologo Luca nel tour tra gli scavi archeologici. Durante la visita alla Villa Romana molti ospiti sono stati incuriositi dalla presenza di alcuni alberi , muniti di cartello con la relativa descrizione di Plinio, che si trovano nell’angolo in fondo all’area archeologica sono alcuni esemplari di : CIPRESSO,LECCIO,FRASSINO e NOCCIOLO.
Questi alberi sono qui a testimoniare che, tra fine dell’età repubblicana e primi decenni dell’epoca imperiale, come si può anche leggere nelle Opere di Plinio il Vecchio, Plinio il Giovane, Catone e Columella , il giardinaggio non è più considerato una occupazione produttiva, ma anche attività svolta per piacere e diletto. Celebre il brano di Plinio il Vecchio: “I decoratori di giardini distinguono, nell’ambito del mirto coltivato, quello tarantino a foglia piccola, il nostrano a foglia larga, l’esastico a fogliame densissimo, con le foglie disposte a file di sei” ed ancora: “Esistono anche dei platani nani, che sono costretti artificialmente a rimanere di piccola altezza”.
ROMA – Municipio XIII-Castel Di Guido – Villa Romana delle Colonnacce
Fotoreportage di Franco Leggeri -Anno 2005-
Castel di Guido- La Villa Romana è del II-III secolo d.C. è sita su di un pianoro all’interno dell’Azienda agricola comunale.La Villa ha strutture di epoca repubblicana che sono le più antiche e di epoca imperiale. La villa ha una zona produttiva di e la parte residenziale di epoca imperiale. La parte produttiva comprende l’aia o cortile coperto: il grande ambiente conserva le basi di tre sostegni per il tetto, mentre è stato asportato il pavimento, al centro si trova un pozzo circolare. Vi è una cisterna per la conservazione dell’acqua meteorica, all’interno della cisterna si trovano le basi dei pilastri che sorreggevano il soffitto a volta. A giudicare dallo spessore dei muri e dei contrafforti si può desumere che avesse un altezza di circa 5 metri. Nell’ambiente di lavoro si trovano un pozzo e la relativa condotta sotterranea. Torcular : sono due ambienti che ospitavano un impianto per la lavorazione del vino e dell’olio. Vi era un torchio collegato alle vasche di raccolta, mentre in un ambiente più basso vi era l’alloggiamento dei contrappesi del torchio medesimo ed una cucina con contenitori in terracotta di grandi dimensioni (dolii). La parte residenziale ha un atrio, cuore più antico dell’abitazione romana, in cui si conservava l’altare dei Lari, divinità protettrici della casa. Al centro vi è una vasca ( compluvio) in marmo in cui si raccoglieva l’acqua piovana che cadeva da un foro rettangolare sito nel tetto (impluvio). Sale da pranzo, forse triclinari , ampie e dotate di ricchi pavimenti e di belle decorazioni affrescate sulle pareti. Cubicoli, stanze da letto . Vi erano dei corridoi che consentivano il transito della servitù alle spalle delle grandi sale da pranzo senza disturbare i commensali o il riposo dei proprietari. Il Peristilio o giardino porticato: era l’ambiente più amato della casa, di solito con giardino centrale ed una fontana. Dodici colonne sostenevano il tetto del porticato, che spioveva verso la zona centrale. I volontari del GAR –Zona Aurelio , scavano con perizia e recuperano frammenti, “i cocci”, li puliscono,catalogano e , quindi, li trasportano nella sede di via Baldo degli Ubaldi dove vengono restaurati e conservati . Nel 1976 la Soprintendenza Archeologica di Roma recuperò preziosi mosaici e pregevoli pitture che sono ora esposti al pubblico nella sede del museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo. Se la Villa è visitabile e ben conservata lo si deve all’ottimo lavoro dell’Archeologo Dott.ssa Daniela Rossi che la si può definire “Ambasciatore e protettrice del Borgo romano di Lorium “. Ricordiamo il recente, superbo, lavoro della Dott.ssa Daniela Rossi nel quartiere Massimina sulla via Aurelia. La descrizione della Villa delle Colonnacce sono tratte da un saggio-lezione che la Dott.ssa Daniela.Rossi ha tenuto nella sala grande del Castello nel borgo di Castel di Guido il 18/04/09 .
Memorie di Adriano –Giudicando la propria vita di uomo e l’opera politica, Adriano non ignora che Roma finirà un giorno per tramontare; e tuttavia il suo senso dell’umano, eredità che gli proviene dai Greci, lo sprona a pensare e servire sino alla fine. “Mi sentivo responsabile della bellezza del mondo” afferma, personaggio che porta su di sé i problemi degli uomini di ogni tempo, alla ricerca di un accordo tra la felicità e il metodo, fra l’intelligenza e la volontà. I “Taccuini di appunti” dell’autrice (annotazioni di studio, lampi di autobiografia, ricordi, vicissitudini della scrittura) perfezionano la conoscenza di un’opera che fu pensata, composta, smarrita, corretta per quasi un trentennio.
Biografia di Marguerite Yourcenar (1903-1987), pseudonimo di Marguerite Cleenewerck de Crayencour, è stata una scrittrice francese, prima donna eletta alla Académie française, nel 1980 (ovvero l’accademia, fondata nel 1635, il cui compito è vegliare sulla lingua francese: il suo consiglio è formato da soli quaranta eletti). Nata in Belgio, a Bruxelles, da Ferdinande de Cartier de Marchienne, belga e di nobili origini, e dal francese di origini borghesi Michel Cleenewerck de Crayencour, la piccola Marguerite rimase orfana di madre ad appena dieci giorni dalla nascita, per via delle complicazioni del parto. La scrittrice non lamentò mai l’assenza della madre, anche perché col padre aveva uno strettissimo rapporto di amore e di stima, e passò la parte più importante della sua infanzia nella villa paterna, nel Nord della Francia, fino al 1912, quando col padre si trasferì definitivamente a Parigi – tranne che durante una breve parentesi londinese durante la Prima Guerra Mondiale.
Fu una lettrice e una studiosa precocissima. Ricevette un’educazione privata, sotto la guida di istitutori privati e di suo padre, e potè avvicinarsi allo studio del latino a dieci anni e del greco e dell’italiano a dodici. L’avvicinamento precoce al mondo antico fu un importante imprinting che la rese per tutta la vita un’attenta lettrice del mondo classico. A diciassette anni, trasferitasi a Nizza nel Sud del Francia assieme al padre che versava in difficoltà economiche, compose e pubblicò – proprio grazie all’aiuto finanziario del padre – il suo primo libro di poesie con lo pseudonimo di Marg Yourcenar – un nome de plume inventato assieme al genitore prediletto anagrammando il loro cognome. Negli anni seguenti viaggiò molto, soprattutto in Italia, e fu casuale spettatrice della Marcia su Roma. Nel 1924 visitò per la prima volta Villa Adriana, da cui la giovane scrittrice rimase folgorata, tanto che infatti cominciò a raccogliere appunti sull’imperatore Adriano per scriverne la biografia. Lettrice avida e attenta, negli anni seguenti si avvicinò alla letteratura inglese e a quella dell’estremo oriente. Nel 1929 pubblicò il suo primo libro in prosa: Alexis o il trattato della lotta vana, un intimo romanzo epistolare nel quale l’autrice affrontò per la prima volta apertamente il tema dell’omosessualità, grazie alla voce del suo protagonista, che si sofferma sull’analisi della propria esistenza. Nello stesso anno morì l’amato padre.
Il 1937 fu un anno fondamentale nella vita di Marguerite Yourcenar; non solo incontrò a Londra Virginia Woolf (a cui il blog de Il Tuo Biografo ha dedicato un approfondimento speciale: cliccate qui per scoprirlo), di cui accettò di tradurre in francese il romanzo Le Onde, ma, tornata in Francia, incontrò a Parigi la donna che sarebbe stata la sua compagna per tutta la vita: Grace Frick, statunitense insegnante di lingua inglese, con la quale, allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale nel 1939, si trasferì negli Stati Uniti. I primi dieci anni in questo Paese furono duri, perché per la prima volta l’autrice, terminate le riserve della sua eredità, dovette affrontare uno stile di vita fatto di privazioni materiali. Per tutti gli anni Quaranta e fino all’inizio degli anni Cinquanta si guadagnò da vivere come insegnante di francese e di storia dell’arte. Nonostante vivesse negli Stati Uniti, di cui divenne cittadina nel nel 1947, Yourcenar non smise mai di scrivere in francese, anzi: proprio in questi anni la sua produzione poetica nella lingua madre subì un’impennata. Per sfuggire al trambusto delle città, Yourenar e Frick trovano sempre più spesso rifugio a Mount Desert, un’isola della costa atlantica, nel Maine, che in seguito sarebbe diventata la dimora principale delle due intellettuali.
Nel 1948 Marguerite Yourcenar ricevette dall’Europa alcuni bauli, in cui erano contenuti alcuni suoi vecchi manoscritti mai pubblicati, compresi gli appunti sull’imperatore Adriano: decise immediatamente di riprenderli in mano e, nel corso di un mese, compose la prima parte del suo romanzo più celebre. Proprio a causa del suo profondo coinvolgimento con l’opera, nel 1949 decise di sospendere la propria attività di insegnante per dedicarsi interamente alla stesura del romanzo: nel 1951 Yourcenar diede finalmente alle stampe il suo grande capolavoro, Memorie di Adriano,a cui il blog de Il Tuo Biografo ha dedicato uno speciale approfondimento: la genesi del romanzo fu infatti piuttosto travagliata e, se volete saperne di più, troverete l’articolo cliccando qui. Il memoir, letterario e immaginario ma perfettamente rigoroso dal punto di vista storico e filologico, fu scritto dall’autrice in prima persona, dal punto di vista del vecchio imperatore che, alla fine della propria vita, scrive un’epistola indirizzata al giovane Marco Aurelio, destinato a divenire il futuro imperatore. Il romanzo ebbe subito un grande successo e portò Yourcenar ad essere riconosciuta come una delle maggiori scrittrici francesi mondiali.
In seguito al grande successo di Memorie di Adriano, Yourcenar cominciò a viaggiare anche con maggiore assiduità che negli anni precedenti. Scrisse ulteriori saggi di critica letteraria, in particolare un lavoro molto apprezzato su Thomas Mann, e si schierò apertamente in difesa dei diritti civili, della pace e dell’ecologismo. Nel frattempo, alla fine degli anni Cinquanta, si fecero notare le prime avvisaglie di quella che sarebbe stata la lunga malattia della sua amata Grace Frick. Durante gli anni Sessanta fu soprattutto impegnata nella stesura di Opera al nero, che, in seguito ad alterne vicende col suo editore, riuscì a pubblicare solo nel 1968. Venne insignita di importanti riconoscimenti letterari, sia dall’Accademia reale belga di lingue e letteratura francese, che, a Parigi, della Legione d’Onore; nel 1972 ricevette un dottorato honoris causa dall’Università del Maine.
Durante gli anni Settanta diede inizio a una delle sue maggiori fatiche letterarie, ovvero la stesura della trilogia del Labirinto del Mondo, in cui indagò le sue stesse origini, e quelle della sua famiglia, in un intreccio letterario che affonda nella storia d’Europa. Il primo capitolo della trilogia, intitolato Care memorie, venne pubblicato nel 1974. Nel 1977, anno in cui venne dato alle stampe Archivi del Nord (a cui il blog de Il Tuo Biografo ha dedicato un approfondimento: se volete leggerlo lo trovate a questa pagina), ovvero il secondo capitolo della sua trilogia della memoria, compì un ultimo grande viaggio assieme a Grace Frick nei grandi parchi del Canada. Due anni dopo, nel 1979, Grace Frick morì, dopo un malattia lunga vent’anni.
Nel 1980 Marguerite Yourcenar fu eletta, prima donna nella storia, membro dell’Académie Française. Nello stesso periodo si raccolse nello studio della lingua giapponese e in particolare della letteratura di Mishima Yukio, su cui decise di scrivere uno studio critico: lo pubblicò nel 1981 col titolo di Mishima o la sua visione del vuoto. Nello stesso anno fu insignita di un dottorato honoris causa dall’Università di Harvard. Dopo aver pubblicato, nel 1985, l’ultimo capitolo della trilogia del Labirinto del Mondo, intitolato Quoi? L’éternité? (ovvero, in italiano: Che? L’eternità?), morì il 17 dicembre del 1987 sull’isola di Mount Desert, che le era stata casa negli ultimi anni della sua vita.
