Castelnuovo di Farfa Scrivere e dipingere con i colori della rabbia
Biblioteca DEA SABINA
Castelnuovo di Farfa Scrivere e dipingere con i colori della rabbia
Brani da Murales Castelnuovesi di Franco Leggeri
Castelnuovo di Farfa- 15 settembre 2023–Manovrare le parole come su di una scacchiera. Giocare con l’ironia che mi permette ora la mia età. Alla mia età ti accorgi che tante certezze sono crollate. Lo confesso, sono un sopravvissuto dell’Utopia Consumata. Posso giocare , appunto, con l’ironia delle parole. Provo a mescolare : ironia, ricordi, fantasia, però facendo attenzione di non cadere nella trappola dei miei avversari politici, questi sì, ahimè, che sono tantissimi. Mi trovo nel mezzo di una “lotta” impari, ma non impossibile e non mi rimane che essere un guerrigliero della penna e ,quindi, mutuo la strategia dei vietcong e la trasporto nelle Gole del Farfa che per me sono come il delta del fiume Mekong.
Le mie “armi di bambù “sono solo la penna e un foglio bianco. Posso escogitare incursioni con attacchi di parole in forma di poesia e dipingere con la luce ciò che nessuno mi può portare via o proibire. Utilizzo le mie forze mettendole nel moltiplicatore del sistema binario. Muovo i miei attacchi in un campo di battaglia sulla scacchiera dei ricordi e delle cose “storiche” incancellabili. Questa guerriglia è in essere perché l’Orgoglio castelnuovese soffre di siccità e di affetto nel terreno del “realismo dei ricordi”. Il revisionismo, servo del potere, sta “edificando un muro” un nuovo anno zero della Storia del nostro paese.
Nel 2023 Castelnuovo non ha più indigeni e il nostro Camposanto non ha più voce e rappresentanti che scrivano la Storia da consegnare al futuro. Il quadro, l’arazzo Castelnuovo, perde ogni giorno fili e ne rimane solo un vessillo incompleto. Noi indigeni stiamo perdendo la nostra identità di appartenenza, siamo rifugiati e clandestini che cerchiamo nel ricordo una traccia per essere ancora degni di chiamarci “castelnuovesi”.
Noi siamo reclusi all’interno di una linea d’ombra, linea livida che ci soffoca e dove cercano di farci perdere la MEMORIA. Proseguire e rigenerare con nuove idee la “guerriglia” scritta contro le ombre che cercano di cancellare anche la nostra data di nascita. A Castelnuovo stiamo assistendo, un classico delle dittature, ai “falò dei libri della Memoria”. Resistere, insistere e raccontare il VERO CASTELNUOVO, quello che ha impastato la calce con il sangue e ha costruito il nostro ORGOGLIO. Dobbiamo, ancora una volta, iniziare dalla “linea livida” :ricostruire una memoria e celebrare la nostra storia, in maniera liturgica e con le tavole cronologiche.
Siamo molti o pochi ad essere classificati come nativi “inquieti”, oppure aggettivati come “vagabondi”. Inquieti e vagabondi sono aggettivi che molti di noi hanno nella loro biografia, che forse sarebbe meglio iniziare con “dinamica” per Donne e Uomini ,“contumaci”, che hanno scritto pagine impressionanti, ciclopiche, per chi ha vissuto nell’epoca in cui Roma era “a giorni di viaggio” dal nostro paese. Quando io parlo, rigorosamente in dialetto, con un paesano di quelli veri, il discorso inizia con il classico:” Te recordi de….” poi ci guardiamo le cicatrici e ce le raccontiamo perché non tutti sono stati fortunati. Vi sono uomini e donne che hanno vissuto una vita da “sottopagati” nella Roma palazzinara e di borgata così come è stata scritta da Pasolini, una “Mamma Roma” amara .
Tornare a Castelnuovo in cerca delle Origini e scopri che il tuo paese ora non ti accetta più e che i nuovi venuti stanno riscrivendo la Storia in cui tu non ci sei, non hai più il “nome all’anagrafe”. Ho l’ossessione identitaria; cerco con la poesia di percorrere il labirinto spinoso delle Origini; cerco le radici per conservarle , cerco parole senza vincoli per scrivere, descrivere emozioni in forma cronologica così per far nascere un racconto vero e libero.
Certe volte rimescolo i ricordi, li catalogo e , da bravo amanuense, li trascrivo per paura di perderne la traccia . Di questa memoria noi tutti siamo depositari e libri intonsi che arricchisce gli scaffali di questa enorme “biblioteca Castelnuovo”. Combattiamo contro revisionisti (draghi e serpenti delle peggiori leggende medievali) che cercano un nuovo ANNO ZERO, ma non lo trovano, al fine di oscurare il nostro essere nativi castelnuovesi .
Le nostre radici affondano nelle pietre di Castelnuovo, luogo concreto. Noi siamo “Storia e sangue” e il nostro albero genealogico è scritto nelle epigrafi e lapidi che tutti possono leggere sia nel nostro Cimitero e sia nel Monumento ai Caduti delle due guerre mondiali.
Castelnuovo e i colori della rabbia,
Noi che abbiamo la parola interdetta
aspettiamo le stelle del cielo
per vedere ,da questo ponte della Storia,
passare l’ultima acqua silenziosa del nostro passato.
In questo spazio infinito dei ricordi
possiamo solo gettare i nostri sassi della rabbia.
Noi non abbiamo voce
perché oscurati e dimenticati
e il nostro respiro è nascosto al sole.
Ora l’ombra del silenzio scivola
e trascina a valle la voce e lo sguardo triste.
A noi castelnuovesi non resta che imparare
la trama dei racconti
inciderli nel libro dell’anima
e custodirli nei cassetti della memoria.
Scriveremo e racconteremo
lo “schiaffo della resa”
che le sirene del potere ,
beffandosi del nostro dolore
e il non essere capaci di rifiutare le “monetine“ dell’umiliazione,
che ogni giorno, ogni ora ci porgono
sul piatto della negazione.
Brani da Murales Castelnuovesi di Franco Leggeri