Castelnuovo di Farfa – La Fontanella della Piazzetta-Dal libro di Franco Leggeri-“Castelnuovo la riva sinistra del Farfa”
Biblioteca DEA SABINA
CASTELNUOVO DI FARFA (RI) La FONTANELLA della PIAZZETTA.
Castelnuovo di Farfa-“Scoprire il fascino e il ‘mistero’ della vecchia, storica, FONTANELLA della PIAZZETTA. Questa fontanella , incastonata nella sua nicchia come un gioiello, emana fascino e, sicuramente, abbellisce l’immagine del nostro Borgo. Castelnuovo è un borgo ricco di suggestioni, scorci e vere e proprie vibrazioni. Trasuda cultura e storia. Questa fontanella è un “totem” posto all’incrocio di un quadrivio che distribuiva l’acqua potabile, acqua sorgiva e la riversava , così si dice, il supero ,nella fontana di Porta FONTE CISTERNA. L’acqua proseguiva giù sino all’ultimo fontanile che raccoglie tutti i rivoli di acqua provenienti dalla sommità del colle, LA PIAZZETTA, dove si adagia Castelnuovo”.
Dal libro di Franco Leggeri-“Castelnuovo la riva sinistra del Farfa”.
Castelnuovo, il sogno e l’UTOPIA CONSUMATA.
Sono nato a Castelnuovo in una casa senza libri, ma , poi, la vita , i fatti tristi della vita mi fecero sconfinare nella Poesia. Io divenni un castelnuovese clandestino, emigrante all’interno di una biblioteca, e ,quindi, iniziai a navigare in un “OCEANO DI LIBRI”. Ogni libro era ed è un’isola su cui mi è stato possibile vivere libero .
La Poesia e la scrittura sono il giusto modo , forse, per ripagare il mio Borgo. Ripagare Castelnuovo, con moneta giusta per avermi accolto, per avermi regalato i sogni scritti sui muri, suoni e profumi , la sua bella storia , e le piccole storie che, assieme, sono diventate il mio Castello di Kafka e forse l’isola per un nuovo “naufrago castelnuovese”.
Sono nato castelnuovese , da genitori castelnuovesi e da nonni castelnuovesi , ma ho vissuto anche altrove una parte della mia vita. A Castelnuovo ho trascorso anni importanti, quelli che danno “l’impronta” alla formazione umana. Sono castelnuovese “dentro” e incatenato a Castelnuovo da sentimenti contrastanti come : Ammirazione per le sue straordinarie risorse , ma anche, ahimè, frustrazione per il modo in cui, quotidianamente, esse vengono sprecate da incapaci, si quelli della “Dittatura della Maggioranza”.
Come castelnuovese, orgoglio castelnuovese, sono parte di quella pattuglia che pensa che fare qualcosa , anche poco, sia meglio che non fare nulla ed abbandonare il Borgo, l’amato Castelnuovo, al suo triste destino di :”colonia della sottocultura Sabina”. Troppi castelnuovesi, senza altra colpa se non quella di essere nati a Castelnuovo, meritano di avere una chance , cioè quella di valorizzare le loro straordinarie qualità nascoste che spesso non sanno nemmeno di possedere. Credo , fortemente, che la politica dei piccoli passi, in un Borgo come Castelnuovo, sia quella da percorrere, quindi, piccoli passi e non spese faraoniche , soldi pubblici mal spesi per passerelle pre-elettorali, che diventano solo un pallido ricordo “snocciolati e bevuti” nei discorsi del bar.
Spero che altri “castelnuovesi dentro”, anche se residenti altrove, vogliano unire le loro idee e le loro voci in un progetto di Rinascimento culturale castelnuovese.
Piccola riflessione di un castelnuovese
Castelnuovo, Noi i ragazzi di via Coronari.
Amici miei, siamo quelli che abbiamo intrecciato i nostri sogni
come i vimini di un canestro
e, poi, li abbiamo riposti, nascosti
così lontano dalla vita vera.
Erano le inutili verità
rifiutate da noi adolescenti
che sapevamo annegare nel pane
i fiori del nostro sorriso.
Ora siamo diventati realtà dei sogni dei nostri padri
e artisti nel raccontarci una vita dispersa
nelle difficoltà di un percorso asfaltato da incognite.
Amici miei ora il sorriso
e il sospiro (soddisfatto?) di essere arrivati nell’oasi dei ricordi
quelli da noi sussurrati e nascosti tra sassi di via Coronari.
Ricordate?
Allora ci è stato impossibile
Far volare i nostri aquiloni che, oggi, ritroviamo
coperti da una infinità di perché e di ragnatele.
Amici miei adesso , finalmente, siamo strutture aeree
e liberi di gridare la nostra protesta.
Amici miei di via Coronari
tu, io , noi , assieme, siamo ora diventati,
come Il Barone rampante di Italo Calvino,
le note di un inno libero
senza più la nemica gravità.
Amici miei ora noi non siamo più utopia,
e possiamo, finalmente, far volare
i nostri vecchi sogni.