Nonostante la sua attenzione per la memoria, e l’immenso lavoro per portare a compimento la trilogia del Labirinto del Mondo, e in particolare degli Archivi del Nord, Marguerite Yourcenar non scrisse mai una vera e propria autobiografia. Uno dei testi che però più si avvicinano a un vero e proprio testamento immateriale dell’autrice è l’intervista, biografica e letteraria, del critico letterario francese Matthieu Galey: nel suo Ad occhi aperti sono raccolti e sistematizzati diversi colloqui che l’autore ebbe con Yourcenar verso la fine della sua vita, in cui risalta lo sguardo originale, lucido e disincantato di una delle più eccezionali menti del Novecento.
Pier Luigi Guiducci, Quella Casa che vola. La storia delle sacre pietre di Loreto-
Gruppo Editoriale Albatros Il Filo, Roma
Descrizione del libro del Professor Pier Luigi Guiducci–Quella Casa che volaLa storia delle sacre pietre di Loreto.Per alcuni secoli si è dibattuto sulle pietre conservate nella “Camera di Maria” a Loreto. Diversi autori hanno espresso riserve sull’autenticità dei reperti. In pratica, quella stanza conservata all’interno del santuario della città mariana delle Marche rimane al massimo un sito devozionale, intorno al quale sono fiorite storie fantasiose. Ma questo orientamento ha trovato nel tempo una serie di controrepliche che sono state riassunte dallo storico Prof. Pier Luigi Guiducci nel libro: “Quella Casa che vola. La storia delle sacre pietre di Loreto“.
In particolare, lungo il migrare del tempo, chi ha difeso il valore della “Camera di Maria” a Loreto, ha ricordato la tradizione orale, quella scritta, le evidenze riscontrate (ad es. la Camera non ha fondamenta; testimonianze di autorità ecclesiali e scientifiche che hanno letto un fascicolo su Loreto contenuto nell’Archivio Segreto Vaticano), e le guarigioni non sempre spiegabili. Il colpo di scena, però, è avvenuto negli anni Sessanta (XX sec.) quando si è deciso di promuovere scavi archeologici e di esaminare i graffiti individuati nelle pietre. Un secondo fatto nuovo ha riguardato l’individuazione di un atto notarile inserito nel c.d. Chartularium Culisanense. In questo documento si trova un foglio che elenca i beni dotali consegnati da Thamar di Epiro al promesso sposo Filippo I d’Angiò. Al punto 3 c’è il riferimento alle sacre pietre che costituivano l’abitazione della Vergine Maria a Nazareth. Da questo momento in poi la ricerca degli studiosi ha affrontato le strade più diverse per comprendere come le sacre pietre siano alla fine arrivate nelle Marche (colle Prodo) e non a Taranto (sede di Filippo I d’Angiò) o a Napoli (centro di potere degli Angiò).
È certamente quest’ultimo punto il fatto che attrae il lettore. La vicenda coinvolge gli armatori che, dietro pagamento, garantivano trasporti via mare, la Famiglia Angelo (i cui membri erano chiamati gli Angeli), Niceforo I di Epiro, Carlo II d’Angiò, i Padri Domenicani (e soprattutto il vescovo fr. Salvo) e altre persone che si occuparono del trasporto navale lungo il Mar Adriatico cercando di evitare le insidie del tempo (liberi predatori, il controllo di Venezia, soggetti in cerca di reliquie).
Ma ad attirare i lettori è anche la lettura dei graffiti studiati osservando le pietre lauretane. Emerge così sia l’origine mediorientale, sia il collegamento con l’area della Sacra Grotta dell’Annunciazione che è a tutt’oggi venerata a Nazareth. In tale contesto, il prof. Guiducci ha saputo chiarire vari aspetti della “Questione lauretana” superando ogni polemica, e rimanendo rispettoso di un’ampia documentazione riportata nel suo libro. Si chiarisce così l’autenticità delle pietre, il collegamento Nazareth-Loreto, la figura del domenicano fra Salvo, l’interazione Domenicani-Angiò, la scelta finale ove ricomporre le “sacre pietre”.
Riteniamo questo libro un esempio di chiarezza scientifica. Senza giocare su stati emozionali, e senza indulgere su facili devozionalismi, l’A. si mostra rigoroso nella ricerca, attento agli studi realizzati (si pensi allo spazio riservato alle note a fine pagina e alle indicazioni bibliografiche), e scrupoloso osservatore delle evidenze.
Biografia del Professor Pier Luigi Guiducci-Storico della Chiesa e Giurista, l’autore vanta nel suo cursus docenze presso la Pontificia Università Salesiana, l’Università Cattolica del Sacro Cuore (Roma e Milano), e il Centro Diocesano di Teologia per Laici (Istituto Ecclesia Mater, Pontificia Università Lateranense).
Autore di più di duecento libri, tra questi una storia della Chiesa in quattro volumi. Ha saputo divulgare la propria scienza anche attraverso migliaia di saggi, articoli, interventi, apporti in testi con più autori. È Consulente storico di Postulazioni, Organismi cattolici e civili in Italia e all’Estero. Per la sua attività scientifica ha ricevuto premi e riconoscimenti in diversi Paesi. I suoi studi sulla Camera di Maria a Loreto iniziano nel 1987. Pellegrino con l’OAMI, tenne una lectio magistralis nell’auditorium del santuario (1988) e pubblicò il primo saggio sulla questione lauretana nel 1989. La madre, Valentina, prestò servizio nei treni UNITALSI diretti a Loreto (anche con i bambini malati).
In questi ultimi anni si è registrata una copiosa e sorprendente serie di studi sulla Santa Casa di Loreto, i quali esprimono tre orientamenti interpretativi in merito al suo trasporto da Nazareth a Loreto negli anni 1291-1294: alcuni – pochi – ripropongono la tradizione devota del suo trasporto per ministero angelico con argomentazioni già espresse per lo più nel passato; pochi altri negano l’origine nazaretana della Santa Casa, in considerazione soprattutto della tardività delle fonti scritte che la attestano; altri, in maggior numero, ammettono l’autenticità della reliquia nazaretana, ma propongono un trasporto delle “sacre pietre” via mare, per iniziativa umana, con specifico riferimento alla famiglia Angelo dell’Epiro-Tessaglia, come aveva ipotizzato il sottoscritto nelle sue pubblicazioni sull’argomento, a partire dal 1984 fino alle recenti riedizioni. Su quest’ultima interpretazione dell’evento si colloca il presente libro del professore Pier Luigi Guiducci, il quale rivela un’encomiabile conoscenza del complesso argomento e della rispettiva bibliografia.
[P. Giuseppe Santarelli OFM cap.].
Info:
Gruppo Editoriale Albatros Il Filo, Roma 2024
Via dei Campi Flegrei, 14 – Roma www.gruppoalbatros.com – bookstore@gruppoalbatros.com – lettura@gruppoalbatros.com
Contesto storico. Tradizione. Documenti. Ricerche. Indagine archeologica. Analisi. Evidenze.
Prefazione di P. Giuseppe Santarelli OFM Cap.
Àlbatros, Roma, ottobre 2024, pagine 165, euro 13,90.
Ricerca bibliografica e Fotoreportage di Franco Leggeri
Torre di Acquafredda si trova sulla VIA omonima al civ. 88/a all´interno del parco naturale dell’Acquafredda.Pubblicazione per riassunto e parziale dalla Monografia di Franco Leggeri- Monografia TORRI SEGNALETICHE –TORRI SARACENE- della Campagna Romana – Edizione DEA SABINA-
Il nome di Acquafredda (fundus Aque frigidule) si legge per la prima volta in una bolla del 1176 di Papa Alessandro III che conferisce questa tenuta ai monaci di San Pancrazio. Il nome deriva dal torrente Algidon, ora Acquafredda, che affluisce nel fiume Magliana. La Torre fu costruita nel XIII secolo sui resti di una villa romana. Nel secolo XVI, quando il possedimento era affittato a Giovanni Consolo da Rognano, la torre fu inglobata in un casale.
La Torre ha pianta rettangolare, i muri sono costruiti con pietre di selce miste a spezzoni di marmo. La parte superiore è stata modificata in epoca moderna, come si può desumere dal tetto inclinato. Nella tenuta di Acquafredda, come narra lo storico latino Procopio nel Bellum Gothicum, Totila, il re dei Goti, eresse qui nel 547 d.C. il suo accampamento, prima di sferrare l´attacco contro Roma.
All´interno della tenuta Acquafredda la presenza dell´uomo risale alla Preistoria. Molto probabilmente vi è stata la presenza degli Etruschi: si sta infatti studiando una grotta che, presumibilmente, è una tomba rupestre ipogea. E´ scavata nel tufo ed è costituita da un camerone iniziale, sorretto da un grande pilastro di tufo, da cui parte un lungo corridoio, ai cui lati si aprono a coppia, in forma simmetrica, quattro cappelle laterali. I contadini l´hanno sempre chiamata la “grotta”, ma la struttura è quella di una tomba etrusca del VII secolo a.C.
LA TESTIMONIANZA DI PROCOPIO Secondo una teoria abbastanza diffusa, nel 547 re Totila avrebbe stanziato le truppe gotiche nei pressi della zona oggi conosciuta come Acquafredda (non lontano dal km 10 dell’Aurelia), nel corso delle operazioni per togliere Roma ai bizantini. L’ipotesi è fondata sul brano della Guerra Gotica di Procopio di Cesarea (libro III, 22-23) in cui si narra di quando Totila minacciò di radere al suolo Roma come ritorsione per la sconfitta subita in Lucania. Com’è noto, per evitare questa sventura, il generale bizantino Belisario scrisse a Totila una famosa lettera (che riportiamo per intero nella sezione di Letteratura),che ebbe il felice esito di far demordere Totila dal suo proposito. A quel punto il re goto – o perché irretito dalle parole di Belisario o perché non aveva mai avuto la volontà reale di dare seguito alle minacce ventilate – decise non di attaccare direttamente Roma, bensì di limitarsi a impedire gli approvvigionamenti di viveri provenienti da Portus; per perseguire tale obiettivo, fece dunque accampare il proprio esercito in una località che Procopio chiama Algido (Αλγηδών), ovvero gelido. Giuseppe Tomassetti, sulla scorta di un suggerimento di Carlo Busiri, ritenne dunque che Algidon indicasse proprio (sotto forma di traduzione in greco) la tenuta d’Acquafredda, che trae il nome dal fosso omonimo che sgorga lì nei pressi a una temperatura piuttosto bassa.
LA TESTIMONIANZA DI GREGORIO MAGNO L’intuizione potrebbe in effetti essere giusta, se non fosse che Gregorio Magno (Dialogorum Libri IV, III, 11) scrisse che Totila pose il proprio accampamento ad locum qui ab octavo hujus urbis milliario Merulis dicitur. Noi sappiamo per certo che Campo Merlo (Campo Merule) in realtà non si trova lungo l’Aurelia, bensì sulla Portuense, subito dopo la tenuta della Muratella in direzione di Ponte Galeria, nei pressi del punto in cui il Tevere disegna un sinuoso meandro. Va sottolineato che il brano di Gregorio Magno è ignorato da chi pone l’accampamento nella Tenuta di Acquafredda, mentre è preso in considerazione dal Gregorovius, che però non cita il passo di Procopio (saltiamo a pie’ pari chi poi – anche di recente! – ha incautamente posto l’accampamento gotico sui Colli Albani). Vero è che Gregorio Magno scrive mezzo secolo dopo gli avvenimenti narrati e vero è che il tema trattato (un miracolo avvenuto nel campo gotico) non rassicura affatto sulla veridicità del racconto, però la citazione toponomastica è troppo ben circostanziata per non tenerne conto. Inoltre un aspetto che né il Tommasetti, né gli studiosi che hanno fatto propria la sua ipotesi sembrano aver considerato è che strategicamente non aveva molto senso posizionare le truppe sull’Aurelia per bloccare i rifornimenti da Portus, dato che da qui il modo più rapido e comodo per raggiungere Roma era o la Portuense (soprattutto nella sua diramazione bassa, corrispondente all’attuale via della Magliana) o la navigazione del fiume (magari risalendo la corrente con la tecnica dell’alaggio).
IL FOSSO DI ACQUAFREDDA In realtà non è detto che Gregorio e Procopio siano in contraddizione. È infatti possibile che lo storico palestinese non intendesse indicare con Algido una località specifica, bensì volesse semplicemente dire che le truppe gotiche si stanziarono in un punto – non meglio specificato – lambito dall’Algido inteso sic et simpliciter come corso d’acqua. In verità, quello che noi chiamiamo Fosso di Acquafredda è in realtà parte integrante di un complesso bacino idrico di circa 18 km che ha inizio con il nome di Fosso della Palmarola (dalla zona da cui sgorga, nei pressi della borgata Ottavia); dopo circa due chilometri riceve un affluente da sinistra (il Fosso della Polledrana) e a valle della confluenza assume il nome di Fosso della Maglianella; dopo circa 8 chilometri, riceve infine il Fosso dell’Acquafredda: a valle della confluenza il rivo assume il nome di Fosso della Magliana. Ora, va osservato che il Fosso della Magliana (oggi purtroppo noto per essere il fosso più inquinato del Comune di Roma) è affluente del Tevere e vi confluisce giusto nei pressi del Campo Merlo.
A questo punto non soltanto non è illegittimo identificare l’Algido procopiano con il fosso di Acquafredda e con la sua diretta continuazione (l’attuale Fosso della Magliana), ma anzi possiamo far concordare le testimonianze di Procopio e di Gregorio Magno individuando il luogo dell’accampamento gotico in un’area prossima alle foce del Fosso della Magliana, non lontano da dove oggi sorge il rinascimentale Castello della Magliana; come può facilmente desumersi osservando la Mappa della Campagna Romana di Eufrosino della Volpaia (1547), si tratta di una zona di grande valore dal punto di vista strategico, che ben si accordava all’obiettivo bellico che il re Totila si era prefisso.
Fonte e bibliografia-Franco Leggeri- Monografia TORRI SEGNALETICHE –TORRI SARACENE- della Campagna Romana Edizione DEA SABINA- Giuseppe e Francesco Tomassetti -LA CAMPAGNA ROMANA- sito web WWW.ABCVOX.INFO-Il Suburbio di Roma-GAR-XVIII Circoscrizione – Associazione SestoAcuto-TENUTA DELL’ACQUAFREDDA- MURA LEONINE- INVASIONI BARBARE- Thomas Ashby-Biblioteche private-Biblioteca Nazionale-Fonti e Memorie-dell’Agro Romano- Catasto di Pio VI-
Foto originali di Franco Leggeri per Associazione Cornelia Antiqua-
Gibellina è la “Capitale italiana dell’Arte contemporanea” per l’anno 2026
Roma – Gibellina è la “Capitale italiana dell’Arte contemporanea”-A proclamarla, oggi 31 ottobre, è stato il Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, nel corso della cerimonia che si è svolta oggi a Roma, nella Sala Spadolini del Ministero, alla quale sono intervenuti il Direttore Generale Creatività Contemporanea, Angelo Piero Cappello, e la Presidente della Giuria, Patrizia Sandretto Re Rebaudengo.
La cerimonia si è svolta alla presenza dei rappresentanti delle cinque città finaliste: Carrara, Gallarate, Gibellina, Pescara e Todi.
La città vincitrice, grazie anche al contributo statale di un milione di euro, potrà mettere in mostra, per il periodo di un anno, progetti culturali che prevedono attività come mostre, festival e rassegne, oltre alla realizzazione e la riqualificazione di spazi e aree dedicate alla fruizione dell’arte contemporanea.
Queste le motivazioni della scelta della giuria, maturata al termine della procedura di selezione condotta in piena autonomia dai componenti: “La prima ‘Capitale italiana dell’Arte contemporanea’ con la sua candidatura offre al nostro Paese un progetto organico e solido, consegnando all’Italia di oggi un esemplare modello di intervento culturale, fondato su valori e azioni che riconoscono all’arte una funzione sociale e alla cultura lo statuto di bene comune. Per la sua capacità progettuale nel riattivare il suo straordinario patrimonio di opere, coniugando nel presente memoria e futuro, conservazione e valorizzazione, attenzione al locale e ambizione internazionale; per la sua capacità di coinvolgimento delle nuove generazioni e della cittadinanza tutta, interpellando il territorio più ampio sulla base di una comune consapevolezza civica, stringendo alleanze con istituzioni pubbliche e private, nazionali e transnazionali; per il fatto di essere Città pioniera di ciò che oggi definiamo rigenerazione urbana, e per la capacità di essere insieme una città-opera e una città da abitare: per il suo progetto, con il quale la città diventerà un grande laboratorio dove le pratiche e le energie dell’arte contemporanea saranno chiamate a condividere pensieri e soluzioni sui temi dello spazio pubblico, della comunità, del paesaggio, della sostenibilità e del capiente concetto di eredità. Per tutti questi motivi sopra esposti, riteniamo di poter individuare, quale città ‘Capitale italiana dell’arte contemporanea’ 2026 la città di Gibellina”.
“L’istituzione del titolo di ‘Capitale italiana dell’Arte contemporanea’ – ha dichiarato il Ministro Giuli – vuole rendere un nuovo, doveroso tributo alla creatività e al genio italiani, ed è la conferma dell’impegno fattivo del Governo per restituire all’Italia, alle sue città, ai suoi territori e ai suoi abitanti, la consapevolezza di essere l’Italia”.
SINTESI DEL PROGETTO VINCITORE
“Portami il Futuro”: Un progetto ambizioso che si sviluppa attraverso iniziative legate all’arte e alla creatività contemporanea, dalla progettazione culturale alla rigenerazione urbana, al restauro e soprattutto alla costruzione di una visione sul futuro che sappia tener conto della bellezza come valore condiviso e rigenerante.
LA PROCEDURA DI SELEZIONE DEL 2024
23 le città italiane che hanno presentato il dossier di candidatura alla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura. Ad ottobre sono stati resi noti i nomi delle cinque città finaliste, che la Giuria, presieduta da Patrizia Sandretto Re Rebaudengo e composta da Sofia Gnoli, Walter Guadagnini, Renata Cristina Mazzantini e Vincenzo Santoro, ha scelto dopo aver esaminato le candidature pervenute. Le singole delegazioni hanno successivamente presentato alla Giuria i progetti elaborati per ciascuna nel corso di audizioni pubbliche, che si sono svolte il 25 ottobre a Roma, nella Sala Spadolini del Ministero della Cultura.
IL TITOLO DI CAPITALE ITALIANA DELL’ARTE CONTEMPORANEA
La Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura ha lanciato il 15 aprile 2024 il bando per la designazione della prima “Capitale italiana dell’Arte contemporanea” per l’anno 2026. Il nuovo riconoscimento è istituito per incoraggiare e sostenere la capacità progettuale e attuativa delle città italiane nel campo della promozione e valorizzazione dell’arte contemporanea.
Paestum-Il Ministero della Cultura alla XXVI Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico
Paestum -Dal 31 ottobre al 3 novembre 2024, il Ministero della Cultura parteciperà alla XXVI Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico (BMTA), che si terrà a Capaccio Paestum al Next, Nuova Esposizione ex Tabacchificio. L’appuntamento, coordinato dal servizio VI Eventi – mostre e manifestazioni – dell’ex Segretariato generale del MiC, prevede un ricco programma di attività, tra cui 36 workshop condotti da esperti del dicastero, dedicati a ricerche, progetti e 14 laboratori interattivi.
Gli incontri, che si si svolgeranno nello stand istituzionale, rappresentano un’importante occasione di confronto e apprendimento, toccando temi fondamentali che spaziano dall’archeologia alla conservazione del patrimonio, fino all’innovazione tecnologica applicata alla cultura.
I temi principali includeranno:
1) Tutela del patrimonio: Incontri con esperti per discutere le migliori pratiche nella conservazione e protezione dei siti archeologici.
2) Nuove scoperte: Presentazione di recenti scavi e ricerche, che hanno portato alla luce importanti reperti e informazioni sulla civiltà locale.
3) Gestione sostenibile: Dibattiti su approcci integrati alla gestione dei siti archeologici, bilanciando conservazione ed esigenze turistiche.
4) Valorizzazione e fruizione: Workshop e laboratori per promuovere strategie innovative che rendano il patrimonio accessibile a un pubblico più vasto, garantendo un’esperienza educativa e coinvolgente.
Un focus speciale sarà dedicato al patrimonio culturale subacqueo e archeologico, in linea con le direttive ministeriali, nonché alle attività di monitoraggio dei Bronzi di Riace e Porticello. Saranno illustrate soluzioni progettuali innovative realizzate in diverse regioni italiane, come Lazio, Liguria e Puglia, grazie ai finanziamenti del PNRR, con particolare attenzione al miglioramento della conservazione e dell’accessibilità del patrimonio culturale.
Di particolare interesse saranno le presentazioni delle attività dei Musei e Parchi archeologici con autonomia speciale, recentemente istituiti, che offriranno alternative culturali significative al turismo di massa. Inoltre, sarà presentato il nuovo “Museo dei Bambini” del Parco Archeologico di Pompei, pensato per stimolare la curiosità per la cultura fin dalla giovane età, e la piattaforma digitale SmartLand@Pompei ideata per facilitare la divulgazione dell’offerta turistica nel territorio vesuviano.
Saranno esposti progetti legati ai siti UNESCO di Aquileia e dell’Appia Antica, promuovendo cultura, storia e dialogo interculturale. Si discuterà anche della gestione delle raccolte Art Bonus, per incentivare le donazioni destinate al restauro e alla valorizzazione del patrimonio culturale.
I visitatori avranno l’opportunità di partecipare a quattordici laboratori didattici interattivi (4 laboratori in replica), coinvolgendo adulti e bambini in attività pratiche, come la creazione di sagome ispirate al mito di Teseo e il Minotauro, oltre l’esplorazione dei motivi fitoformi nelle decorazioni architettoniche. Sarà anche possibile ammirare il digital twin della Tomba del Tuffatore attraverso la realtà aumentata.
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ORE 10:00 – 11:30
ORE 11:40 – 13:10
Gestione e valorizzazione | Nuove scoperte | Fruizione | Tutela
Le attività della Soprintendenza nazionale per il patrimonio culturale subacqueo A cura della Soprintendenza nazionale per il patrimonio culturale subacqueo (SN SUB) INTERVENGONO
Francesca Romana Paolillo, Soprintendente nazionale per il patrimonio culturale subacqueo Angelo Michele Raguso, Funzionario restauratore SN SUB Giovanna Bucci, Collaboratore esperto archeologo subacqueo SN SUB Francesco Marco Paolo Carrera, Funzionario archeologo SN SUB (sede operativa di Olbia) Vincenzo Ria, Funzionario archeologo SN SUB
Stefania Montanaro, Esperto archeologo Ales Spa SN SUB Annalisa Biffino, Funzionario archeologo SN SUB Roberto Rotondo, Funzionario archeologo SN SUB Simonetta Previtero, Funzionario architetto SN SUB
L’evento presenta una serie di interventi focalizzati sulla ricerca e valorizzazione del patrimonio culturale subacqueo e archeologico. Le recenti indagini costiere, in particolare nell’Adriatico Meridionale, hanno documentato materiali inediti, ampliando la comprensione del paesaggio marittimo antico. Si discute l’azione di supporto della Soprintendenza nazionale alle attività di tutela e valorizzazione del patrimonio archeologico subacqueo, in linea con le direttive ministeriali. Viene inoltre esplorato l’uso delle tecnologie digitali nella ricerca archeologica per migliorare la documentazione e la divulgazione dei dati. Si analizzano i ritrovamenti di reperti monetali in contesti tombali a Taranto, cercando di comprendere il loro significato simbolico. Altri interventi riguardano gli scavi e le attività di restauro lungo la via Appia nel territorio tarantino e la valorizzazione dell’architettura storica dei castelli di Taranto e Gallipoli, evidenziando l’importanza di preservare e valorizzare il patrimonio culturale in relazione al contesto marittimo e terrestre.
Gestione e valorizzazione
Fari per rotte inconsuete: i nuovi Musei e Parchi archeologici autonomi
A cura dei nuovi Musei e Parchi archeologici nazionali dotati di autonomia speciale: Musei archeologici nazionali di Venezia e della Laguna – Residenze reali sabaude – Musei nazionali di Ravenna – Museo archeologico nazionale di Firenze – Musei nazionali di Pisa – Parchi archeologici della Maremma – Musei archeologici nazionali di Chieti – Musei e Parchi archeologici di Praeneste e Gabii – Musei e Parchi archeologici di Melfi e Venosa
INTERVENGONO
Marianna Bressan, Direttrice Musei archeologici nazionali di Venezia e della Laguna Filippo Masino, Direttore Residenze reali sabaude Andrea Quintino Sardo, Direttore Musei nazionali di Ravenna Daniele Federico Maras, Direttore Museo archeologico nazionale di Firenze Massimo Dadà, Direttore Musei nazionali di Pisa
Leonardo Bochicchio, Direttore Parchi archeologici della Maremma Massimo Sericola, Direttore Musei archeologici nazionali di Chieti Martina Almonte, Direttrice Musei e Parchi archeologici di Praeneste e Gabii Tommaso Serafini, Direttore Musei e Parchi archeologici di Melfi e Venosa
Un viaggio attraverso l’Italia alla scoperta dei nuovi Musei e Parchi archeologici nazionali dotati di autonomia speciale, distribuiti sul territorio come fari su rotte meno battute dal turismo di massa e, per questo, promettenti in termini di offerta culturale alternativa.
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Gestione e valorizzazione | Nuove scoperte | Fruizione Il Parco archeologico di Cerveteri e Tarquinia: ricerca, fruizione,
valorizzazione, progetti
A cura del Parco archeologico di Cerveteri e Tarquinia (PACT)
INTERVENGONO
Vincenzo Bellelli, Direttore del Parco archeologico di Cerveteri e Tarquinia Maria Cristina Tomassetti, Funzionaria restauratrice e conservatrice PACT Alberto Villari, Funzionario archeologo PACT Patrizio Fileri, Funzionario archeologo PACT
Daniele Deidda, Afav PACT Carmelo Rizzo, Archeologo Ales Spa PACT
Saranno presentate le attività che il Parco svolge sin dal 2022, anno di istituzione, nella ricerca archeologica, nella conservazione del patrimonio e nell’ampliamento della fruizione e accessibilità.
Gestione e valorizzazione | Nuove scoperte Scavi, Ricerche e nuovi progetti di valorizzazione a Monte Sannace (Gioia del
Colle – BA)
A cura della Direzione regionale Musei nazionali Puglia (DRMN PUG)
in collaborazione con l’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro” (UNIBA)
INTERVENGONO
Savino Gallo, Funzionario archeologo DRMN PUG Paola Palmentola, Professore ricercatore UNIBA Matteo de Sio, Dottorando di ricerca UNIBA Gerardo Romano, Professore ricercatore UNIBA Grazia Dibenedetto, Dottoranda di ricerca Università di Foggia Federico Marinelli, Dottorando di ricerca Sapienza Università di Roma
Attraverso una serie di brevi interventi saranno esposti gli esiti delle campagne di scavo 2024 in corso di svolgimento all’interno del Parco di Monte Sannace. Inoltre, verranno presentati i primi risultati del programma di prospezioni geofisiche e il progetto in corso di realizzazione dell’area giochi “Archeoground”.
Gestione e valorizzazione
Canne della Battaglia: nuovi itinerari per esperienze accessibili
A cura dell’Antiquarium e Parco archeologico di Canne della Battaglia, Direzione regionale Musei nazionali Puglia (DRMN PUG)
INTERVENGONO
Ezia Torelli, Direttrice Antiquarium e Parco archeologico di Canne della Battaglia Martina Scarcelli, Archeologa, supporto alla progettazione dell’intervento PNRR 1.2 Marco Stigliano, Architetto, supporto alla progettazione dell’intervento PNRR 1.2
Parallelamente alla ripresa delle campagne di scavo sul Monte di Canne e nel comprensorio cannense tutto, sono in corso dal 2022 approfondimenti relativi ai molteplici argomenti ancora sul tappeto attraverso un complesso programma di indagini sul campo e metodologie tecnologiche applicate in archeologia negli ultimi anni. Gli organici risultati del piano coordinato di ricerche hanno condotto alla progettazione multidisciplinare dei diversi interventi volti al potenziamento della fruizione del Parco archeologico e delle collezioni museali.
ORE 13:30 – 14:40
ORE 14:50 – 15:30
ORE 15:40 – 16:20
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ORE 16:30 – 16:50
ORE 17:00 – 18:30
ORE 18:40 – 19:10
Gestione e valorizzazione
EducA. Un dipartimento educativo condiviso per il sito Unesco di Aquileia
A cura del Museo archeologico nazionale di Aquileia (MAN Aquileia) in collaborazione con Fondazione Aquileia
INTERVENGONO
Marta Novello, Direttrice Museo archeologico nazionale di Aquileia Elena Braidotti, Archeologa, servizi educativi MAN AQUILEIA Annalisa de Franzoni, Archeologa, servizi educativi MAN AQUILEIA Cristiano Tiussi, Direttore Fondazione Aquileia
A partire dall’anno scolastico 2024-2025, il sito Unesco di Aquileia propone alle scuole di ogni ordine e grado un ricco programma di visite guidate e laboratori tematici progettati da un dipartimento educativo condiviso tra tutti gli enti attivi nella valorizzazione del sito archeologico.
Le attività consentiranno ai ragazzi di percorrere itinerari di scoperta della città antica che toccheranno gli scavi archeologici, la basilica e i musei, talvolta incontrando archeologi, studenti e restauratori che nel corso dell’anno lavorano nei numerosi cantieri di scavo e nei due musei.
L’offerta formativa di EducA per l’a.s. 2024/2025 sarà incentrata sui temi della frontiera e del dialogo interculturale, inserendosi con coerenza nelle celebrazioni della Capitale Europea della Cultura 2025 – Gorizia e Nova Gorica.
Nuove scoperte
Il monastero medievale di Gianola nel sistema paesaggistico del Parco della Riviera di Ulisse. Primi esiti di un progetto di ricerca condiviso di scavo e restauro archeologico
A cura dell’Istituto Centrale per il Restauro (ICR) in collaborazione con Ente Parco della Riviera di Ulisse, Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio per le province di Frosinone e Latina (SABAP FR LT), Università degli Studi “Suor Orsola Benincasa” di Napoli (UNISOBNA)
INTERVENGONO
Alessandro Betori, Soprintendente Archeologia belle arti e paesaggio per le province di Frosinone e Latina Luigi Oliva, Direttore Istituto Centrale per il Restauro Massimo Giovanchelli, Commissario straordinario Parco Regionale della Riviera di Ulisse Federico Marazzi, Professore di archeologia Cristiana e Medievale UNISOB NA
Cesare Crova, Funzionario architetto ICR
Le comunicazioni vertono sul progetto condotto a partire dal 2021 sull’area archeologica della c.d. villa di Mamurra, in località Gianola (Formia, LT), nell’ambito della quale sono emersi i resti di una chiesa medievale. Gli scavi, condotti dalla SABAP per le province di Frosinone e Latina, hanno evidenziato degli interessanti elementi di studio, quali strutture murarie, pavimentazioni e dipinti murali, riferibili a diverse fasi costruttive e/o decorative, oltre che la probabile appartenenza della chiesa a un monastero. Scopo della presentazione è quello di portare alla conoscenza della platea i primi risultati di queste scoperte, seguite da un intervento di messa in sicurezza e le prospettive di ricerca che ne potranno emergere grazie al coinvolgimento dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli e dell’ICR, per quanto di competenza di ciascun partecipante al progetto, oltre che del Parco Regionale della Riviera di Ulisse, ente proprietario del sito.
Gestione e valorizzazione
Interventi sui beni culturali in ambito urbano
A cura della Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio per le province di Chieti e Pescara (SABAP CH PE)
INTERVENGONO
Anna Dionisio, Funzionario archeologo SABAP CH PE Emanuela Criber, Funzionario architetto SABAP CH PE Michele Scutti, Architetto Ales Spa DRMN ABR
L’intervento ha lo scopo di illustrare i risultati delle attività della Soprintendenza ABAP CH PE per il recupero e la valorizzazione di un’area importantissima dell’antica Teate Marrucinorum, quella dei cosiddetti “Tempietti”.
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Teseo e il Minotauro tra luci e ombre
A cura della Direzione regionale Musei nazionali Toscana (DRMN Toscana), Musei nazionali di Lucca CONDUCONO:
Luisa Berretti, Direttrice dei Musei nazionali di Lucca Valentina Borelli, Assistente museale dei Musei nazionali di Lucca Sara Cortopassi, Assistente museale dei Musei nazionali di Lucca Sara Della Bianchina, Assistente museale dei Musei nazionali di Lucca
Attraverso la simulazione di uno scavo, viene presentato un iconico reperto del Museo di Villa Guinigi: il cratere attico a figure rosse di Rio Ralletta. La realizzazione di sagome monocrome permetterà di raccontare il mito di Teseo e il Minotauro dando vita a un creativo teatrino delle ombre.
Età consigliata 7-10 anni
Foglie su pietra, fiori su carta – Motivi vegetali nell’abbazia di San Clemente a Casauri
A cura della Direzione regionale Musei nazionali Abruzzo (DRMN Abruzzo)
CONDUCONO:
Emanuele Cavallini, Direttore Abbazia di San Clemente a Casauria, DRMN Abruzzo Antonio D’Amico, Afav San Clemente a Casauria e membro Ufficio Servizi Educativi Marco Deleonibus, Afav San Clemente a Casauria e membro Ufficio Servizi Educativi Marina Maria Serena Nuovo, Responsabile Ufficio Servizi Educativi, DRMN Abruzzo
Laboratorio di tipo interattivo. Tramite immagini, si illustreranno ai partecipanti i vari motivi fitoformi presenti sulle decorazioni architettoniche, sul portale, sull’ambone e sul ciborio dell’Abbazia. Verranno poi mostrate foglie e fiori presenti nel giardino dell’abbazia e si chiederà di identificare le essenze usate nelle decorazioni. infine, attraverso origami e decoupage, si realizzerà un fiore da portare a casa.
Età consigliata 8-9 anni
Le decorazioni dei templi etruschi. Sperimentiamo insieme l’uso delle matrici architettoniche
A cura del Museo nazionale etrusco di Villa Giulia (ETRU) CONDUCONO
Si andrà alla scoperta di come erano costruiti i templi etruschi e le loro ricche e colorate decorazioni in terracotta. Gli studenti saranno introdotti alla conoscenza dei templi etruschi, partendo dalle tecniche di costruzione fino ai riti che lì si svolgevano, con l’ausilio di un breve powerpoint per parlare del mondo religioso etrusco, che volendo potranno poi confrontare direttamente con i templi greci dell’area archeologica di Paestum. Usando poi le matrici, plasmeranno con le loro stesse mani le decorazioni dei templi etruschi.
Età consigliata per tutti
ORE 9:30 – 10:45
ORE 11:00 – 12:00
ORE 12:00 – 13:00
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ORE 14:00 – 15:00
ORE 15:30 – 16:30
ORE 17:00 – 18:00
Scriviamo in etrusco
A cura del Museo nazionale etrusco di Villa Giulia (ETRU) CONDUCONO
Basta scegliere un alfabeto per poter scrivere? Cosa scrivevano gli Etruschi? Il laboratorio prende spunto dalla scrittura etrusca per riflettere, in modo semplice e interattivo, sul rapporto fra lingua parlata e lingua scritta e sulla differenza fra leggere e comprendere.
Età consigliata per tutti
Il gioco è una cosa seria! Anche per i bambini del mondo antico
Laboratorio di tipo interattivo. Come si giocava nell’antichità e quali erano i passatempi preferiti? A cosa si giocava in casa, negli spazi aperti, nei luoghi pubblici e persino agli angoli delle strade? L’attività prende spunto dalla mostra temporanea “Lancia il dado! Giochi da tavolo tra archeologia e territorio al Museo Archeologico dell’Agro Falisco” in corso presso il Forte Sangallo a Civita Castellana a cura della DRMN Lazio e Sapienza Università di Roma, che racconta al pubblico le parti di giochi rinvenute nei contesti funerari falisci e presenta gli studi e la genesi dei giochi da tavolo. In questo laboratorio sarà, dunque, possibile conoscere alcuni dei giochi e dei passatempi che gli antichi amavano fare nell’arco della giornata, impararne le regole e mettersi alla prova. Sarà un viaggio alla scoperta delle innumerevoli varietà di giochi diffusi sia fra i piccoli che fra gli adulti e partiremo dalle testimonianze archeologiche per poi riprodurre i giochi da tavolo più amati. Alla fine, tutti i partecipanti potranno sfidarsi e cimentarsi nei giochi alla maniera degli antichi.
Età consigliata per tutti
Tocchiamo l’Arte
A cura del Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria (MArRC)
CONDUCONO
Maria Cantone, Esperta in progettazione e gestione eventi e percorsi culturali Francesca Merz, Responsabile Coop. Mare Laboratorio di innovazione sociale Gabriella Vigoroso, Pedagogista ed Educatore socio-pedagogico Alessandra Trunfio, Specializzata in Servizio Sociale e Bisogni Educativi Speciali
L’arte si tocca, questo è il concetto che il laboratorio tattile ci vuole insegnare. Il MArRC invita a conoscere il patrimonio del museo tramite il senso del tatto ed è rivolto a tutti coloro che abbiano la curiosità di voler esplorare e conoscere il patrimonio archeologico tramite i sensi.
Età consigliata per tutti
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Gestione e valorizzazione
Art Bonus per la protezione e valorizzazione del patrimonio archeologico
A cura di Arte Lavoro e Servizi Spa (ALES)
INTERVENGONO
Francesca Russo, Responsabile operativa Ufficio Art Bonus ALES Lucia Steri, Responsabile comunicazione Ufficio Art Bonus ALES
Istruzioni per la gestione di raccolte Art Bonus e buone pratiche per incentivare le donazioni a favore dei progetti di restauro e valorizzazione del patrimonio di musei e siti archeologici.
Gestione e valorizzazione | Fruizione Archeologia accessibile nel Lazio. I progetti della Direzione regionale Musei
nazionali Lazio nel contesto dell’investimento PNRR 1.2
A cura della Direzione regionale Musei nazionali Lazio (DRMN LAZ) INTERVENGONO
Elisabetta Scungio, Direttore regionale Musei nazionali Lazio La Direzione regionale Musei nazionali Lazio e l’attuazione dell’investimento 1.2 del PNRR
Sara De Angelis, Funzionario archeologo DRMN LAZ Il tema dell’inclusione negli edifici storici: i musei archeologici del Viterbese.
Cristiana Ruggini, Funzionario archeologo DRMN LAZ Il tema dell’inclusione nelle aree archeologiche del Lazio meridionale: il caso studio della Villa di
Tiberio a Sperlonga (LT).
Lara Anniboletti, Funzionario archeologo DRMN LAZ Investimento PNRR 1.2 per una più ampia partecipazione alla cultura. Il progetto di accessibilità
cognitiva al Museo archeologico nazionale di Civitavecchia
Daniela De Angelis, Funzionario archeologo DRMN LAZ Restituire alla fruizione il passato con le nuove tecnologie. Il progetto PNRR 1.2 del Museo delle Navi
Romane di Nemi
Alessandra Gobbi, Funzionario archeologo DRMN LAZ Toccare, ascoltare, traguardare: i popoli italici nel nuovo Museo archeologico di Veroli
L’analisi della varietà dei luoghi della cultura del Lazio sarà occasione per illustrare le diverse problematiche nell’implementazione dell’accessibilità fisica e cognitiva, presentando alcune delle soluzioni progettuali messe in atto grazie ai finanziamenti dell’investimento 1.2 del PNRR.
ORE 10:00 – 10:30
ORE 10:40 – 12:10
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ORE 12:20 – 12:50
ORE 13:00 – 13:20
ORE 13:30 – 14:00
Gestione e valorizzazione | Fruizione A cura del Parco archeologico di Pompei (PA POMPEI) in collaborazione con Consorzio Aion, Gruppo Le
Pleadi
INTERVENGONO
Gabriel Zuchtriegel, Direttore del Parco archeologico di Pompei Silvia Martina Bertesago, Funzionario archeologo PA POMPEI Giovanni Petrone, Responsabile Pompeii Children’s Museum e rappresentante Consorzio Aion Alessio Scaboro, Presidente Gruppo Pleiadi
La presentazione ha ad oggetto il nuovo progetto didattico del Parco archeologico di Pompei, che mira a realizzare un’area specificamente dedicata alla didattica e ai più piccoli. Un “Museo dei bambini”, secondo i principi della moderna museologia e in linea con la definizione di museo proposta dall’International Council of Museum (ICOM), è uno spazio educativo, culturale e interattivo che offre esperienze di apprendimento basate su un approccio ludico e partecipativo. Nel contesto di un “Museo dei Bambini”, questo progetto si realizza in modo specifico adattando i contenuti storici e culturali alle necessità cognitive e ludiche dei più giovani, facendo leva sul gioco come strumento di apprendimento.
Gestione e valorizzazione
I Musei nazionali di Matera: accessibilità e partecipazione per la fruizione del patrimonio archeologico del Museo Ridola
A cura dei Musei nazionali di Matera (MN MT) INTERVIENE Annamaria Mauro, Direttore dei Musei nazionali di Matera
Il nuovo allestimento del Museo Ridola, mediante l’applicazione delle più moderne tecnologie, si pone l’obiettivo di attuare nuove forme di valorizzazione e comunicazione del patrimonio archeologico, declinante sulla base delle esigenze dei differenti target. Oltre a creare ambienti privi di barriere architettoniche, creando una situazione di sicurezza e autonomia e un “confort ambientale”, i percorsi di visita saranno dotati di soluzioni multimediali capaci di aumentare il grado di interazione dell’utente con le esposizioni.
Gestione e valorizzazione
Da Augusto a Tiberio. Il Museo archeologico di Capri
A cura della Direzione regionale Musei nazionali Campania (DRMN CAM), Certosa di San Giacomo in collaborazione con Università di Napoli Federico II (UNINA)
Presentazione del nuovo Museo archeologico di Capri, del suo percorso scientifico e delle nuove attività avviate.
Il progetto Pompeii Children’s Museum
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Nuove scoperte | Fruizione
La Floridiana prima della Floridiana. Nuove indagini archeologiche sul quartiere Vomero in età Romana
A cura della Direzione regionale Musei nazionali Campania (DRMN CAM), Villa Floridiana in collaborazione con Università di Napoli “L’Orientale” (UNIOR) e con Università degli Studi del Molise (UNIMOL)
INTERVENGONO
Luana Toniolo, Dirigente delegato Direzione regionale Musei nazionali Campania Ilenia Gradante, Funzionario responsabile Museo Duca di Martina in Villa Floridiana DRMN CAM Riccardo Berriola, Archeologo, Museo Duca di Martina in Villa Floridiana DRMN CAM Gianluca Soricelli, Professore associato di archeologia UNIMOL Angela Bosco, Ricercatore di topografia antica UNIOR Rosario Valentini, Archeologo rilevatore, Centro Interdipartimentale di Servizi di Archeologia UNIOR
Presentazione dei risultati preliminari delle recenti indagini archeologiche condotte nel sito di Villa Floridiana e del tour virtuale realizzato per l’esplorazione degli ambienti non accessibili al pubblico.
Nuove scoperte | Fruizione
Nuovi studi e rilievi per la valorizzazione e fruizione virtuale della Crypta Neapolitana e della cd. Tomba di Virgilio
A cura della Direzione regionale Musei nazionali Campania (DRMN CAM), Parco e Tomba di Virgilio in collaborazione con Università di Napoli “L’Orientale” (UNIOR)
INTERVENGONO
Luana Toniolo, Dirigente delegato Direzione regionale Musei nazionali Campania Ilenia Gradante, Direttore Parco e Tomba di Virgilio Marco Giglio, Ricercatore di archeologia classica UNIOR Ilaria Di Tano, Dottoranda in archeologia classica UNIOR
Chiara Mattei, Dottoranda in archeologia classica UNIOR Mauro Palumbo, Speleologo, rappresentante legale della CLIC Soc. Coop.
Presentazione dei risultati preliminari delle recenti indagini e rilievi condotti nel sito del Parco e Tomba di Virgilio.
Gestione e valorizzazione
”Via Appia. La strada che ci ha insegnato a viaggiare”. Da Roma a Brindisi, un racconto per immagini e parole per celebrare la Regina Viarum
A cura del Parco archeologico dell’Appia Antica (PAAA) INTERVENGONO
Simone Quilici, Direttore del Parco archeologico dell’Appia Antica Lorenza Campanella, Funzionario per la promozione e comunicazione PAAA Andrea Frazzetta, Fotografo
Nell’intervento sarà illustrato il progetto di valorizzazione delle straordinarie immagini realizzate da Andrea Frazzetta nel suo viaggio da Roma a Brindisi per National Geographic proposto dal Parco dell’Appia Antica per celebrare l’ingresso della via Appia nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO. Dalla realizzazione di una camera immersiva nel sito di Capo di Bove, con una proiezione e un racconto in cuffia che accompagnano lo spettatore lungo un percorso unico al mondo, alla recentissima pubblicazione di un prezioso volume dal particolare formato “a leporello” che presenta una selezione in sequenza di scavi di Andrea Frazzetta accompagnate da testi di specialisti del Parco archeologico.
ORE 14:10 – 14:40
ORE 14:50 – 15:20
ORE 15:30 – 16:00
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ORE 16:10 – 17:00
ORE 17:10 – 18:10
ORE 18:20 – 18:50
Fruizione
Il recupero del patrimonio e l’ampliamento della fruizione attraverso i fondi PNC/PNRR “Urbs: dalla città alla campagna romana” nel Parco archeologico dell’Appia Antica. Il caso dell’Antiquarium di Lucrezia Romana
A cura del Parco archeologico dell’Appia Antica (PAAA) INTERVENGONO
L’intervento si propone di presentare le numerose attività in corso per la tutela, la conservazione e la valorizzazione dei siti del Parco archeologico dell’Appia Antica nell’ambito dei finanziamenti PNC/ PNRR. I procedimenti riguardano, infatti, siti e monumenti collocati sia lungo l’asse della Via Appia che della Via Latina. Un approfondimento specifico sarà dedicato all’Antiquarium di Lucrezia Romana.
Gestione e valorizzazione
Paestum romana: nuove proposte di valorizzazione
A cura dei Parchi archeologici di Paestum e Velia (PA PAEVE) INTERVENGONO
Tiziana D’Angelo, Direttore dei Parchi archeologici di Paestum e Velia Maria Boffa, Funzionario archeologo PA PAEVE Giovanna Manzo, Funzionario restauratore PA PAEVE Teresa Marino, Funzionario archeologo PA PAEVE
Elena Russo, Funzionario archeologo SABAP SA AV Rosaria Sirleto, Archeologo Ales Spa PA PAEVE Ornella Silvetti, Architetto Ales Spa PA PAEVE
L’incontro si propone di raccontare il rinnovato modo di comunicare la storia e l’archeologia di Paestum in età romana, in particolare all’indomani del recentissimo riallestimento del Museo archeologico nazionale di Paestum.
Tutela
Check-up Bronzi 2024 A cura del Museo archeologico nazionale Reggio Calabria (MArRC) in collaborazione con Istituto
Centrale per il Restauro (ICR) e Università di Genova (UNIGE) INTERVENGONO
Fabrizio Sudano, Direttore Museo archeologico nazionale Reggio Calabria Daniela Costanzo, Funzionario archeologo MArRC Barbara Fazzari, Funzionario restauratore MArRC Luigi Oliva, Direttore Istituto Centrale per il Restauro
Il progetto Check-up Bronzi, nato dalla collaborazione tra il Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria, l’Istituto Centrale per il Restauro (ICR) e l’Università di Genova, ha permesso l’avvio di una campagna di controllo delle condizioni conservative dei Bronzi di Riace e di Porticello. Si tratta di un progetto di “conservazione preventiva” che servirà a pianificare tutte le azioni volte alla prevenzione dei fenomeni di degrado e alla programmazione di interventi di manutenzione necessari a garantire la corretta conservazione delle opere, attraverso l’esame interno ed esterno e il controllo delle condizioni micro-ambientali. Saranno esposte le attività di verifica/monitoraggio, le indagini diagnostiche svolte finora e la fruttuosa collaborazione con gli enti coinvolti nel progetto.
Fruizione | Tutela Il MArRC verso l’accessibilità 2.0: nuove iniziative per avvicinare i pubblici
alle collezioni
A cura del Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria in collaborazione con Living camera srl, Cooperativa sociale Mare Laboratorio di innovazione sociale
INTERVENGONO
Fabrizio Sudano, Direttore Museo archeologico nazionale Reggio Calabria Claudia Ventura, Funzionario architetto MArRC Maria Raneri, Funzionario archeologo MArRC Gabriele Morabito, Living Camera srl
Maria Furfaro, Living Camera srl Francesca Merz, Responsabile Cooperativa sociale Mare Laboratorio di innovazione sociale Gabriella Vigoroso, Pedagogista ed Educatore socio-pedagogico in libera professione
Presentazione dei risultati delle attività realizzate nel 2024 al MArRC connesse dal tema dell’accessibilità alla cultura come nuovo paradigma per la fruizione e valorizzazione del patrimonio culturale. Illustrazione del Progetto FARM – Formazione Augmented Reality e Museo, in collaborazione con Living Camera, per la fruizione in realtà aumentata delle opere esposte e del progetto Didattica al MArRC!, in collaborazione con la Coop. Mare Laboratorio di innovazione sociale, per la fruizione inclusiva e rivolto alle categorie svantaggiate.
ORE 18:50 – 19:20
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ORE 10:00 – 11:00
ORE 11:30 – 13:30
ORE 13:40 – 15:40
ORE 16:00 – 18:00
Tocchiamo l’Arte
A cura del Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria (MArRC)
CONDUCONO
Maria Cantone, Esperta in progettazione, gestione eventi e percorsi culturali Francesca Merz, Responsabile Coop. Mare Laboratorio di innovazione sociale Gabriella Vigoroso, Pedagogista ed Educatore socio-pedagogico Alessandra Trunfio, Specializzata in Servizio Sociale e Bisogni Educativi Speciali
L’arte si tocca, questo è il concetto che il laboratorio tattile ci vuole insegnare. Il MArRC invita a conoscere il patrimonio del museo tramite il senso del tatto ed è rivolto a tutti coloro che abbiano la curiosità di voler esplorare e conoscere il patrimonio archeologico tramite i sensi.
Età consigliata per tutti
L’esplorazione virtuale della Tomba del Tuffatore
A cura dei Parchi archeologici di Paestum e Velia (PA PAEVE) CONDUCONO
Tiziana D’Angelo, Direttore dei Parchi archeologici di Paestum e Velia PA PAEVE Sara Battaglia, Archeologa e digitalizzatrice di Memooria Vincenzo Marsico, Direttore commerciale di Haltadefinizione
L’iniziativa propone una modalità di accesso e fruizione virtuale sperimentale e assolutamente innovativa della Tomba del Tuffatore presso lo stand del Ministero della Cultura, i visitatori avranno la possibilità di ammirare ed esplorare per la prima volta il digital twin della Tomba grazie alle tecnologie di realtà aumentata, come Apple Vision Pro. L’esperienza immersiva offre una visione senza precedenti del reperto, valorizzandone ogni dettaglio. Età consigliata per tutti
La storia in 3D. ricostruzione di Porta Rosa in 3D
A cura dei Parchi archeologici di Paestum e Velia (PA PAEVE) in collaborazione con Effetto Rete Cooperativa Sociale Laboratorio didattico di prototipazione attraverso l’utilizzo della penna3D. Il laboratorio si sviluppa in 2 ore durante le quali si imparerà il funzionamento della stampa 3D. E’ un laboratorio didattico che unisce arte, scienza e tecnologia in un’unica attività, per la realizzazione della scala di Porta Rosa, individuando gli elementi architettonici più importanti.
Età consigliata per tutti
La metallurgia nell’antichità. Le tecniche di decorazione a sbalzo
A cura della Direzione regionale Musei nazionali Lazio (DRMN LAZIO) CONDUCONO
Daniela De Angelis, Direttrice del Museo delle Navi Romane di Nemi
Ettore Pizzuti, Archeotecnologo
Il laboratorio è destinato a ragazzi e adulti alla scoperta della toreutica antica, utilizzata per la realizzazione di oggetti d’uso e ornamenti personali. I partecipanti potranno sperimentare le tecniche utilizzate nell’antichità e ricreare degli oggetti con decori a sbalzo su modelli antichi, impiegando materiali forniti dall’Amministrazione. È possibile proporre anche un piccolo tavolo espositivo con materiali legati alla toreutica e repliche di reperti antichi in bronzo e rame.
Età consigliata per tutti
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Gestione e valorizzazione | Fruizione Lungo la Rotta di Enea. Il Parco archeologico dei Campi Flegrei incontra il
Parco di Butrinto (Albania)
A cura del Parco archeologico dei Campi Flegrei (PA FLEG) in collaborazione con Associazione Rotta di Enea e Parco nazionale di Butrinto (Albania)
INTERVENGONO
Fabio Pagano, Direttore del Parco archeologico dei Campi Flegrei S. E. Anila Bitri Lani, Ambasciatrice della Repubblica d’Albania Giovanni Cafiero, Presidente dell’Associazione Rotta di Enea
L’intervento intende presentare il Protocollo d’Intesa esistente tra il Parco nazionale di Butrinto in Albania, il Parco archeologico dei Campi Flegrei e l’Associazione Rotta di Enea nell’ambito del progetto dell’itinerario culturale Rotta di Enea, approvato dal Consiglio Europeo nel 2021, che coinvolge numerosi siti del Mediterraneo al fine di creare una rete che ripercorra, con strumenti materiali e immateriali, il racconto virgiliano del viaggio di Enea.
Nuove scoperte
Aspromonte, nuovi ritrovamenti lungo antiche mura romane. Una trappola per Spartaco?
A cura della Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Reggio Calabria e la provincia di Vibo Valentia (SABAP RC VV) in collaborazione con Parco nazionale dell’Aspromonte
INTERVENGONO
Maria Mallemace, Soprintendente ad interim Archeologia belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Reggio Calabria e la provincia di Vibo Valentia
Andrea Maria Gennaro, Funzionario archeologo SABAP RC VV Michele Mazza, Funzionario archeologo SABAP RC VV Marco Stefano Scaravilli, Funzionario archeologo SABAP RC VV Antonio Scrivo, Funzionario geologo SABAP RC VV
Un articolato programma di ricerche condotto dalla Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Reggio Calabria e la provincia di Vibo Valentia, in collaborazione con il Parco nazionale dell’Aspromonte, ha consentito la “riscoperta” di una struttura muraria che attraversa per quasi 3 chilometri i boschi del Dossone della Melia, superando ripidi dislivelli, un pianoro e, nel tratto conclusivo, anche un torrente. Il rinvenimento di armi romane, databili con certezza all’epoca tardo-repubblicana, rende plausibile l’identificazione della struttura con il muro realizzato dal console Licinio Crasso nel 72 a.C. per intrappolare i ribelli guidati da Spartaco e per impedire loro l’accesso a ogni rifornimento. Saranno presentati per la prima volta, dopo l’annuncio dato dallo stesso Direttore Generale ABAP nel luglio 2024, i risultati delle prime fruttuosissime campagne d’indagini condotte dalla Soprintendenza in luoghi così affascinanti come i boschi dell’Aspromonte.
ORE 10:00 – 10:40
ORE 10:50 – 11:50
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ORE 12:00 – 12:40
ORE 12:50 – 13:20
Tutela
La nuova campagna di scavo a Strongoli (KR): un Parco archeologico urbano per riqualificare aree degradate
A cura della Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio per le province di Catanzaro e Crotone (SABAP CZ KR)
INTERVENGONO
Stefania Argenti, Soprintendente Archeologia belle arti e paesaggio per le province di Catanzaro e Crotone Alfredo Ruga, Funzionario archeologo SABAP CZ KR Vittoria Falbo, Funzionario archeologa SABAP CZ KR Marcello Gelone, Funzionario archeologo SABAP CZ KR
La nuova campagna di scavi avviata a Strongoli (KR) non è solo un’iniziativa di ricerca archeologica, ma rappresenta un autentico motore di cambiamento per l’intera comunità, in grado di iniettare una vera e propria energia propulsiva nel tessuto sociale e culturale della città. Al centro del progetto vi è l’ambizione di trasformare i risultati delle campagne di scavo in catalizzatori di una rinascita urbana e culturale, rendendo il futuro museo archeologico un polo di attrazione dinamico e vitale per la cittadinanza e i visitatori.
Questo approccio multidimensionale, che lega la scoperta archeologica alla riqualificazione urbana, è volto a generare una forza rigenerativa che riscriva il destino di un territorio spesso afflitto da fenomeni di degrado e illegalità. L’archeologia, tradizionalmente vista come una disciplina legata al passato, qui si fa protagonista di un processo di risveglio identitario e di rilancio sociale, contribuendo attivamente alla riconquista degli spazi pubblici.
Nuove scoperte
A cura della Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini (SABAP RA) in collaborazione con Comando dei Vigili del Fuoco di Forlì-Cesena
INTERVENGONO
Federica Gonzato, Soprintendente Archeologia belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì- Cesena e Rimini Gianfranco Tripi, Comandante provinciale dei Vigili del Fuoco di Forlì-Cesena Romina Pirraglia, Funzionaria archeologa SABAP RA
L’intervento vuole restituire il complesso di azioni intraprese a partire dal rinvenimento a Sarsina dei resti archeologici di un tempio di età romana, che hanno comportato il coinvolgimento della DG Abap, dell’ICA e dei Vigili del Fuoco per una prima urgente messa in sicurezza. Tali attività sono state necessarie per potere procedere con lo scavo integrale del sito attualmente in corso, da destinare alla pubblica fruizione tramite un apposito progetto di valorizzazione.
La scoperta del tempio romano di Sarsina (FC) tra sinergie e criticità
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Nuove scoperte | Fruizione
Lio Piccolo e la Villa romana del Sale. Un progetto di scavo, tutela e turismo
sostenibile nella Laguna di Venezia
A cura della Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio per il comune di Venezia e Laguna (SABAP VE LAG) in collaborazione con Università Ca’ Foscari di Venezia e Comune di Cavallino Treporti
INTERVENGONO
Sara Bini, Funzionario archeologo SABAP VE LAG Alberto Ballarin, Assessore alla Cultura e tradizioni locali-Turismo e Progetto strategico Lio Piccolo del Comune di Cavallino Treporti Diego Calaon, Professore associato Università Ca’ Foscari di Venezia Daniela Cottica, Professore associato Università Ca’ Foscari di Venezia Jacopo Paiano, Specializzando in archeologia Università Ca’ Foscari di Venezia Martina Bergamo, Dottoranda in archeologia Università Ca’ Foscari di Venezia
Un esempio di archeologia sostenibile e di comunità, oltre che di ricerche e di tutela, che ha permesso di far conoscere la storia della Laguna Nord sia al mondo scientifico ma anche alle comunità locali.
Nuove scoperte
Lo scavo della chiesa di San Geminiano in Piazza San Marco. Le ultime indagini archeologiche su Venezia altomedievale
A cura della Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio per il comune di Venezia e Laguna (SABAP VE LAG)
INTERVIENE
Sara Bini, Funzionario archeologo SABAP VE LAG
Sintesi sulle ultime indagini archeologiche che dal 2021 interessano Piazza S. Marco, in particolare quelle che hanno permesso di rilevare i resti della chiesa di S. Geminiano, esistente nella Piazza fin dai primi secoli dell’alto-medioevo.
Fruizione | Tutela
ETRURIA FUTURA. I progetti CAPUT MUNDI NEXT GENERATION EU-PNRR della Soprintendenza per la provincia di Viterbo e per l’Etruria meridionale
A cura della Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio per la provincia di Viterbo e per l’Etruria meridionale (SABAP VT EM)
INTERVENGONO
Barbara Barbaro, Funzionario archeologo SABAP VT EM Simona Carosi, Funzionario archeologo SABAP VT EM Biancalisa Corradini, Funzionario archeologo SABAP VT EM Gloria Galanti, Funzionario architetto SABAP VT EM Carlotta Schwarz, Funzionario archeologo SABAP VT EM Yuri Strozzieri, Funzionario architetto SABAP VT EM Giuseppe Borzillo, Funzionario architetto SABAP VT EM Rossella Zaccagnini, Funzionario archeologo SABAP VT EM Daniele Federico Maras, Direttore Museo nazionale archeologico di Firenze Gianpaolo Colucci, Archeologo – istruttore Albatros progetto Paolo Pinto Scuba Blind International Disable Dive School
La Soprintendenza è soggetta attuatrice per la realizzazione dell’investimento 4.3. Caput Mundi – Next Generation EU per grandi eventi turistici, M1C3-35, Percorsi Giubilari 2025 per un totale di 26 interventi, nell’ambito di un accordo tra Ministero della Cultura e Ministero del Turismo. I progetti si distinguono per innovazione, inclusività, apporto conoscitivo.
ORE 13:30 – 14:30
ORE 14:40 – 15:00
ORE 15:10 – 16:40
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ORE 16:50 – 17:20
ORE 17:30 – 18:00
ORE 18:10 – 19:00
ORE 19:10 – 19:30
Nuove scoperte | Fruizione Il Parco archeologico nazionale di Locri Epizefiri: per una nuova visione del futuro
A cura della Direzione regionale Musei nazionali Calabria (DRMN CAL) INTERVENGONO
Filippo Demma, Direttore regionale Musei nazionali Calabria Elena Trunfio, Direttrice del Museo e Parco archeologico nazionale di Locri Epizefiri
Il progetto del “nuovo” Parco, costruito con la comunità locale e scientifica e con gli ordini professionali, attraverso gli strumenti della progettazione architettonica di paesaggio vuole creare un contesto favorevole per vivere il parco, aprendosi dunque alle contemporaneità, ad una nuova percezione paesaggistica del camminare, del comunicare la storia e del fruire il sito.
Gestione e valorizzazione
Il ruolo del Museo nella progettazione e realizzazione di eventi: il caso del Festival Trame
A cura della Direzione regionale Musei nazionali Calabria (DRMN CAL) – Museo archeologico Lametino (MAL) INTERVENGONO
Simona Bruni, Direttrice del Museo archeologico Lametino Stefania Mancuso, Professore archeologia classica e didattica del Parco e del Museo UNICAL
Alla gestione del patrimonio museale, contenitore di potenziali storico/culturali, si lega la ricaduta delle attività, come il “Festival Trame” che possono innescare meccanismi di buone pratiche ma soprattutto di interazioni culturali attraverso lo strumento della comunicazione/narrazione basato su un’idea di condivisione e di coinvolgimento dell’utenza e del suo contesto territoriale.
Nuove scoperte | Tutela I recenti ritrovamenti di Punta dell’Aspide (Nardò, LE) nel quadro degli
insediamenti costieri salentini nell’Età del Bronzo
A cura della Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio per le province di Brindisi e Lecce (SABAP BR LE)
INTERVENGONO
Francesca Riccio, Soprintendente Archeologia belle arti e paesaggio per le province di Brindisi e Lecce Antonio Zunno, Funzionario architetto SABAP BR LE Serena Strafella, Funzionario archeologo SABAP BR LE Ida Tiberi, Collaboratore archeologo SABAP BR LE
Luigi Coluccia, Archeologo libero professionista
L’intervento è finalizzato alla condivisione dei dati scaturiti dalle prime indagini sistematiche condotte su un insediamento databile alla media età del Bronzo, collocato in un contesto paesaggistico che straordinariamente conserva evidenze di altri insediamenti coevi, collocati lungo la linea di costa, in reciproca interrelazione.
Gestione e valorizzazione
Verso il nuovo Museo Nazionale Romano. Urbs, dalla città alla campagna romana
A cura del Museo Nazionale Romano (MNR) INTERVIENE Stéphane Verger, Direttore del Museo Nazionale Romano
Il progetto “URBS. Dalla città alla campagna romana” coinvolge le quattro sedi del Museo Nazionale Romano in un insieme di restauri e riallestimenti per restituire un nuovo racconto della storia di Roma dalle origini all’epoca contemporanea, anche attraverso le nuove scoperte archeologiche e percorsi innovativi e inclusivi.
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La metallurgia nell’antichità. Le tecniche di decorazione a sbalzo
A cura della Direzione regionale Musei nazionali Lazio (DRMN LAZIO) CONDUCONO
Daniela De Angelis, Direttrice del Museo delle Navi Romane di Nemi Ettore Pizzuti, Archeotecnologo
Il laboratorio è destinato a ragazzi e adulti alla scoperta della toreutica antica, utilizzata per la realizzazione di oggetti d’uso e ornamenti personali. I partecipanti potranno sperimentare le tecniche utilizzate nell’antichità e ricreare degli oggetti con decori a sbalzo su modelli antichi, impiegando materiali forniti dall’Amministrazione. È possibile proporre anche un piccolo tavolo espositivo con materiali legati alla toreutica e repliche di reperti antichi in bronzo e rame.
Età consigliata per tutti
Geometrie a regola d’arte
A cura del Parco archeologico di Pompei (PA POMPEI)
CONDUCONO
Maria Grazia Viscido Valentina Landi Virginia Caiazza
La tassellazione è uno dei metodi con i quali si può ricoprire un piano per mezzo di figure che vengono traslate, ruotate, riflesse ripetutamente senza sovrapporsi. Ma questa tecnica a Pompei era già nota, infatti ci sono numerosi mosaici ritrovati nelle case, con tessere bianche e nere con motivi a labirinto e a scacchiera. i partecipanti saranno coinvolti nella complessa opera della tassellazione, un’attività che unisce arte e matematica in modo emozionante e creativo, per creare un motivo geometrico nuovo da portare a casa come ricordo di questa giornata di gioco e apprendimento.
Età consigliata per tutti
L’esplorazione virtuale della Tomba del Tuffatore
A cura dei Parchi archeologici di Paestum e Velia (PA PAEVE) CONDUCONO
Sara Battaglia, Archeologa e digitalizzatrice di Memooria Vincenzo Marsico, Direttore commerciale di Haltadefinizione
L’iniziativa propone una modalità di accesso e fruizione virtuale sperimentale e assolutamente innovativa della Tomba del Tuffatore presso lo stand del Ministero della Cultura, i visitatori avranno la possibilità di ammirare ed esplorare per la prima volta il digital twin della Tomba grazie alle tecnologie di realtà aumentata, come Apple Vision Pro. L’esperienza immersiva offre una visione senza precedenti del reperto, valorizzandone ogni dettaglio.
Età consigliata per tutti
ORE 10:00 – 11:30
ORE 11:45 – 13:00
ORE 15:00 – 18:00
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ORE 10:00 – 11:00
ORE 11:10 – 11:30
Archeologia e pubblico: nuovi modi per raccontare il passato
A cura della Direzione regionale Musei nazionali Liguria (DRMN LIG), Musei nazionali di Genova in collaborazione con Università degli Studi di Genova (UNIGE), Dipartimento di Informatica Bioingegneria Robotica e Ingegneria dei Sistemi DIBRIS
INTERVENGONO
Alessandra Guerrini, Direttore Musei nazionali di Genova Valentina Fiore, Funzionario storico dell’arte DRMN LIG Manuela Serando, Content specialist e cultural project manager, Ett Solutions Spa Antonella Traverso, Funzionario archeologo DRMN LIG Gianni Vercelli, Professore Università degli Studi di Genova UNIGE
Verranno qui presentati due dei progetti finanziati nell’ambito del PNRR Mis. 1. Investimento 1.2 Rimozione delle barriere fisiche e cognitive in musei realizzati dalla DRMN Liguria grazie anche a collaborazioni con DIBRIS – UniGe ed ETT Genova. Si tratta di due applicazioni, che hanno l’obiettivo di facilitare l’accesso al tema archeologico sia sul piano dell’accessibilità fisica (visita ai siti anche in condizioni di percorso difficili) sia su quello dell’accessibilità cognitiva (temi complessi quali la preistoria più antica o il tema di siti archeologici pluristratificati e plurifunzionali). Sono quindi state realizzate due applicazioni: ai Balzi Rossi è stato realizzato un modello 3D esportato in un ambiente di sviluppo per realtà virtuale, utilizzando Unreal Engine per costruire un’esperienza di realtà virtuale coinvolgente e interattiva; all’area archeologica di Nervia invece sono state realizzate diverse tipologie di postazioni multimediali (postazione talking Avatar, modellino 3D Sense, teche multimediali interattive), che sfruttano le potenzialità educative dei talking avatar, realizzati attraverso l’integrazione tra diverse piattaforme AI, grafica computerizzata e storytelling, in grado di comunicare contenuti didattici e divulgativi. Inoltre la nuova tecnologia Sense applicata a un modellino 3D delle terme, permette, attraverso l’interazione attiva ed esperienziale di tutti i visitatori, anche ipovedenti, la comprensione del funzionamento delle terme in epoca romana.
Fruizione
Sepolta dai libri… Prospettive di valorizzazione dei resti archeologici della prima chiesa gesuitica di Napoli ritrovati nei depositi della Biblioteca Universitaria di Napoli
A cura della Biblioteca Universitaria di Napoli (BUN) INTERVENGONO
Silvia Iovane, Direttore della Biblioteca Universitaria di Napoli Carlo Ebanista, Professore di archeologia cristiana e medievale Mario Cesarano, Archeologo
Presentazione dello studio preliminare e delle prospettive di valorizzazione dei resti archeologici conservati nei depositi della BUN ed emersi casualmente durante lavori di ristrutturazione. Sarà proiettato un breve documentario.
Fruizione
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ORE 11:40 – 12:10
Fruizione
Progetto archivio storico comunale e Parco archeologico naturalistico Civita di Cupra Marittima (AP)
A cura della Soprintendenza archivistica e bibliografica delle Marche (SAB MAR) in collaborazione con il Comune di Cupra Marittima, Progetto cofinanziato da Regione Marche e Comune di Cupra Marittima (AP)
INTERVENGONO
Benedetto Luigi Compagnoni, Soprintendente archivistico e bibliografico delle Marche Daniela Luciani, Assessore alla cultura del Comune di Cupra Marittima (AP)
Eliana Ameli, Consigliera del Comune di Cupra Marittima con delega al Parco archeologico di Cupra Marittima (AP) Antonello Bellanca, Studio logico srl
Presentazione progetto di promozione dell’archivio storico comunale di Cupra Marittima con realizzazione di contenuti multimediali, utilizzando le tecniche del serious game, che collegano le carte d’archivio con il Parco archeologico.
Gestione e valorizzazione | Nuove scoperte Roma, la macchina del PNRR tra nuove scoperte e valorizzazione
A cura della Soprintendenza Speciale Archeologia belle arti e paesaggio di Roma (SSABAP RM) INTERVENGONO
Il PNRR come straordinario strumento di sviluppo e di indagine. Il 2024 è stato contrassegnato da importanti cantieri di archeologia preventiva che hanno portato a nuove scoperte archeologiche: dal Portico di Agrippina in piazza Pia al Patriarchio di San Giovanni in Laterano. Il PNRR è anche l’occasione per ripensare il patrimonio archeologico nel contesto urbano con interventi di valorizzazione d’eccezione come per le Terme di Caracalla. Progetti innovativi e di sviluppo che diventano uno storytelling targato SSABAP attraverso Cantieri Narranti.
Gestione e valorizzazione
SmartLand@Pompei. Progetto per la valorizzazione del territorio vesuviano.
A cura della Direzione Generale per il Supporto all’Attuazione dei Programmi – Unità Grande Pompei (UGP)
INTERVENGONO
Alberto Bruni, Progettista UGP Annunziata Valente, Referente UGP Progetto SmartLand@Pompei
Con il progetto SmartLand@Pompei viene realizzata l’idea, elaborata nel Piano Strategico per lo sviluppo delle aree comprese nel Piano di Gestione del sito UNESCO “Aree archeologiche di Pompei, Ercolano e Torre Annunziata”, di un portale Open Data per il Sistema Turistico Culturale integrato, una piattaforma di servizi integrati per la valorizzazione delle espressioni culturali identitarie di questo territorio, con l’obiettivo di definire e applicare nuovi modelli di sviluppo economico e sociale attraverso soluzioni tecnologiche innovative.
ORE 12:15 – 12:50
ORE 13:00 – 13:20
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ORE 10:00 – 12:00
Geometrie a regola d’arte
A cura del Parco archeologico di Pompei (PA POMPEI)
CONDUCONO
Maria Grazia Viscido Valentina Landi Virginia Caiazza
La tassellazione è uno dei metodi con i quali si può ricoprire un piano per mezzo di figure che vengono traslate, ruotate, riflesse ripetutamente senza sovrapporsi. Ma questa tecnica a Pompei era già nota, infatti ci sono numerosi mosaici ritrovati nelle case, con tessere bianche e nere con motivi a labirinto e a scacchiera. i partecipanti saranno coinvolti nella complessa opera della tassellazione, un’attività che unisce arte e matematica in modo emozionante e creativo, per creare un motivo geometrico nuovo da portare a casa come ricordo di questa giornata di gioco e apprendimento.
Biblioteca DEA SABINA-Associazione CORNELIA ANTIQUA
FIUMICINO – Il Restauro del Castello di Porto
Nel 1930 l’Architetto Giuseppe Breccia Fratadocchi riceve l’incarico di restaurare il Castello di Porto presso Fiumicinoed adeguarlo alle esigenze di una nuova destinazione. La Congregazione dei Figli di Santa Maria Immacolata che lo aveva appena acquistato dalla Diocesi di Porto e Santa Rufina , Castello un tempo era la sede episcopale. L’antico Episcopio di Porto , fortificato nel XIII secolo da Papa Callisto II e nel XVI secolo da Papa Sisto IV assumendo la forma di Palazzo-Fortezza, aveva conosciuto , nel corso dei secoli, periodi di abbandono e subendo gravi danni , alternati a periodi di rinascita caratterizzati da interventi di riqualificazione e abbellimento sia nel cortile e sia nella chiesa. Al momento della vendita il Castello si presentava in grave stato di degrado e con numerosi episodici rimaneggiamenti e lavori di manutenzione provvisoria. In precedenza Papa Pio XI aveva suggerito il nome dell’Ingegner Carlo Castelli , progettista di sua fiducia, per curare il restauro. La necessità di recuperare il monumento per l’uso di un Istituto religioso a scopo educativo e con annesso appartamento riservato al Vescovo Cardinale , spinge il Cardinale Tommaso Boggiani, Vescovo della Diocesi suburbicaria di Porto, a rivolgersi al giovane allievo dell’Accademico Giovannoni. Già allora le più accreditate teorie del restauro nei casi di riuso di edifici storici auspicavano riusciti percorsi progettuali tali da garantire la vitalità stessa del monumento, in questo caso si trattava cioè di fare del Castello un “Monumento Vivente” sia pure nel rispetto di criteri fisiologici. L’Arch. Breccia segue le teorie del restauro dei monumenti già diffuse in Francia da Louis Cloquet e definite “restauri di innovazione” da Giovannoni. L’Architetto Breccia si entusiasma talmente al tema che, forte della stima del Cardinale Boggiani, costituisce una propria Impresa Edile assumendo il ruolo di progettista , Direttore dei Lavori e impresario al fine di ottenere ogni garanzia sul risultato finale . Nel novembre dello stesso anno, 1930, organizza una visita al Cantiere per il Sindacato Provinciale Fascista Ingegneri. L’esigenza di una nuova camerata proposta nel precedente studio della Diocesi con un corpo di fabbricato aggiunto ad un solo piano sul lato Sud-Ovest, ha il sapore della consueta ed estranea superfetazione la quale verrebbe a turbare l’imponente chiarezza del volume che si erige nella solitudine del paesaggio della foce del Tevere. L’Architetto Breccia opta pertanto per quella che egli considera la sola alternativa possibile: la demolizione della facciata Sud, assai modesta e di chiara fattura ottocentesca a due e tre livelli, e la ricostruzione della stessa sopraelevata di un piano ed avanzata di circa 1,8 metri dal filo della facciata precedente , cioè una soluzione in analogia con gli interventi di riallineamento ,allora frequenti, nelle riconfigurazioni urbanistiche dei centri storici . La nuova facciata, semplice, a intonaco, si caratterizza con elementi propri dell’architettura del Castello; un coronamento con merli nell’antica facciata d’origine poi nascosti dal volume ottocentesco ed il piccolo aggetto dell’ultimo piano , continuo e poggiante su mensole, elemento suggerito da un altro fronte del Castello. L’Architetto Breccia vuole evidenziare bene il nuovo volume aggiunto limitandone l’estensione e lasciando in vista , sul lato destro, il filo dell’antica facciata con una accentuata rientranza. Inoltre elimina la copertura provvisoria a due spioventi del grande torrione sulla via Portuense per sostituirla con un tetto a quattro spioventi che appoggia sulla antica merlatura ripristinata. Anche la torre mozzata dell’angolo Sud-Ovest viene liberata della copertura ad uno spiovente e e ripristinata la merlatura . Il Castello , così liberato da ogni sporadica deformazione , recupera un’immagine che si caratterizza per coerenza stilistica . Il lavoro incontrerà i più ampi consensi , ma L’Architetto Breccia dovrà rinunciare all’attività di costruttore edile , risultata troppo costosa e non compatibile con il suo carattere di appassionato Architetto. Lo stesso Cardinale Boggiani gli commissionerà poi il progetto della propria tomba da realizzarsi a Bosco Marenco (Alessandria). La Congregazione ancora nel dopoguerra si rivolgerà a lui per altri importanti lavori da eseguirsi nel palazzo romano sito in via del Mascherone.
ROMA. Sul Gianicolo riapre dopo 5 anni l’antico santuario pagano che venne scoperto per caso-
Roma- Santuario Siriaco del Gianicolo -È una storia affascinante – ed a tratti misteriosa – quella che avvolge questo sito che, dopo cinque anni di chiusura – torna a essere fruibile dal pubblico: si tratta del Santuario Siriaco del Gianicolo, situato nel Rione Trastevere alle falde di Villa Sciarra.
Quattro aperture straordinarie in programma il 13, 20, 27 ottobre e il 10 novembre permetteranno al pubblico di vivere le atmosfere di questo tempio pagano (le cui prime fasi di costruzione risalgono al I Secolo d.C.) che si trovava all’interno di una “domus” privata.
La È una riapertura molto attesa che dopo cinque anni permetterà al pubblico di accedere a questa area archeologica, prima che diventi oggetto di importanti interventi PNRR”, spiega Daniela Porro, Soprintendente Speciale di Roma. “Verranno realizzati la messa in sicurezza ed il restauro delle strutture e sarà possibile allestire uno spazio espositivo ed un punto di accoglienza nella ex casa del custode”.
Scoperto per caso nel 1906, il Santuario Siriaco del Gianicolo deve il suo nome ad una delle prime ipotesi di destinazione d’uso del sito (ovvero il culto siriaco); teoria mai esclusa dagli studiosi (soprattutto nella prima fase della sua storia) che oggi, a seguito di scavi e ricerche condotti negli ultimi venticinque anni, concordano nel ritenere il Santuario un luogo di culto dedicato alla divinità Osiride. Questa ipotesi sarebbe confermata dal ritrovamento di una statua in bronzo (oggi esposta al Museo Nazionale Romano) avvolta nelle spire di un serpente, scoperta accanto a delle uova ed altri oggetti rituali ed identificabile con Osiride appunto, cui si aggiungono alcune sculture di Dioniso in marmo e quella di un faraone in basalto nero, tutte riconducibili ai culti egizi degli inferi e della fertilità.
Il sito, che si compone di una struttura absidata ed una stanza poligonale, per morfologia ricorda le architetture delle domus tardo imperiali. Qui dunque, in modalità privata, continuavano a essere praticati i culti pagani: con l’editto di Tessalonica del 380 d.C., Teodosio proibiva qualsiasi forma di culto che non fosse il Cristianesimo, unica religione ammessa dall’impero. Il paganesimo restava così relegato nella discrezione delle mura domestiche, come nel caso del Santuario Siriaco. Da questo luogo sono emerse ulteriori importanti testimonianze: oltre ad essere il luogo in cui, secondo le fonti antiche, Caio Gracco si uccise nel 121 a.C., qui, stando ad una iscrizione ritrovata, doveva sorgere il Lucus Furrinæ, l’antico bosco e la fonte sacra a Furrina, un’antica divinità dell’antica Roma.
INFORMZIONI
Santuario Siriaco del Gianicolo a Roma
Ingresso: Via Dandolo 47
Visite: 13, 20, 27 ottobre, 10 novembre 2024
Orario: 9.30 – 12.30
Gruppi: 25 persone ogni 30 minuti
Visita libera e gratuita
-Castel di Guido :”Il Degrado del Sito Archeologico Casale della Bottaccia”-
Roma Municipio XIII- 19 giugno 2022-Fotoreportage dell’Associazione CORNELIA ANTIQUA-
Roma Municipio XIII- 19 giugno 2022-Franco Leggeri Fotoreportage-Gli Indiana Jones dell’Associazione Cornelia Antiqua, nella foto, Tatiana CONCAS, Mirko ANTONUCCI e Damiano FILIPPONI capitanati dal Presidente CRISTIAN NICOLETTA sono, anche oggi , entrati all’interno dei ruderi del Casale della Bottaccia . A corredo di questo articolo pubblichiamo il loro Reportage Fotografico :”Cartoline dall’inferno-Castel di Guido- Il Degrado e abbandono del Sito Archeologico del Casale della Bottaccia.
In Italia esistono luoghi, se pur carichi di storia per i Borghi dove sorgono,sono lasciati nel degrado e nella più completa rovina .Il Casale della Bottaccia di Castel di Guido non sono “pietre disperse” e senza storia , ma è sicuramente un edificio, porzione di edificio, dal passato antico che per qualche ragione sconosciuta non gode dei “diritti” di recupero e restauro come di altri luoghi simili esistenti a Roma . Il Casale è forse condannato a una fine ignobile, soffocata dai suoi stessi calcinacci?
Breve cronologia degli eventi degli ultimi anni- Storia-Ricerca Bibliografica-(Parziale e non esaustiva) cura di Franco Leggeri -le foto originali sono dell’Associazione CORNELIA ANTIQUA .
-Il Casale della Bottaccia è, risulta, in stato di abbandono già dal 1964, come documentato da una foto in possesso della soprintendenza dei BB.CC.; in tale foto si vede anche la presenza di alcuni infissi e dei tetti oggi tutti crollati e del fienile, costruito nel 1700, di cui oggi rimane solo la parte basamentale..
Nel 1992 i tetti sono mancanti in alcune parti del fabbricato come si vede dalla foto in “Elisabetta Carnabuci, Antiche Strade – Lazio- Via Aurelia, I.P.Z.S., Roma 1992”; dalla quale si nota anche come a quel tempo le aperture non fossero ancora state murate e la tettoia all’ingresso fosse ancora in piedi. Nello stesso volume si afferma che la proprietà sembra essere ancora della famiglia Pamphilj.
Nel 2018 Dopo tantissimi appelli ,anche d’ITALIA NOSTRA, e tante promesse di politici in cerca di voti, il Sito Archeologico Casale della Bottaccia era ancora in stato di abbandono , di degrado e regno incontrastato della prostituzione.
Breve Storia-Ricerca Bibliografica-(Parziale e non esaustiva) cura di Franco Leggeri –
Intorno alla metà del 1600 ,per la grande opera di Carità dell’abate Ottavio Sacco da Reggio Calabria (morto nel 1660) e per la benevolenza del Principe Camillo Pamphilj, che aveva acquistato nel 1641 la tenuta dal Card. Alessandro Peretti detto anche Cardinal Montalto, fu edificata la cappella annessa al Casale della Bottaccia . La Cappella fu dedicata a Sant’ Antonio Abate, che , da subito, diventa anche un “piccolo ospedale” per il primo soccorso degli ammalati. Si racconta che nei pressi della Cappella di Sant’Antonio era sempre pronto un carro, con cavalli attaccati, per raccogliere gli ammalati nella Campagna Romana .Gli ammalati o infortunati più gravi venivano inviati nell’Ospedale Santo Spirito di Roma.Una Cappella simile a quella del Casale della Bottaccia fu edificata , ancora esistente e visibile, a fianco del Casale Panphilj sito nel Borgo di Testa di Lepre di Sotto in via dell’Arrone.
Nei primi del ‘700 fu realizzato, probabilmente nel corpo a sud con grandi saloni ai piani superiori, un piccolo ospedale per il primo soccorso: l’Eschinardi infatti scrive: “. . omissis . . e parte del Principe Panpfilj di rub. 281 con la seguente detta della Bottaccia di rub. 333 dove si trova sempre pronta una sua carrozza per condurre a Roma gl’ammalati della campagna.” ed anche il Metalli: “Il Principe Panfili vi istituì un piccolo ospedale ed un’ambulanza pel trasporto dei malati poveri a Roma.” . Tale notizia da quanto riportato sul sito del X Dipartimento sarebbe desunta anche dai registri parrocchiali di Castel di Guido: “ . . .omissis . , l’oste assumeva un ruolo delicato: nel contratto di affitto dei locali aveva anche l’obbligo di accogliere i malati e portarli al vicino ospedale. Il Casale della Bottaccia fungeva non solo per la zona di Castel di Guido ma per tutto l’Agro Romano da ospedale. E due volte a settimana i malati più gravi si trasferivano all’Ospedale di Roma.”; questo riferimento del XVIII secolo conferma anche l’utilizzo di parte del casale come osteria, ribadito anche nella “Rubrica delle tenute e dei casali della carta Cingolana”. Quest’ultima destinazione d’uso probabilmente rimane fino al secolo scorso poiché se ne trovano ancora le tracce nel Casale, e L’ipotesi è sostenuta anche da Luigi Cherubini:”Le vecchie osterie della Campagna si danno da fare: per non restare tristemente abbandonate e inutilizzate, anche se hanno una storia, com’è successo alla “Bottaccia” di Castel di Guido e al Casale dei Francesi di Ciampino…(Omissis) per non morire” (Catasto Alessandrino 433bis/19 19 Ottobre 1661 “Sviluppo della strada che da Porta S. Pancrazio passa per Pisana e arriva a Maccarese” agrimensore Legendre Domenico; Isa Belli Barsali e M. G. Branchetti, “Ville della Campagna Romana”, ed. SISAR, Milano 1975, pag. 249-250-
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